Otto mesi di sertralina e tcc, ma ho da qualche giorno il timore che oltre al doc il mio male stia e

17 risposte
Otto mesi di sertralina e tcc, ma ho da qualche giorno il timore che oltre al doc il mio male stia evolvendo in qualcosa di perfino peggio. Non capisco se il pensiero di farla finita, che d'improvviso mi sfiora turbandomi gravemente, sia una ossessione come le tantissime finora subite, o se celi una reale intenzione. Finora a preservarmi è stato non tanto il piacere o l'interesse per la vita, giacché da quando gli SSRI mi hanno reso impotente a letto ho ancora meno motivazione a fare tutto, quanto l'orrore dell'annullamento, che l'idea della fine suscitava in me, visto che non ho fede in un aldilà. Mi sembra di trovarmi aggrappato all'orlo scivoloso di un dirupo, dal quale potrei precipitare. Potreste darmi un parere? Cosa potrei fare per affrontare questa situazione?
La situazione e conplessa a volte gli psicofarmaci possono dare effetti collaterali non comuni , le consiglio nuova valutazione psicofarmacologica

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Salve, deve proseguire le terapie indicate e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
I professionisti che la hanno in carico conoscono meglio di noi la sua storia personale e familiare.
Cordialmente, dott FDL
Salve , capisco la difficile situazione nella quale si trova....sicuramente avere una fede è una grande ancora di salvezza. Chieda un supporto concreto ad un professionista che possa aiutarlo a dare " significato " alla sua Vita.
Chieda aiuto e troverà qualcuno che gli tenderà la mano.
Dott.ssa milvia verginelli
Contatti il medico che le ha prescritto la terapia psicofarmacologica che, immagino, si tratti di uno psichiatra: lo contatti IERI e NON DOMANI.
E' imperativa una rivalutazione psichiatrica.
Oltre alla terapia farmacologica, vale la pena proseguire l'integrazione con l'intervento psicoterapeutico.
Se ritiene di non trarre alcun beneficio nè dai farmaci, nè dalla TCC, si rivolga ad altri professionisti. Lo faccia quanto prima: la situazione di profonda sofferenza che riferisce è degna della massima attenzione clinica.
Caro utente, comprendo la difficile situazione in cui si trova. Lei non specifica se oltre alla cura farmacologica che segue , ha intrapreso un percorsonpsicoterapeutico che la sostenga e accompagni . In caso al momento non lo stesse facendo, le consiglio vivamente di farlo.
Buonasera/buongiorno, proponga e rappresenti chiaramente la sua situazione psichica ed emotiva ai professionisti, che la seguono. Per quanto i suoi vissuti psichici siano comprensibilmente dolorosi ed angoscianti, mi risulterebbero esserci strumenti clinici (farmacologici e psicoterapici), per affrontare/attenuare/governare la sua opprimente sintomatologia psichica. Quindi non si arrenda e insista senza indugio nella richiesta di aiuto! Con empatia.
M.M.
Buongiorno, oltre a parlare nuovamente con chi la segue a livello farmacologico, ritengo per lei fondamentale e urgente rivolgersi ad uno psicoterapeuta per intraprendere un percorso.
È più difficile mantenersi in equilibrio precario sull'orlo di un dirupo che affidarsi a qualcuno che può sostenerla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, leggo di una situazione da ristrutturare anche sul piano psicofamacologico, si riagganciare al suo medico e chieda un maggior accertamento. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Salve. Nella mia lunga esperienza, in situazioni simili alla sua, riscontro una difficoltà a stare a contatto con le emozioni, in particolare con la rabbia, emozione che può essere repressa per paura di non riuscire a contenerla. Ma, più la rabbia viene repressa, più può diventare esplosiva, manifestandola in modo eccessivo o, può diventare implosiva con manifestazioni di sintomi psicosomatici, pensieri autolesionistici o comportamenti e pensieri ossessivi.
Lavorando sulle emozioni e in particolare sulla rabbia, comprendendone le origini, esprimendola ed elaborandola nel contesto terapeutico, si può stimolare la fiducia in sé che permette di non aver più paura delle proprie emozioni, perché man mano che si conoscono si riescono ad esprimere e a canalizzare in modo costruttivo, attivando la vitalità che lei, mi sembra, non riesce più a sentire.
Distinti saluti
Gentile utente di mio dottore,

