Salve a tutti dottori, sono un ragazzo di 25 anni che sta attraversando un periodo di depressione ch
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Salve a tutti dottori, sono un ragazzo di 25 anni che sta attraversando un periodo di depressione che dura da più di un anno.
Vi spiego in breve, circa 1 anno fa si è interrotta la mia relazione più importante durata 5 anni, e da quel momento mi è caduto il mondo.
Oggi sto male non tanto per la relazione finita, ma perché da quel momento ho cercato di fare 2 cose
1) eliminare gli aspetti tossici che ho (leggendo un po' su internet mi sono rivisto in un dipendente affettivo)
2) eliminare le persone tossiche e nocive, che vogliono solo avere e non dare, che non sanno cosa significa empatia cura e disponibilità, e tendono solo all'egoismo.
(Ciò perché dopo aver subito ghosting dalla mia ex ragazza, e non riuscendo a dare una spiegazione a tutto, ho pensato che lei fosse una narcisista, oggi non so se ho valutato male o meno)
Purtroppo da quando mi sono messo in dubbio è iniziata la mia depressione.
Ormai non so più come relazionarmi con gli altri.. mi spiego
1) sento che qualsiasi sentimento e pensiero (in termini di aspettative in amore e rispetto) penso siano sbagliate e ci sia sempre un modo migliore e soprattutto diverso da quello che dico (forse ho un DOC?)
2) ormai reputo tutti egoisti e totalmente centrati su se stessi (non capisco se io tendo ad un eccessivo equilibrio oppure realmente gli altri sono così)
Il punto è che ormai non ho più interpretazioni circa quello che gli altri mi dicono o fanno, cioè non riesco più a distinguere se una persona mi vuole bene o meno, se è buona o cattiva.
Non avendo criteri di interpretazione di conseguenza non ho criteri di scelta.
Infatti ogni volta che entro in relazione con qualcuno non riesco a capire come comportarmi perché in testa ho solo ed esclusivamente confusione.
E oltre questo, ormai non so nemmeno cos'è per me l'amore e il rispetto, perché tendo ad un eccessivo rispetto e amore, col problema che se mi dico di diminuire le aspettative mi sento in pericolo che mi sto accontentando.
Questo deriva dal fatto che a causa della separazione con la mia ragazza, dopo aver letto un po' su internet, ho pensato che forse la mia eccessiva empatia e altruismo veniva abusata.. e da lì mi sono impuntato sulla questione del rispetto.. perdendo sia chi ero prima e non sapendo piu come comportarmi e soprattutto che idee avere..
Sto male, perché ormai vivo in una costante dubbio, non capendo più chi sono, cosa voglio, cos'è l'amore, il rispetto e soprattutto come ci si comporta & capire chi è una persona buona e distinguerla da quelle nocive ed egoiste.
I miei pensieri oscillano dal "sicuramente stai pretendo troppo" al "ma questa è realmente una mancanza di rispetto" e viceversa.
Il punto è che io stesso riconosco che mi sto imputando troppo sul rispetto altrui da analizzare qualsiasi cosa e non tollerando alcun tipo di imperfezione, ma il punto è che la mia non è un interpretazione soggettiva, ma obiettiva cioè che determinati atteggiamenti sono segno di inaffidabilità.
Sto veramente male perché qualsiasi mio paradigma o modo di ragionare (in qualsiasi aspetto della mia vita) è messo in dubbio e mi dico che sto sbagliando a ragionare in un certo modo.
Purtroppo però ormai ho perso la persona che ero e non vedo più uno spiraglio di luce.
Ho provato a fare psicoterapia (sia gestalt, sia cognitivo comportamentale) ma purtroppo non mi sono sentito aiutato..avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a rimettere ordine tra i pensieri, ma mi sono sentito non capito (vedevo che il mio problema è sottovalutato) e soprattutto non aiutato.
Ho veramente bisogno di aiuto e non so che fare.
Vi ringrazio per la lettura, e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
Vi spiego in breve, circa 1 anno fa si è interrotta la mia relazione più importante durata 5 anni, e da quel momento mi è caduto il mondo.
Oggi sto male non tanto per la relazione finita, ma perché da quel momento ho cercato di fare 2 cose
1) eliminare gli aspetti tossici che ho (leggendo un po' su internet mi sono rivisto in un dipendente affettivo)
2) eliminare le persone tossiche e nocive, che vogliono solo avere e non dare, che non sanno cosa significa empatia cura e disponibilità, e tendono solo all'egoismo.
(Ciò perché dopo aver subito ghosting dalla mia ex ragazza, e non riuscendo a dare una spiegazione a tutto, ho pensato che lei fosse una narcisista, oggi non so se ho valutato male o meno)
Purtroppo da quando mi sono messo in dubbio è iniziata la mia depressione.
Ormai non so più come relazionarmi con gli altri.. mi spiego
1) sento che qualsiasi sentimento e pensiero (in termini di aspettative in amore e rispetto) penso siano sbagliate e ci sia sempre un modo migliore e soprattutto diverso da quello che dico (forse ho un DOC?)
