Saluti, Sono un ragazzo di 28 anni che da più di 6 anni soffre di attacchi di panico/ansia anticipa

17 risposte
Saluti,
Sono un ragazzo di 28 anni che da più di 6 anni soffre di attacchi di panico/ansia anticipatoria. La qualità della mia vita è distrutta da anni e purtroppo, sebbene venga seguito da una clinica psichiatrica di alto livello, da 3 anni che la frequento non si è riuscito a risolvere il mio problema, ma solo ad ottenere timidi miglioramenti.
Vengo seguito parallelamente da una psicologa-psicoterapeuta, con risultati quasi nulli.
Alla visita odierna in clinica, mi è stato detto che sto usando "farmaci di terza linea" per combattere l'ansia e che oltre a quelli di terza linea non esistono altri.
Sono arrivato ad assumere farmaci di terza linea poiché dicono che sono molto farmacoresistente e dei farmaci provati sento soprattutto gli effetti collaterali (sonnolenza e disfunzione erettile).
Le benzodiazepine et similia non mi danno aiuto.

Altre patologie che ho sono la Sclerosi Multipla e la Tiroidite di Hashimoto (entrambe in trattamento)

Le medicine che mi hanno fatto provare dal 2020 sono in ordine: Paroxetina, Sertralina, Citalopram, Pregabalin, Duloxetina, Quetiapina, Tractana, Laroxyl, Depakin, Pamiprexolo.

Ad oggi, assumo per l'ansia Pregabalin, Laroxyl, Pamiprexolo.

Assumo inoltre Alfuzosina e Fingolimod per la Sclerosi Multipla e l'Eutirox per la Tiroidite di Hashimoto.

Vi scrivo perché sono estremamente triste e scoraggiato. Nella mia vita ho un numero enorme di problemi, tra cui soprattutto quelli di salute, che l'ansia non fa che ingigantire e, in ottica futura, mi farà vivere ancora peggio.
È da quando avevo 22 anni che ho smesso di vivere sostanzialmente.
La clinica mi dice che devo avere pazienza con questi farmaci, ma è la stessa clinica che anni fa mi avevo detto "prendendo questa medicina nel giro di 2 anni sarai guarito e potrai smettere di assumerla".

Sono molto scoraggiato. Potete dirmi sinceramente, senza darmi falsi incoraggiamenti, se è veramente possibile uscire fuori dagli attacchi di panico e poter tornare ad avere una vita al 100% NORMALE?

La farmacoresistenza "che cosa significa"? Che sono resistente in generale ad una classe di farmaci oppure soltanto ai farmaci che ho assunto e quindi continuando a sperimentarne di nuovi prima o poi troverò quello giusto?

Mi potete confermare quante medicine il genere umano abbia inventato per combattere l'ansia e se sia vero che sono già arrivato a provare quelle di ultima istanza, quindi conseguentemente me ne rimangano veramente poche ancora da sperimentare?

Sono devastato ed estremamente pessimista sul mio futuro in ragione di questa cosa.
Gli "anni più belli della vita" sono stati invece i peggiori e quelli rimanenti, sperando a questo punto che siano molto pochi, saranno sempre peggiori se non viene risolto questo problema dell'ansia.
Buongiorno, il disturbo da attacchi di panico, oltre che molto frequente, è anche curabile con ottime probabilità di guarigione (dati riscontrabili in tutta la letteratura medica). Certo è probabile che lei per questioni genetiche, metaboliche e/o interferenza delle sue patologie organiche sia più resistente di altri al trattamento, ma la possibilità di trovare una molecola e un dosaggio farmacologico che le vada bene non è affatto preclusa... coraggio!
Cordiali saluti

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Gentile utente di mio dottore,

dagli attacchi di panico, al pari di altri disturbi d'ansia, si può guarire attraverso l'ausilio combinato della farmacoterapia insieme con la psicoterapia. Non so come mai sia seguito da una clinica per questo, forse in virtù delle altre problematiche di salute qui riportate. Resta il fatto che una psicoterapia fatta con impegno ed una regolare assunzione dei farmaci da parte del paziente possono col tempo consentire al paziente di guardare ad un benessere più a lungo termine. In bocca al lupo per il proseguo del suo percorso.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio e la disperazione connessa. Per quanto riguarda i farmaci dispiace che non riesca a trovare sollievo dalle cure prescritte ma sicuramente l'unico modo realmente duraturo per trovare a non lasciarsi dominare dall'ansia è cercare di cogliere i pensieri ed individuare i pensieri disfunzionali che impediscono il benessere desiderato. Purtroppo l'ansia avviene in conseguenza a dei pensieri che lei genera per cui l'ansia in realtà è un sistema di risposta che vorrebbe proteggerla ma che diventa chiaramente disfunzionale a seguito di pensieri disfunzionali ma se non andiamo a mettere in discussione i pensieri che lei genera lo stato emotivo conseguente sarà sempre lo stesso e dunque i comportamenti protettivi e di evitamento non cesseranno. In bocca al lupo per tutto. Cordialmente, dott FDL
Buonasera, coadiuvare la terapia farmacologica con un supporto psicoterapeutico è assolutamente praticabile. Spero trovino al più presto una cura farmacologica che possa supportarla anche alla luce delle sua patologie metaboliche.
Un caro saluto.
Dott.ssa Villa
Caro Amico,

