Salve a tutti. Da circa due mesi a questa parte ho un problema. Dopo l’ultima discussione avvenuta
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Salve a tutti. Da circa due mesi a questa parte ho un problema.
Dopo l’ultima discussione avvenuta con una mia ex amica, ogni qual volta litigo con qualcuno il cuore inizia a battere fortissimo e mi manca il fiato. Tutto ciò non accade con il mio ragazzo o la mia famiglia, ma solo con persone estranee, amici o parenti. Ho sempre avuto ansia durante i litigi, (anzi, ammetto di essere una persona ansiosa. In passato andavo dalla psicologa) ma dopo l’ultimo, questa cosa si è intensificata molto e vivo con la costante paura di sentirmi così. Ho sempre evitato i litigi, ma adesso ancor di più. Ho paura di sentirmi male, di cascare a terra. Non so cosa fare.
Dopo l’ultima discussione avvenuta con una mia ex amica, ogni qual volta litigo con qualcuno il cuore inizia a battere fortissimo e mi manca il fiato. Tutto ciò non accade con il mio ragazzo o la mia famiglia, ma solo con persone estranee, amici o parenti. Ho sempre avuto ansia durante i litigi, (anzi, ammetto di essere una persona ansiosa. In passato andavo dalla psicologa) ma dopo l’ultimo, questa cosa si è intensificata molto e vivo con la costante paura di sentirmi così. Ho sempre evitato i litigi, ma adesso ancor di più. Ho paura di sentirmi male, di cascare a terra. Non so cosa fare.
Gentile utente, se avesse già provveduto a fare esami fisici e se avesse escluso patologie di natura organica, potrebbe essere una somatizzazione e dovrebbe pensare di iniziare un percorso terapeutico. Cordialità dott. Gaetano Marino
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Salve, ci possono essere diversi motivi per cui le succede solo con estranei, ma il discorso andrebbe approfondito con maggiori informazioni. Con che frequenza le succedono i litigi e con chi di più litiga? Sono motivi ricorrenti o cambiano sempre? L'ideale sarebbe non arrivare al litigio, non tanto evitandolo, quanto portando la discussione a spengersi gestendola. Sono tutti temi che andrebbero approfonditi in un contesto protetto. Dal momento che sente ansiosa questo periodo, potrebbe riprendere la psicoterapia e affrontare le tematiche che le causano stress in questo periodo.Penso che sarebbe utile e interessante per lei. Le faccio tanti auguri. Rimango a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, come lei stessa dice litigare le provoca ansia e l'ansia scatena tutta una serie di sintomi fisici come quelli da lei descritti, sensazione di mancanza d'aria, tachicardia, che possono essere anche molto forti, la paura di sentirsi male, inoltre aumenta l'ansia e la connessa sintomatologia fisica, innescando un circolo vizioso. Questo circolo vizioso porta a evitare le situazioni temute, ma non affrontare le situazioni aumenta ancor più l'ansia e si crea ancora un circolo vizioso.
La psicoterapia potrebbe aiutarla e comprendere i suoi circoli viziosi e a gestire l'ansia e questa sorta di fobia che si sta creando, così come a comprendere i suoi vissuti e significati personali.
Cordialmente
Dott.ssa Lisa Saccardo
La psicoterapia potrebbe aiutarla e comprendere i suoi circoli viziosi e a gestire l'ansia e questa sorta di fobia che si sta creando, così come a comprendere i suoi vissuti e significati personali.
Cordialmente
Dott.ssa Lisa Saccardo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara utente, i litigi sono sicuramente contesti sociali che espongono alle debolezze proprie e altrui e che coinvolgono una squadra di emozioni diverse, non sempre facilmente gestibili. C'è poi da aggiungere il macrocontesto in cui certe circostanze si sviluppano, e quindi il momento di vita che sta attraversando. Le sensazioni che riporta sono le tipiche risposte "ansiose", di cui come dice ha già esperienza. Aver intrapreso un precedente percorso psicologico non esclude la possibilità di prevederne uno adesso, rispetto a quello che sta vivendo in questo momento. Io ricevo online se desiderasse approfondire in discorso, chiedermi qualcosa o avviare un percorso. Può prenotare direttamente dalla piattaforma. Cordialmente,
Dott.ssa Sara Torregrossa
Dott.ssa Sara Torregrossa
Gentile utente mi dispiace per la situazione che sta vivendo. La problematica che descrive necessita di maggiori approfondimenti per essere meglio compresa. I vissuti di ansia che descrive possono essere approfonditi per capirne il significato che c'è dietro. Potrebbe essere buono per lei riprendere il suo percorso di psicoterapia per apprendere nuovi strumenti di gestione dell'ansia ma soprattutto per dare senso e significato a quanto vive.
