quando mangio qualcosa che so che sviluppa lo andare in bagno, se so che sto a casa e ho un bagno a

13 risposte
quando mangio qualcosa che so che sviluppa lo andare in bagno, se so che sto a casa e ho un bagno a portata di mano non mi viene di andarci nonostante il cibo lo stimoli, questo succede soprattutto il weekend in cui divento "stitico" sapendo che sto a casa, invece ogni mattina che devo andare a studiare fuori casa poco prima di uscire mi viene da andare in bagno con tanto di mal di pancia spesso addirittura. sono quasi 5 anni che ho sta "cosa" non so neanche come definirla, e col passare del tempo ho capito che per il 70% è una cosa psicologica di ansia o roba del genere. Consigliatemi qualcosa da fare per far smettere questo problema
Salve, quello che lei descrive è una situazione che potrebbe essere legata a una forma di ansia anticipatoria o a un'abitudine psicologica che si è instaurata nel tempo. Questo tipo di condizione può influenzare il sistema gastrointestinale, poiché la connessione tra mente e intestino è molto forte. Potrebbe provare a ragionare sul perché andare fuori casa le provoca questo stato di agitazione. Uno psicologo potrà aiutarla ad esplorare le cause dell’ansia, aiutandola a mettere a punto strategie per gestirla efficacemente e riacquisire una condizione di benessere.

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Buonasera, immagino sia molto difficile per lei vivere in questa situazione che dura peraltro da parecchio tempo. Bisognerebbe comprendere che cosa il sintomo di cui le soffre le sta dicendo, che cosa rappresenta nella sua vita e nella sua storia personale, quali paure profonde nasconde e questo può essere fatto solo all'interno di un percorso di cura. Provi a rifletterci.
Gentile utente, mi spiace molto per il suo disagio. Il mio consiglio è di provare a indagare come mai prova ansia, se di questo si tratta. Qualsiasi altro rimedio potrebbe alleviare temporaneamente i sintomi, ma non risolvere il problema alla radice. Se la sua reazione è dovuta a qualche preoccupazione, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a stare meglio.
Resto a disposizione, anche online, in caso fosse interessato.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Buonasera,
Se sono state escluse cause organiche potrebbe essere indice di un disagio emotivo che "si fa sentire" attraverso segnali corporei. Se così fosse, sarebbe necessario comprendere il motivo più profondo a cui è legato e pianificare un piano di intervento (attraverso un percorso psicologico).

