Salve a tutti gentili medici\nutrizionisti. scrivo qui perchè vorrei che qualcuno di voi mi aiutas

14 risposte
Salve a tutti gentili medici\nutrizionisti.
scrivo qui perchè vorrei che qualcuno di voi mi aiutasse a capire perchè ogni volta che mangio qualcosa che va oltre il mio piano alimentare mi sento SEMPRE IN COLPA.
ad esempio, oggi ho mangiato per colazione 1 yogurt a frutta poi per spuntino dato che avevo tantissima fame ho optato per 1 cornetto a crema + 1 cappuccino. So che ovviamente la mia colazione è stata molto sbagliata da un punto di vista nutrizionale, ma anche se avessi mangiato il cornetto e il cappuccino a colazione e lo yogurt a spuntino mattutino ugualmente mi sarei sentita in colpa.
Oggi ad esempio avrei voglia di mangiare qualcosa di buono ma allo stesso tempo sano che non è inserito nel mio piano.
tipo non so, vorrei fare una pasta integrale con melanzane a funghetto e pomodoro tipo una pasta alla siciliana per intenderci.
C'è anche da dire che io soffro di DCA ( binge eating ) e non so cosa voglia dire avere un SANO RAPPORTO CON IL CIBO. Penso che un sano rapporto con il cibo sia soltanto riso + pollo opp. riso + pesce tutto senza olio etc... ma riflettendoci bene penso non sia proprio cosi. Avere un sano rapporto con il cibo vuol dire anche ascoltare il proprio corpo in base alle proprie esigenze alimentari, esempio .
se io oggi sono felice la mia mente associa quella felicità a un bel piatto di pasta
se io oggi sono triste la mia mente associa quella tristezza a un budino proteico opp 1 yogurt bianco + 1 pezzetto di ciocc. fondente
se io oggi sono sportiva.. o meglio, mi sento sportiva associo quella volgia di allenarmi a un riso con un petto di pollo.
Dipende insomma da come sto con la testa e con il mio stato d'animo.
per voi è giusta questa cosa ?
Carissima,
Il disturbo da alimentazione compulsiva non può essere curato con uno schema rigido, ma con indicazioni nutrizionali che le possano dare una guida, lavorando su altri fattori, tra i quali come dice lei l’ascolto del proprio corpo. Non è un percorso breve e prevede che ci sia un’equipe per i disturbi alimentari, non a caso si chiama percorso psiconutrizionale. La dieta è un fattore di mantenimento del disturbo
Cordiali saluti
Paola Resasco Dietista Nutrizionista

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Ciò che descrive evidenzia come il rapporto con il cibo possa essere influenzato da regole rigide e da emozioni come il senso di colpa. Un sano rapporto con il cibo include flessibilità e la capacità di ascoltare i segnali del corpo senza giudizio, proprio come ha accennato. Anche concedersi un pasto più gustoso o fuori piano può far parte di una sana alimentazione. L’obiettivo, per chi affronta un DCA, è integrare piacere e nutrizione, e il supporto di un professionista specializzato potrebbe aiutarla a trovare equilibrio e serenità.

Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Ciao! Da quello che ci hai raccontato il problema principale è che fai una differenza tra cibo sano e cibo non sano. Anche ad esempio quella semplice pasta che hai descritto può essere inclusa in un adeguato piano alimentare. Il concetto di dieta la consideri come un qualcosa di restrittivo ma in realtà non è così. Dieta è uno stile di vita, che include quindi il mangiare sano, come il piatto di pasta, unito a qualche voglia in più che ti viene ogni tanto, come può essere il cornetto.
Sarebbe di grande aiuto parlare con qualcuno che ti insegni una corretta educazione alimentare, piuttosto che darti schemi rigidi che non ti aiutano nel creare un rapporto sano con il cibo, ma anzi potrebbe peggiorare la tua situazione. Sperando di averti aiutato un pochino, ti auguriamo una buona giornata. NutriTwins - Dottoresse Sara e Giorgia Fusco.
