Mio figlio ha 12 anni e ha problemi nel socializzare non riesce a inserirsi nel gruppo di scuola non

20 risposte
Mio figlio ha 12 anni e ha problemi nel socializzare non riesce a inserirsi nel gruppo di scuola non a amici con qui uscire viene un po' isolato gli ho proposto un consulto dallo psicologo ma non vuole saperne come posso aiutarlo ?
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la situazione che sta vivendo.
Leggendo le sue parole mi chiedo se la situazione che descrive venga vista anche da lui stesso come una difficoltà oppure se è lei come genitore ad auspicare una situazione differente per lui.
In ogni caso, potrebbe essere utile parlare direttamente con suo figlio di ciò per comprendere meglio e valorizzare il suo punto di vista. Magari capire anche cosa lo preoccupa nell'andare dallo psicologo potrebbe essere un tema di confronto tra voi. Forse le potrebbe essere utile utilizzare dei materiali adatti all'età di suo figlio (libri, film, etc) per esplorare insieme chi è e cosa fa lo psicologo.

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Buon giorno, mi dispiace molto per la sua situazione, vedere il proprio figlio in difficoltà può essere molto doloroso per un genitore. Inoltre l'adolescenza è una fase di vita molto delicata, dove il rapporto con i pari assume un ruolo centrale.
Ha fatto bene a proporre questa possibilità a suo figlio.
Potrebbe pensare di proporre di andarci insieme dallo psicologo, lui insieme ai genitori. Nel mio modo di lavorare, i disagi soprattutto dei bambini e adolescenti necessitano sempre di una lettura anche familiare per poter essere compresi al meglio.
Nella mia esperienza clinica, quando un adolescente non vuole venire, fare dei colloqui di supporto alla genitorialità con i genitori può risultare molto utile. E per un figlio è molto rassicurante sapere che i genitori si stanno occupando di lui.
Un caro saluto.

