Quando feci psicoterapia ero convinta che il terapeuta mi risolvesse tutti i miei problemi, quando i
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Quando feci psicoterapia ero convinta che il terapeuta mi risolvesse tutti i miei problemi, quando iniziai a capire che tutto dipendeva da me, il terapeuta mi disse che non era vero che dipendeva tutto da me.
Allora vi chiedo, sperando di ricevere una risposta alla mia domanda, cosa non dipende dal paziente?
Allora vi chiedo, sperando di ricevere una risposta alla mia domanda, cosa non dipende dal paziente?
Salve, grazie per l''ottima domanda! La psicoterapia e' un lavoro di squadra: il terapeuta può essere una guida e un sostegno, ma solo il paziente e' un esperto di se' stesso. Sicuramente ci sono alcuni aspetti temperamentali che non possono essere cambiati, oppure pensieri ed emozioni che non possiamo bloccare, ma che sicuramente possiamo imparare a gestire. Spero di essere riuscita a chiarire un po' il dubbio!
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Salve, sono d’accordo con la collega, la psicoterapia è un lavoro di squadra. Come mai crede che il terapeuta possa risolvere da solo tutti i suoi problemi?
Buona serata.
Dott. Fiori
Buona serata.
Dott. Fiori
Salve, aggiungo che ci sono cose che non dipendono nè da lei nè dal terapeuta. Un buon terapeuta deve saper distinguere ciò su cui è possibile avere il controllo, e lavorare insieme al paziente, e cose su cui non si ha il controllo, e quindi evitare di lavorarci, per non creare ulteriori problemi al paziente.
Buonasera. In un rapporto terapeutico il soggetto sofferente traccia la via, ritma il passo del racconto, espone in forma libera le proprie questioni a un esperto che lo ascolta. Dal terapeuta dipende la capacità di rinvenire nel racconto del paziente analogie, contraddizioni, impasse. Coglie nelle lamentazioni che gli vengono proposte aspetti inediti e li restituisce. Ma non fa altro che offrire nuovi scorci sulle problematiche a lui portate; tutto il materiale proviene esclusivamente dal paziente e dalla sua vita psichica.
Il problema posto al terapeuta contiene già in sé, in forma spesso enigmatica, la soluzione del problema. Ma il sintomo è e resta del paziente. Dal terapeuta dipende l'eticità della cura, il rispetto dei tempi del soggetto, la possibilità di intravvedere un nuovo senso dei sintomi. sm
Il problema posto al terapeuta contiene già in sé, in forma spesso enigmatica, la soluzione del problema. Ma il sintomo è e resta del paziente. Dal terapeuta dipende l'eticità della cura, il rispetto dei tempi del soggetto, la possibilità di intravvedere un nuovo senso dei sintomi. sm
Gentile Signora una psicoterapia individuale è di fatto una relazione che lega una persona definita paziente ad una persona definita terapeuta. Il cambiamento è legato al lavoro di queste due menti. Ognuno ha apparentemente un compito ma di fatto è un incontro il cui fine è sostanzialmente quello di dare parole a ciò che ha smesso di averne. Si può pensare che il terapeuta vede e racconti al paziente ciò che questo ha smesso di pensare ma che agisce dentro di lui. In realtà è un lavoro che viene fatto insieme dove il paziente porta il materiale ed il terapeuta insieme al paziente pian piano inizia a renderlo fruibile a dargli parole e significati. All'inizio queste è molto strutturato ma pian piano le cose cambiano, chissà quante volte è stata lei a indicare il significato a leggere il materiale su cui lavoravate. Solitamente un lavoro termina quando il cosiddetto paziente ha riattivato questo processo. Ovviamente questo è solo uno dei vari punti di vista teorici. Un cordiale saluto
La Psicoterapia permette di risolvere i punti critici e dolenti, di ampliare le prospettive esistenziali e, in ultima analisi, di migliorare la qualità della vita del paziente.
Affinché ciò avvenga, deve, a mio parere, essere praticata come una sorta di laboratorio in cui la persona in difficoltà e il professionista operino con uno spirito di collaborazione e alleanza; una buona relazione psicoterapeuta-paziente è, infatti, il campo e il presupposto fondamentale per cogliere, innanzitutto, il significato, la collocazione e i contorni delle motivazioni e delle cause inconsce del mal-essere.
I sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; solo così potranno svanire, più o meno gradualmente, avendo espletato il loro compito e non sussistendo, quindi, più la loro ragione di essere.
Questo percorso, pur partendo dalle fonti della sofferenza, punta, nondimeno, con il massimo della determinazione, alla salutogenesi; l’obiettivo è, difatti, anche illuminare e attivare i talenti, le vocazioni, le risorse, l’autenticità, la flessibilità, l’indipendenza e la creatività della persona.
Affinché ciò avvenga, deve, a mio parere, essere praticata come una sorta di laboratorio in cui la persona in difficoltà e il professionista operino con uno spirito di collaborazione e alleanza; una buona relazione psicoterapeuta-paziente è, infatti, il campo e il presupposto fondamentale per cogliere, innanzitutto, il significato, la collocazione e i contorni delle motivazioni e delle cause inconsce del mal-essere.
I sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; solo così potranno svanire, più o meno gradualmente, avendo espletato il loro compito e non sussistendo, quindi, più la loro ragione di essere.
Questo percorso, pur partendo dalle fonti della sofferenza, punta, nondimeno, con il massimo della determinazione, alla salutogenesi; l’obiettivo è, difatti, anche illuminare e attivare i talenti, le vocazioni, le risorse, l’autenticità, la flessibilità, l’indipendenza e la creatività della persona.
Buogiorno, quello che si può prendere in considerazione in vista di un cambiamento è il transfert, cioè la situazione che si stabilisce tra il paziente e lo psicoterapeuta. Lo psicoterapeuta ha la responsabilità del transfert e della direzione della cura. Il paziente va per porre una domanda e lavorare su questa. Cordiali saluti. PG
Quando mi viene chiesto cosa sia una psicoterapia, mi piace usare questo breve racconto:
C’era un giovane che si era perso in un bosco fitto di alberi, foglie e radici. Gli alberi erano così tanti e così stipati da rendere impossibile ritrovare l’uscita, era buio e si cominciavano a sentire strani rumori. Ad un tratto il giovane sentì una voce, flebile, come la luce che l’accompagnava. La voce chiese se avesse bisogno di luce per trovare l’uscita, il giovane disse di sì e si mise a seguire quella figura che teneva davanti a sè la lanterna. Camminarono per un tempo giusto, piano, facendo attenzione ad ogni passo, un piede dietro l’altro, uno accanto all’altro. Alla fine arrivarono all’uscita del bosco, il giovane volle ringraziare quella figura che si era rivelata così preziosa, mise la lanterna a livello del viso e si accorse che quella donna era cieca. Stupito chiese:’ ma come hai fatto a portarmi fuori dal bosco se sei cieca?’. È lei rispose:’io ti ho illuminato il cammino, all’uscita del bosco ci sei andato da solo’.
C’era un giovane che si era perso in un bosco fitto di alberi, foglie e radici. Gli alberi erano così tanti e così stipati da rendere impossibile ritrovare l’uscita, era buio e si cominciavano a sentire strani rumori. Ad un tratto il giovane sentì una voce, flebile, come la luce che l’accompagnava. La voce chiese se avesse bisogno di luce per trovare l’uscita, il giovane disse di sì e si mise a seguire quella figura che teneva davanti a sè la lanterna. Camminarono per un tempo giusto, piano, facendo attenzione ad ogni passo, un piede dietro l’altro, uno accanto all’altro. Alla fine arrivarono all’uscita del bosco, il giovane volle ringraziare quella figura che si era rivelata così preziosa, mise la lanterna a livello del viso e si accorse che quella donna era cieca. Stupito chiese:’ ma come hai fatto a portarmi fuori dal bosco se sei cieca?’. È lei rispose:’io ti ho illuminato il cammino, all’uscita del bosco ci sei andato da solo’.
