Paura di rincontrare i vecchi compagni di scuola... Salve a tutti. Vi pongo un quesito che potrebbe

17 risposte
Paura di rincontrare i vecchi compagni di scuola...
Salve a tutti. Vi pongo un quesito che potrebbe sembrare sciocco ma per me è davvero fonte di preoccupazione e frustrazione. Ho 30 anni, e ho appena scoperto che la mia vecchia classe di liceo sta organizzando una cena per "celebrare" i 10 anni passati dalla maturità. Con alcuni sono rimasto, tutto sommato, in contatto, con altri mi ci sono perso di vista. Ma il punto non è questo. Il problema è che so, in un modo o in un altro, che tutti si sono bene o male realizzati professionalmente, raggiungendo anche posizioni che, per un trentenne, sono davvero obiettivi encomiabili. Tuttavia, io mi trovo praticamente agli antipodi. Non ho un lavoro, mi sono laureato molto tardi, e ora sto studiando per prendere una seconda laurea. Questo mio ritardo è dovuto al fatto che 2/3 anni dopo la maturità, ho iniziato a soffrire di disturbi d'ansia e di panico, i quali mi hanno letteralmente BLOCCATO da tutti i punti di vista. Ho praticamente passato 6/7 anni completamente fermo, dove mi trascinavo, ma non concludevo nulla. Dopo tanti sforzi sono riuscito a prendermi la triennale all'età di 27 anni, ma un anno dopo (cioè l'anno scorso) sono riuscito ad entrare a una facoltà (numero chiuso) a cui ambivo da tanto, e non ho potuto fare a meno di riprendere il percorso di studi. Sta di fatto, che sono rimasto a tutti gli effetti uno studente. Anche qualora riuscissi a trovare un piccolo impiego, sarebbe sempre un ripiego per portare avanti parallelamente gli studi (un po' come i 20enni che fanno i camerieri e studiano). Ma un conto è avere 20 anni, un conto 30 e stare nella stessa condizione. Capirete da voi che l'idea di incontrarmi con queste persone mi mette un fortissimo disagio, una grande frustrazione, perché, conoscendoli, so che gran parte di loro non riuscirebbero mai e poi mai a capire una situazione del genere. Verrei deriso, o comunque, se non arrivassero a tanto, sarei comunque oggetto di taciti commenti, pettegolezzi e risatine sotto i baffi. Da un lato mi piacerebbe andare, perché comunque mi farebbe tanto piacere, ma dall'altro ho veramente timore. E questo timore mi fa rabbia, perché vorrebbe dire scappare a testa bassa, come se mi giudicassi da solo, ancor prima di interfacciarmi con gli altri. Sono davvero confuso e mortificato... Cosa suggerite?
Buongiorno, mi dispiace che viva questa situazione di disagio:
penso che sia giusto che sia lei a decidere come comportarsi di fronte alla situazione che descrive, da una parte è giusto che consideri che ogni persona ha un proprio percorso di vita che può apparire "in ritardo" rispetto ad altri, ma che questa idea è, appunto, un apparenza. Dall'altro, certe situazioni sociali non sono immuni a giudizi che non dovrebbero esserci, ma possono succedere.
Mi sento di consigliarle di ricordarsi che nessuno dei suoi ex-compagni ha di fatto diritto di giudicarla, dopodichè prenda la decisione più sensata secondo lei.

