Salve a tutti cari medici, il mio problema è iniziato circa qualche mese fa, avevo l abitudine di mu
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Salve a tutti cari medici, il mio problema è iniziato circa qualche mese fa, avevo l abitudine di muovere gli occhi in maniera molto veloce a destra e sinistra, questa cosa la facevo molto spesso finché un giorno mi dissi: ’ora lo faccio un ultima volta e poi basta’’.
Dopo quel momento per circa due settimane vissi senza riprendere quest abitudine ma un giorno lo rifeci consapevolmente e qui sbagliai io.
Questo mi portò a scoraggiarmi e a interrompere tutte le attività che stavo facendo, ma non è questo il vero problema, provai di nuovo a farlo per un ultima volta ma è qui che inizia il vero e proprio guaio, quando riprovavo a ’ricominciare di nuovo’’ mi facevo ormai mille problemi del tipo ’si ma il modo in cui muovo gli occhi non è lo stesso, devo rifarlo ancora, etc etc.
Di conseguenza ho procrastinato fino ad oggi, premetto che a causa di questo problema ho bloccato tutte le attività che avrei voluto fare, anche magari giocare a un videogioco per me è complicato ormai, poiché per l appunto il pensiero di dover fare questo movimento all occhio un ultima volta mi blocca.
Io ho pensato a diverse soluzioni, la prima consiste nel fare il movimento un ultima volta e fregarsene di come avviene per poi dedicarmi alle attività che mi piacciono dopo poco tempo, la seconda è quella di dimenticarsi l ultimo momento in cui ho fatto il movimento per poi iniziare le attività che mi piacciono dopo qualche giorno.
Purtroppo non riesco a decidere quale scelta e quale strada prendere.
Voi cosa mi consigliate?
Dopo quel momento per circa due settimane vissi senza riprendere quest abitudine ma un giorno lo rifeci consapevolmente e qui sbagliai io.
Questo mi portò a scoraggiarmi e a interrompere tutte le attività che stavo facendo, ma non è questo il vero problema, provai di nuovo a farlo per un ultima volta ma è qui che inizia il vero e proprio guaio, quando riprovavo a ’ricominciare di nuovo’’ mi facevo ormai mille problemi del tipo ’si ma il modo in cui muovo gli occhi non è lo stesso, devo rifarlo ancora, etc etc.
Di conseguenza ho procrastinato fino ad oggi, premetto che a causa di questo problema ho bloccato tutte le attività che avrei voluto fare, anche magari giocare a un videogioco per me è complicato ormai, poiché per l appunto il pensiero di dover fare questo movimento all occhio un ultima volta mi blocca.
Io ho pensato a diverse soluzioni, la prima consiste nel fare il movimento un ultima volta e fregarsene di come avviene per poi dedicarmi alle attività che mi piacciono dopo poco tempo, la seconda è quella di dimenticarsi l ultimo momento in cui ho fatto il movimento per poi iniziare le attività che mi piacciono dopo qualche giorno.
Purtroppo non riesco a decidere quale scelta e quale strada prendere.
Voi cosa mi consigliate?
Caro utente,
da quanto racconti, sembra che tu stia vivendo un momento di disagio legato a un comportamento che ha assunto per te un significato molto importante e che, al contempo, ti sta bloccando nello svolgimento delle tue attività quotidiane. Questo tipo di dinamica può ricordare alcuni meccanismi tipici dei pensieri ossessivi e compulsivi, che spesso portano a una sensazione di perdita di controllo o a una difficoltà nel gestire determinati impulsi o abitudini.
Le strategie che hai individuato, come "fare il movimento un’ultima volta e fregarsene" o "dimenticarsene per iniziare altre attività", possono sembrare soluzioni ragionevoli, ma è importante notare che affrontare situazioni come questa da soli può risultare difficile e portare a un aumento dell'ansia o del disagio. Inoltre, la tua difficoltà nel decidere quale strada seguire potrebbe essere un ulteriore segnale del carico emotivo che questa situazione comporta per te.
