Mio figlio di 21 anni è sempre triste e solo. Sono molto preoccupato. Cosa posso fare per aiutarlo?

123 risposte
Mio figlio di 21 anni è sempre triste e solo. Sono molto preoccupato. Cosa posso fare per aiutarlo?
Dott.ssa Vanda Pontara
Psicologo, Psicoterapeuta
Merate
Buongiorno, innanzitutto ha provato a chiedergli cosa sta succedendo? Potrebbe trattarsi di un momento di tristezza legato a un evento specifico, così come un malessere più generalizzato e apparentemente non imputabile a un episodio specifico. In ogni caso è sempre importante rispettare il suo bisogno di isolarsi, rendendosi disponibile all’ascolto e cercando di capire se disponibile ad aprirsi ed, eventualmente, se necessario, farsi aiutare.

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Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buongiorno. Mi viene da chiederle se suo figlio sia personalmente preoccupato della sua situazione o se invece per lui stare così adesso rappresenti una dimensione passeggera ed esistenziale. Suo figlio è ai primordi dell'adultita' e magari si trova in una cosidetta crisi evolutiva fisiologica. Parli con lui, esprima la sua vicinanza e attenzione di Padre. Poi se necessitera' di una consulenza avverra ' come processo e non come scelta terza e guidata
Dott.ssa Alessia Rita Candiloro
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Professional counselor
Napoli
Ha chiesto la ragione del suo stato e della sua solitudine? Che riscontri ha avuto? Per quali ragioni vive questo stato di malessere e da quanto tempo, in che modalità? Queste sono domande importanti per capire se suo figlio è in una fase di passaggio, di crescita oppure sta vivendo problematiche importanti. Parlare con suo figlio le farà capire se c'è la necessità di un supporto psicologico o meno.
Dott.ssa Daniela Benedetto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Capisco la sua preoccupazione. Provi a valutare se ci sono cambiamenti nelle amicizie, nello stile di vita, difficoltà lavorative o di studio, preoccupazioni per il futuro o affettive o invece per se stesso o per la vostra famiglia.
La sua osservazione va unita al tentativo di aprire la propria disponibilità all’ascolto.
E’ sicuramente consigliata la psicoterapia ed in merito gli proponga il suo appoggio economico. Ma xche’ il ragazzo accetti debba lui per primo vivere il suo silenzio come un problema. Quindi alla base c’e’ Il tentativo di arricchire il vostro dialogo.
Inoltre sarebbe importante che a parlare con il ragazzo sia la persona di cui lui si fidi di più. Potrebbe essere lei o la madre, una zia, una sorella...
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Dott.ssa Marta Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Rho
Buonasera, la sua preoccupazione di padre è grande, ma non sappiamo se suo figlio abbia ora il desiderio di aprirsi, con lei o con uno psicoterapeuta.