Cordialmente,
Dott. Giacomo Caiani

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Deve essere contento di sè stesso che è riuscito ad iscriversi ad una facoltà a numero chiuso. Non deve dare nessuna spiegazione. Lei cerchi ora di raggiungere i suoi obiettivi. Si diverta alla cena di classe! Eè sempre bello mantenere rapporti di amicizia con gli ex compagni. Poi, se vuole intraprenda un percorso psicoterapeutico per superare questo senso d'inferiorità. Un saluto e se ha bisogno sono a disposizione. Lina Isardi
Buonasera e grazie per la domanda. Credo che i blocchi che le impediscono di realizzarsi nella sua vita personale e professionale debbano essere ricercati nelle informazioni che sono presenti nel suo inconscio, ovvero quella parte della sua psiche di cui lei non è ancora cosciente e che le fa dire "è più forte di me". Tutti noi abbiamo le nostre sfide quotidiane, ma quando ci sono dei blocchi psicologici l'unica via per risparmiare tempo e sofferenza è la psicoterapia e la crescita personale. La invito a contattarmi per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento senza impegno da parte sua. Grazie. Saluti, dott. Alessandro Gambugiati
Buonasera gentile utente, capisco perfettamente la situazione e la sensazione di disagio in cui pensa di trovarsi, ma l'obiettivo è concentrarsi su se stesso e non su quello che potrebbero pensare gli altri, in qualsiasi caso esponga i suoi progetti e i suoi progressi per il suo futuro senza badare a ciò che gli altri possono dire di aver raggiunto. Comunque le consiglio di valutare l'idea di contattarmi per fissare un appuntamento per cercare insieme di affrontare queste emozioni contrastanti. Sono disponibile anche per terapie online. Un cordiale saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buongiorno, non deve preoccuparsi , ognuno di noi ha dei percorsi di vita e certamente lei ha raggiunto ottimi risultati,. Sicuramente ci sarà chi li avrà raggiunti in tempi più brevi ma non sempre aver raggiunto prima degli obbiettivi è sicuramente un ‘’vantaggio’’. Molto spesso si pensa che gli altri siano migliori di noi ma questa è solo una nostra percezione .Vedrà che non sarà certo questo e in un ‘ altra situazione, motivo di disagio con i vecchi compagni, buona giornata.
Buongiorno, solo lei può sapere quello che ha passato in questi anni. Ognuno ha il suo percorso e la propria storia, paragonarsi agli altri è utile solo se può essere uno stimolo a fare meglio. Provi a cambiare prospettiva, non è ciò che pensano glia altri che importa ma ciò che lei sta facendo per raggiungere i suoi obiettivi. Pensare a che tipo di commenti o pensieri possano fare i suoi ex compagni le è di qualche utilità? Non è detto che ciò che lei sta pensando si realizzi davvero. Una serata tra ex compagni può anche essere una bella occasione per rivedersi, riallacciare rapporti e ricordare i momenti vissuti insieme.
Le auguro una buona giornata!
Salve, non tema di mostrarsi per quello che è. Non scrive se è in terapia o meno. Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista per tenere a bada la sua ansia sociale ma ricordi che non sempre gli altri sono migliori di noi.
Buonasera e grazie per la sua testimonianza. Probabilmente Lei con la sua giovane età, ha gia dovuto affrontsre difficolta e problematiche personali ed esistenziali, che i suoi ex compagni di classe non hanno ( forse) ancora incontrato,, ma con.le quali prima o poi come tutti, faranno i conti. Faccia tesoro della sua esperienza che può essere di esempio a molti. Un caro saluto.
Incontrare nuovamente i propri compagni di classe può mettere in gioco tante questioni legate alla propria autostima, agli ideali di crescita e successo, e anche riaccendere eventuali inadeguatezze che si sono sentite all'epoca della scuola. Capisco che per lei non sia un evento banale. Riuscire a mettersi in gioco come ha fatto, nonostante le difficoltà, e impegnarsi in quello che si sente importante, è tutt'altro che un qualcosa per cui essere derisi, anzi. Inoltre, ogni vita ha i suoi tempi e modalità, senza necessariamente degli obiettivi prefissati standard per tutti. Certo, sarebbe interessante per lei capire come mai ha questa idea così forte e radicata che queste persone potrebbero deriderla per quello che sta facendo: è determinata dall'effettivo modo di essere di queste persone (ora o quando erano suoi ancora suoi compagni), oppure è un "suo modo" di sentire? Oppure entrambe le cose? L'ansia e il panico che la hanno bloccata per molto tempo sono già stati affrontati? Se ne prenda cura, non per dimostrare qualcosa agli altri ma per stare meglio e vivere una quotidianità più libera possibile.