Gentilissima,
La ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità le sue preoccupazioni e i suoi sentimenti riguardo al cibo e al suo rapporto con esso È chiaro che sta affrontando una situazione complessa e delicata e voglio sottolineare che la sua volontà di comprendere meglio questi aspetti è un passo importante Sentirsi in colpa dopo aver mangiato cibi che non rientrano nel piano alimentare è un'esperienza comune specialmente per chi ha vissuto o sta vivendo disturbi del comportamento alimentare come il binge eating.
È fondamentale riconoscere che il cibo non dovrebbe mai essere visto solo come buono o cattivo. Ogni alimento ha il suo valore e può essere parte di una dieta equilibrata
Avere un sano rapporto con il cibo implica molte cose tra cui ascoltare il proprio corpo Questo significa riconoscere i segnali di fame e sazietà e rispondere alle esigenze del proprio corpo.
Se desidera una pasta integrale con melanzane e pomodoro potrebbe essere bene concedersi quel piatto soprattutto se il suo corpo lo richiede.
È importante includere una varietà di alimenti nella propria dieta senza sentirsi in colpa per alcune scelte Il cibo può essere una fonte di piacere e non dovrebbe essere associato solo a restrizioni.
È normale che le emozioni influenzino le scelte alimentari e imparare a riconoscere quando si mangia per motivi emotivi è un passo verso un rapporto più sano con il cibo.
Potrebbe essere utile esplorare queste connessioni e trovare modi alternativi per affrontare le emozioni come l'attività fisica la meditazione o altre forme di espressione.
Comprendere i principi della nutrizione può aiutare a fare scelte più consapevoli senza l'ansia di dover seguire rigidamente un piano.
La incoraggio a considerare la possibilità di lavorare con un nutrizionista specializzato in disturbi del comportamento alimentare che possa aiutarla a esplorare questi sentimenti e a costruire un rapporto più sano e positivo con il cibo.
Ricordi che non è mai troppo tardi per intraprendere un percorso di cambiamento e che ogni passo anche piccolo è significativo.
La sua salute e il suo benessere sono di primaria importanza.
Le auguro il meglio nel suo percorso e la incoraggio a continuare a esplorare questi temi con apertura e curiosità.
Cordialmente
Dott.ssa F.A.
l'esperienza alimentare è molto più complessa del semplice atto di mangiare ma implica inesorabilmente una continua comunicazione e connessione con noi stessi e con la quotidianità e il mondo che ci circonda. Sicuramente esiste una forte relazione tra cibo ed emozioni, relazione che viene complicata spesso e volentieri anche da regole dietetiche, credenze legate alla cultura della dieta e restrizioni cognitive. Consiglio di continuare un percorso di consapevolezza ed equilibrio con professionisti nel campo della nutrizione che siano esperti in disturbi alimentare e da un supporto di rete anche nell'area psicologica. buon cammino. Dott.ssa Francesca De Donà
Gentilissima il binge eating è collegato ad un comportamento impulsivo verso il cibo che può essere scatenato da svariati fattori fra cui ansia, senso di vuoto etc. Aldilà del fattore scatenante il cibo assume il ruolo di anestetico, calmante e soprattutto cibi grassi e ricchi di zucchero danno anche un senso di piacere perchè attivano la parte edonica dell'assunzione del cibo. Il senso di colpa è una conseguenza della "trasgressione" e si crea un circolo vizioso. Per interrompere questo circolo vizioso la mente deve imparare a distinguere i veri segnali di fame dai segnali di ricerca di compensazione delle ansie , senso di vuoto o altro. In queste situazioni consiglio un percorso di mindful eating che aiuta a distinguere la fame nervosa dalla fame dello stomaco, si impara ad assaporare il cibo con i 5 sensi raggiungendo un senso di appagamento . Posso inoltre darle i seguenti suggerimenti per cercare di ridurre gli episodi di alimentazione incontrollata:
- non mangiare mai carboidrati da soli. E' importante associarli a proteine
- evitare di comprare i cibi scatenanti gli episodi di alimentazione incontrollata facendo la spesa dopo aver mangiato.
