quando un bambino ha problemi di relazionarsi con gli altri ed e estremamente chiuso e timido cosa b
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quando un bambino ha problemi di relazionarsi con gli altri ed e estremamente chiuso e timido cosa bisogna fare?
In prima battuta, valutati i dati e i parametri che giustamente hanno identificato i colleghi, cercherei di capire cosa passa nella testa di questo bambino, se teme il giudizio degli altri, una punizione, o la non accettazione, etc. Poi cercherei di rassicurarlo con il conforto di entrambi i genitori. Se ciò non si rivelasse sufficiente, ricorrerei a un intervento di una psicoterapeuta sistemico-relazionale, che sappia darvi indicazioni precise intervenendo con una terapia familiare. Tutto dipende dall'età del bambino, si intende. Saluti Dott. Delogu
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Dipende dall'età del bambino. Se troppo piccolo è sconsigliabile la psicoterapia e spesso è preferibile parlare con i genitori per comprendere e anche intervenire in modo più efficiente ed efficacie possibile.
Sono del parere che in casi di questo tipo sia importante aiutare i genitori ad aiutare il loro bambino. Una consulenza per i soli genitori con uno psicologo dell'età evolutiva, avente esperienza familiare e relazionale, potrebbe essere un primo passo. Con i migliori auguri.
La timidezza e l'essere chiusi in se stessa non è necessariamente segno di una patologia clinica pero' è bene approfondire meglio la questione tramite una valutazione a tutto tondo del funzionamento emotivo e ralazionale del bambino e di una valutazione del contesto familiare. A volte la chisura puo' essere il segnale infatti di un disagio che il bambino non riesce a esprimere e a verbalizzare e lo manifesta con questo atteggiamento, oppure fa parte del suo temperamento. consiglio quindi qualche colloquio con uno psicologo, prima con i genitori e successivamente con bimbo. Dopo un'adeguata valutazione lo psicologo potrà suggerire come comportarsi per affrontare al meglio la situazione.
Buongiorno,
sicuramente è positivo per un bambino avere vicino una persona che coglie e riconosce i suoi disagi e se ne prende cura come sta facendo lei. Spesso i bambini, soprattutto quando sono piccoli, faticano ad esprimere quello che vivono a parole e il comportamento è l’unico canale per usano.
Difficoltà a relazionarsi, chiusura, timidezza sono caratteristiche che possono essere legate a temi molto diversi (carattere, reazione ad un cambiamento di vita recente, espressione di un disagio personale,..) e sarebbero da approfondire.
Potrebbe cercare di parlarne con lui, magari attraverso l’uso di una fiaba, e provare a cercare insieme delle strategie che gli siano di aiuto per affrontare questa difficoltà.
Ma se il disagio non diminuisse, vi suggerisco di non aspettare e rivolgervi ad uno psicoterapeuta per approfondire meglio la situazione. Solitamente, è previsto un colloquio iniziale con i genitori, alcuni incontri con il bimbo (si usano strumenti adeguati all’età come giochi e disegni) e un colloquio con i genitori per restituire loro una lettura della situazione e una proposta di percorso, ove necessario.
Rimango a disposizione se ha piacere di approfondire il discorso di persona.
sicuramente è positivo per un bambino avere vicino una persona che coglie e riconosce i suoi disagi e se ne prende cura come sta facendo lei. Spesso i bambini, soprattutto quando sono piccoli, faticano ad esprimere quello che vivono a parole e il comportamento è l’unico canale per usano.
Difficoltà a relazionarsi, chiusura, timidezza sono caratteristiche che possono essere legate a temi molto diversi (carattere, reazione ad un cambiamento di vita recente, espressione di un disagio personale,..) e sarebbero da approfondire.
Potrebbe cercare di parlarne con lui, magari attraverso l’uso di una fiaba, e provare a cercare insieme delle strategie che gli siano di aiuto per affrontare questa difficoltà.
Ma se il disagio non diminuisse, vi suggerisco di non aspettare e rivolgervi ad uno psicoterapeuta per approfondire meglio la situazione. Solitamente, è previsto un colloquio iniziale con i genitori, alcuni incontri con il bimbo (si usano strumenti adeguati all’età come giochi e disegni) e un colloquio con i genitori per restituire loro una lettura della situazione e una proposta di percorso, ove necessario.
Rimango a disposizione se ha piacere di approfondire il discorso di persona.
Gentile utente, innanzitutto per poterle rispondere sarebbe necessario conoscere l'età del suo bambino, se è in età scolare o prescolare. Ad ogni modo, le consiglierei di chiedere una consulenza ad uno psicoterapeuta familiare, insieme al quale valutare la situazione. A volte piccoli interventi e consigli possono funzionare per sbloccare e risolvere la problematica del bambino e nello stesso tempo per rassicurare gli stessi genitori. Se la situazione invece dovesse richiedere un intervento diretto sul piccolo, lo stesso psicoterapeuta potrà indirizzarvi verso un collega specializzato in problematiche infantili. Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dipende dall’età del bambino. Se è molto piccolo si può aiutare affiancandolo nell’inserirsi nel rapporto con i coetanei, favorendo la frequentazione con gli altri bambini. Se è più grande, ci si può parlare per farsi dire direttamente da lui che cosa lo preoccupa. Se frequenta la scuola, nido, materna, o elementare, consiglio di consultare le educatrici o le insegnanti, per farsi raccontare cosa vedono loro e succede a scuola e comunque di costruire e mantenere un costante rapporto di comunicazione con loro
Un caro saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
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