( non sapevo dove collocare ciò e qui di ho scelto psicologia) Buonasera; è da più o meno 4 mesi che
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Buonasera; è da più o meno 4 mesi che ho paura di non riuscire a deglutire bene e quindi anche che mi si fermi il cibo in gola e soffocare. Mastico molto e mangio piano, ma "mi ci sono abituato" dopo un po' in questo ultimo mese, come se stessi riprendendo a mangiare normalmente, ma come ho deglutito un giorno "male" ma il boccone è andato di diciamo a buon fine, ci ho ripensato e adesso è come se mangiassi all' inizio di questa paura , è come se dovessi riprendere confidenza nel deglutire normalmente diciamo come stavo iniziando a fare.
Tutto è iniziato quest' estate quando mi era andato di traverso un pezzo di bistecca , ne sono uscito tremolante e "traumatizzato", veramente incazzato con me stesso per fare queste figure e di non saper mangiare.
Subito dopo continuo a mangiare come prima senza altri problemi . Passa una settimana e ingoio male un pezzo di torta e lo rigetto fuori diciamola cosi perché appunto avevo deglutito male. Poi di punto in bianco inizio mangiare pianissimo per evitare di fare figuracce (ero anche con parenti), tanto e che mi sono astenuto da mangiare qualsiasi altra fetta di quella torta di cui ne mangio a tonnellate per farvi capire.
Poi torno a casa da quel giorno mangio del pesce e deglutisco di nuovo male e "raspo" il boccone fuori ingoiato appunto male, come se avessi perso la capacità di deglutire. Sta di fatto che ho evitato qualsiasi situazione sociale che riguardi mangiare in compagnia il 90% delle volte, inoltre se mangiavo in compagnia chiedevo razioni minori oppure altre cose come il riso che non ho assolutamente fatica a deglutire e sono felice quando lo mangio perché so che posso finirlo più o meno con la stessa tempistica degli altri senza mostrare la mia "incapacitá"a mangiare.
Sta di fatto che da quel momento ,inoltre mangio molto lento, finisco anche 10 Min dopo gli altri , dipende dagli alimenti, sono più a mio agio mangiando un riso che un hamburger, soprattutto i panini li evito sempre e la pizza dipende dallo spessore dell' impasto in quanto tempo io riesca a mangiarla. (Per fare esempi) (l arancia la mangio benissimo senza problemi).
È incredibile come di punto in bianco, da una settimana di distanza non riesca più a fare una cosa del tutto naturale e spontanea. È umiliante fare vedere agli altri "che non riesco a mangiare come loro" , ed è altrettanto umiliante vedere tutti che finiscono e tu lì come un pero ancora a mangiare.
Ricapitolando ci metto molto di piú a mangiare un petto di pollo che un riso e ho questa paura; ho 18 anni , molto ansioso , recenti attacchi di panico (3 in una settimana a novembre) , cardiofobico da novembre correlato agli attacchi di panico, assai ipocondriaco sempre da novembre , paura della SLA , molta, e della sclerosi multipla. Stavo bene fino a novembre poi ho iniziato a controllarmi i battiti cardiaci come una macchina per paura innata di morire di infarto nel sonno. Da lì in poi moltissimo stress e ansia , cardiofobia e ipocondria. Da ciò , dolori al petto, tremore interno a ritmo con il battito cardiaco che sembra essere sparito il quale si manifestava ogni volta che mettevo la testa poggiata sul cuscino (non da di lato) o quando mi stravaccavo di schiena sul cuscino. Mi sono iniziati moltissimi spasmi muscolari , tensioni muscolare al petto, tutto ora ho sempre spasmi muscolari e come una sensazione di qualcuno che mi "misuri la pressione non del tutto al braccio sinistro " come se avessi fatto pesi per un po' di tempo. Ciò qualche settimana fa mi faceva veramente male , come se avessi il braccio pompato (per un pomeriggio), ma come penso a questo sintomo c'è , come sono concentrato a fare altro sembra che non ci sia. Inoltre ho avuto sensazioni di difficoltà respiratoria, una sensazione di perdita di sensibilità delle schiena alta sinistra, formicolio al braccio sinistro lieve ( sul bicipite), come una tendinite sopra alla caviglia destra e altri sintomi che hanno corrispondenza con l ansia e lo stress prolungati. In aggiunta pensavo di avere la sclerosi multipla e mi faccio autodiagnosi leggendo su internet perché vengono questi sintomi; ora ho paura della SLA veramente.
