Saluti, sono dinamiche normali in ambienti lavorativi? Solo io le trovo tossiche e non dovrebbero es

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Saluti, sono dinamiche normali in ambienti lavorativi? Solo io le trovo tossiche e non dovrebbero esistere? In pratica noto che c'è una FAME SPAVENTOSA di convalida (come se fosse "uomini e donne" della de.filippi) e "affiliazione" da parte di molti, tant'è che per provocazione dico sempre che sembra un Risiko il nostro ufficio. Arrivai io e alcuni colleghi dopo qualche settimana mi dicono privatamente di aver piacere a frequentarmi, io dopo un'esperienza ultranegativa passata in altro ufficio, ringrazio per la stima ma preferisco restare "indipendente" perché ho capito che chi oggi fa l'amico domani se ne dimentica troppo facilmente. Arriva una nuova collega, vedo fiondarsi materialmente addosso a lei alcuni maschietti, lei si divincola viene accanto a me si presenta e mi chiede se può stare li affinche le insegnassi io il lavoro, da quel tempo siamo ancora amici dopo 7 anni anche se non lavoriamo più assieme. Poi ci prova una collega che nessuno sopporta perché parla male di chiunque alle spalle e io l'ho sempre tenuta a distanza sebbene ci abbia provato un po' subdolamente (ero fidanzato). Si sarà accorta che doveva modificare qualcosa nel suo carattere e ha iniziato a copiarmi, ovvero d'un tratto è diventata gentile, aiuta il prossimo sul lavoro ( come in criceto che si affanna) ed è meno critica (almeno apertamente, molto più subdolamente ) con la differenza che, parole di un collega che ci ha conosciuti da poco, "si vede che tu e andrea mi aiutate per stima, lei invece come per avere qualcosa in cambio".. Arrivano nuove colleghe e non fai in tempo a presentarti che lei gli salta addosso per farsele amiche, come? Aiutandole OLTREMISURA sforando.anche di un'ora l'uscita, mai fatto con NESSUNO prima, sembrando sempre gentile, parlando con un lessico molto più costruito e meno spontaneo, come fosse una sfida, essendo presente nelle loro vite per ogni cosa, bombardandole per pranzare assieme e stare sempre assieme anche la sera per poi urlare ai 4 venti, che loro le stanno sempre attaccate come le cozze... non so se è normale tutto ciò, dice dinanzi a me che tra TANTI colleghi cercano proprio lei.. con tanto di risatina. Peccato che poi sono loro che invitano me a cena a casa loro ma io non ne faccio un vanto ma occasione di piacevole socialità e conoscenza, e basta. Io la lascio fare tanto penso che le maschere prima o poi cadono da sole, né tanto meno tento di far aprire gli occhi alle vittime di turno, chi è sveglio prima o poi lo capisce da se.. Poi una collega più piccola di età (amica della tipa in questione) ci lascia per cambiare lavoro e dopo alcune settimane mi scrive un attestato di stima che non mi aspettavo, non c'era quella confidenza ma mi disse che secondo lei ero una bellissima persona, io la ringraziai con la stessa gentilezza le.dissi che anche lei era una bella persona, in gamba e sarebbe riuscita anche altrove. La tipa in questione alla prima occasione sul.gruppo.dellufficio.se ne esce dicendo che me la intendevo con la ragazzina (ero fidanzato).. di fatto condizionando il rapporto. Arriva un altro ragazzo, lega lui molto con me e mi inizia a invitare a casa, ragazzo molto profondo nonostante l'età e anche lui mi ha detto di volermi un gran bene. La tipa vedendo che era legato a me iniziò ad aiutarlo senza che lo richiedesse, lo invitava a pranzare assieme e una volta in ufficio lei con fare acido gli intimò "eh andrea! ti ho invitato a mangiare e hai detto di no e ora stai mangiando!" quasi come se.avesse percepito l'intento di non assecondarla.
