Mi sono state diagnosticate numerose cheratosi seborroiche di cuoio capelluto, tronco ed arti. In p
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Mi sono state diagnosticate numerose cheratosi seborroiche di cuoio capelluto, tronco ed arti.
In particolare, una cheratosi seborroica gigante sulla fronte, a rilievo, molto brutta a vedersi, che si è ingrandita nel corso di 20 anni, da meno di un mese ha iniziato a perdere frammenti per piccoli traumi involontari (ad es. girandomi nel letto o indossando berretti).
A volte trovo tracce di sangue vivo sul cuscino e frammenti di cheratosi che si staccano lungo la periferia che risulta rialzata; sulla pelle si sono formate di conseguenza piccole escoriazioni. La pelle dove c'era la parte staccata di cheratosi risulta arrossata e più scurita rispetto alla zona intorno. Ho conservato un frammento per eventuali esami istologici.
Il medico di base mi ha inviato dal dermatologo e raccomandato di non espormi al sole. All'ASL e ad un Policlinico della mia città mi hanno riferito che non possono seguirmi perché si tratterebbe, a loro giudizio, di una questione “estetica” e mi hanno abbandonato al mio destino. Il frammento di cheratosi nessuno l'ha voluto vedere.
Sono quindi andato da un dermatologo privato, il quale mi ha inviato ad un altro Policlinico per trattare la cheratosi. Nel frattempo la cheratosi continuava a staccarsi e la cute a sanguinare. A quest'altro policlinico hanno diagnosticato: “cheratosi seborroica della regione frontale. E' possibile l'asportazione per motivi estetici/funzionali dal proprio dermatologo di riferimento del territorio”. In sostanza, se ne sono lavate le mani e mi hanno rimandato dal dermatologo privato che mi aveva inviato da loro. Ritornato da quest'ultimo, mi ha riferito che non opera, e mi ha liquidato dicendomi di rivolgermi ad un chirurgo.
Da profano, mi pare ragionevole affidarmi ad un chirurgo specializzato, data la particolare evidenza sulla fronte ed il rischio di cicatrici.
Ho già avuto una brutta esperienza anni fa, quando mi asportarono una cisti sebacea sottocutanea di < 2 cm, lasciandomi una orribile cicatrice a spina di pesce di 15 cm, con una ventina di punti di sutura, che tra l'altro mi provoca ancora problemi di prurito e di fastidi, sicuramente maggiori alla cisti, oltre al danno estetico di cui non fui informato preventivamente.
Data l'urgenza, vorrei evitare di trovarmi di fronte ad un nuovo diniego, magari perché “non operano”, come già mi è capitato. Ora mi trovo nell'assurda situazione per un profano di scegliere il tipo di tecnica chirurgica che garantisca o mitighi la possibilità di arrecare danni estetici e non solo. Una volta stabilita la tecnica, dovrò trovarmi un chirurgo/dermatologo che operi con tale tecnica, sempre che la cheratosi nel frattempo non si stacchi completamente con i connessi, come le eventuali cicatrici traumatiche od infezioni. Probabilmente dovrò trovarmi anche un neurologo o uno psicologo per curarmi la psicopatologia iatrogena reattiva da stress che mi stanno ingenerando con questi assurdi scaricabarile.
Mi hanno riferito, infatti, che esistono varie metodiche, dalla crioterapia, al laser co2, plexer, curettage, ecc... .
La domanda: data la situazione esposta, nonché i problemi psicologici connessi alla particolare evidenza della cheratosi in oggetto, quale tecnica è più indicata per l'auspicata asportazione?
Ringrazio anticipatamente per graditi riscontri, scusandomi per le involontarie inesattezze scientifiche della mia esposizione, e rendendomi conto dei limiti di una valutazione a distanza.
In particolare, una cheratosi seborroica gigante sulla fronte, a rilievo, molto brutta a vedersi, che si è ingrandita nel corso di 20 anni, da meno di un mese ha iniziato a perdere frammenti per piccoli traumi involontari (ad es. girandomi nel letto o indossando berretti).
A volte trovo tracce di sangue vivo sul cuscino e frammenti di cheratosi che si staccano lungo la periferia che risulta rialzata; sulla pelle si sono formate di conseguenza piccole escoriazioni. La pelle dove c'era la parte staccata di cheratosi risulta arrossata e più scurita rispetto alla zona intorno. Ho conservato un frammento per eventuali esami istologici.
