Quando si è soli nella vita e non si ha nessuno, se non la propria psicoterapeuta, cosa bisogna fare

19 risposte
Quando si è soli nella vita e non si ha nessuno, se non la propria psicoterapeuta, cosa bisogna fare?
Io non riesco a stare bene da nessuna parte, ma cosa devo fare, a chi mi devo rivolgere per essere felice?
Se voi (terapeuti) aveste una figlia di 24 anni con problemi di ansia sociale e somatizzazioni, in che modo l'aiutereste?

Spesso mi sono sentita dire da altri vostri colleghi "Non sei ancora pronta al cambiamento", "Forse non è ancora il momento", "Forse non vuoi cambiare davvero", allora vi chiedo un attimo di uscire dai panni del terapeuta e ragionare con la testa si, ma anche con il cuore, voi lascereste vostra figlia lasciarsi andare su di un letto, senza lavarsi, senza fare niente tutto il giorno ma aspettando solo che lei un giorno si alzi da sola da quel letto?
Cosa fareste voi?
Come reagireste?
In che modo aiutereste vostra figlia?

Spero di ricevere delle risposte a queste domande e non altre domande.

Io non riesco a cambiare, a fare le cose da sola nel vero senso della parola, riguardo le mie paure, chi può aiutarmi? In che modo?

Io soluzioni non ne vedo se non quella di isolarmi di nuovo da tutti.
Forse nessuno riesce davvero a capire come mi sento.
La psicoterapia forse non è l'aiuto che mi serve, dopo anni e soldi ancora i miei pensieri sono lì, la mia voglia di non fare nulla è lì, le mie ansie e paure pure.
Vorrei tanto che qualcuno mi prendesse per mano (letteralmente) e che mi togliesse da questa situazione. La mia volontà non esiste, e se c'è non è sufficiente.
Ho già abbastanza consapevolezza che mi ha dato anche la psicoterapia ma questa non mi basta. Io ho paura di fare le cose da sola, ci ho già provato tante volte e finisco per stare sempre peggio di come sto adesso.
Da chi devo andare che mi aiuti davvero?
Le parole non mi aiutano se non in piccola parte e momentaneamente, ma appena arrivo a casa chi c'è con me? Nessuno. Sono sola con il mio malessere. E come posso uscirne da sola in questa maniera?
Ma perchè con chiunque ne parlo sembra non comprendere?
I miei genitori sanno tutto ma non capiscono nemmeno perchè vado in terapia.
Qualcuno mi venga a prendere e mi porti via da questa vita orrenda.
Cara Ragazza,
quasi mai si è realmente pronti al cambiamento. Ciascuno di noi è un sistema che cerca equilibrio, e anche se fosse rappresentato da isolamento e somatizzazioni come nel tuo caso, o depressione o attacchi di panico per qualcun'altro, vive una tensione tra opposti: voglia di star meglio e fatica nel compiere i passi in quella direzione. Non ci sarà mai una mattina in cui svegliandoti sarai pronta al cambiamento, ma dovrai essere accompagnata in questo percorso, rimuovendo volta dopo volta gli ostacoli che te lo impediscono. Come il non sentirti davvero vista e capita nella tua sofferenza. Posso comprendere quanto questa attesa sia snervante, e quanto la soluzione sembri poter essere solo un salvataggio, ovvero di qualcuno che ti riporti a galla mentre senti il tuo corpo abbandonarsi. Ma non può essere così, perché il tuo contributo è e sarà fondamentale alla cura, e sopravvive nelle righe che ci hai scritto, in cui la richiesta di aiuto che fai è limpida. La terapia è un percorso da compiere l'uno fianco all'altro, paziente e terapeuta. Continualo con tenacia e fiducia incuriosendoti, ma non frustrandoti, per i passi che ancora non riesci a compiere. Un caro augurio di buona fortuna