Per questo motivo, ti consiglio vivamente di rivolgerti a uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per approfondire il problema e individuare insieme un percorso di gestione più efficace e personalizzato. Un professionista potrà aiutarti a comprendere meglio le cause di questo blocco, a lavorare sui tuoi pensieri ricorrenti e a sviluppare strategie utili per superare il disagio, riprendendo con serenità le attività che ti piacciono.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e ti invio un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
da quanto racconti, sembra che tu stia vivendo un momento di disagio legato a un comportamento che ha assunto per te un significato molto importante e che, al contempo, ti sta bloccando nello svolgimento delle tue attività quotidiane. Questo tipo di dinamica può ricordare alcuni meccanismi tipici dei pensieri ossessivi e compulsivi, che spesso portano a una sensazione di perdita di controllo o a una difficoltà nel gestire determinati impulsi o abitudini.
Le strategie che hai individuato, come "fare il movimento un’ultima volta e fregarsene" o "dimenticarsene per iniziare altre attività", possono sembrare soluzioni ragionevoli, ma è importante notare che affrontare situazioni come questa da soli può risultare difficile e portare a un aumento dell'ansia o del disagio. Inoltre, la tua difficoltà nel decidere quale strada seguire potrebbe essere un ulteriore segnale del carico emotivo che questa situazione comporta per te.
Per questo motivo, ti consiglio vivamente di rivolgerti a uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per approfondire il problema e individuare insieme un percorso di gestione più efficace e personalizzato. Un professionista potrà aiutarti a comprendere meglio le cause di questo blocco, a lavorare sui tuoi pensieri ricorrenti e a sviluppare strategie utili per superare il disagio, riprendendo con serenità le attività che ti piacciono.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e ti invio un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Parisi
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Gentile utente, le consiglio di contattare il suo medico di fiducia per effettuare gli esami clinici del caso e, se di esito negativo, di intraprendere un percorso di supporto psicologico sia per vedere se le cause sono di natura psicosomatica che sia per la parte emotiva legata all'abbandono delle attività che ha citato.
Sarei felice di seguirla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott. Luca Rochdi
Buonasera, le consiglio di consultare uno psicologo. Cordiali saluti.
Capisco la difficoltà che stai vivendo e il senso di blocco che deriva dal pensare troppo a come dovrebbe avvenire il movimento degli occhi. In situazioni come questa, la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) cerca di aiutarti a non rimanere intrappolato in questi pensieri ossessivi.
Un modo per affrontarlo sarebbe iniziare a vedere i tuoi pensieri come qualcosa di temporaneo, piuttosto che come verità assolute. Ad esempio, quando pensi "devo farlo per l'ultima volta in modo perfetto", prova a chiederti: "Che cosa succede se non è perfetto? Qual è il peggio che può succedere davvero?" Spesso scopriamo che ciò che temiamo non è poi così grave, ma la nostra mente tende a ingigantirlo.
Poi, piuttosto che cercare di evitare o cercare di "controllare" ogni movimento, potresti provare a fare quel movimento e poi non darci troppo peso. Non importa se non è "giusto" o "perfetto", l'importante è fare il passo successivo, come tornare a fare qualcosa che ti piace subito dopo, come giocare a un videogioco. Non è necessario attendere che tutto vada come immaginato, perché proprio l'aspettativa di perfezione è ciò che crea ansia.
Un altro aspetto utile potrebbe essere l'esposizione graduale. Inizia facendo il movimento in modo consapevole, ma senza l'idea di doverlo fare per l'ultima volta. Accetta che non sia perfetto, e subito dopo concentrati su qualcosa di piacevole. In questo modo, rinforzi l'idea che non c'è pericolo e che puoi riprendere il controllo delle tue attività senza rimanere intrappolato in un pensiero che ti blocca.