2) ormai reputo tutti egoisti e totalmente centrati su se stessi (non capisco se io tendo ad un eccessivo equilibrio oppure realmente gli altri sono così)
Il punto è che ormai non ho più interpretazioni circa quello che gli altri mi dicono o fanno, cioè non riesco più a distinguere se una persona mi vuole bene o meno, se è buona o cattiva.
Non avendo criteri di interpretazione di conseguenza non ho criteri di scelta.
Infatti ogni volta che entro in relazione con qualcuno non riesco a capire come comportarmi perché in testa ho solo ed esclusivamente confusione.
E oltre questo, ormai non so nemmeno cos'è per me l'amore e il rispetto, perché tendo ad un eccessivo rispetto e amore, col problema che se mi dico di diminuire le aspettative mi sento in pericolo che mi sto accontentando.
Questo deriva dal fatto che a causa della separazione con la mia ragazza, dopo aver letto un po' su internet, ho pensato che forse la mia eccessiva empatia e altruismo veniva abusata.. e da lì mi sono impuntato sulla questione del rispetto.. perdendo sia chi ero prima e non sapendo piu come comportarmi e soprattutto che idee avere..
Sto male, perché ormai vivo in una costante dubbio, non capendo più chi sono, cosa voglio, cos'è l'amore, il rispetto e soprattutto come ci si comporta & capire chi è una persona buona e distinguerla da quelle nocive ed egoiste.
I miei pensieri oscillano dal "sicuramente stai pretendo troppo" al "ma questa è realmente una mancanza di rispetto" e viceversa.
Il punto è che io stesso riconosco che mi sto imputando troppo sul rispetto altrui da analizzare qualsiasi cosa e non tollerando alcun tipo di imperfezione, ma il punto è che la mia non è un interpretazione soggettiva, ma obiettiva cioè che determinati atteggiamenti sono segno di inaffidabilità.
Sto veramente male perché qualsiasi mio paradigma o modo di ragionare (in qualsiasi aspetto della mia vita) è messo in dubbio e mi dico che sto sbagliando a ragionare in un certo modo.
Purtroppo però ormai ho perso la persona che ero e non vedo più uno spiraglio di luce.
Ho provato a fare psicoterapia (sia gestalt, sia cognitivo comportamentale) ma purtroppo non mi sono sentito aiutato..avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a rimettere ordine tra i pensieri, ma mi sono sentito non capito (vedevo che il mio problema è sottovalutato) e soprattutto non aiutato.
Ho veramente bisogno di aiuto e non so che fare.
Vi ringrazio per la lettura, e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
La persona che attua il ghosting smette di rispondere a messaggi, chiamate o altri tentativi di contatto.
• Nessuna spiegazione: Non viene fornita alcuna motivazione per l’interruzione del rapporto.
• Improvvisità: La rottura è spesso inaspettata e non preceduta da segnali chiari.
Effetti psicologici sulla vittima
Subire ghosting può avere un impatto significativo sulla salute mentale, portando a:
1. Confusione e senso di abbandono: L’assenza di spiegazioni può generare interrogativi e dubbi sul proprio valore.
2. Bassa autostima: La persona ghostata potrebbe attribuire la colpa a sé stessa.
3. Ansia relazionale: Può diventare più difficile fidarsi di nuove relazioni.
4. Dolore emotivo: La perdita improvvisa può essere vissuta come un vero e proprio lutto relazionale.
Possibili cause del ghosting
Chi attua il ghosting spesso lo fa per:
• Evitare il conflitto o il disagio di affrontare una chiusura.
• Mancanza di maturità emotiva.
• Incapacità di gestire i propri sentimenti o quelli altrui.
• Paura di ferire l’altra persona (paradossalmente, con effetti contrari).
Come affrontare il ghosting
• Accettare la situazione: Capire che il ghosting riflette più sul comportamento di chi lo attua che su chi lo subisce.
• Esprimere i propri sentimenti: Parlare con una persona di fiducia o un terapeuta per elaborare il vissuto.
• Evitare l’autocolpevolizzazione: Ricordare che non si è responsabili delle azioni dell’altro.
• Riprendere il controllo: Concentrarsi su sé stessi e sulle proprie relazioni sane e autentiche.
• Nessuna spiegazione: Non viene fornita alcuna motivazione per l’interruzione del rapporto.
• Improvvisità: La rottura è spesso inaspettata e non preceduta da segnali chiari.
Effetti psicologici sulla vittima
Subire ghosting può avere un impatto significativo sulla salute mentale, portando a:
1. Confusione e senso di abbandono: L’assenza di spiegazioni può generare interrogativi e dubbi sul proprio valore.
2. Bassa autostima: La persona ghostata potrebbe attribuire la colpa a sé stessa.
3. Ansia relazionale: Può diventare più difficile fidarsi di nuove relazioni.
4. Dolore emotivo: La perdita improvvisa può essere vissuta come un vero e proprio lutto relazionale.
Possibili cause del ghosting
Chi attua il ghosting spesso lo fa per:
• Evitare il conflitto o il disagio di affrontare una chiusura.
• Mancanza di maturità emotiva.
• Incapacità di gestire i propri sentimenti o quelli altrui.
