Salve a tutti Da qualche tempo penso di soffrire di doc sessuale ma vorrei un confronto. Un po’ di

16 risposte
Salve a tutti
Da qualche tempo penso di soffrire di doc sessuale ma vorrei un confronto. Un po’ di tempo fa è emerso in terapia un episodio avvenuto in infanzia con mio padre non particolarmente grave ma che si avvicina ad una molestia. Da lì ho cominciato a chiedermi spesso ciò che provo nei suoi confronti, se provo qualche forma di eccitazione perché quell’episodio in infanzia ricordo di aver provato una forma di piacere. Ormai me lo chiedo spesso e da tempo e mi sembra di sentire attivazione genitale.
Mi chiedevo se questo costante monitoraggio possa aver portato effettivamente a sentire questa sorta di eccitazione e se è una cosa risolvibile in qualche modo. Ho paura di aver favorito l’associazione tra questi due aspetti e di doverci fare i conti a vita.
Gentile utente, anzitutto, come si manifesta questo doc sessuale, e da quanto tempo? Rispondere a queste domande è fondamentale per definire la cosiddetta "geografia del sintomo". In secondo luogo, ma non meno importante, come è emerso questo ricordo dell'infanzia? E in che modo questo ricordo può aiutarla a comprendere la situazione attuale che vive? Rivangare ricordi remoti, la cui attendibilità è alquanto dubbia, slegati da ciò che ora le accade, può essere controproducente e causare scompenso, piuttosto che utile a trovare un senso e darle pertanto beneficio. Il costante monitoraggio di cui parla, da quale stato emotivo è sotteso? Agitazione? Rabbia? In ogni caso, è un modo per far fronte all'effetto che questa "associazione" le provoca. Le suggerisco di affrontare queste questioni in terapia. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa

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Buongiorno. Sono domande difficili a cui rispondere, bisognerebbe capire quali sono gli stimoli che provocano queste sensazioni e se la sua attivazione sessuale sia associata effettivamente all'episodio circoscritto con suo padre e/o ad altri fattori. Può succedere che le reazioni e le strategie di coping che si hanno per affrontare/risolvere/gestire un problema, spesso siano controproducenti: l'ipervigilanza e il monitoraggio dell'attività sessuale potrebbero infatti alimentare, invece che diminuire, il problema. Il piacere sessuale relativo a un ricordo traumatico potrebbe essere un tentativo difensivo (ma disfunzionale) della sua mente di non attivare parti di lei sofferenti e legate all'episodio. Tuttavia, vi è la necessità di avere ulteriori informazioni per capire, assieme al terapeuta, quali siano le parti "vulnerabili" di sè, le parti cosiddette "bambine", legate a ricordi infantili, e quali siano, nello specifico, le difese da lei attivate. Per ulteriori delucidazioni, può scrivermi un messaggio privato nella piattaforma.
Dott.ssa chiara Lo Re
Psicologa Psicoerapeuta
Torino e Asti
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Salve, la ringrazio per aver scritto.
La ruminazione può produrre delle equazioni che mettono in connessione catene di pensieri sempre più perturbanti, motivo per cui la terapia può rivelarsi il luogo adatto per processarle, scardinarle e depotenziarle della carica di significato associatosi.
Con l’augurio che possa proseguire nel suo percorso, le porgo un cordiale saluto.
Dott.ssa Di Costanzo
Così come non c’è vita senza morte, allo stesso modo l’odio é la faccia opposta dell’amore. In un contesto dove non siamo legittimati a provare odio, verso magari quelle persone che abbiamo fin a quel momento idiolatrato, e per cui proviamo uno smisurato amore, subentrano le difese. E, inevitabilmente il conflitto interno si tramuta in sintomo. Indipendentemente dal fatto che sia successo nella realtà, o se sia un ricordo frutto della sua fantasia, bisognerebbe ristabilire una connessione con ciò che si é provato. Dando significato al sintomo piuttosto che combatterlo aprioristicamente senza capire a cosa serva realmente. Spero di esser stato utile.
Buongiorno, la delicatezza dell'aspetto prevede che lei ne descriva in dettaglio gli aspetti, riviva e rielabori il vissuto in contesto terapeutico, cosa che ha già fatto. Prossimo step è quello di indagare il rapporto con suo padre, al fine di individuare quali elementi vi abbiano portati a quel vissuto e nel qui ed ora il vostro rapporto come sia maturato, o rimasto tacitamente invariato. Il tutto in contesto protetto, ovvero in terapia.