L'idea centrale della CBT è che possiamo scegliere di non dare troppa importanza ai pensieri che ci fanno sentire bloccati. Agire nonostante il disagio ci aiuta a scoprire che non è così pericoloso come la nostra mente ci dice.
Un modo per affrontarlo sarebbe iniziare a vedere i tuoi pensieri come qualcosa di temporaneo, piuttosto che come verità assolute. Ad esempio, quando pensi "devo farlo per l'ultima volta in modo perfetto", prova a chiederti: "Che cosa succede se non è perfetto? Qual è il peggio che può succedere davvero?" Spesso scopriamo che ciò che temiamo non è poi così grave, ma la nostra mente tende a ingigantirlo.
Poi, piuttosto che cercare di evitare o cercare di "controllare" ogni movimento, potresti provare a fare quel movimento e poi non darci troppo peso. Non importa se non è "giusto" o "perfetto", l'importante è fare il passo successivo, come tornare a fare qualcosa che ti piace subito dopo, come giocare a un videogioco. Non è necessario attendere che tutto vada come immaginato, perché proprio l'aspettativa di perfezione è ciò che crea ansia.
Un altro aspetto utile potrebbe essere l'esposizione graduale. Inizia facendo il movimento in modo consapevole, ma senza l'idea di doverlo fare per l'ultima volta. Accetta che non sia perfetto, e subito dopo concentrati su qualcosa di piacevole. In questo modo, rinforzi l'idea che non c'è pericolo e che puoi riprendere il controllo delle tue attività senza rimanere intrappolato in un pensiero che ti blocca.
L'idea centrale della CBT è che possiamo scegliere di non dare troppa importanza ai pensieri che ci fanno sentire bloccati. Agire nonostante il disagio ci aiuta a scoprire che non è così pericoloso come la nostra mente ci dice.
Buonasera,
ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire il suo funzionamento e l'origine dei suoi sintomi? Hai mai sentito parlare di Doc?
Il mio approccio è SISTEMICO RELAZIONALE, mi occupo cioè di "indagare" l'origine del sintomo attraverso la storia familiare del paziente (COPIONI FAMILIARI, MANDATI, MITI..).
Buona presa di cura di sé!
ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire il suo funzionamento e l'origine dei suoi sintomi? Hai mai sentito parlare di Doc?
Il mio approccio è SISTEMICO RELAZIONALE, mi occupo cioè di "indagare" l'origine del sintomo attraverso la storia familiare del paziente (COPIONI FAMILIARI, MANDATI, MITI..).
Buona presa di cura di sé!
Buonasera, grazie della sua condivisione.
Provi a riflettere su cosa rappresenta la necessità di dover fermare questo movimento oculare. Può immagino rappresentare una necessità di controllo su altri aspetti più complessi della sua vita, oppure può essere una necessità di essere rassicurato rispetto a difficoltà che in questo momento fatica ad gestire.
Le consiglio di scrivere ciò che sente e prova, che sia su un diario o sulle note del telefono, per verificare se può immaginare cosa fa da "cornice" a questa necessità di smettere di muovere gli occhi da destra a sinistra.
A presto
VB
Provi a riflettere su cosa rappresenta la necessità di dover fermare questo movimento oculare. Può immagino rappresentare una necessità di controllo su altri aspetti più complessi della sua vita, oppure può essere una necessità di essere rassicurato rispetto a difficoltà che in questo momento fatica ad gestire.
Le consiglio di scrivere ciò che sente e prova, che sia su un diario o sulle note del telefono, per verificare se può immaginare cosa fa da "cornice" a questa necessità di smettere di muovere gli occhi da destra a sinistra.
