Perché quando mi apro provo un forte senso di colpa? Sono molto riservata sulla mia vita privata, p

21 risposte
Perché quando mi apro provo un forte senso di colpa?
Sono molto riservata sulla mia vita privata, parlo raramente di me, delle mie emozioni e dei miei affetti. I miei amici lo notano, e tante volte mi fanno domande personali per conoscermi meglio, sul mio passato e sull'aspetto sentimentale (preciso che non ho una relazione con nessuno al momento). Il problema è che quando provo a parlare ed aprirmi con qualcuno mi sento bene in quel momento ma appena tornata a casa provo un senso di colpa forte, come se avessi esposto una parte vulnerabile di me e che gli altri non possono comprendere. Perché mi succede questo?
Salve,
Il senso di colpa che prova dopo essersi aperta potrebbe derivare da vari fattori legati alla sua storia personale e alle sue esperienze passate. Essere riservata e mantenere una certa distanza emotiva dagli altri spesso rappresenta una forma di protezione, che può svilupparsi come risposta a esperienze di vulnerabilità vissute in passato. Quando ci si apre, si ha la sensazione di esporsi e di lasciare agli altri il potere di giudicare o non comprendere appieno ciò che si sta condividendo.

Una possibilità è che lei abbia interiorizzato, in qualche momento della sua vita, l'idea che parlare di sé e delle proprie emozioni possa portare a un giudizio negativo o a un rifiuto. Questa paura potrebbe alimentare il senso di colpa post-apertura, come se avesse infranto una regola implicita di protezione emotiva. Un altro aspetto da considerare è la sensazione di vulnerabilità che spesso accompagna l'atto di condividere parti di sé: il fatto di mostrare lati personali può far emergere il timore di essere esposti e non compresi, alimentando il disagio.

È importante ricordare che il senso di colpa non riflette una verità oggettiva, ma piuttosto una percezione soggettiva che può essere legata a queste dinamiche interiori. Aprirsi agli altri è un atto coraggioso e umano, e provare a esplorare da dove derivino questi sentimenti potrebbe aiutarla a superare il disagio che segue questi momenti.

Se sente di voler comprendere meglio questi vissuti e lavorare su come affrontarli, sono disponibile ad accompagnarla in questo percorso di esplorazione e crescita personale.

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Buonasera,

di solito una persona che si mette spesso e "troppo" in discussione sperimenta il senso di colpa. Una possibilità potrebbe essere quella di fare un lavoro di incremento dell'autostima attraverso un percorso di psicoterapia.