ho letto con grande dolore la tua storia. Sei così giovane e tutta questa sofferenza mi sembra profondamente ingiusta. Voglio dirti di non scoraggiarti, di continuare ad apprezzare tutto quello che di positivo, bello o soddisfacente la vita ha da offrire
Di fronte a questi problemi abbiamo altre scelte che semplicemente voler tornare come eravamo "prima": si può coltivare il senso del valore personale, ossia considerare il grande valore che ha assumere un atteggiamento coraggioso di fronte a queste avversità. Questo può farci sentire il significato della nostra vita, ricongiungerci al nostro valore personale, trasformare queste difficoltà in dimostrazioni della nostra capacità di andare oltre e di affermare la vita.
Su questo cammino, la mindfulness può essere di grande aiuto: ne hai mai sentito parlare?

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, comprendo la situazione di malessere che riferisce.
Come suggerito dai colleghi, provi ad aggiungere un lavoro psicoterapeutico per acquisire maggiori strumenti per la gestione dei suoi stati ansiosi.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Caro Utente, innanzitutto le sono vicina nello stato d'animo che riporta, soprattutto la paura di essere "spacciato" che traspare dalle sue parole. Condivido con i colleghi che sicuramente il percorso che sta facendo e che dovrà fare , soprattutto rispetto alla Sclerosi Multipla e alla tiroide di Hashimoto, non sarà una passeggiata ma, rispetto al suo vissuto di scoraggiamento, sopraffazione e timore di non avere "speranze" mi viene da dirle questo: la psicoterapia serve proprio per affrontare questi vissuti, questa sofferenza e questa paura. Non le toglierà le fatiche di natura fisica ma un percorso di psicoterapia può aiutarla a leggere diversamente ciò che le succede, (anche e soprattutto rispetto all"ansia che non è un nemico per quanto possa apparire invalidante) ad avere più fiducia in sé, a ritrovare l'entusiasmo ed il piacere di vivere la sua vita, malgrado le difficoltà. Un caro augurio, Dott.ssa Laura Mandelli
Carissimo, come i miei colleghi mi addolora il suo racconto. Certo che si può vivere meglio! Non posso esprimermi sul versante farmacologico che non è di mia competenza, ma per quanto riguarda il supporto psicoterapeutico sono certa che un approccio integrale alla persona, che consideri corpo, mente e spirito possa offrire grandi benefici. Non si scoraggi e scelga di voler perseguire ancora la strada della ricerca personal e di senso, questo le darà grandi opportunità. Dott.ssa Giuditta Fagnani
Carissimo amico, non faccia venir mai meno il coraggio di combattere, non abbandoni la fiducia di trovare una soluzione farmacologica e intanto continui la psicoterapia, rappresenta comunque un valido sostegno. Un piccolo suggerimento che mi sento di darLe è considerare l'accettazione del sintomo come una caratteristica della sua vita in questo momento e da qui lavorare per una gestione accettabile più che uno scontro frontale che La lascia esanime, vedrà che questo potrebbe rappresentare una soluzione creativa per riprendersi la sua vita. coraggio! Un caro abbraccio.
Buonasera, comprendo la situazione di malessere che riferisce soprattutto in considerazione della giovane età in cui ha iniziato a provare il suo malessere. Come suggerito dai colleghi, provi ad aggiungere un lavoro psicoterapeutico per acquisire maggiori strumenti per la gestione dei suoi stati ansiosi. Resto a disposizione per un eventuale confronto.
Cordialmente
Dott.ssa Marta Maiolo
Gentile paziente, posso solo immaginare il dolore e la sofferenza che sta affrontando da anni (...) lo sconforto nel non vedere via di uscita e la mancanza di sollievo che accompagnano una situazione complessa di malattia, ansia e attacchi di panico. E' profondamente ed intimamente devastante ed essere pessimista è comprensibile. La sua caro è una situazione medica molto complicata e difficile. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla? Personalmente e professionalmente ritengo di si. Un caro saluto e rimango a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
Buonasera,
Sono una Psicoterapeuta e non una Psichiatra perciò non saprei dirle nulla rispetto agli effetti dei farmaci che assume.. Rispetto all ansia, bisognerebbe capire se esistono ragioni più profonde o se è una conseguenza del fatto che i farmaci non fanno l effetto sperato....
Cambi terapeuta intanto.. Grazie, Carmelina Proietto
