Nel corso degli anni ho cambiato diversi approcci psicoterapici e diverse cure farmacologiche, va a

17 risposte
Nel corso degli anni ho cambiato diversi approcci psicoterapici e diverse cure farmacologiche, va a periodi, momenti in cui va meglio e momenti come quello di adesso in cui mi va solo di stare a letto e non vedere nessuno per non dare spiegazioni.
Non accetto le mie fragilità, le mie difficoltà ad affrontare i problemi...il mio punto debole è la paura e la vergogna nel fare o dire qualsiasi cosa, da anni sono ingabbiata dalla mia stessa mente e non riesco ad essere più forte di lei. Perchè non ci riesco? Perchè non riesco ad essere più forte di tutto questo?
Vi faccio un esempio, stamattina avevo il giorno di riposo da lavoro e in casa ho infinite cose da sbrigare, anzichè rendermi produttiva sono stata a dormire tutto il giorno (anche a causa della sonnolenza che mi creano i farmaci, infatti a breve dovrò modificare la terapia), non sono riuscita ad essere più forte della procrastinazione, della depressione, e quindi ho sprecato un'altra giornata, voi direte che sono i farmaci ma anche prima di prenderli ero così.
Poi stasera sarei dovuta uscire con questa mia amica ma mi scocciava, perchè già so che starei a disagio tutto il tempo a causa dell'ansia, perciò ho preferito rimanere a casa.
Sono davvero stanca di me stessa, la mia vita va avanti in questo modo da troppi anni, non avete idea di quante relazioni ho rovinato a causa dell'ansia, mi sento parecchio in colpa per questo....
Anche in terapia ho grosse difficoltà a fare dei piccoli passi in avanti, più di una volta ho pensato di voler mollare perchè mi rendo conto che sono piena di blocchi mentali difficili da sradicare.
sarebbe da chiarire meglio il quadro diagnostico in una relazione trasparente tra psicoterapeuta e psichiatra ed impostare, in tal senso, la terapia farmacologica in parallelo alla psicoterapia che va mantenuta in maniera rigorosa. Mi chiedo se questi continui cambiamenti possano essere delle difese che intervengono nel momento in cui si entra in profondità?! Bisognerebbe poi capire meglio le origini di questa paura e/o ansia, a cosa si riferisce e quando nasce.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, grazie per il suo racconto. Si percepiscono le sue difficoltà. Ognuno di noi ha delle parti formatesi nel tempo, fin da quando eravamo bambini. Possiamo avere delle parti che si sentono sole, parti che si sentono "senza speranza", parti che si vergognano, eccetera. Ogni parte ha le sue paure, le sue speranze, i suoi desideri. Il punto è che tali parti, fragili e vulnerabili, possono essersi formate per eventi accaduti in passato, forse traumatici, e possono attivarsi in base a degli stimoli che fanno da "trigger" nel presente, anche se tali stimoli, in realtà, non sono pericolosi, ma le parti li vedono comunque come minaccia. Il punto è che bisogna ritrovare il suo Sè "adulto", presente, separandosi da queste parti, ma invitandole a non avere più paura, in maniera tale che lei non utilizzi meccanismi di coping disfunzionali che la portano ad esempio chiudersi, non uscendo, procrastinando le attività. E' un discorso complesso, ma le strategie per stare meglio e godersi di nuovo la vita ci sono ed io me ne occupo. Servirebbe un buon intervento terapeutico per approfondire il suo passato aiutandola a sviluppare le competenze necessarie per stare meglio nel presente. Se interessata, io sono qui.
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Buon pomeriggio,
spiacente per la situazione e la fatica che racconta.
Sicuramente è opportuno avere una visione più complessiva della situazione, quello che però in questo contesto mi sento di scrivere è che a volte anche la somma di piccoli, apparentemente innocui "mattoncini" di fatiche, rinvii, strategie disfunzionali e rinunce vanno a costruire un muro che pare difficile superare.
Mi permetto di consigliarLe una presa in carico complessiva per poter smontare questi elementi e costruire un nuovo, solido, equilibrio.
Saluti
Gentile utente,
Sarebbe importante chiarire la motivazione di tutte le sue paure e perplessità.
Le consiglio di potersi lasciare andare senza porre troppe difese ad un trattamento terapeutico.
Cordiali saluti
Gentile utente, è comprensibile che ti senta così frustrata e stanca di te stessa, spesso ci si sente intrappolati in un ciclo che sembra impossibile da rompere.
E' importante che tu continui a cercare aiuto e supporto professionale. La terapia può aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni, a identificare i blocchi mentali che ti impediscono di progredire e a sviluppare strategie per affrontarli. È normale incontrare difficoltà lungo il percorso. Ricorda che non sei sola in questo percorso e che è normale avere alti e bassi. Sii gentile con te stessa, non ti giudicare troppo duramente per i momenti difficili. Ogni piccolo passo in avanti conta, anche se può sembrare insignificante. Un caro saluto, O.D.T.
Buongiorno, si comprende bene la situazione di impasse che sta vivendo: è stanca di questo umore basso ma nello stesso tempo non ha le risorse per poterlo affrontare e reagire.
Probabilmente ci sono dei temi di sottofondo significativi che impediscono di superare il sintomo e che necessitano di una maggiore attenzione terapeutica. Non si arrenda.
Un saluto.
Veronica Vanerio
Buon giorno, grazie per aver condiviso con noi la sua storia. Quello che descrive è un quadro depressivo piuttosto grave e da quanto ho capito va avanti da parecchio tempo. La depressione è una condizione di chiusura che ci tiene al buio come in un bozzolo e non ci permette più di fare ciò che normalmente facevamo. a modo suo ha un senso perché rappresenta un momento di ritiro, di stacco a cui far seguire una rinascita, una trasformazione (un po' come fanno le farfalle quando escono dal
bozzolo). Ciò che mi ha colpito di più della sua lettera è la battaglia che lei ogni giorno si impone di combattere con la forza di volontà contro la sua mente. In realtà è la sua mente razionale che combatte contro la sua parte più profonda che attraverso il sintomo della depressione cerca di comunicarle che la strada che sta seguendo non è quella che desidera realmente. Imporsi di fare delle cose che non ha voglia di fare è controproducente e dannoso. Provi ad evitare le autoimposizioni, si conceda di non far nulla e provi ogni tanto a fare qualcosa (anche cose di piccolo conto) che non ha mai fatto, qualcosa di completamente diverso e osservi cosa accade senza giudicarsi. La nostra anima comunica con noi anche attraverso i sintomi dobbiamo imparare ad ascoltarli perché ci indicano la strada per stare al meglio. Spero di esserle stata utile, un abbraccio
Dott.ssa Barbara Semeraro
Gentile utente, dal suo racconto si percepisce chiaramente una sofferenza difficile da sostenere nelle abitudini quotidiane. È importante chiarire e approfondire le sue paure ed i suoi pensieri rispetto a sé stessa, all' interno di una relazione terapeutica sicura, per elaborare ricostruire e trasformare quelle parti di lei che sente fragili ed in sofferenza. Il consiglio che mi sento di darle e di riprovare ad intraprendere una psicoterapia. Resto a disposizione anche per un percorso online.
Saluti
Dottoressa Antonia Maggi
Buongiorno, non capita spesso di leggere una diagnosi così approfondita di sé. Penso che se fin ora nessun percorso abbia dato frutto è perché non c'è miglior terapeuta di lei stessa. Qualora abbia intenzione di affrontare il suo reale avversario che non è la depressione, bensì la vita, e qualora decidesse di non farlo da sola (come ha fatto sin ora), solo in quel caso è opportuno che lei faccia una richiesta del genere. Altrimenti lei vedrà solo tanti professionisti cercare di darle risposta, ma la sua mente sarà impermeabile ai nostri interventi, sola, temeraria e seppur nel male... onnipotente!

