salve a tutte e tutti, mi chiedo da qualche settimana se quello che sento o provo verso la terapeut

19 risposte
salve a tutte e tutti,
mi chiedo da qualche settimana se quello che sento o provo verso la terapeuta che mi assiste sia amore o meno. Non c'è nessun desiderio fisico, su questo ne sono certo eppure ho paura di essermi aggrappato a lei nell'ultimo periodo del percorso terapeutico che sto intraprendendo. Ciò che mi ha fatto sorgere il dubbio è stato un senso di grande tristezza, subito dopo l'ultimo colloquio prima dell' inizio della pausa estiva.
Mi domando se ho proiettato qualcuno su di lei ma non riesco ad arrivare a nessuna conclusione sensata.

Provare dei sentimenti nel rapporto terapeutico è nocivo? proiettare qualcuno su il/la terapeuta può inficiare i progressi ed una buona riuscita della terapia?

Grazie mille per la cortesia.
Buongiorno,
intanto vorrei precisarle che il sentimento che prova è proprio tipico del transfert che si instaura con il terapeuta. Ha ragione a domandarsi se ha proiettato qualcosa, non è molto lontano dal concetto di transfert. Nel momento in cui instaura una relazione terapeutica con un/una professionista può provare un sentimento simile all'amore, al desiderio di essere compreso, supportato, assistito da lui/lei. Il mio suggerimento è di parlarne serenamente con chi la segue. Consideri che il periodo di pausa estiva può essere accompagnato da senso di tristezza e insicurezza, può sperimentare come una sorta di abbandono, ma questo spero non la spaventi e non la faccia interrompere il percorso, che invece può esserle di aiuto e di supporto superato questo momento di pausa. Rispetto alle domande che pone, le suggerisco di farle direttamente al terapeuta, che saprà risponderle nel modo più opportuno. Buona giornata e buona ripresa di terapia.

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Buon giorno,
ciò che lei descrive si chiama Trasfert positivo, cioè sta trasferendo nella sua terapeuta e nella terapia stessa sentimenti, emozioni, pensieri di una relazione particolarmente significativa per lei. é un processo incoscio e del tutto nella norma. Spesso quando si inizia un percorso, se fatto bene, con volontà, ci si mette in gioco completamente e il terapeuta è l'unica persona che in quel momento ci capisce pienamente. Il mio consiglio è di parlarne apertamente con la sua terapeuta, perchè indice di una buona alleanza terapeutica.
Saluti, Dott.ssa Bava Claudia
Buongiorno. Quello che descrive sembra essere un caso di transfert, una situazione molto comune all'interno di un percorso psicoterapeutico. Inoltre, accentuato dall'inizio delle vacanze estive, che naturalmente portano ad una interruzione del percorso terapeutico, spesso accompagnata da sentimenti di abbandono e mancanza, emozioni come rabbia o tristezza. Parlare con il proprio terapeuta di queste pulsioni non è nocivo e non inficia i progressi del percorso terapeutico. Al contrario, la terapia potrebbe giovarne. Provi a parlare con la Sua terapeuta di ciò che Le accade e di ciò che prova: lei saprà accogliere questi contenuti per lavorarci insieme.
Cordialmente,
Dott. Angelini
Salve, grazie per la condivisione della sua esperienza. Quello che riferisce accade frequentemente nei percorsi terapeutici, le suggerisco di parlarne apertamente con la sua terapeuta, ormai la ricerca scientifica mostra chiaramente che queste dinamiche, se non affrontate, possono compromettere il corretto esito del percorso psicoterapico. Spero di essere stato di aiuto. Un cordiale saluto.
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta apertura ciò che stai vivendo. Quello che descrivi è una riflessione molto comune all'interno del percorso terapeutico, e merita attenzione.

Nel contesto terapeutico, è normale sviluppare sentimenti intensi nei confronti della terapeuta, e questi non necessariamente indicano amore nel senso romantico o fisico. Spesso si tratta di un legame profondo che si crea grazie al rapporto di fiducia e comprensione reciproca. Il fatto che tu non avverta desiderio fisico conferma che potresti stare vivendo un tipo di attaccamento emotivo, piuttosto che attrazione romantica.

