Quali schemi comportamentali sussistono nei casi in cui un gruppetto di persone (dai 35 ai 55 anni)

19 risposte
Quali schemi comportamentali sussistono nei casi in cui un gruppetto di persone (dai 35 ai 55 anni) con cui ti sei conosciuto, ti ingloba nel proprio mondo, ti cerca costantemente, ti inserisce nei loro contesti ludici, ti chiamano per trascorrere alcune ore assieme un po' per distrarsi dallo stress quotidiani un po' per condividere cose personali, hanno un comportamento attivo nei tuoi confronti (nel senso che non sono esclusivamente io a cercarli, bensì è reciproco ma soprattutto per iniziativa loro), ci divertiamo assieme, frequentiamo le rispettive case per ben tre anni, mai un battibecco, complimenti come non ne ho mai ricevuti prima (e anche loro per me erano persone "positive" e piacevoli), dopodiché cambio abitazione e vado a vivere a 15 minuti dalla vecchia casa, un paio di loro spariscono nel nulla, a una di loro ho fatto i soliti auguri di compleanno e mi ha risposto "ma non hai un c***o da fare?" e quindi ho evitato, a un'altra le ho chiesto se fosse questa tutta l'amicizia di cui si vantavano fino a pochi mesi prima e mi ha risposto "l'amicizia non esiste, pensa a viverti la tua vita!", con gli altri tre i rapporti sono continuati ancora alcuni mesi, frequentazioni, presenti nei momenti di difficoltà e di piacere, sempre scemando finché una di loro mi dice "non ho più tempo per uscire come prima (poi ingenuamente mi aggiorna che si fa il wend con tizio, va a cena con caio, esce 3-4 volte l'anno con gli altri ragazzi) ma al tempo stesso si lamenta se io le dico di non avere interesse a un rapporto virtuale e sparisce.. così decido di chiudere con tutti e quando lo faccio e non do loro più le stesse attenzioni di prima, una volta per strada mi sento chiamare da lontano in una piazza affollata manco se avesse rivisto chissà chi e mi vedo venite in contro una di loro dandomi da parlare come se volesse dimostrarmi chissà cosa e dirmi chissà quale messaggio sottinteso, tagliai a corto salutando sempre cortesemente come loro sono stati con me e andai via.
Tra le aspettative sbagliate che probabilmente ci eravamo fatti nei tre anni di frequentazione, allo sparire solo perché abisassi a 14km di distanza, oggettivamente mi sarei aspettato un equilibrio.. anche perché loro quando possono continuano a vedersi anche se più sporadicamente. Mi contatta a distanza di 5 anni quella che mi disse si non avere più tempo per uscire (con me.. ma frequentando comunque altre persone) invitandomi per la cena pensionistica e le risposi che non ricordavo nemmeno più i loro volti dopo tutto quel tempo, che senso ha invitarmi dicendomi di avere piacere che ci fossi se nei 5 anni prima sparisci (ma non virtualmente) e ti circondi degli altri nonostante mi avesse riferito di essere stato la migliore persona che lei avesse conosciuto.. Ditemi un po', ma sono comportamenti umani? Magari sono io quello matto? Cioè, per me è la prima volta che vivo esperienza simile oserei dire "border" e ho la mia età. Sono atteggiamenti di persone normali? Io sono arrivato persino a pendare che magari sono questi i rapporti che vivono nel settentrione e io cozzo provando dispiacere con questo modus operando in quanto più "passionale" meridionale. O più semplicemente come dice il detto mi sono circondato semplicemente di.. falsi e cortesi?
Gentile utente
Mi spiace molto che stia vivendo una situazione che le causa fastidio ma,
come tutto quello che accade nella nostra vita, anche i rapporti non sono mai statici: si trasformano nel tempo e in alcuni casi si concludono.
Negli anni le persone prendono traiettorie evolutive diverse e finiscono per non avere più argomenti comuni oppure semplicemente voglia di trascorrere del tempo insieme.
Se questa situazione la fa soffrire perché si sente "messo da parte" potrebbe pensare di parlarne apertamente con le persone che fino a poco tempo fa riteneva amiche ma questa strada ha senso percorrerla solo se crede che un rapporto fra voi sia ancora possibile e soprattutto desiderabile.
Se si rende invece conto che non desidera coltivare la relazione amicale con queste persone, potrebbe pensare di utilizzare le sue energie per ricercare nuove compagnie, che si accordino maggiormente con il suo modo di fare, il suo modo di intendere l'amicizia e con cui sente che il desiderio di frequentarsi è reciproco.
Le auguro tutto il meglio e resto a disposizione per aventuali chiarimenti,
Dott.ssa Giorgia Maimone

