Non riesco a lasciare andare il passato.. Negli ultimi giorni mi sento davvero stanca, la riconosco
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risposte
Non riesco a lasciare andare il passato..
Negli ultimi giorni mi sento davvero stanca, la riconosco questa stanchezza, non è solo il mio corpo ad essere privo di energie, è soprattutto la mia anima, è davvero difficile vivere così, cerco di sforzarmi ma l’unica cosa che mi va di fare è stare a letto, dormire per non pensare.
Mi sento senza speranza. Io non so gestire niente…nemmeno le relazioni con le persone, non so come si fa, cosa bisognerebbe fare…
Nella mia vita ho sempre vissuto tutto in maniera confusionale…
In tutte le psicoterapie che ho svolto (compresa la sua) non mi sono mai sentita davvero capita, aiutata e soprattutto non mi sono mai fidata fino in fondo, per questo a questo punto penso davvero di essere io il problema.
Io non capisco mai niente, non so nemmeno dare un nome alle cose che sento, non sono in grado di accettare né di elaborare tutto ciò che di negativo mi succede.
Io ho paura di scoprire di non voler cambiare, e come dice mia madre la psicoterapia è diventata solo una dipendenza non più un aiuto, anzi, a dire la verità, concretamente non lo è mai stato, ha sempre solo “calmato o consolato” il mio umore depresso attraverso l’ascolto.
Allora lei giustamente si chiederà il motivo per cui sto continuando questo percorso se alla fine non voglio davvero cambiare, la risposta non la so nemmeno io, quello che so è che senza non riesco più a vivere.
Io vorrei davvero smettere di vivere, sono stanca di tutto questo, di me stessa e dei miei stupidi problemi.
Negli ultimi giorni mi sento davvero stanca, la riconosco questa stanchezza, non è solo il mio corpo ad essere privo di energie, è soprattutto la mia anima, è davvero difficile vivere così, cerco di sforzarmi ma l’unica cosa che mi va di fare è stare a letto, dormire per non pensare.
Mi sento senza speranza. Io non so gestire niente…nemmeno le relazioni con le persone, non so come si fa, cosa bisognerebbe fare…
Nella mia vita ho sempre vissuto tutto in maniera confusionale…
In tutte le psicoterapie che ho svolto (compresa la sua) non mi sono mai sentita davvero capita, aiutata e soprattutto non mi sono mai fidata fino in fondo, per questo a questo punto penso davvero di essere io il problema.
Io non capisco mai niente, non so nemmeno dare un nome alle cose che sento, non sono in grado di accettare né di elaborare tutto ciò che di negativo mi succede.
Io ho paura di scoprire di non voler cambiare, e come dice mia madre la psicoterapia è diventata solo una dipendenza non più un aiuto, anzi, a dire la verità, concretamente non lo è mai stato, ha sempre solo “calmato o consolato” il mio umore depresso attraverso l’ascolto.
Allora lei giustamente si chiederà il motivo per cui sto continuando questo percorso se alla fine non voglio davvero cambiare, la risposta non la so nemmeno io, quello che so è che senza non riesco più a vivere.
Io vorrei davvero smettere di vivere, sono stanca di tutto questo, di me stessa e dei miei stupidi problemi.
Gentile utente,
Mi dispiace molto per la situazione che sta attraversando. Si percepisce una grande fatica nel modo in cui descrive il suo stato d'animo e il senso di sconforto che sta vivendo. A volte, quando si accumulano esperienze dolorose o confusioni emotive, può sembrare che la vita diventi insostenibile. Soprattutto se, nonostante la terapia, ci si sente in un vicolo cieco.
Riconosco il suo sforzo nel continuare a cercare una via d’uscita, anche se al momento tutto sembra pesante e senza speranza. Il fatto che si domandi se la psicoterapia sia stata effettivamente d’aiuto o solo un rifugio è legittimo, ma questo non significa che sia lei il problema o che non possa trovare una strada diversa, anche nel percorso terapeutico.