Le auguro il meglio cordialmente Dott.ssa Valentina Biddau
Le auguro il meglio cordialmente Dott.ssa Valentina Biddau
Salve gentile utente,
i litigi possono essere motivo di grande stress perché si scatenano improvvisamente forti emozioni che, a stento, si riescono pienamente a comprendere e soprattutto a gestire. L'incalzare delle parole e delle azioni, aumenta l'esperienza emotiva al punto da dire o fare cose senza lucidità, con conseguenze di malessere che possono durare dei giorni.
Quante volte, infatti, capita di portarsi dietro i sintomi di una forte litigata nei giorni a venire, ripensando alle cose fate o subite, dette o ascoltate, generando molteplici stati d'animo contrastanti come: rabbia, vergogna, senso di colpa, imbarazzo, rancore, ma anche rammarico.
Questo profondo malessere può essere visto come un trauma emotivo e il nostro cervello tenta di evitare di ricadere in situazioni simili, sviluppa la preoccupazione di litigare ancora e di starci male per conseguenza.
Ed ecco spiegata la sua ansia nei confronti di questa eventualità. Anche dove non ci sarebbe motivo per litigare o avere discussioni, lei si preoccupa eccessivamente che questo possa accadere e tende ad evitare persino le situazioni sociali normali, pur di non correre questo rischio.
Probabilmente, il fatto che con familiari e il suo ragazzo ciò non si manifesta è dovuto alle maggiori sicurezze che queste persone le danno, in termini di comprensione, di empatia e di affetto. Anche se si litiga con una sorella o un fidanzato, spesso si riesce a trovare un compromesso e a essere disponibili al perdono o alle scuse. Con estranei prevale un senso di protezione verso sé stessi, verso il proprio orgoglio, e questo può farci sentire più vulnerabili alle emozioni che possono derivare dai conflitti.
Lei ha già svolto un percorso psicologico, come ha scritto. Forse, in quel contesto ha adottato strategie e metodi per tracciare la sua ansia, imparare a comprendere gli inneschi più frequenti e a gestire i sintomi tipici (come tachicardia e affanno, nel suo caso). Potrebbe ritrovare quegli appunti e metterli in pratica in questo momento. Oppure, può chiedere un nuovo supporto psicologico, rielaborando la sua ansia daccapo, con il giusto approccio e nuovi strumenti.
Se lo desidera, potrei aiutarla a capire come potrebbe svolgersi un intervento di Psicologia Positiva, efficace nelle sindromi di ansia, basato sull'utilizzo di tecniche e strategia di uso quotidiano.
Mi contatti eventualmente per una consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
i litigi possono essere motivo di grande stress perché si scatenano improvvisamente forti emozioni che, a stento, si riescono pienamente a comprendere e soprattutto a gestire. L'incalzare delle parole e delle azioni, aumenta l'esperienza emotiva al punto da dire o fare cose senza lucidità, con conseguenze di malessere che possono durare dei giorni.
Quante volte, infatti, capita di portarsi dietro i sintomi di una forte litigata nei giorni a venire, ripensando alle cose fate o subite, dette o ascoltate, generando molteplici stati d'animo contrastanti come: rabbia, vergogna, senso di colpa, imbarazzo, rancore, ma anche rammarico.
Questo profondo malessere può essere visto come un trauma emotivo e il nostro cervello tenta di evitare di ricadere in situazioni simili, sviluppa la preoccupazione di litigare ancora e di starci male per conseguenza.
Ed ecco spiegata la sua ansia nei confronti di questa eventualità. Anche dove non ci sarebbe motivo per litigare o avere discussioni, lei si preoccupa eccessivamente che questo possa accadere e tende ad evitare persino le situazioni sociali normali, pur di non correre questo rischio.
Probabilmente, il fatto che con familiari e il suo ragazzo ciò non si manifesta è dovuto alle maggiori sicurezze che queste persone le danno, in termini di comprensione, di empatia e di affetto. Anche se si litiga con una sorella o un fidanzato, spesso si riesce a trovare un compromesso e a essere disponibili al perdono o alle scuse. Con estranei prevale un senso di protezione verso sé stessi, verso il proprio orgoglio, e questo può farci sentire più vulnerabili alle emozioni che possono derivare dai conflitti.
