Quando sto così male e mi viene da piangere e non ho la possibilità di avere al mio fianco la mia ps

20 risposte
Quando sto così male e mi viene da piangere e non ho la possibilità di avere al mio fianco la mia psicologa per motivi d'orario, festività o altro chi posso chiamare per sfogarmi? Non so gestire questi momenti da sola.
Non so con chi piangere in wuesto momento, la mia psicoterapeuta sta male e io non so come fare....
Aiutatemi vi prego...
Gentile Utente,
la terapia nasce come "contenitore", anche delle emozioni più forti e spiacevoli come la grande tristezza che sta provando e ci racconta. Mi sembra di intuire che la sua terapeuta sia indisponibile a causa di uno stato di malattia più o meno prolungato, e in questo caso sarebbe opportuno che le fornisse un nominativo in sua sostituzione temporanea. Qualora però le fosse proprio impossibile comunicare con lei, contatti l' Asl di zona per chiedere un supporto in un momento così complicato. Un caro augurio di buona fortuna

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Buongiorno, capisco la sua sofferenza e che possa essere difficile gestire e tollerare in solitudine questi momenti. L'obiettivo della psicoterapia è anche quello di interiorizzare e costruire degli strumenti insieme alla sua terapeuta che possano esserle d'aiuto nei momenti nei quali lei non è disponibile, in modo da renderla sempre più autonoma nel gestire le sue emozioni ricorrendo a delle sue risorse interne. Per il momento credo che possa parlarne con lei quando potrà rivederla in modo da costruire insieme delle strategie che le possano essere d'aiuto in momenti come questo. Le auguro buona fortuna, un caro saluto
Buonasera. Le separazioni per le feste o le ferie o le indisponibilità del terapeuta per malattia sono occasioni per ritrovare in sé quelle risorse interne consolidate con la terapia. Capisco la sofferenza ma proverei a cambiare prospettiva e a guardare dentro sé. La funzione terapeutica è anche qualcosa che si interiorizza e permette di recuperare consapevolezze e strategie apprese grazie al lavoro con la terapeuta reale. So che è difficile ma penso possa provare a gestire la temporanea assenza. Cari saluti
Concordo con la collega rispetto al chiedersi domande tipo :" se il terapeuta fosse qui cosa mi direbbe", tuttavia ignoro da quanta strada sia stata fatta e se avete raggiunto la fase per camminare un po' da soli. Dovrebbe ritornare al.come vi siete salutati, cosa le ha detto la.sua terapeuta rispetto a questa interruzione forzata
Cara utente, concordo pienamente con quanto scrivono i miei colleghi. Non abbiamo molte indicazioni sul tipo di terapia che stia facendo e sui tempi, ma sicuramente avrete lavorato sul contenimento di questi stati emotivi e su strategie di supporto. L'indisponibilità del terapeuta, a volte, permette di sperimentarsi e richiamare quanto espresso in seduta. Insomma, è il momento di mettere in pratica la teoria.
Se tutto ciò non bastasse, si faccia dare un riferimento dalla sua terapeuta, in sostituzione quando lei non può, o si affidi ad uno di noi che si può coordinare con la sua psicologa.
Un caro saluto.
Buongiorno, si dia ancora qualche giorno, se poi capisce che la sua situazione merita un'attenzione diversa, valuti la possibilità di rivolgersi ad un altro professionista. Se questo non è possibile, le alternative che ha in mano, purtroppo, non sono molte. Mi rendo disponibile per una consulenza on-line. Non esiti a contattarmi se ha bisogno. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Buonasera, chieda alla sua terapeuta di indicarle un collega che la possa ascoltare in questo periodo
Buonasera, la domanda che ci presenta è molto delicata e necessiterebbe di maggiori informazioni per poterle dare indicazioni che non contrastino con il percorso che sta seguendo. Se nulla dovesse cambiare in tempi congrui, o lei sentisse la situazione interna divenire insostenibile, provi a consultare un altro terapeuta che possa fungere da stampella in questo momento di solitudine, senza sostituirsi alla psicoterapeuta che la sta seguendo. Un sostegno momentaneo dunque, e non una nuova psicoterapia. Un caro augurio Dottsa Elisa Galantini
Gentile utente di mio dottore,
È terapeutico anche cercare di riuscire a vivere determinati momenti fuori dal setting terapeutico. Le sedute sono molto importanti ma poi il grosso del lavoro il paziente deve esercitarlo fuori da quell' ambiente che ha anche un connotato di protezione. Di queste difficoltá ne parli anche con lo specialista che la segue potrebbe esser di particolare rilevanza attivare delle riflessioni a tal proposito.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Signora, concordo pur'io coi colleghi che precedentemente Le hanno indicato quanto in un momento così difficile come quello che sta passando, potrebbe esser importante iniziare ad affrontare i Suoi malesseri e sconforto cavandosela da sola, evitando dunque di ricorrere necessariamente ad altri, come alla Sua psicoterapeuta - che non può esser sempre disponibile per Lei, specie adesso che sta male, come se chi Lei ha scelto per accompagnarLa in un Suo percorso, proprio adesso stesso non può esser al Suo fianco - o come ad un gruppo di psicoterapeuti, in questo caso quelli di MioDottore, come sperando che almeno qualcuno di questi potesse adesso esserci per Lei, laddove adesso stesso altri proprio non possono. Considerando inoltre che nel lavoro svolto fin adesso con la Sua stessa terapeuta potrebbe pure aver sviluppato strumenti capaci d'esserLe d'aiuto in un momento tanto difficile come questo, quando altri, specie la Sua terapeuta, non possono esser disponibili per Lei, proprio in questo momento potrebbe esser buono per Lei sperimentare quegli stessi strumenti come ciò che potrebbero renderLa progressivamente più autonoma nel gestire le Sue sofferenze; considerando perciò che nello studio si fa psicoterapia, ma la terapia, quale applicazione di quegli stessi strumenti, nella vita, come suggeritoLe, sembrerebbe esser arrivato per Lei il momento di passare adesso dalla teoria alla pratica. Aggiungerei pure che potrebbe esser utile per Lei registrare quel che esperisce nell'affrontare questo stesso periodo, per riparlarne poi, quando sarà ovvero nuovamente disponibile la Sua terapeuta oppure chi per lei se quest'ultima, per un qualche motivo, non dovesse più esserci. Un caro saluto, GB
Gentile utente, mi pare di capire che si trova in una situazione non prevista di sospensione di terapia perché la sua dottoressa sta male. In tal caso concordo con i colleghi di contattare un altro psicoterapeuta ( magari suggerito da chi la segue) per un supporto momentaneo.
Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, se la dottoressa che la segue per motivi personali non potrà più seguirla provi a conttatare un altro collega altrimenti se i tempi di attesa sono relativamente brevi si sforzi ad esercitare la pazienza.
Cordiali saluti
Buongiorno,
Non so se avete già lavorato sui momenti di separazione ma, se in questo momento non riesce a gestire la sua lontananza, valutate insieme un invio a qualche collega in modo tale da esser seguito al meglio