• Paura di ferire l’altra persona (paradossalmente, con effetti contrari).
Come affrontare il ghosting
• Accettare la situazione: Capire che il ghosting riflette più sul comportamento di chi lo attua che su chi lo subisce.
• Esprimere i propri sentimenti: Parlare con una persona di fiducia o un terapeuta per elaborare il vissuto.
• Evitare l’autocolpevolizzazione: Ricordare che non si è responsabili delle azioni dell’altro.
• Riprendere il controllo: Concentrarsi su sé stessi e sulle proprie relazioni sane e autentiche.
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Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Buongiorno, capisco quanto sia difficile convivere con questo stato di incertezza e confusione che sembra aver preso il controllo della sua vita. La fine di una relazione importante può rappresentare un punto di svolta molto doloroso, specialmente quando si accompagna a una revisione profonda di sé stessi, dei propri valori e delle relazioni interpersonali. Lei sta vivendo un processo molto complesso che coinvolge sia il suo senso di identità che la sua capacità di fidarsi degli altri.
La prima cosa importante è riconoscere che il suo desiderio di trovare chiarezza e ordine nei pensieri è legittimo, ma può anche essere una fonte di pressione eccessiva su di sé. La tendenza a mettere continuamente in discussione i propri pensieri e sentimenti può contribuire a un circolo vizioso di dubbio e ansia, che è tipico anche di chi vive esperienze di tipo ossessivo-compulsivo o di forte insicurezza relazionale.
Dal suo racconto emergono diverse dimensioni su cui lavorare, ma mi concentrerei su alcuni punti centrali. Prima di tutto, il suo bisogno di distinguere tra persone affidabili e non affidabili potrebbe riflettere il desiderio di proteggersi dal rischio di essere nuovamente ferito. Tuttavia, un’attenzione eccessiva ai segnali "oggettivi" di rispetto o disinteresse può portare a una rigidità che rende difficile vivere le relazioni in modo spontaneo. È fondamentale imparare a fidarsi di ciò che sente, accettando che nessuna relazione sarà mai priva di imperfezioni.
Riguardo alla sensazione di non essere compreso in terapia, è importante trovare un terapeuta con cui si senta davvero accolto e che possa lavorare con lei sul processo di integrazione delle sue esperienze passate. L’obiettivo non è solo “rimettere ordine” nei pensieri, ma anche aiutarla a sviluppare una maggiore accettazione delle sue emozioni, riconoscendo che non tutto può essere controllato o chiaramente definito.
Potrebbe essere utile esplorare terapie che si focalizzano sull’identità e sull'accettazione, come la terapia basata sulla mindfulness o approcci psicodinamici che aiutino a comprendere le radici di questa insicurezza. Inoltre, il lavoro con un terapeuta che possa accompagnarla nel distinguere le sue reali aspettative da eventuali paure o rigidità sarebbe cruciale per recuperare un senso di stabilità interiore.
Se desidera un confronto ulteriore o necessita di supporto per orientarsi verso un percorso terapeutico che rispecchi le sue esigenze, resto a disposizione. Ricordi che non è solo in questo cammino e che, con il giusto supporto, è possibile ritrovare equilibrio e speranza.
La prima cosa importante è riconoscere che il suo desiderio di trovare chiarezza e ordine nei pensieri è legittimo, ma può anche essere una fonte di pressione eccessiva su di sé. La tendenza a mettere continuamente in discussione i propri pensieri e sentimenti può contribuire a un circolo vizioso di dubbio e ansia, che è tipico anche di chi vive esperienze di tipo ossessivo-compulsivo o di forte insicurezza relazionale.
Dal suo racconto emergono diverse dimensioni su cui lavorare, ma mi concentrerei su alcuni punti centrali. Prima di tutto, il suo bisogno di distinguere tra persone affidabili e non affidabili potrebbe riflettere il desiderio di proteggersi dal rischio di essere nuovamente ferito. Tuttavia, un’attenzione eccessiva ai segnali "oggettivi" di rispetto o disinteresse può portare a una rigidità che rende difficile vivere le relazioni in modo spontaneo. È fondamentale imparare a fidarsi di ciò che sente, accettando che nessuna relazione sarà mai priva di imperfezioni.
Riguardo alla sensazione di non essere compreso in terapia, è importante trovare un terapeuta con cui si senta davvero accolto e che possa lavorare con lei sul processo di integrazione delle sue esperienze passate. L’obiettivo non è solo “rimettere ordine” nei pensieri, ma anche aiutarla a sviluppare una maggiore accettazione delle sue emozioni, riconoscendo che non tutto può essere controllato o chiaramente definito.
Potrebbe essere utile esplorare terapie che si focalizzano sull’identità e sull'accettazione, come la terapia basata sulla mindfulness o approcci psicodinamici che aiutino a comprendere le radici di questa insicurezza. Inoltre, il lavoro con un terapeuta che possa accompagnarla nel distinguere le sue reali aspettative da eventuali paure o rigidità sarebbe cruciale per recuperare un senso di stabilità interiore.