Saluti
Avvertire un forte senso di colpa quando ci si apre con gli altri, può essere interpretato semplicemente come un senso di disagio per paura di essersi esposti al giudizio che ci si aspetta sempre negativo.
Non sempre si riesce a dare il giusto nome al disagio mentale, magari si confonde e si sovrappongono colpa, vergogna, paura del giudizio, paura dell'altro vissuto come pericoloso e negativo.
Maria Grazia Antinori, Roma
Gentile utente, grazie della sua condivisione. Aprirsi con qualcuno significa concedersi dello spazio, uno spazio in cui riconoscersi ed essere riconosciuti nelle proprie sfaccettature. Mi chiedo se il senso di colpa da lei riportato possa essere legato a questo "prendersi spazio" con chi la circonda. Ci sono altre esperienze in cui ha provato questa sensazione? Renderci vulnerabili è spaventoso, poiché ci porta davvero a mettere una parte di noi nelle mani dell'altro con la possibilità di conseguenze anche dolorose. Ma è fondamentale anche per chiedere aiuto. Ci sono stati episodi nella sua vita in cui questo aiuto le è stato negato? Potrebbe essere molto interessante poter discuterne insieme, in un contesto da dedicare esclusivamente a lei e alle sue emozioni, senza paura di star portando via qualcosa a qualcuno. Rimango a sua disposizione. Un caro saluto! Dott.ssa Federica Bertucci
Buonasera! Le sue poche righe mi hanno molto colpito. Nonostante i limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Va diritta al "problema" e non si racconta nemmeno un po', come se sentisse di dover essere breve, non annoiarci, non farci perdere tempo. Gli amici chiedono di "essere usati" (oggetti che ascoltano, caldi, interessati e disponibili si affacciano all'orizzonte), ma se lo fa, si sente colpevole. Sembra quasi che un potente rimprovero interno la redarguisca e la rimetta al posto che le spetta. Le sue poche righe mi hanno trasmesso un "impasto" di tristezza, rabbia, solitudine, colpa, vergogna. Emozioni dolorose e difficili da digerire da sola. In bocca al lupo per tutto
Salve, quando si parla di emozioni e affetti non è mai facile. Spesso vengono associate a un ambito di vulnerabilità, si ha pudore e oltre a non volerne parlare con gli altri si fa fatica a esserne consapevoli, a stare nelle proprie emozioni,soprattutto quando queste sono dolorose. Un percorso di psicoterapia, può essere utile per renderla più presente a se stessa, al suo mondo affettivo e quindi riuscite a capirsi meglio.
Saluti.
Dott.ssa Alice Mazzara
Buonasera.Il senso di colpa che prova quando si apre potrebbe derivare da diversi fattori, spesso legati a esperienze passate o a una paura di sentirsi debole. Se ha vissuto situazioni in cui è stata giudicata o non compresa, è possibile che ora associ il "mostrare sé stessa" a un rischio emotivo. L'apertura può far sentire esposta e, quindi, più suscettibile alle critiche o malintesi, anche se non ci sono segnali diretti di questo da parte degli altri.

Un altro aspetto potrebbe essere la difficoltà nel lasciarsi andare a un grado di fiducia verso gli altri. Potrebbe aver sviluppato una sorta di "difesa" personale per proteggersi da potenziali delusioni o ferite emotive, facendola sentire insicura una volta che ha abbassato le sue barriere.

Esplorare queste sensazioni con un terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questo meccanismo e a trovare un modo per vivere la condivisione delle sue emozioni in modo più sereno.
d.ssa Raileanu
Buonasera, riesco a capire quanto possa essere difficile vivere questa esperienza, ed è importante che ti prenda il tempo per comprendere meglio ciò che provi. Il fatto che senta un forte senso di colpa quando ti apri agli altri può essere legato a diverse dinamiche interiori, ma voglio dirti che questa sensazione è molto più comune di quanto si pensi, e non c'è nulla di sbagliato in te. Il senso di colpa che emerge dopo esserti confidata potrebbe derivare dalla sensazione di vulnerabilità. Quando ci apriamo agli altri, stiamo letteralmente mettendo in gioco una parte di noi che è intima e delicata, e questo può farci sentire esposti, quasi come se avessimo perso una parte del nostro "scudo". È possibile che, in quel momento, ti senta bene, sollevata dal condividere, ma una volta che la situazione si è calmata, riaffiorino paure legate all'idea di aver esposto troppo di te stessa. Magari temi che le persone non possano comprendere davvero ciò che hai condiviso, o che possano giudicarti. In più, potrebbe esserci una parte di te che ha imparato, nel corso della vita, che non è "sicuro" parlare di sé, delle proprie emozioni o esperienze. Forse ci sono state esperienze passate in cui ti sei sentita delusa, fraintesa o addirittura respinta dopo esserti aperta. Questi episodi, anche se remoti, possono avere lasciato una traccia emotiva che riemerge ogni volta che fai un passo verso l'apertura con gli altri. Questo potrebbe spiegare perché, anche quando in un momento ti senti bene, il senso di colpa si manifesti dopo, quasi come una reazione ritardata. È possibile che dentro di te si attivi una voce interiore critica, una sorta di "giudice interno" che ti dice che aprirti è stato un errore, che dovresti essere più riservata, più controllata. Questa voce potrebbe essere legata a un bisogno di protezione, di mantenere un'immagine di forza o autosufficienza. Questi pensieri, però, non sono sempre razionali, e possono far scattare in te il senso di colpa, anche quando in realtà non hai fatto nulla di sbagliato. Quello che stai vivendo è un conflitto molto umano: il desiderio di connetterti con gli altri, ma allo stesso tempo il timore di mostrare la tua vulnerabilità. Ciò che è importante è capire che questa vulnerabilità è una parte preziosa di te, e non qualcosa di cui dovresti sentirti in colpa. Aprirsi agli altri è un atto di coraggio, e se in quel momento ti senti bene nel farlo, significa che stai rispondendo a un bisogno naturale di condivisione e connessione. Un percorso utile potrebbe essere quello di imparare ad accettare e accogliere i tuoi sentimenti di vulnerabilità senza giudicarli. Potresti chiederti, quando emerge il senso di colpa: "Di cosa mi sto accusando? Perché mi sento così?" Queste domande possono aiutarti a mettere in discussione quella voce critica interna, che probabilmente sta solo cercando di proteggerti, ma in modo controproducente. In conclusione, ciò che provi non è strano né sbagliato. Il senso di colpa può essere un segnale di una paura sottostante, ma è importante ricordare che non sei in pericolo aprendo il tuo cuore agli altri. Si tratta di un processo graduale, e con il tempo, potresti riuscire a sentirti più sicura nel condividere, accogliendo la tua vulnerabilità come una forza, piuttosto che come una debolezza. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
psicologici. Ecco alcune possibili ragioni:

Paura di sentirti vulnerabile: Aprirsi con gli altri richiede di mostrare una parte più intima e fragile di te stessa. Se hai sempre tenuto le tue emozioni e la tua vita privata sotto controllo, potrebbe sembrare rischioso rivelarle. Il senso di colpa può derivare dal timore di aver dato troppo di te, esponendoti a un eventuale giudizio o rifiuto.
Esperienze passate: Se in passato hai condiviso qualcosa di personale e non ti sei sentita compresa o hai avuto esperienze negative, potresti aver sviluppato una sorta di "protezione" emotiva. Il senso di colpa potrebbe essere il modo in cui il tuo inconscio ti avvisa che stai violando questo meccanismo di difesa.
Aspettative interne: Potresti avere convinzioni profonde che ti portano a pensare che condividere le tue emozioni sia un segno di debolezza o che tu debba sempre mostrarti forte e riservata. Quando queste aspettative vengono infrante, il senso di colpa emerge come una reazione automatica.
Paura del giudizio: Anche se nel momento dell'apertura ti senti bene, potresti temere che gli altri non possano comprendere veramente le tue emozioni o che possano giudicarti in futuro per ciò che hai rivelato. Questo può portarti a rimuginare e a provare un senso di colpa per aver condiviso troppo.
Ti consiglierei di esplorare questi sentimenti in profondità, magari con la tua psicologa, per capire meglio da dove provengono e come affrontarli. Il fatto che tu ti senta bene nell'aprirti in quel momento è un segnale positivo, e lavorare su questa difficoltà potrebbe aiutarti a sentirti più libera di condividere le tue emozioni senza sensi di colpa.