Perché, nel frattempo, non valuta di andare lei stesso a fare un colloquio con uno psicologo, in modo da confrontarsi con una persona compente, tranquillizzarsi ed indirettamente ragionare sul modo di aiutare suo figlio? Un caro saluto.
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, capisco la sua preoccupazione ed il suo dolore nel notare suo figlio solo e triste. Sicuramente gli farebbe molto bene a suo figlio confidarsi con lei, che sta cercando di capire che cosa gli sta succedendo, i fattori potrebbero essere molti, da problemi scolasti a problemi affettivi. Se nel caso non volesse aprirsi con lei, potrebbe eseguire lei delle sedute con uno psicoterapeuta, un supporto indiretto, lei potrebbe raccontare l'infanzia del ragazzo come si rapportava negli anni precedenti che tipo di amicizie frequentava o frequenta in questo periodo, le auguro di poter aiutare il suo ragazzo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Dott.ssa Daniela Guzzino
Psicoterapeuta, Psicologo, Neuropsicologo
Roma
Dialoghi con lui , senza giudicare i suoi stati. Manifesti espressamente l’interesse per le sue emozioni, i suoi stati e condivida con lui i ricordi di quando lei era giovane e dei suoi “momenti difficili”... ascolto senza critica e comprensione non giudicante. Provi ad usare queste chiavi , solo dopo valuti se è il caso di Attivare una consulenza con un professionista. Buone esperienze di vita. Dottssa Guzzino
Dott.ssa Laura Di Gloria
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno Signora, sarebbe utile sapere da quanto tempo dura questa tristezza, per risponderle piu' correttamente. Provi ad ascoltarlo o se non parla molto con lei chieda aiuto a familiari o amici che possono capire cosa succede. eventualmente gli faccia capire che puo' essergli utile cercare un supporto psicologico. Un caro saluto
Buonasera, credo che la prima cosa che può fare per suo figlio è provare a chiedergli come sta, dirgli che lo vede triste e solo e che è preoccupato per questo. La seconda cosa è ‘sospendere il giudizio’ e ‘ascoltarlo’. Forse non le dirà nulla, forse si aprirà al dialogo, forse le dirà che non è vero che è triste e solo... intanto lei gli avrà fatto sentire che c’è e che è pronto ad ascoltarlo ed aiutarlo. La quarta cosa da fare è continuare ad ‘essergli vicino’ aspettando il momento in cui lui liberamente deciderà di aprirsi, se vorrà. La quinta è continuare ad osservarlo e ad esserci, non troppo vicino e non troppo lontano. Se lo stato di tristezza e solitudine (dal suo punto di vista persiste) le suggerisco di chiedere lei un consulto psicologico per comprendere come aiutare suo figlio. Se invece suo figlio si aprisse con lei riferendo di problemi o lasciando intendere che effettivamente le sue preoccupazioni sono fondate potrà provare a proporgli di consultare uno psicologo. In tutto ciò mi raccomando di non farsi fagocitare dalla preoccupazione, suo figlio è giovanissimo, potrebbe essere che stia attraversando un periodo difficile come semplicemente che stia attraversando una fase di crescita nuova. Una cosa è certa ha un padre che si preoccupa per lui, che vuole esserci e che per aiutarlo chiede egli stesso aiuto. Suo figlio ha dunque davvero già in partenza la possibilità, per non usare la parola certezza, di superare le sue difficoltà quali esse siano. Restando a disposizione per ulteriori domande la saluto cordialmente. Dott.ssa Daniela La Porta
Dott.ssa Maria Elena Cinti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Il fatto che lei noti lo stato emotivo di suo figlio può essergli molto utile, Perché potrebbe fornirgli delle indicazioni su come poter far fronte a questo stato. Potrei farle mille domande su la situazione che sta vivendo oggi, l'ambiente familiare, le relazioni interpersonali e mille altre situazioni. Così sotto i piedi Tuttavia difficile darle indicazioni se non quella di rivolgersi a uno specialista
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Lido Di Ostia
Salve. Le informazioni che ci fornisce sono molto limitate. Intanto, come probabilmente sta già facendo, faccia il possibile per stabilire e mantenere un legame emotivo di segno positivo con suo figlio. Se si rende conto che le problematiche di suo figlio si approfondiscono si faccia aiutare da uno specialista.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Dott.ssa Margherita Maggioni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno a lei,
comprendo come vedere un figlio triste e solo possa generare preoccupazione in un padre. Poiché dialogare con un adolescente non sempre è facile, le consiglierei di fare capire a suo figlio che lei c'è come padre, disposto ad ascoltarlo. Sarà poi una libera scelta del giovane (comunque maggiorenne, perciò responsabile nel fare le sue scelte in autonomia) decidere se parlarle della sua situazione o meno. Quindi provi ad agganciarlo, poi stia in attesa. Sia paziente. Questo ci vuole con gli adolescenti: sapere ascoltare, sapere aspettare. Un augurio a lei e a suo figlio!Dottoressa Margherita Maggioni.
Dott.ssa Patrizia Mattioli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile signore, probabilmente avrà già provato a farlo, ma la prima cosa è chiedere al diretto interessato: senza essere troppo intrusivi, è importante cercare di farsi raccontare cosa accade nella vita del ragazzo. Le esperienze che rattristano un giovane possono essere di varia natura, problemi di natura sentimentale, difficoltà relazionali con gli altri, difficoltà a portare avanti il progetto di studi o professionale. Sentire l’interesse dei genitori può aiutarlo ad affrontare le difficoltà, soprattutto se è un interesse mirato alla comprension,e e libero da giudizi.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Gemma Bosco
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente, non ci dice però molto su suo figlio oltre al fatto che le sembra sempre triste. Sta affrontando un momento particolarmente difficile? Gli è successo qualcosa in particolare nell'ultimo periodo ? Lo inviti ad aprirsi senza sembrare eccessivamente intrusiva (mi rendo conto che non è un compito assolutamente facile). Eventualmente può suggerirgli di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarlo ad affrontare questa fase della sua vita.
In bocca al lupo!
D.ssa Gemma Bosco
Dott.ssa Rita Reggimenti
Psicologo, Psicoterapeuta
Fonte Nuova
Buonasera,
lei scrive che suo figlio è sempre triste e solo, e pertanto comprendo la sua preoccupazione di genitore.
Le suggerisco di incoraggiare il ragazzo ad un maggiore confronto con lei ed, eventualmente, a contattare uno psicologo che possa aiutarlo ad affrontare le difficoltà che presenta.
Un caro saluto,
dott.ssa Rita Reggimenti
Dott. Andrea De Simone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera, provi a proporgli una consulenza da uno psicologo.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Buonasera, cerchi un confronto con lui per aprirsi e incoraggiarlo verso una maggiore apertura al mondo esterno. Potrebbe proporgli una consulenza psicologica per parlare delle sue eventuali problematiche o delle emozioni che sta provando e che lo stanno portando a questa chiusura.
Resto a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Paola De Martino
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Può collegare la tristezza e la preoccupazione che vede in suo figlio ad un evento particolare accaduto di recente? Provi a osservare i rapporti di suo figlio in famiglia, nota delle difficoltà comunicative? Quello che può fare subito è provare ad aprire un dialogo con suo figlio perché possa trovare uno spazio per parlare. Se non dovesse riuscirci, può farsi aiutare da un professionista psicologo. Un cordiale saluto
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, potrebbe consigliare suo figlio di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve penso che già ha provato a chiedere a suo figlio il motivo del suo malessere. In caso non riesca ad aprirsi con lei provi a consigliarli un colloquio con uno psicoterapeuta, 21 anni per molti ragazzi rappresenta ancora la fase adolescenziale, con tutto ciò che comporta. Se vuole sono disponibile anche on line.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Dott. Alberto Galia
Psicologo, Sessuologo
Milano
Gentile utente, tristezza e solitudine non è quello che un genitore si aspetta per i propri figli, per cui comprendo il malessere che ciò può causarle. Può aiutarlo innanzitutto ascoltandolo senza giudicare e senza pretendere di trovare una soluzione nell'immediato; se tale condizione dovesse persistere, potrebbe essere importante far comprendere a suo figlio l'importanza di cominciare un percorso psicologico. Il cambiamento è spesso possibile, a volte è necessario semplicemente smuovere la prima tessera per generare un effetto domino.
Dr. Maurizio Buonaugurio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Caro utente, immagino quanto possa essere doloroso per lei vedere suo figlio in questo stato e non sapere come aiutarlo. Un primo passo potrebbe essere quello di cercare di instaurare un dialogo con lui, per capire cosa sta succedendo nella sua vita. Un dialogo che deve farlo sentire compreso e quindi in nessun modo giudicante. Vi è la possibilità che per un motivo o per un altro suo figlio non se la senta di condividere con lei l'origine di questo suo stato. Anche se questo può non farle piacere, è una condizione comune, che non mette necessariamente in discussione il suo valore genitoriale (infatti le motivazioni possono essere molteplici). Colga occasione per comunicare a suo figlio che ha fiducia in lui, che è disponibile nel caso in cui sentisse di volere parlare e che, se lo ritiene opportuno, ha il suo pieno sostegno per parlarne con un professionista.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, cerchi di parlare con lui e di creare un legame di fiducia, in cui possa confidare, cerchi nel caso un terapista che possa aiutarla in questa situazione.
MMM
Dott. Massimo Zedda
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Torino
Buongiorno, parli con suo figlio e valuti di suggerirgli una consulenza psicologica ed eventuale percorso psicoterapeutico. saluti.
Dott.ssa Maria Cristina Giancarli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, può cercare di sviluppare un dialogo con lui e invitarlo a richiedere una consulenza psicologica che possa dargli supporto e accompagnarlo in un processo di maggior benessere e auto-realizzazione. Cordialmente, Dott.ssa Giancarli
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Tamara Muratore
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Quartu Sant'Elena
Caro utente, comprendo la sua preoccupazione da genitore. La invito ad esplorare se ci sono cambiamenti nelle amicizie, difficoltà nello studio/lavoro, preoccupazioni affettive o se sta accadendo qualcosa in particolare in famiglia. Inoltre è importante aprire un dialogo con suo figlio, unitamente ad un ascolto disponibile e non giudicante. Sicuramente rivolgersi ad un professionista psicoterapeuta sarebbe indicato in questi casi, tuttavia dovrebbe essere prima di tutto suo figlio a vivere questa situazione come un problema. Quindi prima di tutto si dedichi ad arricchire il vostro dialogo, dopo potrete pensare insieme ai passi successivi. Un caro saluto, Dott.ssa Tamara Muratore
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, da genitore comprendo la sua preoccupazione perfettamente.
La prima cosa che può fare è trovare la chiave giusta di dialogo con lui, gli trasmetta il messaggio che non è lì per giudicarlo ma per ascoltarlo se ha voglia e aiutarlo se necessario.
Se i problemi diventassero più grandi, potrebbe anche farlo riflettere su un percorso di psicoterapia.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Aurora Felicetti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi viene innanzitutto da evidenziare come l'età di suo figlio sia una fase di crescita particolare e delicata da molti punti di vista, soprattutto in relazione all'autonomia personale. Si cominciano a fare i conti con tutta una serie di scelte che saranno poi alla base del successivo percorso di crescita identitaria come uomo, scelte, a volte, piene di incertezza e paura.
Come genitore, mi associo al consiglio già datole da molti miei colleghi, relativamente al "parlare" con suo figlio, come si sente e cosa sta passando, ma so anche quanto, a volte, possa essere difficile farlo proprio con le persone che ci sono più vicine. così come è difficile riuscire a chiedere aiuto. Oltre al dialogo e alla sua vicinanza come madre, fondamentali per ogni figlio, potrebbe considerare la possibilità di proporgli un percorso psicologico, sia come momento di ascolto che di crescita personale. E' importante che sia lui stesso poi a valutare la proposta e a prenderne consapevolezza, come punto di partenza chiave per una costruttiva alleanza terapeutica. Le auguro una buona giornata. Dott.ssa Aurora Felicetti
Dott.ssa Cristina Di Paola
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Lo ascolti, accogliendo anche nel suo silenzio.
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente,
può sicuramente avvicinarsi e approcciarlo in modo empatico, vi auguro di riuscire a sbloccare la situazione.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Dr. Fabio Spagnolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
esserci e garantire protezione e un ascolto empatico e non giudicante è sicuramente una strategia che può aiutare suo figlio ad aprirsi con lei... ma non abbia fretta! lasci a suo figlio un giusto tempo.
Attraverso questo potrà quindi successivamente invitarlo a partecipare a degli incontri con un professionista e proposta che potrà avere maggiore possibilità di essere accolta
Saluti, Fabio Spagnolo
Dott. Stefano Scaccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
L'unica cosa che ha senso fare in una circostanza del genere è domandarsi perché suo figlio faccia così. Cosa accade dentro e fuori di lui? Può provare a domandarglielo ma non è facile ottenere dai ragazzi delle risposte chiare. In giovane età perfino le domande sono difficili da formulare. Lei, forse, come madre sente, ha intuizione, di ciò che sta accadendo. Lei ha infatti avuto l'età che ha suo figlio adesso. Inoltre lo ha lì, in casa, ogni giorno, lo conosce. Se non a parole ha sentore di quello che potrebbe vivere. In effetti, dovrebbe porre a se stessa la domanda che vorrebbe porre a suo figlio.
Dott. Gabriele Incognito
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Le sensazioni di un genitore sono spesso utili da approfondire. Come primo consiglio le dico di essere curiosa su di lui, fare domande non solo per confermare o disconfermare la sua preoccupazione. Se nota grandi difficoltà di comunicazione con suo figlio, può portarlo in terapia, insieme a lei, non per forza lui da solo. L'approccio sistemico relazione consente anche di fare terapia familiare (o in questo caso madre figlio). In alternativa, o in parallelo alla familiare, si può prevedere anche una psicoterapia individuale per l'uno o per lei. Resto a disposizione, arrivederci
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Buongiorno gentile utente. Potrebbe parlare con suo figlio cercando di capire se anche lui si senta preoccupato al riguardo, e nel caso proporgli un percorso.
Cordiali saluti
AV
Dr. Lorenzo Giacomi
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Dott.ssa Elvira Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, in primis credo che abbia già cominciato ad aiutarlo con la sua preoccupazione e mobilitandosi per chiedere aiuto qui, rispetto alle possibilità le confermo subito che un percorso psicologico (che sia di sostegno, di psicoterapia o altro) parte da un consulto tra suo figlio e uno psicologo. In questo senso, il suo maggiore aiuto sarà facilitare l'incontro e da lì starà alla bravura dello psicologo riuscire a connettersi con i vissuti di suo figlio e capire se abbia bisogno di questo sostegno o meno, e successivamente di che tipo. Abbia cura nella scelta del professionista, sarebbe interessante nonché utile lasciarla a suo figlio, in quanto influirebbe sulla sua motivazione a presentarsi. Sapendo solo ciò che ha descritto, non darei per scontato l'esito della consulenza.
Dott.ssa Giulia Angelici
Psicologo, Psicologo clinico
Formello
Salve, la chiave di accesso quando ci troviamo di fronte ad una persona ma in particolar modo ad un figlio chiuso in se stesso è sicuramente il rapporto. Sembra banale ma non lo è. L'interesse e la comprensione e il fargli sentire che ci sei e che può contare su di te gli permetteranno piano piano di aprirsi (con i suoi tempi) e parlare di cosa sta vivendo in questo momento.
Insieme potrete capire quale è il percorso più giusto da intraprendere e se vorrà, iniziare un percorso psicologico.
 Ignazio Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, posso capire la sua preoccupazione. Provo a rispondere alla sua richiesta ponendole alcune domande. Da quanto tempo suo figlio Le sembra triste e solo? Che tipo di tristezza e di solitudine secondo Lei sta affrontando? Secondo lei, sta portando avanti il suo progetto di vita? E Lei, ne ha mai parlato con lui, ha voglia di farlo o non le riesce di farlo? Mi scusi, sono solo le prime domande che desidero rivolgerLe per capire un po' di più e provare a darLe un suggerimento. Se vuole, può scrivermi; se ritiene, può contattarmi. Grazie molte. Ignazio Gioia
Buongiorno, sicuramente comunicare in questi casi è importante. Provi a chiedergli cosa lo rende triste e perché sente la necessità di stare da solo, provi a comprendere il suo disagio e il suo malessere.
Quello che può provare a fare è ascoltarlo e magari insieme trovare un modo per risolvere il problema, chiedendo anche aiuto ad uno specialista.
Cordialità.
Dott.ssa Florianna Dattolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, provi a parlare con suo figlio e se lui ritiene necessario farsi aiutare, contatti lo specialista. Un saluto
Dott.ssa Florianna Dattolo
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, è importante avere la consapevolezza di questo momento che sta passando suo figlio.
Per aiutarlo potrebbe essere utile valutare l'opportunità di un percorso psicologico per esplorare insieme il suo stato d'animo e le motivazioni alla base di esso.

