Mi piacerebbe parlare di una situazione in cui mi ritrovo ora all'età di 20 anni . Non è la mia prim
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Mi piacerebbe parlare di una situazione in cui mi ritrovo ora all'età di 20 anni . Non è la mia prima domanda su questo sito, e quasi tutte le domande che faccio si basano quasi sempre sul periodo che sto passando. Ormai sono settimane che mi logoro per sensi di colpa ho avuto molte risposte che mi hanno aiutato quindi spero che lo facciano anche questa volta. Vorrei parlare di una cosa che mi è tornata alla mente ultimamente e che non ha più abbandonato la mia testa. Succedeva ogni tanto quando ero più piccolo avevo circa 16 anni , mentre stavo in una relazione , di praticare autoerotismo su fantasie di ragazze che conoscevo , li si fermavano perché poi non nutrivo nessun interesse per queste ragazze. Ora a distanza di tempo crescendo ho smesso di fare quelle cose e le trovo anche molto brutte e contro tutti i valori che ho. Ora non riesco a togliermi più dalla testa questa cosa perché penso che qualsiasi ragazza lo sapesse non vorrebbe avere a che fare nulla con me. E i sensi di colpa mi logorano .Penso ultimamente, sempre più spesso di avere qualcosa di sbagliato dentro di me ,nonostante cerchi in tutti i modi di non fare male alle altre persone . Nell'ultimo periodo ho avuto sempre più pensieri intrusivi e più non voglio pensare a qualcosa più ci continuo a pensare e la cosa sta diventando insostenibile in piu non riesco a perdonarmi . Sono così spaventato da questi pensieri e sensi di colpa da non voler avere più relazioni amorose per paura che possano succedere le stesse cose e avere ancora più sensi di colpa anche solo per pensieri che passano per la testa a cui non so dare spiegazione logica .
Ti ringrazio per aver condiviso una parte così intima e delicata di te stesso. Voglio innanzitutto dirti che il tuo dolore, i tuoi dubbi e i tuoi sensi di colpa sono validi e importanti. È evidente che sei una persona con una profonda sensibilità e un forte senso di responsabilità verso gli altri, e questo è un valore prezioso. Allo stesso tempo, però, questa stessa sensibilità sembra essere diventata una fonte di sofferenza per te, soprattutto quando si trasforma in un giudizio severo verso te stesso.
Quello che descrivi — i pensieri intrusivi, i sensi di colpa e la difficoltà a lasciar andare ricordi del passato — è qualcosa che può accadere a molte persone, specialmente a chi tende ad avere standard elevati per sé stesso. Vorrei però farti riflettere su alcune cose:
1. **I pensieri non sono azioni**: Quello che hai vissuto a 16 anni non definisce chi sei oggi. Il fatto che ora tu guardi a quelle esperienze con un senso critico dimostra che sei cresciuto, che hai maturato dei valori e che stai cercando di vivere in armonia con essi. Avere delle fantasie, specialmente durante l'adolescenza, è una parte naturale dello sviluppo e non significa che tu abbia fatto del male a qualcuno o che ci sia qualcosa di "sbagliato" dentro di te.
2. **Il peso dei sensi di colpa**: Mi sembra che il tuo senso di colpa stia occupando uno spazio molto grande nella tua mente, quasi come se cercassi di espiare un "errore" che però non corrisponde a una reale colpa. Questo senso di colpa, così forte e persistente, potrebbe essere collegato a una difficoltà a essere compassionevole verso te stesso. Mi piacerebbe invitarti a riflettere su cosa significa per te il perdono: forse hai l'idea che debba essere qualcosa che "si guadagna", mentre in realtà il perdono verso se stessi nasce dall'accettazione dei propri limiti umani.
3. **Pensieri intrusivi**: È importante sapere che i pensieri intrusivi non sono rari, soprattutto in momenti di stress o ansia. Più cerchiamo di combatterli o di scacciarli, più sembrano avere il potere di tornare. Questo non significa che abbiano un significato reale o che rappresentino chi siamo come persone. Al contrario, spesso sono semplicemente frutto della nostra mente che amplifica le nostre paure.
4. **La paura delle relazioni**: La tua paura di entrare in relazioni per evitare futuri sensi di colpa merita attenzione e cura. È come se stessi cercando di proteggerti, ma questa protezione rischia di isolarti e privarti di esperienze che potrebbero invece arricchirti. Sarebbe utile esplorare insieme, con il giusto supporto, cosa significa per te sentirti "degno" di essere amato e come poter costruire relazioni in cui ti senti accettato e sicuro.
