Oggi, dopo la consueta seduta con la mia psicologa, sono uscita stando peggio di prima. In generale

19 risposte
Oggi, dopo la consueta seduta con la mia psicologa, sono uscita stando peggio di prima. In generale mi trovo bene con lei, ma questa cosa è già successa almeno altre due volte. Oggi avremmo dovuto parlare di alcuni temi, invece abbiamo parlato di tutt'altro (riconosco che in parte è stato necessario). Inoltre, su un argomento, sono venute fuori sue opinioni personali (non professionali) che io non so se riesco ad accettare, come posso dirglielo? Non penso di dover per forza accettare le sue opinioni personali, ma questo ci rende incompatibili?
Io la stimo molto e mi trovo bene con lei, posso parlarle di molte cose, ma ho notato che se l'argomento vira sul suo lavoro, o su come lo svolge, si irrigidisce e ci tiene a specificare (sempre in maniera educata e gentile) che la specialista è lei. Io però sono quella che esce dalle sedute, e mi sembrerebbe giusto poter dire la mia sul loro svolgimento. Mi piacerebbe ricevere vostri consigli, grazie a tutti
Buongiorno, sicuramente la trasparenza è una caratteristica fondamentale nell'instaurare una valida relazione terapeutica ed orientata verso la fiducia nei confronti del professionista. Le suggerisco di discutere le stesse perpessità che esprime su questo sito con la sua stessa terapeuta, a beneficio sia del percorso individuale che ha intrapreso che della relazione terapeutica.

