Nel gennaio del 2018 mia madre ha subito una lunga operazione alla schiena, all'età di 73 anni, per

2 risposte
Nel gennaio del 2018 mia madre ha subito una lunga operazione alla schiena, all'età di 73 anni, per la quale è rimasta 8 ore in anestesia totale. Dopo l'operazione, fortunatamente riuscita, ha iniziato però ad accusare dei problemi di memoria a breve termine. I medici le hanno detto che alla sua età era una cosa normale dopo un'anestesia così lunga e che sarebbe stato necessario circa un anno per un pieno recupero, ma questo purtroppo non è mai avvenuto. Anzi, il problema va via via aggravandosi, mia madre ormai anche quando parla si blocca anche sulle parole più banali che "non le vengono", ed è capace di farmi la stessa domanda 3 volte nel giro di pochi minuti. Non trova più nulla perchè non ricorda dove lascia gli oggetti, non è più in grado di inserire un nuovo contatto nella rubrica del cellulare perchè non riesce a memorizzare la pur semplice procedura. Purtroppo, poichè per il resto è perfettamente lucida, soffre molto di questa situazione, della quale è pienamente cosciente. C'è modo di fare qualcosa per migliorarla, o quanto meno prevenirne un peggioramento ulteriore? Per completezza, aggiungo che prima dell'operazione accusava già qualche piccola defaillance di memoria, ma nulla di grave, mentre dopo l'operazione c'è stato un tracollo improvviso e molto deciso. Aggiungo infine che mia nonna materna, in età molto anziana, soffriva di una forma non molto forte di demenza senile.
Purtroppo è esperienza dolorosamente comune, in coincidenza con un’anestesia, un netto gradino verso il basso in un processo di deterioramento cognitivo magari prima soltanto iniziale. E purtroppo, anche da quel che dice circa l’anno e mezzo successivo all’anestesia, si evince chiaramente che si tratta di una patologia progressiva e non di un evento isolato nel tempo legato solo all’anestesia. Esistono trattamenti sia riabilitativi sia farmacologici che possono migliorare temporaneamente i sintomi, anche se non rallentano il decorso complessivo. I trattamenti farmacologici non sono privi di effetti collaterali e vanno valutati caso per caso. Il mio consiglio è affidarvi a un Centro Alzheimer (il nome può variare da regione a regione: Nucleo Alzheimer, Unità Valutativa Alzheimer, ecc.) di un’università o un grande ospedale e far seguire sua madre dagli specialisti in materia. Per precisazione, al di là del nome ‘Alzheimer’ questi centri sono in grado di seguire qualsiasi tipo di deterioramento cognitivo e non solo la malattia di Alzheimer.

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Sono stato chiamato spesso in corsia e allo studio per situazioni analoghe.Purtroppo le lunghe anestesie possono comportare problematiche di questa tipologia.Ne parli con il neurologo.Saprà aiutarla.

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