Qual è il modo migliore per far funzionare una terapia? Quali sono le cose che un terapeuta non deve
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Qual è il modo migliore per far funzionare una terapia? Quali sono le cose che un terapeuta non deve assolutamente fare? Che cosa è opportuno che io faccia se mi sembra che il terapeuta mi stia facendo gaslighting o comunque mi stia imponendo una suo visione su cui io non sono d'accordo? Grazie a tutti
E' una domanda talmente tanto complessa che non si può rispondere in due righe; se Lei ritiene che il terapeuta Le stia imponendo una visione diversa da quella che ritiene la propria, ritengo che il modo migliore sia parlarne apertamente al fine di poter creare un'utile condivisione su ciò che sta avvenendo.
Cordialmente, dott FDL
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Gentile utente, non c'è una risposta giusta o sbagliata alla sua domanda. Però lei porta un tema molto importante "il mio terapeuta mi fa sentire come se mi stesse imponendo il suo modo di vedere le cose che io non condivido". Ciò che sente è molto importante e credo possa essere importante e fondamentale che lei lo porti in terapia. Condivida ciò che sente in modo onesto e sincero con il suo terapeuta, questo potrebbe essere un ottimo elemento su cui lavorare, io suoi sentimenti, pensieri ed emozioni sono validi ed è importante che anche in terapia la relazione paziente-terapeuta venga analizzata. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'angelo
Gentile utente,
alla domanda "qual'è il modo migliore per far funzionare una terapia", una risposta manualistica direbbe che una relazione, per potersi definire "terapeutica",deve basarsi su principi fondamentali ed imprescindibili come l'assenza di giudizio, rispetto reciproco, puntualità e regolarità, rigore, sicurezza e confidenzialità.
Per quanto indispensabili, questi precetti non sono garanti di un processo perennemente in ascesa del lavoro. Come tutte le relazioni, anche quella terapeutica è il risultato dell'incontro di due persone, ognuna delle quali porta con sé le proprie esperienze, emozioni e modi di interagire. Questi elementi si intrecciano nel processo terapeutico, contribuendo a costruire le "regole del gioco" relazionale.
Tenendo conto di questo, e cercando di rispondere alle due domande seguenti, personalmente, ritengo che non esistano modi giusti o sbagliati nel decidere cosa mettere o non mettere nel campo relazionale.
Tuttavia, c'è sicuramente la possibilità di comprendere e riflettere sulle dinamiche presenti. Il lavoro terapeutico offre uno spazio in cui sia il terapeuta che il paziente possono esplorare liberamente e denunciare eventuali incomprensioni, come accade in qualsiasi altro tipo di rapporto. Per cui, se sente che ciò che le viene offerto non corrisponde alle sue esigenze o aspettative, è importante comunicare apertamente queste preoccupazioni con il terapeuta. Spetterà poi alla funzione riparatrice, all'interno della relazione terapeutica, decidere se è possibile continuare a navigare sulla stessa frequenza.
Cordiali Saluti
Dott. Vincenzo Costantino
alla domanda "qual'è il modo migliore per far funzionare una terapia", una risposta manualistica direbbe che una relazione, per potersi definire "terapeutica",deve basarsi su principi fondamentali ed imprescindibili come l'assenza di giudizio, rispetto reciproco, puntualità e regolarità, rigore, sicurezza e confidenzialità.
Per quanto indispensabili, questi precetti non sono garanti di un processo perennemente in ascesa del lavoro. Come tutte le relazioni, anche quella terapeutica è il risultato dell'incontro di due persone, ognuna delle quali porta con sé le proprie esperienze, emozioni e modi di interagire. Questi elementi si intrecciano nel processo terapeutico, contribuendo a costruire le "regole del gioco" relazionale.
Tenendo conto di questo, e cercando di rispondere alle due domande seguenti, personalmente, ritengo che non esistano modi giusti o sbagliati nel decidere cosa mettere o non mettere nel campo relazionale.