Buongiorno, mi dispiace moltissimo per la situazione da lei descritta. Le domande sui farmaci dovrebbe rivolgerle a chi la segue, anche se mi pare di capire che di fondo manchi in lei la fiducia nei confronti del trattamento che sta ricevendo. Ha sentito altri pareri? Gli attacchi di panico guariscono quando si trovano le cause scatenanti all'interno di un percorso di psicoterapia e con l'ausilio, eventuale, dei farmaci. Quindi sì, si può guarire. Potrebbe anche provare tecniche nuove come l' emdr che danno ottimi risultati, ma senza conoscerla è davvero difficile darle indicazioni ulteriori.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno! Ho provato una profonda tristezza nel leggere il suo grido di aiuto. Soffre di patologie importanti, che vanno assolutamente trattate e contenute. Una farmacoterapia tanto corposa quanto necessaria, altrimenti non sarebbe stata prescritta. Ho la sensazione, però, che si descrive e si sente trattato solo come un "malato", come una persona che deve essere aggiustata. I farmaci sono utili e funzionano bene per alcune cose, ma la sua ansia, i suoi attacchi di panico sembrano dare voce ad aspetti più intimi e quindi "farmaco resistenti". Sembra quasi un urlo inconscio "io non sono solo un malato. Sono umano, sono una persona e voglio essere riconosciuto come tale". Dalle sue dolorose parole mi è parso che mancasse proprio questo, la dimensione dell'ascolto, del prendersi cura, del recupero e del diritto alla fiducia e alla speranza. Certo, non ho una risposta, ma credo che la psicoterapia (che già sta seguendo) possa essere la strada giusta, un'alleata del farmaco, capace di dare tempo e spazio a pensieri, affetti, fantasie, desideri che, forse, ha difficoltà a riconoscere ed esprimere. Le faccio i miei più sinceri auguri
Mi dispiace sentire che stai affrontando una situazione così difficile con gli attacchi di panico e l'ansia anticipatoria. Posso capire quanto sia frustrante non vedere miglioramenti significativi nonostante il trattamento che stai ricevendo. È importante ricordare che il trattamento dell'ansia può richiedere tempo e pazienza. Ogni persona è unica e può rispondere in modo diverso ai farmaci e alle terapie. È possibile che ci sia ancora una soluzione che funzioni per te, anche se potrebbe richiedere ulteriori tentativi e regolazioni del trattamento.
Oltre alla terapia farmacologica, potrebbe essere utile considerare anche altre forme di trattamento, come la terapia analitico transazionale o altre terapie psicologiche.
È comprensibile che tu possa sentirsi scoraggiato e pessimista riguardo al futuro, ma è importante cercare di mantenere la speranza e continuare a cercare soluzioni. Non posso darti garanzie sul fatto che potrai tornare a una vita "normale" al 100%, ma molte persone sono in grado di trovare un modo per gestire e ridurre i sintomi dell'ansia, migliorando così la qualità della vita. Ti consiglio di parlare apertamente con il tuo medico o il tuo terapeuta riguardo alle tue preoccupazioni e alle tue aspettative. Potrebbero essere in grado di fornirti ulteriori informazioni e supporto. Inoltre, considera di cercare una seconda opinione da un altro professionista specializzato in ansia o psichiatria per valutare ulteriori opzioni di trattamento.

Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare il supporto e le risorse necessarie per affrontare l'ansia e migliorare la tua qualità di vita.
Dr. Roberto Prattichizzo
Salve, mi dispiace molto per la sua complessa situazione. Comprendo i suoi stati d'animo. Mii sembra che affrontando tutto al massimo. La combinazione di farmacoterapia e psicoterapia è la migliore per affrontare i suoi sintomi. Se la psicoterapia che sta seguendo non le sembra dare frutti, provi a cambiare orientamento. Anche per "scuotere" e far reagire il suo mondo interno. Le faccio tanti auguri, dott.ssa Silvia Ragni
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Gent.mo, per quanto riguarda il piano farmacologico lascio la parola agli psichiatri, gli unici competenti ed autorizzati in materia.
Lei però si trova a convivere con una diagnosi importante di SLA, se ho ben capito e questa mi sembra l'"asse portante", il focus da cui partire per progettare e realizzare interventi. Non parla del contesto in cui vive, se si sente capito e supportato e questo è più che rilevante sulla qualità di vita. Ha provato a rivolgersi ad AISLA? L'associazione specifica. e dedicata. E poi c'è anche la possibilità di frequentare gruppi di mutuo-aiuto: il gruppo è potente e non di rado si ottengono benefici insperati da questa forma di sostegno psicologico. Un caro saluto. B.C.

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