Ti invito a vedere il tuo viaggio non come una lotta contro te stesso, ma come un percorso verso una maggiore comprensione e accettazione di chi sei. Parlare con un professionista, come uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarti a fare chiarezza su questi vissuti, affrontare i pensieri intrusivi e lavorare sul perdono di te stesso. Questo spazio può offrirti gli strumenti per accogliere le tue emozioni senza giudizio e per riconoscere che meriti relazioni appaganti e una vita serena.
Tu sei molto più dei tuoi pensieri o dei tuoi errori passati: sei una persona che vuole crescere, migliorare e vivere in armonia con i propri valori. Questo, di per sé, è un grande segno di forza e coraggio.
Quello che descrivi — i pensieri intrusivi, i sensi di colpa e la difficoltà a lasciar andare ricordi del passato — è qualcosa che può accadere a molte persone, specialmente a chi tende ad avere standard elevati per sé stesso. Vorrei però farti riflettere su alcune cose:
1. **I pensieri non sono azioni**: Quello che hai vissuto a 16 anni non definisce chi sei oggi. Il fatto che ora tu guardi a quelle esperienze con un senso critico dimostra che sei cresciuto, che hai maturato dei valori e che stai cercando di vivere in armonia con essi. Avere delle fantasie, specialmente durante l'adolescenza, è una parte naturale dello sviluppo e non significa che tu abbia fatto del male a qualcuno o che ci sia qualcosa di "sbagliato" dentro di te.
2. **Il peso dei sensi di colpa**: Mi sembra che il tuo senso di colpa stia occupando uno spazio molto grande nella tua mente, quasi come se cercassi di espiare un "errore" che però non corrisponde a una reale colpa. Questo senso di colpa, così forte e persistente, potrebbe essere collegato a una difficoltà a essere compassionevole verso te stesso. Mi piacerebbe invitarti a riflettere su cosa significa per te il perdono: forse hai l'idea che debba essere qualcosa che "si guadagna", mentre in realtà il perdono verso se stessi nasce dall'accettazione dei propri limiti umani.
3. **Pensieri intrusivi**: È importante sapere che i pensieri intrusivi non sono rari, soprattutto in momenti di stress o ansia. Più cerchiamo di combatterli o di scacciarli, più sembrano avere il potere di tornare. Questo non significa che abbiano un significato reale o che rappresentino chi siamo come persone. Al contrario, spesso sono semplicemente frutto della nostra mente che amplifica le nostre paure.
4. **La paura delle relazioni**: La tua paura di entrare in relazioni per evitare futuri sensi di colpa merita attenzione e cura. È come se stessi cercando di proteggerti, ma questa protezione rischia di isolarti e privarti di esperienze che potrebbero invece arricchirti. Sarebbe utile esplorare insieme, con il giusto supporto, cosa significa per te sentirti "degno" di essere amato e come poter costruire relazioni in cui ti senti accettato e sicuro.
Ti invito a vedere il tuo viaggio non come una lotta contro te stesso, ma come un percorso verso una maggiore comprensione e accettazione di chi sei. Parlare con un professionista, come uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarti a fare chiarezza su questi vissuti, affrontare i pensieri intrusivi e lavorare sul perdono di te stesso. Questo spazio può offrirti gli strumenti per accogliere le tue emozioni senza giudizio e per riconoscere che meriti relazioni appaganti e una vita serena.
Tu sei molto più dei tuoi pensieri o dei tuoi errori passati: sei una persona che vuole crescere, migliorare e vivere in armonia con i propri valori. Questo, di per sé, è un grande segno di forza e coraggio.
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Grazie per la sua condivisione, spero che anche stavolta possa trarre giovamento dalle risposte che riceve.
Capisco quanto la situazione che descrive possa essere difficile e dolorosa per lei. Il fatto che stia cercando aiuto e che stia riflettendo su ciò che prova è già un segnale di grande maturità e di desiderio di affrontare ciò che la tormenta.
La pratica che descrive, vissuta quando era più giovane, non è una rarità nell’adolescenza, un periodo in cui la scoperta di sé e delle emozioni spesso si accompagna a comportamenti che non necessariamente riflettono chi siamo davvero o chi vogliamo diventare. Giudicare queste esperienze passate con gli occhi di oggi, con una consapevolezza e una sensibilità maturate nel tempo, può farle provare sensi di colpa molto intensi, ma è importante ricordare che ciò che è stato non definisce il suo valore attuale.