Lei ha già svolto un percorso psicologico, come ha scritto. Forse, in quel contesto ha adottato strategie e metodi per tracciare la sua ansia, imparare a comprendere gli inneschi più frequenti e a gestire i sintomi tipici (come tachicardia e affanno, nel suo caso). Potrebbe ritrovare quegli appunti e metterli in pratica in questo momento. Oppure, può chiedere un nuovo supporto psicologico, rielaborando la sua ansia daccapo, con il giusto approccio e nuovi strumenti.
Se lo desidera, potrei aiutarla a capire come potrebbe svolgersi un intervento di Psicologia Positiva, efficace nelle sindromi di ansia, basato sull'utilizzo di tecniche e strategia di uso quotidiano.
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Salve, credo che la risposta la possa già conoscere.
Evidentemente per lei i contrasti con le persone, diciamo a media conoscenza, richiamano a schemi emotivi poco chiari e difficilmente gestibili
Per cui la risposta non può essere che tornare in psicoterapia, magari con un percorso EMDR per permettere l’elaborazione di eventuali traumi non risolti.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Evidentemente per lei i contrasti con le persone, diciamo a media conoscenza, richiamano a schemi emotivi poco chiari e difficilmente gestibili
Per cui la risposta non può essere che tornare in psicoterapia, magari con un percorso EMDR per permettere l’elaborazione di eventuali traumi non risolti.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, è importante parlarne con il suo medico di base per escludere patologie organiche. Le consiglio anche di intraprendere un percorso di supporto psicologico per lavorare sulla gestione delle emozioni.
Mi farebbe piacere accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Mi farebbe piacere accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dal suo racconto sembra evidenziarsi un problema con i conflitti che scatenano in lei ansia. Con la particolarità di interessare soprattutto gli ambienti non protetti fuori dalla sua famiglia o cerchia ristretta. un percorso terapeutico le potrebbe servire sicuramente. se vuole sono a disposizione.
Mi dispiace molto sentire che stai attraversando questo momento difficile. Potrebbe essere una reazione ansiosa (intensa), che può essere molto spaventosa e debilitante.
Considera di tornare dalla psicologa o di cercare un altro professionista della salute mentale. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace per l'ansia.
Ricorda che non sei sola e che ci sono molte risorse disponibili per aiutarti a gestire l'ansia. Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Considera di tornare dalla psicologa o di cercare un altro professionista della salute mentale. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace per l'ansia.
Ricorda che non sei sola e che ci sono molte risorse disponibili per aiutarti a gestire l'ansia. Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Buondì,
comprendo il disagio che sta provando. L'ansia in tali circostanze è del tutto naturale; il corpo reagisce a situazioni di conflitto attivando meccanismi di difesa che possono manifestarsi con sintomi fisici, come battito cardiaco accelerato e mancanza di respiro.
È interessante notare che questi sintomi si intensifichino soprattutto con persone estranee o in situazioni di conflitto, mentre con la sua famiglia e il suo ragazzo non trasferisce la stessa ansia. Ciò potrebbe suggerire che ci sono emozioni o timori specifici legati agli altri legami che vale la pena esplorare.
Considerando anche il suo passato di ansia e le esperienze precedenti con un percorso psicologico, le consiglio di rivalutare l’opzione di intraprendere un nuovo percorso di supporto terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi pensieri e timori, elaborando strategie per affrontare le situazioni che le causano ansia e rafforzando le sue risorse personali per gestirle in modo più efficace.
Non esiti a cercare il supporto di uno specialista: affrontare questi sentimenti in un ambiente sicuro e protetto potrebbe rivelarsi molto benefico per lei. È importante ricordare che ci sono modi per gestire l'ansia che le consentiranno di affrontare le relazioni in modo più sereno e consapevole.
Le auguro sinceramente di trovare la tranquillità che merita. Sono a sua disposizione
Dott.ssa Tatiana Pasino
comprendo il disagio che sta provando. L'ansia in tali circostanze è del tutto naturale; il corpo reagisce a situazioni di conflitto attivando meccanismi di difesa che possono manifestarsi con sintomi fisici, come battito cardiaco accelerato e mancanza di respiro.