Gentilissimo Utente,
come prima cosa mi sento di commentare le sue primissime righe, e no, non esistono domande „sciocche“, quindi ha fatto benissimo a condividerla. Vorrei convidere con lei alcune riflessioni. Leggendo le sue parole mi sembra che Lei provi una certa ansia all'idea che alcuni dei suoi ex-compagni la giudichino, la biasimino e la critichino, e Lei vive questa eventualità con vergogna e sentimenti di inadeguatezza. Se le cose stanno come suppongo siano, la sola cosa che mi sento di suggerirLe è di chiedersi cosa significherebbe per Lei se (davvero) qualche suo ex-compagno dovesse giudicarla male, che valore darebbe alla cosa, come la valuterebbe, che peso le darebbe. La sua ansia e la sua mortificazione dipendono da come lei giudica il fatto (ipotetico) di venire biasimato e screditato dai suoi ex-compagni; dunque cerchi di capire che peso, che giudizio, che valutazione fa di questa eventualità, e la metta dunque in discussione, la confuti, la analizzi con logica e ragionevolezza. Ci saranno sempre persone che potranno giudicarci male, criticarci e bisimarci, ma ciò che davvero importa è come noi valutiamo la cosa, che peso le attributiamo.
Spero di esserLe stato di qualche aiuto
Le auguro tutto il meglio
Un caro saluto
Mauro Fadda
Buongiorno,
sento in lei prima di tutto un forte senso del giudizio su di sé. Ognuno nella vita fa i percorsi che ritiene giusti, e comunque ognuno ha bisogno del suo tempo per una realizzazione personale, sia in ambito emotivo che professionale. Non so cosa potrebbero pensare i suoi compagni, ma riterrei meno importante il loro parere di tutto il resto. Ci pensi, a quanto sia più lei a giudicarsi di chiunque altro. Spero non perda l occasione di poterli rivedere e magari di riabbracciarli.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, credo che debba complimentarsi con se stesso per essere riuscito, nonostante il fortissimo disturbo d'ansia, a riprendere gli studi e addirittura iniziare un percorso per una seconda laurea. Continuare a studiare e non andare necessariamente a lavorare a 30 anni, può essere visto anche come un privilegio per pochi; piuttosto che accontentarsi di un lavoro poco gratificante e frustrante fatto solo per vivere. Detto ciò le faccio notare che le sue risorse sono presenti e sono intense in quanto, come detto prima, è riuscito a mettere da parte i suoi disturbi per perseguire i suoi obiettivi. Pertanto credo che possa trovare la forza in un paio di ore, di mettere a tacere quella parte di sé che si sente esposta ai giudizi altrui. Ritengo comunque che nell'immediato futuro sia il caso di prendersi cura della parte di sé fragile, con un percorso di psicoterapia. La aiuterebbe ad accrescere la sua autostima e le eviterebbe eventuali future ricadute.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Lei ha paura che gli altri penseranno quello che già pensa di se stesso. Come farebbe a difendersi da qualche attacco, ammesso che ci sia, se lei è il primo ad attaccarsi? Impari a non doversi giustificare e a validarsi non si sentirà più così in soggezione per i pensieri degli altri.
N.B. Ognuno è in un percorso diverso e ha tutto il diritto di seguirlo.
Buonasera, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Capisco il disagio nello stare realizzando i suoi desideri in ritardo rispetto "alla norma" ma ricordi che, dopo anni difficili dovuti ai disturbi sopracitati, ha avuto il coraggio di rialzarsi e di combattere per raggiungere i suoi obiettivi: la forza di volontà e l'impegno sono delle risorse che ha e su cui si deve concentrare.
Per quanto riguarda la rimpatriata con i vecchi compagni di scuola, un dato di fatto è che i giudizi e le credenze delle persone ci saranno sempre nella vita di ognuno, ma l'importante è che non intacchino la visione che lei ha di Sè: un uomo adulto, che nonostante tutto si è poi rialzato in piedi. Provi a non fondersi con rimuginii e ruminazioni, che sono solo pensieri dannosi ma che non rispecchiano la realtà.
Un caro saluto,
Dott.ssa chiara Lo Re
Buongiorno,
posso immaginare il suo essere combattuto nella scelta. Considerato il contesto (tempo libero vs dovere) potrebbe essere un'occasione per verificare se veramente si realizzano i commenti e le "risatine sotto i baffi", oppure se eventuali impasse siano facilmente sviabili.
Nei suoi panni mi chiederei se mi dispiace di più un rimpianto o un rimorso, sapendo che nel primo caso non avrò modo per "recuperare".
Saluti
Salve, si ricordi che nella vita ognuno ha i suoi tempi e i suoi spazi.
Se si sente non realizzato si impegni da ora in avanti per ottenere i risultati che desidera.
Questo incontro potrebbe fare da sprone per permetterle di andare avanti. Per cui ne approfitt!
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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