Quando la fede può diventare una vera e propria patologia? Salve, vi scrivo per un argomento apparen

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Quando la fede può diventare una vera e propria patologia? Salve, vi scrivo per un argomento apparentemente "filosofico", ma ho davvero bisogno di un consiglio perché mi sta rendendo la vita un inferno. Ho 34 anni, e il prossimo anno mi sposerò con la compagna con cui sto da più di 10 anni. Il problema non sono io, e neanche lei, ma sua madre. Premetto che le voglio un bene dell'anima, ma la sua presenza sta diventando davvero angosciante. Io e la mia compagna ci conosciamo da quando avevamo 17 anni, e a 20 anni ci siamo fidanzati. Quindi, sua madre la conosco da sempre, e l'ho sempre conosciuta come una donna ESTREMAMENTE devota. Già all'epoca faceva discorsi sull'imminente apocalisse, sul fatto che lei si considerasse una "prescelta" della madonna. Ma col passare del tempo, questa cosa è andata a peggiorare. è una donna di fronte alla quale esclamazioni del tipo "cristo santo", o semplicemente "eh, madonna!" per lei equivalgono a bestemmie/imprecazioni, motivo per cui basta un niente per far scaturire aggressive discussioni, dove lei va in totale escandescenza. Qualche anno fa si è voluta trasferire in una casa a due piani per organizzare il piano di sotto come luogo di preghiera, nonché "bunker" apocalittico, dove ha tappezzato un intero armadio pieno di provviste. Non mette il rossetto perché è da "peccatrici", non si può parlare di sesso perché per lei svilisce la figura femminile, è una complottista convinta (novax, il covid non esiste, etc). Una volta eravamo in un locale e c'era la musica dal vivo, e la band stava cantando una canzone dei maneskin (non ricordo il nome nello specifico), ma c'è una strofa che ripete tipo "nel nome del padre, del figliolo e dello spirito santo", e lei ha chiamato il proprietario lamentandosi, iniziando a dire che canzoni del genere erano da censurare. è una donna a cui non si può nominare la parola "psicologo" perché la reputa indegna, dicendo sempre che è un mestiere inutile e dannoso, e che l'unico psicologo che esiste è Dio. Quest'anno, il mio compleanno è caduto nel venerdì prima della Pasqua, e lei si è rifiutata di venire a cena fuori (costringendo anche il marito, e litigando con la mia compagna), in quanto per lei quel giorno è un lutto, dato che cristo ha sofferto e quindi non è da bravi cattolici andare a festeggiare (si è anche presa il giorno di ferie a lavoro). Ce ne sarebbe molto da dire, ma mi fermo qui, dato che penso che un'idea ve la possiate essere fatta. Veniamo al punto: ultimamente sto discutendo molto con la mia compagna, perché lei tende ad essere un po' troppo succube di sua madre, coinvolgendo spesso anche me in questi "deliri". Lei tende sempre ad accondiscendere per non starla a sentire, dicendomi sempre di lasciar perdere e che lei è fatta così. Parallelamente al matrimonio, tra 4 mesi avremo un bambino. Io sono sempre stato ateo, e la mia compagna, di per sé, è abbastanza indifferente ai discorsi religiosi.. tuttavia, io ho espresso la decisione di non voler battezzare mio figlio. Per la mia compagna è uguale, ma ovviamente per la mia futura suocera no. Qualche tempo fa non mi rivolse la parola per un mese, e sono venuto a sapere che lei, di nascosto, avrebbe contattato un parroco per effettuare questo battesimo segretamente, a mia insaputa. Abbiamo programmato il viaggio di nozze, tra cui l'Egitto come meta, e lei si è messa in mezzo perché luogo di religione e credenze false, e quindi blasfeme. Io ho consigliato alla mia compagna un intervento coatto psicoterapeutico, perché penso che sia impossibile che questa sia solo e pura "fede". Quindi, le mie questioni sono fondamentalmente due: 1) è possibile che un tipo di fanatismo così accentuato possa nascondere, in realtà, uno stato patologico? 2) sto avendo fortissimi dubbi riguardo la mia relazione, in quanto vedo la mia compagna poco ferma di fronte a questa figura materna, e finché eravamo giovani e normali fidanzatini, potevo anche mandarla giù, ma adesso la cosa inizia veramente ad appesantirmi. Tendenzialmente, sono una persona molto razionale, che di fronte a delle difficoltà riesce sempre a prendersi il suo tempo per valutare bene il da farsi, senza cadere in scelte o azioni impulsive di cui potrei pentirmi. Ma questa volta sono in seria difficoltà, perché la mia compagna sembra avere due facce: con me, una donna indipendente, mentalmente aperta, sorridente, intraprendente, con cui sto davvero bene. Ma in presenza di sua madre ritorna ad avere 5 anni, vivendo sua madre come una sorta di tiranno verso il quale non si può e soprattutto non si deve discutere. Vi ringrazio per l'attenzione.
Salve,
qualsiasi aspetto della vita di una persona, se portato avanti in modo ossessivo, distaccato dalla realtà e scarsamente empatico nei confronti dei punti di vista diversi dai propri, può nascondere uno stato patologico. Tuttavia, da quello che scrive penso sia importante riflettere su un altro punto: perché, dopo una relazione di molti anni durante i quali già era esposto a queste questioni, proprio adesso stanno diventando di capitale importanza? Da quello che scrive, state per diventare genitori, e questo passaggio può muovere tantissime emozioni ambivalenti, specialmente in relazioni che sono nate in età giovanile. C'è il rischio di spostare tali emozioni e preoccupazioni su sua suocera, piuttosto che affrontare i cambiamenti verso i quali sta andando la vostra unione. Alcuni colloqui psicologici potrebbero aiutarla a fare chiarezza ed uscire da una posizione pericolosamente rivendicativa, in un momento così delicato della vostra vita di coppia.

