Non ho mai pensato di essere una persona diversa dalle altre, per lo più perché anche nell'infanzia

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Non ho mai pensato di essere una persona diversa dalle altre, per lo più perché anche nell'infanzia e adolescenza, i miei genitori hanno sempre avuto una grande influenza su di me e corretto/ammonito alcune tendenze e/o atteggiamenti "non consoni", ma mai ho pensato che i miei modi di fare o di approcciare la vita e/o le relazioni fossero differenti da quelli delle altre persone.

Mi è capitato però negli ultimi tre anni di pormi diverse domande, perché negli ultimi tre anni? Perché ho cambiato città, in un luogo abbastanza (mai mai del tutto) lontano dalla famiglia, ho studiato e iniziato a lavorare e a costruirmi una vita mia, entrando in contatto con persone che non tendessero a negare il mio modo di essere; questo mi ha disturbato e mi disturba, perché ho cominciato a notare, ho inziato a capire che forse come mi comportavo/facevo alcune cose prima, non era frutto della mia indole, piuttosto era dovuto al contesto mi aveva addomesticato.

Le cose sono peggiorate quando un anno fa ho iniziato a lavorare, perché la sensazione di non adattamento ogni giorno è più forte, e dei pensieri bui appaiono qui e là, tant'è che per vari motivi, una mia conoscenza qualche mese fa mi ha condiviso delle letture, e in particolare degli articoli riguardanti diagnosi di autismo in età adulta; così ho scoperto il mondo dei forum e dei test online (che confesso aver svolto). Solo che è semplice leggere numeri alti e risultati che sentenziano qualcosa, senza però avere contezza di quello che si legge.

Chiedo: questa confusione e rabbia che sento, con queste nuove consapevolezze, può essere legato ad un modo di essere che per tempo è stato mascherato, volutamente o da altri, e che ora sente necessità di esserci semplicemente? O questa è solo una convinzione per dare una risposta che sembra sensata a qualcos'altro? Che percorso potrei seguire per avere le domande che cerco? Visto che, con tutta la sincerità che potrei dare, non saprei neanche come approcciare uno specialista a riguardo.

Grazie. :)
Gentile utente,
la capacità di meta-analisi è sorprendente e mostra intelligenza e sensibilità.
La sua decisione di staccarsi dalla zona di comfort rappresentata dalla vita in famiglia, l'ha messa di fronte a situazioni, sfide e persone che non era abituato a fronteggiare e questo può portare a chiunque destabilizzazione e necessità di rimettere in discussione quell'identità personale costruita negli anni dell'adolescenza.
Nonostante ciò lei afferma di aver portato avanti i suoi studi, di aver cominciato a lavorare e fare progetti di vita coerenti. Sebbene, come è giusto che sia, avverte come fondamentale l'appoggio dei suoi familiari in tutte le sue decisioni.
Questi elementi allontanano l'idea che possa trovarsi nello spettro autistico. Ma non è consigliabile verificarlo tramite forum o test online, non è sicuramente un modo scientifico per togliersi dei dubbi, seppur minimi.
Le consiglio di valutare un percorso psicologico per confrontarsi serenamente sugli attuali dilemmi che sta vivendo. E' una fase di crescita personale, di nuove consapevolezze, sia sui punti di forza che su quelli di debolezza. Probabilmente, ci sono anche paure e preoccupazioni, così come può esserci senso di inadeguatezza o inefficienza. Sono tutti aspetti che possono essere affrontati in un intervento psicologico.
L'approccio che seguo e che la invito ad approfondire è quello della psicologia positiva che offre un ventaglio di strumenti e strategie per rispondere efficacemente alle sue domande ed iniziare a radicarsi con più consapevolezza nel presente, sfruttando al massimo le sue potenzialità ogni giorno. E' un approccio che valorizza le emozioni positive e la capacità di prosperare, cioè di condizionare positivamente il proprio futuro.
Se desidera ulteriori informazioni su questo tipo di percorso, sarei lieto di fornirgliele. Anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese

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Le domande che ti poni sono profonde e legittime: sentire che il tuo modo di essere sia stato "addomesticato" dal contesto e ora desideri far emergere chi sei davvero, è una dinamica comune, soprattutto quando si vive un cambiamento come quello che hai descritto.
In terapia strategica, ci concentriamo proprio su questo tipo di situazioni, lavorando su ciò che ti blocca ora, senza perdersi in etichette o diagnosi. La confusione e la rabbia che provi possono essere segnali di un conflitto tra chi sei e chi senti di dover essere. Insieme, possiamo esplorare e risolvere questo conflitto, aiutandoti a esprimere la tua identità in modo autentico e a ritrovare equilibrio.
Non serve sapere da dove iniziare: portare queste domande e il tuo vissuto è già un ottimo primo passo. Da lì, definiamo obiettivi chiari e costruiremo strategie concrete per superare questo momento e recuperare serenità.
Dott. Tommaso Giovannetti
Caro utente, non ho compresso la vostra età leggendovi, ma si il fatto che ha cambiato città, abitudini e autonomia; i cambiamenti sono momenti complicati da affrontare e mi sembra che lei l'abbia affrontato in senso evolutivo molto bene, chiedendosi quali fossero i comportamenti che sente propri e quali no; per la diagnosi di autismo esistono dei test psicodiagnostici specifici per la diagnosi; senz'altro potrebbe aiutarlo un percorso psicologico per comprendere i gestire quelli che lei definisce pensieri bui, i comportamenti non consoni e la confusione che provate in questo tempo. Se volete approfondire può contattarmi quando ritenga opportuno. Cari saluti.

Gentile utente,
la confusione e la rabbia che descrive potrebbero effettivamente derivare da una parte di sé che è stata adattata per conformarsi alle aspettative esterne e che ora, in un contesto più libero, sta cercando spazio per emergere. Questo è un processo comune quando ci si allontana da un ambiente familiare fortemente normativo e si affronta una maggiore autonomia.

La terapia breve strategica potrebbe aiutarla a esplorare queste sensazioni e a identificare strategie pratiche per gestire i momenti di disagio. Si potrebbe lavorare su esperimenti mirati, come piccoli cambiamenti nel modo in cui interagisce con gli altri, per osservare come si sente esprimendo sé stesso senza filtri imposti. Questo le permetterebbe di costruire una comprensione più autentica della sua identità.

Per quanto riguarda l’ipotesi di autismo, se sente che questa direzione merita approfondimento, potrebbe considerare una consulenza con uno psicologo esperto in neurodivergenza. Tuttavia, non si lasci sopraffare dai test online: prenda tempo per ascoltarsi e osservare come si relaziona in diverse situazioni.

Si concentri su una domanda semplice: "Chi voglio essere e quali scelte mi permettono di avvicinarmi a quella versione di me stesso?". Un passo alla volta, può trovare chiarezza e serenità.
Salve credo che con la sua voglia di conoscere se stessa e le risorse personali che emergono già dal suo resoconto, potrà trovare un giovamento dalle consulenze con un psicologo o psicologo/psicoterapeuta che la possa accompagnare in questo viaggio di ri-adattamento nella sua vita.

Saluti
Dott.ssa Di Mari Nicolina
Buongiorno, grazie per le riflessioni che hai posto. Nascere in un dato contesto culturale significa essere inevitabilmente condizionati nelle idee e nei comportamenti dalle persone che ci educano e che ci insegnano a crescere nel modo che loro ritengono più giusto. Staccandoci dalla famiglia di origine e facendo esperienze diverse, ci rendiamo sempre più conto che ci sono delle alternative che possiamo scegliere di abbracciare o rifiutare restando fedeli a quando imparato in precedenza. Queste scelte non sono sempre facili e possono comportare una forte messa in discussione di se stessi e della propria identità. Trovo interessante che, oltre al disagio legato a queste nuove consapevolezze, parli anche di rabbia e questo è in aspetto molto importante e da indagare. Ritengo che sia comprensibile il tuo bisogno di capirti meglio e per questo ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico. Puoi cominciare a informarti sui professionisti e sulle professioniste della tua zona e individuare quello/a più adatto a te. Se hai bisogno di ulteriore aiuto, resto a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
La sua riflessione è profonda e tocca un tema complesso, quello della scoperta di sé e del rapporto con il contesto che ci plasma. Quello che descrive – la sensazione di vivere una vita "addomesticata" e la consapevolezza che il suo modo di essere potrebbe non essere stato autentico per lungo tempo – è qualcosa che molte persone affrontano quando si allontanano da ambienti familiari e cominciano a vivere in contesti nuovi. Questo processo può portare a una crisi di identità, ma anche a una grande opportunità di crescita e consapevolezza personale.