La mia preoccupazione è che questa paura di mangiare non sia invece un qualcosa legato a complicanze neurologiche e che questi sintomi dopo gli attacchi di panico e l ansia non siano delle somatizzazione ma delle manifestazioni di qualche altra malattia..
Io devo uscire da questo circolo vizioso, sia dalla paura di non riuscire bene a deglutire e che volte mi ha portato a farlo non bene sia dal fatto che è incredibile che dopo gli attacchi di panico e l'inizio dello stato d ansia di stress prolungati ho tutte queste cose, basta!
P.s. conduco una vita sedentaria molto seduto per didattica a distanza compiti e studio e perché gioco anche un po' col PC (faccio calcio ma ora e bloccato per il covid). Da ciò cattive posture prolungate e poi le braccia stanno estese piegate a 90 gradi sui bracciali per un bel po'.
Pianto facile che non è da mia personalitá , frequenti situazioni di sovrappensiero e anche di tristezza per le mie paure, STRESS E ANSIA e infine i miei compagni mi hanno detto che sono dimagrito, ma io non me ne sono mai accorto; però penso sia dovuto anche dal fatto che mi sono alzato in maniera non lieve diciamo.Vorrei avere un vostro parere. Grazie
Tutto è iniziato quest' estate quando mi era andato di traverso un pezzo di bistecca , ne sono uscito tremolante e "traumatizzato", veramente incazzato con me stesso per fare queste figure e di non saper mangiare.
Subito dopo continuo a mangiare come prima senza altri problemi . Passa una settimana e ingoio male un pezzo di torta e lo rigetto fuori diciamola cosi perché appunto avevo deglutito male. Poi di punto in bianco inizio mangiare pianissimo per evitare di fare figuracce (ero anche con parenti), tanto e che mi sono astenuto da mangiare qualsiasi altra fetta di quella torta di cui ne mangio a tonnellate per farvi capire.
Poi torno a casa da quel giorno mangio del pesce e deglutisco di nuovo male e "raspo" il boccone fuori ingoiato appunto male, come se avessi perso la capacità di deglutire. Sta di fatto che ho evitato qualsiasi situazione sociale che riguardi mangiare in compagnia il 90% delle volte, inoltre se mangiavo in compagnia chiedevo razioni minori oppure altre cose come il riso che non ho assolutamente fatica a deglutire e sono felice quando lo mangio perché so che posso finirlo più o meno con la stessa tempistica degli altri senza mostrare la mia "incapacitá"a mangiare.
Sta di fatto che da quel momento ,inoltre mangio molto lento, finisco anche 10 Min dopo gli altri , dipende dagli alimenti, sono più a mio agio mangiando un riso che un hamburger, soprattutto i panini li evito sempre e la pizza dipende dallo spessore dell' impasto in quanto tempo io riesca a mangiarla. (Per fare esempi) (l arancia la mangio benissimo senza problemi).
È incredibile come di punto in bianco, da una settimana di distanza non riesca più a fare una cosa del tutto naturale e spontanea. È umiliante fare vedere agli altri "che non riesco a mangiare come loro" , ed è altrettanto umiliante vedere tutti che finiscono e tu lì come un pero ancora a mangiare.