Il dolore che descrive e il senso di non riuscire a gestire la propria vita o le relazioni sembrano essere frutto di una grande stanchezza emotiva. Forse la chiave non è "cambiare" tutto di sé, ma trovare un modo per comprendere più profondamente quello che sente e imparare a convivere con queste emozioni in modo meno doloroso. Non è una debolezza il desiderio di essere compresa e non si può pretendere che tutto migliori subito, ma il fatto che continui a cercare una soluzione dimostra una forza che merita di essere riconosciuta.
Mi rendo conto che ciò che sta vivendo potrebbe richiedere un supporto terapeutico diverso da quello ricevuto finora. Forse esplorare approcci alternativi o fare chiarezza su ciò che sente potrebbe aiutarla a trovare un nuovo equilibrio. Le consiglio di non abbandonare del tutto il percorso, ma di riflettere su come potrebbe cambiarlo per rispondere meglio ai suoi bisogni attuali.
Mi dispiace molto per la situazione che sta attraversando. Si percepisce una grande fatica nel modo in cui descrive il suo stato d'animo e il senso di sconforto che sta vivendo. A volte, quando si accumulano esperienze dolorose o confusioni emotive, può sembrare che la vita diventi insostenibile. Soprattutto se, nonostante la terapia, ci si sente in un vicolo cieco.
Riconosco il suo sforzo nel continuare a cercare una via d’uscita, anche se al momento tutto sembra pesante e senza speranza. Il fatto che si domandi se la psicoterapia sia stata effettivamente d’aiuto o solo un rifugio è legittimo, ma questo non significa che sia lei il problema o che non possa trovare una strada diversa, anche nel percorso terapeutico.
Il dolore che descrive e il senso di non riuscire a gestire la propria vita o le relazioni sembrano essere frutto di una grande stanchezza emotiva. Forse la chiave non è "cambiare" tutto di sé, ma trovare un modo per comprendere più profondamente quello che sente e imparare a convivere con queste emozioni in modo meno doloroso. Non è una debolezza il desiderio di essere compresa e non si può pretendere che tutto migliori subito, ma il fatto che continui a cercare una soluzione dimostra una forza che merita di essere riconosciuta.
Mi rendo conto che ciò che sta vivendo potrebbe richiedere un supporto terapeutico diverso da quello ricevuto finora. Forse esplorare approcci alternativi o fare chiarezza su ciò che sente potrebbe aiutarla a trovare un nuovo equilibrio. Le consiglio di non abbandonare del tutto il percorso, ma di riflettere su come potrebbe cambiarlo per rispondere meglio ai suoi bisogni attuali.
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Buonasera, ciò che traspare dalle sue parole è una sofferenza che si protrae da tempo e che non è stata finora compresa appieno, nonostante precedenti percorsi terapeutici. Ciò fa molto riflettere e dispiace molto leggere quanta sofferenza lei stia vivendo in questo momento, tanto da ammettere di voler smettere di vivere perché non ha trovato finora sollievo dalla sua sofferenza. Sarebbe utile andare più a fondo e capirne meglio i motivi. Ciò che posso dirle è che i suoi problemi non sono stupidi e che instaurare una relazione di fiducia in psicoterapia è fondamentale per la buona riuscita della stessa.
Resto a disposizione
Dott. Enrico Ortolani
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Dott. Enrico Ortolani
Gentilissima, la sua lettera è molto intensa, e ci sono espressi concetti "bellissimi" quale “calmato o consolato” il mio umore depresso attraverso l’ascolto. Un po' come Saul che si calmava quando Davide prendeva la cetra e si metteva a suonare. (dalla Bibbia). In tutto quello che lei non saprebbe fare c'è una padronanza linguistica e concettuale che mi colpisce. E il giudizio finale rafforza un essere giudicante che immobilizza. Lei usa una parola stupenda come anima, così lontana dai tecnicismi e inglesismi di oggi. Ed è proprio quella che fa male. E poi c'è un passato che non se ne riesce ad andare via.
Quanti concetti profondi ha espresso in una lettera relativamente breve.
