NON ESSERE CERCATO è SINONIMO DI ESSERE SOLI?.salve dottori, in questo periodo pensavo di ave

19 risposte
NON ESSERE CERCATO è SINONIMO DI ESSERE SOLI?
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salve dottori, in questo periodo pensavo di avere un po di persone con cui si è legato un legame abbastanza forte, non da definirli amici ma quasi
tuttavia in un momento di debolezza qualche giorno fa, mi sono detto "faccio una prova, non scrivo piu a nessuno e vediamo se qualcuno mi cerca" , beh ormai è passata piu di una settimana e nessuno si è fatto vivo
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pero poi c'è un'altra parte di me che mi dice "beh posso cercare io le persone, poi se a loro non interessa sentirmi non mi rispondono" tuttavia penso che se una persona fosse interessata a me mi cercherebbe no?
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come mi consigliate di affrontare la linea sottile tra dare fastidio alle persone e il fare in modo che per loro sentirmi sia un piacere?
anche solo per un come stai mica chiedo la luna
grazie mille per il tempo dedicato
Buongiorno,
leggendola, mi vengono in mente alcune domande:
cosa è successo qualche giorno fa? Come mai sente il bisogno di essere cercato in questo frangente? Come mai teme di infastidire gli altri?
Aprire una riflessione su questi aspetti seguendo un percorso psicoterapeutico, può certamente aiutarla.
Cordialmente, EP

