Salve.39 anni , da un paio d'anni sto affrontando un percorso di psicoterapia con la mia psicologa a
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Salve.39 anni , da un paio d'anni sto affrontando un percorso di psicoterapia con la mia psicologa all'inizio per problemi legati al mio stato di apatia diffusa e al mio stato di totale indecisione e mancanza di voglia di relazionarmi con gli altri . Dopo il COVID questi problemi possiamo dire che si sono amplificati , tuttavia tutte le volte che faccio notare come le misure attuali stiano peggiorando la mia situazione in quanto giustamente sono misure illegittime che costringono la gente a vivere perennemente nello stress, la dottoressa mi scarica da una psichiatra consigliandomi di fare una terapia di psicofarmaci da unire per così dire a quella psicologica classica . Ovviamente di questo parleremo in seduta , anche se mi pare ovvio l'atteggiamento di prendere per pazzi tutti coloro che non accettano misure di questo tipo o comunque per chi manifesta forti disagi psicologici legati ,come causa, proprio a questo clima. Mi sentivo in una condizione di emarginato anche prima , ma dal momento che anche gli psicologi abbandonano chi non si allinea al sistema direi che sono rovinato. Che fare?
Salve, comprendo le sue perplessità.
Ritengo che possa essere utile un confronto schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla questione, senza tralasciare ovviamente l'elaborazione di pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo che possa essere utile un confronto schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla questione, senza tralasciare ovviamente l'elaborazione di pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione.
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Salve sicuramente il suo psicoterapeuta saprà dare una risposta a questa sua domanda che rimanda a molte altre questioni su cui è molto probabile che state lavorando. Pertanto può essere molto utile riferire che si è rivolto ad altri professionisti per un consulto. Sicuramente avrete modo di approfondire le ragioni di queste sue richieste che potrebbero esserle molto utili. Un cordiale saluto
Salve,
credo che la sua frase chiave sia "mi sentivo in una condizione di emarginato anche prima". Probabilmente l'emergenza sanitaria, con le misure imposte, ha inasprito un vissuto comunque già presente, non lo sottovaluti. Ne parli con la sua psicologa e continui a lavorare su di sè. Un cordiale saluto. Dott.ssa Franca Vocaturi
credo che la sua frase chiave sia "mi sentivo in una condizione di emarginato anche prima". Probabilmente l'emergenza sanitaria, con le misure imposte, ha inasprito un vissuto comunque già presente, non lo sottovaluti. Ne parli con la sua psicologa e continui a lavorare su di sè. Un cordiale saluto. Dott.ssa Franca Vocaturi
Salve, credo che sia più opportuno per lei continuare a confrontarsi con la terapeuta che la segue per evitare di confondersi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno,
è evidente che al momento il supporto che la collega le sta offrendo non è percepito come atto di sostegno ma più come "scarico" ("...la dottoressa mi scarica da una psichiatra..."). Quello che mi sento di consigliarle, da professionista, è proprio di condividere questa sua percezione con la psicoterapeuta che la segue così che anche questa sensazione di sconforto posso essere accolta.
Durante la terapia possono esserci dei momenti di maggiore difficoltà, non demorda.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Laura Lamponi
è evidente che al momento il supporto che la collega le sta offrendo non è percepito come atto di sostegno ma più come "scarico" ("...la dottoressa mi scarica da una psichiatra..."). Quello che mi sento di consigliarle, da professionista, è proprio di condividere questa sua percezione con la psicoterapeuta che la segue così che anche questa sensazione di sconforto posso essere accolta.
Durante la terapia possono esserci dei momenti di maggiore difficoltà, non demorda.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Laura Lamponi
Gentile utente,
nelle sue parole mi sembra di cogliere una certa sfiducia nei confronti del suo percorso psicoterapeutico. Partendo dal presupposto che questo vissuto soggettivo sia sempre legittimo, ritengo potrebbe essere molto utile per Lei affrontarlo assieme al professionista che la segue. In psicoterapia, infatti, le "rotture" non sono solo possibili ma spesso sono addirittura inevitabili, proprio perché essa si basa su una relazione autenticamente umana.
Utilizzare le rotture dell'alleanza terapeutica come carburante per il prosieguo del lavoro è sempre un lavoro arduo, ma molto molto proficuo.
nelle sue parole mi sembra di cogliere una certa sfiducia nei confronti del suo percorso psicoterapeutico. Partendo dal presupposto che questo vissuto soggettivo sia sempre legittimo, ritengo potrebbe essere molto utile per Lei affrontarlo assieme al professionista che la segue. In psicoterapia, infatti, le "rotture" non sono solo possibili ma spesso sono addirittura inevitabili, proprio perché essa si basa su una relazione autenticamente umana.
