Non riesco a mostrare le mie emozioni negative alla mia terapeuta, non perchè io non voglia mostrarg

19 risposte
Non riesco a mostrare le mie emozioni negative alla mia terapeuta, non perchè io non voglia mostrargliele o perchè lei non sia brava a fare il suo lavoro, ma perchè è un blocco mio che ho con tutti ed è anche uno dei tanti motivi per cui vado in terapia.
Ad esempio ho il brutto vizio di rimuginare, somatizzare tutte quelle situazioni che non riesco a gestire, controllare, digerire, di conseguenza tendo ad avere svariati sintomi tra cui gonfiore di pancia, sudorazioni, nausea, quando sono tesa o sto parlando di un argomento molto forte in terapia che mi mette ansia o disagio tendo a stringermi forte le mani, le braccia, non riesco a stare ferma proprio perchè sono tesa, da un paio d'anni la mia terapeuta prova ad aiutarmi chiedendomi di lanciare dei pugni su un materiale di gomma che regge lei, per aiutarmi a scaricare tutta la tensione e le varie emozioni negative che ho dentro, ma ogni volta che ci provo non riesco...si do qualche pugno ma...non..come posso dire...sento che quella cosa non mi aiuta, mi crea tanto imbarazzo e faccio controvoglia....è difficile da spiegare....
Riesco a piangere davanti a lei ma non riesco a sfogarmi davvero, è come se fossi sempre frenata dall'imbarazzo, vergogna, ma ripeto il problema sono io, non la mia terapeuta, mi fido di lei ma allo stesso tempo non riesco a mostrare quei lati di me fastidiosi, imbarazzanti che mi mettono a disagio.
Cosa posso fare?
Come posso fare?
Buongiorno, l'imbarazzo è sempre figlio dell'immagine ideale che abbiamo scelto e alla quale tendiamo, ma che non riusciamo mai a raggiungere. Quale immagine ha scelto per sé? Provi a ripartire da lì.
SM

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Buongiorno, la fiducia verso il terapeuta è fondamentale. Se manca questo presupposto, il suo disagio non verrà mai esplorato del tutto. Comunichi la sua difficoltà alla terapeuta: sarà un piccolo passo in avanti per affrontare meglio il suo stato emotivo. E l'obiettivo di una psicoterapia seria è proprio questo!
Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Gentile utente, la psicoterapia è un luogo altro, un luogo dove l'Altro non esiste veramente ma svolge una funzione... "analitica": non è un amico, un parente, una persona che si aspetta cose, una persona che può essere delusa o risentita, o almeno, non è questo che ci si aspetta da un professionista.
Un terapeuta svolge un lavoro, a beneficio e servizio del paziente.
Se la "pratica" di cui parla non la mette a suo agio, se sente che non le è d'aiuto, non è utile per Lei continuare a compiacere la sua terapeuta.
Lei fa un investimento di tempo e di risorse ed è giusto che senta il diritto di esprimersi, sempre.
Aiuterà la sua terapeuta e aiuterà, soprattutto, la sua terapia. Troverete insieme il senso e la direzione.
Un caro saluto,
dott.ssa Genitore
Salve. La vergogna è un sentimento legato alle nostre aspettative, al nostro senso di inadegutezza verso gli altri.
Ha provato a condividere e lavorare con la sua terapeuta i sui suoi aspetti di imbarazzo e vergogna in terapia?Ha portato in terapia il suo disagio nel non riuscire a sfogarsi?
La psicoterapia è uno spazio che paziente e terapeuta costruiscono insieme all'interno di una relazione fiduciaria, in cui ciò che accade è frutto del lavoro svolto insieme. Un saluto. Dot.sa Demontis
Buonasera, un percorso psicoterapeutico e' irto di spine (usandolo come metafora) perche' ciò che ci crea dolore psichico e quant'altro, e' ciò che, al momento, non e' conoscibile e quindi nemmeno dicibile. E' soltanto nel proseguo, anche se a volte ci si demoralizza perché i sintomi sembrano non demordere, che e' importante continuare a 'dire", nel proseguo del racconto (inconscio) della propria soggettivita,' che qualcosa di inaspettato potrebbe succedere...Non si arrenda... Dr.ssa Franca Brenna - Bresso (Mi)
Gentile utente, perché non provare a far leggere alla sua terapeuta quanto ha scritto qui a noi ?
Oppure se non se la sente, potrebbe dirle che ci sono emozioni che non riesce a mostrarle perché le ritiene "negative" e quindi da tenere nascoste.
Le emozioni hanno tutte un perché, un significato ed è necessario esplorarle.
La terapeuta è lì per aiutarla non per giudicarla, ed è da questa e in questa relazione che inizia il cambiamento.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis

Salve purtroppo la relazione con il terapeuta non è altro che lo specchio di ciò che abbiamo vissuto con le nostre figure parentali. Indaghi dove ha imparato a non mostrare le sue emozioni, forse ci sta una paura del giudizio. Ne deve parlare con il suo terapeuta altrimenti è una terapia a metà.
Dott.ssa Milvia Verginelli
Salve. Condivido il pensiero della dottoressa Genitore. Affidi alla terapeuta anche le sue parti meno piacevoli e le emozioni complesse da esprimere, parlando anche della sua difficoltà a seguire certe strategie. Senza compiacenza e cominciando a sentirsi libera di essere. Cari saluti
Buongiorno, la psicoterapia è uno spazio relazionale altro in cui mettiamo in scena la nostra modalità relazionale, quella della vita quotidiana. Ciò che ci rappresenta, ci rende unici e definiti. Quanto racconta sembra non avere a che fare con il rapporto con la terapeuta ma con il Suo modo di stare in relazione: la terapia è una opportunità, un terreno neutro in cui potersi sperimentare senza giudizio o paura di ferire l’Altro. Perché l’Altro, il terapeuta, non si offende, non si risente, non ci resta male, non si arrabbia o reagisce. È l’occasione per provare a mostrare il nostro mondo interno scoprendo, spesso, una risposta diversa da quelle cui siamo abituati nella vita quotidiana. Un cordiale saluto Dott Elisa Galantini
Cara utente, se non si sente libera e a suo agio di poter esprimere tutto ciò che sente con la sua terapeuta sicuramente una riflessione va fatta. La prima cosa che può fare è quella di spiegare alla sua terapeuta la difficoltà che sta incontrando ma se non riesce o non cambia nulla, allora è il caso di valutare un percorso psicoterapeutico di indirizzo diverso. Non creda mai di essere sbagliata.
Se ha bisogno sono qui.
Dott ssa Federica Leonardi
Gentile utente, lei ha un grande bisogno di ritrovare la sua reale identità, senza preoccuparsi di quello che potrebbe piacere agli altri. Capisco che è molto imbarazzata a mostrarsi per quella che è alla terapeuta. Ma capisce che tutte le volte che si controlla così tanto davanti all'altro, sta semplicemente "ripetendo" lo stesso comportamento che probabilmente aveva con i suoi genitori, o con uno di essi, per compiacerli. Cerchi di avere più fiducia nella sua terapeuta, per potersi lasciare andare. E liberarsi cosi dai pesi che porta dentro di sé. Auguri,
dr.Cameriero Vittorio
Gentile utente di mio dottore,

ritengo sia il caso di portare questi interrogativi all'interno della sua terapia. Potrebbe esser utile riflettere con il suo terapeuta sua questa sua difficoltà che tra l'altro mi sembrerebbe la ragione cardine dell'inizio del suo percorso.
Nella speranza di aver orientato nel migliore dei modi la sua domanda.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, la risposta più banale è ovviamente parlare del suo disagio con la sua terapeuta, basterebbe una sola frase "non riesco a mostrarle ciò che provo". Credo chi l'ha un cura quasi già lo sappia ma capisco che il problema è più suo e che vorrebbe risolverlo anche in tutti gli alti campi di vita. Le motivazioni ovviamente sono altrove d oltre la vostra relazione. Che immagine vuole dare di sé? Le fanno paura le sue emozioni? Ha paura di perdere parte di sé stessa nel mostrarle? Queste sono tutte domande che potrebbe porsi. Per comunicarlo alla terapeuta basta anche un solo scritto o procedere per gradi, con breve frasi.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente,
provi a parlare con la sua terapeuta proprio dell'imbarazzo e del timore che la frena nell'esprimersi in sua presenza.
Una relazione di fiducia può sostenere e superare anche una fase di stallo o di rabbia senza rompersi.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Pallagrosi
Buonasera, ciò che descrive è materiale prezioso da analizzare all'interno del rapporto psicoterapeutico, per cui parli con fiducia alla sua terapeuta e trovate insieme la via da percorrere
Caro utente comunichi alla sua terapeuta ciò che prova, i suoi dubbi, le sue resistenze a mostrarsi per quello che è e per ciò che realmente sente. La psicoterapia è un luogo in cui costruire se ciò non avviene bisogna dirigersi verso altro. Sicuramente parlarne insieme porterà a delle giuste conclusioni.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Salve, ha provato a parlarne con la sua terapeuta?. Immagino di sì dopo due anni, tuttavia lo chiedo perchè non dò nulla per scontato, così come mi chiedo se quando prova a dare quei pugni esprime alla sua terapeuta tutto l'imbarazzo e la vergogna che prova in quel momento. La vergogna è una di quei sentimenti che nel momento stesso in cui lo esprimi perde consistenza e si fa piccola lasciando spazio ad altro. Forse più che non riuscire a mostrare le sue amozioni, ha difficoltà a entrarci in contatto o a esprimerle. Si lasci aiutare dalla sua terapeuta in questo. E' possibile che forse non si fida abbastanza del fatto che la sua terapeuta può reggere il carico delle emozioni che lei sente? A volte, la questione sta nel fatto che non ci fidiamo abbastanza dell'altro, e della sua capacità di sostenerci. Magari ha bisogno di altro tempo. Non molli.
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Salve. Non è semplice superare il blocco di esprimere le emozioni che si ritengono negative. E, non serve aiutare cercando di forzare con l'espressione fisica. Lo dico perché nella mia esperienza di psicoterapeuta bioenergetica, ho compreso che l'espressione dell'emozione sul piano fisico, non aiuta, se viene forzata mentre aiuta tanto quando si è pronti ad esprimerla. Io lavoro sul corpo, proprio sull'espressione emotiva. E la mia esperienza mi ha aiutato a rendermi conto che i blocchi non vanno forzati ma vanno rispettati, altrimenti, come sta succedendo a lei, si rischia di ottenere il contrario. I blocchi non bisogna combatterli. Prendo come esempio la favola della sfida tra il vento e il sole su chi sarà capace di togliere il mantello a un viandante. Il vento più soffia forte, più il viandante si stringe nel mantello, il sole riscaldando il viandante lo spinge a togliersi il mantello. Di fronte ai blocchi, ho compreso che è importante lavorare come il sole. Nel rispetto dei tempi, stimolando la fiducia in se stessi, la tenerezza verso le proprie fragilità, ecc. Non esistono emozioni negative, esistono solo giudizi che generano vergogna e che possono creare blocchi.
Continui col suo percorso senza forzature. Il rispetto dei tempi è importante per un effetto duraturo nel tempo.
Distinti saluti

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