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Buongiorno, le domande del mio collega sembrano cogliere un punto importante su questa narrazione che porta. Allo stesso tempo, è opportuno indagare sia sulla causa scatenante nel qui e ora, sia in quella che ha portato a innestare quello che sembra essere un comportamento che - in questo frangente - si è declinato in questa specifica modalità, ma che potrebbe avere avuto in situazioni passate esiti non facilmente riconoscibili. Se da un lato, come dice, è possibile e legittimo aspettarsi che le persone a cui siamo legati si informino sul nostro benessere, è altrettanto legittimo - riprendendo le sue parole - domandarsi come mai noi per primi non le abbiamo cercate. Poiché però noi possiamo conoscere solamente ciò con cui interagiamo, quello che posso consigliarle è un lavoro personale sul suo proprio stato d'animo e sulle sensazioni che ha avvertito. Tramite questo lavoro, sarà forse possibile sviluppare nuove risposte e nuove domande da porsi per sciogliere il bandolo di questa matassa. Cordiali saluti, Corrado Schiavetto
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Gentile Utente, da quello che scrive sembra di capire che vorrebbe sentirsi cercare dai suoi amici, e trovo che sia un sentimento condivisibile, chi non lo vorrebbe? Tuttavia, l’impressione è che essere oggetto di attenzione sia un metro con il quale valuta aspetti più profondi di sé stesso, ad esempio desiderabilità o piacevolezza. Un po’ come se temesse di difettare in queste aree, e l’assenza di segnali da parte dei suoi amici diventasse una conferma dolorosa, al punto da farla rinunciare alla possibilità di contattarli lei e spingerla a rimuginare sulla solitudine. Non so dove affondi le radici questa percezione dell’Altro assente, disinteressato, in assetto di rifiuto nei suoi confronti, ma è qualcosa che potrebbe chiarire in una terapia. I motivi per i quali le persone, soprattutto in un gruppo, mancano di farsi sentire sono tanti, chissà quali sono quelli dei suoi amici. Ma qual’è il passaggio che porta lei ad essere poco interessante o rifiutabile? Un caro augurio di buona fortuna
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
lei ha parlato di legami, di amicizie e di linea sottile tra sé e gli altri
E’ una domanda importante quella che lei pone e che evidenzia, al di là della richiesta di quello che potrebbe tradursi in un consiglio riduttivo, una sua ricerca interiore.
La mia indicazione è quella di ’approfondirsi’, per poter trovare la strada che la conduca alla superficie di relazioni fertili e soddisfacenti.
Cordialmente
Gentile Utente.
Dalla preoccupazione che manifesta rispetto a questa situazione posso individuare due temi principali: l'essere degni di interesse e il timore di infastidire. Penso che la maniera migliore per affrontare le situazioni sia uscire dalla confusione che i pensieri, soprattutto quelli negativi, possono creare, facendo ordine e definendo il materiale su cui questi pensieri vengono formulati. Da questo punto di vista, sarebbe utile interrogarsi su cosa sia per lei un "legame abbastanza forte", cosa lo caratterizzi e lo differenzi dall'amicizia. Inoltre, la confusione può far sì che vari temi si accavallino e la portino appunto a definire sè stesso sulla base del solo comportamento degli altri. Nel momento in cui lei pensa "faccio una prova", è importante analizzare se a tale "prova" sta sottoponendo gli altri o lei stesso e anche se tale "prova" sia effettivamente la miglior maniera per raggiungere un obiettivo da lei ambito. Infine, rispetto al timore di infastidire gli altri, il pensiero che lei formula nel quale ammette "posso cercare io le persone, poi se a loro non interessa sentirmi non mi rispondono" è effettivamente un pensiero valido. Nelle relazioni interpersonali è fondamentale che la comunicazione sia rispettosa, diretta ed efficace; esporre alle persone a cui si tiene i propri punti di vista, le proprie intenzioni e i propri timori è sicuramente più utile che tenerli celati per testare l'interesse altrui verso sè stessi attraverso "prove".
Sicuramente le preoccupazioni che ha voluto condividere meritano di più di una breve risposta scritta e sono temi sui quali si può costruire un percorso più ampio che la porti a raggiungere dei suoi obiettivi personali; spero tuttavia di esserle stato utile.
Cordialmente
Dott Daniele Nicolosi
Salve, la solitudine è uno stato interno che viene vissuto in termini differenti in base a come essa viene interpretata, può essere ristorante e positiva o angosciosa e negativa. Se lei cerca di comprendere e sentire quello che la porta a cercare gli altri o a voler essere cercato potrebbe intuire che tipo di solitudine stia provando. Questo potrebbe essere una base da cui partire per definire meglio il fastidio che lei descrive ed approfondirlo. Un caro saluto
Buongiorno, perché ha sentito proprio in questo momento il bisogno di fare questa cosa? Cosa si sarebbe aspettato che succedesse? Come la fa stare questo "non essere cercato"? Cosa c'è di così sbagliato nell'essere lei la persona che cerca nel suo gruppo di amici?
Tante domanda ma nessuna risposta, solo l'invito a prendere appuntamento per un colloquio psicologico per poter meglio chiarire questi aspetti per lei importanti. Spero di essere stata d'aiuto.
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Buongiorno la base dei rapporti è la reciprocità, la voglia di dedicarsi all'altro, ma anche d'interessarsi a quello che lo circonda.. sentirsi soli appartiene ad una sfera diversa.. si può percepire questa condizione come positiva quando è una scelta che corrisponde ad un desiderio autentico della persona e si può essere soli in mezzo a tanta gente. Lei non deve garantire standard d'interesse , deve "dedicarsi a chi c'è sempre stato e può aver bisogno di lei.. c'è anche chi rispetta le momentanee separazioni di un amico... non essere cercato o fare prove provocherà in lei stress ma per avere sane e reciproche amicizie bisogna sapere cosa si desidera da un rapporto , cosa ognuno dei suoi amici può darle e cosa lei è disposto ad accettare in una amicizia e quale parte di se è disposto a donare. Mi contatti possiamo esplorare il suo mondo emotivo cosi da far in modo che lei si senta sempre bene principalmente con se stesso e poi con gli altri.
Buongiorno,
forse anche aver fatto questa prova è la risposta a un cambiamento che vorrebbe iniziare ad attuare nella sua vita. Forse sentiva che questi legami non erano poi cosi saldi come pensava o non cosi profondi. Fors il suo "sentirsi solo" corrisponde non tanto ad un essere cercato o meno, prova che ha fatto dopo un primo pensiero più inconscio "mi sento veramente compreso o accettato?" io la inviterei a riflettere su queste domande
Buongiorno, le relazioni amicali parlano di noi e della nostra storia, sono una parte importante che merita di essere approfondita, pertanto la invito a visitare la mia agenda personale per fissare un primo colloquio anche on line. Un caro saluto. Dott.ssa Villa
Salve.
Credo che la sua narrazione sia l'inizio della sua presa di consapevolezza che può e deve scegliere ciò che sente più in linea con la sua vita e con la fase storica che sta vivendo. La sua vita relazionale è importante e merita una attenta riflessione. Il focus è sul valore che apportiamo e riceviamo in tutto ciò che facciamo e su ciò che ci fa stare bene e in pace con noi stessi..
Ed è la misura di ciò che è per noi è davvero importante oppure, al contrario, non lo è affatto. Le faccio quindi intanto i complimenti per la forza e l'attenzione che si è dedicato, scrivendoci.
Poter esplorare più nel dettaglio cosa sta vivendo e le sue modalità relazionali in generale e nel momento attuale potrebbe darle maggior centratura rispetto al da farsi.
Se volesse percorrere questa strada di maggiore comprensione dei suoi bisogni, delle aspettative e delle eventuali difficoltà, un colloquio psicologico potrebbe essere un ulteriore passo in questo senso.
Se desiderasse, rimango a sua disposizione per un confronto anche online.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
fermo restando che comprendo la delusione provata, mi chiedo come mai abbia sentito la necessità di mettere alla prova i suoi amici. Approfondire questo punto, quali pensieri, emozioni o sensazioni lo hanno generato, potrebbe aiutarla a chiarire meglio la situazione e magari mettere in luce alcuni meccanismi che utilizza nel costruire le relazioni.
Salve, dice di avere un legame forte con queste persone, ma forse ha paura di chiamarli amici. Perché? Cosa vuol dire l'amicizia per lei? Come la vive? Sta forse mettendo alla prova l'altro, o se stesso?
Ognuno è indaffarato e non sempre coltiva i rapporti come vorrebbe, non per questo il bene è meno intenso. Può provare ad aprire un dialogo con l'altro, delle sensazioni che prova e di ciò che si aspetta. Le consiglio però di aprire un dialogo anche con se stesso, sul perché ha bisogno di conferma della relazione e su cosa si aspetta dall'altro
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È comprensibile che tu stia cercando di capire come gestire le tue relazioni e il tuo bisogno di sentirvi connesso con gli altri. La comunicazione nelle amicizie e nelle relazioni è sempre un equilibrio delicato tra il mostrare interesse e rispetto per gli altri e prendersi cura delle proprie esigenze emotive.

