Mi rivolgo a voi allo scopo di sottoporvi una condizione personale che mi sta provocando molto disag

17 risposte
Mi rivolgo a voi allo scopo di sottoporvi una condizione personale che mi sta provocando molto disagio e sofferenza, e alla quale non riesco a dare una spiegazione che mi possa schiarire le idee una volta per tutte.
Premetto di avere 42 anni e di essere single, non sono mai stato sposato e non ho figli. Da circa tre mesi sono stato trasferito per motivi di lavoro e nel nuovo ufficio ho conosciuto una collega, anche lei single, la quale ha attirato il mio interesse sin da subito, propio "a pelle", non un interesse fisico ma emotivo. Inizialmente ho instaurato un rapporto abbastanza formale con la collega, non mi sono mai sbilanciato piu del dovuto...qualche battuta ogni tanto, qualche mio invito a cena non accolto, insomma un rapporto di colleganza dove certamente lei ha capito che io nutrivo qualche interesse nei suoi confronti, ma non mi sono mai esposto più di tanto e ho sempre mantenuto una condotta molto equilibrata, dentro di me invece la situazione era molto diversa...mi sentivo come se andassi sulle montagne russe a occhi chiusi.
Successivamente la collega mi ha chiesto di lavorare con lei per un progetto aziendale e da quel momento abbiamo lavorato gomito a gomito per circa tre settimane di fila. Durante quest'ultimo periodo ci siamo avvicinati molto e in alcune occasioni ho avuto la sensazione che lei si stesse affezionando a me. Tra di noi non c'è mai stato nulla di fisico ma solo un avvicinamento emotivo.
Proprio in queste ultime circostanze, invece di provare piacere e felicità per il suo avvicinamento, ho provato una forte sensazione di costrizione e angoscia, sentivo come un peso vibrante al centro del petto che non era per niente piacevole.
Successivamente sono stato in ferie per una settimana durante la quale non ci siamo proprio sentiti e per questo motivo ho provato delle sensazioni di svuotamento e di mancanza. Ho sperato che lei si facesse sentire ma purtroppo non è stato così. L'unica cosa che ho sentito è la mia impotenza di fronte a questa situazione che praticamente mi blocca e mi fa stare male. Praticamente passo da momenti di forte desiderio a sensazioni di quasi repulsione per la stessa persona, ma fondamentalmente mi manca sempre e anche molto.
Adesso io mi chiedo e vi chiedo come posso gestire al meglio queste circostanze anche in considerazione del fatto che ho paura di fare passi falsi e oltretutto lavoriamo nello stesso ufficio. Aiuto!

Ringrazio anticipatamente tutti i medici che mi aiuteranno a fare un pò di chiarezza.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, le suggerisco un percorso di psicoterapia individuale, che potrebbe aiutarla a comprendere e gestire gli stati d'animo relativi a questa situazione e nei confronti di questa persona che, sicuramente, non la lascia indifferente.

Cordiali saluti
Gentile utente,
Capisco bene quanto possa essere difficile vivere questa situazione, che mescola sentimenti intensi e contrastanti. Da quello che racconta, sembra che ci sia una forte componente emotiva nel suo interesse per questa collega, ma allo stesso tempo qualcosa la blocca, facendole provare ansia e disagio.

Questa alternanza tra desiderio e sensazioni negative come costrizione e angoscia potrebbe essere legata a una serie di fattori, inclusa la paura di esporsi troppo, di essere vulnerabile o di vedere rovinata una dinamica che, per certi aspetti, potrebbe sembrare più sicura mantenendo una certa distanza. È possibile che il fatto di lavorare insieme aggiunga un livello di pressione che le complica ancora di più la gestione emotiva.

Una chiave importante per affrontare questa situazione potrebbe essere esplorare meglio la natura di queste emozioni. Potrebbe trattarsi di un misto tra il desiderio di connessione e una paura profonda di lasciarsi andare completamente, che a volte emerge quando i legami diventano più intimi. Inoltre, la preoccupazione per il contesto lavorativo e il timore di "fare passi falsi" sono assolutamente comprensibili, specialmente quando la relazione riguarda un collega con cui si deve mantenere una certa professionalità.

Potrebbe aiutarla prendersi del tempo per riflettere su ciò che davvero desidera e cosa la spaventa in questa dinamica. Parlare con uno psicologo o un terapeuta potrebbe darle l'opportunità di esplorare meglio questi vissuti e capire come affrontarli in maniera costruttiva, senza lasciarsi sopraffare da queste emozioni.