Un annetto fa è arrivato un nuovo collega, ha iniziato a legare col ragazzo descritto poco fa, di fatto facendoselo amico e ovviamente allontanandomelo. No problem, la public relation quando possibile la rivolgo a un'altra collega con cui ho da sempre avuto un ottimo feeling, mai litigato, ci fermiamo gustosamente a chiacchierare e ci cerchiamo sovente. Sto ragazzo smette di tartassare quel ragazzo di prima e inizia a tartassare questa collega, avanzando pubblicamente che lei lo avesse anche invitato a casa e aveva conosciuto il marito, come chissà cosa avesse fatto.. io li conosco da una vita ma il fatto che me l'avesse rinfacciato non so se per il gusto di "sottrarla". Tant'è che faccio un passo indietro e mi rendo nuovamente indipendente senza partecipare a queste scaramucce infantili, la ragazza mi cerca lei però noto un po' condizionata.. addirittura una sola volta ha alzato la voce nei miei confronti, si è sentita la tipa di prima soddisfatta dell'accaduto.
Io ripeto, lo trovo disfunzionale e tossico questo bisogno di accaparrarsi la fiducia dei colleghi, lasciando di fatto impossibilitati gli altri a legare (e non parlo di amicizie) chi non intende prenderne parte. Sono anni che la storia va avanti.. sono stufo perché non è assolutamente un bel clima, sono pochissimi quelli che vengono a lavorare senza far parte di gruppetti screditanti nei confronti altrui.
La mia domanda, ora, è questa.. come si può fare per fare in modo che si spezzi questa sorta di rivalità e di affiliazione contro questo o quel collega? Qualche suggerimento? Ve ne ringrazio.
Gentile utente,
il contesto che descrive evidenzia una dinamica tossica e competitiva, alimentata da bisogni di validazione e controllo dei rapporti interpersonali. La sua scelta di mantenere una certa indipendenza e autenticità è un punto di forza, ma comprendo il disagio che prova di fronte a comportamenti manipolativi e infantili. In questi casi, un approccio strategico consiste nell’adottare un atteggiamento neutrale, evitando reazioni dirette che potrebbero alimentare la rivalità.

Può concentrarsi nel rafforzare relazioni autentiche senza entrare in dinamiche di gruppo tossiche, limitando la condivisione di informazioni personali per ridurre i margini di manipolazione. Quando possibile, faccia leva su una comunicazione assertiva: esprima con calma il suo disinteresse per i giochi di potere, posizionandosi come figura equilibrata.

Infine, se il clima le risulta opprimente, focalizzarsi su ciò che può controllare – il suo lavoro, le sue priorità personali – e crearsi spazi di benessere fuori dall’ufficio può aiutarla a ridurre l’impatto emotivo di queste dinamiche.

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Buongiorno,
è molto bello il clima che lei sta cercando di creare nel suo ambiente di lavoro tra colleghi.
Un clima armonioso e di collaborazione. Ora lei si sta chiedendo come includere anzichè escludere colleghi. Certamente sul piano lavorativo ci si può sentire tutti coinvolti. A livello personale possono esserci distanze diverse. Il parlare bene degli altri aiuta a favorire il benessere nelle relazioni e nei gruppi.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Sellini
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, nell'ambito lavorativo entrano un sacco di aspettative, frustrazioni, difficoltà e desideri di rivalsa, anche rispetto ad altri ambiti della vita. Più si hanno problemi a livello interpersonale o di autostima nella vita di tutti i giorni, più è probabile che nell'ambiente lavorativo si trasferiscano e si ingrossino a dismisura le stesse difficoltà. Ecco perchè è così facile che si creino ambienti tossici basati su invidia e manipolazione. Più ci si astrae e più si è sereni più si è immuni a tali dinamiche. Quindi analisi corretta direi, forse un pò troppo orientato alla valutazione e giudizio degli altri, consiglierei un maggiore disinteresse per queste dinamiche continuando a scegliere di comportarsi come le sembra più giusto anche se nettamente in contrasto con l'ambiente circostante.