La sensazione di tristezza dopo l'ultimo colloquio, specialmente in vista di una pausa, potrebbe riflettere il fatto che la terapia sta diventando per te un importante punto di riferimento. Questo attaccamento, noto come "transfert", può comportare la proiezione di emozioni o figure significative del passato sulla tua terapeuta. È qualcosa che spesso accade e non è per forza negativo; al contrario, offre un'opportunità preziosa per esplorare insieme queste dinamiche e capire meglio i tuoi bisogni emotivi e relazionali.

Per quanto riguarda la tua preoccupazione, proiettare sentimenti sulla terapeuta non è di per sé nocivo. Anzi, è uno dei modi attraverso cui la terapia può aiutarti a comprendere meglio te stesso e le tue relazioni. L'importante è parlarne apertamente, perché affrontare questi sentimenti con la terapeuta può rafforzare il percorso, aiutandoti a lavorare su questi legami in modo consapevole.

Esplorare insieme a lei ciò che stai provando non comprometterà i progressi, ma ti permetterà di approfondire il tuo processo di autoconoscenza e di riflessione.
Ciao, grazie per aver condiviso i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni. È del tutto normale sviluppare sentimenti complessi verso il proprio terapeuta, dato il contesto di fiducia e intimità emotiva che si crea durante il percorso terapeutico. Questi sentimenti possono includere affetto, ammirazione o anche una forma di amore platonico, e non necessariamente implicano un desiderio fisico.

Il senso di tristezza che hai provato dopo l'ultimo colloquio potrebbe essere legato alla temporanea interruzione del supporto emotivo con la tua terapeuta. Questo può indicare quanto sia importante per te il rapporto terapeutico e quanto tu ti senta sostenuto da lei.

La proiezione è un fenomeno comune in terapia, dove i pazienti possono inconsciamente attribuire sentimenti o caratteristiche di altre persone significative nella loro vita al terapeuta. Questo può essere un aspetto naturale del processo e può offrire importanti spunti di riflessione e crescita personale.

Provare dei sentimenti nel rapporto terapeutico non è nocivo. Anzi, può essere un'opportunità per esplorare e comprendere meglio le tue emozioni e le dinamiche delle tue relazioni. Tuttavia, è importante parlarne apertamente con la tua terapeuta. Lei è formata nel gestire queste situazioni in modo professionale e può aiutarti a navigare attraverso questi sentimenti in modo costruttivo.

Discutere di queste emozioni può rafforzare il rapporto terapeutico e contribuire al tuo progresso. La tua terapeuta può aiutarti a esplorare se stai proiettando qualcuno su di lei e come questo possa influenzare il tuo percorso. La trasparenza e la comunicazione aperta sono fondamentali per il successo della terapia.

Se ti senti a disagio nel parlarne direttamente, potresti considerare di scrivere una lettera o un messaggio alla tua terapeuta, spiegando i tuoi sentimenti. Questo può aiutarti a esprimerti in modo chiaro e ponderato, dandoti il tempo di riflettere su ciò che vuoi comunicare.