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Buonasera,
Grazie della Sua condivisione.
Sicuramente è molto doloroso scoprire che le persone o la valutazione che abbiamo avuto di loro cambiano.
Un dolore per essere stato messo da parte, ma anche un dolore per l’errore di valutazione Sua delle persone.
Cambiano le esigenze di ognuno legato al ciclo di vita, è finito un periodo di grande spensieratezza e verso i 40 si inizia a fare le somme, a guardarsi indietro.
Poi se un amicizia non regge una distanza di 14 chilometri, non era veramente salda neanche prima.
Le consigli di conservare dentro di sé tutte le buone esperienze che comunque ha fatto, e guardare avanti per essere aperta a nuovi incontri.
Le consiglio un aiuto psicologico per elaborare questo lutto e poter guardare avanti con ottimismo.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Monika Elisabeth Ronge
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Gentile Utente, come dicevano le colleghe, la fine di rapporti di amicizia provoca dispiacere e sofferenza, soprattutto se, come nel suo caso, si trascorreva molto tempo insieme. I rapporti però vanno incontro a dei cambiamenti, così come accade nella vita di ciascuno e anche un cambiamento che può sembrare piccolo come può essere il trasferimento a pochi chilometri di distanza può provocare delle crepe in alcuni rapporti. Il suggerimento è di valutare quanto ci teneva all'amicizia con queste persone, se c'è del potenziale per ristabilire un rapporto o se invece prevalgono sentimenti di rabbia per aver subito questo tipo di comportamenti. Cerchi di salvare ciò che di buono le hanno lasciato gli anni di amicizia e valuti la possibilità di un supporto psicologico che la aiuti ad elaborare la fine di quest'amicizia e soprattutto i sentimenti negativi che si lascia dietro. Resto a disposizione per chiarimenti. Le auguro il meglio, Dott.ssa Nunzianna Pellegrino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, mi dispiace per situazione che sta attraversando. La fine di rapporti di amicizia può provocare dispiacere e sofferenza. I rapporti però vanno incontro a dei cambiamenti, talvolta dati da modifiche nella situazione di vita delle persone che, senza volerlo, fanno raffreddare i rapporti. Il suggerimento è di valutare se tenere queste amicizie, anche se non costanti come prima. Ma che di allargare il cerchio delle amicizie, magari dedicandosi ad attività che la appassionano. Inoltre, valuti la possibilità di un supporto psicologico che la aiuti ad elaborare la fine di quest'amicizia. Resto a disposizione per chiarimenti. Le auguro il meglio, Dott.ssa Federica Atzeni.
Quello che descrivi è sicuramente un'esperienza complessa e emotivamente difficile da elaborare. Innanzitutto, è importante riconoscere che i comportamenti umani sono estremamente variabili e spesso sfuggono a categorizzazioni nette. Tuttavia, sembra che tu abbia vissuto un cambiamento significativo nelle dinamiche relazionali con questo gruppo di persone dopo aver cambiato residenza. Questo può essere dovuto a una serie di fattori, tra cui la distanza geografica, il tempo trascorso insieme e le aspettative reciproche. È possibile che alcune persone abbiano reagito in modo negativo alla tua decisione di spostarti, interpretando la distanza fisica come un segno di disinteresse nei confronti della loro amicizia. Altri potrebbero aver mantenuto un legame più forte nonostante la distanza, mentre altri ancora potrebbero aver mostrato segni di ambivalenza o cambiamenti di atteggiamento nei tuoi confronti. È comprensibile che ti senta confuso e ferito da questi eventi, soprattutto considerando le parole e le azioni apparentemente contraddittorie di alcune persone del gruppo. Tuttavia, è importante anche considerare che le relazioni interpersonali sono complesse e spesso soggette a cambiamenti imprevedibili nel corso del tempo. Potrebbe essere utile riflettere sulle tue esperienze e sulle tue aspettative rispetto alle relazioni umane, cercando di trovare un equilibrio tra apertura emotiva e protezione personale. Inoltre, potrebbe essere benefico esplorare questi sentimenti e pensieri in un contesto terapeutico, dove potrai ricevere supporto e guida nel processo di comprensione e accettazione delle tue esperienze relazionali.
Come ha ben descritto lei stesso quando parla di schemi comportamentali, nei gruppi si creano delle dinamiche complesse e irrazionali, in cui noi possiamo, in modo consapevole e inconsapevole, "giocare" una parte. Molto spesso, quando ci si sottrae a queste dinamiche (che la maggior parte delle volte sono implicite, delle regole non dette), ad esempio cambiando casa, abitudini, idee, o iniziando a frequentare anche altre persone, si può venire esclusi dal gruppo, perché questo prova a preservare la sua identità e sicurezza interna e le nostre nuove caratteristiche non sono compatibili con le prime. Insomma, non viene accettato un nostro cambio di ruolo. Il non sentirsi accettati per quello che si è, quindi anche con i propri desideri e bisogni autentici o semplicemente nuovi, può essere un'esperienza dolorosa. A volte possiamo lavorare su di noi per capire se qualcosa nel nostro relazionarci agli altri ci porta in una direzione che ci fa soffrire, molte volte invece la nostra influenza su quello che accade attorno a noi rimane limitata, e non possiamo far altro che cercare di elaborare quello che abbiamo vissuto, come forse può essere successo a lei.
Un saluto.
Buonasera. Si percepisce un senso di delusione (assolutamente legittima) da quanto ha raccontato; sembra chiara anche la consapevolezza di quali emozioni e pensieri lo abbiano turbato all'interno di questo specifico setting relazionale. Aggiungo che le relazioni influenzano la nostra mente ed è assolutamente normale.
I motivi per i quali queste persone si sono comportate così con lei possono essere infiniti: il punto, tuttavia, è che non si tratta di indagare a fondo su quali siano nè come farli cambiare (perchè non è possibile), ma si tratta di arrivare a capire che lei ha il potere su di sè e, riconoscendo le proprie risorse, potrà gestire le criticità soppiantandole con immagini di sè più benevole.
Alcuni dei fattori che non devono essere lesi in una persona sono il giudizio positivo verso di sè e il suo senso di amabilità, di efficacia; non lo ha specificato nel racconto, ma nel caso in cui lei possa aver pensato che queste persone l'abbiano evitata per un qualsiasi motivo riguardante la sua persona, è importante che riesca a focalizzarsi sui propri valori, i propri bisogni, i quali meritano di essere la guida per l'azione. Automonitorandosi in questa direzione, può recuperare una rappresentazione di sè benefica: forte, capace, amabile e valida. Potrebbe essere utile una terapia in tal senso, che la possa aiutare a non focalizzarsi sui comportamenti degli altri e sui motivi per cui agiscono turbandola, dirigendo invece l'attenzione su una rappresentazione di sè positiva e sui suoi desideri (come essere valorizzato, apprezzato, stimato, amato, ecc.). Attraverso esercizi e tecniche psicologiche, inoltre, si può capire se pensieri e emozioni negativi siano frutto solamente di una esperienza negativa o se quest'ultima sia unita anche a un nostro particolare modo di rappresentarcela. A volte alcuni stati di malessere sono il frutto di modelli relazionali storicamente appresi.
Una terapia quindi permette di affrontare il dolore e le emozioni negative facendoci arrivare a non aver più paura di esse: accogliendole, poi svaniscono. Può aiutare anche a guardarsi dentro con più chiarezza pensando che a fianco di idee negative ce ne possano essere di più benevole e adattive, che abbiamo dentro di noi a livello immaginativo e sensoriale.
Le auguro in ogni caso un roseo futuro.
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino
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Gentile utente,
è comprensibile l'amarezza e la delusione che prova adesso trovandosi di fronte a un comportamento opposto al suo in cui segue i suoi principi investendo tempo, energia ed affetto.
Quello che credo possa servirle adesso è elaborare una possibilità diversa dalle sue aspettative. Le relazioni umane sono molto complesse e non sempre dipendono solo da noi ma mille altri fattori si inseriscono e le modificano. E' importante comunque che ogni persona segua il proprio modo di essere, i propri valori e facendo questo può trovare una buona posizione nella società dove è possibile identificare quelle persone che staranno con noi per sempre oppure quelle semplicemente per un periodo che pur vissuto in armonia non potrà più tornare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Aida Faraone
Buongiorno e grazie per la condivisione. E' stato abbastanza dettagliato nel descrivere tutta la situazione che ha vissuto però noto che a distanza di anni Lei ancora non riesce a spiegarsi le motivazioni di questi cambiamenti cosi radicali di queste persone. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per comprendere e comprendersi. Dedicando un pò di tempo a se stesso ne avrà solo da guadagnare. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Caro utente,
la ringrazio per aver condiviso qua la sua situazione.
In questo messaggio secondo me i temi importanti sono due:
- Quali sono la/le emozione/i che prova a riguardo? E come interpreta questa situazione?
- La comunicazione assertiva.