Ciao, il quadro che descrivi evidenzia dinamiche relazionali che spesso emergono in contesti lavorativi caratterizzati da una competizione implicita e da una mancanza di obiettivi condivisi. Queste situazioni possono essere difficili da gestire, soprattutto quando si trasformano in rivalità o giochi di potere.

Le dinamiche che descrivi sembrano alimentate da un bisogno individuale di convalida e appartenenza, ma, quando queste pulsioni prendono il sopravvento, si rischia di creare un clima disfunzionale e tossico. Ciò che tu percepisci come “rivalità” o “accaparramento” riflette probabilmente insicurezze personali dei tuoi colleghi, che utilizzano il contesto lavorativo per cercare un riconoscimento che forse manca altrove.

Cosa puoi fare?
Potresti concentrarti su te stesso e sul tuo lavoro. Hai già adottato un approccio “indipendente”, che sembra funzionare per preservare il tuo equilibrio. Continua a concentrarti sul tuo contributo professionale, evitando di farti trascinare in dinamiche inutili.
Ti suggerisco di coltivare rapporti autentici. Da quello che scrivi, sembri una persona capace di costruire legami di stima genuina. Mantieni questi rapporti al di fuori delle “politiche di ufficio”. Anche una sola relazione autentica può fare la differenza.
Non alimentare il conflitto: se percepisci atteggiamenti provocatori o manipolatori, rispondi con calma e professionalità, evitando di reagire emotivamente. Le “maschere”, come dici, tendono a cadere da sole.
Potresti dedicarti alla promozione del dialogo, quando c’è la possibilità, cerca di portare l’attenzione del gruppo su obiettivi comuni e strategie collaborative. Un buon leader o una figura neutrale potrebbe aiutare a ricomporre le tensioni.
Infine, considera il supporto di un mediatore, in situazioni di grande tensione, la mediazione può aiutare a chiarire i malintesi e a ristabilire un clima di fiducia. Anche il coinvolgimento di un professionista delle risorse umane potrebbe essere utile.

Ricorda che il lavoro è un ambiente complesso, in cui non sempre è possibile cambiare le dinamiche da soli. Preservare il tuo benessere psicologico e mettere dei confini sani sono già passi importanti. Spero di esserti stata utile.
Cordialmente
dott. Tiziana Vecchiarini
Buongiorno.
In psicologia si parla di "dinamiche di gruppo", che sono rilevabili in ogni forma di gruppo, anche nei gruppo di lavoro come il suo.
Poi ci sono altri fattori che possono interferire, ma grosso modo una lettura delle dinamiche di gruppo può aiutare a districarsi nel tentare di dare un significato a ciò che accade in un gruppo.
Se le può essere utile, le propongo un colloquio online.
Gentile utente, grazie per questa condivisione.
Dalle sue parole leggo amarezza ed è comprensibile, ma le relazioni interpersonali non sono semplici e nemmeno prevedibili a lungo termine. Non possiamo prevedre le nostre razioni agli altri, se non immaginare che noi al loro posto avremmi fatto..... figuriamoci se possiamo farlo su quelle altrui legate a idee, convinzioni, temperamento, direi anche idee e preconcetti che possiamo solo credere o rendere talmente vivide da crederle operanti con noi o contro di noi.
Gli ambienti lavorativi ci mettono a dura prova piochè fanno uscire i nostri lati peggiori , se non concordanti con i nostri modi e le nostre credenze o quiete se invece lo sono o le viviamo come tali. Anche l'accorgersi di tutto ciò di cui lei ha parlato potrebbe dire tanto di un suo stato di insofferenza , così come gli altri vivono i loro rapporti seguendo le loro logiche , i loro schemi comportamentali che se tali in ufficio possono essere simili anche fuori . Ma non è detto che vivendo queste persone fuori dall'ambiente lavorativo ,che potrebbe essere relazionalmente competitivo in modo disfunzionale, avrebbe lo stesso sentore , gli stessi fastidi.