Se desidera un confronto ulteriore o necessita di supporto per orientarsi verso un percorso terapeutico che rispecchi le sue esigenze, resto a disposizione. Ricordi che non è solo in questo cammino e che, con il giusto supporto, è possibile ritrovare equilibrio e speranza.
Gentile utente,
le propongo di considerare la psicoterapia come un'opportunità preziosa per esplorare e comprendere più a fondo le difficoltà che sta attraversando. La psicoterapia, infatti, rappresenta un cammino di consapevolezza, in cui avrà l'opportunità di esplorare, in un contesto sicuro e riservato, i suoi pensieri, emozioni e comportamenti. Si tratta di uno spazio protetto, dove potrà affrontare le sue preoccupazioni senza alcun giudizio, ma con il supporto di un professionista che la accompagnerà nel processo di riflessione e comprensione.
Esistono diverse modalità terapeutiche che, pur perseguendo lo stesso obiettivo di miglioramento del benessere emotivo e relazionale, si distinguono per i loro approcci. La psicoterapia psicodinamica, ad esempio, le permetterà di indagare le radici più profonde dei suoi vissuti, esplorando le dinamiche inconsce che influenzano il suo presente. La scelta dell'approccio più adatto sarà una decisione condivisa con il terapeuta, che prenderà in considerazione le sue specifiche necessità e caratteristiche.
Un percorso psicoterapico non solo la aiuterà a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, ma le offrirà anche gli strumenti per affrontare le difficoltà quotidiane in modo più sereno e consapevole, promuovendo una qualità della vita più soddisfacente e appagante.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
le propongo di considerare la psicoterapia come un'opportunità preziosa per esplorare e comprendere più a fondo le difficoltà che sta attraversando. La psicoterapia, infatti, rappresenta un cammino di consapevolezza, in cui avrà l'opportunità di esplorare, in un contesto sicuro e riservato, i suoi pensieri, emozioni e comportamenti. Si tratta di uno spazio protetto, dove potrà affrontare le sue preoccupazioni senza alcun giudizio, ma con il supporto di un professionista che la accompagnerà nel processo di riflessione e comprensione.
Esistono diverse modalità terapeutiche che, pur perseguendo lo stesso obiettivo di miglioramento del benessere emotivo e relazionale, si distinguono per i loro approcci. La psicoterapia psicodinamica, ad esempio, le permetterà di indagare le radici più profonde dei suoi vissuti, esplorando le dinamiche inconsce che influenzano il suo presente. La scelta dell'approccio più adatto sarà una decisione condivisa con il terapeuta, che prenderà in considerazione le sue specifiche necessità e caratteristiche.
Un percorso psicoterapico non solo la aiuterà a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, ma le offrirà anche gli strumenti per affrontare le difficoltà quotidiane in modo più sereno e consapevole, promuovendo una qualità della vita più soddisfacente e appagante.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Buongiorno, è un dispiacere percepire una sofferenza importante ma con un rimedio sbagliato. Perchè se è pericoloso/inadeguato farsi autodiagnosi mediche lo è altrettanto in psicologia, soprattutto quando, come in questo caso, ci si imposta una autoterapia che rischia di portare fuori strada. Mi sembra di capire che oltre alla sofferenza per il distacco dalla sua ex ragazza di cui ha parlato sia, o sia diventata, una persona che difficilmente si affida a qualcun altro. Ma è proprio quello che deve cercare di fare per stare meglio, trovare un/una terapeuta che le ispiri fiducia ed affidarsi per effettuare un percorso che possa esserle veramente d'aiuto.
Salve, le confesso di aver letto più volte la sua domanda ed ho sentito io stessa, tutta la confusione di cui parla. Il controtransfert aiuta i terapeuti ad entrare meglio nel caso e anche se questo non è il contesto adatto, ho deciso di risponderle e usare le mie sensazioni, le sue rispecchiate in me, quello che la sua storia mi ha evocato le sue, per cercare di capirla meglio. Mi sono innanzitutto chiesta cosa mi ha confuso nella sua storia e mi sono focalizzata su alcune domande, alcuni tasselli, che mi aiuterebbero a fare chiarezza. Com’era e chi era prima della relazione durata 5 anni? Come è iniziata la sua relazione? Quali dinamiche hanno legato lei e la sua ex ragazza? Quali sono i motivi per cui vi siete lasciati e quali aspetti questa perdita ha slatentizzato, fatto emergere?
Più volte ha parlato di inaffidabilità come se cercasse nell’altro un punto fermo, più che sentirsi un punto fermo lei stesso. Prima della relazione finita aveva una stabilità interiore? Sarebbe importante indagare che rapporto ha avuto con le sue figure di attaccamento. La sua difficoltà a distinguere tra una persona che le vuole bene o meno, il suo accontarsi ed il suo essere adesso in dubbio su chi è e su chi e come sono gli altri, sembra essere più dovuto ad aspetti che la sua relazione finita ha fatto emergere ma che vanno cercati molto più indietro, non sul qui e ora ma sul passato, sul là e allora. Ha un forte bisogno di accudimento e di fare ordine e questo mi fa pensare tanto alle cure ricevute nell’infanzia. La sua domanda di chiarezza ha bisogno un viaggio a ritroso.
