Salve a seguito di un trauma piede dx di 3 anni e mezzo fa al 5 metatarso che provocò allo stesso f
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Salve
a seguito di un trauma piede dx di 3 anni e mezzo fa al 5 metatarso che provocò allo stesso frattura intraspongiosa ed edema osseo (passati inosservati all'inizio...non evidenziati ai Rx) ed avendo ancora dei disturbi sia come rigidità cioè sensazione di piede che "tira" specie verso le dita piccole, piede sempre un pò in "tensione", dolenzie, e fastidio all'appoggio piede tipo avere un sassolino sotto, vorrei capire perchè riscontro tanta disparità sia come diagnosi che come terapie da svolgere.
Visivamente osservando bene si nota che la pelle sotto il piede (se grossolanamente dividiamo la pianta del piede in 4 parti, intendo nel quadrante anteriore destro) appare leggermente un po’ meno liscia e meno luminosa dell’altro piede sinistro sano dove è liscia lucida e rosacea mentre nel piede traumatizzato appare un pò più pallida, più "opacata"; questo a riposo invece dopo il cammino la zona appare un pò rossa ed “edematosa”, un po’ anche il bordo nella parte anteriore.
Fisioterapie specie nei primi mesi, ne ho fatte ovvero laser, tecar, ultrasuoni.
In questi 3 e passa anni mi hanno visitato diversi ortopedici, fisiatri, neurologi. Non sono stato visitato dal reumatologo, mi manca solo questo specialista, immagino.
Spero di essere chiaro nell'esporre ciò che chiederò.
Algodistrofia, o Sindrome algodistrofica. Due ortopedici che mi hanno visitato (tra l'altro entrambi con Mio Dottore) a cui chiesi se avevo l'Algodistrofia, mi hanno risposto di no; uno dei due mi ha detto che se l'avessi dovrei avere molto più dolore.
Poi però, specie on line, alcuni reumatologi e ortopedici (un ortopedico però no mi disse che non l'avevo) mi hanno detto che avrei Sindrome Algodistrofica, da come mi hanno risposto se pur in modo scarno pare che la diano per certo..
Allora io vorrei sapere una cosa. L' Algodistrofia è una malattia che o c'è o non c'è? mi spiego, è cioè tipo un interuttore che è o si o no? oppure esistono gradi intermedi sfumati della malattia? perchè potrebbe veramente cambiare l'esito della diagnosi nel caso sia come un interruttore o se si ammettono fasi intermedie, sfumate.
Ultima cosa su Algodistrofia: ma chi è lo specialista che (per certo) è più indicato per diagnosticarla? perchè è da lui che dovrò andare, per sapere una volta per tutte come stanno le cose sul mio piede, se l'ho o no.
Le terapie. Un fisiatra che mi visitò in novembre, mi prescrisse delle Tecar per risolvere l'edema osseo (e sono rimasto perplesso, troppo tempo trascorso dal trauma e poi dopo 1 mese dal trauma ne effettuai 7 - 8) e poi della Kinesioterapia; chi mi ha consigliato della manipolazioni e qualcuno mi ha consigliato le "onde d'urto focali" e bifosfonati, un altro un reumatologo mi ha parlato del clorodronato, chi di magnetoterapia e mi fermo qui: voi capirete che dopo 3 anni e mezzo dal trauma e avendo già provato alcune terapie, la persona vorrebbe andare più a "colpo sicuro", nel senso di fare quello che effetivamente potrebbe migliorare o risolvere, poi avrà l'effetto che avrà, ma almeno che faccia quello che ha più possibilità di effetti terapeutici positivi...
Riporto l'ultima RMN di giugno 2019
"Indagine eseguita con tecnica SE e STIR con sezioni orientate sul piano assiale, coronale e saggitale.
L’esame odierno viene confrontato con precedente analoga indagine eseguita in altra sede in data 08/06/2018.
Al terzo prossimale della diafisi del V metatarso, sul versante esterno, permane sfumata banda di iperintensità di segnale della spongiosa, precedentemente segnalata, per circoscritta sofferenza edematosa.
Si confermano gli esiti di sottile frattura composta intraspongiosa del malleolo peroneale, con normale intensità di segnale.
Non si rilevano alterazioni a carico delle strutture capsulo – legamentose.
Appianamento della volta plantare.
Cavitazione geodica di circa 7 – 8 mm nel contesto del corpo del calcagno.
Non evidenza di raccolte flogistiche né di versamenti nelle guaine tendinee sia del comparto esterno, che di quello mediale.
Normale aspetto della fascia plantare e del tendine d’Achille."
