Non riesco a capire che cos'ho. Mi ritrovo in questo istante a 35 anni e fissare il muro, giornate c

20 risposte
Non riesco a capire che cos'ho. Mi ritrovo in questo istante a 35 anni e fissare il muro, giornate come questa sono piene del mutismo più assoluto. Vorrei tanto avere una qualche risposta. Ho fatto 3 anni di analisi, utile, mi è servita, poi ho dovuto interrompere per l'arrivo di un figlio. Vivo con una persona che non fa altro che rimproverarmi per qualsiasi cosa e non comprende né è interessata alle mie esigenze e a dei momenti tutti per me che erano importanti. Vivo solo per il lavoro, sono l'unico che porta uno stipendio a casa e con quello ci mantengo tutto dalla casa al figlio, perché chi ho al mio fianco è vittima di un immobilismo cronico alternato a brevi fasi in cui fa qualcosa di produttivo. Ho un hobby che avrei voluto rendere un mestiere e un mestiere, lo stesso vostro, che oramai detesto e non voglio più fare, ma so che la cura psicologica è una soluzione che può aiutarmi. Non mi prendo cura di me da oramai qualche anno, fisicamente e mentalmente e le mie giornate sono scandite dal turno in struttura, tornare a casa giocsre con mio figlio, portare fuori i cani e fare la mia parte in casa. Non ho tempo per fare nulla se non alle 22 quando il bimbo dorme e il giorno dopo uguale. Mi sono allontanato anche dagli amici, non so come uscire da questa prigione. Grazie a chi risponderà
Buonasera,

mi dispiace, da quello che racconta sembra una situazione complessa. Non e' facile gestire lavoro e figli e riuscire a prenderci cura di noi stessi, specialmente se non troviamo sostegno nella nostra famiglia. Mi sembra che lei sappia già cosa fare, provi un tipo di terapia diversa, io ovviamente sono di parte e le consiglio la terapia cognitivo-comportamentale, magari con la persona giusta per lei riuscirà a cambiare concretamente la sua situazione!