Cordiali Saluti,

Dott.ssa Alice Salas Iturra - Psicologa di area Neuropsicologica
Buonasera, Quello che descrive sembra mostrare come corpo e mente siano un unico sistema in costante dialogo. In alcuni momenti, come quando deve uscire, il suo corpo sembra rispondere a un contesto percepito come diverso o impegnativo, adattandosi a suo modo per gestire la situazione o allarmandosi. Sembra un segnale da approfondire ed esplorare. Cosa succede se prova a chiedersi cosa accade dentro di lei in quei momenti, senza giudizio, solo con curiosità? A volte, osservare queste dinamiche può già essere un primo passo per comprenderle meglio e sentirsi meno in balia.
Gentile utente,
quello che descrive potrebbe essere un sintomo che manifesta ansia o disagio nell'abbandonare, anche solo temporaneamente casa sua.
E' difficile, però, capirlo con così pochi elementi a disposizione. Per esempio, per parlare di una sindrome di ansia, si dovrebbero avere uno o più inneschi, situazioni o contesti che hanno un potenziale ansiogeno su di lei, oppure persone con cui non ha piacere di intrattenersi.
Con il supporto di uno psicologo/a potrebbe chiarire se ci sono realmente le circostanze per parlare di un disturbo d'ansia e di che tipo.
La regolarità intestinale, ad ogni modo, è un indice di salute fisiologica innanzitutto e, come tale, va approfondito anche l'eventuale aspetto legato alla nutrizione, al ritmo sonno-veglia e alla funzionalità dell'intestino.
Restando a disposizione, le auguro il meglio.
Dott. Antonio Cortese
Grazie per aver condiviso questo aspetto della tua esperienza, che può essere davvero fastidioso e limitante, soprattutto quando influisce sulle tue giornate e sulle attività fuori casa. È importante riconoscere come il corpo e la mente possano influenzarsi a vicenda, e sembra che tu abbia già intuito che questa “urgenza” ha una componente psicologica e legata all’ansia. Quello che descrivi è in effetti un fenomeno comune nelle persone che provano ansia anticipatoria: l’idea di dover uscire, magari senza il controllo su dove e quando poter usare un bagno, può attivare una reazione di allarme nel corpo. Questa reazione spesso stimola il sistema digestivo, come parte di una risposta fisiologica a situazioni di stress, facendo sì che l’urgenza aumenti. Al contrario, quando ti trovi a casa e sai di avere tutto sotto controllo, il bisogno sembra affievolirsi perché non c’è più la stessa sensazione di minaccia. Un primo passo potrebbe essere quello di lavorare su questo ciclo di “pensiero-ansia-risposta fisica” attraverso alcune tecniche specifiche di gestione dell’ansia. Ad esempio: esposizione graduale: prova a fare delle “uscite” in cui, per un breve periodo di tempo, ti esponi alla situazione senza cedere subito alla spinta di “andare in bagno”. Inizialmente potrebbe trattarsi solo di uscite molto brevi e vicine a casa, con l’obiettivo di insegnare al corpo e alla mente che anche uscendo il controllo si può mantenere. Man mano puoi aumentare la durata e la distanza. Respirazione profonda e rilassamento muscolare: prima di uscire di casa, dedica qualche minuto a un esercizio di respirazione profonda o a un rilassamento progressivo del corpo. Rallentare il respiro e rilassare i muscoli, specialmente quelli addominali, può aiutare a ridurre l’ansia anticipatoria e la risposta fisica del corpo. Ristrutturazione cognitiva: ogni volta che noti pensieri come “E se non trovassi un bagno?”, prova a rispondere con pensieri più realistici e rassicuranti, come “Posso farcela, sono in grado di gestire questa situazione” o “Non è una situazione di emergenza reale; il mio corpo reagisce in base alla mia ansia, ma è una sensazione passeggera”. Tecniche di visualizzazione: alcune persone trovano utile immaginare mentalmente le situazioni che creano ansia, visualizzando un’uscita di casa dove il corpo si sente tranquillo e rilassato. Fare questo esercizio immaginativo può aiutare a ridurre il timore legato alle uscite, poiché la mente si abitua a vivere la situazione in modo più positivo. Con il tempo e la pratica di questi esercizi, è possibile che tu riesca a ridurre la sensibilità di questa risposta del corpo, rendendo le uscite meno stressanti. Se senti che questa situazione continua a limitarti, considera di approfondire il lavoro con uno psicologo cognitivo-comportamentale, che potrà supportarti nell’identificare ulteriori tecniche specifiche per affrontare e trasformare questa ansia. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve e grazie per il suo messaggio. Se non ci sono cause di natura organica legate alla sua stitichezza e ha svolto gli opportuni controlli medici, è possibile che si tratti di un sintomo di natura psicosomatica. Andrebbero approfondite, insieme ad un professionista, alcune caratteristiche più specifiche dei suoi sintomi, ad esempio caratteristiche di natura contestuale, se ci sono altri casi simili nella sua famiglia, se si verifica sempre e solo quando resta a casa o anche nel caso in cui debba andare in un posto particolare. L'addome e lo stomaco sono spesso sedi in cui le emozioni vengono maggiormente percepite e in cui esse possono provocare anche veri e propri dolori o fastidi quando si accumulano e restano inespresso o irrisolte. Quello che lei descrive può essere associato ad una forma d'ansia nel momento in cui deve uscire di casa o, viceversa, ad un blocco nel restare dentro casa ma è necessario approfondire diversi aspetti per capire meglio la reale natura del sintomo, è possibile che lei si trovi a vivere spesso in circostanze che richiedono un suo "controllo" e che quindi questo "trattenersi" si riproduca poi anche a livello intestinale. Provi a capire meglio cosa le sta dicendo il suo corpo nel momento in cui deve andare fuori casa o viceversa nel momento in cui resta, poichè spesso l'intestino è metafora di come si affrontano le situazioni anche esternamente.
Gentile utente, di primo acchito il sintomo che descrive sembra essere di carattere psicosomatico, ciononostante le informazioni da lei fornite sono troppo poche per soddisfare la sua richiesta, soprattutto perché se fosse una manifestazione d'ansia, come lei sospetta, occorrerebbe indagare approfonditamente la questione per comprenderne le cause. Dunque le consiglio di rivolgersi ad un professionista che la possa accompagnare verso uno stato di maggiore consapevolezza e verso la risoluzione del suo problema.
Un caro saluto
Gentile utente,

il nostro corpo è costantemente in comunicazione con la nostra mente e di conseguenza coi nostri pensieri e con le nostre emozioni. Si tratta di molto di più di un semplice scambio d'informazioni: corpo e mente costituiscono infatti un'unità indivisibile tale per cui l'uno influenza l'altro. L'ansia, di fatti, può avere manifestazioni molto fisiche come per esempio tachicardia e sudorazione (le più comuni) ma non è raro che si associ anche ad alterati funzionamenti intestinali. Questo per dirle che, una volta esclusa la causa più prettamente organica e assodata la contingenza con fattori "psicologici, come li definisce lei, sarebbe utile indagare il suo funzionamento psicologico e cosa sta succedendo nella sua vita che potrebbe collegarsi a questo problema. Non esiste qualcosa che le posso consigliare per "far smettere questo problema" se non l'inizio di un percorso terapeutico che la possa aiutare ad orientarsi nell'introspezione.
Un caro saluto,

Dott.ssa Sara Corti.
Salve, in primis la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza; in secondo luogo volevo spendere qualche parolina al riguardo.
Ciò che lei descrive è una condizione difficile da sostenere in quanto mi rendo conto di quanto debba essere limitante ma potrebbe essere legata a molteplici fattori sia psicologici che fisiologici.
Potrebbe trattarsi di paura, ansia sociale, ansia da "perdita di controllo" o potrebbe trattarsi di stress.
Vede, sono tante le cose che potrebbero scaturire tale condizione "disagiante" ma le consiglio di approfondire la questione con un professionista quindi la invito ad arrivare più a fondo con l'aiuto di un supporto psicologico.
Un caro saluto e spero riesca a risolvere :)
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, sì come ha detto anche lei è possibile che sia legato all'ansia del dover uscire e non poter andare in bagno "al sicuro" dentro casa. Potrebbe indagare cosa quest'ansia cerca di comunicarle, capire qual è la "minaccia" che le scatena questo meccanismo, attraverso ad esempio delle consulenze psicologiche. Inoltre, potrebbe trovare delle strategie comportamentali per ovviare al problema. Resto a disposizione nel caso decida di affidarsi ad un percorso psicologico.
Cari saluti,
Alessandra Arena

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