Con cordialità,
Dr. Preziosi

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Buonasera gentile utente, la situazione con sua suocera e la sua compagna è sicuramente complessa e delicata. Capisco la sua frustrazione e le sue preoccupazioni. Il fanatismo di sua suocera può nascondere uno stato patologico, quindi penso che lei debba esprimere chiaramente le sue preoccupazioni e sentimenti alla sua compagna anche in vista del bambino che sta per nascere. Vi consiglio di cercare supporto insieme, come una terapia di coppia. Un terapista può aiutarvi a comunicare in modo efficace e a sviluppare strategie per affrontare le difficoltà. Per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online, un cordiale saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buongiorno, da quello che descrive la religione per sua suocera ha assunto una forma di ossessione e per rispondere alla sua domanda sì, può essere indicativo di uno stato psicopatologico. Detto questo la situazione è molto delicata data la totale assenza di consapevolezza e i sintomo totalmente egosintonico. Le consiglio di chiedere un supporto di coppia per lei e la sua compagna: è importante avere uno spazio comunicativo in cui entrambi possiate comprendere e confidare all'altro ansie e preoccupazioni per ritrovare un piano di cooperazione anche in merito a come gestire la situazione attuale con la suocera, soprattutto in un momento così importante come l'arrivo di vostr* figli*. L'aiuto di un esperto può aiutarvi a capire come è meglio agire e quali sono le possibilità concrete, oltre a capire meglio ed accogliere il punto di vista dell'altro.
Buongiorno,
Le consiglio di parlare apertamente, seppur con tatto, con la sua compagna; credo infatti che ciò potrebbe rassicurarla e rinforzare la vostra relazione già in trasformazione con l’arrivo del bambino.