Dott. Festa Simone
Mi spiace che le psicoterapie fatte finora non le abbiano risolto completamente il problema. Per le depressioni gravi credo occorra un coinvolgimento ed un sostegno della famiglia. La invito a provare l'approccio strategico breve-gestaltico nell'ambito del quale si può ovviamente valutare anche se sia necessaria una terapia familiare. Spesso comunque si armonizzano i rapporti familiari senza di essa.
Salve, comprendo quanto sia difficile far fronte agli stati emotivi che vive ma spesso il peso che sentiamo deriva dalla risposta comportamentale e cognitiva che mettiamo in atto per gestire l'emotività.
Le suggerisco di comprendere cosa non ha funzionato finora e di inquadrare il suo modo di funzionare attraverso la collaborazione e un lavoro di rete tra psichiatra e psicoterapeuta.
Si dia un'altra opportunità e non molli.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Capisco che stai attraversando un periodo molto difficile e che ti senti bloccata. Da una prospettiva interazionista, le tue esperienze e le tue relazioni con gli altri sono centrali per comprendere i tuoi sentimenti e comportamenti. Questo approccio può offrire una prospettiva diversa rispetto ad altri modelli di psicoterapia, focalizzandosi sulle dinamiche relazionali e sul modo in cui queste influenzano il tuo benessere.

La tua lotta non è un segno di debolezza, ma piuttosto un segno della forza che hai mostrato nel cercare aiuto e nel continuare a cercare soluzioni. Ricorda, non sei sola in questo viaggio. Continua a lavorare con il tuo terapeuta e non esitare a esplorare nuovi approcci se senti che potrebbero essere utili.

Cordiali saluti, Dr. Marco Di Campli
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.
Cara utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso la sua storia.
Tutti noi in momenti di difficoltà mettiamo in pratica delle strategie per affrontarli, la terapia è utile nel momento in cui queste strategie (che possono essere anche lo stare a letto, il procrastinare, il non uscire, ecc…) non ci sono più utili, o meglio sono utili nel breve termine, me nel lungo ci comportano solo ulteriori difficoltà e emozioni negative.
Per poterle cambiare occorre essere molto motivati perché occorre uno sforzo enorme, ma che, col tempo, vedrà che ne varrà la pena.
Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Gentile utente, anche le montagne più alte si scalano un passo dietro l'altro. Non demorda...continui il suo cammino con fiducia e costanza.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
Gentile utente, lei ha molta esperienza di psicoterapie e di farmaci, non è facile dirle qualcosa di nuovo per lei. Capisco il suo sfogo e la fatica di vivere. Quando c'è questo carico di dolore la parola può non bastare. Ha mai pensato di fare una terapia non verbale, come la musicoterapia o l'arteterapia? Essendo un linguaggio non verbale la musica o l'arte accedono a dei livelli profondi e non consapevoli, bypassando il pensiero.E sono stimolanti energeticamente. Se le interessa saperne di più mi contatti. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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