Dott. Festa Simone
Buongiorno, alcune cose non mi sono chiare: quando parla di doc sessuale se si riferisce anche a qualcosa che accade oggi nella sua vita sessuale col/coi suo/suoi partner o se parla esclusivamente di pensieri riguardanti quell'antico evento con suo padre. Mi chiedevo, inoltre, perché chiede all'esterno della sua terapia attuale una domanda che immagino avrà già posto al/alla suo/a terapeuta... non si fida o non le bastano le risposte che le sono state date?
Ad ogni modo, per quanto riguarda la sua domanda, penso che questo è il principale nucleo di questo tipo di eventi traumatici. Quando si subisce qualcosa come una violenza o una molestia, una parte della mente si sente colpevole poiché co-responsabile dell'accaduto. Quasi sempre, quando si subisce un qualche tipo di violenza sessuale, una parte di sé si eccita e prova piacere misto a dispiacere e senso di sopraffazione, odio, rabbia e colpa. Ciò non toglie che quella che si è subita è una molestia o violenza non voluta e traumatica, ancor più quando la molestia è avvenuta per mano di un parente o persona conosciuta e vicina. L'argomento è molto complesso per essere tratto qui, se vuole mi può contattare ma se ha già in corso una terapia la invito a parlarne in quella sede. Dott. Alessio Antonucci
Buongiorno! Dato che è già in terapia con un collega, la cosa migliore è parlarne con lui. Se questo non la soddisfa, ugualmente parli con lui perché è importante capire se ci sono problemi nella relazione terapeutica: ne va del buon esito del percorso
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
è probabile che l'iper-focalizzazione abbia strutturato l'associazione tra i contenuti di cui parla. Sarebbe utile indagare le tonalità emotive che albergano in lei e che fanno da sfondo ai vissuti che sperimenta. Sarebbe auspicabile capire in che contesto (emotivo, esistenziale) ha cominciato a porsi il dubbio che riguarda il contenuto di cui fa menzione, cercare di comprendere il significato emotivo che apre a questa possibilità (del dubbio) dove è possibile che il nesso tra significanti sia qualcosa di secondario, sebbene avvertito come estremamente spiacevole (probabilmente per il tipo di riferimento di natura morale) e questo è comprensibile. Le auguro di trovare la possibilità di affrontare il problema dalla prospettiva corretta con l'aiuto di un professionista in modo da risolverlo al meglio. Cordiali saluti
Gent.mo
Innanzitutto la ringraziamo per aver condiviso un tratto importante della sua storia personale che immagino le reca disagio, stress e tanta sofferenza. La tematica che tratta è molto delicata e merita di essere trattata da noi specialisti con altrettanta delicatezza. Qui non menziona la sua età, se vive ancora con la sua famiglia di origine, perchè sono elementi molto importanti per poter inquadrare le situazioni e le condizioni contingenti, anche per ciò che riguarda un maggior approfondimento diagnostico e per il trattamento della sua problematica. Aldilà di quelle che sono le elaborazioni difensive in atto, la comprensione del livello contestuale relazionale attuale può fare la differenza. Qualche collega le suggeriva la metodica EMDR, ma ne parli prima con il suo psicoterapeuta, sia per approfondire ed eventualmente rivedere il percorso terapeutico e se le consiglia o meno l'EMDR, e se attualmente può sostenerlo. Per qualunque delucidazione può contattarmi in piattaforma. Auguri per tutto!
Dott. Paolo Filippelli Psicologo Psicoterapeuta Sistemico Relazionale Individuale, di Coppia e Familiare. Tecnico ABA-VB in formazione presso Istituto Walden Roma.
Gentilissima,
Potrebbe essere opportuno comprendere cosa significa per lei doc a livello sessuale (durata, manifestazioni, influenza nel quotidiano)… credo che se lei ha fatto questo collegamento, al di là di come sia subentrato questo ricordo, se si tratti o meno di un fatto accaduto o di una falsa memoria la cosa che sembra emergere è che lei questo collegamento lo fa e che in qualche modo non ci vive bene… per questa ragione la inviterei a comprendere, attraverso un percorso terapeutico, quello che lei vive come disturbo e capire in che modo affrontarlo e ri-leggere con un professionista il ricordo emerso.
Mi trova a disposizione anche online
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Il dubbio che esprime potrebbe essere una forma intensa di rimuginio legato a pensieri intrusivi rispetto ad un ricordo doloroso. Purtroppo è difficile definire queste cose così complesse al di fuori di un contesto professionale in cui possano essere analizzate le tempistiche di insediamento di questo ricordo, la qualità e l'intensità delle sensazioni ad esso collegate.
Allo stesso modo andrebbe approfondito quello che lei descrive come doc sessuale, a quali sintomi/comportamenti si riferisce e il disagio che questi le creano.
Buonasera, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, posso intuire il disagio che le possano creare questi dubbi e quanto possano essere fastidiosi questi pensieri intrusivi. Purtroppo non esiste non modo semplice per rispondere alla sua domanda, che merita sicuramente di essere accolta ed esaminata in una spazio consono che possa garantirle maggiore privacy. Posso però intanto rispondere alla questione dei monitoraggi: esistono molti dati in letteratura che affermano indugiare in questi meccanismi possa portare al mantenimento del "disturbo" stesso. Quindi se lei attualmente è seguito da un collega parli di questi pensieri con il professionista. in caso non avesse già iniziato un percorso la informo che in questi casi generalmente viene indicata un terapia cognitivo-comportamentale. un saluto Dr.ssa Testa Caterina
È normale avere domande e preoccupazioni riguardo a esperienze passate e le loro influenze sul presente. Il costante monitoraggio dei propri sentimenti può intensificare l’attenzione su di essi. È importante lavorare con un terapeuta per esplorare questi pensieri e sentimenti in modo sicuro e costruttivo. La terapia può aiutare a risolvere queste preoccupazioni e a sviluppare una comprensione più sana della propria sessualità.
Dr. Marco Di Campli
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione e mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Indipendentemente dal fatto che sia successo nella realtà, o se sia un ricordo frutto della sua fantasia, bisognerebbe ristabilire una connessione con ciò che si é provato. Dando significato al sintomo piuttosto che combatterlo aprioristicamente senza capire a cosa serva realmente.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.

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