A presto
VB
Gentilissimo,
quello che descrive potrebbe essere riferito ad un tic o una compulsione, molto difficile ovviamente poterla definire con certezza in questa sede ma la ritualità, la necessità di dover attuare il movimento sembrerebbe tipica. Questo non vuol dire avere un tic o una compulsione ma che forse potrebbe giovarle contattare uno psicologo psicoterapeuta per comprendere la natura del movimento e della persistenza nel fare il movimento con l'occhio, soprattutto se il farlo le impedisce di fare determinate attività. Infatti, a lungo andare il fatto di dover fare quel movimento potrebbe creare disagio e per prevenirlo è utile il consulto con uno psicoterapeuta con cui capire da dove deriva la necessità di fare il movimento, quanto tempo impiega nel farlo (non del movimento stesso ma della necessità di farlo più e più volte), da quanto tempo è nata questa necessità e cosa succede se si trattiene, oltre ovviamente ad altri fattori da approfondire.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
quello che descrive potrebbe essere riferito ad un tic o una compulsione, molto difficile ovviamente poterla definire con certezza in questa sede ma la ritualità, la necessità di dover attuare il movimento sembrerebbe tipica. Questo non vuol dire avere un tic o una compulsione ma che forse potrebbe giovarle contattare uno psicologo psicoterapeuta per comprendere la natura del movimento e della persistenza nel fare il movimento con l'occhio, soprattutto se il farlo le impedisce di fare determinate attività. Infatti, a lungo andare il fatto di dover fare quel movimento potrebbe creare disagio e per prevenirlo è utile il consulto con uno psicoterapeuta con cui capire da dove deriva la necessità di fare il movimento, quanto tempo impiega nel farlo (non del movimento stesso ma della necessità di farlo più e più volte), da quanto tempo è nata questa necessità e cosa succede se si trattiene, oltre ovviamente ad altri fattori da approfondire.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Salve, capisco quanto questa situazione possa essere frustrante per lei e quanta sofferenza possa causarle. Prima di tutto, voglio dirle che ciò che sta vivendo è qualcosa che, sebbene possa sembrare unico e personale, ha delle radici comuni a molti meccanismi psicologici che possiamo affrontare insieme. Mi permetta di spiegarle meglio. Il fatto che lei senta il bisogno di "fare il movimento per l'ultima volta" o di "farlo nel modo giusto" richiama un pattern che in psicologia cognitivo-comportamentale è legato a cicli di pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi. Questo non significa che ci sia qualcosa di sbagliato o anormale in lei, ma piuttosto che il suo cervello sta cercando di gestire un senso di disagio o incertezza attraverso un comportamento ripetitivo che, paradossalmente, sembra offrire sollievo momentaneo ma, a lungo andare, lo amplifica. Un punto importante è il significato che lei attribuisce al "farlo bene" o "farlo per l'ultima volta". Questi pensieri, per quanto sembrino cruciali, non rappresentano una realtà oggettiva, ma piuttosto una trappola mentale. Nel momento in cui cerca di controllare il movimento degli occhi o cerca di renderlo "perfetto", rischia di alimentare un ciclo di ansia e controllo che la tiene bloccata. Da un punto di vista terapeutico, si potrebbe lavorare su due fronti principali: Accettazione del disagio: Invece di cercare di "farlo perfetto" o di "chiudere definitivamente il cerchio", può imparare a tollerare il disagio legato all'idea di non fare il movimento. Questo non significa ignorare ciò che sente, ma piuttosto osservare il pensiero senza reagire ad esso, lasciandolo andare come se fosse una nuvola nel cielo. Esporsi gradualmente alle attività che le piacciono: Anche se il pensiero sul movimento degli occhi è ancora presente, può iniziare a fare piccole cose che le piacciono, anche solo per pochi minuti. Non è necessario che la sensazione di "chiusura" sia completamente risolta prima di agire. Al contrario, spesso agire nonostante il disagio può aiutare a ridurre la forza di questi pensieri. Capisco che queste strategie possano sembrare difficili da mettere in pratica da sole. È qui che un percorso psicologico, con un professionista che la supporti, potrebbe essere estremamente utile. In terapia, potremmo lavorare insieme su tecniche specifiche come la ristrutturazione cognitiva, per affrontare i pensieri disfunzionali, e la prevenzione della risposta, per interrompere i comportamenti ripetitivi. Mi ha colpito la sua consapevolezza e la determinazione con cui cerca di trovare una soluzione. Questo è un punto di forza importante. Non è solo in questo percorso, e con il giusto supporto sono certo che potrà ritrovare la libertà di godersi le sue attività preferite, senza sentirsi bloccato da questi pensieri. Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o approfondimento. Si prenda il tempo di cui ha bisogno, ma sappia che non è necessario affrontare tutto da solo. Dott. Andrea Boggero
Gent.mo!