Ricorda che il tuo benessere è la priorità e affrontare questi sentimenti in terapia può portare a una maggiore comprensione di te stesso e delle tue relazioni. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, ciò che lei sta vivendo è un fenomeno molto comune nei percorsi di terapia. Prende il nome di trasfert. Parlane in terapia è importante, riflettere su questo elemento potrebbe essere utile e funzionale nel suo percorso. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve,
nulla di preoccupante, anzi. Le proiezioni sono importanti nel corso di una terapia e forniscono materiale utile per il professionista. Ne parli con la terapeuta che sicuramente saprà farne buon uso.
Un caro saluto.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Buongiorno, tutto ok! Succede in psicoterapia ed è un buon segno. Ne parli apertamente con chi la segue, sarà un ottimo materiale di lavoro. Per quanto riguarda la tristezza per la pausa estiva, è normale anche quella. Del resto, a separarsi da una persona cara, cosa si prova? La differenza è che il terapeuta non è nè un parente nè un amico, ma una persona che transitoriamente nella sua vita condivide la sua vita interiore, ed è immancabile un coinvolgimento affettivo. Anche su questo ci si lavora. Continui serenamente il suo percorso, cordiali saluti dott.ssa silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, sulla base di quanto riportato sembra che lei abbia un trasfert con la sua terapeuta. Seppur possa sembrare strano è naturale e può essere di estremo aiuto sia per lei sia per il suo terapeuta. E' segno che l'obiettivo è stato centrato. Il mio consiglio è quello di riportare i suoi sentimenti alla collega: non abbia timore, sono certa che non sarà giudicato. Insieme potrete ricercarne l'origine e l'eventuale proiezione.
Saluti. Dott.ssa Luciana de Pinto
Salve, provare sentimenti e proiettare sul terapeuta sono entrambi movimenti che rappresentano il sale della terapia stessa.
Per cui stia tranquillo, non le sta accadendo niente di negativo, anzi!
Possiamo invece dire che la sua terapia promette di divenire un vero successo.
Viva tutte le emozioni che le arrivano, senza nascondere e soffocarne, un po’ di mix emotivo le porterà ottimi frutti.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buona sera, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Quello che lei descrive è un fenomeno assolutamente normale. Anzi, spesso rappresenta un elemento utilissimo e centrale che le potrà permettere di esplorare alcuni aspetti di se stesso, così come può essere un indice di una buona relazione terapeutica. Il fatto di essersi aggrappato a lei non è nulla di negativo in sé, perchè la terapeuta potrebbe in questo momento rappresentare un persona centrale che la sta aiutando in questo momento della sua vita. E' chiaro che tutto questo vada discusso con molta serenità insieme alla terapeuta, la quale sicuramente sarà in grado di darle tutte le coordinate necessarie.
Un caro Saluto.
Buongiorno Gentile Utente, la sua riflessione è molto importante e dimostra una profonda consapevolezza di sé e del suo percorso terapeutico. È del tutto normale che nel corso di una terapia si possano sviluppare sentimenti nei confronti del terapeuta. Questo fenomeno, noto come "transfert", è una parte naturale del processo terapeutico e può comportare l'emergere di sentimenti che possono variare dall'affetto, all'ammirazione, fino ad altre emozioni più complesse.

Il fatto che lei non provi desiderio fisico ma avverta una sorta di attaccamento emotivo e tristezza durante la pausa può indicare un transfert affettivo. Questo potrebbe derivare dal fatto che la terapeuta rappresenta per lei una figura importante, che potrebbe ricordarle persone significative del passato, come una figura genitoriale, un amico o qualcun altro che ha avuto un impatto emotivo su di lei.

Il transfert non è necessariamente un elemento nocivo, anzi, è spesso una componente fondamentale della terapia. È uno strumento che può essere esplorato con il terapeuta per comprendere meglio le proprie dinamiche emotive e relazionali. La sua consapevolezza di questi sentimenti e la volontà di discuterli indicano che è sulla strada giusta per affrontarli in modo costruttivo.

Proiettare sentimenti su un terapeuta non significa che la terapia non stia funzionando; al contrario, può offrire una grande opportunità per esplorare questi sentimenti in un contesto sicuro e supportivo. Parlare apertamente con la sua terapeuta di questi dubbi e sentimenti potrebbe rivelarsi molto utile per chiarire e comprendere meglio la loro origine e il loro significato.

In sintesi, provare sentimenti nel rapporto terapeutico non è nocivo, e il transfert può essere un elemento chiave per il progresso terapeutico, a patto che venga esplorato e compreso nel contesto della relazione terapeutica.

Se ha altre domande o dubbi, non esiti a parlarne apertamente durante il prossimo incontro con la sua terapeuta. Questo potrebbe portare a nuove scoperte e a un ulteriore approfondimento del suo percorso.