Ognuno veste i panni che ritiene più opportuni nei luoghi dove si trova. L'affiliazione è del tutto naturale ed i piccoli gruppi ne sono la prova , ma non c'è regola che tenga per evitarlo se questa viene adoperata come strategia per non stare da soli, per sentirsi ad ogni costo parte di qualcosa, per provare a sè stessi ed agli altri di essere visti e riconosciuti. Magari lo farà nel modo meno pportuno, ma provi a pensare che la sua collega potrebbe ,mettere in atto schemi comportamentali che fino ad ora le hanno consentito tutto questo e non conosce altri modi per avere alleati . Non c'è un suggerimento che si possa dare rivolto agli altri , gli altri non hanno scitto queste parole, e non posso darne a lei perchè non conosco le sue dinamiche comportamentali in relazione agli altri. Bisognerebbe sapere dagli altri come vedono realmente lei e cosa li spinge a comportarsi così, d'altronde il "problema "è suo verso questo genere di comportamenti . Se ne ha voglia potremmo capire di più su cosa veramente la infastidisce e come la fa sentire.
intanto le auguro il meglio e se vuole mi contatti.
cari saluti
Dott.ssa Giusi Vicino
Buonasera, comprendo quanto possa essere difficile lavorare in un ambiente in cui dinamiche di competizione e ricerca di convalida creano tensioni e “alleanze” instabili. Per mantenere la sua serenità, potrebbe essere utile concentrarsi sui suoi obiettivi e sulle relazioni professionali sincere, evitando di alimentare conflitti o di lasciarsi coinvolgere in queste dinamiche di gruppo. Con il tempo, i comportamenti più autentici tendono a emergere, e rimanere fedele al suo approccio indipendente e rispettoso può fare la differenza.
Cordialmente
Gentile utente, dal suo racconto sembrano dinamiche di amicizia riportate in un contesto professionale. La invito a parlare di quanto sta succedendo in un contesto terapeutico
Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno,
quella che descrive è una dinamica che, purtroppo, può essere presente in ambienti lavorativi con scarsa coesione e un clima poco sereno. Non è raro che si formino gruppetti e che alcune persone cerchino con ogni mezzo di ottenere approvazione, controllo o centralità, a volte a discapito degli altri. Questo tipo di comportamento può senz’altro essere percepito come tossico, soprattutto per chi, come lei, preferisce lavorare con professionalità, senza farsi coinvolgere in dinamiche infantili o competitive.
Innanzitutto, lei può coltivare la sua indipendenza e integrità, la scelta di mantenersi fuori da queste rivalità è corretta e le consente di non farsi risucchiare in logiche disfunzionali. Continui a essere coerente con i suoi valori e a coltivare rapporti genuini, senza lasciarsi condizionare. Se avverte comportamenti scorretti o attacchi personali, si conceda il diritto di rispondere con calma ma fermezza. A volte, mettere dei confini espliciti può dissuadere certe persone.
Purtroppo, lei non può "aggiustare" la situazione, è importante accettare che alcuni sceglieranno di farsi coinvolgere da queste dinamiche. Lei può solo decidere come reagire e scegliere di non alimentare il conflitto.
Infine, anche se il clima generale non è ideale, può focalizzarsi sulle persone con cui sente un rapporto sano e collaborativo. Questi legami positivi possono proteggerla dall’isolamento e rendere l’ambiente più tollerabile.
Resto a disposizione. Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Arena
Buongiorno e grazie per la sua condivisione.
È naturale, in ambienti lavorativi, riscontrare dinamiche relazionali che, a volte, possono apparire disfunzionali o persino tossiche. Quello che lei descrive sembra un contesto caratterizzato da una forte competizione sociale e da un bisogno marcato di riconoscimento e affiliazione, che può tradursi in comportamenti manipolativi o poco sinceri. Questi atteggiamenti non sono necessariamente la norma, ma purtroppo possono emergere in ambienti dove i legami personali e professionali si intrecciano in modo disordinato.