Cordialmente
Dott.ssa Stefania Romanelli
Buongiorno a lei,
concordo con i colleghi sia sulla terapeuta quale funzione di contenimento interiorizzata, sia sul fondamentale lavoro che si fa fuori setting. La stanza della terapia è lo spazio fisico e mentale in cui portare ciò su cui si è lavorato durante l'arco della settimana. Io suggerisco talvolta ai pazienti, durante separazioni prolungate dal terapeuta, di scrivere su un quaderno ciò che si vorrebbe dire dal vivo. La scrittura aiuta a dare un limite all'angoscia. Un caro saluto, dottoressa Margherita Maggioni.
Lo sfogo è un concetto idraulico, non cerebrale.
Cerchi sicuramente di usare “l’analista interno” per consolarsi, e se l’angoscia deborda indubbiamente cercare conforto e condivisione con qualcuno che lei ritiene all’altezza.
Con chi, dove e quando lo decida serenamente lei, come dire....in autonomia.
Buon lavoro con se stessa dunque...
A volte il proprio psicoterapeuta rappresenta le cose a cui possiamo aggrapparci per rimanere in piedi, spero che la sua dottoressa si riprenda presto e che vi possiate incontrare, le auguro il meglio, Adriano Principe
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente, non capisco se la sua terapeuta si è ammalata per un periodo tale per cui necessita l'interruzione della terapia per molto tempo o se si tratta di un tempo limitato. Nell'ultimo caso, ne parli appena si ripresenterà la seduta, con la sua terapeuta. Ci vorrà del tempo affinchè possa fare sue ed interiorizzare le risorse necessarie per affrontare momenti di tristezza senza sentirsi persi.
Un saluto,
Rosella Pettinari
Gentile utente, per risponderle adeguatamente sarebbero necessarie maggiori informazioni rispetto alla sua situazione terapeutica, quali: da quanto è in terapia, perchè, come mai non riesce a vedere la sua terapeuta in questo momento, perchè, quali sono gli accordi presi con lei in merito alla situazione... Ogni relazione è diversa e gestita come meglio è per il paziente, quindi non sapendo che cosa avete accordato tra di voi non so come risponderle. Sicuramente, la sua terapeuta è la persona più adeguata con la quale approfondire questo argomento. Qualora fosse impossibilitata a contattarla poichè in malattia improvvisa ed inaccessibile telefonicamente, e lei stesse eccessivamente male da non riuscire a contenersi da sola, potrebbe rivolgersi ai servizi di zona o ad un altro terapeuta privato per gestire momentaneamente la situazione. Le ricordo, però, che un adeguato percorso terapeutico ha come obiettivo anche quello di riuscire a gestire la distanza e la dipendenza dal proprio terapeuta. Potrebbero essere degli spunti sui quali riflettere in questo momento. Un caro saluto
Gentile, anche nei momenti più disperati, in cui l'isolamento fa rabbuiare qualunque orizzonte lei sa trovare la forza per chiedere aiuto, per essere presente in qualche modo per gli altri. Le tante risposte professionali al suo "message in the bottle" dei miei colleghi lo testimoniano. La relazione costruita con la sua terapeuta non è persa, anche se ora si trova in uno stato di indisponibilità. Le auguro di avere un contatto con lei quanto prima, anche solo per avere indicazioni su come attraversare questo periodo di lontananza. La saluto caramente

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