Il disagio che prova, insieme alla confusione e alla rabbia, potrebbe essere il risultato di un conflitto interno tra ciò che ha interiorizzato come "normale" o "accettabile" nel passato e ciò che sente di essere realmente. È plausibile che abbia iniziato a notare aspetti di sé che, per vari motivi, erano stati messi in secondo piano o soppressi. Questa nuova consapevolezza, però, può essere destabilizzante, soprattutto se si accompagna a domande profonde sulla propria identità e sul senso di appartenenza.

L’interesse per l’autismo in età adulta e i test che ha svolto indicano una ricerca di risposte. È possibile che si stia chiedendo se alcune difficoltà di adattamento e sensazioni di diversità possano avere radici neurologiche o comportamentali specifiche. Tuttavia, solo un percorso diagnostico accurato con uno specialista può chiarire questi dubbi.

Per intraprendere un percorso che le consenta di trovare le risposte che cerca, le consiglio i seguenti passi:

Rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta: Un professionista esperto in neurodiversità o in diagnosi di autismo in età adulta può aiutarla a esplorare queste tematiche. Non è necessario arrivare con certezze o diagnosi: può semplicemente iniziare parlando delle sue esperienze, delle sue domande e di come si sente.

Valutazione diagnostica: Se il professionista lo ritiene opportuno, potrebbe proporle una valutazione diagnostica specifica per il disturbo dello spettro autistico o altre condizioni che potrebbero spiegare i suoi vissuti. Questo processo è basato su colloqui approfonditi e strumenti standardizzati.

Lavoro sull’identità e sull’autenticità: Indipendentemente da un’eventuale diagnosi, un percorso di psicoterapia può aiutarla a comprendere meglio chi è, a integrare le sue nuove consapevolezze e a costruire una vita che rispecchi più autenticamente il suo essere.