La sua scelta di mantenersi "indipendente" e concentrarsi sul lavoro senza farsi coinvolgere in dinamiche di fazioni o alleanze appare protettiva, soprattutto dopo un'esperienza negativa in passato. È comprensibile sentirsi stanchi di situazioni che sembrano ripetersi e che ostacolano un clima lavorativo sereno e rispettoso.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile focalizzarsi sul proprio ruolo, ovvero mantenere un atteggiamento professionale, centrato sui propri obiettivi e responsabilità. Questo approccio non solo protegge la sua serenità, ma le consente anche di rappresentare un modello di equilibrio per gli altri.
Inoltre potrebbe provare ad evitare il confronto diretto: quando si ha a che fare con colleghi particolarmente competitivi o manipolativi, il confronto diretto può alimentare ulteriori tensioni. Invece, mantenere una comunicazione chiara, rispettosa e limitata a ciò che è strettamente professionale può essere più efficace.
È normale sentirsi frustrati in un ambiente del genere, ma è importante ricordare che non si può "aggiustare" un intero sistema da soli. A volte, ciò che si può fare è semplicemente preservare il proprio benessere e costruire relazioni basate sulla stima reciproca con quei pochi colleghi con cui è possibile farlo.
Se poi alcune dinamiche dovessero sfociare in vere e proprie discriminazioni, molestie o creare un clima ostile generalizzato, potrebbe essere opportuno riportare la situazione a figura di riferimento, come un responsabile delle risorse umane.
Infine, se queste situazioni stanno avendo un impatto significativo sul suo benessere personale, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo o un professionista della salute mentale. Un esperto può offrirle strumenti specifici per gestire meglio il contesto e aiutarla a preservare la sua serenità. Non esiti a prendersi cura di sé, perché il benessere personale è sempre una priorità.
Buongiorno gentile Utente, comprendo il disagio che vive in un ambiente lavorativo che percepisce come caratterizzato da dinamiche interpersonali poco autentiche e talvolta disfunzionali. Queste situazioni, quando prolungate nel tempo, possono risultare logoranti e minare il piacere di svolgere il proprio lavoro, oltre a creare un senso di isolamento o di inutilità rispetto al tentativo di instaurare rapporti più sani e costruttivi.
Va detto che in molti ambienti lavorativi si manifestano dinamiche di affiliazione, competizione o ricerca di convalida, che talvolta si traducono in comportamenti poco trasparenti o manipolatori. Tuttavia, la sua percezione che questi atteggiamenti stiano diventando predominanti e tossici nel suo contesto non deve essere sottovalutata, poiché il clima lavorativo ha un impatto significativo sul benessere personale.
Riguardo alla sua domanda su come spezzare queste dinamiche, purtroppo non è sempre possibile cambiarle in modo diretto, soprattutto quando coinvolgono più persone e riflettono un modus operandi radicato. Tuttavia, ci sono alcune strategie che potrebbe considerare:
1. Ha già fatto una scelta importante decidendo di mantenersi "indipendente" e non partecipare a scaramucce o giochi di potere. Continui a coltivare rapporti autentici, basati su stima e rispetto reciproci, senza sentirsi obbligato a prendere parte alle dinamiche che giudica disfunzionali. Mantenere una posizione neutrale, ma assertiva, può aiutarla a non essere coinvolto in rivalità e tensioni.
2. Anche in piccoli gesti, come complimentarsi per il lavoro ben fatto, offrire supporto o collaborare in modo trasparente, può contribuire a diffondere un atteggiamento più positivo. In alcune situazioni, l'esempio personale può avere un effetto contagioso e ispirare altri a fare lo stesso.
