Non posso dirmi soddisfatto dell'esito della terapia con sertralina per presunto OCD ('presunto' sta
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Non posso dirmi soddisfatto dell'esito della terapia con sertralina per presunto OCD ('presunto' stando alla diagnosi dello psichiatra, ma io temo di avere qualxosa di peggio...) , che prendo da inizio agosto a dosaggi creacenti (ora sono a 75mg, ma ho paura a salire ancora). E pensare che solo cinque anni fa assunsi la stessa terapia, ma i miglioramenti erano netti dopo un mese o due! Cosa è mutato in me? I problemi piu grossi li sto avendo con l'insonnia, e la cosa anomala è che vanno aumentando con le settimane : mi metto sul divano verso le otto, mi addormento senza accorgermene, verso mezzanotte mi sveglio, prendo 8-10 gocce di En, vado a letto, ma a quel punto inizia un calvario: permango in un dormiveglia ricco di immagini sconnesse, come se il mio cervello stentasse a spegnersi; finché alle 5.00, esasperato, mi alzo, chiedendomi dove troverò la forza per un'altra giornata lavorativa. C'è un motivo per cui non sono passato ancora a100mg di sertralina : e se l'insonnia peggiora ulteriormente? Nei mesi precedenti l'inizio della terapia, dormivo; ora invece no: come si spiega? E poi tutti quei pensieri assurdi che mi stanno venendo, ad esempio la paura insensata nell'osservare, che so, il disegno delle mattonelle sul pavimento, o la tendenza a fissarmi su una qualche sensazione, come il contatto del mio corpo con le lenzuola mentre sono a letto, e la conseguente incapacità di smettere di pensare che sto provando quella determinata sensazione, che mi fa sentire imprigionato... Io ho ripreso la sertralina perché in passato mi guarì, e sono grato a questo farmaco, ma sinceramente non vorrei dover prendere benzodiazepine a vita per tamponare gli effetti avversi che su di me sortisce questo antidepressivo...
Salve, le consiglio di rivolgere queste domande al medico che le ha prescritto i farmaci. In questo modo potrà chiarirsi alcuni dubbi. Ha pensato inoltre di iniziare un percorso psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
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Salve. Concordo con il collega. Per i farmaci si rivolga al medico che glieli ha prescritti, se volesse integrare la terapia farmacologica con una psicoterapia per indagare sulle cause dei suoi problemi, sarebbe un valido aiuto anche per poter essere meno dipendente dai farmaci in futuro. Distinti saluti
Salve, mi spiace molto per la situazione perchè comprendo il disagio che sperimenta nella vita quotidiana.
Per ciò che concerne la posologia del farmaco, è meglio sempre rivolgersi al medico che ha prescritto la cura, figura professionale sicuramente più competente in materia. Provi ad esporre anche il suo quesito relativo alla stessa posologia degli anni scorsi ma con meno risultati, sono sicura che saprà aiutarla.
Inoltre, ritengo opportuno, se non lo ha già fatto, una psicoterapia mirata ad esplorare le cause, origini ed i fattori che mantengono la sintomatologia ancora attiva e che sia uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott.ssa FM
Per ciò che concerne la posologia del farmaco, è meglio sempre rivolgersi al medico che ha prescritto la cura, figura professionale sicuramente più competente in materia. Provi ad esporre anche il suo quesito relativo alla stessa posologia degli anni scorsi ma con meno risultati, sono sicura che saprà aiutarla.
Inoltre, ritengo opportuno, se non lo ha già fatto, una psicoterapia mirata ad esplorare le cause, origini ed i fattori che mantengono la sintomatologia ancora attiva e che sia uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott.ssa FM
Al di là del fatto che non è possibile dare una risposta ponderata al suo quesito non avendola visitata direttamente; penso però in qualità di Medico specialista in Psicologia clinica, Psicoterapeuta ed Omeopata di sottolinearle che gli psicofarmaci devono essere utilizzati solo in una situazione di emergenza, poiché non curano le cause del malessere, producono effetti collaterali negativi e hanno controindicazioni. Comunque la diminuzione dell’assunzione degli psicofarmaci deve essere effettuata con gradualità. Sono del parere che ci sia bisogno, per ottenere risultati soddisfacenti, un rapporto psicoterapeutico in cui ci sia molta accoglienza, in cui si lavori seriamente sugli aspetti inconsci che generano malessere. E' opportuno anche che la psicoterapia sia promossa e supportata da medicinali innocui e naturali: la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che permettono di offrire al paziente i seguenti reali valori aggiunti: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Io sono un medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta, omeopata ed esperto in terapie naturali- lavoro in questa maniera ottenendo degli ottimi risultati.