In ogni caso, non è necessario avere subito tutte le risposte. Il percorso per gestire meglio questa situazione potrebbe iniziare semplicemente accettando che è normale provare emozioni complesse in un contesto del genere, e darsi il tempo di capire cosa sia meglio per lei.
Gentile utente, il mondo emotivo ci gioca brutti scherzi e come lei sottolinea c'è un fuori contenuto e e un dentro di montagne russe. Poi ci sono i meccanismi di difesa, che scattano quando le emozioni sono molto intense.Comprendo che per lei è una situazione delicata in quanto la collega è nello stesso ufficio. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico in cui fare "i conti" con il suo mondo emozionale, con la sua storia personale in termini di vita affettiva. Sarà una dimensione da scoprire che la appassionerà. e le fornirà degli strumenti per gestire la situazione amorosa. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, lei narra un bel cambiamento che merita un valido accompagnamento. provi a fare un percorso, solo in questo modo scoprirà tanti meccanismi suoi interni e tante strade
saluti
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Gentile utente, la comprendo e apprezzo la sua apertura nel condividere una situazione così complessa, specialmente perché coinvolge sia la sfera emotiva che professionale. Le sue emozioni contrastanti, tra attrazione e disagio, possono indicare un conflitto interiore che merita attenzione. È possibile che questa difficoltà nel gestire il coinvolgimento emotivo sia legata a esperienze precedenti o alla paura di perdere il controllo della situazione. Per gestire al meglio questo momento, le suggerisco di mantenere un approccio professionale sul lavoro e di non prendere decisioni affrettate. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza su questi sentimenti e a trovare un equilibrio tra la sua vita emotiva e quella professionale. Resto a disposizione, anche online, per ulteriori chiarimenti. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Gentile utente, una psicoterapia potrebbe aiutarla a capire meglio le dinamiche interne e a sostenerla nel cambiamento. Cordialmente, GDV
Gentile utente di mio dottore,

lei qui porta un tema molto importante che ha a che fare con la difficoltà di esporsi nelle relazioni e di manifestare un proprio interesse o i propri sentimenti. Il fatto che sia un uomo adulto e che non abbia avuto ancora modo di avere una relazione seria al punto tale da averla portata ad avere dei figli potrebbe aver avuto a che fare con queste sue difficoltà. Gli aspetti qui riportati meriterebbero di esser sviscerati e meglio esplorati un contesto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Valuti la possibilità di lavorar su di sé e di chiedere aiuto ad uno specialista, potrebbe guidarla nel trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno questa ambivalenza che avverte a livello emotivo può essere determinata da un movimento interno che la fa oscillare tra il desiderio e il piacere di stare con la sua collega, e qualcosa che la porta ad allontanarsi, potrebbe essere paura di impegnarsi in una relazione, di essere rifiutato, di esporsi emotivamente, di mischiare due ambiti della sua persona ossia quello professionale e quello sentimentale, potremmo fare ancora tante ipotesi. Se desidera capire meglio il suo funzionamento sarebbe utile iniziare un percorso di terapia. Buona giornata
Salve. Credo che la situazione che sta vivendo sia un'ottima occasione per prendersi cura della sua emotività, del suo bisogno di trovare una persona al suo fianco e dei motivi per cui fino ad oggi questo non è stato possibile
Per fare questo c'è bisogno che lei elabori una richiesta di aiuto.
Resto a disposizione, mi contatti se decide di farsi carico della sua situazione.
Salve, innamorarsi significa esporsi anche a vecchie dinamiche infantili. Non sa se la collega possa provare qualcosa di analogo e adesso lei si trova a cavallo tra il desiderio di esporsi e la paura di rimanere annichilito da un potenziale rifiuto.
La paura di amare e di essere riamato per
chi la prova deve prima o poi trovare ragione in un cambiamento di tali convinzioni.
Lo stravolgimento delle prospettive potrebbe essere accompagnato in un percorso psicoterapeutico di trasformazione profonda.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, come in molte situazioni che affrontiamo non è una questione di giusto o sbagliato ma di cosa lei riterrà di fare rispetto alla situazione, a quello che prova, alla sua personalità ed ai suoi bisogni. Difficile darle un consiglio diretto, non sarebbe professionale e non sarebbe espressione della sua volontà. Potrebbe intraprendere un percorso terapeutico per riflettere maggiormente sulle sue paure ed i suoi blocchi e ragionare in modo approfondito sulle scelte ed i comportamenti da tenere.
Gentile utente, provare sensazioni così intense e forti può creare turbamento. Oltretutto mi sembra di comprendere che per lei queste sensazioni sia nuove e sconosciute. Si è chiesto come mai la vicinanza la spaventa? Cosa accadeva dentro di lei e nella sua mente quando la collega le stava così vicino? Tale disagio nella vicinanza potrebbe avere diverse spiegazioni, ma non conoscendo il suo caso a pieno non è possibile individuare le possibili origini. Inoltre la sua preoccupazione di vicinanza e poi alternata ad una profonda mancanza. Anche in questo caso sarebbe interessante poter esplorare i pensieri e le emozioni che si presentano nell'assensa dell'altro.
Comprensibile è inoltre il suo timore di esporsi dato che questa persona è una collega. Tuttavia credo, che prima di riflettere sull'esporsi o mone potrebbe essere interessante per lei prendersi del tempo per capire cosa accade nel suo mondo interno. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Utente, La ringrazio per aver condiviso con noi questa situazione personale e delicata. Capisco che non sia semplice vivere un momento di confusione emotiva. Dalle sue parole emerge una complessa dinamica di attrazione, avvicinamento emotivo e, allo stesso tempo, una reazione di ansia e costrizione che l'ha sorpresa e disorientata. Le emozioni che descrive, il desiderio alternato a momenti di repulsione, il senso di vuoto quando non è in contatto con questa persona, sono segnali importanti che meritano attenzione e approfondimento. È del tutto comprensibile che, in una situazione in cui ci sono anche implicazioni lavorative, lei possa sentire il bisogno di gestire le sue emozioni in modo da evitare errori o incomprensioni. Talvolta, reazioni come quella che descrive possono derivare da fattori interni, come paure o conflitti legati alla vicinanza emotiva, e potrebbe essere utile esplorare queste dinamiche in un percorso di psicoterapia, così da essere supportato nella comprensione e nella gestione. Resto a disposizione laddove ne avesse bisogno.
Cordiali saluti,
Dott. Gianluca Pignatelli
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Dal suo racconto mi sembra di capire che c'è di base una difficoltà relazionale: quando questa persona è lontana (come durante l'ultima settimana di ferie) ne soffre la mancanza, ma quando si avvicina prova angoscia e soffocamento. Per capire meglio quello che le succede ci sarebbe bisogno di contestualizzarlo nella sua storia di vita e relazionale, quello che posso immaginare da qui è che c'è un grande desiderio di contatto che però quando può concretizzarsi spaventa molto, e genera repulsione. Il mio suggerimento è di entrare nel merito di questo con la guida e il supporto di un professionista, che possa aiutarla a capire che cosa la spaventa del contatto e della vicinanza, che possa leggere questo fenomeno dentro la sua storia e aiutarla a dargli un significato, che la aiuti a muoversi da questa situazione. Se avesse domande o dubbi o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Comprendo bene come queste emozioni intense e contrastanti possano generare confusione e incertezza, soprattutto nel contesto lavorativo.