Salve, è molto importante che sia consapevole di questo e che lo esponga. E' sicuramente il momento di affrontarlo. In questa problematica ci rientrano molti aspetti: la paura del giudizio, la paura di nuocere a qualcuno, la paura che dalla sua apertura possano derivare delle conseguenze negative a lei, ai suoi cari, la sfiducia. Probabilmente è anche legato al tipo di educazione ricevuta, o a fatti avvenuti nell'infanzia. Le suggerisco di portare questo in psicoterapia. L'aiuterà a sciogliere fatti del passato ma soprattutto di poter avere delle relazioni felici, in cui non deve nascondersi. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua esperienza. Rivelarsi agli altri esprime sempre una certo senso di vulnerabilità. Nel momento in cui mi apro abbasso "le barriere" e mi espongo. Quando lo fa si sente bene, quindi, il suo rivelarsi è anche un po' liberatorio, appena torna a casa, però, viene "assalita" dal senso di colpa. Non è possibile rispondere con chiarezza sulla causa per cui le succede questo perché sarebbero necessarie molte più informazioni. Potrebbero esserci stati episodi passati o aspettative interne che l'hanno portata a chiudersi ed adottare una certa strategia "difensiva". Iniziare un percorso psicologico con un professionista potrebbe sicuramente aiutarla a comprendere meglio le origini di questo comportamento e a mettere in atto nuove strategie che la aiutino a vivere meglio ogni situazione. Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un'esperienza che molte persone riservate possono provare, e il senso di colpa che avverte dopo essersi aperta agli altri può essere legato a diversi fattori emotivi e psicologici.

Quando ci si è abituati a essere molto riservati sulla propria vita privata, l'atto di condividere parti intime di sé può essere percepito come un rischio, anche se razionalmente si sa che ci si sta aprendo a persone di cui ci si fida. La vulnerabilità, ossia l'esposizione delle proprie emozioni e pensieri più profondi, può generare insicurezza e la paura di essere giudicati, non compresi o magari di aver dato troppo di sé a qualcun altro. Questo timore può poi manifestarsi come senso di colpa, quasi come se avesse infranto una sorta di "regola personale" che la protegge dal sentirsi esposta.

In molte persone, il senso di colpa può derivare da esperienze passate in cui l'apertura emotiva non è stata accolta positivamente o è stata giudicata. Se, in precedenza, si è stati criticati o si è percepito che gli altri non abbiano capito appieno le proprie emozioni, può svilupparsi la tendenza a evitare di condividere per paura di ripetere quell'esperienza.

È anche possibile che, nel momento in cui si apre con gli altri, provi una sensazione di perdita del controllo. Parlare di sé può farla sentire meno "protetta" perché ha condiviso qualcosa di importante, lasciando in qualche modo la gestione di quella parte di sé nelle mani degli altri. Questa mancanza di controllo potrebbe contribuire al senso di colpa, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, anche se razionalmente sa che non è così.

Il fatto che si senta bene nel momento dell'apertura indica che ha bisogno e desiderio di condivisione e connessione con gli altri, il che è una parte naturale e sana del nostro essere. Tuttavia, il malessere che segue suggerisce che potrebbe esserci una sorta di conflitto interiore tra il bisogno di apertura e la paura delle conseguenze.

Una strada utile potrebbe essere quella di riflettere su questi sentimenti e su quali sono le sue preoccupazioni specifiche riguardo alla condivisione. Cosa teme possa accadere quando si apre agli altri? Potrebbe anche essere utile esplorare come si sente con le persone con cui condivide le sue emozioni: sono persone di cui si fida pienamente? E se sì, cosa pensa che possano fare con le informazioni che condivide?

Parlare di questi aspetti con un professionista potrebbe aiutarla a capire meglio la natura di questo senso di colpa e a esplorare nuove modalità per sentirsi più a suo agio nell'esprimere se stessa senza timore. La sua sensibilità verso l'esposizione emotiva è comprensibile, ma è anche importante trovare un equilibrio che le permetta di costruire relazioni più intime e soddisfacenti senza che questo la faccia sentire male.