Non esiste un modo giusto o sbagliato di "essere", e il fatto che ora si stia ponendo queste domande è un segnale di grande forza e desiderio di crescita. Se desidera ulteriori indicazioni o un aiuto nel trovare uno specialista, sono disponibile per supportarla nel suo percorso.
Gentilissima, sarebbe opportuno che lei faccia riferimento ad un professionista per far si che tutte le sue domande trovino delle risposte più adeguate. Inoltre la invito ad essere più diffidente riguardo i test on line, perché potrebbero dare dei risultati poco realistici e allontanarla da ciò che è realmente la sua situazione. La saluto cordialmente.
Dott.ssa Daniela La Porta
Gentile utente, grazie per aver condiviso il suo vissuto.
Il mondo online e dei forum può aver rappresentato per lei una rassicurazione in questa confusione. Le consiglio un percorso psicologico per esplorare queste emozioni e vissuti che stanno emergendo e per fare chiarezza su di lei e sul cambiamento che sta attraversando.
Un caro saluto. Dott.ssa Martina Nocera
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Lei ha bisogno di qualcuno che l'ascolti, pensa troppo e deve rilassarsi dandosi spazio, la posso aiutare se vuole.
Siamo proprio tutti noi esseri umani il prodotto della nostra storia, più quello che ci abbiamo messo di nostro. A volte capita che la vita ci catapulti in una realtà che ci trova impreparati, soprattutto perché ci conosciamo poco e non sappiamo come orientarci: ci mancano criteri di valutazione per agire e per decidere nel modo migliore per noi. La prego di lasciar perdere le diagnosi fai-da-te e di porre la massima attenzione al suo sistema di valori. Le consiglio di farlo con una guida, almeno inizialmente. Una guida possibile é uno psicoterapeuta.
Gentile utente, grazie infinite per la tua apertura e condivisione della situazione sul portale. Ho letto con molto interesse quanto riportato e comprendo l'intensità della situazione che affronta. ovviamente, servirebbero alcune informazioni in più in merito a quello che viene definito come atteggiamenti "non consoni". Mi sembra di comprendere che il ruolo della famiglia abbia avuto un impatto enorme nell'indirizzare i comportamenti, le scelte e molto altro. Penso sia normale, ora, sperimentare confusione e rabbia anche solo per trovarsi in questo contesto non avendo avuto modo completo di sviluppare certe strategie. Non sapere dire se sia una forma di autismo quella che sperimenta e vive, oggi ci sono anche diverse sfaccettature in merito e non è semplice poter dare un consulto esaustivo tramite messaggio. Posso provare a consigliare di rivolgersi ad un professionista, magari anche online se sente di avere maggiori difficoltà in presenza; mentre se sente di aver bisogno di avere l persona fisica davanti a lei prediliga una seduta in presenza. Una volta trovato/a il/la psicologa si lasci andare senza troppe preoccupazioni o anticipazioni mentali, sarà poi il/la terapeuta a guidarla all'interno del suo percorso. Le consiglio inoltre, professionisti ad orientamento Costruttivista, per qualsiasi cosa rimango a disposizione non esiti a contattarmi. Nella speranza di esserle stata di aiuto, le auguro una buona giornata. Dott.ssa Silvia Suppa.
Buonasera, il contesto sociale, culturale e familiare nel quale si vive influenza il modo in cui costruiamo la nostra soggettività e probabilmente lei ha in qualche modo aderito a ciò che ci si aspettava lei fosse. Il fatto di essersi allontanato e di confrontarsi con altro, credo abbia generato delle domande, degli interrogativi su chi lei voglia essere realmente e ha quindi aperto un conflitto dentro di lei. Come può affrontarlo? Attraverso un percorso di conoscenza di sé che possa aiutarla ad una riflessione profonda e che la porti a diventare ciò che lei vuole essere davvero e che forse non si permette di essere.
Buongiorno, la risposta che si è dato per spiegare cosa le sta accadendo è molto valida: trovandosi a vivere un contesto ed un ambiente nuovo, si è confrontato col non potersi muovere o approcciare o comportare come aveva sempre fatto (con dettami precisi, o maschere o influenze di altri) ed ha dunque scoperto che ci si può comportare in un modo più affine, probabilmente, a se stesso che al volere o ai dettami degli altri (genitori o contesto). Questa situazione può essere destabilizzante perché porta ad una crisi d'identità tale per cui scopriamo che non siamo mai stati noi stessi e allo stesso tempo risulta difficile esserlo ora o divenirlo ora o legittimarcelo perché non conosciamo noi stessi davvero (conosciamo cosa siamo stati per accontentare altri) e le emozioni che proviamo possono essere di rabbia, frustrazione, disorientamento, sorpresa.