Grazie a lei per la sua apertura e riflessione, per ulteriori consigli o per una consulenza psicologica resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto le sue difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Salve. Il rapporto col proprio terapeuta è spesso una relazione molto intensa, perché si tratta di una persona con cui spesso ci mettiamo a nudo e mostriamo parti di noi che, altrimenti, teniamo ben celate. Spesso, questo tipo di sentimento viene definito "transfert" ed è un fenomeno ben studiato e documentato, che si può tranquillamente analizzare all'interno del rapporto terapeutico. Ovviamente, diventa problematico quando l'intensità di tale "necessità" aumenta più del dovuto.
Per qualsiasi chiarimento sono a sua disposizione.
Cordialmente.
Gentile utente, comprendo i suoi dubbi su ciò che sta accadendo tra lei e la sua terapeuta. Mi sento di dirle che provare dei sentimenti, quali essi siano, verso il proprio terapeuta significa che la terapia sta procedendo, che nella vostra relazione circolano emozioni, affetti, bisogni e desideri e sarebbe estremamente prezioso per l'andamento della terapia riuscire a verbalizzare quello che sta provando. Spero di esserle stato d'aiuto, un saluto Dott. Marco Squarcini
Buongiorno, grazie per la sua domanda. La storia individuale e familiare del paziente, le sue strategie relazionali e sociali è normale che si incontrino con le corrispettive dimensioni del terapeuta, determinando consonanze e dissonanze che non possono non influenzare significativamente la relazione. Le consiglio di portare queste sue considerazioni in terapia per poterle analizzare ulteriormente con il suo terapeuta. Cordiali saluti,
Ciao! È comprensibile avere dubbi e domande riguardo ai sentimenti che emergono all'interno di un rapporto terapeutico. Da una prospettiva sistemico-relazionale, possiamo esplorare alcuni aspetti chiave di questa esperienza.
Innanzitutto, è importante riconoscere che il legame che si sviluppa con il terapeuta può generare una vasta gamma di emozioni, che non sono necessariamente negative o nocive. La relazione terapeutica è un contesto in cui si possono manifestare sentimenti intensi, in parte proprio perché questo è uno spazio sicuro dove esplorare le proprie esperienze, vulnerabilità e relazioni passate.
L'idea di "proiezione" che menzioni è significativa. Spesso, in terapia, le persone proiettano su diete terapeuta parti di esperienze passate, relazioni significative e dinamiche familiari. Questo è un fenomeno normale e naturale, che può fornire informazioni preziose su come ci relazioniamo con gli altri e come gestiamo le nostre emozioni. Non è tanto la proiezione in sé a essere nociva, ma piuttosto come viene elaborata e compresa all'interno della terapia.
Per quanto riguarda il senso di perdita e tristezza che hai sperimentato dopo l'ultimo colloquio, queste emozioni possono riflettere il significato che quella relazione terapeutica ha per te. La fine di un incontro può evocare sentimenti di attaccamento e di dipendenza, che sono comuni quando si sta vivendo un cambiamento o una transizione. È fondamentale permettere a questi sentimenti di emergere e non demonizzarli; invece, possono diventare spunti di riflessione per approfondire il tuo processo terapeutico.
Nel complesso, avere sentimenti nei confronti del terapeuta non è intrinsecamente dannoso; al contrario, può essere un'opportunità per esplorare in profondità le dinamiche relazionali e le esperienze emotive che dalle quali questi sentimenti sorgono. È cruciale comunicarlo al terapeuta. Questo dialogo può facilitare una comprensione più profonda di te stesso e delle tue relazioni, portando a progressi significativi nel tuo percorso.
Infine, ricorda che la terapia è un viaggio personale e relazionale. Affrontare e comprendere i tuoi sentimenti all'interno di questo contesto può rappresentare un passo importante nella tua crescita personale. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Buongiorno,
Grazie per la condivisione,
Quello che sta descrivendo si chiama Trasfert positivo, cioè sta trasferendo nella sua terapeuta sentimenti, emozioni, pensieri di un legame significativo per lei,fondato sulla fiducia e comprensione reciproca.
Le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta, potrebbe esserle utile ai fini del suo percorso.

Cordialmente
Dott.ssa Pisani Alessia

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