rimango a disposizione, anche online
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Gentile utente, la preoccupazione in merito alla situazione che descrive è assolutamente comprensibile. Ha provato a chiedere a suo figlio come si sente? La sua vicinanza potrebbe essere di grande aiuto a suo figlio e in un secondo momento potrebbe pensare di rivolgersi ad uno specialista del settore per un consulto.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott. Omar Isa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, comprendo la preoccupazione per la situazione di suo figlio; come prima cosa, credo sia importante riuscire a capire le motivazioni che sottendono lo stato d'animo da lei segnalato e considerando l'età di suo figlio potrebbe essere utile avviare un processo di conoscenza all'interno di uno spazio riservato e sicuro, iniziando un percorso di sostegno psicologico o psicoterapia. Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti, un caro saluto.
Dott. Omar Isa
Dott.ssa Chiara Librandi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,
il primo consiglio che mi sento di darle è cercare instaurare una comunicazione con lui. Poi provi a comprendere se ha notati dei cambiamenti in tutta la sua sfera personale.
Inseguito una volta che lui si è aperto a lei, potete valutare se basta l'appoggio familiare alla situazione che sta vivendo, oppure se è meglio una terapia, in quest'ultimo caso, il ragazzo deve essere convinto del percorso che intraprenderà.
Per qualsiasi informazione mi può contattare senza impegno
Dott.ssa Chiara Librandi
Dott.ssa Maria Giovanna Melella
Psicologo, Psicologo clinico
Bellizzi
Buongiorno gentile utente, ha provato a parlargliene? a confrontarsi con lui su cosa prova e sente? Le consiglio di attivare un dialogo con suo figlio su ciò che sta vivendo. Dopo, se non basta il confronto e il supporto della famiglia, opterei per un consulto psicologico. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Maria Giovanna Melella
Dott.ssa Manuela Baldari
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, comprendo la preoccupazione di un padre nel vedere il proprio figlio in quelle condizioni, ma altrettando vero è che spesso i ragazzi di quell'età fanno fatica a parlare di questioni personali con propri genitori. L'unica cosa che può fare lei, visto che parliamo di una persona maggiorenne, è indicare a suo figlio che un percorso psicoterapeutico può aiutarlo a stare meglio. Sarà poi suo figlio a decidere.
Dott. Luca Russo
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Varese
Salve, le informazioni che ci fornisce sono poche ma se lei sta notando questi aspetti emotivi in suo figlio vuol dire che lui sta palesando una o piu difficoltà che potrebbero avere varie origini.
In questo momento deve stare vicino a suo figlio accogliendo questa sua percezione , accompagnandolo sulla via del dialogo senza forzature e costrizione, dandogli la possibilità di aprirsi in maniera naturale.
Potrebbe esserle d' aiuto il supporto di un Terapeuta che potrà indirizzarla su come rapportarsi al ragazzo .
Detto questo potrebbe essere che il giovane stia chiedendo aiuto anche inconsapevolmente cercando di farglielo capire attraverso questo modo.
Una volta accolto sarebbe utile che anche lui scelga di farsi aiutare da un terapeuta qualora sussistano tutti i presupposti pre-descrtti.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o semplici domande che vorrà rivolgermi.
Un abbraccio forte .
Dr. Luca Russo.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano

È comprensibile la preoccupazione per suo figlio. Potrebbe essere utile parlare con lui e offrirgli il vostro sostegno emotivo. Inoltre, potrebbe essere una buona idea suggerirgli di parlare con uno psicologo o uno psichiatra per aiutare a comprendere il motivo della sua tristezza e della solitudine. Potreste anche considerare di prendere un appuntamento con il medico di famiglia per valutare eventuali condizioni mediche che potrebbero influire sul suo stato emotivo, come la depressione o l'ansia. In ogni caso, è importante che venga offerto al vostro figlio un ambiente di supporto e comprensione in questo momento difficile.
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Dott.ssa Jasmine Piraino
Psicologo, Psicologo clinico
Frascati
Salve, grazie mille per aver condiviso la sua esperienza. Ciò che mi viene da chiederle è se suo figlio percepisce questo suo stato come un problema o se invece lui sta bene con se stesso. Purtroppo non è possibile aiutare direttamente qualcuno se lui in primis non vuole essere aiutato. Può proporgli un percorso psicologico ma potrebbe non accogliere la sua proposta. Ciò che può senz'altro fare è mostrarsi aperto ed accogliente nei suoi confronti, non invadente, semplicemente in ascolto qualora lui avesse bisogno di parlare ed aprirsi. In alternativa può percorrere lei un percorso psicologico per supportarlo e sviluppare le risorse e le strategie efficaci per affrontare al meglio la situazione. Se ha bisogno mi contatti pure.

Jasmine Piraino
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
Comprendo la tua preoccupazione per tuo figlio e la sua tristezza e solitudine. È importante riconoscere che il sostegno familiare può svolgere un ruolo significativo nel promuovere il benessere emotivo di una persona. Come psicologo, posso condividere alcune considerazioni su come puoi aiutare tuo figlio.
Inizialmente, è fondamentale instaurare un dialogo aperto e senza giudizi con tuo figlio. Fagli capire che sei lì per lui e che sei disposto ad ascoltare attentamente, senza cercare di minimizzare i suoi sentimenti. Incoraggialo a condividere le sue preoccupazioni, i suoi pensieri e le sue emozioni in un ambiente sicuro e riservato.
Puoi anche suggerire a tuo figlio di rivolgersi a un professionista, come uno psicologo, per ricevere un supporto specializzato. Uno psicologo può aiutare tuo figlio ad esplorare le cause della sua tristezza e solitudine, fornendo strumenti e strategie per affrontarle in modo sano ed efficace.
Nel frattempo, puoi incoraggiare tuo figlio a partecipare ad attività che potrebbero favorire un maggior senso di connessione sociale, come frequentare un club o un'associazione con interessi simili ai suoi. L'interazione con altre persone che condividono gli stessi interessi potrebbe aiutare a ridurre la solitudine e a stabilire nuove relazioni.
Ricorda che ogni situazione è unica, e se la tristezza e la solitudine di tuo figlio persistono o peggiorano, potrebbe essere necessario ricorrere a un aiuto professionale più approfondito. Non esitare a cercare l'assistenza di uno psicologo o di altri professionisti del settore per garantire il benessere di tuo figlio.
Spero che queste indicazioni possano offrirti uno spunto iniziale su come aiutare tuo figlio. Ricorda che il sostegno familiare, combinato con un adeguato supporto professionale, può essere un prezioso strumento per il suo benessere emotivo.
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Psicologo, Psicologo clinico
Lainate
Buongiorno,
provi ad aprire un dialogo con lui rispetto alle sue preoccupazioni e cerchi di ascoltarlo attivamente e senza giudizio. Può anche provare a coinvolgerlo in alcune attività che lo appassionano da svolgere voi due insieme e proporgli di intraprendere un percorso psicologico qualora ne avesse bisogno.
Mi auguro che la situazione si possa risolvere presto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Dott.ssa Monica Tabarini
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Marano di Valpolicella
La solitudine, o meglio l'isolamento sociale, può' accompagnarsi e disagio e tristezza... al punto che l'uno causa l'altro e viceversa, perchè sane relazioni sono linfa per la nostra mente. Non è certo semplice, prendere un ragazzo di questa età e dirgli: "esci, fatti degli amici, sorridi ...", perchè in questo modo rischieremmo di farlo sentire ancora più sbagliato. Quest'età, come tutte le altre, si accompagna a specifiche ansie e preoccupazioni, ad impliciti bisogni di ordine evolutivo, e spesso questo è il tempo di definire chi si è (processo che in realtà non finirà mai, nel corso della vita). Una psicoterapia rappresenta, in questo frangente, una possibilità di relazione che cura, che fa emergere modi di essere, stili comunicativi, ma che prima di tutto accoglie. Non esiste solo la psicoterapia: a volte, presso enti locali, possiamo trovare forme di volontariato o cooperative sociali che organizzano attività nel tempo libero, e potrebbero reclutare volentieri ragazzi di questa età. O ancora, si potrebbe valutare se lui abbia hobby, o passioni da condividere. Quello che è certo, è che a volte il genitore è meno ascoltato. Quindi, riassumendo: un professionista potrebbe fare da ponte, sia per la valutazione del livello di tristezza (ed eventuale invio a figure mediche), sia per aiutarlo a progettare piccoli obiettivi di integrazione sociale, oltre a rappresentare già da subito una prima relazione, stimolante ed accogliente.
Dott.ssa Luana Mazzeo
Sessuologo, Psicoterapeuta, Psicologo
Caronno Pertusella
Buongiorno,
comprendo la sua preoccupazione, dalle informazioni che ha fornito sembrerebbe che suo figlio stia vivendo un momento di disagio. Lui lo riconosce? Quello che può fare un genitore in questi casi è stargli vicino, domandando a lui ad esempio se c'è qualcosa che lei può fare per farlo stare meglio. Facendogli, inoltre, notare che lei è lì per dargli supporto, disponibile ad accogliere ogni suo pensiero condiviso. Potrebbe proporgli di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarlo a superare le sue difficoltà emotive.
Rimango a sua disposizione. un caro saluto
Dott.ssa Beatrice Macchi
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Busto Arsizio
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione. Innanzitutto si potrebbe pensare di proporre a suo figlio delle attività da svolgere insieme e vedere se lui accetta o meno queste proposte. Inoltre proporrei di intraprendere un percorso familiare.
A disposizione
Dott.ssa Marzia Nocito
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Messina
Salve è normale essere preoccupata per una madre, ma alle volte per i figli è difficile parlare con i propri genitori di ciò che li rende tristi o li preoccupa. Paradossalmente perchè anche loro vogliono proteggervi, provi a fargli sentire che lei vede che lui è triste e che lei è li per ascoltarlo e aiutarlo. Magari se non riesce a parlarne direttamente con lei, può provare a suggergli di fare un colloquio con uno psicologo che possa aiutarlo a fronteggiare la situazione che lo rende triste ed eventualmente a prendere coraggio e dirle cosa non va. un caro saluto
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno è molto bello si preoccupi, l'unica cosa che può fare è stargli accanto senza fargli pressione e cercare di aiutarlo a trovare la sua strada ed il suo eventuale percorso psicologico.
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Arzano
Buonasera, come mai? Da quando la situazione di suo figlio la preoccupa? Può chiedere, se vuole, un consulto psicologico per sé stessa, e coinvolgere anche suo figlio se lui lo desidera.
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Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, posso comprendere la sua preoccupazione.
Mi chiedo se ha provato a comunicare le sue preoccupazioni a suo figlio.
Può essere difficile a volte per i genitori capire come sostenere i propri figli.
Se è difficile per lei aprire un canale comunicativo con suo figlio, potrebbe esserle di aiuto cercare uno spazio di sostegno psicologico per lei.

Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Dr. Edoardo Bunone
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione. Potrebbe essere utile creare un dialogo aperto con suo figlio chiedendogli come si sente. Le consigliere di proporgli un consulto con uno psicologo/a per esplorare i suoi sentimenti e avviare se necessario, un percorso psicologico. Un caro saluto. Dott. Edoardo Bunone
Dott.ssa Rita Messa
Psicologo, Terapeuta
Albano Laziale
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione per lo stato emotivo di suo figlio. Se gli starà vicino accompagnandolo ad aprirsi, con gentilezza, senza forzature, con un ascolto empatico e non giudicante gli fornirà la possibilità di aprirsi in modo naturale, e probabilmente il sentirsi accolto già sarà per suo figlio un grande aiuto per farlo stare meglio.
Può proporgli un percorso psicologico, qualora il ragazzo ne sentisse il bisogno, che lo aiuti a sviluppare le risorse e le strategie efficaci per superare questo momento di disagio.
Un caro saluto
D.ssa Rita Messa
Dott.ssa Luisa de Lorenzo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Cisano Bergamasco
Buonasera, penso che sarebbe utile proporgli di avviare un percorso di supporto psicologico, volto inizialmente ad accogliere i suoi bisogni e poi ad esplorare il suo funzionamento sotto vari punti di vista. Le consiglio di non attendere troppo perchè non è utile permanere a lungo in uno stato umorale di questo tipo. Saluti
Dott.ssa Alessandra Rosa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Pescara
Buongiorno, comprendo perfettamente la sua preoccupazione! Ha provato a parlare con suo figlio rispetto a questo malessere? Risulta importante capire se suo figlio sta attraversando una fase di passaggio, di crescita, oppure sta vivendo problematiche importanti.
Successivamente, chiariti questi aspetti potrebbe consigliare a suo figlio un percorso di psicoterapia.
Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Rosa
 Maria Damiano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Frattamaggiore
Salve, provi a porsi in ascolto senza giudizio e senza dover necessariamente dare dei consigli, affinché suo figlio non si senta pressato ma possa aprirsi.
Solo il dialogo può aiutare anche lei a capire se ci sono reali ragioni di preoccupazione per cui successivamente può scegliere se proporre un aiuto di tipo psicologico a suo figlio.
Dr.ssa Damiano Maria
Dr. Marco Salerno
Psicologo, Terapeuta, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno. 21 anni è un'età di passaggio, in cui si comincia ad essere consapevoli della necessità di assumersi delle responsabilità verso sé stessi e la strada che si vuole intraprendere nella vita. Non si è più degli adolescenti, ma spesso non ci si sente ancora davvero adulti. Il conforto derivante dall'ascolto di un genitore è molto importante: se suo figlio si sente triste e tende ad isolarsi, le ragioni possono essere molteplici, dall'incapacità di leggere chiaramente le proprie inclinazioni verso un eventuale percorso di studi o professionale, alle conseguenze di una delusione sentimentale che a vent'anni non sempre si è in grado di elaborare e superare con la dovuta consapevolezza ed equilibrio. Dunque è necessario porsi in ascolto del problema che eventualmente sta alla radice del disagio manifestato e cercare di capire se è sufficiente parlarne in famiglia o se invece può essere di ulteriore ausilio un sostegno psicologico attraverso un percorso terapeutico.
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
In ambito psicologico sistemico relazionale, la terapia individuale o familiare potrebbe essere una buona opzione per affrontare i problemi di ansia e depressione di tuo figlio. I farmaci possono essere utili per gestire i sintomi a breve termine, ma l'approccio terapeutico può aiutare a individuare e affrontare le cause sottostanti dei suoi problemi emotivi.
Allo stesso tempo, è importante considerare il contesto familiare e sociale in cui tuo figlio si trova. Il supporto e la comprensione della famiglia possono essere fondamentali per il suo benessere emotivo. Cerca di essere presente per lui, ascoltarlo e sostenerlo nel suo percorso di guarigione. Inoltre, potresti anche suggerire a tuo figlio di rivolgersi a un professionista della salute mentale per ricevere supporto e affrontare i suoi problemi in modo più efficace.
Ricorda che è importante essere pazienti e comprensivi nei confronti di tuo figlio, e che cercare aiuto professionale è un passo importante verso il suo benessere emotivo. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
Dott.ssa Arcangela Guadagno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Portici
Salve, capisco la sua preoccupazione. La tristezza spesso viene considerata come un' emozione negativa e per questo da non provare. In realtà la tristezza è una reazione sana e adattiva di fronte a una delusione o altre esperienze negative. La tristezza è utile e necessaria poiché ci informa che abbiamo perso uno scopo, obiettivo che ci eravamo prefissati. Le consiglio di cercare un incontro relazionale con suo figlio, creare un appuntamento fisso fatto di dialogo e confronto.
Saluti Dott.ssa Arcangela Guadagno.
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile utente, dovrebbe parlarne con suo figlio e trovare insieme la strada giusta da percorrere. Non sottovaluti le capacità di suo figlio di farcela e di trovare soluzioni al suo stato attuale. Gli garantisca il suo appoggio qualunque decisione prenda, purché non peggiorativa.
Cordialmente
dott.ssa Floriana Ricciardi
Dott. Paolo Galassi
Psicologo, Psicologo clinico
L'Aquila
Buongiorno. Ha ragione, la tristezza e la solitudine di suo figlio meritano attenzione. Le offra ascolto, uno spazio sicuro per parlare dei suoi sentimenti senza giudizi. Lo incoraggi e lo supporti nello svolgimento di attività che potrebbero interessargli, come hobby, sport o volontariato, per aiutarlo a connettersi con altri. Se la tristezza è presente da molto, persiste oppure risulta essere molto amplificata, parli con lui prendendo in considerazione l'idea di farsi seguire da un professionista della salute mentale.
Ricordi, è molto importante essere presenti e di supporto, ma lo è molto anche rispettare i suoi tempi e le sue scelte, senza giudicarlo o invalidarlo.
Per qualsiasi cosa mi contatti pure.
Dott. Paolo Galassi
Salve,
Un’indicazione che mi sento di darle è di esserci veramente per lui e cercare di supportarlo nella sua quotidianità, infondendogli speranza che dalla depressione si può uscire.
Questo non vuol dire sostituirsi a lui nei compiti quotidiani, bensì dargli una mano ad accrescere le proprie competenze e, di conseguenza, la fiducia in sé.

Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin.
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Mi dispiace sapere che tuo figlio sta attraversando un periodo difficile. La tristezza e l'isolamento possono essere segnali di problemi emotivi o psicologici significativi. Ecco alcuni passi che puoi intraprendere per aiutarlo:

Parla con Lui
Ascolto Attivo:

Trova un momento tranquillo per parlare con lui. Ascolta attentamente senza giudicare e cerca di capire come si sente e cosa sta attraversando.
Mostra Comprensione e Supporto:

Fagli sapere che sei lì per lui e che sei preoccupato per il suo benessere. Mostra comprensione e compassione.
Incoraggialo a Cercare Aiuto
Suggerisci una Valutazione Professionale:

Incoraggialo a parlare con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra. Questi professionisti possono aiutare a identificare e trattare eventuali problemi emotivi o psicologici.
Offri Supporto per la Prima Visita:

Se è riluttante a cercare aiuto, offriti di accompagnarlo alla prima visita. A volte, sapere di non essere soli può rendere meno intimidatorio il passo di chiedere aiuto.
Creare un Ambiente di Supporto
Promuovi un Ambiente Positivo in Casa:

Crea un ambiente domestico che sia accogliente e supportivo. Assicurati che si senta amato e valorizzato.
Incoraggia Attività Sociali:

Incoraggialo a partecipare ad attività sociali o gruppi che corrispondono ai suoi interessi. Anche se potrebbe essere riluttante all'inizio, la socializzazione può aiutare a migliorare il suo umore.
Monitorare il Benessere
Osserva i Cambiamenti:

Tieni d'occhio eventuali cambiamenti nel comportamento, nell'umore o nelle abitudini di tuo figlio. Questi possono fornire indizi su come sta realmente.
Promuovi una Vita Sana:

Assicurati che stia seguendo uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e sonno adeguato. Questi fattori possono influenzare significativamente il benessere mentale.
Educare e Informare
Educati sull'Ansia e la Depressione:
Informati sui segni e i sintomi dell'ansia e della depressione. Essere informato può aiutarti a capire meglio cosa sta passando tuo figlio e come puoi supportarlo al meglio.
Ricordati di Prendere Cura di Te Stesso
Cerca Supporto per Te:
Prendersi cura di una persona cara che sta attraversando un momento difficile può essere stressante. Assicurati di avere un sistema di supporto per te stesso, che potrebbe includere amici, familiari o un consulente.