La crisi d'identità porta anche a spiegarci cosa accade attraverso la ricerca di un'etichetta diagnostica (autismo, adhd, disturbi di personalità, disturbi dell'umore, derealizzazione, depersonalizzazione, paranoia, ecc); ma questa può risultare fuorviante specie se non accertata con uno specialista.
Per sapere chi siamo abbiamo bisogno, in caso di crisi, di una persona esperta che ci aiuti a vedere la persona che è in noi, a portarla fuori e rispettarla.
Per affrontare la crisi d'identità e le emozioni e confusioni che ne conseguono, e soprattutto per conoscere e riconoscere se stessi sarebbe ottimale un percorso di psicoterapia psicodinamica, approccio che mette in primo piano appunto la comprensione profonda dell'individuo in tutte le sue caratteristiche personali e ne favorisce una sempre maggiore espressione con se stesso, con gli altri e con il mondo esterno.
Resto disponibile per ulteriori chiarimenti sull'argomento.
Dott. ssa Martina Paiolo
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto con tanta sincerità e profondità. Si percepisce chiaramente il desiderio di comprendersi meglio e di dare un senso alle emozioni e ai pensieri che sta affrontando. Questo è già un passo molto importante, perché dimostra quanta attenzione stia dedicando a sé stessa e alla ricerca di risposte.
Da ciò che racconta, sembra che il cambiamento di contesto e le esperienze vissute negli ultimi anni abbiano fatto emergere parti di lei che forse erano rimaste "nascoste" o comunque influenzate dal contesto familiare e sociale di origine. Questo processo di scoperta personale può essere difficile e, a volte, confuso, perché porta con sé la necessità di rivedere alcune idee che si avevano su di sé e sul proprio modo di essere. È normale sentirsi disorientati in una fase del genere, ma allo stesso tempo questo momento può rappresentare un'opportunità preziosa per conoscersi davvero.
La possibilità che lei stia percependo aspetti legati alla sua autenticità, forse mascherati per lungo tempo, è assolutamente valida. Tuttavia, quando si tratta di questioni complesse come una possibile condizione nello spettro autistico, è importante avere il supporto di uno specialista che possa aiutarla a fare chiarezza. Potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra con esperienza specifica in questo ambito. Anche se può sembrare difficile iniziare questo percorso, spesso basta condividere ciò che ha raccontato qui: parlare delle sue sensazioni, delle difficoltà che avverte, delle riflessioni che ha fatto leggendo e informandosi. Non è necessario avere già le risposte; il compito dello specialista è proprio quello di accompagnarla in questo viaggio.
Se dovesse intraprendere una valutazione diagnostica, sappia che non si tratta di "etichettare", ma di capire meglio se ci sono aspetti del suo funzionamento mentale ed emotivo che possano spiegare alcune sue caratteristiche o vissuti. Questo percorso può darle strumenti utili per vivere in modo più sereno, accettando appieno la sua unicità.
Capisco che possa provare rabbia e confusione in questo momento. Sono emozioni normali, considerando il percorso che sta facendo. Forse può essere utile accogliere queste sensazioni senza giudicarle, cercando di osservarle per quello che sono: segnali che qualcosa dentro di lei sta cercando di emergere. Questo processo può richiedere tempo e pazienza, ma è un passo importante per costruire un equilibrio che rispecchi davvero i suoi bisogni.
Nel frattempo, potrebbe essere utile esplorare risorse che possano darle sostegno. Esistono associazioni e gruppi, anche online, dove persone che hanno vissuto esperienze simili condividono le loro storie e si supportano a vicenda. Anche semplicemente leggere o ascoltare testimonianze può aiutarla a sentirsi meno sola in questo percorso.
Infine, non si senta obbligata a fare tutto subito. Scoprire sé stessi è un cammino che va affrontato un passo alla volta. Concedersi il tempo di esplorare chi è e cosa desidera, senza la pressione di doversi adattare a modelli esterni, è già un regalo importante che può fare a sé stessa.
Le auguro di trovare le risposte che cerca e, soprattutto, di arrivare a una maggiore serenità nel vivere la sua autenticità. Se avesse bisogno di ulteriori confronti, non esiti a scrivere ancora.
Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
La ringrazio per aver condiviso questa esperienza così importante e personale. È comprensibile che il cambiamento di contesto e l'esposizione a nuove situazioni abbiano portato alla luce riflessioni profonde sulla sua identità e sul suo modo di relazionarsi con il mondo. È anche normale sentirsi confusi e, talvolta, sopraffatti, quando emergono domande così fondamentali su se stessi.