È vero che, se una persona è interessata a te, potrebbe cercarti e rispondere ai tuoi messaggi. Tuttavia, ci sono molte ragioni per cui qualcuno potrebbe non rispondere immediatamente o potrebbe sembrare meno interessato in un determinato momento.

Prima di tutto, è importante ricordare che le persone possono avere impegni personali, lavorativi o familiari che le tengono occupate e potrebbero non essere in grado di rispondere prontamente. Inoltre, le persone possono passare attraverso periodi di stress o di cambiamento nella loro vita, che possono influenzare la loro disponibilità a comunicare con gli altri.

Per affrontare la linea sottile tra essere presente e non essere invadente, puoi prendere in considerazione questi suggerimenti:

Se senti il bisogno di contattare qualcuno, fallo in modo sincero e autentico. Non cercare di forzare una conversazione, ma esprimi ciò che provi in modo genuino.

Sii consapevole che ognuno ha bisogno di spazi personali e di tempo per sé. Non prendere il silenzio come un rifiuto personale, ma rispetta la loro privacy.

Mostrati interessato agli altri e fai piccoli gesti di gentilezza, come chiedere come stanno o ricordare eventi importanti per loro. Tuttavia, fai attenzione a non essere invadente o aspettarti troppo dai loro comportamenti.

Le amicizie e le relazioni richiedono tempo per crescere e svilupparsi. Non forzare legami o aspettarti che le persone siano immediate nel risponderti.