Molte cose mi verrebbe di aggiungere, ma non è il luogo. La sua complessità non è per tutti. Cerchi per affinità, cerchi strade non battute. La saluto e rimango a disposizione, dott.ssa Silvia Ragni
Quanti concetti profondi ha espresso in una lettera relativamente breve.
Molte cose mi verrebbe di aggiungere, ma non è il luogo. La sua complessità non è per tutti. Cerchi per affinità, cerchi strade non battute. La saluto e rimango a disposizione, dott.ssa Silvia Ragni
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Cara, grazie per la condivisione. Decidere di fidarsi di un professionista non è certamente semplice, ma ancora prima di ciò è necessario un atto di fiducia verso di noi verso la possibilità di cambiamento: aprirci alla cura, lasciare andare il passato significa darsi una nuova possibilità, un nuovo respiro. In un momento di fragilità come questo le consiglio di circondarsi di persone care e di darsi fiducia e possibilità di cambiare. Rimango a disposizione, un caro saluto.
Salve, la sua lettera intensa e delicata è rivolta alla sua terapeuta attuale, ma anche a tutti noi, suoi colleghi, se non ho inteso male. Il suo dolore è pulsante e vivo, nonostante i percorsi già intrapresi che hanno lenito ma non curato a fondo, ma non guarito. Cambiare non è cosa semplice, i nostri schemi disfunzionali vogliono rimanere tali e non permettono alle parti desiderose di cambiare, di evolvere, di alzare la propria voce. Nonostante tutto ha continuato a chiedere aiuto, segno è che la parte del suo sistema che ce la vuole fare, ha la forza di alzare la testa. Non direi che i suoi problemi sono stupidi, ben altre cose sono stupide a questo mondo, non certo i problemi di persone che hanno una profondità come lei. Le direi di continuare a cercare un equilibrio, di tentare strade inusitate.
Nel salutarla, rimango disposizione.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Si sente la sofferenza, il dolore traspare in tutte le sue forme. Quello che posso consigliarle è di non demordere e di continuare a credere che un percorso terapeutico possa essere utile a contenere le sue difficoltà ma anche a promuovere un percorso di cambiamento, anche perché si sta rivolgendo scrivendo qui a degli psicoterapeuti. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve,
certamente le sue parole esprimono tutta la sua sofferenza.
La depressione purtroppo è molto difficile da "smaltire" del tutto, piuttosto si possono individuare alcune strategie per evitare i picchi negativi e gli stati d'animo di eccessiva sofferenza. Spesso si tende a pensare che tutto abbia delle cause psicologiche ma spesso vi sono anche delle cause biologiche tali per cui l'origine non è solo mentale, ovvero dei nostri pensieri, ma bensì anche chimica. Questo lo dico perché è importante che non si carichi di tutto il suo malessere, poiché non dipende tutto solo dal suo volere. Questo pensiero è proprio frutto dello stato d'animo depresso che crea ulteriore oppressione. La invito, se non lo ha già fatto, a contattare un medico specialista come uno Psichiatra, proprio per evitare di sovraccaricarsi ulteriormente, le medicine non sono assolutamente una sconfitta, ma una stampella necessaria. Nei casi di malattie organiche gravi, come infarti o diabete, sono dei salvavita e vanno pensati così anche nell'ambito della salute mentale.
Se dovesse avere dei dubbi può contattarmi
un caro saluto
D.ssa Simona Torrente
Torino
certamente le sue parole esprimono tutta la sua sofferenza.
La depressione purtroppo è molto difficile da "smaltire" del tutto, piuttosto si possono individuare alcune strategie per evitare i picchi negativi e gli stati d'animo di eccessiva sofferenza. Spesso si tende a pensare che tutto abbia delle cause psicologiche ma spesso vi sono anche delle cause biologiche tali per cui l'origine non è solo mentale, ovvero dei nostri pensieri, ma bensì anche chimica. Questo lo dico perché è importante che non si carichi di tutto il suo malessere, poiché non dipende tutto solo dal suo volere. Questo pensiero è proprio frutto dello stato d'animo depresso che crea ulteriore oppressione. La invito, se non lo ha già fatto, a contattare un medico specialista come uno Psichiatra, proprio per evitare di sovraccaricarsi ulteriormente, le medicine non sono assolutamente una sconfitta, ma una stampella necessaria. Nei casi di malattie organiche gravi, come infarti o diabete, sono dei salvavita e vanno pensati così anche nell'ambito della salute mentale.