Il disagio che descrive potrebbe effettivamente essere legato alla percezione di un "adattamento forzato" al contesto passato, che ora si scontra con il bisogno di vivere in modo più autentico. Allo stesso tempo, è altrettanto possibile che questa ricerca di senso e comprensione rappresenti un tentativo naturale di dare una spiegazione coerente a sentimenti complessi, che richiedono tempo e supporto per essere elaborati.
Per trovare risposte alle sue domande, potrebbe essere utile intraprendere un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta esperto in neurodiversità, qualora ritenga che questo possa essere un tema rilevante per lei. Un professionista può aiutarla ad esplorare le sue esperienze in modo approfondito e strutturato, offrendole un quadro più chiaro e strumenti per comprendere e valorizzare il suo modo di essere.
Non si preoccupi se non sa come approcciare uno specialista: un primo colloquio serve proprio a conoscersi, condividere i suoi dubbi e iniziare a definire insieme il percorso più adatto. Il passo più importante è già quello che ha fatto ora, cioè dare valore ai suoi vissuti e cercare supporto per affrontarli. Le auguro di trovare risposte e serenità lungo questo cammino.
Ciao, mi sembra da ciò che leggo che lei non abbia ricevuto una diagnosi di autismo effettiva. Se ne ha il dubbio, potrebbe essere utile andare da uno specialista per ottenere una diagnosi oppure scopire che di fanno non rientra nello spettro autistico. Questo può sicuramente aiutarla a vedere un pò meno sfocato e a capire. Insime alla diagnosi (o non diagnosi) però, il sentirsi diversa e tutto ciò che racconta deve poi trovare spazio dentro di lei. Questo può farlo in terapia.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità. Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza. Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Caro utente, credo che a prescindere sia giusto legittimare le tue emozioni di rabbia e confusione e allo stesso tempo anche quella sensazione di essere stato bloccato in qualche modo nella tua espressività. Il fatto di aver fatto emergere parti di te che prima erano state zittite comporta un cambiamento e una ridefinizione dell'idea che tu hai di te. C'è un mondo interno inesplorato che hai bisogno di conoscere e con cui devi ancora famigliarizzare. Un percorso psicologico sicuramente può aiutarti a capire e conoscere meglio queste parti di te e può essere un grande regalo che ti fai per consolidare ancora di più la tua visione di te e del mondo in modo per te chiaro e in armonia con il tuo vero essere. Sono disponibile per domande, confronti e dubbi.
Un caro saluto. Federica
Carissima utente, intanto grazie della sincerità e della fiducia con cui poni domande molto chiare e, direi, anche lecite. Anzitutto, mi sento di aprire il tema dei test online, forum e quant'altro: pensaci un attimo, ma tu riusciresti a sentirti rappresentata da un punteggio di un test che è uscito mettendo quattro crocette? E' davvero in grado di dire chi sei un test che valuta tutti in modo standardizzato e non tiene conto della storia che hai scritto negli anni della tua vita e che è l'unica, insieme a te, a poter davvero dire chi sei? E soprattutto, una volta letto un eventuale risultato, ti ha messo in mano qualcosa di utile per capire meglio te stessa? Io non credo. Per questo mi viene da dire che la cosa migliore sarebbe di rivolgerti ad uno psicologo che possa accompagnarti un po' nella conoscenza di te. Quello che racconti anche molto bene è di una ragazza che incontrando l'altro, chiunque esso sia, si incontra, in un modo diverso rispetto a quello conosciuto. Questa diversità deriva inevitabilmente dalla diversità con cui ti approcci e magari da dei fattori che meritano di essere approfonditi. Io posso proporti un primo colloquio online, così ne parliamo meglio e insieme decidiamo se avviare un percorso di supporto psicologico. Rimango a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Le tue riflessioni dimostrano un profondo livello di consapevolezza e una grande volontà di capire meglio te stesso, e questo è un punto di forza importante. Non è facile affrontare questi pensieri e le emozioni che ne derivano, quindi voglio rassicurarti: non sei solo in questo percorso, e ci sono modi per trovare risposte e maggiore serenità. Quello che descrivi (il sentirti “addomesticato” da un contesto che forse non rispecchiava del tutto chi sei, e ora vivere una confusione e una sorta di rabbia emergente) è qualcosa che molte persone sperimentano quando cominciano a mettere