Ricapitolando ci metto molto di piú a mangiare un petto di pollo che un riso e ho questa paura; ho 18 anni , molto ansioso , recenti attacchi di panico (3 in una settimana a novembre) , cardiofobico da novembre correlato agli attacchi di panico, assai ipocondriaco sempre da novembre , paura della SLA , molta, e della sclerosi multipla. Stavo bene fino a novembre poi ho iniziato a controllarmi i battiti cardiaci come una macchina per paura innata di morire di infarto nel sonno. Da lì in poi moltissimo stress e ansia , cardiofobia e ipocondria. Da ciò , dolori al petto, tremore interno a ritmo con il battito cardiaco che sembra essere sparito il quale si manifestava ogni volta che mettevo la testa poggiata sul cuscino (non da di lato) o quando mi stravaccavo di schiena sul cuscino. Mi sono iniziati moltissimi spasmi muscolari , tensioni muscolare al petto, tutto ora ho sempre spasmi muscolari e come una sensazione di qualcuno che mi "misuri la pressione non del tutto al braccio sinistro " come se avessi fatto pesi per un po' di tempo. Ciò qualche settimana fa mi faceva veramente male , come se avessi il braccio pompato (per un pomeriggio), ma come penso a questo sintomo c'è , come sono concentrato a fare altro sembra che non ci sia. Inoltre ho avuto sensazioni di difficoltà respiratoria, una sensazione di perdita di sensibilità delle schiena alta sinistra, formicolio al braccio sinistro lieve ( sul bicipite), come una tendinite sopra alla caviglia destra e altri sintomi che hanno corrispondenza con l ansia e lo stress prolungati. In aggiunta pensavo di avere la sclerosi multipla e mi faccio autodiagnosi leggendo su internet perché vengono questi sintomi; ora ho paura della SLA veramente.
La mia preoccupazione è che questa paura di mangiare non sia invece un qualcosa legato a complicanze neurologiche e che questi sintomi dopo gli attacchi di panico e l ansia non siano delle somatizzazione ma delle manifestazioni di qualche altra malattia..
Io devo uscire da questo circolo vizioso, sia dalla paura di non riuscire bene a deglutire e che volte mi ha portato a farlo non bene sia dal fatto che è incredibile che dopo gli attacchi di panico e l'inizio dello stato d ansia di stress prolungati ho tutte queste cose, basta!
P.s. conduco una vita sedentaria molto seduto per didattica a distanza compiti e studio e perché gioco anche un po' col PC (faccio calcio ma ora e bloccato per il covid). Da ciò cattive posture prolungate e poi le braccia stanno estese piegate a 90 gradi sui bracciali per un bel po'.
Pianto facile che non è da mia personalitá , frequenti situazioni di sovrappensiero e anche di tristezza per le mie paure, STRESS E ANSIA e infine i miei compagni mi hanno detto che sono dimagrito, ma io non me ne sono mai accorto; però penso sia dovuto anche dal fatto che mi sono alzato in maniera non lieve diciamo.Vorrei avere un vostro parere. Grazie
Salve, prima di tutto rivolga questa domanda al suo medico di base, per raccogliere più informazioni possibili.
Buona giornata.
Dott. Fiori
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Salve, Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Credo che un consulto con un medico possa aiutarla ad identificare eventuali cause organiche. Ritengo comunque fondamentale che lei intraprende un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini, i fattori di mantenimento e le conseguenze che questi sintomi causano in lei onde evitare che la situazione possa irrigidirsi.
Cordialmente, dott FDL
Cordialmente, dott FDL
Salve, mi dispiace per la sua sofferenza. Mi sento di sconsigliarle la ricerca continua di informazioni su Internet (non sempre dottor Google è efficace) e di consigliarle di rivolgersi ad uno specialista per approfondire la paura di base e l'ascolto continuo del proprio corpo. Con la speranza che lei possa ridurre significativamente il proprio disagio le porgo i miei più cordiali saluti.
Mariarosaria Russo
Mariarosaria Russo
Ciao, ti do del tu vista la tua giovane età. Mi dispiace per la situazione che stai vivendo. Dare un parere rispetto a tutto ciò che hai scritto è complicato. Dal mio punto di vista, posso solo consigliarti di parlarne con i tuoi genitori (immagino tu sia economicamente dipendente da loro) per iniziare una psicoterapia. Non esiste un consiglio risolutore, ogni mio parere a riguardo senza averti conosciuto sarebbe inutile, se non deleterio. Rimango a disposizione. Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera, in lei è presente uno stile ossessivo che si autoalimenta. Un buon percorso di psicoterapia potrebbe senza dubbio aiutarla ad uscire da questo circolo vizioso devastante e la aiuterebbe a ritrovare un po' di serenità. Mi sembra che sia ben motivato in questo senso. Coraggio, allora, inizi al più presto. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Mi dispiace per la sua situazione , credo sia opportuno confrontarsi in primis con il suo medico di Base ed iniziare un buon percorso psicologico .