Non posso consigliarle quale orientamento terapeutico sia più adatto a lei ma spero di averle dato indicazioni utili per la sua ricerca.
Più volte ha parlato di inaffidabilità come se cercasse nell’altro un punto fermo, più che sentirsi un punto fermo lei stesso. Prima della relazione finita aveva una stabilità interiore? Sarebbe importante indagare che rapporto ha avuto con le sue figure di attaccamento. La sua difficoltà a distinguere tra una persona che le vuole bene o meno, il suo accontarsi ed il suo essere adesso in dubbio su chi è e su chi e come sono gli altri, sembra essere più dovuto ad aspetti che la sua relazione finita ha fatto emergere ma che vanno cercati molto più indietro, non sul qui e ora ma sul passato, sul là e allora. Ha un forte bisogno di accudimento e di fare ordine e questo mi fa pensare tanto alle cure ricevute nell’infanzia. La sua domanda di chiarezza ha bisogno un viaggio a ritroso.
Non posso consigliarle quale orientamento terapeutico sia più adatto a lei ma spero di averle dato indicazioni utili per la sua ricerca.
Buongiorno, la conclusione di una relazione affettiva di lunga durata è spesso complicata, densa di sentimenti di tristezza, sensi di colpa e rabbia. Grazie per averne parlato. In quei momenti ci si sente molto fragili, si cercano risposte ovunque al proprio stato; si cerca di capirsi, ma la grande disponibilità di informazioni disponibili in rete spesso non è per nulla utile in tal senso. Come tu descrivi, cercare "etichette" di sé aumenta di molto il senso di confusione personale e affettiva, non si sa più chi si è e che cosa è veramente importante per noi. Leggo che hai già provato alcuni approcci di consulenza psicologica: ti suggerisco di concentrare i tuoi sforzi nel rivolgerti a una consulenza psicoterapeutica individuale a orientamento psicodinamico, che possa ripartire da te, dalle tue emozioni, da come ti senti senza necessità di attribuirti subito una diagnosi in cui incasellarti. Dott.ssa Roberta Portelli
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Posso suggerirle di iniziare un percorso terapeutico. Per quanto riguarda il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile ragazzo, comprendo il peso della confusione che sta vivendo. Il suo dolore nasce dal tentativo di ricostruire sé stesso dopo una relazione importante e dolorosa, ma il suo perfezionismo e l'eccessiva analisi stanno creando un circolo di dubbi che alimentano la depressione. Il suo desiderio di equilibrio è nobile, ma è importante accettare che le relazioni non sono perfette e che anche gli altri, come lei, hanno limiti.
Le consiglierei una psicoterapia breve strategica, particolarmente efficace per lavorare su dubbi ossessivi e difficoltà relazionali. Questa metodologia aiuta a interrompere circoli viziosi di pensiero e a definire strategie pratiche per ritrovare chiarezza e fiducia in sé stesso e negli altri. Non è una questione di "essere giusto o sbagliato", ma di riconoscere e accettare le sfumature delle relazioni umane. Si conceda il tempo per ricostruire serenità interiore e imparare a fidarsi nuovamente.
Il rischio della valutazione continua è spesso quello di sentirsi delusi poiché la l'attenzione è a ciò che manca piuttosto che a ciò che è. Ogni valutazione ci allontana dalla possibilità di fare esperienza nel momento presente e interpretare non fa altro che attribuire significato e quindi intellettualizzate aspetti affettivo-relazionali che portano a generalizzare l'esperienza. Ho come la sensazione che nella scelta di tenere tutto sotto controllo, continuerà a scartare un professionista dopo l'altro non sentendosi mai compreso emotivamente veramente. Si mostri fragile nelle sue insicurezze, e provi a lasciare andare un pò il suo bisogno di trovare risposte.. logiche e razionali. Sono sicura che se abbandona questa zona confort, i professionisti potranno fare il loro lavoro egregiamente.
Buon pomeriggio,
innanzitutto mi colpisce molto la chiarezza con cui ha descritto tutto quello che sente e pensa. Sono domande importanti e che devono aprire a spazi di riflessione e di pensiero perché riguardano il "chi è lei" e "che cosa desidera".
Spesso nelle relazioni affettive ci si sente incompresi e traditi, ma altrettanto spesso si può far fatica a mettere dei limiti sani che poi impediscono all' altro di entrare con poca cura e rispetto.
Questo può essere ad esempio associato ad una difficoltà a darsi un reale valore, o al timore di non sentirsi adeguati e amabili.
Un percorso terapeutico, infatti, sebbene si declini diversamente a seconda delle esigenze e bisogni deve permettere di diventare consapevoli dei nostri modi di funzionare, che non sono solamente consci e razionali ma anche irrazionali e inconsci. Questa consapevolezza è collegata alla libertà di scelta, connessa indissolubilmente alla qualità della nostra vita. Le domande preziose che interrogano parti sue e del suo entrare in rapporto con gli altri, diventano preziosi per vedere degli aspetti che entrano in gioco, vederli, e attrezzarsi di strumenti differenti in grado di tutelarla sempre meglio.