Se desidera approfondire, sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
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Gentile utente, selezionare le persone con cui confidarsi o alle quali rivelare le parti più profonde del sé è giusto, non deve biasimarsi, poiché non siamo tutti uguali e non reagiamo tutti allo stesso modo dinanzi a ciò che gli altri ci raccontano. Il meccanismo di selezione delle persone a cui raccontare o non raccontare la nostra vita privata non deve essere rigido e universale, vale a dire "aprirsi con tutti o non aprirsi con nessuno": alcune persone utilizzano i nostri punti di debolezza per nuocerci, altre ci aiutano a convivere con le nostre debolezze, se non addirittura a superarli. E a queste ultime che dobbiamo affidare le parti più profonde del sé (relazioni sentimentali significative, delusioni, ambizioni, legami).
Diversamente, decidendo di non aprirsi con nessuno i rapporti rischiano di essere superficiali. Ma noi sappiamo che le relazioni sincere e durature sono quelle caratterizzate da uno scambio emotivo profondo e sincero. A presto!
Gentile utente,
la sensazione di colpa che prova dopo essersi aperta agli altri è un tema complesso ma comune, e potrebbe derivare da vari fattori, come esperienze passate, timori legati alla vulnerabilità, o anche da una percezione di autodifesa emotiva. È possibile che lei abbia interiorizzato l'idea che esprimere le proprie emozioni e vulnerabilità possa renderla debole o possa disturbare gli altri. Questi sentimenti di colpa possono anche riflettere una tensione tra il desiderio di connessione e la paura dell’intimità.

Le suggerirei di considerare un percorso di supporto psicologico, dove può esplorare in modo più profondo questi sentimenti e le esperienze che li guidano. Un terapeuta può aiutarla a riconoscere le radici di questi sentimenti di colpa e lavorare per sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e strategie per affrontare la vulnerabilità in modo sano. Attraverso il supporto professionale, potrebbe anche scoprire modi per comunicare le sue emozioni senza sentirsi sopraffatta o in colpa.

In parallelo, potrebbe iniziare a praticare piccole aperture in contesti sicuri e controllati, in modo da capire meglio quali situazioni le provocano disagio e quali invece possono essere vissute con più serenità. Questo può anche aiutarla a costruire una rete di supporto più solida.

Ricordi che aprirsi è un processo personale e graduale; non c'è una scadenza o una giusta modalità per farlo. Prendersi cura di sé e dei propri bisogni emotivi è essenziale.