È interessante notare che questi sintomi si intensifichino soprattutto con persone estranee o in situazioni di conflitto, mentre con la sua famiglia e il suo ragazzo non trasferisce la stessa ansia. Ciò potrebbe suggerire che ci sono emozioni o timori specifici legati agli altri legami che vale la pena esplorare.
Considerando anche il suo passato di ansia e le esperienze precedenti con un percorso psicologico, le consiglio di rivalutare l’opzione di intraprendere un nuovo percorso di supporto terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi pensieri e timori, elaborando strategie per affrontare le situazioni che le causano ansia e rafforzando le sue risorse personali per gestirle in modo più efficace.
Non esiti a cercare il supporto di uno specialista: affrontare questi sentimenti in un ambiente sicuro e protetto potrebbe rivelarsi molto benefico per lei. È importante ricordare che ci sono modi per gestire l'ansia che le consentiranno di affrontare le relazioni in modo più sereno e consapevole.
Le auguro sinceramente di trovare la tranquillità che merita. Sono a sua disposizione
Dott.ssa Tatiana Pasino
Salve,
mi sembra di capire che stiamo parlando di un sentimento di paura legato all’aggressività che lei sperimenta durante i litigi e che andrebbe esplorato.
Cosa ha provato quando ha discusso con la sua ex amica? Forse qualche elemento del litigio le ha riportato a galla delle emozioni legate ad eventi del passato in cui si è sentita particolarmente vulnerabile o minacciata.
Sarebbe utile per lei riprendere il percorso psicologico per fare un ulteriore passo in avanti verso la conoscenza di se stessa.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
mi sembra di capire che stiamo parlando di un sentimento di paura legato all’aggressività che lei sperimenta durante i litigi e che andrebbe esplorato.
Cosa ha provato quando ha discusso con la sua ex amica? Forse qualche elemento del litigio le ha riportato a galla delle emozioni legate ad eventi del passato in cui si è sentita particolarmente vulnerabile o minacciata.
Sarebbe utile per lei riprendere il percorso psicologico per fare un ulteriore passo in avanti verso la conoscenza di se stessa.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Caro utente,
Il vissuto che descrivi sembra particolarmente intenso e carico di emozioni forti. È comprensibile che queste reazioni fisiche, come il battito cardiaco accelerato e la difficoltà a respirare, ti stiano creando preoccupazione, soprattutto perché sembrano legate a situazioni di conflitto con persone al di fuori della tua cerchia familiare. Il fatto che tu abbia già riconosciuto una predisposizione all'ansia e che abbia avuto esperienze di supporto psicologico in passato è un buon segno di consapevolezza.
Quando ci troviamo in situazioni di conflitto, è comune che il nostro corpo risponda con reazioni fisiologiche legate a quello che viene definito "sistema di allarme". Questo è un meccanismo naturale che il nostro organismo mette in atto per proteggerci da situazioni percepite come minacciose. Tuttavia, quando queste reazioni diventano troppo intense o sproporzionate rispetto alla situazione reale, possono interferire con il nostro benessere quotidiano.
Potrebbe essere utile valutare la possibilità di riprendere un percorso terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo queste esperienze recenti e trovare strategie efficaci per gestire la tua ansia nei conflitti.
Un saluto,
Dott.ssa Sara Corti.
Il vissuto che descrivi sembra particolarmente intenso e carico di emozioni forti. È comprensibile che queste reazioni fisiche, come il battito cardiaco accelerato e la difficoltà a respirare, ti stiano creando preoccupazione, soprattutto perché sembrano legate a situazioni di conflitto con persone al di fuori della tua cerchia familiare. Il fatto che tu abbia già riconosciuto una predisposizione all'ansia e che abbia avuto esperienze di supporto psicologico in passato è un buon segno di consapevolezza.
Quando ci troviamo in situazioni di conflitto, è comune che il nostro corpo risponda con reazioni fisiologiche legate a quello che viene definito "sistema di allarme". Questo è un meccanismo naturale che il nostro organismo mette in atto per proteggerci da situazioni percepite come minacciose. Tuttavia, quando queste reazioni diventano troppo intense o sproporzionate rispetto alla situazione reale, possono interferire con il nostro benessere quotidiano.
Potrebbe essere utile valutare la possibilità di riprendere un percorso terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo queste esperienze recenti e trovare strategie efficaci per gestire la tua ansia nei conflitti.
Un saluto,
Dott.ssa Sara Corti.