La ringrazio della condivisione e rimango a disposizione per altre domande.
Un caro saluto
Dot.ssa Digiesi
innanzitutto mi colpisce molto la chiarezza con cui ha descritto tutto quello che sente e pensa. Sono domande importanti e che devono aprire a spazi di riflessione e di pensiero perché riguardano il "chi è lei" e "che cosa desidera".
Spesso nelle relazioni affettive ci si sente incompresi e traditi, ma altrettanto spesso si può far fatica a mettere dei limiti sani che poi impediscono all' altro di entrare con poca cura e rispetto.
Questo può essere ad esempio associato ad una difficoltà a darsi un reale valore, o al timore di non sentirsi adeguati e amabili.
Un percorso terapeutico, infatti, sebbene si declini diversamente a seconda delle esigenze e bisogni deve permettere di diventare consapevoli dei nostri modi di funzionare, che non sono solamente consci e razionali ma anche irrazionali e inconsci. Questa consapevolezza è collegata alla libertà di scelta, connessa indissolubilmente alla qualità della nostra vita. Le domande preziose che interrogano parti sue e del suo entrare in rapporto con gli altri, diventano preziosi per vedere degli aspetti che entrano in gioco, vederli, e attrezzarsi di strumenti differenti in grado di tutelarla sempre meglio.
La ringrazio della condivisione e rimango a disposizione per altre domande.
Un caro saluto
Dot.ssa Digiesi
Buongiorno, il suo narrarsi mette in luce delle consapevolezze rispetto ai problemi da affrontare,. Lei è partito da una forte delusione amorosa, le è crollato il mondo, ora ricerca di relazioni in cui si sente rispettato fino a domandarsi, come scrive lei, se pretende troppo e a valutare oggettivamente inaffidabili le persone che incontra. La stessa esperienza di psicoterapia non è stata soddisfacente. Per poter mettere ordine tra i pensieri un percorso psicoterapeutico può certamente aiutarla, facendo i conti con la frustrazione che questo non può accadere in modo immediato e in modo del tutto corrispondente alle sue aspettative e che proprio questo tema lei lo può affrontare col suo terapeuta in quanto ripropone la sua ricerca delusa di ascolto, aiuto e rispetto adeguati. La consiglio di riprovare a intraprendere delle sedute a partire da questa sua già elaborata problematica per rispondere a sue esigenze profonde di empatia e comprensione.
Buonasera! Ho l’impressione che andrei subito con le “gambe all’aria”, se tentassi di rispondere alle sue domande. Finirei per sentirmi “egoista e totalmente centrato su me stesso”, non genuino e poco disponibile a condividere questo momento di profonda difficoltà. Posso solo provare ad immaginare la sua delusione, di fronte ad un simile goffo tentativo. E mi chiedo se, forse, non abbia vissuto qualcosa di simile con il/la collega. Non mi è chiaro se stia seguendo ancora il percorso psicoterapeutico, quindi mi limito a condividere qualche pensiero, così come viene. Ho l’impressione che si stia muovendo tra estremi, tra dimensioni distanti e non integrabili. Il buono e il cattivo, il rispetto senza umane eccezioni, la perfezione tout court. Certo che è confuso, ma forse anche stanco e sfiduciato. È una condizione oltremodo onerosa, in cui non deve assolutamente restare solo. È giovane e potrebbe approfittare di questa crisi per fidarsi e affidarsi ad un* collega che le possa offrire un percorso molto ben strutturato e di ampio respiro. Non penso che abbia bisogno di suggerimenti, consigli o suggestioni (potrebbero andare bene per me, ma non per lei), piuttosto sarebbe prezioso avere l’occasione (grazie anche alla relazione con il/la terapeuta) di (ri)trovarsi e (ri)presentarsi alla persona più importante con cui avrà mai a che fare, sé stesso. In bocca al lupo
Gentile utente di mio dottore,
vista la sua sofferenza per i temi qui riportati credo sia opportuno intraprenda un percorso di psicoterapia. Quest' ultima può funzionare nella misura in cui il paziente si affida completamente allo specialista. Nel caso, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
vista la sua sofferenza per i temi qui riportati credo sia opportuno intraprenda un percorso di psicoterapia. Quest' ultima può funzionare nella misura in cui il paziente si affida completamente allo specialista. Nel caso, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, sta affrontando un periodo molto complesso, e il fatto che abbia cercato di analizzare le sue difficoltà e intrapreso un percorso di riflessione dimostra una grande forza interiore.
Quello che descrive, tra il dubbio costante e la difficoltà a orientarsi nei rapporti umani, può essere comprensibilmente logorante. È normale sentirsi confusi dopo una relazione significativa e, ancora di più, dopo aver messo in discussione alcune dinamiche personali e relazionali. Questo processo, per quanto difficile, è un’opportunità per comprendere meglio se stesso e costruire relazioni più autentiche in futuro.
Può essere utile focalizzarsi su piccoli passi, senza pretendere di avere tutte le risposte subito. Ad esempio, imparare a distinguere tra la necessità di rispettare i propri confini e l’eccesso di autoanalisi, che può alimentare i suoi dubbi. Spesso, è il dialogo aperto con persone di cui si fida o con professionisti empatici e attenti che può aiutare a rimettere ordine nei pensieri.