Aiutare tuo figlio a superare un periodo di tristezza e isolamento richiederà pazienza, comprensione e supporto. Non esitare a cercare l'aiuto di professionisti della salute mentale per garantire che riceva il supporto necessario. Con il giusto approccio e il supporto, è possibile vedere miglioramenti significativi nel suo benessere.
Dott.ssa Carmen Fortino
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Salve, Capisco la sua preoccupazione per suo figlio. La prima cosa da fare è cercare di aprire una comunicazione sincera e affettuosa con lui. Provi a dedicargli del tempo, facendogli domande aperte come "Come ti senti ultimamente?" o "C'è qualcosa di cui vorresti parlare?". Mostri comprensione e ascolti senza giudicare. Potrebbe essere utile coinvolgerlo in attività che gli piacciono, come una passeggiata o un hobby comune. Successivamente, solo lì dove lui è d'accordo, potrebbe intraprendere un percorso psicologico. Un professionista può fornire il supporto necessario per comprendere e affrontare la sua tristezza e solitudine. Questo passo rappresenta un gesto di amore e cura, dimostrando che il suo benessere è una priorità. Chiedere aiuto è un segno di forza e un'importante azione per il suo benessere.
Dott. Antonello Deriu
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Firenze
Gentile utente, sicuramente la prima cosa da fare e provare a mettersi in una posizione di ascolto non giudicante ed empatico. Potrebbe essere utile rivolgersi a uno specialista per superare questo momento di difficoltà. Saluti, Dott. Antonello Deriu
Dott.ssa Giulia Bartoli
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile utente, posso comprendere la sua preoccupazione ma i dettagli che lei riporta sono davvero troppo pochi per poterla aiutare. Potrebbe, innanzitutto, affrontare con suo figlio stesso questo pensiero e preoccupazione che lei sente, mostrandosi sì preoccupata e non invadente, ad esempio. Mettersi in una posizione di apertura e di ascolto empatico è sempre un buono strumento per entrare in relazione con qualcuno.
Spesso, quando sulla sofferenza degli altri non è possibile intervenire direttamente, può essere utile intervenire sulla propria per tentare di trovare le strategie per fronteggiarla e superare un momento delicato. Potrebbe, per tanto, provare a rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Esistono inoltre molti percorsi di parent training e supporto genitoriale. Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Giuseppina Simona Di Maio
Psicologo, Psicologo clinico
Casavatore
Gentile utente, grazie per aver posto questa domanda. Bisognerebbe comprendere di che tipo di tristezza si tratti. Ha provato a comprendere come si sente suo figlio chiedendo lui, cosa sta affrontando e perché è sempre triste? La sua preoccupazione è lodevole e tentare un approccio comunicativo più profondo potrà sicuramente giovare a suo figlio.
E' molto importante, tuttavia, non sottovalutare la tristezza. Potrebbe essere una normale emozione dovuta a una fase di passaggio del ciclo di vita; potrebbe essere correlata con la fine di una relazione; potrebbe esserci una difficoltà dovuta allo studio, lavoro.. Le ipotesi che possiamo considerare sono davvero tante. La invito quindi a parlare con suo figlio e prendere in considerazione di essere seguiti da uno psicologo. Sarà poi da valutare, successivamente alla domanda fatta, se sarà necessario anche un supporto familiare ma questo sarà da vedere solo secondariamente.
Saluti.
Dott. Manuel Di Lorenzo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, il tono dell'umore muove da dimensioni segnatamente intime, che potrebbero essere indagate in un percorso supportato da uno specialista. Rimango a disposizione qualora desiderasse svolgere una consulenza online o essere ricevuta in studio. Cordialmente MDL
Dott.ssa Chiara Balzamo
Psicologo, Psicologo clinico
Tivoli
Buongiorno, tra le righe del suo messaggio, leggo molta preoccupazione e l'urgenza di ricevere aiuto per suo figlio. L'isolamento può essere sintomo e causa di sofferenza e avere un grande impatto sulla quotidianità ma anche sul lungo tempo, in termini di progettazione del futuro e presa di decisioni, quindi posso capire la sua preoccupazione. Sarebbe auspicabile comunicare con suo figlio, chiedergli come si sente e accoglierlo con i suoi tempi, dimostrandosi presenti e pronti ad offrire supporto. Si potrebbe anche discutere con lui sulla possibilità di intraprendere un percorso psicologico nel quale indagare quali sono i sentimenti e le emozioni sottostanti al comportamento di isolamento e intervenire con l'obiettivo di ritrovare il benessere e migliorare la sua qualità della vita, percorso che ritengo potrebbe sicuramente portare giovamento. Auguro a lei e a suo figlio di trovare la serenità e tranquillità per affrontare al meglio la vita.
Cordialmente, Dott.ssa Chiara Balzamo
Dott.ssa Pinella Chionna
Psicologo clinico, Psicologo, Professional counselor
Mesagne
Gentile Utente,
Capisco la sua preoccupazione per suo figlio e la sua volontà di aiutarlo. La tristezza e la solitudine nei giovani adulti possono essere segnali di disagio che meritano attenzione e cura. Cerchi di parlare con suo figlio in modo aperto e senza giudizi. Mostri interesse genuino per i suoi sentimenti e le sue esperienze. Faccia domande aperte come: "Come ti senti ultimamente?" o "C'è qualcosa di cui vorresti parlare?".
Ascolti attentamente quello che suo figlio ha da dire senza interromperlo o minimizzare i suoi sentimenti. A volte, sapere che qualcuno è lì per ascoltare può fare una grande differenza.
Offra il suo sostegno emotivo e faccia sapere a suo figlio che lei è lì per lui. Frasi come "Mi dispiace che tu stia attraversando questo momento difficile" o "Sono qui per te, qualsiasi cosa tu abbia bisogno" possono essere molto rassicuranti.
Incoraggi suo figlio a partecipare ad attività che potrebbero piacergli e che potrebbero aiutarlo a socializzare. Questo potrebbe includere sport, hobby, gruppi di interesse o volontariato.
Se la tristezza e la solitudine persistono e sembrano influire significativamente sulla vita di suo figlio, potrebbe essere utile suggerirgli di parlare con un professionista. Un terapeuta o uno psicologo può offrire uno spazio sicuro per esplorare i suoi sentimenti e sviluppare strategie per affrontarli.
Continui a monitorare il benessere di suo figlio e sia paziente. Cambiare il proprio stato emotivo può richiedere tempo e suo figlio potrebbe aver bisogno di tempo per aprirsi completamente.
Infine, è importante ricordare che essere presenti e disponibili come genitore è già un grande passo. La sua preoccupazione e il suo desiderio di aiutare sono fondamentali per il benessere di suo figlio.
Resto a sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o supporto.
Cordialmente,
Dott.ssa Pinella Chionna - Psicologo
Dott.ssa Simona Palma
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Orbassano
Buongiorno, posso comprendere il suo dolore e il probabile senso di impotenza. La sua descrizione non è ricca di elementi e questo rende difficile una valutazione attenta e puntuale. Potrebbe essere una fase di transizione dovuta all'età delicata di suo figlio. Il fatto che lei sia attento e sia in grado di "vedere " suo figlio è già di per sé un aiuto fondamentale. Provi a coltivare, senza forzature, dei momenti di condivisione per comprendere maggiormente la situazione. Insieme valuterete i passi successivi. Un saluto.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Padova
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione per la tristezza e la solitudine di suo figlio. È difficile vedere una persona cara, soprattutto un figlio, attraversare un momento così delicato. Potrebbe essere utile considerare un percorso psicologico per lui, dove possa trovare uno spazio sicuro e privo di giudizio per esprimere i suoi sentimenti e comprendere meglio le sue emozioni.

Un psicologo può aiutare suo figlio a esplorare le ragioni della sua tristezza e solitudine e a sviluppare strategie per affrontarle. Potrebbe anche supportarlo nel costruire relazioni sociali più significative e nell'acquisire maggiore fiducia in se stesso. Inoltre, il professionista potrebbe aiutarlo a identificare eventuali pensieri negativi o schemi comportamentali che contribuiscono al suo stato attuale e guidarlo verso un cambiamento positivo.

È importante che suo figlio senta il suo sostegno e sappia che lei è lì per ascoltarlo senza giudizi. A volte, un semplice gesto di ascolto e comprensione può fare una grande differenza. Potrebbe incoraggiarlo a cercare aiuto, sottolineando che chiedere supporto è un segno di forza e non di debolezza.