Cordiali saluti,
Giada Bruni
Buongiorno,
la difficoltà della sua compagna a mettere dei confini tra voi e la madre può nel tempo determinare una problematica di coppia molto seria. Credo possa proporre alla sua ragazza di affrontare tale questione in un contesto protetto che solo una psicoterapia di coppia potrebbe fornirvi.
Nel caso resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, tentare di sfidare un delirio (in ogni sua forma) è essa stessa attività delirante. La domanda è, visto che non c'è spazio per la razionalità e la cosa è nota da tempo, come mai improvvisamente diventa così importante e come mai improvvisamente pretende che la sua compagna prenda una posizione netta di contrasto nei confronti di sua madre? Dal momento che le premesse erano note avrebbe proprio dovuto pensarci prima ora rischia di essere percepita come un eccessivo impuntarsi su cose che hanno un grosso significato (magari simbolico) solamente per lei (vedi no battesimo). Rischia di mettersi in una posizione specularmente contraria a sua suocera solo per principio, generando le medesime sensazioni.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, la situazione che ha descritto è molto complessa. Anche perché riguarda vari livelli, quello individuale di tutti i membri, incluso il suocero, quello di coppia, quello vostro e anche la dinamica familiare dove non si sa se nell'atteggiamento della sua compagna c'è più rassegnazione per la gravità della madre o effettiva dipendenza.
14 anni di fidanzamento oltretutto sono tanti, e va dato un significato anche a questo.
La domanda è: chi sente il problema?
Lei si sta spaventando solo ora con l'avvicinare del matrimonio, e con l'arrivo di un bambino?
In base a chi sente il problema va deciso il Setting.
Rimango disponibile per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dott.saa Monika Elisabeth Ronge
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Buongiorno, come mi ha descritto ,con la sua compagna può provare a dialogare ed esprimere chiaramente in tal modo il suo pensiero; di conseguenza decidere insieme quanto spazio dare alla madre della sua compagna e se e come possa interferire nelle vostre decisioni relazionali. Per quanto concerne il quesito che lei ha posto, non possiamo affermare se questo comportamento possa essere determinato da una vera e propria patologia. L'unico consiglio che potrei suggerirle è, per quanto possibile , ''accettare formalmente'' ed 'ignorare' contestualmente qualsiasi forma di provocazione ,conoscendo il carattere particolare di sua "suocera"; forse la sua compagna asseconda questo comportamento della madre al fine di non cercare lo ''scontro'', conoscendo bene il suo carattere particolare.
Buonasera la sua situazione e' complessa e se non viene arginare e definita rischia di trasformarsi on una situazione problematica. L arrivo del bambino che vede la trasformazione della vostra coppia in genitori necessita di uno spazio di confine che voi genitori dovete avere rispetto a scelte che riguardano la vita del piccolo. La sua futura moglie dovrebbe creare degli argini alla invadenza della madre in modo da proteggere la vostra privacy familiare. Se non dovesse essere capace a causa del suo legame di dipendenza dalla madre, sarebbe utile una consultazione di coppia che vi aiuti a creare limiti e confini relazionali che potranno in futuro fare bene alla futura realtà familiare. Se volete resto a disposizione
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento difficile ed è giusto che sappia che ha diritto a chiedere aiuto ora che il percorso si fa tortuoso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
Tra l’altro, la sua domanda ha un contenuto rilevante, è preziosa per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare un’opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto, restando a disposizione.
Salve, comprendo la difficoltà ma le suggerisco di parlare con la sua compagna. Di condividere con lei quello che pensa e quello che prova.
Sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia anche per acquisire strumenti per gestire la sua emotività.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentilissimo, la ringrazio per questa sua preiosa condivisione.
Posso solo immaginare quanto possano essere forti le sue preoccupazioni e i suoi dubbi in un periodo così denso di cambiamenti.
Gli altri cambiano se vogliono e se possono cambiare.
Quello che può fare per migliorare il rapporto con la sua compagna è trovare un suo spazio per riflettere sulle risorse che può impiegare al fine di perseguire ciò che conta per lei e nella sua relazione

Un caro saluto

Camilla
Buongiorno, la sua non è una domanda filosofica, ma una domanda sulle sue prossime scelte di vita.
Lei è fidanzato da 10 anni e ha un buon rapporto con la sua futura moglie e madre di suo figlio. I suoi dubbi riguardano la scelta del matrimonio, scelta che si fa in due.
Immagino che la madre della sua compagna desideri delle nozze religiose e che il vostro dissenso, come nel caso del Battesimo, susciti malumore nella sua fidanzata, la quale, forse, non vorrebbe dare dei dispiaceri così grandi alla madre.
La sua fidanzata è in difficoltà come lei, davanti alle vostre prossime scelte e alle richieste della madre, persona dalla quale per ora non riuscite a sganciarvi. Non so se la sua compagna abiti ancora con la madre, se si, capisco come sia difficile per lei lasciar perdere le affermazioni di una persona che trova il senso della sua vita nel suo credo, diventato un fanatismo religioso, più che una fede.
Forse la distanza fisica con le nozze potrebbe aiutare la sua compagna a trovare un suo spazio personale nel quale possa essere se stessa, senza dover essere la donna accondiscendente quando è con la madre o la donna indipendente quando è con lei.
Ed infine, non certo di minore importanza, si fermi a riflettere sulla sua prossima paternità, un figlio vi fa diventare genitori e vi porta dall'essere figli all'essere genitori, in qualche modo vi porta su un piano paritario con i vostri stessi genitori. Lei non dice come siano i suoi rapporti con i suoi stessi genitori e quale sia la loro influenza su di voi.
La lascio con questi pochi spunti di riflessione perché sono molti gli elementi da esaminare, dei quali si potrebbe ancora parlare.
Cordiali saluti