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che, come psicoterapeuta, non sono qui per dare consigli diretti, ma piuttosto per aiutarla a esplorare le sue risorse interne e trovare la strada che più le si addica. La difficoltà che descrive riguardo al movimento degli occhi e alla procrastinazione è comprensibile: si è creata una sorta di "blocco mentale" che le impedisce di continuare con le attività le piacciono.
Quello che posso dirle è che il nostro modo di pensare a certi comportamenti può influenzare fortemente la nostra capacità di agire. Quindi, anziché concentrarsi sul "fare giusto" il movimento degli occhi, potrebbe essere utile provare a riflettere su come dare meno importanza al gesto stesso e come, invece, concentrarsi sul valore delle attività che vuole svolgere, proprio al di là di questa preoccupazione? Forse il punto non è tanto "come" fare il movimento, ma "quando" sentirsi libero di lasciarlo andare, senza giudicarlo.
Se riesce a mettere in gioco una certa dose di "leggerezza" nell'affrontare questa difficoltà, potrebbe esserle più facile superarla. A volte, accettare che le cose non debbano essere perfette può liberarci da un blocco e permetterci di riprendere le attività che ci fanno sentire bene.
Inoltre si ricordi che ogni piccolo passo che fa nel superare questa difficoltà è già un grande successo!
Se desidera un supporto più mirato, potrebbe essere utile esplorare questo tema insieme a un professionista.
Rimango a disposizione, anche online
Distinti saluti
G.D.G.
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che, come psicoterapeuta, non sono qui per dare consigli diretti, ma piuttosto per aiutarla a esplorare le sue risorse interne e trovare la strada che più le si addica. La difficoltà che descrive riguardo al movimento degli occhi e alla procrastinazione è comprensibile: si è creata una sorta di "blocco mentale" che le impedisce di continuare con le attività le piacciono.
Quello che posso dirle è che il nostro modo di pensare a certi comportamenti può influenzare fortemente la nostra capacità di agire. Quindi, anziché concentrarsi sul "fare giusto" il movimento degli occhi, potrebbe essere utile provare a riflettere su come dare meno importanza al gesto stesso e come, invece, concentrarsi sul valore delle attività che vuole svolgere, proprio al di là di questa preoccupazione? Forse il punto non è tanto "come" fare il movimento, ma "quando" sentirsi libero di lasciarlo andare, senza giudicarlo.
Se riesce a mettere in gioco una certa dose di "leggerezza" nell'affrontare questa difficoltà, potrebbe esserle più facile superarla. A volte, accettare che le cose non debbano essere perfette può liberarci da un blocco e permetterci di riprendere le attività che ci fanno sentire bene.
Inoltre si ricordi che ogni piccolo passo che fa nel superare questa difficoltà è già un grande successo!
Se desidera un supporto più mirato, potrebbe essere utile esplorare questo tema insieme a un professionista.
Rimango a disposizione, anche online
Distinti saluti
G.D.G.