Buon giorno. Allora affinché il percorso terapeutico porti i suoi frutti è opportuno che vi sia una buona motivazione da parte del paziente e una buona competenza del terapeuta. È un percorso che si fa in due nel quale il terapeuta mostra al paziente un punto di vista diverso e strategie che possano essere opportune al raggiungimento di una maggiore condizione di benessere. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno,
se il compito del terapeuta è quello di accompagnare e guidare il paziente nella scoperta di se stesso e dei suoi aspetti più profondi, certamente il percorso lo porta avanti il paziente, con i suoi tempi, i suoi modi e la sua disponibilità.
Ci sono tuttavia delle variabili, nella vita di una persona, che non dipendono da lei.
Eventi significativi, sia positivi che negativi, le scelte e le inclinazioni delle persone importanti che influiscono sulla sua vita e sulla sua crescita come individuo.
In tutti i percorsi terapeutici ci si trova, a un certo punto, a fare i conti con la necessità di sviluppare la tolleranza alla frustrazione di quelle situazioni su cui non è in nostro potere intervenire, ma che in qualche modo influenzano la nostra vita.
In questo senso, io interpreto che “non tutto dipende dal paziente” anche se è comunque una responsabilità verso se stesso, capire come affrontare e gestire le sue scelte di vita e le relazioni con gli altri significativi.
se il compito del terapeuta è quello di accompagnare e guidare il paziente nella scoperta di se stesso e dei suoi aspetti più profondi, certamente il percorso lo porta avanti il paziente, con i suoi tempi, i suoi modi e la sua disponibilità.
Ci sono tuttavia delle variabili, nella vita di una persona, che non dipendono da lei.
Eventi significativi, sia positivi che negativi, le scelte e le inclinazioni delle persone importanti che influiscono sulla sua vita e sulla sua crescita come individuo.
In tutti i percorsi terapeutici ci si trova, a un certo punto, a fare i conti con la necessità di sviluppare la tolleranza alla frustrazione di quelle situazioni su cui non è in nostro potere intervenire, ma che in qualche modo influenzano la nostra vita.
In questo senso, io interpreto che “non tutto dipende dal paziente” anche se è comunque una responsabilità verso se stesso, capire come affrontare e gestire le sue scelte di vita e le relazioni con gli altri significativi.
Ogni sintomo è stato il modo migliore in cui una persona ha risposto ad una difficoltà nel suo passato. Quindi nulla è sbagliato, tutto è perfetto. L'unica cosa da resettare è la percezione di un presente diverso da quel passato, e la possibilità di "abbassare" la guardia verso quel "nemico" non più presente. E' un lavoro che richiede pazienza e accettazione, soprattutto. Nulla dipende da noi, e tutto dipende da noi. Forse dipende solo da quanto siamo disposti a ritornare indietro a riprenderci parti di noi rimaste incastrate in un passato, altrimenti, sempre presente.
Dipende tutto da lei tranne ciò che non dipende da lei e non può essere controllato.
Il confine tra lei e l’altro sarà sicuramente oggetto di approfondita analisi all’interno del suo luogo terapeutico, buon lavoro
Il confine tra lei e l’altro sarà sicuramente oggetto di approfondita analisi all’interno del suo luogo terapeutico, buon lavoro
Gent.mo utente, la psicoterapia è un lavoro condiviso, l'alleanza terapeutica e la cooperazione sono uno degli aspetti specifici più importanti per il successo terapeutico e maggiormente studiati; è molto importante però che il pz sia motivato a intraprendere un certo percorso di cambiamento. Il terapeuta da parte sua deve saper adattare le tecniche, i protocolli e il tipo di lavoro che viene fatto, al pz, al contesto e alla relazione. Cordialmente.
buonasera, secondo il mio parere il percorso terapeutico è come un viaggio condiviso compiuto da due persone impegnate a promuovere il benessere di una di esse. La relazione che diventa significativa per entrambi crea le condizioni del cambiamento, quindi il coinvolgimento è assolutamente reciproco. Un caro saluto
Buongiorno,
spesso si parla della relazione psicologo-cliente/paziente come di un percorso insieme, e questo, in base anche alla mia esperienza personale, sento che corrisponde a verità. Nell’Approccio in cui mi sono formata ovvero l’Approccio Centrato sulla Persona, Il rapporto che si viene a instaurare tra cliente e terapeuta è un rapporto alla pari in cui il cliente/paziente è esperto di sé stesso e il terapeuta è esperto di territori emotivi. In base a questo Approccio il terapeuta facilita l’acquisizione di consapevolezza del cliente/paziente. Cosa dire, cosa non dire, cosa condividere, cosa tenere per sé, sono scelte del cliente, ma in questo non è solo. Il terapeuta si impegna a creare un clima di accoglienza, fiducia, trasparenza, comprensione empatica.