3. È importante distinguere tra ciò che può realmente influenzare (ad esempio, i suoi atteggiamenti e il modo in cui comunica) e ciò che esula dal suo controllo (le scelte e i comportamenti degli altri). Questo approccio può aiutarla a ridurre il senso di frustrazione.
4. Se le dinamiche che descrive stanno influenzando negativamente il clima di tutto l’ufficio, potrebbe essere utile parlarne con un supervisore o con il responsabile delle risorse umane. Piuttosto che accusare specifici colleghi, potrebbe descrivere in modo oggettivo come la rivalità e i gruppetti influiscano sul lavoro di squadra e sull’efficienza generale.
5. Quando l'ambiente lavorativo è faticoso, può essere utile compensare dedicandosi a relazioni o attività gratificanti al di fuori di esso. Questo non solo la aiuterà a mantenere un buon equilibrio, ma potrebbe anche darle una prospettiva più distaccata rispetto a ciò che accade in ufficio.
6. Se ritiene che il clima lavorativo stia influendo in modo significativo sul suo benessere e non intravede possibilità di miglioramento, potrebbe riflettere sulla possibilità di cercare un ambiente professionale più in linea con i suoi valori e le sue esigenze.
In definitiva, non può cambiare le persone intorno a lei, ma può lavorare sul modo in cui risponde a queste dinamiche, trovando un equilibrio che le consenta di proteggere il suo benessere emotivo e di mantenere la sua integrità.
Rimango a disposizione se avesse bisogno di ulteriori approfondimenti o supporto.
Con rispetto.
Dott. Luca Vocino
Caro utente, in casi come questi in cui essendoci molte persone coinvolte ci sono anche molte variabili soggettive in campo, credo che l'unica via per spezzare certe dinamiche sia l'esplicitare in modo chiaro i fatti e come tu li vivi. Ricordiamoci che il nostro vissuto soggettivo non può essere confutato e additato da nessuno, perchè solo noi sappiamo cosa accade nel nostro mondo interno. Assieme a ciò, esplicitando in modo chiaro i fatti accaduti e che accadono, scevri da interpretazioni soggettivi ma proprio come sono avvenuti in modo oggettivo, anche le altre persone coinvolte sono portate necessariamente a fare un esame di realtà sulla situazione ed eventualmente a decidere se loro vivono bene in questo clima o meno. Essendo un concetto complesso chiaramente mi rendo disponibile per qualsiasi ulteriore domanda o chiarimento.
Un saluto, Federica
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità. Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza. Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Buongiorno,
quello che descrive sono dinamiche relazionali molto frequenti in un ambiente di lavoro. Se tutto questo diviene motivo di profonda confusione o malessere varrebbe la pena approfondire il tutto attraverso l' ausilio di un professionista. Nel caso, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di supporto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, dal suo racconto emerge che sta affrontando una situazione difficile che le provoca sofferenza. Come psicologi, possiamo lavorare insieme su ciò che riguarda la sua persona, esplorando il suo sistema cognitivo, emotivo e relazionale per potenziare le risorse che già possiede e/o svilupparne di nuove. Il nostro intervento si concentrerà sui suoi vissuti e sulle strategie che potrà adottare per gestire al meglio questa e altre situazioni che potrebbero presentarsi. Potrebbe considerare una consulenza psicologica per analizzare in modo più dettagliato il problema e, successivamente, valutare l’opportunità di un sostegno psicologico.