Gentile utente,
credo che potrebbe prendere in considerazione l'idea in intraprendere un percorso di terapia per dedicare un tempo ed uno spazio ad esplorare nel profondo la situazione che sta vivendo. Sarei felice di accompagnarla in questo momento difficile per lei. Dott.ssa Elisa Rizzotti
credo che potrebbe prendere in considerazione l'idea in intraprendere un percorso di terapia per dedicare un tempo ed uno spazio ad esplorare nel profondo la situazione che sta vivendo. Sarei felice di accompagnarla in questo momento difficile per lei. Dott.ssa Elisa Rizzotti
Buongiorno gentile Utente, posso comprendere quanto questa situazione possa essere difficile e angosciante per lei. I sintomi che descrive, come il battito cardiaco accelerato e la difficoltà a respirare durante i conflitti, sembrano manifestazioni fisiche dell'ansia. È comune per l'ansia intensificarsi in situazioni che percepiamo come minacciose o stressanti, soprattutto quando si ha già una predisposizione ansiosa.
La sua esperienza con l'ultima discussione potrebbe aver acuito una sensibilità preesistente, facendo sì che ora il suo corpo reagisca in modo più intenso ai litigi o alle situazioni conflittuali. Questo tipo di risposta potrebbe essere collegata a un meccanismo di "attacco o fuga", in cui il corpo si prepara a fronteggiare una minaccia percepita, anche se la minaccia non è fisica.
Il primo suggerimento che mi sento di darle è di dare importanza al riconoscere che queste reazioni sono una risposta del suo corpo all'ansia e non segnali di un pericolo imminente. Accettare che l'ansia è una parte di ciò che sta vivendo può essere un primo passo verso la gestione. Potrebbe essere utile apprendere e praticare tecniche di respirazione profonda o rilassamento muscolare progressivo. Questi strumenti possono aiutarla a calmare il corpo quando inizia a sentire l'ansia aumentare.
Sarà sicuramente utile esplorare cosa c'è dietro la sua reazione, magari riflettendo su ciò che rende queste situazioni particolarmente stressanti per lei. Potrebbe scoprire dei temi ricorrenti o dei "trigger" specifici che attivano la sua ansia.
Considerando il suo vissuto e il fatto che in passato ha già tratto beneficio dalla psicoterapia, potrebbe essere utile riprendere un percorso terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questa ansia e a sviluppare strategie efficaci per gestirla.
L'ansia può essere molto debilitante, ma con il giusto supporto e gli strumenti adeguati, è possibile imparare a gestirla e a ridurre il suo impatto sulla sua vita quotidiana. Non esiti a chiedere aiuto se sente che la situazione la sta sopraffacendo.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
La sua esperienza con l'ultima discussione potrebbe aver acuito una sensibilità preesistente, facendo sì che ora il suo corpo reagisca in modo più intenso ai litigi o alle situazioni conflittuali. Questo tipo di risposta potrebbe essere collegata a un meccanismo di "attacco o fuga", in cui il corpo si prepara a fronteggiare una minaccia percepita, anche se la minaccia non è fisica.
Il primo suggerimento che mi sento di darle è di dare importanza al riconoscere che queste reazioni sono una risposta del suo corpo all'ansia e non segnali di un pericolo imminente. Accettare che l'ansia è una parte di ciò che sta vivendo può essere un primo passo verso la gestione. Potrebbe essere utile apprendere e praticare tecniche di respirazione profonda o rilassamento muscolare progressivo. Questi strumenti possono aiutarla a calmare il corpo quando inizia a sentire l'ansia aumentare.
Sarà sicuramente utile esplorare cosa c'è dietro la sua reazione, magari riflettendo su ciò che rende queste situazioni particolarmente stressanti per lei. Potrebbe scoprire dei temi ricorrenti o dei "trigger" specifici che attivano la sua ansia.
Considerando il suo vissuto e il fatto che in passato ha già tratto beneficio dalla psicoterapia, potrebbe essere utile riprendere un percorso terapeutico. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questa ansia e a sviluppare strategie efficaci per gestirla.