- soprattutto di sera quando la mente è più stressata iniziare il pasto con la verdura
- pasti piccoli e frequenti ( 5 al giorno). Mai rimanere a stomaco vuoto. Verdura e legumi danno un senso di sazietà e hanno basso contenuto calorico
- tenere in bella vista un cestino di frutta di colori diversi
- in generale provi a pensare ad un'attività che le piacerebbe fare (es disegno, scultura, canto, ballo, cucito, passeggiata in un posto verde etc). Potrebbe essere utile per distogliere l'attenzione dal cibo e rilassarla.
Quello che ci tengo a specificare è che bisogna lavorare sulla causa del problema e in questo senso lo psicologo potrebbe fornire un grosso supporto per riconoscere la causa del problema e imparare a gestirlo. Spero di essere stata d'aiuto.
Buonasera,
i sensi di colpa insorgono nel momento in cui alcuni alimenti vengono visti come "proibiti" o non sani. Questo porta a privarsi di tali alimenti fino a che non si cade in tentazione e si arriva alle abbuffate di tali alimenti. In realtà una sana alimentazione non è quella che porta all'eliminazione di alimenti (soprattutto vengono solitamente demonizzati i carboidrati) bensì un approccio che includa tutti i macronutrienti necessari. Riuscire ad avere una alimentazione completa, varia, e che includa alimenti e pietanze che soddisfino ad un livello di palatabilità è la chiave per mantenere un sano rapporto con il cibo. Questo implica anche inserire in base alle proprie necessità, saltuariamente, anche alimenti appaganti come dei dolci o piatti più elaborati o pasti più abbondanti. Senza però andare a compensare nei pasti successivi o stare a restrizione nei giorni o settimane dopo e obbligarsi a mangiare sempre gli stessi alimenti considerati "sani" anche se non si ha voglia di consumarli.
Le consiglio di affidarsi ad un nutrizionista in grado, dopo attenta anamnesi, di elaborare un piano alimentare adatto alle sue esigenze che le permetta di ristabilire un sano rapporto con il cibo e raggiungere gli obiettivi voluti. La felicità nasce a tavola!
Rimango a sua disposizione per qualsiasi chiarimento,

Cordialmente
Dott.ssa Olivia Passaleva
Gentile paziente, per gestire al meglio un disturbo alimentare dovrebbe farsi seguire da un team composto da nutrizionista (o dietologo/dietista) e psicoterapeuta esperti in disturbi alimentari: è importante che entrambe le figure siano presenti all'interno del percorso per recuperare un sano rapporto con il cibo che, come ora suggerisce anche lei, in questo momento non ha.
Spero di esserle stata di aiuto.
Dott.ssa Colciago
Buongiorno, è importate ascoltare le proprie sensazioni e le richieste dell'organismo. Le consiglio, se non lo effettua già, un consulto con un terapeuta per lavorare sul DCA da lei citato. Questo le permetterà di capire le cause e lavorare su queste ed inoltre le permetterà di trovare un giusto equilibrio mente-corpo-cibo. Non è opportuno sentirsi in colpa per aver mangiato qualcosa di diverso da quello indicato da un/una professionista! Cordialmente, dott.ssa Francesca Turci
Salve, non è facile gestire le proprie emozioni e trovare un equilibrio con il cibo. Le consiglio un supporto psicologico per ristabilire l' equilibrio e il benessere con tutti gli alimenti.
Non deve sentirsi in colpa perchè il termine "alimentazione sana" non vuol dire mangiare solo riso e pollo o riso e pesce, ma comprende una vasta gamma di alimenti che, nelle giuste dosi, apportano benefici al corpo. Per esempio la pasta integrale con delle melanzane a funghetto(non fritte) è considerato un piatto sano e per bilanciarlo, aggiunge una fonte proteica. Il cibo non deve rappresentare una paura. Siate serena il più possibile.
Saluti
Buonasera, comprendo bene il suo stato d'animo.
Il fatto di associare il cibo ad un emozione, non è cosa insolita o da considerarsi "strano" e sbagliato, è assolutamente normale, perchè quando mangiamo lo facciamo anche per ricevere un emozione e non solo puro nutrimento e basta.