Buonasera, prima di tutto voglio dirle che comprendo quanto possa essere pesante trovarsi in un ambiente di lavoro che sente come disfunzionale. Quello che descrive sembra effettivamente caratterizzato da dinamiche che possono logorare, soprattutto per una persona che preferisce mantenere un approccio equilibrato e concentrarsi sul lavoro piuttosto che sulle relazioni di potere o di affiliazione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che sta vivendo è un contesto che amplifica una serie di schemi sociali competitivi. Alcune persone trovano sicurezza nella convalida esterna o nel "controllo" delle relazioni, e questo può portare a comportamenti manipolativi, competizione o ipocrisia. Non è raro, ma non significa che sia sano o inevitabile. In realtà, queste dinamiche possono essere tossiche e spesso nascono da insicurezze profonde o dal bisogno di sentirsi importanti. Il fatto che lei scelga di restare indipendente è, di per sé, una strategia adattiva molto valida. Tuttavia, capisco che a lungo andare questo possa diventare stancante, soprattutto quando si trova coinvolto, anche indirettamente, in conflitti o comportamenti manipolativi. È importante ricordare che non possiamo cambiare il comportamento degli altri, ma possiamo lavorare su come lo interpretiamo e su come scegliamo di rispondere. Continuare a mantenere un atteggiamento indipendente è positivo, ma è essenziale che non diventi isolante. Restare aperto a chi dimostra genuinità, senza alimentare le dinamiche competitive, può aiutarla a trovare un equilibrio. In un ambiente tossico è fondamentale stabilire confini chiari per proteggere il proprio benessere. Quando percepisce che una conversazione si sta trasformando in una scaramuccia o in un tentativo di manipolazione, potrebbe disimpegnarsi in modo rispettoso ma fermo, magari con un commento neutrale o cambiando argomento. Evitare di rispondere a provocazioni o commenti che mirano a metterla in una posizione di confronto è una scelta saggia, che le permette di mantenere un atteggiamento professionale e sereno. Un altro approccio utile potrebbe essere quello di cambiare prospettiva sui comportamenti degli altri. Chiedersi, ad esempio, cosa spinga una persona ad agire in un certo modo (insicurezza, bisogno di approvazione, desiderio di controllo) può aiutarla a interpretare queste dinamiche con maggiore distacco, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente. Non significa giustificare comportamenti tossici, ma vedere le cose in modo meno personale le permetterà di rispondere con maggiore calma. Anche se non può cambiare da solo il clima di tutto l’ufficio, promuovere un atteggiamento di collaborazione può fare una piccola ma significativa differenza. Sottolineare il valore del lavoro di squadra o apprezzare contributi positivi, magari con persone più aperte, può creare un microclima più sano intorno a lei. Allo stesso tempo, è importante coltivare relazioni autentiche con colleghi che, come lei, cercano un approccio equilibrato. Anche avere una sola o due persone con cui condividere un rapporto sincero può essere una risorsa preziosa per affrontare le sfide quotidiane. Infine, è importante riflettere sul proprio benessere generale. Se queste dinamiche stanno diventando insostenibili e compromettono il suo equilibrio a lungo termine, potrebbe essere utile valutare se l’ambiente lavorativo in cui si trova sia quello giusto per lei. In alcuni casi, prendere in considerazione un cambiamento può essere una scelta necessaria. Quello che descrive è indubbiamente un clima pesante e disfunzionale, ma riconoscerlo è già un segno di consapevolezza. Il lavoro dovrebbe essere uno spazio in cui sentirsi valorizzati e concentrati sugli obiettivi professionali, non una lotta per l’approvazione o il controllo. Continui a coltivare la sua indipendenza e a proteggere il suo benessere emotivo, perché questo è ciò che conta davvero. Se ha bisogno di approfondire o di un confronto, resto a disposizione. Un caro saluto. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
Purtroppo affrontare la rivalità e l'affiliazione negativa tra colleghi è una sfida comune ed incessante nelle dinamiche aziendali. Ci vorrebbe una consulenza individuale per i dipendenti che possa aiutarli ad identificare, a migliorare i conflitti sul lavoro che riguardano le dinamiche relazionali. Si possono anche creare gruppi ed attività di lavoro per comprendere l'importanza del saper lavorare insieme e al contempo poter evidenziare le caratteristiche di ognuno. Questo può aiutare a riconoscersi nelle proprie competenze oltre la mera ed automatica cooperazione. Essere autentici portatori di comportamenti sani riduce il peggiorare della situazione. Concentrarsi sulla risoluzione più che su chi crea il problema può ridurre il rischio di stress e malessere soggettivo nell'ambiente di lavoro. Questi sono punti sui quali si può lavorare in azienda in collaborazione con i dipendenti.