Le emozioni che proviamo non dipendono dagli eventi esterni, come spesso siamo portati a pensare, ma da come interpretiamo quelle situazioni, perciò a cosa pensiamo. Ad esempio se in questa situazione pensassi che purtroppo crescendo le persone si creano la loro vita ed è sempre più difficile mettersi d’accordo per vedersi proverei un po' di tristezza ma poi andrebbe tutto a scemare, se invece se pensassi che sono comportamenti disumani, proverei molta rabbia, o ancora se pensassi che forse ho fatto un qualcosa che può averli offesi e indotti a questo comportamento proverei magari un po' di ansia e senso di colpa.
Però il fulcro sta proprio nella tendenza che abbiamo di dare per certe al 100% le nostre prime interpretazioni senza andare a vagliare la loro veridicità e andando poi a porre l’attenzione solo su quegli elementi che danno manforte a questo nostro primo pensiero.
Mentre, per comunicazione assertiva si intende uno stile comunicativo in cui un individuo esprime in modo chiaro, diretto e rispettoso i propri pensieri, sentimenti e bisogni, senza aggredire gli altri né violare i propri diritti. Essenzialmente, la comunicazione assertiva si basa sulla capacità di esprimere sé stessi in modo aperto e sincero, mentre si rispettano anche le opinioni e i diritti degli altri.
Perciò lei domanda agli esperti la motivazione per cui delle persone si possono comportare come hanno fatto i suoi amici, ma la risposta è che le ragioni possono essere varie e che l’unico modo di scoprirlo e andare a chiedere a loro, rispettando, nel caso, la loro volontà di non farglielo sapere.

Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Buongiorno Gentile utente, da come lei ha ben descritto si denota ancora dei sentimenti di risentimento causati dai comportamenti dei suoi amici, questo può far riflettere ad alcune dinamiche interne che si siano create o che vi erano già data la situazione. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico per capire alcuni di questi fattori e metterli in luce per tornare ad avere un animo più sereno. Sono a sua disposizione, Dott.ssa Valentina Pisciotta.
Ciao, mi dispiace tu stia vivendo questo disagio, Da psicologo iniziarei col chiederti la motivazione dello spostamento, come ti fa sentire e se il tuo umore, le tue emozioni e i tuoi atteggiamenti sono cambiato dal trasloco. I rapporti evolvono e le "distanze del cuore" non si possono misurare in km. Se tu avessi bisogno di un percorso per comprenderti meglio e vedere le cose da un punto di vista diverso e più funzionale sappi che mi trovi disponibile. Coraggio.
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Cari saluti,

Da quanto descrivi, sembra che tu abbia vissuto un'esperienza emotivamente ambigua e confusa con questo gruppo di persone. È comprensibile che tu sia perplesso riguardo ai loro comportamenti, specialmente dopo un iniziale periodo di intimità e condivisione positiva. È importante ricordare che ogni individuo ha le proprie peculiarità e che i comportamenti umani possono variare notevolmente.

Potrebbe essere utile esplorare le dinamiche interpersonali all'interno di questo gruppo. È possibile che alcuni di loro abbiano avuto difficoltà a gestire il cambiamento nella tua situazione di vita o abbiano avuto aspettative diverse per l'amicizia. Le reazioni negative potrebbero essere state influenzate da una combinazione di fattori personali, come lo stress o altre dinamiche sociali.