Le auguro di riuscire a trovare il modo migliore per sostenere suo figlio in questo momento difficile e di aiutarlo a trovare il giusto percorso per sentirsi meglio.
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Dott.ssa Ester Piras
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Ghilarza
Buongiorno, da quando rileva questa situazione? Ha notato dei cambiamenti significativi nelle abitudini/stile di vita di suo figlio? Può provare a parlare con lui per capire meglio il suo vissuto e stargli vicino. Se necessario sarà lui a chiedere aiuto. L' importante è creare una relazione empatica in cui possa sentirsi al sicuro e aprirsi, ma anche saper rispettare i suoi spazi, silenzi e tempi. Cordiali saluti, dottoressa E. Piras
Dott.ssa Alice Fazzina
Psicologo clinico, Psicologo
Quartu Sant'Elena
Buonasera, potrebbe consigliare a suo figlio di intraprendere un percorso supportato da uno specialista. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, può scegliere di accompagnare suo figlio nella scelta di intraprendere un percorso di psicoterapia che lo possa aiutare ad uscire dalla morsa dellla tristezza.
Saluti dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve,
molto bello da parte sua il porsi delle domande oggi.
Ma forse dovremmo partire dal passato e non solo quello di suo figlio.
Ha mai pensato di parlarne con un professionista che potesse aiutarla a trovare le risposte?
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Anna Verrino
Psicologo, Professional counselor
Milano
Carissimo sarebbe necessario approfondire le dinamiche familiari ma in ogni caso se ha già provato a comunicare con lui e non ne è venuto a capo, le consiglio di rivolgersi ad uno specialista che l'aiuterà ad affrontare le sue ansie e preoccupazioni. Premesso che essere genitori è un arduo compito, per supportare i figli occorre essere consapevoli delle proprie emozioni ed aspettative. Un caloroso saluto. Sono disponibile per necessità. Dott.ssa Anna Verrino
Dott.ssa Maria Grazia Salerno
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco la sua preoccupazione per suo figlio e il suo stato d'animo. È difficile vedere un proprio caro attraversare un periodo di tristezza e solitudine. Potrebbe sicuramente praticare con lui un'ascolto attivo offrendogli uno spazio sicuro in cui possa esprimere le sue emozioni. Ascolti senza giudicare, mostrando empatia e comprensione. A volte, semplicemente avere qualcuno che ascolta può fare una grande differenza.
Valuti contestualmente la situazione e si chieda se ci sono fattori specifici che potrebbero contribuire alla sua tristezza, come problemi relazionali, di studio o di lavoro. Comprendere le cause può aiutarla a trovare modi per supportarlo.
Potrebbe anche incoraggialo a partecipare ad attività sociali o di gruppo che potrebbero interessarlo. Anche una semplice passeggiata con amici può migliorare il suo umore e aiutarlo a sentirsi meno solo.
Se la tristezza persiste però, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale. Un terapeuta può offrirgli strumenti e strategie per affrontare i suoi sentimenti e aiutarlo a esplorare le cause della sua tristezza.
Essere un genitore in questi momenti può essere difficile, ma il suo sostegno e la sua comprensione possono fare la differenza nella vita di suo figlio. Se ha bisogno di ulteriori suggerimenti o vuole discutere di specifiche situazioni, sono qui per aiutarla. Dott.ssa Maria Grazia Salerno
Dott.ssa Lavinia Salvati
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, immagino la preoccupazione. Se suo figlio non ha fatto nessuna richiesta, può intanto approfondire lei la situazione facendo degli incontri per capire come fornire intanto l'aiuto che serve. Per qualsiasi informazione per eventuali colloqui resto a sua disposizione, Dott.ssa Salvati
Dr. Raffaele Perrone
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Trento
Capisco quanto possa essere preoccupante vedere suo figlio in questo stato. È molto positivo che lei voglia aiutarlo, e ci sono piccoli passi che potrebbero fare la differenza. Potrebbe provare a creare dei momenti di apertura, magari facendo qualcosa insieme che lui apprezzi, così da permettergli di esprimere i suoi sentimenti senza pressioni. A volte, anche solo ascoltarlo, senza cercare di dare subito consigli, può aiutarlo a sentirsi capito e sostenuto.
Anche incoraggiarlo a mantenere alcune routine quotidiane, come attività fisica o hobby che gli piacciono, potrebbe giovargli.
Se percepisce che la sua tristezza persiste e lo limita nelle sue attività quotidiane, potrebbe suggerirgli di considerare un supporto professionale, magari proponendogli di cercare insieme un’opzione di consulenza o terapia.
Dott.ssa Laura Mangione
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco la sua preoccupazione e posso immaginare quanto sia difficile vedere suo figlio triste e solo. In questi casi, potrebbe essere utile provare a creare uno spazio di ascolto aperto, magari dicendogli qualcosa come "Mi sembra che tu stia attraversando un periodo difficile, vuoi parlarne?" cercando di ascoltarlo senza giudicare o offrire soluzioni immediate. Può essere utile osservare se ci sono cambiamenti significativi nel suo comportamento, come l’isolamento o la perdita di interesse verso cose che prima gli piacevano, perché questi potrebbero indicare un malessere più profondo. Forse potrebbe essere utile non solo offrire a suo figlio la possibilità di parlare con uno psicoterapeuta, ma considerare anche per lei stessa un supporto professionale. A volte, parlare con qualcuno che ci ascolti senza giudizi può aiutarci a gestire meglio le nostre preoccupazioni, a trovare nuovi modi per sostenere chi amiamo e a ritrovare un po’ di serenità in questo momento complicato. Entrambi potreste trarne beneficio e scoprire strumenti utili per affrontare insieme questa fase delicata.
Dott.ssa Floriana Cappelletti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Latina
Gentile utente, comprendo perfettamente lo stato di preoccupazione per suo figlio e la ringrazio di averlo condiviso. Volevo chiederLe, quali altre manifestazioni o comportamenti stanno caratterizzando suo figlio in questo momento e da quanto tempo si protrae questa situazione? Sicuramente il primo passo per poterlo aiutare è quello di stargli accanto il più possibile, indirizzandolo verso un ascolto terapeutico che possa supportarlo in un momento di fragilità come quello che ha succintamente descritto. Infatti, attraverso un percorso di psicoterapia, sarà possibile approfondire e contenere tali fragilità, per lavorarle insieme nel setting e trasformarle in potenziali risorse.
In base a quanto descritto, non è chiaro inoltre se vi è un quadro di difficoltà tale da dover richiedere anche il parere di uno specialista che possa seguirlo farmacologicamente.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento. Le porgo i miei auguri per Suo figlio,
cordialmente Floriana Cappelletti
Dott.ssa Lo Nigro Roberta
Psicologo clinico, Psicologo
Gela
Affidati ad uno specialista per riuscire a capire questo malessere emotivo!
Dott.ssa Irene Ferrara
Psicologo
San Martino Buon Albergo
Buongiorno, comprendo la sua sofferenza di vedere suo figlio in un momento di difficoltà e di pensare di non avere strategie per aiutarlo. Sicuramente suo figlio ora è un giovane adulto e starà affrontando delle sfide personali con tutte le risorse che ha. Partendo dall'idea che non possiamo sostituirci a lui e sapere cosa pensa o proteggerlo dalle difficoltà, possiamo pensare di fornire comunque uno spazio sicuro e di ascolto empatico e non giudicante, in modo che possa esprimersi se vuole condividere qualcosa. Eventualmente se non si sente di avere strumenti per affrontare questo momento si può intraprendere un proprio percorso personale per trovare strategie per costruire un nuovo rapporto di dialogo maturo con il proprio figlio. Resto a disposizione
Dott.ssa Marta Zanetti
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Gentile, immagino quanto possa essere difficile per un genitore vedere il proprio figlio triste e isolato. Una vicinanza empatica, senza giudizio e che non lo obblighi ad aprirsi, potrebbe essere un primo passo. Potrebbe essere utile proporre, con delicatezza, l’idea di rivolgersi a uno psicologo. Può rassicurarlo spiegandogli che non si tratta di avere un “problema”, ma di un’opportunità per affrontare meglio questa fase. Nel dubbio, può essere utile anche per Lei consultare un professionista per capire come supportare suo figlio al meglio in questa difficile fase di vita. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Marta Zanetti
Dott.ssa Laura Mandelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lecco
Gentile genitore, innanzitutto dispiace molto per la sua preoccupazione perché immagino anche il senso di impotenza di fronte alla sofferenza di suo figlio. Già il fatto che lei vede la difficoltà che sta attraversando suo figlio e si attivi per aiutarlo ci dice di quanto suo figlio non sia solo e può contare su una figura importante come lei. Faccia quindi sentire a suo figlio che c'è e provi a proporgli un aiuto con un professionista di fiducia con cui aprirsi per capire cosa sta succedendo. E' sempre stato introverso o si è chiuso in questo periodo? E' successo qualcosa in particolare o non riesce a spiegarsi cosa succede? Potrebbero essere molti i fattori scatenanti (da non sottovalutare il passaggio di vita che sta facendo -21 anni-) e un aiuto professionale potrebbe aiutarlo a ritrovare la serenità. Consiglierei un percorso psicoterapeutico per esplorare lati suo carattere ma anche, più profondamente, la fase di vita che sta attraversando. Un caro saluto
Dott.ssa Laura Mandelli
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Buonasera,
la sua preoccupazione per il benessere di suo figlio è assolutamente comprensibile e merita attenzione. È importante affrontare questa situazione con sensibilità e delicatezza.
In primo luogo, provi a creare un ambiente di ascolto aperto e non giudicante. Cerchi di parlare con suo figlio, esprimendo la sua preoccupazione in modo gentile e chiedendogli come si sente. A volte, sapere che c'è qualcuno disposto ad ascoltare senza giudicare può fare una grande differenza.
Potrebbe anche essere utile incoraggiare suo figlio a mantenere una routine quotidiana regolare, che includa attività fisica, hobby e interessi. Partecipare a gruppi o attività che lo interessano potrebbe aiutarlo a sentirsi meno isolato e a creare nuove connessioni sociali.
Se la tristezza e la solitudine persistono, consideri l'idea di suggerire un consulto con un professionista della salute mentale. Uno psicoterapeuta può aiutare suo figlio a esplorare le cause dei suoi sentimenti e a sviluppare strategie per affrontarli.
Infine, continui a offrirgli il suo sostegno e la sua comprensione. La sua presenza amorevole può essere un grande conforto in momenti difficili.
Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.
Cordiali saluti.
Dott. Febbraro Jacopo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Beh innanzitutto cercare di capire cosa ha portato a farlo chiudere così tanto. Di fronte alle difficoltà di un figlio è chiaro che la sofferenza sia tanta e anche sperimentare impotenza potrebbe essere normale. In questo senso applicare il proprio ruolo e funzione da genitore è sicuramente l'unica cosa da poter fare in questi casi, ma anche la più significativa. Un genitore si prende cura del proprio figlio, lo protegge, cerca di dargli affetto quanto più possibile. Agire in questo modo, essendo presente, è quel che può fare, accettando che però tutto dipende solo ed esclusivamente dalla sua volontà di essere aiutato.
Dott.ssa Martina Giordano
Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera
Percepisco la tua preoccupazione. Molto spesso, la tristezza e la solitudine possono essere segnali di disagio emotivo, come ansia o depressione. È importante che tuo figlio si senta compreso e supportato. Prova ad avvicinarti a lui con empatia, senza giudicarlo, e a incoraggiarlo a parlare dei suoi sentimenti e di ciò che sta vivendo. Se la tristezza persiste, potrebbe essere utile suggerirgli di parlare con uno psicologo, che può aiutarlo a esplorare le cause del suo malessere e a trovare strategie per affrontarlo. Offrigli il tuo supporto nel cercare aiuto professionale, ma rispetta i suoi tempi.
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, grazie per la condivisione.
Può supportare suo figlio nella scelta di un percorso di sostegno psicologico, così da potersi prendere cura del suo stato di malessere.
Qualora volesse suo figlio, io sono disponibile
A presto
VB
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Capisco la sua preoccupazione. Quando un figlio manifesta tristezza persistente e tendenza all'isolamento, è importante offrire innanzitutto supporto emotivo, facendogli sapere che non è solo e che può contare su di lei. Può essere utile cercare di aprire un dialogo con lui, in modo non giudicante, chiedendogli come si sente e ascoltandolo con empatia.
Tuttavia, se questa situazione persiste o sembra peggiorare, potrebbe essere indicativo di un disagio più profondo. In questi casi, incoraggiare suo figlio a confrontarsi con uno specialista, come uno psicologo o psicoterapeuta, è fondamentale. Un professionista può aiutarlo a comprendere le cause del suo malessere e offrirgli strumenti per affrontarlo.
Rivolgersi a uno specialista non è solo utile, ma consigliato, per garantire il benessere emotivo e psicologico di suo figlio.