Come già detto Google no è un buon medico.
E' rimanere in questo circuito dove la paura alimenta la paura non le fa bene . Ha fatto il primo passo confrontandosi con noi ora continui
Come già detto Google no è un buon medico.
E' rimanere in questo circuito dove la paura alimenta la paura non le fa bene . Ha fatto il primo passo confrontandosi con noi ora continui
Gentile utente la sua è una problematica che può essere affrontata consultando uno psicoterapeuta!
Coraggio il prossimo passo è quello di richiedere uno spazio tutto per sè da un collega psicoterapeuta!
Buon lavoro!
dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Coraggio il prossimo passo è quello di richiedere uno spazio tutto per sè da un collega psicoterapeuta!
Buon lavoro!
dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Salve, mi dispiace per la sua situazione,
una volta escluse eventuali cause organiche ,di competenza strettamente medica, intraprendere un percorso psicologico,la porterà ad avere più consapevolezza di se' e di quello che le succede. E'importante cercare di capire la natura dei sintomi fisici per poter intervenire su di essi in modo adeguato.
Con uno specialista potra' dar voce al suo disagio...in uno spazio protetto, partendo proprio da quell' estate.. quando le è andato di traverso "quel pezzo di bistecca" quel "trauma,quell' incazzatua e umiliazione con se stesso per non saper mangiare", per aiutarla a trovare strategie adeguate per il suo disagio e prendere consapevolezza dei suoi punti fragili e delle sue risorse. Sono disponibile a darle ulteriori chiarimenti. Non esiti a contattarmi.Un caro saluto Dr.ssa Mariagrazia Di Cello
una volta escluse eventuali cause organiche ,di competenza strettamente medica, intraprendere un percorso psicologico,la porterà ad avere più consapevolezza di se' e di quello che le succede. E'importante cercare di capire la natura dei sintomi fisici per poter intervenire su di essi in modo adeguato.
Con uno specialista potra' dar voce al suo disagio...in uno spazio protetto, partendo proprio da quell' estate.. quando le è andato di traverso "quel pezzo di bistecca" quel "trauma,quell' incazzatua e umiliazione con se stesso per non saper mangiare", per aiutarla a trovare strategie adeguate per il suo disagio e prendere consapevolezza dei suoi punti fragili e delle sue risorse. Sono disponibile a darle ulteriori chiarimenti. Non esiti a contattarmi.Un caro saluto Dr.ssa Mariagrazia Di Cello
Caro ragazzo, mi dispiace per ciò xhe stai vivendo. La soluzione c'è: innanzitutto ti consiglio una visita accurata dal medico di base per poter escludere cause organiche. Successivamente cercherei uno psicoterapeuta che possa aiutarti ad uscire da questo mondo di paure e disagio che ti trovi a vivere.
Se hai bisogno sono qui,
Dott.ssa Federica Leonardi
Se hai bisogno sono qui,
Dott.ssa Federica Leonardi
Caro giovane ragazzo mi sento di consigliarti una psicoterapia di tipo E.M.D.R. che va a lavorare sul sintomo e le memorie traumatiche. Se vuoi sul mio sito trovi delle spiegazioni sul metodo, parlane anche ai tuoi...se vuoi sono disponibile per un aiuto on line.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Salve, prima di tutto le consiglio di parlare con il suo medico di fiducia per escludere eventuali cause organiche, successivamente la invito a pensare di intraprendere un percorso di supporto psicologico per elaborare e affrontare le sue paure.