Ci tengo a precisare che non considero questo spazio come il più adatto per fare completa chiarezza, poiché la “gestione” che ricerchi ha inevitabilmente a che fare con la tua biografia, con ciò che desideri e temi, e con sensibilità e credenze che forse sono ancora a un livello di consapevolezza troppo basso per essere chiarite tra questa domanda e risposta.

Ho pensato di offrirti alcune possibili direzioni da esplorare con unǝ psicoterapeutǝ:

1. Riconoscere l’ambivalenza emotiva. È normale provare emozioni contrastanti, soprattutto quando le relazioni nascono in ambienti complessi come quello lavorativo. È utile comprendere come queste emozioni si originano, metterle in dialogo e imparare a gestirle.
2. Riflettere sui tuoi orizzonti. “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, scrive Seneca. La consulenza può essere uno spazio privilegiato per chiarire i tuoi obiettivi e la tua direzione, indispensabili per “gestire al meglio – anche – queste circostanze”.
3. Esplorare nuove possibilità di interazione. Le relazioni non sono qualcosa di “dato”, ma si costruiscono continuamente attraverso le interazioni. Durante la consulenza potresti lavorare sulle tue modalità di interazione e costruirne di nuove.
Buonasera,
mi spiace molto per la situazione che sta vivendo. Da quanto scrive, si sente la sua sofferenza e confusione. Sembra esserci un conflitto emotivo profondo. Da un lato, la forza di un profondo legame emotivo, dall'altro lato, 'l'angoscia e la costrizione' quando si ravvisa la possibilità di essere corrisposto. Tutto questo potrebbe essere originato da una dinamica interna complessa, legata al modo in cui si vivono le relazioni e alla paura di aprirsi, quindi fidarsi e affidarsi a un'altro/a.
Aprirsi a una relazione implica la possibilità di sentirsi 'vulnerabili' laddove l'altro ci dovesse ferire.
Inoltre la possibilità di vivere tutto questo nello stesso contesto lavorativo non semplifica la situazione.
Ritengo che la paura di fare 'passi falsi' sia molto umana e sperimentata da tutti noi in diverse situazioni ma forse fare chiarezza sui propri bisogni emotivi e sulle origini di questi vissuti, potrebbe esserLe utile.
Spero che questo possa esserle d'aiuto.
Le auguro di trovare un pò di serenità necessaria ad affrontare quello che sta accadendo. In fondo, questa situazione, per quanto possa sembrarle dolorosa, è anche un'occasione per imparare a conoscersi meglio e ad affrontare alcuni aspetti della sua vita che, probabilmente, son rimasti irrisolti.
Resto a disposizione, laddove sentisse il bisogno di approfondire.





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