in merito alla somministrazione dei farmaci la invito ad avere un confronto diretto con lo psichiatra che le ha somministrato la cura affinché possa eventualmente prendere in considerazione una modifica al piano terapeutico. Aggiungo inoltre che sarebbe importante affiancasse alla farmacoterapia un percorso di psicoterapia. Questa ultima le consentirebbe di approfondire le ragioni del suo malessere cercando un benessere più a lungo termine. Qualora non lo avesse già fatto, contatti uno psicoterapeuta si dia la possibilità di star meglio in fondo ne vale la pena.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buon giorno a lei. La situazione descritta certamente non è semplice ma mi viene da consigliarle di non abbattersi e cercare una soluzione ai suoi vissuti di malessere magari chiedendo un supporto psicoterapico. Potrebbe essere valido strumento per cercare assieme a lei adeguate risorse per far fronte a questa non semplice situazione. Restando a sua disposizione porgo cordiali saluti. Coraggio. Gian Piero dott Grandi
Mi dispiace tanto caro utente per la sua situazione di enorme malessere! Come le hanno detto i miei colleghi, sta accompagnando la cura farmacologica con la psicoterapia? ci risponda se gradisce e ci dica perchè sì o perchè no. Attendo
Gentile utente, dalla descrizione mi sembra che conosce il suo disturbo e se si sta preoccupando dei suoi pensieri negativi è già confortante. Se non sta seguendo un percorso di psicoterapia Cognitivo Comportamentale con tecniche specifiche: ERP, Minfullness e altro penso sarebbe il caso. Inoltre, la terapia farmacologica va sempre monitorata e regolata in particolar modo nel momento che sta attraversando. Molti saluti Dott.ssa S. Zito
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Salve, il DOC può dare momenti più difficili anche durante le cure farmacologiche e per questo le consiglio di parlarne con chi le ha prescritto il farmaco e la sta seguendo. Gli effetti collaterali sono legati al medicinale e quindi smetteranno di esistere quando , col tempo e con il controllo del medico, li abbandonerà. Continui la cura con i medicinali a cui mi auguro stia affiancando anche un percorso psicologico e vedrà che col tempo starà meglio. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, le consiglierei prima di tutto di esporre le sue problematiche e il suo vissuto al suo psichiatra di riferimento al fine di valutare un eventuale percorso farmacologico.
Inoltre sarebbe anche consigliato un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il conteso in cui si manifesta il suo vissuto.
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buongiorno,
Non si disperi e si fidi del dottore che la sta aiutando.
Sono disponibile a supportarla aiutandola insieme al medico che la sta accompagnando mediante il farmaco.
Ci sono tante tecniche e modalità di fate terapia che possono essere stimoli nuovi per rinascere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buonasera,
è comprensibile che un disturbo come il DOC possa portare con sé un senso di disperazione e di perdita di controllo. Del resto, l'esperienza dei pensieri intrusivi come qualcosa che va al di là del controllo della propria volontà è proprio uno degli aspetti più destabilizzanti di questo disturbo. Non è strano che si possa desiderare che una simile condizione abbia fine, a qualsiasi costo. Purtroppo non è possibile fare una valutazione della natura dei pensieri che la tormentano in questo momento in una sede come questa. Sta intraprendendo un percorso di psicoterapia, in aggiunta alla terapia farmacologica? Ha avuto modo di parlare con un/una collega delle difficoltà che sta affrontando in questo momento?

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