Tuttavia, c'è sicuramente la possibilità di comprendere e riflettere sulle dinamiche presenti. Il lavoro terapeutico offre uno spazio in cui sia il terapeuta che il paziente possono esplorare liberamente e denunciare eventuali incomprensioni, come accade in qualsiasi altro tipo di rapporto. Per cui, se sente che ciò che le viene offerto non corrisponde alle sue esigenze o aspettative, è importante comunicare apertamente queste preoccupazioni con il terapeuta. Spetterà poi alla funzione riparatrice, all'interno della relazione terapeutica, decidere se è possibile continuare a navigare sulla stessa frequenza.
Cordiali Saluti
Dott. Vincenzo Costantino
Buonasera, sono domande molto ampie e generiche a cui è impossibile a mio avviso rispondere tramite una chat. Tuttavia rispetto all'ultimo argomento sollevato credo che l'unica cosa che abbia senso fare sia parlarne con il suo terapeuta. Un caro saluto
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. E' bene parlare direttamente con il terapeuta di questa sensazione, che certamente condiziona l'efficacia del vostro lavoro. Dopo di che, come in tutte le cose, qualora continuasse a non sentirsi a suo agio, è suo diritto rivolgersi ad un'altra/o professionista. Un caro saluto.
In sintesi: scopo di una psicoterapia è far acquisire maggiore consapevolezza delle risorse e dei limiti di una persona e, sulla base di ciò, conquistare una maggiore autonomia, anche rispetto allo psicoterapeuta.
Buonasera. Per valutare se una terapia "funziona" è importante considerare vari aspetti che entrano in gioco, tra cui la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta. Le suggerirei di parlarne con il suo terapeuta, discutendo della sensazione che ha qui descritto.
Resto a disposizione, saluti.
Dott.ssa Giarratano
Resto a disposizione, saluti.
Dott.ssa Giarratano
Gentile Utente, parli delle sue perplessità con il tuo terapeuta sicuramente il vostro percorso farà un passo avanti.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Giulia Marchiani
Cordiali Saluti
Dott.ssa Giulia Marchiani
Gentile Utente,
un argomento complesso: un terapeuta non giudica e non dà consigli. Se sente che il suo terapeuta non è equilibrato nei suoi confronti o la sta spingendo verso quello che lui/lei crede sia giusto per lei, gliene parli. E ricordi che può cambiare terapeuta. E' un suo diritto.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
un argomento complesso: un terapeuta non giudica e non dà consigli. Se sente che il suo terapeuta non è equilibrato nei suoi confronti o la sta spingendo verso quello che lui/lei crede sia giusto per lei, gliene parli. E ricordi che può cambiare terapeuta. E' un suo diritto.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
D: Qual è il modo migliore per far funzionare una terapia?
R: Rispettare il setting, il terapeuta ed il lavoro che si sta facendo insieme.
D: Quali sono le cose che un terapeuta non deve assolutamente fare?
R: Prima di tutto non deve contravvenire alle norme deontologiche;
Inoltre deve evitare di farsi manipolare dal cliente.
D: Che cosa è opportuno che io faccia se mi sembra che il terapeuta mi stia facendo gaslighting o comunque mi stia imponendo una suo visione su cui io non sono d'accordo?
R: Una riflessione critica dei motivi per cui si hanno queste impressioni, perché potrebbero essere una manifestazione sintomatica di tipo paranoideo o comunque una resistenza al lavoro terapeutico.
Il gaslighting è anche detto "manipolazione psicologica maligna", è cioè una vera e propria violenza psicologica deliberatamente messa in atto ai danni di qualcuno. Che uno psicoterapeuta sano di mente faccia gaslighting verso un cliente pare altamente improbabile e se così fosse sarebbe molto grave e passibile quanto meno di segnalazione all'Ordine degli Psicologi, preferibilmente avendo raccolto qualche prova concreta dell'accaduto a sostegno delle proprie impressioni.
Se invece si ha semplicemente il sentore che il terapeuta voglia "imporre" una visione delle cose che trova dissenziente il cliente, non si ha che da esplicitare questi dubbi al curante: se ancora una volta le risposte del terapeuta non risultassero soddisfacenti, non resterebbe che interrompere la terapia con quel particolare professionista.
Auguri.
Dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
R: Rispettare il setting, il terapeuta ed il lavoro che si sta facendo insieme.