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Buongiorno, la sua sofferenza è molto intensa e profonda, credo che la psicoterapia sia uno strumento efficace ma forse in questa fase sarebbe utile anche un aiuto di tipo farmacologico in quanto il suo stato di prostrazione è decisamente acuto. Purtroppo nessuno di noi terapeuti e nemmeno di noi genitori ha la ricetta della felicità, per essere felici è necessario essere parte del processo, purtroppo quando si sta male è difficile cogliere gli aspetti positivi di ciò che ci accade attorno e per questo c si sente vuoti e soli. Sicuramente con la sua terapeuta lei avrà già provato ad esplorare l'origine di questa sua sensazione, tuttavia forse riuscirebbe ad entrare meglio nel cuore del problema se riuscisse a portare il suo livello di malessere ad un livello per lei più tollerabile, forse allora sarebbe più incline a lavorare su ciò che è emerso in psicoterapia. Saluti Dott.ssa Michela Campioli
Cara, se la sua sofferenza la lascia nell'incapacità di agire da sola, se non basta la volontà e ciò che si aspetta è qualcuno che agisca fattualmente, con un atto, con un desiderio, allora non le resta che attendere che questa persona si manifesti e le offra una compagnia diversa da quella che le offre il malessere. I suoi genitori sembrano non rispondere all'appello; chi altri potrebbe?
SM
Cara ragazza,
Posso comprendere la sua sofferenza e allo stesso tempo quanta difficoltà abbia nel poter intraprendere le attività della sua vita regolarmente. Lo psicoterapeuta è una figura che può darle supporto, anche se nessuno può salvarla nei termini che indica lei. Dovrebbe in qualche modo trovare la forza anche dentro di sé proprio mediante l' aiuto di uno specialista e pianpiano sperimentarsi anche in situazioni che ritiene pericolose.
La psicoterapia in questo senso è una rete di protezione nella quale se anche ci possono essere dei momenti di difficoltà col tempo potrà fornirle gli strumenti per attraversa la vita. Continui il percorso iniziato e si affidi allo specialista che la stavseguendo
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, a 24 anni non si deve arrendersi e si deve perseguire con tutte le forze il benessere psicologico. Il suo caso secondo me va seguito in equipe, Vale a dire ausilio psicoterapeutico con risultati provati (e questo lo deve giudicare lei) e supporto farmacologico. Si rivolga alla clinica della sua città oppure in un centro privato dove più professionisti della salute lavorino insieme. Un abbraccio, dr.ssa Daniela Benvenuti
Cara ragazza, inizierò con il rispondere alla sua domanda: da genitore certamente non lascerei mia figlia dentro al letto, non starei a guardare mentre lei rimane ferma nella sua vita. Da psicoterapeuta lavorerei con lei attivando i nuclei della sua vita su cui è più semplice lavorare per poi arrivare pian piano a quelli più complessi. Mi farei affiancare da un professionista che possa seguirla farmacologicamente nella prima fase, dando una mano al nostro lavoro. In più se la situazione è molto grave chiederei anche un colloquio con i genitori per cercare di trasmettere loro alcune strategie che possono mettere in atto per aiutarla. Non starei a guardare nemmeno da psicoterapeuta, la vita ha diritto e necessità di essere vissuta! Valuti l'idea di cambiare figura di riferimento o parli con la sua psicoterapeuta per capire cosa ne pensa di un aiuto farmacologico. Se ha bisogno di dubbi o domande rimango molto volentieri a sua disposizione.
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente, la psicoterapia è stata una scelta adeguata e spero che lei la stia praticando. Non conosco il suo caso e ovviamente parlo a titolo molto generico ; ma prenderei in considerazione l'eventualità di un appoggio farmacologico da parte di una psichiatra. Cosa farei al posto dei suoi genitori? Penso che la porterei di peso fuori di casa, ma sapendo che ciò non sarebbe risolutivo. Ci proverei ma credo che lei forse cerchi ancora chi si occupi di lei, qualcuno da cui dipendere. Continui il percorso e pensi che può prendersi cura di sé stessa anche solo come impegno pensato e non sentito con il cuore. Mi auguro che continui il suo percorso e vedrà che la vita non è sempre così orrenda ma può avere anche belle sfumature di colori.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno. Quanta rabbia arriva tra le righe, almeno così io penso!
Non so però se lei davvero stia ricevendo una esperienza, in quanto dalla sua lunga e sofferta richiesta mi verrebbe da dirle: "Se non ci fosse la sua terapeuta cosa le accadrebbe?". Le assicuro che non è la mia ne' una domanda retorica ne' una provocazione. Ma l'unica risposta che per me ha senso dare alla sua domanda
Gentile Signora lei ha fatto già una scelta molto importante che sicuramente le darà dei risultati. Continui a lavorare su questi aspetti con il suo terapeuta. Non è semplice stabilire i tempi di questi cambiamenti e la loro portata ma nonostante ciò ci sono sempre. "Ho già abbastanza consapevolezza che mi ha dato anche la psicoterapia ma questa non mi basta. Io ho paura di fare le cose da sola" sono le sue parole, continui su questo lavoro ci saranno ancora altre "consapevolezze". Un cordiale saluto.