Cordiali saluti

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Buongiorno, io le consiglio di condividere i suoi pensieri, può darsi che il disagio che prova non sia dovuto ad un atteggiamento, ma da qualcosa di sottostante. In generale il "non detto" non è mai utile, tantomeno nel percorso terapeutico. saluti
Giulia Venanzangeli
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Salve, guardi per esperienza personale le dico che l'unico modo è parlarne apertamente: risulterà un importante esercizio di assertività ed esposizione per lei e un importante feedback anche per la collega che magari potrebbe avere uno stile efficace in tante situazioni ma non in questa.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, immagino che non sia semplice affrontare tali argomenti. Ma una relazione terapeutica che funziona prevede anche che venga a galla le perplessità ed i dubbi del pazienti, quando presenti. Provi a parlane n modo semplici e chiaro come a fatto qua con noi.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, provi ad esprimere alla sua psicologa vis a vis quello che ha scritto a noi. Può essere un po' tosto ma è una buona prova per lei. Ci sono momenti del percorso in cui attraversano queste fasi, che possono essere molto costruttive. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentilissima, mi associo al consiglio dei colleghi di affrontare tutte le perplessità (legittime) che nascono in seno alla relazione terapeutica e che sono quindi da contestualizzare ne rapporto di cura con la Sua terapeuta. Mi rendo conto delle difficoltà che comporta fare ciò che stiamo suggerendo, in quanto è normale che nei confronti della figura del terapeuta si sviluppino dinamiche di idealizzazione che fanno parte anch'esse del processo terapeutico ma che possono rappresentare un ostacolo nel momento in cui emerge il bisogno, come pare essere per Lei, di vedere il terapeuta per ciò che è, anche nei suoi difetti. Credo che tale vissuto denoti il fatto che la psicoterapia sta funzionando bene, pertanto, con i tempi che sente giusti per Lei, la invito a non perdere questa ulteriore opportunità di crescita. La differenza di pensiero non genera incompatibilità, anzi, è proprio la diversità che apre la strada per l'individuazione. Per quanto sia importante il rispetto dei reciproci ruoli, siamo comunque tutte persone; nessuno di noi è perfetto, nemmeno noi terapeuti.
Cordialmente.
Gentile utente, nel percorso da lei intrapreso deve sentirsi libera di esprimere le proprie opinioni, anche se in contrasto con quelle della collega. Questi momenti di impasse possono essere delle preziose occasioni per rinegoziare i temi in gioco e affrontarli nel modo più opportuno. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno dovrebbe condividere ciò che prova con la sua psicologa, è molto importante sentirsi "comodi" nella relazione terapeutica
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. La relazione terapeutica è prima di tutto una relazione, fatta da esseri umani, e in quanto tali è possibile che ogni tanto entrambi possano sbagliare, il paziente quanto la terapeuta. Entrambi avete la responsabilità di come viene gestita la relazione, e quindi è più che legittimo che lei possa portare alla sua terapeuta i suoi dubbi, come si sente, anche le sue rimostranze, se dovessero essercene; in questo modo non sta minando la relazione, non sta rompendo la fiducia, al contrario: significa che la relazione tra voi è abbastanza solida da poter essere osservata e messa in discussione insieme. in ogni relazione che funzioni ogni tanto le persone discutono, si confrontano, non si trovano subito in accordo e hanno bisogno di darsi dei feedback: questo può accadere anche nella relazione terapeutica. Se lei trova il coraggio di esporsi e di essere autentica, fa un regalo alla sua terapeuta e finisce per rinforzare la relazione: da una parte perchè le dà accesso a quello che lei prova e sente veramente, dall'altra perchè le dà occasione di riflettere su quello che lei stessa sta portando nella relazione. Se avesse ulteriori domande resto a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno cara,
credo che tutto quel che ha fatto emergere nello scritto andrebbe trattato in seduta con la psicologa, in modo anche da capire insieme se ci si può muovere in modo alternativo rispetto alle esigenze di entrambe, valutando insieme se eventualmente possa anche essere il caso di cambiare tecnica o psicologa stessa.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti,
Dott.ssa Michela Dicosta
Salve. E' difficile darle un'opinione, bisognerebbe capire se la persona che la segue è in grado di mantenere la dovuta neutralità, oppure se lei non mette (da come mi sembra di intuire) velatamente in discussione la sua professionalità (accusa alla quale la sua psicologa risponde con la rigidità).
Crede di sapere più della sua psicologa su certi argomenti? A cosa si riferisce quando dice opinioni personali?
Cordialmente, resto a disposizione
Salve, il dialogo con la propria psicoterapeuta e alla base della riuscita della relazione in sé, ma anche della psicoterapia.
Le sue perplessità possono essere legittime e forse, se non riesce ad esprimerle in un contesto così protetto non riesce nemmeno a farlo nelle sue relazioni quotidiane.
Per cui per lei potrebbe essere un’ottima occasione per iniziare ad affermarsi.
Per cui consideri questo scoglio non come un ostacolo ma come una opportunità.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentilissima, mi dispiace molto per i vissuti che ci sta raccontando. Quando si intraprende un percorso di conoscenza e cura del sè è fondamentale il supporto di un professionista che, con discrezione e con l'instaurarsi di una relazione autentica, sappia guidare empaticamente il paziente attraverso un viaggio alla scoperta di sè. Solo in questo modo si può giungere ad un cambiamento desiderato e al mantenimento del benessere raggiunto. Per tali motivi le consiglio di aprirsi con il suo terapeuta, e se non capirà avrà tutto il diritto di cambiare e scegliere un professionista con cui possa sentirsi maggiorente a suo agio.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Saluti, dott.ssa Chiara Caprarelli
Buongiorno,
grazie per la sua condivisione. Capisco il suo vissuto, può accadere che dopo una seduta ci si senta insoddisfatti o disorientati. La stanza della terapia è come un laboratorio in cui potersi sperimentare, ascoltare e entrare in contatto con i propri dubbi e paure. In questo senso la relazione terapeutica è spesso un vetrino di come ci sentiamo anche in altre relazioni. Per questo sarebbe importante portare i suoi vissuti alla terapeuta in modo che possano essere occasione di approfondimento e lavoro insieme.
la psicoterapia è un percorso lungo e tortuoso, a volte il passo sembra procedere spedito, altre invece tutto sembra scorrere più lento. Qualunque sia la velocità, è fondamentale che si possa creare con il terapeuta un legame di fiducia e affetto, quel tipo di rapporto ben diverso da quello amicale, dove il terapeuta si trasforma, seduta dopo seduta, nella rappresentazione dei genitori, del partner, dell'amico o del capo, mantenendosi opaco nei giudizi ma favorendo l'emergere di un tipo di dinamica che la persona tende a ripetere nella speranza che qualcuno rompa la catena.
é un legame tra due persone dove però c'è un'unidirezionalità ed in cui a volte ci si può "amare" ed altre "odiare". Più che darti consigli, ti inviterei a riflettere su questo e se ritrovi tale descrizione nella tua esperienza.
Salve, il problema che ha esposto è molto importante, la relazione con la sua terapeuta. la libertà di fare osservazioni sui suoi interventi non dovrebbe essere limitata dalla paura di un irrigidimento, ma è comprensibile che lei senta questo come possibile perchè dice di averlo già osservato in precedenza.
Credo che in parte si sia risposta da sola perchè è lei che esce dalle sedute, mi sembra di cogliere la voglia di far rispettare il suo bisogno di esprimersi e di riportare il focus sulle problematiche che le preme di affrontare in seduta. Avere fiducia nel proprio terapeuta e sentire che il percorso è utile è importante, d'altra parte possono emergere dei movimenti transferali che mettono in luce aspetti problematici proprio nella relazione con il terapeuta. In questi casi credo sia necessario parlarne e utilizzare al meglio questo materiale.
Gentile utente grazie per la condivisione di questi suoi pensieri. Le proporrei di proporre alla sua terapeuta nella prossima seduta le stesse domande che pone a noi, ovvero come mai non avete parlato di alcune tematiche e perché si irrigidisce quando si parla della sua professione? Potrebbe anche chiederle di questa sua esigenza al termine della seduta di scrivere su questo portale. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile utente, un percorso psicologico non è sempre facile, possono esistere diverse tipologie di rotture all'interno della singola seduta, ma non per questo si diventa incompatibili con il terapeuta, anzi. Le suggerirei di parlarne la prossima volta, soltanto così potrà trovare le risposte che cerca e allargare lo sguardo rispetto a ciò che è capitato fra voi in questa specifica seduta, che spesso ci dice qualcosa di più di noi, di come osserviamo il mondo. A disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Angela Ricucci
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi pensieri sulla sua esperienza con la sua psicologa. È importante che lei possa esprimere le sue emozioni riguardo alle sedute. È comprensibile sentirsi confusa o insoddisfatta quando le sedute non vanno come sperato. La terapia può essere un processo complesso e a volte presenta momenti di disagio; non è un percorso lineare e schematico. Quando ci si concentra sul mondo intrapsichico o su dinamiche emotive, non si può analizzare solo con la razionalità.
Riguardo alle opinioni personali della sua psicologa, è naturale avere delle riserve. La cosa più importante è che lei possa esprimere come si sente al riguardo. La invito a parlarne direttamente con lei; un buon terapeuta apprezzerà la sua sincerità e sarà aperta a esplorare insieme questi sentimenti.
In terapia, è fondamentale sentirsi a proprio agio nel comunicare e discutere anche dei modi in cui il lavoro si svolge. Se si sente in grado di farlo, potrebbe anche chiedere come mai ci sono stati dei momenti in cui si è irrigidita. Questo potrebbe aiutarla a comprendere meglio la dinamica della vostra relazione terapeutica.
Le faccio il mio in bocca al lupo per il percorso.
Un saluto,
Dott. Gianluca Pignatelli

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