Se vuole sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per informazioni. Ho lo studio a Roma, ma sono anche disponibile per terapie on line. Buona giornata!
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Buonasera,credo sia necessario capire il motivo della acutizzarsi della sua sintomatologia,le condizioni psicologiche influiscono in modo rilevante Le consiglierei di affiancare alla terapia farmacologica di cui è responsabile il medico psichiatra,un lavoro intenso di psicoterapia Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Gentile utente,
quando non si ha una risposta soddisfacente alla terapia psicofarmacologica assunta, la cosa migliore è parlarne con il professionista che la segue in tal senso per valutare se ci possono essere altri principi attivi più efficaci per il suo caso. Nel corso del tempo si possono essere aggiunti altri fattori che influiscono sul suo disagio attuale. Il supporto farmacologico ha lo scopo di intervenire/contenere i sintomi ma non interviene sulle cause. Forse affiancare un supporto psicoterapeutico potrebbe consentirle di introdurre conoscenze che le consentirebbero di intervenire anche sulla gestione del pensiero che, da quanto scrive, produce un'intensificazione dell'attività cognitiva e delle risposte emozionali amplificando gli allarmi e le paure...
Cordialmente Dr.ssa Maria Torlini
quando non si ha una risposta soddisfacente alla terapia psicofarmacologica assunta, la cosa migliore è parlarne con il professionista che la segue in tal senso per valutare se ci possono essere altri principi attivi più efficaci per il suo caso. Nel corso del tempo si possono essere aggiunti altri fattori che influiscono sul suo disagio attuale. Il supporto farmacologico ha lo scopo di intervenire/contenere i sintomi ma non interviene sulle cause. Forse affiancare un supporto psicoterapeutico potrebbe consentirle di introdurre conoscenze che le consentirebbero di intervenire anche sulla gestione del pensiero che, da quanto scrive, produce un'intensificazione dell'attività cognitiva e delle risposte emozionali amplificando gli allarmi e le paure...
Cordialmente Dr.ssa Maria Torlini
Buongiorno. Mi spiace per il disagio che descrive e che sta vivendo. Credo che rispetto alle difficoltà che sta attraversando in questo momento sia opportuno e prioritario confrontarsi nuovamente con il suo psichiatra per avere chiarimenti ed esplorare eventualmente ulteriori possibilità di gestione delle sintomatologie che descrive, in particolare per ciò che concerne i problemi relativi all'insonnia. Il fatto che 5 anni fa ha avuto un miglioramento che non sta riscontrando in questo momento assumendo la stessa terapia farmacologica può essere legato ad un momento e ad una condizione diversa in cui si trova attualmente, e ad altri fattori che meriterebbero di essere esplorati e chiariti ulteriormente con il suo psichiatra.
Il mio suggerimento è inoltre quello di consultare anche un professionista psicoterapeuta per intraprendere una terapia psicologica da affiancare alla terapia farmacologica, attraverso la quale poter lavorare su se stesso come persona, esplorando e comprendendo maggiormente i suoi vissuti, le sue sensazioni, bisogni, sentimenti, pensieri ecc. con l'obiettivo di ritrovare gradualmente il suo benessere e di migliorare la sua salute mentale. I migliori auguri, Dott. Felice Schettini
Il mio suggerimento è inoltre quello di consultare anche un professionista psicoterapeuta per intraprendere una terapia psicologica da affiancare alla terapia farmacologica, attraverso la quale poter lavorare su se stesso come persona, esplorando e comprendendo maggiormente i suoi vissuti, le sue sensazioni, bisogni, sentimenti, pensieri ecc. con l'obiettivo di ritrovare gradualmente il suo benessere e di migliorare la sua salute mentale. I migliori auguri, Dott. Felice Schettini
Buonasera, credo che sia importante per lei confrontarsi con lo psichiatra/medico che ha proposto il piano farmacologico. I farmaci comportano reazioni soggettive che non sempre possono essere previste prima dell'assunzione, alle volte vanno rivisitate proprio in virtù della risposta di miglioramento o peggioramento che vive la persona. Credo che sia importante anche un percorso psicologico per fare uno zoom su quei pensieri, preoccupazioni, vissuti che porta dentro di se. Rimango a disposizione.