Individualmente si può creare un confine sano in cui non reagire impulsivamente e riconoscersi con delle qualità che vanno ben oltre l'essere copiati, anche se da' fastidio, mette nella condizione di sentirsi pronti a saper gestire la situazione. Prendersi un momento per respirare profondamente può aiutare a ridurre lo stress e a pensare in modo più chiaro per lavorare sull'obiettivo comune, senza tralasciare un confine personale che non vada ad intaccare la propria sensibilità nell'ambiente di lavoro. Imparare a sentirsi soddisfatti per il proprio operato credo possa aiutare a vivere meglio anche il lavoro più disarmonico.
Una buona giornata
Dr.ssa Manuela Valentini Psicologo
Gentilissimo. Capisco perfettamente il tuo disagio. Le dinamiche che descrivi sembrano radicate in un ambiente di lavoro competitivo, dove i rapporti interpersonali vengono spesso utilizzati come strumenti per ottenere vantaggi personali piuttosto che come vere connessioni autentiche. Questo può generare stress e frustrazione, soprattutto per chi, come te, preferisce mantenere un approccio indipendente e integro.
In situazioni del genere, è importante concentrarti su ciò che puoi controllare, scegliendo consapevolmente le tue reazioni e i tuoi comportamenti. Mantenere la tua posizione indipendente e non partecipare a dinamiche tossiche è già una strategia valida per preservare il tuo benessere. Coltivare relazioni autentiche con chi mostra atteggiamenti collaborativi e positivi può aiutarti a trovare un equilibrio, anche in un ambiente complesso. Allo stesso tempo, potrebbe essere utile proporre attività o iniziative per migliorare il clima lavorativo, come momenti di team building o incontri per favorire una comunicazione più rispettosa e costruttiva tra colleghi.
Se le dinamiche che osservi ti pesano particolarmente, può essere utile allenarti a osservare queste situazioni con distacco emotivo, cercando di non lasciarti coinvolgere più del necessario. Questo atteggiamento può aiutarti a proteggere il tuo equilibrio interiore. In parallelo, non trascurare mai il tuo benessere generale: prenderti cura di te stesso e, se necessario, valutare alternative lavorative che ti offrano un ambiente più sereno e stimolante, sono passi fondamentali. Se percepisci che questa situazione ti sta influenzando troppo, parlarne con uno psicologo può offrirti nuovi strumenti per affrontarla al meglio.
Spero di esserti stata utile.
Un caro saluto.
Dottoressa Daniela Guzzi
Buongiorno, il mondo del lavoro è spesso carico di aspettative, frustrazioni, difficoltà e desideri di rivalsa, che possono essere più intensi rispetto ad altri settori della vita. Problemi interpersonali o di autostima nella vita quotidiana tendono a trasferirsi e amplificarsi nel contesto lavorativo, facilitando la creazione di ambienti tossici alimentati da invidia e manipolazione. Distanziarsi emotivamente e mantenere la serenità aiuta a rimanere immuni da queste dinamiche. La tua analisi sembra corretta, sebbene forse troppo concentrata sulla valutazione altrui. Suggerirei un maggiore distacco da queste dinamiche, continuando a comportarsi secondo ciò che si ritiene giusto, anche se in contrasto con l'ambiente circostante. Infine per preservare la serenità, può essere benefico focalizzarsi sugli obiettivi personali e coltivare relazioni professionali autentiche, evitando di instigare conflitti o di essere trascinato in dinamiche di gruppo negative. Col passare del tempo, i comportamenti genuini vengono alla luce, e aderire al proprio metodo indipendente e rispettoso può essere determinante.
Cordiali saluti, Dott. Nunzio Spina
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