Se dovesse avere dei dubbi può contattarmi
un caro saluto
D.ssa Simona Torrente
Torino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Dalla lettura di quanto descrive mi sembra mergere una buona consapevolezza riguardo alle tante difficoltà e ai tanti stati d'umore che le impediscono di trovare o ritrovare vitalità .
La stessa considerazione sull'uso della psicoterapia, atta non tanta a sostenere un cambiamento bensì a calmare e quasi rassicurare, può spiegare la stasi che le indica.
Esistono vari approcci psicoterapeutici più consoni a certe tematiche. A volte può essere importante la scelta del terapeuta ( anche per quanto riguarda un lavoro fatto con una collega donna o un collega uomo per le risonanze e i transfer, più o meno positivi, che si possono generare ). A volte l'uso di farmaci può aiutare l'intervento terapeutico. L'efficacia di una psicoterapia poggia molto comunque, a prescindere dall'approccio, da una buona alleanza terapeutica tra paziente-psicoterapeuta e dalla fiducia che noi riponiamo sulla persona e sul percorso.
Se vorrà sono disponibile ad approfondire la problematica che ha esposto.
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
La stessa considerazione sull'uso della psicoterapia, atta non tanta a sostenere un cambiamento bensì a calmare e quasi rassicurare, può spiegare la stasi che le indica.
Esistono vari approcci psicoterapeutici più consoni a certe tematiche. A volte può essere importante la scelta del terapeuta ( anche per quanto riguarda un lavoro fatto con una collega donna o un collega uomo per le risonanze e i transfer, più o meno positivi, che si possono generare ). A volte l'uso di farmaci può aiutare l'intervento terapeutico. L'efficacia di una psicoterapia poggia molto comunque, a prescindere dall'approccio, da una buona alleanza terapeutica tra paziente-psicoterapeuta e dalla fiducia che noi riponiamo sulla persona e sul percorso.
Se vorrà sono disponibile ad approfondire la problematica che ha esposto.
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
Buongiorno, mi dispiace molto per la sofferenza che sta attraversando. Quello che descrive, la stanchezza profonda che non è solo fisica, è qualcosa di molto comune nei momenti di grande crisi. Spesso ci si sente in colpa o inadeguati quando sembra che nulla funzioni, nemmeno la psicoterapia. Tuttavia, il fatto che continui a cercare aiuto dimostra la sua volontà di stare meglio, anche se ora non riesce a percepirlo. Le emozioni che sente, la confusione e la sensazione di non riuscire a gestire le relazioni o la sua vita, sono parte del percorso. Non si dia tutta la colpa, e non si giudichi troppo severamente.
Potrebbe essere utile lavorare anche sulle modalità attive di elaborazione del suo passato, magari esplorando tecniche diverse da quelle già provate per trovare nuove chiavi di lettura. Sta lottando, e questo è un primo passo importante.
Se vuole possiamo approfondire insieme alcuni di questi aspetti, adattando il percorso alle sue esigenze.
d.ssa Raileanu
Potrebbe essere utile lavorare anche sulle modalità attive di elaborazione del suo passato, magari esplorando tecniche diverse da quelle già provate per trovare nuove chiavi di lettura. Sta lottando, e questo è un primo passo importante.
Se vuole possiamo approfondire insieme alcuni di questi aspetti, adattando il percorso alle sue esigenze.
d.ssa Raileanu
Buon pomeriggio,
quanto scrive appare intenso e pulsante. Il consiglio che mi sento di darLe in questa sede è di affrontare il tema terapia con il/la collega ed eventualmente considerare un differente approccio o professionista.