Se in passato non si è sentito compreso in psicoterapia, non significa che non esista un approccio adatto a lei. Potrebbe considerare di esplorare modalità diverse, anche attraverso un dialogo iniziale aperto con il terapeuta per esprimere meglio le sue necessità.
Infine, si conceda il tempo di ritrovare la propria identità. Anche momenti di crisi come questo, per quanto difficili, possono trasformarsi in tappe fondamentali per il proprio percorso personale. Continui a cercare supporto e non esiti a prendersi cura di sé con attenzione e gentilezza.
Un caro saluto.
Quello che descrive, tra il dubbio costante e la difficoltà a orientarsi nei rapporti umani, può essere comprensibilmente logorante. È normale sentirsi confusi dopo una relazione significativa e, ancora di più, dopo aver messo in discussione alcune dinamiche personali e relazionali. Questo processo, per quanto difficile, è un’opportunità per comprendere meglio se stesso e costruire relazioni più autentiche in futuro.
Può essere utile focalizzarsi su piccoli passi, senza pretendere di avere tutte le risposte subito. Ad esempio, imparare a distinguere tra la necessità di rispettare i propri confini e l’eccesso di autoanalisi, che può alimentare i suoi dubbi. Spesso, è il dialogo aperto con persone di cui si fida o con professionisti empatici e attenti che può aiutare a rimettere ordine nei pensieri.
Se in passato non si è sentito compreso in psicoterapia, non significa che non esista un approccio adatto a lei. Potrebbe considerare di esplorare modalità diverse, anche attraverso un dialogo iniziale aperto con il terapeuta per esprimere meglio le sue necessità.
Infine, si conceda il tempo di ritrovare la propria identità. Anche momenti di crisi come questo, per quanto difficili, possono trasformarsi in tappe fondamentali per il proprio percorso personale. Continui a cercare supporto e non esiti a prendersi cura di sé con attenzione e gentilezza.
Un caro saluto.
Buonasera e grazie per la condivisione dei suoi pensieri.
Mi spiace per quello che le è successo e per quello che sta cercando di affrontare, immagino si senta anche spaesato, è assolutamente lecito e comprensibile quello che sta provando.
Mi verrebbe da dirle che oltre a lavorare su queste sensazioni debba anche provare a mettersi in gioco per comprendere perché le abbia fatto così male, perché questa perdita l'ha distrutta, perché tende ad analizzare e a non tollerare più nulla? Sarà solo una conseguenza dovuta alla rottura?
Le consiglio anche di non andare a diagnosticarsi alcun disturbo o leggere cose su internet, ciò che le può servire è iniziare un percorso, creare uno spazio di condivisione e di ascolto sicuro con un professionista può aiutarla a sciogliere qualche nodo.
Le mando tanti cari saluti e spero si possa sentire presto più "leggero".
Mi spiace per quello che le è successo e per quello che sta cercando di affrontare, immagino si senta anche spaesato, è assolutamente lecito e comprensibile quello che sta provando.
Mi verrebbe da dirle che oltre a lavorare su queste sensazioni debba anche provare a mettersi in gioco per comprendere perché le abbia fatto così male, perché questa perdita l'ha distrutta, perché tende ad analizzare e a non tollerare più nulla? Sarà solo una conseguenza dovuta alla rottura?
Le consiglio anche di non andare a diagnosticarsi alcun disturbo o leggere cose su internet, ciò che le può servire è iniziare un percorso, creare uno spazio di condivisione e di ascolto sicuro con un professionista può aiutarla a sciogliere qualche nodo.
Le mando tanti cari saluti e spero si possa sentire presto più "leggero".
Ciao! Prima di tutto, voglio dirti che è davvero coraggioso da parte tua condividere ciò che stai attraversando. È chiaro che stai affrontando una situazione molto complessa e dolorosa, e riconoscere di avere bisogno di aiuto è un passo importante.
Da quello che hai descritto, sembra che tu stia vivendo una serie di emozioni e pensieri confusi, che possono essere davvero opprimenti. La tua esperienza di perdita e il tentativo di rielaborare le tue relazioni e il tuo modo di percepire gli altri sono processi difficili, e non c'è nulla di sbagliato nel cercare supporto per affrontarli.
È comprensibile sentirsi sopraffatti e confusi, specialmente dopo una relazione significativa e le esperienze che hai descritto. La tua riflessione su empatia, rispetto e le dinamiche relazionali è molto profonda, e può essere utile esplorare questi temi con un professionista che possa offrirti un supporto più mirato.
Se le terapie che hai provato in passato non ti hanno fatto sentire compreso, potrebbe essere utile cercare un altro terapeuta o un approccio diverso. Ogni professionista ha il proprio stile e potrebbe esserci qualcuno che riesce a connettersi meglio con te e a fornirti gli strumenti di cui hai bisogno per rimettere ordine nei tuoi pensieri.