Dott.ssa Silvia Parisi, Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace molto sentire che tuo figlio sta attraversando un momento difficile. La tristezza e la solitudine possono essere segnali di sofferenza emotiva, e la tua preoccupazione è comprensibile. Un primo passo importante potrebbe essere parlarne apertamente con lui, cercando di capire cosa sta vivendo senza giudicare. Potresti anche suggerirgli di cercare supporto tramite uno psicologo, che può aiutarlo a esplorare e gestire le sue emozioni. A volte, sapere che qualcuno è lì per ascoltarlo può fare la differenza. Cercare aiuto è un passo importante.
Dott. Emanuel Casciano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo suo figlio. La tristezza e la solitudine possono avere molte cause e spesso è difficile affrontarle da soli. Fortunatamente suo figlio sembra avere un padre che tiene molto a lui. Le suggerirei, vista proprio la sua iniziativa, di considerare la possibilità di intraprendere una terapia familiare, che potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le dinamiche che potrebbero influenzare il suo stato d'animo ma soprattutto facendo capire a suo figlio che in un percorso del genere non è solo. Approcciare alla terapia con tutti i componenti del nucleo familiare consente infatti di esplorare non solo le difficoltà individuali, ma anche come la famiglia nel suo insieme può contribuire al benessere di ogni membro, alleggerendo il peso e la sofferenza che suo figlio sembra stia portando su di sé. Potrebbe essere utile parlare insieme con un professionista per capire meglio come supportare suo figlio in questo momento delicato. Qualora non l'abbiate ancora fatto resto a disposizione, ricevo in presenza a Roma nel quartiere Mostacciano/Torrino.

Dott. Casciano Emanuel
Dott.ssa Laura Celestini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, non conosco l'entità del malessere di suo figlio ma da quello che scrive credo che abbia bisogno di un supporto. Se non ha intenzione di iniziare un percorso in questo momento le suggerisco di contattare uno psicologo per lei per comprendere se indirettamente può aiutarlo e come gestire la forte preoccupazione di cui parla.
Dr. Isaia Vannini
Psicologo clinico, Psicologo
Calenzano
Buonasera, contattare un esperto per comprendere in maniera più specifica la situazione. Intanto provare a chiedere a suo figlio come si sente ed accogliere la risposta con compassione e senza giudizio. Fargli capire che per qualsiasi cosa lei è disponibile ad aiutarlo e a cercare di capire.
Comprendo la preoccupazione di fronte alla situazione, la solitudine può essere un tema doloroso e difficile da affrontare e vivere.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente capisco perfettamente la sua preoccupazione. È normale voler aiutare il proprio figlio in un momento così delicato. Creare un ambiente dove si senta libero di esprimere quello che prova è fondamentale. Potrebbe essere utile parlargli di un percorso di sostegno psicologico, spiegandogli che uno specialista potrebbe aiutarlo a capire meglio le sue emozioni e a trovare gli strumenti per affrontare le difficoltà. Resto a disposizione. Un caro saluto Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Marica Ierardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera comprendo la sua preoccupazione e il voler aiutare suo figlio a tutti i costi, ma in questa situazione non può che stargli vicino, provare a capire cosa gli sta accadendo e, se non l'avesse ancora fatto, consigliargli di rivolgersi ad un professionista per affrontare questo momento difficile e poter riprendere il suo naturale percorso di crescita. Saluti!
Dott.ssa Valentina Tramacere
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Treviso
È comprensibile che tu sia preoccupato per tuo figlio. La cosa più importante è comunicare con lui in modo aperto e non giudicante. Prova a chiedergli come si sente e se c’è qualcosa di specifico che lo preoccupa. Offrigli il tuo supporto e incoraggialo a parlare con un professionista, come uno psicologo, che può aiutarlo a esplorare le sue emozioni e a trovare strategie per affrontare la tristezza e la solitudine. Mostrargli che sei lì per lui può fare una grande differenza.
Dott.ssa Paola Marinelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Tivoli
Buonasera, purtroppo, se non parte da lui la scelta della terapia psicologica, non si può fare molto, dato che è maggiorenne. Sicuramente gliela può suggerire come occasione per capire che direzione dare alla sua vita..un saluto
Dott.ssa Paola Marinelli
Dott.ssa MONIA MICHELINI
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Nonantola
Buongiorno, da quello che scrive è chiara la tristezza e la solitudine del figlio.
Bisognerebbe però indagare i motivi della sua tristezza, che potrebbero essere chiari a suo figlio ma anche no.
Sicuramente può stargli vicino, fargli sentire tutta la sua volontà di aiutarlo e avere una buona comunicazione.
Probabilmente sarebbe indicato un sostegno psicologico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco la sua preoccupazione; vedere un figlio triste e isolato può essere molto difficile per un genitore. Il primo passo è cercare di aprire un dialogo con lui, in un momento tranquillo, mostrando disponibilità e ascolto senza giudizio. Potrebbe dirgli, ad esempio, che ha notato il suo stato d’animo e che è lì per lui, se vuole parlarne. È importante evitare pressioni, ma fargli sapere che non è solo e che chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza. Se il suo stato d'animo persiste o peggiora, potrebbe essere utile incoraggiarlo a rivolgersi a uno psicologo. Un professionista può aiutarlo a comprendere meglio le sue emozioni, individuare le cause del suo disagio e lavorare su strategie per stare meglio.
Dott.ssa Arianna Marzella
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Udine
Buongiorno, anche suo figlio è preoccupato per questa solitudine e tristezza? Quello che può fare da genitore è di farlo sentire accolto e al sicuro, magari proporre attività che lo coinvolgano in famiglia o persone che possano integrarlo. Se sarà lui a chiedere un supporto si potrà intraprendere un percorso psicologico. Resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Marzella
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso questa sua preoccupazione, che dimostra quanto tenga al benessere di suo figlio. Vedere un figlio triste e solo è sicuramente difficile, ma ci sono modi per sostenerlo e aiutarlo a superare questo momento. Innanzitutto, è importante creare uno spazio in cui suo figlio si senta accolto e libero di esprimere ciò che prova, senza sentirsi giudicato. Può iniziare con una conversazione sincera e tranquilla, chiedendogli come si sente e ascoltandolo con empatia. A volte, sapere che qualcuno è pronto ad ascoltare può fare una grande differenza. Inoltre, potrebbe essere utile incoraggiarlo a connettersi con altre persone. Questo non significa forzarlo, ma magari proporgli attività che gli interessano o coinvolgerlo in contesti in cui potrebbe incontrare coetanei, come corsi, sport o associazioni. Avere un motivo per uscire e interagire può aiutarlo a sentirsi meno isolato. Se nota che la sua tristezza persiste o che il suo isolamento si aggrava, sarebbe importante proporgli di parlare con uno psicologo. Un professionista può aiutarlo a comprendere meglio ciò che sta vivendo, a individuare eventuali cause sottostanti e a sviluppare strategie per stare meglio. Spesso, i giovani esitano a chiedere aiuto, ma sapere che ha il suo supporto potrebbe renderlo più propenso a considerare questa possibilità. Infine, tenga presente che anche piccoli gesti quotidiani, come condividere momenti piacevoli insieme, possono aiutare suo figlio a sentirsi meno solo e più sostenuto in questo momento difficile. Se volesse ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarmi. Cordialmente,
Dott.ssa Flavia Maria Longo
Neuropsicologo, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Capisco la sua preoccupazione per suo figlio. La tristezza e l’isolamento nei giovani possono essere segnali di disagio emotivo, e intervenire tempestivamente può fare una grande differenza. La cosa più importante che può fare come genitore è offrirgli ascolto, comprensione e il supporto giusto.