D: Quali sono le cose che un terapeuta non deve assolutamente fare?
R: Prima di tutto non deve contravvenire alle norme deontologiche;
Inoltre deve evitare di farsi manipolare dal cliente.
D: Che cosa è opportuno che io faccia se mi sembra che il terapeuta mi stia facendo gaslighting o comunque mi stia imponendo una suo visione su cui io non sono d'accordo?
R: Una riflessione critica dei motivi per cui si hanno queste impressioni, perché potrebbero essere una manifestazione sintomatica di tipo paranoideo o comunque una resistenza al lavoro terapeutico.
Il gaslighting è anche detto "manipolazione psicologica maligna", è cioè una vera e propria violenza psicologica deliberatamente messa in atto ai danni di qualcuno. Che uno psicoterapeuta sano di mente faccia gaslighting verso un cliente pare altamente improbabile e se così fosse sarebbe molto grave e passibile quanto meno di segnalazione all'Ordine degli Psicologi, preferibilmente avendo raccolto qualche prova concreta dell'accaduto a sostegno delle proprie impressioni.
Se invece si ha semplicemente il sentore che il terapeuta voglia "imporre" una visione delle cose che trova dissenziente il cliente, non si ha che da esplicitare questi dubbi al curante: se ancora una volta le risposte del terapeuta non risultassero soddisfacenti, non resterebbe che interrompere la terapia con quel particolare professionista.
Auguri.
Dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
In qualsiasi terapia è importante la fiducia reciproca e la chiarezza, se non condivide quello che il terapeuta le sta dicendo deve dirglielo e affrontare la situazione. Probabilmente riuscirete a capirvi e la relazione si consoliderà ulteriormente. Se così non fosse e la cosa diventasse controproducente meglio interrompere e rivolgersi a qualcun altro.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Buongiorno. Potrebbe parlare col terapeuta di questo suo pensiero, con i suoi timori, i suoi dubbi e i suoi sentimenti. Una psicoterapia non impone (né propone mai) una visione. Può semmai aiutare una persona a costruire una propria visione ed un personale orientamento nella vita, vissuto come liberante e sentito come il proprio. Certamente, però, questa via non è immediata, a volte un po’ complicata e a tratti faticosa. SG
Caro Utente, i sentimenti provati all'interno della relazione terapeutica sono parte integrante del percorso che sta facendo. Parlarne con il suo terapeuta in totale libertà non potrà che essere molto utile per la sua terapia.
Dott.ssa Ramona Borla
Dott.ssa Ramona Borla
Buonasera, le suggerisco di provare ad affrontare questi suoi dubbi con il suo stesso terapeuta. Le sue domande e i suoi vissuti relativi alla relazione terapeutica possono offrire un'importante occasione per far progredire il vostro lavoro e comprendere qualcosa di più di ciò che accade nella stanza di terapia. Resto a disposizione. Cordiali saluti.
A mio modo di vedere un terapeuta non deve imporre il suo modo di vedere le cose. La cosa migliore che può fare lei è chiarirsi con il suo terapeuta esprimendo anche a lui il suo sentire e cercare di capire insieme che cosa sta succedendo durante le sedute.
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Salve, ribadisco che la prima cosa sia di parlarne con il suo terapeuta, se, dopo il confronto lei non si sentirà ancora a suo agio allora potrà andare in consultazione presso altro collega.
Per le altre affermazioni vaghe e poco circostanziate occorrerebbe un approfondimento.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Per le altre affermazioni vaghe e poco circostanziate occorrerebbe un approfondimento.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, elementi fondamentali per l'avvio di un percorso terapeutico sono il rispetto reciproco e la chiara definizione di ruoli e obiettivi, così come una comunicazione chiara ed efficace.
Pertanto, la invito a condividere tutte le sue perplessità con il professionista cui è in carico e di conseguenza valutare se proseguire il percorso con lo stesso o rivolgersi altrove. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Pertanto, la invito a condividere tutte le sue perplessità con il professionista cui è in carico e di conseguenza valutare se proseguire il percorso con lo stesso o rivolgersi altrove. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
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