L'ansia può essere molto debilitante, ma con il giusto supporto e gli strumenti adeguati, è possibile imparare a gestirla e a ridurre il suo impatto sulla sua vita quotidiana. Non esiti a chiedere aiuto se sente che la situazione la sta sopraffacendo.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Caro Utente, comprendo il disagio che sta vivendo.. difatti l'ansia procura tutta una serie di sintomi fisici e come risposta protettiva spesso si tende ad evitare o negare la situazione che la produce. L'ansia può essere fortemente debilitante e avere un impatto negativo sulla vita quotidiana e nelle relazioni. sicuramente le potrà essere d'aiuto prendere in considerazione l'idea di un percorso di terapia che possa aiutarla ad avere maggiore consapevolezza su ciò che le sta accadendo, a dare voce all'ansia che vive. Cordialmente Dott.ssa Antonietta Tammaro
è importante che proprio adesso non si aggrovigli e attorcigli nella trappola dell'evitamento, che si sa quando comincia ma non quando finisce.
Per EVITARE DI EVITARE avrebbe bisogno di una guida che la segua in azioni mirate a farle riacquisire la sicurezza che aveva prima, anzi aumentarla. Quanto è successo evidenzia che ha bisogno di fortificarsi nell'ambito delle relazioni e dell'assertività.
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Buongiorno,
Quella che sta descrivendo sembra essere una reazione ansiosa accentuata dopo un'esperienza emotivamente carica, come il litigio con la sua ex amica. Dal punto di vista della terapia sistemica, l'ansia che prova potrebbe essere collegata a una serie di fattori relazionali e dinamiche interpersonali. Il fatto che la sua reazione ansiosa si manifesta solo con persone estranee, amici o parenti, ma non con il suo ragazzo o la sua famiglia, suggerisce che queste situazioni attivino specifici schemi emotivi che potrebbero essere legati a percezioni di minaccia, insicurezza o vulnerabilità nelle relazioni esterne al nucleo più intimo.
Le reazioni fisiche che descrive - il battito cardiaco accelerato e la mancanza di respiro - sono sintomi tipici di una risposta ansiosa intensa, e possono rappresentare il modo in cui il suo corpo sta elaborando la paura o il disagio che prova in queste interazioni. Questi sintomi fisici possono intensificare ulteriormente la sua ansia, creando un circolo vizioso dove la paura di sentirsi minacciata alimenta ulteriormente l'ansia.
Potrebbe essere utile esplorare insieme ad un terapeuta cosa ha reso l'ultimo litigio così significativo per lei e come questo abbia influenzato la sua percezione di conflitto. Potrebbe essere che l'episodio abbia attivato sentimenti di debolezza o di rifiuto non risolti, che adesso si manifestano ogni volta che si trova in situazioni di scontro con altre persone. Inoltre, la sua tendenza a evitare i litigi, pur essendo comprensibile, potrebbe aver rafforzato questa paura, facendo sì che il confronto diventi sempre più auto
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a identificare e affrontare questi schemi di ansia, lavorando su come gestire in modo più sereno i conflitti interpersonali e offrirle strumenti per rompere questo circolo vizioso e affrontare le sue paure.
Non esiti a cercare aiuto e supporto se sente di averne bisogno.
Dott.ssa Marianna Mansueto
Quella che sta descrivendo sembra essere una reazione ansiosa accentuata dopo un'esperienza emotivamente carica, come il litigio con la sua ex amica. Dal punto di vista della terapia sistemica, l'ansia che prova potrebbe essere collegata a una serie di fattori relazionali e dinamiche interpersonali. Il fatto che la sua reazione ansiosa si manifesta solo con persone estranee, amici o parenti, ma non con il suo ragazzo o la sua famiglia, suggerisce che queste situazioni attivino specifici schemi emotivi che potrebbero essere legati a percezioni di minaccia, insicurezza o vulnerabilità nelle relazioni esterne al nucleo più intimo.
Le reazioni fisiche che descrive - il battito cardiaco accelerato e la mancanza di respiro - sono sintomi tipici di una risposta ansiosa intensa, e possono rappresentare il modo in cui il suo corpo sta elaborando la paura o il disagio che prova in queste interazioni. Questi sintomi fisici possono intensificare ulteriormente la sua ansia, creando un circolo vizioso dove la paura di sentirsi minacciata alimenta ulteriormente l'ansia.
Potrebbe essere utile esplorare insieme ad un terapeuta cosa ha reso l'ultimo litigio così significativo per lei e come questo abbia influenzato la sua percezione di conflitto. Potrebbe essere che l'episodio abbia attivato sentimenti di debolezza o di rifiuto non risolti, che adesso si manifestano ogni volta che si trova in situazioni di scontro con altre persone. Inoltre, la sua tendenza a evitare i litigi, pur essendo comprensibile, potrebbe aver rafforzato questa paura, facendo sì che il confronto diventi sempre più auto
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a identificare e affrontare questi schemi di ansia, lavorando su come gestire in modo più sereno i conflitti interpersonali e offrirle strumenti per rompere questo circolo vizioso e affrontare le sue paure.