Inoltre, considera che il tuo benessere emotivo è una priorità. Non esitare a cercare supporto, che si tratti di un terapeuta, di un gruppo di supporto o anche di amici fidati. È importante avere qualcuno con cui parlare e che possa aiutarti a navigare in questo periodo difficile.
Ricorda che non sei solo in questo viaggio e che ci sono persone pronte ad aiutarti. Prenditi cura di te stesso e continua a cercare il supporto di cui hai bisogno. Se hai bisogno di ulteriori informazioni o consigli su come trovare un professionista, sono qui per aiutarti!
Da quello che hai descritto, sembra che tu stia vivendo una serie di emozioni e pensieri confusi, che possono essere davvero opprimenti. La tua esperienza di perdita e il tentativo di rielaborare le tue relazioni e il tuo modo di percepire gli altri sono processi difficili, e non c'è nulla di sbagliato nel cercare supporto per affrontarli.
È comprensibile sentirsi sopraffatti e confusi, specialmente dopo una relazione significativa e le esperienze che hai descritto. La tua riflessione su empatia, rispetto e le dinamiche relazionali è molto profonda, e può essere utile esplorare questi temi con un professionista che possa offrirti un supporto più mirato.
Se le terapie che hai provato in passato non ti hanno fatto sentire compreso, potrebbe essere utile cercare un altro terapeuta o un approccio diverso. Ogni professionista ha il proprio stile e potrebbe esserci qualcuno che riesce a connettersi meglio con te e a fornirti gli strumenti di cui hai bisogno per rimettere ordine nei tuoi pensieri.
Inoltre, considera che il tuo benessere emotivo è una priorità. Non esitare a cercare supporto, che si tratti di un terapeuta, di un gruppo di supporto o anche di amici fidati. È importante avere qualcuno con cui parlare e che possa aiutarti a navigare in questo periodo difficile.
Ricorda che non sei solo in questo viaggio e che ci sono persone pronte ad aiutarti. Prenditi cura di te stesso e continua a cercare il supporto di cui hai bisogno. Se hai bisogno di ulteriori informazioni o consigli su come trovare un professionista, sono qui per aiutarti!
Buongiorno. Seppur terapeutica anche una coppia terapeuta - paziente è un rapporto di coppia e nonostante ragionevoli accorgimenti professionali, non tutte le coppie, comprese quelle paziente - terapeuta, possono funzionare sempre. Perciò le suggerirei di rivolgersi ad altri terapeuti, per affrontare le tematiche, che ha riportato e che stanno "corrodendo" la qualità della sua vita. Conosco situazioni terapeutiche che hanno funzionato al secondo o al terzo (se non addirittura al quarto) tentativo.
Cordialmente,
M.M.
Cordialmente,
M.M.
Buongiorno, è davvero apprezzabile la sua disponibilità a rivelarsi nella sua attuale fragilità, che oltre a facilitare il compito di chi la legge, mette altresì in guardia su un punto evidente (e direi piuttosto critico) su cui lasciarla riflettere: la sensibilità è una qualità che, se lasciata al suo eccesso, può diventare un difetto? A mio avviso no, almeno in generale, ma in alcuni casi e riferiti a periodi specifici della vita, può costituire un appesantimento. Quantomeno nel dare una dimensione realistica degli eventi che avvengono attorno a noi, ed in particolare a soppesare il comportamento degli altri nei nostri confronti. Il quadro che lei presenta con rigorosa apertura evidenzia che la lettura delle cose, e le persone, che le stanno attorno non è fatta con una lente di ingrandimento, bensì con un microscopio. Questo attrezzo è certo capace di inquadrare bene i piccoli dettagli, tuttavia può incorrere nell'errore di interpretazione che a questi dettagli sia attribuito il valore di "verità assoluta". La sua sensibilità è ingigantita dalla fase che sta attraversando, e nel tentativo di preservare se stesso cerca di inquadrare il mondo attorno a sé per prevenire altra sofferenza, fin qui nulla di sbagliato, tuttavia la verità delle cose spesso non si rivela nei dettagli, ma nelle visioni d'insieme. Come a dire, "quella persona ha detto qualcosa che mi ha ferito, quella persona è pericolosa" senza dare la minima possibilità ad un'altra versione come "quella persona ha detto qualcosa che mi ha ferito, chissà se se n'è resa conto, e soprattutto, se poteva capirlo se io gli avessi detto qualcosa...". Quando non stiamo bene, insomma, per difendere noi stessi ci preoccupiamo più di ciò che può farci male di ciò che accade realmente attorno a noi. Un altro spunto che mi permetto di suggerire è che se si sente costantemente pervaso dai dubbi, allora quando è attraversato da un pensiero o uno stato d'animo spiacevoli, utilizzi il dubbio che essi possano non essere, appunto, verità assolute. E' solo un primo passo, me ne rendo conto. Non si scoraggi a cercare aiuto, da un terapeuta con cui si trova bene, da un amico, un parente o un conoscente che si sintonizza col suo stato d'animo, e con il quale confrontarsi sulle dimensioni reali degli eventi che le accadono attorno e delle interpretazioni possibili di quegli eventi, così da dare loro la proporzione che meritano. Buona giornata
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