La partita è ancora in gioco, per quanto possa essere faticoso.
Le auguro di trovare un spazio in cui, come recita un proverbio, "le lacrime diventino perle".
Un saluto
quanto scrive appare intenso e pulsante. Il consiglio che mi sento di darLe in questa sede è di affrontare il tema terapia con il/la collega ed eventualmente considerare un differente approccio o professionista.
La partita è ancora in gioco, per quanto possa essere faticoso.
Le auguro di trovare un spazio in cui, come recita un proverbio, "le lacrime diventino perle".
Un saluto
Mi dispiace tanto del Suo stato.
Le consiglierei una terapia farmacologica con uno psichiatra per rialzare un po' l'umore e, se vuoLe una terapia che NON è un appoggio o una consolazione e basta,venga in analisi..se un analista è davvero un analista, la sua posizione non potrà essere quella.
Ma le faccio solo una domanda: è sicura di non voler cambiare? A volte si vuole morire perché si crede di non poter stare meglio mai e si vede la vita solo come un'eterna sofferenza insopportabile. Ma tra morire e vivere stando un po' meglio,cosa sceglierebbe?
Le consiglierei una terapia farmacologica con uno psichiatra per rialzare un po' l'umore e, se vuoLe una terapia che NON è un appoggio o una consolazione e basta,venga in analisi..se un analista è davvero un analista, la sua posizione non potrà essere quella.
Ma le faccio solo una domanda: è sicura di non voler cambiare? A volte si vuole morire perché si crede di non poter stare meglio mai e si vede la vita solo come un'eterna sofferenza insopportabile. Ma tra morire e vivere stando un po' meglio,cosa sceglierebbe?
Gentile utente, dalle sue parole emerge molto forte e chiaro il suo malessere. Sicuramente la psicoterapia che sta svolgendo riesce a placare un po il dolore. Il suo umore mi sembra molto deflesso, lei e la sua terapeuta vate valutato un consulto con uno psichiatra? Il farmaco potrebbe darle una mano per far rientrare i suoi sintomi in acuto, così da permetterle di lavorare in terapia sui significati dei suoi pensieri e vissuti, così da poter dare un senso a ciò che le sta accadendo. Se il nostro umore e quindi nel suo caso la tristezza e lo sconforto sono troppo alti, non c'è spazio per lavorare su altro.
Lei sta facendo il meglio che può per sè stessa è questo è importante che lei se lo riconosca. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Lei sta facendo il meglio che può per sè stessa è questo è importante che lei se lo riconosca. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Leggendo le sue parole, mi arriva una profonda sofferenza e solitudine.
Ha provato a condividere queste riflessioni con la sua terapeuta?
Aldilà di quello che dice sua madre, lei come si vive lo spazio della terapia? Sente che è uno spazio in cui i suoi bisogni vengono accolti? Si sente un po' alleggerita dal peso di questa vita?
Le faccio il mio in bocca al lipo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Leggendo le sue parole, mi arriva una profonda sofferenza e solitudine.
Ha provato a condividere queste riflessioni con la sua terapeuta?
Aldilà di quello che dice sua madre, lei come si vive lo spazio della terapia? Sente che è uno spazio in cui i suoi bisogni vengono accolti? Si sente un po' alleggerita dal peso di questa vita?
Le faccio il mio in bocca al lipo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Che lettera intensa, forte e delicata nello stesso tempo! E' rivolta al suo terapeuta e a tutti noi... e se fossi il suo terapeuta vorrei che me la leggesse o che in qualche modo me la facesse recapitare... per poter condividere e sentire come è per entrambe poterne parlare. Sentire assieme l'impotenza e poi la speranza.
Le mando un caro saluto e la immagino già nella stanza di terapia con questa lettera in mano.
Sara Genny Chinnici
Le mando un caro saluto e la immagino già nella stanza di terapia con questa lettera in mano.
Sara Genny Chinnici
Buongiorno caro utente, le domande che lei ha posto virtualmente al suo terapeuta, le ha anche rivolte di persona? Potrebbe essere una svolta in un percorso che lei al momento sente come stagnante.