Il medico di base mi ha inviato dal dermatologo e raccomandato di non espormi al sole. All'ASL e ad un Policlinico della mia città mi hanno riferito che non possono seguirmi perché si tratterebbe, a loro giudizio, di una questione “estetica” e mi hanno abbandonato al mio destino. Il frammento di cheratosi nessuno l'ha voluto vedere.
Sono quindi andato da un dermatologo privato, il quale mi ha inviato ad un altro Policlinico per trattare la cheratosi. Nel frattempo la cheratosi continuava a staccarsi e la cute a sanguinare. A quest'altro policlinico hanno diagnosticato: “cheratosi seborroica della regione frontale. E' possibile l'asportazione per motivi estetici/funzionali dal proprio dermatologo di riferimento del territorio”. In sostanza, se ne sono lavate le mani e mi hanno rimandato dal dermatologo privato che mi aveva inviato da loro. Ritornato da quest'ultimo, mi ha riferito che non opera, e mi ha liquidato dicendomi di rivolgermi ad un chirurgo.
Da profano, mi pare ragionevole affidarmi ad un chirurgo specializzato, data la particolare evidenza sulla fronte ed il rischio di cicatrici.
Ho già avuto una brutta esperienza anni fa, quando mi asportarono una cisti sebacea sottocutanea di < 2 cm, lasciandomi una orribile cicatrice a spina di pesce di 15 cm, con una ventina di punti di sutura, che tra l'altro mi provoca ancora problemi di prurito e di fastidi, sicuramente maggiori alla cisti, oltre al danno estetico di cui non fui informato preventivamente.
Data l'urgenza, vorrei evitare di trovarmi di fronte ad un nuovo diniego, magari perché “non operano”, come già mi è capitato. Ora mi trovo nell'assurda situazione per un profano di scegliere il tipo di tecnica chirurgica che garantisca o mitighi la possibilità di arrecare danni estetici e non solo. Una volta stabilita la tecnica, dovrò trovarmi un chirurgo/dermatologo che operi con tale tecnica, sempre che la cheratosi nel frattempo non si stacchi completamente con i connessi, come le eventuali cicatrici traumatiche od infezioni. Probabilmente dovrò trovarmi anche un neurologo o uno psicologo per curarmi la psicopatologia iatrogena reattiva da stress che mi stanno ingenerando con questi assurdi scaricabarile.
Mi hanno riferito, infatti, che esistono varie metodiche, dalla crioterapia, al laser co2, plexer, curettage, ecc... .
La domanda: data la situazione esposta, nonché i problemi psicologici connessi alla particolare evidenza della cheratosi in oggetto, quale tecnica è più indicata per l'auspicata asportazione?
Ringrazio anticipatamente per graditi riscontri, scusandomi per le involontarie inesattezze scientifiche della mia esposizione, e rendendomi conto dei limiti di una valutazione a distanza.
Buonasera, innanzitutto vorrei tranquillizzarla sulla patologia in essere, le cheratosi seborroiche sono comuni lesioni benigne molto frequenti, facilmente diagnosticatili clinicamente ( per questo i colleghi non hanno voluto il frammento per analizzarlo).
Si asportano, come precisato dai colleghi, principalmente per problemi estetici oppure perché accidentalmente traumatizzate. Il loro parziale distacco, comunque non comporta alcuna conseguenza, basterà applicare una crema antibiotica per qualche gg e/o coprirle con cerotto e guariranno, scongiurando eventuali sovrainfezioni o altri traumi.
Normalmente vengono rapidamente rimosse con le tecniche da lei citate, tutte valide, eviterei eventualmente la crioterapia perché più sorpassata e a maggior rischio di esiti discromici.
Cordiali saluti
Si asportano, come precisato dai colleghi, principalmente per problemi estetici oppure perché accidentalmente traumatizzate. Il loro parziale distacco, comunque non comporta alcuna conseguenza, basterà applicare una crema antibiotica per qualche gg e/o coprirle con cerotto e guariranno, scongiurando eventuali sovrainfezioni o altri traumi.
Normalmente vengono rapidamente rimosse con le tecniche da lei citate, tutte valide, eviterei eventualmente la crioterapia perché più sorpassata e a maggior rischio di esiti discromici.
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