Gentile,
è comprensibile la preoccupazione che prova nei riguardi della sua relazione. E' certamente una situazione molto delicata, soprattutto se il comportamento della futura suocera incide in qualche modo sul vostro rapporto di coppia.
Capisco i suoi dubbi sulla possibilità che dietro ad una fede così profonda (forse potremmo azzardare il termine "fanatismo") possano celarsi problemi più legati alla psicopatologia, ma questi dubbi possono essere fugati solo ed esclusivamente con un approfondito esame clinico psichiatrico.
Mi sento di suggerirle, come prima cosa, di provare a parlare con la sua compagna di queste sue sensazioni: non tanto dei comportamenti di sua suocera in sé, ma di quanto lei si senta appesantito da questa situazione e la sua paura che possa cambiare qualcosa tra di voi.
Infine, credo che visto il matrimonio e il figlio in arrivo e alla luce di una relazione che dura da così tanti anni, possa valere la pena rivolgersi ad un terapeuta di coppia per affrontare insieme questi temi così delicati.

Cordialmente,

Dott.ssa Francesca Tugnoli
Gentile Utente mi spiace per la situazione che sta affrontando.
Rispetto alla sua prima domanda la risposta è affermativa, la modalità in cui sua suocera sembra vivere la fede religiosa, con ossessione e rigidità, può essere la manifestazione di un malessere psicologico.
Quello che più conta però è come la sua presenza sta impattando su di voi e sulla vostra relazione. Credo che lei e la sua compagna dovreste avere un dialogo aperto e profondo su ciò che vi sta accadendo, in termini individuali e di coppia, in modo particolare considerando l'imminente matrimonio e la nascita di vostro figlio.
Una consulenza di coppia può essere uno spazio in cui esplorare e risolvere questa crisi.
Cordiali Saluti
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Sicuramente, le alterazioni dello stato della realtà, ossessioni e convinzioni assolutistiche, così come le ruminazioni possono essere indice di uno disturbo patologico. La cosa più importante è che ciò non impatti sulla sua relazione di coppia e sul bimbo in arrivo. Mi sembra che il comportamento della sua compagna sia la conseguenza di meccanismi di difesa: ciò si può notare dalla passività nei suoi confronti (sottomissione) o dall'evasione tentando di non dar peso o minimizzare quanto la madre dice (evitamento protettivo). La sua compagna li utilizza per "sopravvivere" e per cercare di soddisfare i suoi bisogni e desideri senza che vengano sopraffatti dal comportamento della madre (ad esempio, vivere una vita serena con lei-compagno e con lei-madre).
Consiglio a voi di iniziare una terapia di coppia che possa ristabilire l'equilibrio relazionale e vi possa sostenere e farvi da guida su come gestire queste dinamiche. Anche una terapia personale per la sua compagna potrebbe permetterle di ottenere gli strumenti per gestire sè stessa, i suoi bisogni, desideri e obiettivi di vita e costruire un'immagine di sè solida ed equilibrata.
Resto disponibile per ulteriori domande.
In ogni caso, le faccio un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Salve, si puo' essere una patologia quella di sua suocera , fossi in lei mi porrei domande sulla vostra vita privata e sugli spazi da riservarvi, la figlia cioè la sua compagna avrebbe bisogno di essere ascoltata per conoscere quanto questa madre possa realmente invischiarsi nella vostra vita.
Buongiorno, mi sembra che sia molto più facile, produttivo ed indicato che sia la sua compagna a consultare uno psicologo psicoterapeuta che possa rafforzare le sue normali e legittime spinte all'indipendenza di giudizio e di comportamento nei confronti della propria madre. Ciò è ottenibile in genere in poche sedute con la terapia breve strategico-gestaltica, anche on line. Qualora la sua compagna sia contraria, le consiglio di recarsi lei dal medesimo professionista allo stesso scopo.

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