Cosa potrebbe causare la tristezza e l’isolamento?
Stress emotivo o ansia: La pressione per costruire il proprio futuro, difficoltà nelle relazioni o in ambito scolastico/lavorativo possono influire sul suo stato d’animo.
Calo dell’autostima: Se si sente insicuro o inadeguato, potrebbe evitare il contatto sociale per paura di essere giudicato.
Depressione: Sentirsi sempre triste e solo potrebbe essere un segnale di un disagio più profondo, come un possibile episodio depressivo.
Bisogno di connessione: A volte, la solitudine nasce da difficoltà a creare o mantenere legami sociali.
Come può aiutarlo?
Offrirgli ascolto e supporto:

Parli con lui in modo aperto, senza giudicarlo, per capire come si sente e cosa lo preoccupa. Anche semplici domande come “Come stai davvero?” possono aprire un dialogo.
Mostri empatia e rassicurazione: gli faccia capire che non è solo e che può contare su di lei.
Incoraggiarlo a chiedere aiuto:

Gli suggerisca di parlare con un professionista, come uno psicologo, per esplorare i suoi sentimenti e trovare strategie per affrontarli.
Spieghi che cercare aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo importante per stare meglio.
Offrirgli opportunità di connessione:

Lo incoraggi a partecipare a attività o gruppi che lo interessano, dove possa socializzare in modo naturale.
Proponga attività da fare insieme, come passeggiate o hobby condivisi, per rafforzare il vostro legame.
Invito a una consulenza
Se lo desidera, possiamo fissare una consulenza psicologica per esplorare insieme come supportare suo figlio. Durante l’incontro:

Analizzeremo le possibili cause del suo disagio emotivo.
Identificheremo strategie per migliorare il suo stato d’animo e aiutarlo a ritrovare fiducia in sé stesso.
Lavoreremo per costruire un piano personalizzato che lo aiuti a uscire dall’isolamento e a vivere con maggiore serenità.
Non esiti a contattarmi: sono qui per supportare lei e suo figlio in questo percorso. Con il giusto aiuto, è possibile superare questo momento difficile.
Salve, le consiglio di trovare un momento tranquillo per parlare con lui in modo empatico e senza giudizio, così da capire che questo suo stato d'animo origini da qualcosa di specifico. Si ponga nei suoi confronti con atteggiamento supportivo e comprensivo. Se il malessere di suo figlio le sembra non subire modifiche o peggiorare, valuti insieme a lui l'idea di rivolgersi ad uno psicologo.
Dott.ssa Melania Freni
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Buonasera, capisco perfettamente la sua preoccupazione. La tristezza e la solitudine di un figlio sono un dolore per ogni genitore. È importante sapere che non è solo e che ci sono risorse e aiuti disponibili. La tristezza e la solitudine prolungata in un giovane adulto possono essere segnali di diverse problematiche, tra cui depressione, ansia sociale o difficoltà relazionali. A volte, possono anche essere legate a eventi di vita stressanti o cambiamenti importanti. Vorrei sottolineare l'importanza di non sottovalutare la situazione. Se la tristezza e la solitudine di vostro figlio persistono o peggiorano, è fondamentale consultare un medico o uno specialista per escludere eventuali cause mediche o psichiatriche.
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
caro genitore,
le rispondo brevemente, poiché la sua domanda è stringente e non ha aggiunto particolari che aiutino a capire meglio la situazione: se suo figlio non chiede o non vuole aiuto psicologico, potrebbe lei in primis accedere ad uno spazio di sostegno genitoriale individuale o di coppia (se anche la madre è presente e disponibile): in tale luogo potrà sicuramente lavorare più efficacemente per avere strumenti utili che la aiutino ad aiutare suo figlio.
Saluti

Dott.ssa Irini Tikhonova
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, capisco la Sua preoccupazione, ed è naturale voler aiutare un figlio quando lo si vede triste e isolato. Il fatto che Lei si stia ponendo questa domanda dimostra quanto tenga al suo benessere, ed è già un primo passo importante.

Le cause di uno stato di tristezza prolungata possono essere molteplici e vanno esplorate con delicatezza. Potrebbe trattarsi di un momento di difficoltà legato alla crescita, alle relazioni sociali, allo studio o al lavoro, ma in alcuni casi può esserci anche una componente emotiva più profonda che merita attenzione.

Come può aiutarlo:

- Ascolto e vicinanza: si assicuri che sappia di poter contare su di Lei, senza forzarlo a parlare, ma mostrandosi disponibile quando ne avrà bisogno;

- Osservazione dei segnali: se nota un ritiro sociale prolungato, cambiamenti nel sonno, nell’appetito o nella motivazione, potrebbe essere utile approfondire la situazione;

- Coinvolgimento in attività: a volte, proporre piccole attività insieme può aiutarlo a sentirsi meno solo, senza dover necessariamente affrontare subito il problema in modo diretto;

- Valutare un supporto psicologico: se la tristezza persiste e influisce sul suo benessere quotidiano, potrebbe essere utile proporgli di parlare con uno specialista.

Considerando l’età delicata, è importante che la richiesta di aiuto arrivi direttamente da lui, senza sentirsi forzato, rispettando la sua personalità e riservatezza. Se ciò non fosse possibile, può essere utile anche per Lei avere un supporto per comprendere meglio come gestire la situazione e accompagnarlo nel modo più adeguato.
Può rivolgersi al medico di base o all’ASL di appartenenza per ottenere qualche nominativo di professionisti o gruppi di supporto sul territorio. Se preferisce, può anche rivolgersi privatamente a uno specialista; è importante che in questa fase abbia un punto di riferimento di fiducia.

Le auguro che la situazione possa migliorare al più presto e che Suo figlio possa ritrovare serenità e benessere, permettendoLe di sentirsi più tranquillo.

Un caro saluto,
Dott.ssa Irini Tikhonova
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, comprendo la preoccupazione di genitore. Può suggerirgli di rivolgersi ad un/a psicoterapeuta, o andare tutta la famiglia insieme magari, anche se la scelta di iniziare un percorso, o comunque di parteciparvi, ad ogni modo è comunque di suo figlio.
Un saluto
Dott.ssa Francesca Bucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, mi dispiace molto sentire che suo figlio sta attraversando un momento difficile. La tristezza e la solitudine sono emozioni complesse, soprattutto in una fase di crescita e ricerca di sé. È molto positivo che Lei desideri aiutarlo. Può essere utile ascoltarlo senza giudicarlo, creando uno spazio sicuro in cui si senta libero di esprimere le sue emozioni. Se la situazione persiste, potrebbe essere importante suggerirgli di intraprendere un percorso psicologico, che può aiutarlo a esplorare le cause della sua tristezza e a gestire meglio le sue emozioni. Inoltre, incoraggiarlo a partecipare a nuove attività sociali potrebbe aiutarlo a sentirsi meno solo. La pazienza e il supporto costante sono essenziali in questi momenti. Se desidera approfondire o discutere ulteriormente, sono a disposizione per aiutarlo nel percorso di miglioramento.
Dott.ssa Ambra Assunta Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera, riflettendo attentamente sui sintomi da lei riportai potrebbe trattarsi di un episodio depressivo o ansioso. L'ansia e la depressione possono essere trattate correttamente durante un percorso psicologico.
Dott.ssa Federica Palazzetti
Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno,
Potrebbe essere utile affidarsi ad uno psicologo/psichiatra/psicoterapeuta per cercare di capire quali sono i motivi che inducono suo figlio a sentirsi triste e ad isolarsi. Potrebbe sembrare paradossale perché lei potrebbe pensare “se non parla con noi della famiglia perché dovrebbe parlare con uno sconosciuto?”, e invece spesso tendiamo a sentirci molto più liberi a parlare con un estraneo. Il mio consiglio dunque è quello di affidare suo figlio alle cure di un terapeuta con cui suo figlio possa aprirsi e con cui insieme possano lavorare per cercare di migliorare il suo stato dell’umore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Buonasera, mi dispiace molto se suo figlio sta passando questo momento difficile. E' per questo motivo che è importante agire con sensibilità e attenzione per aiutarlo a superare la tristezza e la solitudine.
Oltre a supportarlo e a stargli vicino come genitore, con pazienza e comprensione (aspetto fondamentale), ha pensato eventualmente di proporre a suo figlio di rivolgersi ad un/una psicologo/a per una consulenza psicologica? Sarebbe utile per supportarlo emotivamente tramite una figura professionale
Dott. Gianluca Ostuni
Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno e grazie di aver posto la sua domanda. Sta parlando di una situazione che sembra molto importante, però ha descritto pochi dettagli. Sulla base di quello che leggo, le consiglio di invitare suo figlio a prendere contatti con uno psicoterapeuta o uno psicologo, per iniziare a comprendere meglio cosa sta vivendo.
Dott.ssa Arianna Forcelli
Psicologo, Neuropsicologo
Forlì
Salve,
capisco la preoccupazione per il benessere di suo figlio. È importante affrontare questa situazione con attenzione e supporto. Un primo passo significativo è parlare con suo figlio in modo aperto e ascoltarlo attentamente per comprendere meglio i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni.

Incoraggiarlo a partecipare a attività sociali, sportive o culturali può aiutarlo a costruire nuove amicizie e a sentirsi meno isolato. Inoltre, può essere utile rivolgersi a uno psicologo, che potrà supportare suo figlio nel gestire le sue emozioni e sviluppare strategie per affrontare la tristezza.
Affrontare insieme questi momenti difficili può fare una grande differenza nel benessere di suo figlio.
Resto a disposizione.

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