Quale approccio per il dolore cronico di ernia inguinale operata , "chiusa" all'evidenza ecografica

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Quale approccio per il dolore cronico di ernia inguinale operata , "chiusa" all'evidenza ecografica , ma di ben 14 anni fà ?
Il dolore cronico post ernioplastica è una frequente complicanza legata in genere ad aderenze che intrappolano e comprimono il nervo ileo-inguinale. Infiltrazioni e terapie mediche possono essere dei tentativi volti a procrastinare il reintervento.

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L'infiltrazone può aiutare anche a fare una diagnosi più corretta oltre ad attenuare i sintomi. Le terapie mediche in aggiunta possono solo migliorare la sintomatologia da intrappolamento nervoso. Di solito è solo l'intervento chirurgico che riesce in molti casi a migliorare e risolvere il quadro clinico. La microchirurgia è in questo caso la tecnica più specifica offrendo la migliore garanzia di risultato
Un intervento di ernioplastica potrebbe comportare delle lesioni o irritazioni nervose tali da determinare fastidi più o meno antipatici per vario tempo Un dolore dopo 14 anni dall'intervento mi appare poco attribuibile alla chirurgia erniaria.Dovrebbe valutare altre ipotesi cari saluti
In presenza di un dolore cronico insorto dopo un lungo periodo dall'intervento chirurgico di solito è fondamentale cercare di identificare bene la causa che può essere legata non solo all'intrappolamento del nervo ileoinguinale ma anche a fenomeni di detrazione della protesi utilizzata (mesh shrinkage) specie se questa è di polipropilene ad alta densità. Non va poi trascurato il rischio di una recidiva che comunque può provocare dolore specie all'inizio. Un ecografia ed una corretta visita clinica magari anche con l'uso di infiltrazioni a base di anestetico locale e cortisonici sono il primo passo. La chirurgia trova spazio solo dopo aver identificato la causa del dolore.
La comparsa del dolore dopo 14 anni anni non può essere correlata al pregresso intervento.
Molti pazienti hanno una storia di dolore inguinale, interpretato come ernia recidiva in pazienti operati e, talvolta, con un esame ecografico si evidenzia, ma non sempre, una millimetrica ernia
Non è ernia ma sindrome dolorosa pubica inguinale abbreviata con l’acronimo PIPS
La realtà è che siamo di fronte non ad una vera ernia ( nel senso di fuoriuscita di parte dell'intestino con il suo sacco) , ma al contrario , di una debolezza della parete, che però si associa ad un ispessimento e ipertensione dei tendini di inserzione del muscolo retto e dell'adduttore sul pube, e una compressione consensuale dei nervi della regione, in altri casi può essersi formato un granuloma inguinale in corrispondenza della protesi inserita per il confezionamento della plastica erniaria che può causare una sintomatologia dolorosa in sede specie in alcune posture.
Nel caso sia presente un granuloma, in anestesia locale e con un ricovero ambulatoriale, con dimissione nelle tre ore dall’ intervento, è possibile asportarlo e risolvere definitivamente il Suo problema.
Visita chirurgica, modulazione della terapia medica, eventuale revisione chirurgica. In ogni caso, deve prima farsi controllare da un chirurgo specialista.
Alcune tecniche di chiusura della porta erniaria, o gli esiti di cicatrizzazione, portano all'intrappolamento di un nervo sensitivo che si trova nell'area chirurgica ed è questo che crea il dolore cronico. Innanzitutto si deve verificare la situazione bloccando farmacologicamente il nervo, sto guida ecografica, per fare diagnosi precisa, poi si può intervenire disattivando la funzionalità del nervo tramite un ago a radiofrequenza che "spegne" definitivamente il nervo in questione.
il primo approccio conservativo potrebbe essere farmacologico: per os in prima istanza ed eventualmente loco regionale infiltrativo

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