In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Maria Romanelli
In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Maria Romanelli
Salve,
la ringrazio molto per la sua apertura: trovo sia molto importante aprirsi ed essere disponibili ad essere ascoltati. Dalla sua lettera, oltre al suo malessere percepisco l'estremo bisogno di essere ascoltata per cui è importante prima di tutto che lei sappia che non è sola. Il tipo di dolore che l'accompagna necessita sicuramente di determinate "cure" ed attenzioni. Probabilmente potrebbe essere necessario affidarsi oltre che all'aiuto dello psicoterapeuta anche dello psichiatra.
Non esiti mai nel chiedere aiuto e mantenga sempre uno spiraglio aperto per far entrare la luce.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
la ringrazio molto per la sua apertura: trovo sia molto importante aprirsi ed essere disponibili ad essere ascoltati. Dalla sua lettera, oltre al suo malessere percepisco l'estremo bisogno di essere ascoltata per cui è importante prima di tutto che lei sappia che non è sola. Il tipo di dolore che l'accompagna necessita sicuramente di determinate "cure" ed attenzioni. Probabilmente potrebbe essere necessario affidarsi oltre che all'aiuto dello psicoterapeuta anche dello psichiatra.
Non esiti mai nel chiedere aiuto e mantenga sempre uno spiraglio aperto per far entrare la luce.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Mi dispiace molto leggere quanto si sente sopraffatta. Quello che sta vivendo, la stanchezza profonda che coinvolge corpo e anima, è un peso difficile da portare. Capisco anche il suo senso di frustrazione riguardo alla psicoterapia: può essere doloroso non sentirsi compresi o aiuti davvero concreti, soprattutto quando il cambiamento sembra lontano. Il fatto che continui comunque il percorso, pur avendo delle riserve, dimostra una certa forza, anche se in questo momento non riesce a vederla.
A volte, quando ci si sente bloccati o senza speranza, le difficoltà emotive possono sembrare insormontabili. Non è raro che, pur volendo cambiare, la paura di affrontare certe verità o il timore che il cambiamento non arrivi mai possano causare disorientamento e il desiderio di rinunciare. Questi sentimenti sono legittimi e fanno parte di un processo molto complesso.
Tuttavia, è importante non sottovalutare i segnali di difficoltà e di sofferenza. Non è mai troppo tardi per trovare nuove vie, anche se ciò può significare fare delle piccole modifiche nel percorso di cura. Parlare apertamente dei suoi dubbi con il suo terapeuta, anche riguardo alla sensazione di non essere stata mai davvero aiutata, potrebbe aprire un dialogo che le permetta di ricevere un supporto più mirato o di esplorare nuove opzioni.
Nel frattempo, se ha pensieri molto negativi riguardo alla vita o alla sua volontà di andare avanti, è fondamentale parlarne immediatamente con un professionista, anche se può sembrare difficile. Non deve affrontare tutto da sola.
A volte, quando ci si sente bloccati o senza speranza, le difficoltà emotive possono sembrare insormontabili. Non è raro che, pur volendo cambiare, la paura di affrontare certe verità o il timore che il cambiamento non arrivi mai possano causare disorientamento e il desiderio di rinunciare. Questi sentimenti sono legittimi e fanno parte di un processo molto complesso.
Tuttavia, è importante non sottovalutare i segnali di difficoltà e di sofferenza. Non è mai troppo tardi per trovare nuove vie, anche se ciò può significare fare delle piccole modifiche nel percorso di cura. Parlare apertamente dei suoi dubbi con il suo terapeuta, anche riguardo alla sensazione di non essere stata mai davvero aiutata, potrebbe aprire un dialogo che le permetta di ricevere un supporto più mirato o di esplorare nuove opzioni.
Nel frattempo, se ha pensieri molto negativi riguardo alla vita o alla sua volontà di andare avanti, è fondamentale parlarne immediatamente con un professionista, anche se può sembrare difficile. Non deve affrontare tutto da sola.
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