Utilizzare le rotture dell'alleanza terapeutica come carburante per il prosieguo del lavoro è sempre un lavoro arduo, ma molto molto proficuo.
Salve. Ne parli con la psicoterapeuta, della sfiducia che sta vivendo e che sta comunicando qui. Della sfiducia e del vissuto di emarginazione quando non si sente compreso. Può essere l'occasione per affrontare più in profondità il suo vissuto. Distinti saluti
Buonasera, assolutamente può usare questo spazio come confronto ma la voglio sostenere facendola riflettere sul come sia importante superare questa difficoltà con la sua psicoterapeuta. A volte i momenti peggiori diventano di forte crescita e miglioramento. Saluti
Buonasera. Mi spiace molto per il suo disagio. Penso che parlarne apartamento con il suo terapeuta, anche se difficile, possa essere davvero di grande importanza. Da questa situazione si aprono sicuramente tematiche ed emozioni molto più profonde.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Buonasera, sarei del parere che lei sta vivendo un momento di sfiducia in merito al suo percorso terapeutico e che tutta la componente restrittiva sociale di cui parla, abbia fatto da "amplificazione" ad un disagio interno già presente. Le consiglierei di ri mettersi in gioco con la sua psicoterapeuta per comprendere meglio quale sia effettivamente il suo problema attuale, e quale la sua richiesta di aiuto.
I miei auguri,
Dr. Vittorio Cameriero
I miei auguri,
Dr. Vittorio Cameriero
Normalmente i momenti di sfiducia vanno riportati nel contesto terapeutico dal momento che, come suggeriscono molti colleghi, fanno da propulsione a possibilità trasformative, prima all'interno del setting terapeutico e poi, ci si augura, nella vita. Quindi anche io la invito a questo primo passaggio. Se tale passaggio non funzionasse, occorre tenere presente che siamo in un momento particolamente complesso, in cui la regola aurea della psicoterapia (il terapeuta può portare il paziente fin doveil terapeuta stesso è arrivato) non è mai stata così valida. La gestione amministrativa della COVID19 ha impattato sul contesto sociale e sul mondo in maniera massiva e, come a tutti, anche alcuni terapeuti possono aver incontrato forti criticità e non averle potute lavorare. Ad esempio alcuni terapeuti che credono che la stanza di colloquio sia staccata dal contesto sociale, possono aver avuto difficoltà ad integrare i cambiamenti recentemente avvenuti; alcuni che non hanno mai avuto esperienza di "sopravvivenza" possono essersi trovati per la prima volta davanti alla paura che il loro mondo possa finire e esserne tuttora in balia; altri possono non aver prima d'ora mai toccato con mano cosa vuol dire la pressione autoritaria di un governo, nel momento in cui, per buoni o cattivi motivi, inizia a farsi sentire. Quindi, se il primo passaggio non andasse a buon fine, la invito a provare a trovare uno spazio in cui si possa ritrovare una adeguata fiducia e una possibilità di lavoro. Cordiali saluti
Buongiorno, mi colpisce il fatto che parli di "abbandono" da parte della sua psicoterapeuta. Se invece ritenesse i farmaci solo un grande aiuto nei momenti più difficili, rimanendo sempre lì al suo fianco nel vostro percorso? Un confronto sincero con lei l'aiuterà a capire meglio cosa le sta dicendo e sarà libero di scegliere. Quale è il suo obiettivo oggi? Cosa vorrebbe per sé? Io partirei da qui.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera, concordo con i colleghi nel consigliarle di parlare di queste sue perplessità e di questo suo vissuto emotivo proprio con la sua psicologa. È importante riportare ciò che si prova, così da avere uno scambio costruttivo che potrà aiutare il vostro percorso insieme.
Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino psicologa
Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino psicologa
Buongiorno le consiglio di affrontare le sue perplessità direttamente con la sua psicoterapeuta e soprattutto di condividere con lei il suo vissuto emotivo legato a queste. Sono sicura che sarà uno scambio costruttivo per la vostra relazione terapeutica. Cordiali saluti Dott.sa Paola Trombini
Gentile utente, capisco perfettamente le sue difficoltà e non le trovo così fuori dal comune. Mi pare che il periodo conseguente al covid sia stato come "la lingua che batte dove il dente duole ". Sicuramente ha vissuto l'invio allo psichiatra come un abbandono o una svalutazione di ciò che prova. Le consiglio di parlarne con la psicologa che la segue, in modo franco può e dovrebbe esprimere ciò che prova. Se però dopo tale confronto, non si sente a suo agio può sempre cambiare terapeuta. L'importante è non troncare la cura ma continuare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, capisco ciò che sta passando, purtroppo questo periodo di pura ed isolamento dovuta al Covid, ha amplificato i disturbi che già erano presenti. Inoltre lei percepisce come un abbandono e di essere scaricato, il consiglio della sua psicoterapeuta di collaborare con uno psichiatra. In certi momenti c'è bisogno anche di una cura psichiatrica per completare la cura. In seduta si confidi con la sua psicoterapeuta ed elabori ciò che sta provando sicuramente gli farà bene. la saluto cordialmente, distinti saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile utente di mio dottore,
comprendo le sue perplessità. Ritengo come già anticipato da alcuni colleghi che possa essere utile un confronto schietto e sincero con lo specialista cui si é affidato affinché possiate scambiavi pareri e opinioni in merito alla questione.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
comprendo le sue perplessità. Ritengo come già anticipato da alcuni colleghi che possa essere utile un confronto schietto e sincero con lo specialista cui si é affidato affinché possiate scambiavi pareri e opinioni in merito alla questione.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentilissimo utente, potremmo interpretare la tua situazione come il risultato di un sistema sociale e culturale che sta generando stress, apatia e difficoltà di relazione per molti individui. La tua psicoterapeuta sembra aver consigliato l'utilizzo di psicofarmaci come possibile soluzione ai tuoi problemi, ma è comprensibile che tu possa avere dubbi su questa scelta.
È importante che tu esprima apertamente i tuoi dubbi e le tue preoccupazioni in merito all'utilizzo di psicofarmaci durante le sedute con la tua psicologa. Potresti discutere insieme a lei le tue resistenze a questa soluzione e cercare di trovare insieme alternative che ti senti più confortevoli.
È anche importante ricordare che esistono diverse prospettive e approcci in campo psicologico; quindi, potresti valutare di consultare altri professionisti per ottenere pareri e consigli diversi.
Infine, è fondamentale che tu mantenga la fiducia nelle tue risorse personali e nella tua capacità di gestire la situazione. Sei ben consapevole del tuo stato emotivo e sei alla ricerca di aiuto, il che è già un passo importante verso il benessere psicologico. Non arrenderti e cerca il supporto che ritieni più adatto alla tua situazione e alle tue esigenze. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
È importante che tu esprima apertamente i tuoi dubbi e le tue preoccupazioni in merito all'utilizzo di psicofarmaci durante le sedute con la tua psicologa. Potresti discutere insieme a lei le tue resistenze a questa soluzione e cercare di trovare insieme alternative che ti senti più confortevoli.
È anche importante ricordare che esistono diverse prospettive e approcci in campo psicologico; quindi, potresti valutare di consultare altri professionisti per ottenere pareri e consigli diversi.
Infine, è fondamentale che tu mantenga la fiducia nelle tue risorse personali e nella tua capacità di gestire la situazione. Sei ben consapevole del tuo stato emotivo e sei alla ricerca di aiuto, il che è già un passo importante verso il benessere psicologico. Non arrenderti e cerca il supporto che ritieni più adatto alla tua situazione e alle tue esigenze. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
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Buongiorno, mi spiace che si senta un emarginato. Mi sento di dirle che il suo stato depressivo è molto pronunciato e questo le causa molto disagio, penso che sia per questo che la sua psicologa cerchi di inviarla da uno psichiatra. Tale medico non è al servizio dei "pazzi" (questo purtroppo è un luogo comune errato generato da ignoranza e paura) ma si occupa del disagio psicologico. Lo psicofarmaco le permette di stabilizzare l'umore a livello biologico, il che vuol dire che a livello corporeo c'è qualcosa che non funziona correttamente (come quando ha la gastrite e prende il gastroprotettore). Stabilizzando l'umore la terapia psicologica e la psicoterapia diventano più efficaci perchè finchè il paziente è molto sofferente, il dolore impedisce l'esplorazione e il lavoro terapeutico. Mi dispiace che si senta emarginato per questo, ma data la gravità della sua sofferenza la invito a riconsiderare l'offerta di vedere uno psichiatra, non come un rifiuto, ma come un aiuto per farla stare meglio. Resto a disposizione Dott.ssa Roberta Maccarone
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