Gentile utente, grazie per aver condiviso questa situazione molto delicata. Suo figlio in questo momento sta entrando nella fase dell'adolescenza, un periodo critico per i giovani d'oggi. Lei a fatto bene a proporre un percorso psicologico a suo figlio perchè capisco che per lei possa essere non solo preoccupante ma anche doloroso quello che lui sta vivendo, ma è possibile che quello che lei ritiene un problema, per lui non lo sia, oppure non gli attribuisce la stessa importanza che gli date voi genitori. Per esperienza posso dirle che la risposta che le ha dato suo figlio è molto comune, per questo, in questi casi, si può proporre di fare un percorso insieme, genitori e figlio, ma se anche in questo caso riceverà un rifiuto, le consiglio di iniziare un percorso con dei colloqui di supporto alla genitorialità, in modo tale da poter avere un approccio più empatico con suo figlio e migliorare la vostra comunicazione.
Saluti,
Dott.ssa D'Alessandro Jessica
Buongiorno, credo sia importante che lei continui con dolcezza a proporre a suo figlio un consulto dallo specialista, cercando di tranquillizzarlo il più possibile e prendere contatti con uno specialista per concordare insieme se, almeno per le prime volte, sia possibile che lei lo accompagni in seduta.
Per le prime volte potrebbe andare lei dallo psicoterapeuta per concordare insieme la strategia per poter "convincere" suo figlio in modo che possa essere più sereno nell'affrontare le sue difficoltà.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti,
Ilenia Corradin
Gentile utente,
Mi dispiace per la situazione che sta affrontando, sia per suo figlio ma anche per lei stessa. Innanzitutto posso dirle che sicuramente l’opzione di convincerlo non è semplice soprattutto quando si parla di professioni come lo psicologo, verso cui ci sono ancora tantissimi preconcetti; poi sicuramente l’età adolescenziale è quella più problematica quindi il convincimento o solo il cambio di opinione è ancora più difficile.
Magari potrebbe servire a lei innanzitutto un supporto psicologico, un percorso di potenziamento della genitorialità, anche per incrementare le strategie di gestione della situazione o apprendere con il professionista delle strategie attraverso cui potare suo figlio ad avvicinarsi alla psicologia, perché sarebbe davvero l’unico modo per fargli iniziare un percorso e migliorare la sua situazione.
In bocca al lupo, a disposizione.
Doc. Giulia Esposito
La capisco, è preoccupante vedere suo figlio lottare con la socializzazione a così giovane età. Potrebbe essere utile continuare a parlare con lui con calma e compassione riguardo alla sua situazione, facendogli capire che lo vuole sostenere. Potrebbe essere utile spiegargli i benefici che potrebbe ottenere da un consulto con uno psicologo, come imparare strategie per affrontare le sfide sociali e sentirsi più sicuro di sé. Potrebbe anche essere utile coinvolgerlo nella scelta del professionista, cercando qualcuno con cui si senta a suo agio. Inoltre, potrebbe essere utile esplorare altre attività o interessi che potrebbero aiutarlo a connettersi con i suoi coetanei in un ambiente più rilassato e inclusivo. Cordiali Saluti
A volte i figli rispondono con aria di sfida: "vacci tu dallo psicologo!" e perchè no? Potrebbe andare lei a parlare con uno psicologo delle difficoltà che sta vivendo suo figlio perchè magari assieme al professionista potrà trovare una "chiave" attraverso cui aiutare suo figlio, stargli accanto ed essere di supporto per lui nel suo delicato percorso di crescita della pre-adolescenza!
In bocca al lupo!
Dott.ssa Baiardo Bruni
Buonasera, riguardo il.problema che lei pone ritengo che possa essere utile parlare con suo figlio delle sue preoccupazioni, ma dovrebbe farlo in modo lieve e senza farlo sentire " un diverso". Ritengo.inoltre molto utile per voi genitori un consulto con uno specificialista della età evolutiva per darvi supporto relativamente alle vostre preoccupazioni. Ciò potrà essere tile per voi ed essere
percepito da vostro figlio come un modo.di aiutarvi tutti e non far sentire lui " lo strano". Saluti
Buongiorno, la prima cosa importante è che lei come genitore si consulti con uno psicologo.
Capisco che abbia provato a proporlo a suo figlio, ma possiamo immaginare che suo figlio ne sia magari spaventato?
Anzitutto è il genitore che deve orientarsi, poi si pensa al figlio.
Perciò le propongo un colloquio online, a cui sono disponibile. Verificheremo insieme se e come continuare.
Salve, prove intanto a cercare di instaurare con lui un dialogo fondato sull'ascolto attivo e sull'assenza di giudizio, già per lui potrebbe essere molto importante percepire di avere lei dalla sua parte
Gentile Utente, queste sono situazioni che accomunano molti bambini / ragazzi in quanto in questa età stanno attraversando una fase della loro vita dove stanno consolidando la loro persona, il loro essere e può essere che i ragazzi vicino a suo figlio non siano affini in senso di compatibilità. Sicuramente per poter valutare se persiste un disturbo legato alla socializzazione servirebbero delle sedute per una maggior conoscenza introspettiva della situazione. Prima di aver proposto a suo figlio un consulto psicologico ha provato a spiegargli in cosa consiste un sostegno psicologico? Qualora avesse necessità o bisogno di ulteriori informazioni non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Pinessi Giorgia
Gentilissima utente, è comprensibile che tuo figlio possa essere riluttante a vedere uno psicologo, ma è importante che tu continui a offrirgli supporto e incoraggiarlo a parlare dei suoi sentimenti e delle sue difficoltà. Ecco alcuni consigli che potresti considerare per aiutarlo a migliorare la sua capacità di socializzare:
1. Parla con lui: Cerca di instaurare una comunicazione aperta e sincera con tuo figlio, incoraggiandolo a parlare dei suoi sentimenti e delle sue preoccupazioni.
2. Partecipare ad attività extracurriculari: Proporgli di partecipare ad attività extracurriculari che possano aiutarlo a incontrare nuove persone e a sviluppare nuove amicizie.
3. Esercitare la compassione e la tolleranza: Insegna a tuo figlio l'importanza della compassione e della tolleranza verso gli altri, incoraggiandolo a essere gentile e disponibile con i compagni di scuola.
4. Coinvolgi la scuola: Parla con gli insegnanti e il personale scolastico per ottenere un supporto aggiuntivo per tuo figlio, in modo che possano essere consapevoli della situazione e fornire un aiuto mirato.
5. Cerca un supporto professionale: Se la situazione persiste e ritieni che tuo figlio potrebbe beneficiare di un aiuto professionale, potresti prendere in considerazione la consulenza di uno psicologo specializzato in bambini e adolescenti.
Ricorda che è importante essere pazienti e comprensivi con tuo figlio durante questo processo e che potrebbe richiedere del tempo per lui aprirsi e migliorare le sue abilità sociali. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio.
Dott. Cordoba
Buongiorno,