Un caro saluto
Paola
spesso si parla della relazione psicologo-cliente/paziente come di un percorso insieme, e questo, in base anche alla mia esperienza personale, sento che corrisponde a verità. Nell’Approccio in cui mi sono formata ovvero l’Approccio Centrato sulla Persona, Il rapporto che si viene a instaurare tra cliente e terapeuta è un rapporto alla pari in cui il cliente/paziente è esperto di sé stesso e il terapeuta è esperto di territori emotivi. In base a questo Approccio il terapeuta facilita l’acquisizione di consapevolezza del cliente/paziente. Cosa dire, cosa non dire, cosa condividere, cosa tenere per sé, sono scelte del cliente, ma in questo non è solo. Il terapeuta si impegna a creare un clima di accoglienza, fiducia, trasparenza, comprensione empatica.
Un caro saluto
Paola
Gentile utente, non conosco nello specifico la motivazione dell'inizio della sua terapia ma le posso dire che è la relazione terapeuta / paziente che "cura". Un saluto Dott.ssa Serena Sciortino
Dal paziente sicuramente non dipendono la tecnica, la comunicazione e la relazione. Dal paziente dipende quanto è importante risolvere il problema.
Gentile,
nei colloqui psicologici e psicoterapeutici si crea una relazione tra "paziente e professionista", di scambio e crescita reciproca. Lo psicoterapeuta perturba il sistema di credenze e di vita della persona che ha di fronte, fornendo letture differenti del mondo, delle problematiche e delle situazioni. Pertanto diventa fondamentale credere che le indicazioni terapeutiche servano a stare meglio per poter avere una prospettiva differente su di sè e gli altri. Il terapeuta ha il compito di essere una base solida e sicura, presente, che evidenzia anche le difficoltà, rimandando una lettura reale e differente degli eventi.
Dott. Gianluca Gualdi
nei colloqui psicologici e psicoterapeutici si crea una relazione tra "paziente e professionista", di scambio e crescita reciproca. Lo psicoterapeuta perturba il sistema di credenze e di vita della persona che ha di fronte, fornendo letture differenti del mondo, delle problematiche e delle situazioni. Pertanto diventa fondamentale credere che le indicazioni terapeutiche servano a stare meglio per poter avere una prospettiva differente su di sè e gli altri. Il terapeuta ha il compito di essere una base solida e sicura, presente, che evidenzia anche le difficoltà, rimandando una lettura reale e differente degli eventi.
Dott. Gianluca Gualdi
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente,
l’efficacia della psicoterapia è legata innanzitutto alla relazione paziente/terapeuta.
Questo vuol dire che un percorso nasce quando si è motivati a volerlo intraprendere a partire da un suo bisogno.
Sarà lei poi a scegliere il proprio terapeuta, in base al suo sentire, a quanto si sente “comodo” nella relazione con quel terapeuta. Ha tutto il diritto di farlo, di scegliere il Professionista a cui affidarsi.
Fiducia, alleanza, relazione sono requisiti imprescindibili per la riuscita di un percorso.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
l’efficacia della psicoterapia è legata innanzitutto alla relazione paziente/terapeuta.
Questo vuol dire che un percorso nasce quando si è motivati a volerlo intraprendere a partire da un suo bisogno.
Sarà lei poi a scegliere il proprio terapeuta, in base al suo sentire, a quanto si sente “comodo” nella relazione con quel terapeuta. Ha tutto il diritto di farlo, di scegliere il Professionista a cui affidarsi.
Fiducia, alleanza, relazione sono requisiti imprescindibili per la riuscita di un percorso.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
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