Non permettere che la mancanza di risposte influenzi negativamente la tua autostima o il tuo valore personale. Non sei meno importante solo perché qualcuno non ha risposto ai tuoi messaggi.

Infine, ricorda che le relazioni sono un lavoro di squadra. Se senti il bisogno di connetterti con gli altri, non aver paura di prendere l'iniziativa. Tuttavia, è anche importante essere comprensivi e pazienti nei confronti degli altri, riconoscendo che ognuno ha i propri tempi e motivazioni. Se senti che c'è un vero interesse reciproco, la comunicazione sincera e il rispetto reciproco saranno la base di una relazione positiva e duratura.
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Gentilissimo, ho letto le sue parole e la ringrazio per la condivisione. Leggendo le risposte dei miei colleghi concordo pienamente con quanto detto. Le suggerisco di indagare a fondo, con un professionista il suo vissuto perché alla base c'è altro. Resto a disposizione. Cordiali saluti.
Dott.ssa Simona Pietrafesa
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Salve, grazie per la sua condivisione. Quella che si pone è una questione che va oltre i legami e le amicizie da lei descritte e ha una dimensione legata alla sua percezione di sé, degli altri e dei rapporti con essi. Sento di dirle di prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso volto ad approfondire i suoi vissuti, le sue emozioni.
Qualora volesse iniziare o avere maggiori informazioni può contattarmi.
Cordiali saluti, Dott.ssa Virginia Mancori
Salve, e grazie per la tua condivisione. La tua è una riflessione che molte persone fanno quando si sentono in un momento di debolezza e stanno cercando di capire il valore e la reciprocità delle proprie relazioni. È normale provare delusione quando ci aspettiamo che gli altri ci cerchino e questo non avviene, soprattutto nei momenti di bisogno. Tuttavia, ci sono diversi fattori da considerare per capire meglio questa situazione.
Innanzitutto, il fatto che nessuno ti abbia cercato in questo periodo non significa necessariamente che tu non sia importante per loro. Spesso le persone sono assorbite dai propri impegni, preoccupazioni o semplicemente non si rendono conto della tua necessità di essere contattato in questo momento. Questo non giustifica il loro comportamento, ma può essere un elemento che aiuta a non prendere l'assenza di contatti come un segno diretto di disinteresse.
È anche utile considerare che nelle relazioni c'è un equilibrio tra l'iniziativa personale e la risposta degli altri. Come hai accennato tu stesso, cercare gli altri non significa necessariamente "dare fastidio". Al contrario, potrebbe essere un segno di maturità e cura verso il legame che hai con queste persone. A volte, aspettare che siano gli altri a fare il primo passo può portare a interpretare il silenzio come disinteresse, ma potrebbe essere semplicemente che l'altra parte non sa che tu desideri un contatto in questo momento. Esplicitare il proprio desiderio di connessione e dialogo può spesso portare una risposta positiva e una relazione più trasparente.
Riguardo alla "linea sottile" di cui parli, è importante ricordare che le relazioni si costruiscono attraverso la comunicazione e l'apertura. Se senti il ​​bisogno di essere cercato, non c'è nulla di male nel farlo sapere agli altri, in modo gentile e sincero. potresti anche considerare il fatto che, a volte, una percezione di "dare fastidio" nasce più dalle nostre insicurezze che dalla realtà. Spesso gli altri apprezzano il fatto di essere contattati, ma non sempre sono in grado di prendere l'iniziativa.
Se questo senso di solitudine o di dubbio nelle relazioni è qualcosa che ti preoccupa profondamente, potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti in uno spazio sicuro, dove poter riflettere su come gestire il bisogno di connessione e il timore del rifiuto. Parlare con uno psicologo ti aiuterebbe a fare chiarezza su queste dinamiche, a comprendere meglio te stesso e il modo in cui interpreti le relazioni con gli altri. Questo può portare a una maggiore consapevolezza e a relazioni più equilibrate e soddisfacenti.

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