distanza tra sé e il proprio passato. Crescere e confrontarsi con nuovi ambienti e persone spesso ci offre una prospettiva diversa, permettendoci di mettere in discussione aspetti della nostra identità che fino a quel momento davamo per scontati. Questo può generare un senso di disagio, ma è anche un’opportunità: il disagio è spesso il segnale che ci stiamo avvicinando a parti di noi stessi che forse non avevamo esplorato a fondo. La tua domanda su quanto i tuoi comportamenti passati fossero espressione della tua indole o piuttosto influenze del contesto è molto interessante. In realtà, spesso non è un aut-aut: il contesto gioca un ruolo fondamentale nel modellare il nostro modo di essere, ma dentro di noi esiste sempre una base personale, un nucleo autentico. Quando iniziamo a notare che alcuni modi di fare o sentire sembrano emergere solo ora, potrebbe essere proprio il risultato di aver finalmente uno spazio più libero per esprimerti. Allo stesso tempo, è naturale chiedersi se questi cambiamenti rappresentino una “verità” su di te oppure siano solo risposte momentanee a ciò che stai vivendo. Riguardo alla possibilità di una diagnosi di autismo in età adulta, è positivo che tu abbia cercato informazioni e strumenti per riflettere su questo aspetto. I test online e i forum possono essere un punto di partenza, ma è importante ricordare che non forniscono risposte definitive. Piuttosto, possono aiutarti a identificare spunti da approfondire con uno specialista. I tuoi dubbi, la sensazione di non adattamento e i pensieri bui meritano di essere esplorati in un ambiente sicuro, dove qualcuno possa aiutarti a distinguere tra ciò che è parte del tuo modo di essere e ciò che potrebbe essere il risultato di influenze esterne o di difficoltà specifiche. Un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta potrebbe essere il passo successivo più utile. Capisco che potresti non sapere come approcciare uno specialista, ma non preoccuparti: puoi iniziare descrivendo esattamente quello che hai condiviso qui. Uno psicologo sarà in grado di guidarti nella comprensione di ciò che stai vivendo, aiutandoti a esplorare se ci sono tratti del tuo modo di essere che magari sono stati a lungo “mascherati” e ora emergono, o se si tratta di un’altra forma di disagio. Se senti che la tematica dell’autismo potrebbe essere rilevante, potresti rivolgerti a uno specialista che abbia esperienza con diagnosi nell’età adulta, come un neuropsichiatra o uno psicologo specializzato in neurodiversità. Saranno in grado di affrontare le tue domande in modo professionale, senza basarsi su numeri o punteggi, ma guardando alla tua esperienza complessiva. Questo percorso non è solo un modo per ottenere una diagnosi (se necessario), ma anche per imparare a comprendere e accettare meglio te stesso. La confusione e la rabbia che senti ora possono essere trasformate in una spinta per costruire una vita più autentica, in cui ti senti a tuo agio con chi sei. Se ti fa piacere, posso aiutarti a capire meglio come trovare un professionista o rispondere a qualsiasi altra domanda ti venga in mente. Stai facendo un lavoro prezioso per te stesso: prenditi il tempo che ti serve, senza giudicarti. Cari saluti. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, dal suo racconto è evidente che ha una grande capacità introspettiva ovvero di ascoltare e ragionare sui propri pensieri ed emozioni, attività tutt'altro che facile e indolore. Ha espresso in modo molto chiaro ciò che prova andando a porsi delle domande profonde e articolate rivolgendole a dei professionisti proprio della salute mentale. È assolutamente normale avere questo tipo di confusione perché gli orientamenti sono tanti (le scuole di pensiero) e anche l'offerta comprende altrettanti numerosi colleghi. Le posso dire però che è un processo che non può chiarire con certezza a priori perché lo stile di colloquio e la teoria del professionista andranno provate in prima persona per capire poi se "l'abito" le sarà congeniale o vorrà provarne un altro. Potrebbe cominciare a cercare una consulenza psicologica per inquadrare meglio il suo problema, inoltre potrebbe informarsi online o su siti specialisti come stateofmind sugli orientamenti teorici degli psicologi (es. cognitivo comportamentale, sistemico, psicodinamico etc.). Con questo primo approccio che di solito consiste in 3-4 incontri potrà avere un'idea più chiara del suo problema e del professionista che ha davanti, le ricordo inoltre che è suo diritto interrompere il percorso se non si trova bene ed è un dovere del professionista fornirle alternative di colleghi.

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