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Buonasera, mi spiace molto per la situazione che sta affrontando, dal suo modo di descriverla e parlarne si capisce che ha fatto in passato un percorso su di se'. Quello che le consiglio al momento è di iniziare una nuova terapia in cui possa avere il suo tempo e il suo spazio, per poter affrontare le sue preoccupazioni e trovare delle strategie che lo portino a vivere una vita che lo appaga e di cui sopratutto ne è il protagonista. Resto a sua disposizione. Un saluto. Dr.ssa Antonella Cecca
Salve.
Comprendo la sua difficoltà.
Ma le persone che sono accanto sono importanti ma non fondamentali per il benessere e la vitalità.
Ha già fatto un percorso che ha sentito utile. Parla di prigione e da come racconta, mi sembra prigioniero del dovere.
Concordo con la collega di prendersi uno spazio suo, anche di tipo psicoterapeutico, dove possa sentirsi sostenuto e dove possa riattivare la vitalità, il piacere profondo, che è indipendente da chi le sta accanto.
Io consiglierei una psicoterapia bioenergetica che fa un lavoro integrato mente corpo.
Sono disponibile per approfondimenti.
Distinti saluti
Buon giorno. Dalle sue parole si evince certamente una situazione non facile da gestire che sembra procurarle non poco malessere psicologico. I consigli forniti dai colleghi sono certamente utili e pure io mi permetto di consigliarLe di intraprendere un percorso di psicoterapia o analisi individuale che la possa aiutare nel meglio entrare in risonanza con i suoi vissuti e risorse interne che necessitano di essere meglio riconosciute. Con l'augurio che possa presto trovare una migliore condizione di benessere le auguro il meglio. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Salve, le esprimo la mia vicinanza per la sua difficoltà di vita. Parto dalla questione che lega la fine della sua analisi alla nascita di suo figlio. Dalle parole in analisi è passato al mutismo. Già qui ci sarebbe tanto da approfondire. Da quel momento è come se avesse perso qualcosa di sé, il tempo, la passione per il mestiere che voleva svolgere, gli amici. In qualche modo ha iniziato a vivere per gli altri. Un figlio lo richiede, ma qualcosa è andato oltre. Si domanda come poter uscire dalla "prigione". La domanda iniziale, forse più interessante, è come ci sia finito. Forse interrogandosi su questo punto potrà trovare una via d'uscita. Non demorda, riprenda il percorso di cura di sé e, se si è trovato bene, faccia una nuova domanda di analisi. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Salve
Leggerla mi fa pensare a quanto nella vita servano fatti e non parole. Io credo che Lei necessiti si di un intervento psicologico, ma anche di cambiamenti strutturali nella sua vita, che hanno a che fare con lo smaltire il numero delle persone di cui si prende cura, per il momento tutte, e aumentare il numero delle persone che le stanno di fianco e la sostengono. Per questo mi viene da dentro di dirLe che non solo sarebbe importante che Lei facesse un percorso, ma che forse sarebbe ancora piu' importante che sua moglie lo facesse, allo scopo soprattutto di trovare un'occupazione lavorativa che la tolga dal torpore che spesso sovviene dopo la nascita di un figlio. Questo anche per il figlio stesso, che sarebbe il primo a guadagnarci se la madre fosse piu' attiva e vivace, risvegliata da un nuovo senso della vita, altro dall'esser solo madre, ma anche donna. Provi a proporre video di Recalcati che trova online sul ruolo della madre. Sono molto utili e tolgono soprattutto dalla convinzione che la brava madre e' quella che rinuncia a tutto. E per Lei, in quanto svolge lavoro di sostegno, se ho capito bene, con persone con problemi psichiatrici, sicuramente e' portato ad "andare giu', con loro, se poi a casa non ha una vita ristoratrice. Anche per Lei, Le consiglio, allo scopo di esser d'aiuto agli altri, di prendersi soprattutto cura di se stesso, attraverso le cose che la nutrono. Non tutti hanno la fortuna di sapere cosa gli piace. Lei ha parlato di un hobby, e questo e' un buon punto a suo favore. Bisogna ricordarsi sempre ed in ogni istante della propria gebitorialita' che i figli per esser felici hanno prima di tutto bisogno di una cosa: di genitori felici. Un caro saluto e buon viaggio, e Le auguro un viaggio di com-prensione della vita, non solo cognitivo ma soprattutto di cambiamento concreto dentro e fuori di lei. Aiutare gli altri non puo' esser fatto se prima non aiutiamo noi stessi
Salve, leggo con attenzione la sua richiesta e non posso fare altro che dirle che il nostro dovere principale, prima di prenderci cura degli altri, che siano familiari o pazienti, è di prenderci cura di noi stessi, dobbiamo stare bene, creare le condizioni per poter essere sereni e consapevoli del nostro cammino... Provi a cercare un nuovo terapeuta, intraprende un nuovo percorso... Non si fermi... In bocca al lupo.
Cordialmente Caterina Cresciullo
Buongiorno percepisco dalle sue parole un profondo malessere e un vissuto di apatia dal quale non riesce a vedere una via d'uscita. Leggo però anche l'esperienza positiva di un precedente percorso. Le suggerisco di riprendere un percorso psicologico per farsi aiutare ad uscire dalla gabbia mentale che si è costruito. Potrebbe aiutarla fare un percorso in tal senso di Psicoterapia Bioenergetica dove fare un lavoro parallelo mente-corpo per ritrovare il suo benessere personale. Rimango a disposizione per approfondimenti. Cordiali Saluti. Dott. Andrea Maldifassi
Gentile utente, quello che mi pare stia attraversando è una situazione di insoddisfazione che permea la sua vita. Vita occupata e spesa a prendersi cura degli altri, sia nel suo ambito personale che in quello lavorativo.
Sembra chiaro che i suoi spazi vitali sono occupati per spendere le sue energie, che tuttavia non riesce a ricaricare in altri ambiti, come per esempio quello affettivo di coppia, quello amicale, o altri ancora. Sembra che in questo momento della sua vita la carenza di cura verso se stesso la sta pagando con una sorta di apatia e forte insoddisfazione.
Il mio suggerimento è quello di ricavarsi di nuovo il suo spazio per capire e lavorare su ciò che sta attraversando.
Può trovare tanti professionisti anche in questa piattaforma a prezzi calmierati.
A disposizione per ogni necessità. Un caro saluto Dot.sa Demontis
Buongiorno,