Un saluto Paola Tucci
Un saluto Paola Tucci
Caro utente, deve essere molto difficile convincere con questa difficoltà che riguarda una cosa così importante come la nutrizione. Detto ciò penso che la sua sintomatologia sia molo vasta e meriterebbe di essere compresa in un contesto di cura più preciso. Contatti uno psicoterapeuta.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Buonasera! L'ansia traspare anche dal suo modo di scrivere e immagino che sia in difficoltà nel mettere ordine nei suoi pensieri. Per quanto riguarda la deglutizione, le consiglio di rivolgersi al suo medico curante per valutare l'aspetto fisiologico. Gli aspetti ansiosi e i pensieri ricorrenti di avere qualche malattia vanno indagati e risolti all'interno di un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente,
E’ primario innanzitutto rivolgersi al medico di base per fare qualsiasi diagnosi medica.
Sarà necessario comunque Un supporto psicologico psicoterapeutico per sciogliere eventuali traumi passati e presenti ( ad es legati a malattie pregresse e/ o a situazioni legate alla vergogna)
Tenga presente che l’EMDR e’ la terapia d’eccellenza per i traumi.
Sono a sua disposizione
E’ primario innanzitutto rivolgersi al medico di base per fare qualsiasi diagnosi medica.
Sarà necessario comunque Un supporto psicologico psicoterapeutico per sciogliere eventuali traumi passati e presenti ( ad es legati a malattie pregresse e/ o a situazioni legate alla vergogna)
Tenga presente che l’EMDR e’ la terapia d’eccellenza per i traumi.
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Gentile utente di mio dottore,
Le manifestazioni sintomstiche di cui parla sono tipiche nei disturbi d'ansia. Questi ultimi possono esser curati attraverso un approccio di tipo integrato: farmacoterapia e psicoterapia insieme potrebbero aiutarla con il tempo a star bene. I farmaci in un primo momento potrebbero aiutarla allievando le sue preoccupazioni, mentre la psicoterapia le consentirebbe con il tempo di acquisire gli strumenti giusti per poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Si affidi ad uno specialista, vedrà che potrà trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Le manifestazioni sintomstiche di cui parla sono tipiche nei disturbi d'ansia. Questi ultimi possono esser curati attraverso un approccio di tipo integrato: farmacoterapia e psicoterapia insieme potrebbero aiutarla con il tempo a star bene. I farmaci in un primo momento potrebbero aiutarla allievando le sue preoccupazioni, mentre la psicoterapia le consentirebbe con il tempo di acquisire gli strumenti giusti per poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Si affidi ad uno specialista, vedrà che potrà trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Buongiorno, parli con il medico di base per escludere una causa fisica. Tuttavia i suoi sintomi sembrano riconducibili ad una somatizzazione. La invito a rivolgersi ad uno psicoterapeuta che l'aiuterà a dare un senso ai sintomi, il corpo non tradisce, dobbiamo imparare ad ascoltare ciò che vuole comunicarci. La terapia emdr sarebbe molto utile. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Salve, provi a fare prima il punto della situazione escludendo problematiche organiche e poi passando a quelle psicologiche. Per prima cosa consulti il suo medico di fiducia in merito alla deglutizione ed alla altre questioni. Segue le sue indicazioni. Qualora sia individuata una causa organica segue le prescrizioni dello specialista. Diversamente accertata l'assenza di cause organiche chieda un consulto con uno psicoterapeuta e valuti con lui le possibili attività. Dalla lettura della sua nota sembra evidente uno stato di disagio di tipo psicologico ma in ogni caso è sempre una buona prassi escludere le eventuali componenti organiche e questo si può fare con l'interessamento di un medico di sua fiducia. Un cordiale saluto
Ciao, mi dispiace molto per questi 4 mesi che stai vivendo, si sente, con tanta ansia e angoscia addosso.
Allora, io mi sento di consigliarti di provare prima di tutto a parlarne con i tuoi genitori, per poter essere aiutato e supportato da loro. Insieme a loro o anche da solo - se hai già compiuto 18 anni - ti consiglio di andare a parlare con il tuo medico di base: così puoi capire se ci sono delle visite specialistiche e degli approfondimenti da fare. Si fanno per escludere delle cause organiche ai tuoi disturbi, cioè per capire se i tuoi sintomi sono spiegati da una malattia fisica.