Tuttavia, è importante considerare anche il tuo ruolo all'interno di queste dinamiche. Potresti avere aspettative e bisogni diversi da quelli degli altri membri del gruppo, e ciò potrebbe aver contribuito alle tensioni o all'allontanamento. È sempre importante comunicare apertamente e onestamente per comprendere meglio le reciproche aspettative e necessità.

Come psicologa, ti consiglierei di riflettere sulle tue esperienze e di cercare di capire cosa hai imparato da questa situazione. Può essere utile esplorare il significato che queste relazioni hanno per te e se desideri mantenere un contatto con queste persone o cercare nuove connessioni che rispecchino meglio le tue esigenze emotive.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, la ringrazio per la condivisione e mi dispiace per la sua delusione. Le relazioni sono mondo complicati da curare e comprendere per cui è comprensibile la sua emotività a riguardo. Se vuole le consiglierei di raggruppare questi pensieri in uno spazio personale in cui poter capire cosa non solo accade fuori ma anche dentro di lei in modo da poter trovare un modo funzionale per poter affrontare queste dinamiche. Se vuole sono a disposizione.Dott.ssa Nunzia Giustiniani
Gentile utente,
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo. A volte è difficile mantenere le relazioni e comprendere alcune dinamiche che si creano, altre volte semplicemente queste relazioni cambiano forma e diventano altro o si interrompono per scelte personali o di vita. La componete culturale come ben spiega potrebbe influenzare il concetto di relazione e che tipo di aspettative abbiamo verso l'altro/i. Partirei dunque da ciò che lei intende per stare in relazione, quali sono le aspettative che ripone in questa e anche il tempo che vorrebbe dedicare alle relazioni.
Resto a disposizione
Dott,ssa Angela Donadio
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per condivide questo momento con noi.
I comportamenti descritti sembrano suggerire una certa superficialità e mancanza di autenticità da parte di alcune persone del gruppo. È possibile che abbiano agito in modo interessato solo finché c'era convenienza per loro, senza un reale legame di amicizia o interesse nei tuoi confronti. È anche possibile che abbiano reagito in modo così negativo al tuo cambio di residenza perché erano abituati a una certa routine e non erano disposti a fare uno sforzo per mantenere il rapporto.
Non è necessariamente una questione di differenze culturali tra nord e sud Italia, ma piuttosto di differenze individuali e di personalità. Ci sono persone in tutto il mondo che possono agire in modo simile, cercando solo il proprio interesse e non prendendo in considerazione i sentimenti degli altri.
Non c'è niente di sbagliato nel desiderare rapporti autentici e genuini, e se ti sei reso conto che queste persone non erano sincere nei tuoi confronti, è comprensibile che tu abbia deciso di allontanarti da loro. È importante circondarsi di persone che ci apprezzano e ci sostengono realmente, piuttosto che di "falsi e cortesi" che possono causare solo frustrazione e delusione. Non sei matto per aver reagito in questo modo, ma hai semplicemente cercato di proteggerti da relazioni tossiche e non significative. Sono a sua disposizione per qualsiasi dubbio
Dott. Cordoba
Buongiorno, è indubbio che ci sia rimasto male e si senta ferito per il comportamento di persone nelle quali riponeva fiducia e aspettative, tuttavia credo che in questi casi sia fondamentale ascoltare se stessi e comprendere più a fondo cosa proviamo e cosa abbiamo messo in campo noi, cambiando la prospettiva e il punto di vista della situazione. Questo percorso si rivela spesso utile perché ci consente di esplorare meglio noi stessi e comprendere meglio come ci relazioniamo con gli altri, offrendo delle riflessioni importanti. Se desidera intraprendere questo percorso, sono a disposizione. Un saluto.
Gentile utente, questa sua ha tutta l'aria di uno sfogo e se così è, ha fatto bene a sfogarsi. Mancano numerosi dettagli nel suo racconto, per cui è complicato riuscire a dirle qualcosa di concreto. Schemi comportamentali in questo caso non esistono, ma può essere una buona occasione per lei per capire quale sia il suo funzionamento, se è arrivato a scrivere su questa piattaforma. Potrebbe esserle utile parlare con uno psicologo?
Cordialmente
dott.ssa Floriana Ricciardi

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