lei ha già fatto un significativo lavoro su di sè,ma probabilmente adesso il suo focus dovrebbe spostarsi sulle relazioni. Se le isi snete in prigione, chi vive con lei non può certo sentirsi meglio. Le continue recriminazioni lo dimostrano . Quali sono le aspettative deluse per entrambi? Di che cosa la rimprovera realmente il partner quando la rimprovera di qualcosa? Di che cosa la rimprovera lei coj il suo mutismo? Come sta il figlio o la figlia in questa situazione. Per me bisogna ripartire da lì, concedendosi di prendersi il tempo per questo e già questo sarebbe un primo uscire di prigione
Mauro Favaloro
Buongiorno, i cambiamenti di vita, come la nascita di un figlio, comportano quasi sempre la necessità di acquisire nuovi strumenti di orientamento esistenziale.
La trasformazione può essere faticosa, perché si perde sempre qualcosa, ma il segreto è guadagnarne altre.
Le consiglio un percorso di consapevolezza, dove possa ritrovare le sue nuove risorse.
Buona fortuna.
Giada Bruni
Buongiorno,
Io ripartirei da qui: “ Ho un hobby che avrei voluto rendere un mestiere”, iniziando ad interrogarsi su: cosa serve per il mio hobby? Ho tutte le competenze richieste? Se non le ho, dove posso imparare? Quali sono le risorse che posso mettere in campo per far sì che questo hobby diventi un lavoro? Che tempi mi servono? Quanto posso ancora aspettare?
In bocca al lupo
Buongiorno,
la sua situazione sembra difficile, ma intanto potrebbe iniziare col cercare di migliorare il rapporto con la persona che ha accanto.
La terapia breve integrata che applico migliora le relazioni interpersonali generalmente in poche sedute e, il più delle volte non è necessaria la collaborazione del partner, poiché il cambiamento si ottiene attraverso modifiche della comunicazione. Con un supporto familiare migliore sarebbe probabilmente più facile affrontare altre problematiche.
cordiali saluti
Buongiorno, dal suo discorso ho colto uno stato di esasperazione e di stanchezza molto forte. Non dice molto della sua situazione sentimentale, che forse non la soddisfa più. In questo periodo ci sono fattori concreti di malessere tra i quali condizioni di lavoro opprimenti per la disoccupazione che non favorisce la richiesta di diritti. Quindi la vita è veramente più dificile e non tutto è risolvibile. Però, può tornare a rivolgersi a uno psicologo perché può essere per lei più promettente cercare di capire meglio quello che vuole e partire da questo per articolarlo a quello che è possibile. Pronunciate i propri desideri è già un modo per avviarsi a realizzarli. Cordiali saluti PG
Buongiorno. Lei scrive "so che la cura psicologica è una soluzione che può aiutarmi", perciò sa che esiste una possibile via d'uscita "dalla prigione"; oltretutto lei riconosce che l'analisi fatta in passato le è servita. Perchè non ricontattare uno psicoterapeuta? Oppure, perchè no, se possibile, ritornare da quello che l'ha seguita in passato? A volte bisogna accettare che per uscire da una profonda sofferenza sono necessari molti anni di psicoterapia accanto ad una terapia farmacologica, di cui ritengo lei ne abbia in questo momento bisogno. Dott.ssa Paola Cavallotto.
Buonasera, dalle sue parole mi risuonano 3 elementi: solitudine, insoddisfazione e rabbia. Ecco proverei ad utilizzare questa rabbia per attivare un cambiamento, che mi pare sia un suo desiderio. Forse, mi permetto di dirle, potrebbe chiedere a chi vive con lei di fare insieme un percorso psicologico o di altra natura, perché forse, insieme potete produrre un cambiamento. Le auguro di trasformare la rabbia in azione costruttiva. In bocca al lupo!
Gentile utente salve. Premesso che concordo con una serie di preziosi consigli e considerazioni che le hanno rivolto i miei colleghi (valutare come sia finito in questa situazione, osservare la sua tendenza a vivere e svolgere un lavoro “per gli altri”, esseri prigioniero del dovere, far fare una terapia anche a sua moglie che sembra essere in difficoltà almeno quanto lei, lavorare sulle relazioni ed effettuare importanti cambiamenti strutturali , vorrei aggiungerle solo una considerazione. Ci sono delle situazioni della nostra vita che non possiamo modificare (la nascita di un figlio, avere determinati genitori o fratelli/sorelle, il luogo di nascita) ma ci sono molti altri aspetti che possono essere cambiati se solo decidiamo veramente di farlo.
Questi aspetti sono rappresentati dalle scelte che si è compiuti e che si continuano a compiere ancora oggi. Le vere scelte le può fare nel presente, nel momento in cui decide di scrivere questo messaggio o ancor di più contattare un terapeuta e prendere un appuntamento. Muoversi con prudenza è da saggi, ma restare bloccati per paura di sbagliare o di fare i grandi cambiamenti non può che bloccarla “nelle sabbie mobili” che lei descrive bene come una prigione. A volte ci prefiguriamo così tante difficoltà nell'immaginare il cambiamento che preferiamo autosabotarci o procrastinare i passaggi che lei sa essere utili per liberarsi dalla sua prigione. E' così...le battaglie più difficili sono proprio quelle da compiere con se stessi.
Cordialmente dott.ssa Stefania Cicchiello
Forse, dopo aver passato gli ultimi anni a occuparsi degli altri, si sta rendendo conto che è arrivato il momento di prendersi nuovamente cura di se stesso.
La pesante routine che descrive, in cui si legge poco spazio per la gioia e L’appagamento personale, sembra dalle sue parole un peso davvero troppo grande da portare, soprattutto quando si hanno ancora molti anni davanti a sè.
Se riuscirà ad ascoltarsi nel suo malessere e a riprendere in mano la sua vita, risparmierà a se stesso e alla sua famiglia molte sofferenze e insoddisfazioni future.
Se la prima esperienza di analisi è stata per lei positiva, non attenderei oltre a ricontattare la persona che la seguiva, con l’obiettivo di affrontare ciò che la fa star male e tornare a vivere con maggiore benessere. Per sè, ma anche per la sua famiglia.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online

Gentile utente,
sento tutto il senso dell’immobilismo e della paralisi nelle sue parole.
Mi viene di getto, di pancia esortarla ad agire.
Faccia qualcosa per Se, che non sia legata alla dimensione del “Fare qualcosa per gli altri perché deve”.
Coltivi il suo hobby e inizi a delegare.
Mentre scrivo rifletto su come la dimensione del Fare abbia preso anche me, mentre suggerisco a Lei cosa Fare del suo Fare.
Sono certo che saprà dare il giusto spazio alle sue emozioni e al suo sentire.
Ha tutti gli strumenti per poterlo fare.
Fare, appunto.
Cari saluti Collega,
Diego Ferrara

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