Dott. Riccardo Scalcinati
Dott. Riccardo Scalcinati
Buonasera, si affidi al suo medico/ psichiatra di fiducia. Percepisco una grande sofferenza, anche un supporto psicologico sembra fondamentale in tale condizione. Forza; facciamo girare la ruota! Saluti
Gentile utente di mio dottore,
Per quanto concerne la posologia del farmaco, è sempre meglio rivolgersi al medico che ha prescritto la cura, figura professionale sicuramente più competente in materia. Inoltre la inviterei a riflettere sulla possibilità di affiancare al trattamento farmacologico un percorso psicoterapico dandosi così la possibilità di poter guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Per quanto concerne la posologia del farmaco, è sempre meglio rivolgersi al medico che ha prescritto la cura, figura professionale sicuramente più competente in materia. Inoltre la inviterei a riflettere sulla possibilità di affiancare al trattamento farmacologico un percorso psicoterapico dandosi così la possibilità di poter guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Salve, le consiglio di parlare con il suo psichiatra di tutte queste sensazioni che prova, dei pensieri che la notte la assalgono. Sicuramente una terapia combinata penso sia auspicabile.
Saluti
Saluti
Buongiorno, ha pensato di rivolgersi ad un altro psichiatra per verificare sia la diagnosi sia la terapia farmacologica? spesso capita che con il divenire della patologia sia necessario modificare anche i dosaggi o i farmaci stessi. Concordo con alcuni colleghi sul consigliarle una terapia psicologica per darle supporto e cercare di capire meglio l'origine di queste problematiche ma anche come poterle gestire nella quotidianità.
Buonasera, discuta i suoi dubbi con lo psichiatra che gli ha prescritto i farmaci, a volte cambiare molecola o dosaggio può giovare ma è una decisione che spetta interamente al medico di riferimento. Consideri l'eventualità - opportunità di affiancare una psicoterapia soprattutto se non lo avesse fatto in precedenza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Questa sua ultima riflessione mi sembra un buon inizio nella ricerca di un cambiamento più sostenibile. Si potrebbe associare al farmaco una buona psicoterapia? In bocca al lupo
Buongiorno.
Mi pare di capire che quello del farmaco sia solo un punto rispetto alla sua questione più generale. Sul tipo di farmaco ed il dosaggio la invito a parlarne col medico che glieli ha prescritti o con uno psichiatra. Possono capitare casi di assuefazione che necessitano cambi di terapia. Però questo è compito di un altro tipo di specialista. Se ha posto la domanda in questa sede è forse perchè sente che la sua domande va oltre il semplice farmaco: forse il suo è un interrogativo più grande su di sè e sulle sue percezioni... Potrebbe rivolgersi ad uno psicologo o uno psicoterapeuta per una presa in carico a lungo termine. Perchè no?
Mi pare di capire che quello del farmaco sia solo un punto rispetto alla sua questione più generale. Sul tipo di farmaco ed il dosaggio la invito a parlarne col medico che glieli ha prescritti o con uno psichiatra. Possono capitare casi di assuefazione che necessitano cambi di terapia. Però questo è compito di un altro tipo di specialista. Se ha posto la domanda in questa sede è forse perchè sente che la sua domande va oltre il semplice farmaco: forse il suo è un interrogativo più grande su di sè e sulle sue percezioni... Potrebbe rivolgersi ad uno psicologo o uno psicoterapeuta per una presa in carico a lungo termine. Perchè no?
Buongiorno, per OCD la prima linea di trattamento è la terapia cognitivo-comportamentale.
Si rivolga ad uno psicologo specialista in tal senso.
dott Tealdi
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Buongiorno, se dorme dalle 20 alle 24 consuma la maggior parte di sonno profondo (che si concentra nelle prime parte del sonno) e al di la del DOC chiunque farebbe un'estrema fatica a riaddormentarsi. La spingo comunque a parlarne con il suo specialista ma oltre alla parte farmacologica le consiglio di agire anche sulla cosiddetta "igiene del sonno".
Saluti
Dott. Gasperi
Saluti
Dott. Gasperi
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