valutate insieme la possibilità di intraprendere un percorso di tipo familiare. Molto spesso le difficoltà di un preadolescente possono esser affrontate attraverso la psicoterapia con tutta la famiglia.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno signora, intanto la ringrazio per la sua condivisione e le rimando che è un ottimo punto di partenza la volontà di mettersi in discussione come genitore e la capacità di chiedere aiuto. Quando si tratta di proporre ad un figlio preadolescente un aiuto psicologico fondamentale è che non si senta lui il problema ma che l'intera famiglia sia disposta a mettersi in gioco e a farsi aiutare, dunque come suggeriscono anche altri colleghi le consiglierei di provare a proporre un colloquio in cui andare insieme con la motivazione del voler essere aiutata ad aiutarlo. Qualora il ragazzo rifiutasse potrebbe iniziare lei un percorso di sostegno alla genitorialità e parallelamente cercare il confronto con altri adulti di riferimento del ragazzo, come i suoi professori, per avere un quadro più completo delle dinamiche relazionali di suo figlio e magari concordare delle linee educative insieme (ci sono alcuni professori molto preparati pedagogicamente); potrebbe inoltre capire gli interessi di suo figlio perchè possa inseririrsi, ad esempio, in un'attività sportiva in cui potersi sperimentare con un gruppo di pari con cui condivide una passione; oppure cercare nella sua zona un centro di aggregazione giovanile, uno spazio pensato per giovani dell'età di suo figlio in cui poter fare delle attività, dei laboratori o delle gite con suoi coetanei, in cui vi sono educatori professionali che lavorano con i ragazzi perseguendo molti obbiettivi educativi e tra questi uno dei principali è proprio la socializzazione tra i ragazzi . Sperando di esserle stata utile, resto a disposizione anche semplicemente via messaggio. Un caro saluto
Sara
Buongiorno,

Capisco che ti preoccupi per tuo figlio e desideri aiutarlo ad affrontare le difficoltà che sta incontrando nel socializzare. È importante rispettare i suoi sentimenti e trovare modi gentili ma efficaci per supportarlo. Spiega a tuo figlio che lo psicologo è un professionista che può aiutarlo a capire meglio se stesso e ad affrontare le difficoltà che sta vivendo. Ti consiglio uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro
Buongiorno gentile Utente, grazie per la condivisione di questa situazione complessa che sta vivendo.
Purtroppo ciò che non conosciamo può spaventarci, per cui se ciò che blocca suo figlio è il timore o il vivere uno "stigma" nell'intraprendere un percorso psicologico le consiglierei di confrontarsi su quali possano essere i suoi timori o resistenze ed eventualmente, anche attraverso l'utilizzo di materiale psicoeducativo, aiutarlo nel comprendere il ruolo di questa figura. Un passo altrettanto importante è comunicare e cercare un dialogo in maniera da potersi avvicinare al punto di vista di suo figlio e comprendere cosa lo blocca (disinteresse, situazioni passate stressanti, e così via...), per cui comprendere se venga vista da lui in primis come una difficoltà, o se è qualcosa che viene da lei come figura genitoriale.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un consulto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più preso questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno. In età pre adolescenziale è abbastanza frequente questa problematica. Che tipo di socialità vive suo figlio, quali sono le sue passioni? Considererebbe un corso di teatro? Senza per forza indirizzare tutti dallo psicologo a volte basta trovare un contesto più stimolante e un terreno fertile per fiorire. Se ha bisogno lei di un consulto per comprendersi meglio e comprendere la situazione, invece, potrebbe fare una cosa molto coerente con la sua preoccupazione e agire per il benessere di entrambi. Cosa ne pensa? se vuole mi trova disponibile in studio come a distanza. buon fine settimana
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Caro genitore,
Comprendo bene le sue preoccupazioni. A 12 anni il gruppo dei pari diventa di notevole importanza per costruire la propria identità e per darsi valore. È perciò importante soprattutto in preadolescenza/adolescenza avere almeno qualche amico che ci validi, con cui iniziare a condividere esperienze al di fuori della propria cerchia familiare.
Le difficoltà relazionali di suo figlio sono cominciate in questo periodo? Suo figlio ha ha avuto l'occasione di frequentare i pari anche all'interno di altri contesti che non riguardino la scuola? Fa parte di qualche squadra? Pratica attività sportive?
Come si sente invece con gli adulti? In famiglia è propositivo? Ha fratelli/sorelle?
Per aiutarla meglio avrei bisogno di approfondire la sua storia.
Nel frattempo se suo figlio non vuole andare dallo psicologo potrebbe richiedere lei una consulenza per far luce sulla situazione e capire come eventualmete aiutarlo. La aspetto volentieri online per un primo consulto online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Buonasera, ritengo sia utile una valutazione di uno psicoterapeuta che periodicamente incontri anche voi genitori. Può continuare a proporgli questa opzione dicendogli che seguirete anche voi un percorso per aiutarlo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, a volte vorremmo risparmiare alle persone a noi più care delle sofferenze e purtroppo non sempre è possibile. La socialità è una dimensione importante che ci caratterizza e ci permette di crescere, quindi comprendo la sua preoccupazione. Tuttavia, a quella età, non sempre è utile un intervento diretto sul ragazzo; spesso è preferibile una riflessione terapeutica dei genitori. Sarebbe interessante, per esempio, comprendere le ragioni del rifiuto del ragazzo e trovare insieme il modo di trasformare un ostacolo in opportunità. Per qualsiasi dubbio, non esiti a chiedere. A presto

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