Il cibo è convivialità, è lo stare insieme agli altri, è condivisione. D'altra parte però bisogna saper bene che ci sono delle frequenze e delle quantità da rispettare onde evitare di eccedere troppo , ci vuole sempre equilibrio e saper bilanciare il tutto.
Sia il non pensare a come si mangia , sia il pensarci troppo, non sono da considerarsi sani.
In ogni caso, se pensa che un supporto psicologico oltre che dietistico potrebbe tornarle utile, le consiglierei di non sottovalutarlo.
Le auguro buon proseguimento!
Gentile paziente,
Mi dispiace molto per il suo senso di colpa che la accompagna: non deve essere facile nutrirsi in serenità , con questo tipo di pensieri!
La invito a considerare di intraprendere un percorso con un professionista della nutrizione, durante il quale affrontare in modo più approfondito le domande da lei poste.
Brevemente, posso dirle che stare a dieta non significa , come la cultura da cui veniamo ci porta a pensare, sacrificio, rinunce, sgarri, sensi di colpa, ma trovare il tipo di alimentazione che permette di raggiungere i propri obiettivi, tenendo in considerazione anche il benessere mentale. È noto infatti che una dieta restrittiva porti a disturbi del comportamento alimentare.
Resto a disposizione.
Cordialmente
Dott.ssa Caliari Maria
Gentile paziente,
la prima cosa su cui vorrei soffermarmi è la sua diagnosi di binge eating. Come disturbo appartenente alla categoria dei disturbi alimentari è sottinteso che il rapporto con il cibo che lei ha sia molto probabilmente non sempre sano.
Ricordo inoltre che tutti i disturbi alimentari sono disturbi di tipo psicologico che hanno manifestazione alimentare ma le loro ragioni sono spesso da ricercare in problematiche che forse con il cibo hanno poco a che fare.
Detto questo quella che lei definisce un'alimentazione sana è un modo di mangiare che include il nutrirsi per stare bene, per mantenersi in salute ma che al tempo stesso si associa anche talvolta a momenti di convivialità.
E' invece tendenzialmente sbagliato associare qualsiasi tipo di cibo alle emozioni, positive o negative che siano. Questo ovviamente non significa che non succeda mai di farlo; chi di noi non si è mangiato una bella coppa di gelato o una tazza di cioccolato per consolarsi? Questo comportamento tuttavia se ripetuto conduce a tutta una serie di conseguenze negative poiché non troveremo mai nel cibo la reale soluzione ai nostri problemi.
Quello che posso consigliarle senza è di farsi seguire sia dal punto di vista nutrizionale che da quello psicologico per curare al contempo sia il sintomo che l'origine del suo malessere.
Spero possa presto trovare sollievo.
Cara paziente, partiamo subito con il dire che nel mondo della nutrizione non esistono cose sbagliate o giuste, nonostante la nostra mente ce lo faccia pensare continuamente. Il senso di colpa è una conseguenza molto diffusa di questa errata struttura che ci creiamo, ma le assicuro che ci si può "allenare" per accettarlo e non dargli più peso. Esiste, invece, un equilibrio che ci permette di avere uno stile di vita sano e bilanciato, equilibrio che dobbiamo cercare di mantenere ovviamente nel lungo periodo. Le faccio un esempio: nonostante il riso e pollo (o riso e pesce) da lei menzionato sia un piatto universalmente riconosciuto come "sano" (che potremmo migliorare ulteriormente aggiungendo una fonte di fibre, come delle verdure cotte), se ripetuto tutti i giorni della settimana a ogni pasto va anch'esso a ricadere nel non bilanciato. Un piatto di pasta con delle verdure rientra allo stesso modo come idea di piatto sano, così come una pizza il weekend con amici o parenti. Il concetto di "sano" non ha una sola definizione e include sicuramente una buona componente di consapevolezza, che va allenata di giorno in giorno. Si ricordi che un'alimentazione VARIA ed equilibrata è l'unico obiettivo da perseguire per auspicare al benessere. Le consiglio di farsi aiutare da uno specialista per gestire queste varie sfaccettature, se non l'ha ancora fatto.
Rimango a disposizione, buona giornata!
Dott. Luca Zanaria

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