Le auguro tutto il meglio in questo percorso di scoperta e crescita personale. Se desidera, rimango a sua disposizione. Un caro saluto
Gentile utente, grazie per la sua apertura. Parlare di sé, soprattutto quando non è qualcosa a cui si è abituati, può evocare molte emozioni contrastanti. Aprirsi agli altri significa condividere uno spazio intimo, in cui le nostre sfaccettature vengono messe a nudo, e questo può farci sentire vulnerabili. Il senso di colpa che descrive potrebbe essere legato proprio a questo: il fatto di concedersi uno spazio e di mostrarsi in una luce più personale e delicata. È possibile che questa sensazione emerga perché, in passato, ci sono stati momenti in cui il suo bisogno di aprirsi non è stato accolto come avrebbe voluto, o forse perché si è sentita giudicata o fraintesa. È molto comune che, dopo un momento di condivisione, quando siamo soli con i nostri pensieri, riaffiorino dubbi e paure, come se l’aver mostrato la nostra vulnerabilità ci facesse sentire troppo esposti. Forse dentro di sé c’è una voce critica che le fa credere che aprirsi agli altri sia in qualche modo rischioso o sbagliato. Questa voce, spesso, cerca di proteggerci dal dolore, ma lo fa attraverso il senso di colpa o la sensazione di non aver fatto la cosa giusta. Tuttavia, è importante ricordare che condividere emozioni e vissuti è parte del nostro bisogno di connessione e non c’è nulla di sbagliato in questo. Anzi, aprirsi agli altri richiede coraggio e, quando lo fa, sta semplicemente rispondendo a un bisogno umano fondamentale. Un passo utile potrebbe essere quello di imparare ad ascoltare le emozioni che emergono dopo essersi aperta, senza giudicarle. Si chieda: “Perché mi sento così? Di cosa ho paura? Verso chi mi sento in colpa? Cosa succede se mi espongo troppo? Cosa succede se invece non mi espongo affatto?”. Queste domande potrebbero aiutarla a comprendere meglio le ragioni dietro il suo senso di colpa e a vedere la sua vulnerabilità come una risorsa, non come una debolezza.
Se sente il bisogno di esplorare più a fondo queste sensazioni, sono a disposizione per supportarla in questo percorso.
Un caro saluto.
Gentile utente, grazie per la sua domanda. Prima di tutto voglio farle i complimenti per la sua capacità di auto osservazione e di introspezione, è davvero ottima. Per quanto riguarda il forte senso di colpa che sente mi viene da dirle che forse, in una certo momento della sua vita, ha imparato che non mostrarsi vulnerabile le era di grande aiuto, la sua riservatezza deve averla protetta in passato. Ora però sente il bisogno di intessere relazioni profonde e infatti in un primo momento le fa piacere aprirsi e gode della vicinanza e del calore della condivisione con gli amici per sentire poi il senso di colpa montare percependo pericolo nella troppa vicinanza. Credo sia un buon momento per intraprendere un percorso psicologico per indagare, riflettere e scoprirsi, di modo da vivere più serenamente le relazioni e l'intimità.
Cordialmente Dott.ssa Teresa De Ambrogio
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Parlare di sé e dei propri stati d'animo non è sempre facile, anche quando questa condivisione avviene con persone amiche. Intraprendere un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla ad accogliere la sensazione di vulnerabilità che deriva dal raccontarsi agli altri.
Gentile Utente, grazie per aver condiviso questa parte di sè. Partiamo da una premesse, le diversa situazioni ci portano spesso a sperimentare diverse emozioni, non sempre facilmente identificabili ed etichettabili. Le sue parole mi fanno sospettare che in questo casa sia presente sia un timore per la vulnerabilità ed il rifiuto, così come un senso di colpa per avere magari "appesantito" l'altro. Mi chiedo se in passato qualcuno per lei importante le abbia fatto percepire le sue emozioni come non valide o importanti. O se, per qualche motivo, in passato abbia dovuto mettere da parte le sue emozioni per potersi concentrare piuttosto sugli altri. La paura della vulnerabilità e dell'accettazione sono entrambi due temi che meritano sicuramente il soppesare l'idea di un percorso psicologico, ancora di più in virtù del suo timore ad aprirsi alle persone della sua vita.
Allo stesso tempo, la invito a riflettere su quello che vive quando una persona a lei cara si confida: è piacevole sapere che questa persona si fida di noi? è piacevole sapere di poter dare un appoggio e un aiuto? E' risentita verso l'altro per essersi confidato? Probabilmente anche alle altre persone intorno a lei fa piacere poterla aiutare. Confidarsi è un modo fondamentale per far crescere e rinsaldare i rapporti umani.
Un saluto, le auguro il meglio
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Gentile utente, il senso di colpa che provi quando ti apri può derivare da diversi fattori tra cui la vulnerabilità, un giudizio interno, aspettative altrui e paura della connessione. È importante ricordare che aprirsi è un processo e può richiedere tempo. Potresti considerare di affrontare queste emozioni parlando con un professionista, che può aiutarti a esplorare le radici di questi sentimenti e a trovare modi per gestirli. Ogni storia è a sé, cosi facendo potresti rispondere alle tue domande. Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Consalvo
Buongiorno, il senso di colpa fa parte dell'esperienza umana, pertanto è inevitabile sperimentarlo nel corso della propria esistenza. Tuttavia, se viene sperimentato di frequente in una vasta gamma di situazioni e interferisce con il suo benessere, le consiglio di rivolgersi ad uno specialista per indagare quali sono i pensieri associati a questa emozione. Un percorso di terapia cognitivo comportamentale la aiuterebbe ad esaminare il rapporto tra contesto, emozioni e pensieri associati. Rimango a disposizione. cordialmente dott.ssa Rossi Greta

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