Ti consiglio anche, sempre magari aiutato dai tuoi genitori, di provare a contattare uno psicologo, per dei colloqui di sostegno e magari per iniziare anche una psicoterapia. Leggo tanta tanta fatica e paura in quello che scrivi. Che periodo impegnativo deve essere stato! Uno psicologo potrebbe aiutarti a capirci qualcosa, a dare un senso e una spiegazione e soprattutto ad alleggerirti un pochino il peso, aiutandoti a ritrovare un po' di benessere e serenità. Te lo auguro di cuore.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.
Intanto ti mando un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Allora, io mi sento di consigliarti di provare prima di tutto a parlarne con i tuoi genitori, per poter essere aiutato e supportato da loro. Insieme a loro o anche da solo - se hai già compiuto 18 anni - ti consiglio di andare a parlare con il tuo medico di base: così puoi capire se ci sono delle visite specialistiche e degli approfondimenti da fare. Si fanno per escludere delle cause organiche ai tuoi disturbi, cioè per capire se i tuoi sintomi sono spiegati da una malattia fisica.
Ti consiglio anche, sempre magari aiutato dai tuoi genitori, di provare a contattare uno psicologo, per dei colloqui di sostegno e magari per iniziare anche una psicoterapia. Leggo tanta tanta fatica e paura in quello che scrivi. Che periodo impegnativo deve essere stato! Uno psicologo potrebbe aiutarti a capirci qualcosa, a dare un senso e una spiegazione e soprattutto ad alleggerirti un pochino il peso, aiutandoti a ritrovare un po' di benessere e serenità. Te lo auguro di cuore.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.
Intanto ti mando un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Buongiorno, se ha dei dubbi sulla natura dei suoi sintomi può fare approfondimenti medici. Di fatto nel suo racconto emergono alcuni punti che hanno una radice sicuramente psicologica. Dice che quest'estate è rimasto traumatizzato, ha incontrato, quindi, qualcosa che ha fatto trauma, si è disvelato, per così dire, qualcosa che normalmente rimane velato e non a nudo. Nel racconto dell'estate, da cui sembra partire tutto, appare centrale lo sguardo dei convitati.
Vorrebbe "evitare figuracce", stare dentro alla tempista degli altri quando mangia, si sente umiliato nel far vedere agli altri la sua attuale difficoltà.
Evita il 90 % delle situazioni in cui dovrebbe mangiare in pubblico, sarebbe, interessante capire su quali basi riesce ad accettare gli inviti nel restante 10%.
Tutto questo andrebbe integrato ed inquadrato all'interno della sua storia. Le suggerisco di iniziare un percorso che sostenga l'interesse che sta dimostrando verso se stesso. Un saluto. Daniela Bianchi
Vorrebbe "evitare figuracce", stare dentro alla tempista degli altri quando mangia, si sente umiliato nel far vedere agli altri la sua attuale difficoltà.
Evita il 90 % delle situazioni in cui dovrebbe mangiare in pubblico, sarebbe, interessante capire su quali basi riesce ad accettare gli inviti nel restante 10%.
Tutto questo andrebbe integrato ed inquadrato all'interno della sua storia. Le suggerisco di iniziare un percorso che sostenga l'interesse che sta dimostrando verso se stesso. Un saluto. Daniela Bianchi
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Gentile ragazzo, puoi rivolgerti al tuo medico per capire se c'è qualche problematica di tipo organico. Una volta accertato ciò ti consiglio di fare una consulenza psicologica per approfondire i tuoi vissuti legati allo stress, all'ansia, alla tristezza, al pianto. Mi colpisce questa tua frase "come sono concentrato a fare altro sembra che non ci sia (il sintomo)". Mi faccio questa fantasia: se provassi attraverso l'aiuto di uno psicoterapeuta a concentrarti su di te in termini di emozioni e sentimenti, cercando di capire cosa ti procura sofferenza, forse potresti distogliere l'attenzione dal tuo corpo. Come se questa attenzione, per qualche motivo, ti allontana da qualcosa che spaventa.. E' solo una fantasia..
Se avessi voglia di approfondire qualche aspetto di te, mi rendo disponibile.
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Se avessi voglia di approfondire qualche aspetto di te, mi rendo disponibile.
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
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