Non esiti a cercare aiuto e supporto se sente di averne bisogno.
Dott.ssa Marianna Mansueto
Gentile utente, ciò che mi sembra che stia accadendo è un circolo vizioso di ansia/paura correlato agli effetti secondari che si generano a seguito di un litigio. A monte però sarebbe importante esplorare il senso ed il significato che ha per lei litigare con qualcuno. Cosa non le piace di litigare? Cosa pensa voglia significare litigare con qualcuno? Quale scenario si genera nella sua mente? e di conseguenza cosa pensa di sè? Approfondire tutto ciò e molto altro potrebbe essere molto importunate per lei per rompere questa catena di ansia e paura e poterla aiutare a vivere al meglio possibile per sè il conflitto. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Utente,
quello che descrive sembra legato a una risposta ansiosa intensa che si attiva durante i conflitti o le situazioni di tensione con persone al di fuori del suo ambiente più vicino. Le reazioni fisiche che menziona, come il battito accelerato e la mancanza di respiro, possono essere sintomi di ansia o di un attacco di panico, che talvolta si manifestano in situazioni percepite come stressanti o minacciose.
Il fatto che tutto questo si sia intensificato dopo l'ultimo litigio con la sua ex amica suggerisce che quell'esperienza potrebbe aver avuto un impatto emotivo particolarmente forte su di lei. Potrebbe aver attivato una sensibilità maggiore alle situazioni di conflitto, portando il suo corpo a reagire in modo amplificato anche di fronte a situazioni simili.
Per affrontare questa situazione, il primo passo è riconoscere che la sua reazione è una risposta normale a un'emozione molto intensa, ma che può essere gestita. Le consiglio di considerare di nuovo un percorso terapeutico, poiché l'ansia legata ai conflitti può essere trattata efficacemente attraverso la psicoterapia, in particolare con tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questa terapia può aiutarla a riconoscere i pensieri che alimentano l'ansia e a sviluppare strategie per gestire meglio le situazioni di conflitto.
Inoltre, praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o la mindfulness potrebbe aiutarla a gestire i sintomi fisici dell'ansia quando si trova in situazioni stressanti.
Non si colpevolizzi per ciò che sta provando, ma piuttosto consideri che è un segnale che le sue emozioni e il suo corpo stanno cercando di dirle qualcosa. Con il giusto supporto, può imparare a gestire queste sensazioni in modo più sereno e sicuro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
quello che descrive sembra legato a una risposta ansiosa intensa che si attiva durante i conflitti o le situazioni di tensione con persone al di fuori del suo ambiente più vicino. Le reazioni fisiche che menziona, come il battito accelerato e la mancanza di respiro, possono essere sintomi di ansia o di un attacco di panico, che talvolta si manifestano in situazioni percepite come stressanti o minacciose.
Il fatto che tutto questo si sia intensificato dopo l'ultimo litigio con la sua ex amica suggerisce che quell'esperienza potrebbe aver avuto un impatto emotivo particolarmente forte su di lei. Potrebbe aver attivato una sensibilità maggiore alle situazioni di conflitto, portando il suo corpo a reagire in modo amplificato anche di fronte a situazioni simili.
Per affrontare questa situazione, il primo passo è riconoscere che la sua reazione è una risposta normale a un'emozione molto intensa, ma che può essere gestita. Le consiglio di considerare di nuovo un percorso terapeutico, poiché l'ansia legata ai conflitti può essere trattata efficacemente attraverso la psicoterapia, in particolare con tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questa terapia può aiutarla a riconoscere i pensieri che alimentano l'ansia e a sviluppare strategie per gestire meglio le situazioni di conflitto.
Inoltre, praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o la mindfulness potrebbe aiutarla a gestire i sintomi fisici dell'ansia quando si trova in situazioni stressanti.
Non si colpevolizzi per ciò che sta provando, ma piuttosto consideri che è un segnale che le sue emozioni e il suo corpo stanno cercando di dirle qualcosa. Con il giusto supporto, può imparare a gestire queste sensazioni in modo più sereno e sicuro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
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