Buonasera, la sua riflessione e le sue domande spingono a pensare, a interrogarsi anche sul come rispondere. Questo sembra essere il suo movimento interno: muovere l’altro affinché possa prenderla per mano e condurla verso una “soluzione”. Purtroppo, come già espresso dai colleghi, nel mondo della psicoterapia questo meccanismo non funziona, non comunque a lungo termine. Però viene da chiedersi perché rivolge la sua Domanda a degli psicoterapeuti: forse il lavoro che sta facendo su se stessa sta dando molti più risultati di quanto riesce a percepire. Non si arrenda a quelle parti di sé che cercano con tutte le forze di sabotarla, oggi forse c’è solo la psicoterapeuta ma questo non certifica che sarà sempre così. Un caro augurio Dottsa Elisa Galantini
Cara ragazza,
riporti una sofferenza molto grande e mi sembra che la psicoterapia sia un aiuto utile ma che la fatica che fai di giorno in giorno sia così opprimente da spingerti a credere di non star facendo grossi progessi. Purtroppo restare in attesa di chi può salvarci può essere snervante allo stesso modo e spesso, senza il nostro contributo, non ci porta molto lontano. A mio parere, quando il malessere sperimentato è così radicato e disperatamente vissuto, la sola psicoterapia può non essere sufficiente, poichè non abbiamo quello spazio interiore necessario ad elaborare vissuti e prospettive di cambiamento. Hai mai pensato di parlare con il tuo medico di base e valutare una visita psichiatrica specialistica? A volte, il lavoro combinato di farmaci e psicoterapia può essere una soluzione temporanea in momenti di crisi protratta.
Cordialmente,
Dott.ssa Eleonora Pinna
Ne parli con il suo terapeuta: dubbi, delusioni, fatica, giudizi...tutto rientra nel lavoro psicoterapeutico. Auguri!
Buongiorno, le sue parole mi hanno colpito.
Ahimè, purtroppo i disturbi d'ansia sono molto invalidanti e le" parole" non sono il motore del cambiamento.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una guida fisica e presente, che, accompagnandola nelle varie situazioni in cui lei si trova in difficoltà, la aiuterà a trovare la strategia per il suo cambiamento.
dott Tealdi
Buonasera, cerchi di confrontarsi con la sua psicoterapeuta che già conosce la sua storia, le dia ancora fiducia ed elabori il perchè di tutte queste domande a cui non sono date delle risposte. Inoltre, trapela dalla sua domanda uno stato depressivo, quindi sarebbe bene che insieme con la psicoterapia consulti uno psichiatra per una terapia farmacologica. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Ho letto con attenzione la tua richiesta di riposte rispetto al vuoto e l'immobilismo che senti di avere vicino, credo che tu abbia una chance proprio perchè ti poni domande e vuoi risposte, credo sia opportuno che sia tu che i tuoi genitori vi dobbiate far seguire. Credo che sia importante per te avere un posto dove essere ascoltata e " Vista" ma non con gli occhi ma con empatia. Parti dalle risorse che hai ...sono certa che se guardi dentro di te le troverai...sicuramente la terapia può aiutarti a trovare il tuo "Centro." Prova a crederci. dott.ssa Rosalba Mannu
Dolore! integralmente dolore.
l'ho sentito come psicoterapeuta, come mamma e come donna.
hai tutto il diritto di gridare la tua rabbia e il senso di solitudine e di impotenza che provi proprio perché ti sei già affidata e sembra che non resti più niente. Sappi però che tua figlia potrebbe anche solo avere un ritardo nel pruning, in genere l'età massima è proprio 24 anni, ma io ho visto diversi ritardi in tal senso e un miglioramento dei ragazzi che finalmente prendono tra le mani la propria vita con consapevolezza.
Pruning significa potatura, è il processo di eliminazioni delle sinapsi inutilizzate e il rafforzamento di altre, è un processo che mette in ordine la corteccia prefrontale, un'organizzazione necessaria per accedere alla completa maturità.
Un forte abbraccio
dott. Tiziana Vecchiarini
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Non esistono soluzioni risolutive, e non ci creda se gliele propongono; nessuno può agire al suo posto.
Esiste solo la sua tenacia, quella parte di lei che nonostante l’angoscia cerca ancora un aiuto, la porta a scrivere qui e a raccontarsi.
Nella sua narrazione troverà tutto ciò che cerca; ma ha ragione, non da sola, continui ad affidarsi ad un terapeuta che la prenda “per mano” senza dover prendere il suo posto. Impari ad affidarsi autenticamente.
Un caro saluto
Cara ragazza, viviamo in un momento storico molto complesso, spesso le paure e le ansie sono dietro l'angolo, e spesso la grande sensibilità può portare ad amplificarle, orientarsi non è facile. Ciò non toglie che ciascuno di noi possa mantenere o alimentare la scintilla di vita che ci anima. Hai ragione, le parole non bastano. In realtà sono i contenuti profondi dei nostri pensieri e delle nostre emozioni che dovrebbero guidare le nostre azioni. Abbiamo grandi risorse potenziali che vanno espresse e implementate in una progettualità di vita che ci consenta di sentirci bene con noi stessi e con gli altri. Questo però è un processo attivo di conoscenza di sé e del mondo. Ci sarebbe molto da dire, ma una cosa davvero importante che mi permetto di trasmetterti è quella di non lasciarti andare in un'attesa. Non arriva energia, non produci energia e il pensiero si impoverisce perché collassa e si amplifica automatizzando il negativo. Le vie d'uscita sono sempre possibili ma occorre essere esploratori attivi e darsi un po' di fiducia per riavviare "i motori". Gli altri possono affiancarci ma è necessario che la spinta interiore possa partire da noi. Un caro saluto.

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