Gentile utente, da ciò che descrive potrebbe essere un disturbo ossessivo compulsivo, siccome lei compie comportamenti compulsivi ricorrenti che interferiscono significativamente sulla sua vita quotidiana. Esso deriva da un disturbo d'ansia, dunque la invito ad iniziare un percorso psicologico per capirne le cause. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta
Salve, sembra che stia vivendo un’esperienza legata a un meccanismo ossessivo-compulsivo. Il bisogno di compiere quel movimento o di farlo “nel modo giusto” richiama dinamiche tipiche del disturbo ossessivo-compulsivo, in cui pensieri ripetitivi e comportamenti rituali diventano difficili da interrompere e finiscono per bloccare le attività quotidiane.
La cosa più importante è sapere che questo tipo di difficoltà può essere affrontato con successo e le consiglio di parlarne con uno psicoterapeuta.
Nel frattempo, provi a non combattere troppo il bisogno di fare quel movimento, ma nemmeno a soddisfarlo continuamente. Piuttosto, cerchi di accettare il disagio senza reagire subito, lasciando che diminuisca da solo. So che può sembrare difficile, ma con il giusto supporto può imparare a gestire questi pensieri in modo più sereno e riprendere le sue attività senza sentirsi bloccato.
Un caro saluto.
La cosa più importante è sapere che questo tipo di difficoltà può essere affrontato con successo e le consiglio di parlarne con uno psicoterapeuta.
Nel frattempo, provi a non combattere troppo il bisogno di fare quel movimento, ma nemmeno a soddisfarlo continuamente. Piuttosto, cerchi di accettare il disagio senza reagire subito, lasciando che diminuisca da solo. So che può sembrare difficile, ma con il giusto supporto può imparare a gestire questi pensieri in modo più sereno e riprendere le sue attività senza sentirsi bloccato.
Un caro saluto.
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla andrebbero meglio esplorate in uno spazio di ascolto più ampio che solo dei colloqui di valutazione potrebbero fornire. Pensi alla possibilità di contattare uno specialista, potrebbe aiutarla a trovare un significato rispetto a quanto le accade.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla andrebbero meglio esplorate in uno spazio di ascolto più ampio che solo dei colloqui di valutazione potrebbero fornire. Pensi alla possibilità di contattare uno specialista, potrebbe aiutarla a trovare un significato rispetto a quanto le accade.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, da ciò che racconta sembra che lei stia vivendo una situazione caratterizzata da un circolo di pensieri ricorrenti e comportamenti che influenzano profondamente il suo quotidiano e le sue attività. Questo tipo di dinamica potrebbe essere riconducibile a un meccanismo legato al controllo o a un bisogno di perfezione che può diventare difficile da gestire. Il fatto che il pensiero di un'azione "definitiva" e la sua esecuzione generino ansia o blocco è comprensibile, ma può portarla a un carico mentale eccessivo.
Consideri che, talvolta, questi comportamenti possono essere sintomo di una più ampia difficoltà nel gestire l'incertezza o nell'accettare l'imperfezione. Un percorso di riflessione e comprensione con un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra, potrebbe aiutarla ad esplorare le origini di questi meccanismi e a trovare strategie per affrontarli in modo più sereno ed efficace.
Le consiglio di rivolgersi a un professionista qualificato, che saprà accoglierla senza giudizio e guidarla verso il superamento di queste difficoltà. Un caro saluto.
Consideri che, talvolta, questi comportamenti possono essere sintomo di una più ampia difficoltà nel gestire l'incertezza o nell'accettare l'imperfezione. Un percorso di riflessione e comprensione con un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra, potrebbe aiutarla ad esplorare le origini di questi meccanismi e a trovare strategie per affrontarli in modo più sereno ed efficace.
Le consiglio di rivolgersi a un professionista qualificato, che saprà accoglierla senza giudizio e guidarla verso il superamento di queste difficoltà. Un caro saluto.
Buongiorno, sarebbe opportuno effettuare un lavoro terapeutico, per capire il significato profondo che lei attribuisce a questo movimento ed il senso che ha nella sua economia psichica.
Distinti Saluti
Dott.ssa Veronica Sarno
Distinti Saluti
Dott.ssa Veronica Sarno
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