Vi saluto cordialmente
a seguito di un trauma piede dx di 3 anni e mezzo fa al 5 metatarso che provocò allo stesso frattura intraspongiosa ed edema osseo (passati inosservati all'inizio...non evidenziati ai Rx) ed avendo ancora dei disturbi sia come rigidità cioè sensazione di piede che "tira" specie verso le dita piccole, piede sempre un pò in "tensione", dolenzie, e fastidio all'appoggio piede tipo avere un sassolino sotto, vorrei capire perchè riscontro tanta disparità sia come diagnosi che come terapie da svolgere.
Visivamente osservando bene si nota che la pelle sotto il piede (se grossolanamente dividiamo la pianta del piede in 4 parti, intendo nel quadrante anteriore destro) appare leggermente un po’ meno liscia e meno luminosa dell’altro piede sinistro sano dove è liscia lucida e rosacea mentre nel piede traumatizzato appare un pò più pallida, più "opacata"; questo a riposo invece dopo il cammino la zona appare un pò rossa ed “edematosa”, un po’ anche il bordo nella parte anteriore.
Fisioterapie specie nei primi mesi, ne ho fatte ovvero laser, tecar, ultrasuoni.
In questi 3 e passa anni mi hanno visitato diversi ortopedici, fisiatri, neurologi. Non sono stato visitato dal reumatologo, mi manca solo questo specialista, immagino.
Spero di essere chiaro nell'esporre ciò che chiederò.
Algodistrofia, o Sindrome algodistrofica. Due ortopedici che mi hanno visitato (tra l'altro entrambi con Mio Dottore) a cui chiesi se avevo l'Algodistrofia, mi hanno risposto di no; uno dei due mi ha detto che se l'avessi dovrei avere molto più dolore.
Poi però, specie on line, alcuni reumatologi e ortopedici (un ortopedico però no mi disse che non l'avevo) mi hanno detto che avrei Sindrome Algodistrofica, da come mi hanno risposto se pur in modo scarno pare che la diano per certo..
Allora io vorrei sapere una cosa. L' Algodistrofia è una malattia che o c'è o non c'è? mi spiego, è cioè tipo un interuttore che è o si o no? oppure esistono gradi intermedi sfumati della malattia? perchè potrebbe veramente cambiare l'esito della diagnosi nel caso sia come un interruttore o se si ammettono fasi intermedie, sfumate.
Ultima cosa su Algodistrofia: ma chi è lo specialista che (per certo) è più indicato per diagnosticarla? perchè è da lui che dovrò andare, per sapere una volta per tutte come stanno le cose sul mio piede, se l'ho o no.
Le terapie. Un fisiatra che mi visitò in novembre, mi prescrisse delle Tecar per risolvere l'edema osseo (e sono rimasto perplesso, troppo tempo trascorso dal trauma e poi dopo 1 mese dal trauma ne effettuai 7 - 8) e poi della Kinesioterapia; chi mi ha consigliato della manipolazioni e qualcuno mi ha consigliato le "onde d'urto focali" e bifosfonati, un altro un reumatologo mi ha parlato del clorodronato, chi di magnetoterapia e mi fermo qui: voi capirete che dopo 3 anni e mezzo dal trauma e avendo già provato alcune terapie, la persona vorrebbe andare più a "colpo sicuro", nel senso di fare quello che effetivamente potrebbe migliorare o risolvere, poi avrà l'effetto che avrà, ma almeno che faccia quello che ha più possibilità di effetti terapeutici positivi...
Riporto l'ultima RMN di giugno 2019
"Indagine eseguita con tecnica SE e STIR con sezioni orientate sul piano assiale, coronale e saggitale.
L’esame odierno viene confrontato con precedente analoga indagine eseguita in altra sede in data 08/06/2018.
Al terzo prossimale della diafisi del V metatarso, sul versante esterno, permane sfumata banda di iperintensità di segnale della spongiosa, precedentemente segnalata, per circoscritta sofferenza edematosa.
Si confermano gli esiti di sottile frattura composta intraspongiosa del malleolo peroneale, con normale intensità di segnale.
Non si rilevano alterazioni a carico delle strutture capsulo – legamentose.
Appianamento della volta plantare.
Cavitazione geodica di circa 7 – 8 mm nel contesto del corpo del calcagno.
Non evidenza di raccolte flogistiche né di versamenti nelle guaine tendinee sia del comparto esterno, che di quello mediale.
Normale aspetto della fascia plantare e del tendine d’Achille."
Vi saluto cordialmente
Gentile paziente, lo specialista adatto per trattare l’algodistrofia è un reumatologo che lavora in centri di riferimento specifici per la gestione delle malattie metaboliche dell’osso.
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