Questi sensi di colpa che ora avverte, uniti ai pensieri intrusivi e alla difficoltà di lasciar andare queste riflessioni, sembrano alimentare un ciclo di auto-giudizio e sofferenza. È normale, quando ci si sforza di non pensare a qualcosa, finire per rimuginarci ancora di più. Questo fenomeno è legato al funzionamento della mente: più cerchiamo di scacciare un pensiero, più questo tende a tornare, perché lo stiamo involontariamente tenendo al centro dell’attenzione.
La sensazione di “non riuscire a perdonarsi” che descrive potrebbe essere un segnale che sta ponendo su di sé standard molto elevati o aspettative irrealistiche. Nessuno di noi è immune da errori o da azioni che, col senno di poi, vorremmo cambiare. La chiave, però, è imparare a vedere questi momenti come parte di un percorso di crescita, non come una condanna.
Per quanto riguarda la paura di avere relazioni future e di provare sensi di colpa anche solo per pensieri che le passano per la testa, vorrei rassicurarla: i pensieri, di per sé, non hanno potere e non definiscono chi è come persona. Non è il pensiero che conta, ma come scegliamo di agire e vivere i nostri valori.
Credo che potrebbe trarre grande beneficio da un percorso con un professionista, come uno psicologo. Attraverso il dialogo e strumenti mirati, potrà imparare a gestire i pensieri intrusivi, lavorare sull’auto-compassione e liberarsi del peso di un passato che non ha bisogno di definire il suo presente. Chiedere aiuto è un passo di grande coraggio, e sono sicura che potrà ritrovare serenità e fiducia in sé stesso.
Capisco quanto la situazione che descrive possa essere difficile e dolorosa per lei. Il fatto che stia cercando aiuto e che stia riflettendo su ciò che prova è già un segnale di grande maturità e di desiderio di affrontare ciò che la tormenta.
La pratica che descrive, vissuta quando era più giovane, non è una rarità nell’adolescenza, un periodo in cui la scoperta di sé e delle emozioni spesso si accompagna a comportamenti che non necessariamente riflettono chi siamo davvero o chi vogliamo diventare. Giudicare queste esperienze passate con gli occhi di oggi, con una consapevolezza e una sensibilità maturate nel tempo, può farle provare sensi di colpa molto intensi, ma è importante ricordare che ciò che è stato non definisce il suo valore attuale.
Questi sensi di colpa che ora avverte, uniti ai pensieri intrusivi e alla difficoltà di lasciar andare queste riflessioni, sembrano alimentare un ciclo di auto-giudizio e sofferenza. È normale, quando ci si sforza di non pensare a qualcosa, finire per rimuginarci ancora di più. Questo fenomeno è legato al funzionamento della mente: più cerchiamo di scacciare un pensiero, più questo tende a tornare, perché lo stiamo involontariamente tenendo al centro dell’attenzione.
La sensazione di “non riuscire a perdonarsi” che descrive potrebbe essere un segnale che sta ponendo su di sé standard molto elevati o aspettative irrealistiche. Nessuno di noi è immune da errori o da azioni che, col senno di poi, vorremmo cambiare. La chiave, però, è imparare a vedere questi momenti come parte di un percorso di crescita, non come una condanna.
Per quanto riguarda la paura di avere relazioni future e di provare sensi di colpa anche solo per pensieri che le passano per la testa, vorrei rassicurarla: i pensieri, di per sé, non hanno potere e non definiscono chi è come persona. Non è il pensiero che conta, ma come scegliamo di agire e vivere i nostri valori.
Credo che potrebbe trarre grande beneficio da un percorso con un professionista, come uno psicologo. Attraverso il dialogo e strumenti mirati, potrà imparare a gestire i pensieri intrusivi, lavorare sull’auto-compassione e liberarsi del peso di un passato che non ha bisogno di definire il suo presente. Chiedere aiuto è un passo di grande coraggio, e sono sicura che potrà ritrovare serenità e fiducia in sé stesso.
Ciao, posso capire quanto sia difficile per te convivere con questo genere di pensieri. Sappi però che quando si tratta di pensieri intrusivi o in generale di overthinking, la chiave di successo è il non entrare nel merito: nel caso specifico non cadere nella trappola dell'autogiudizio, soprattutto in un periodo caldo come quello che stai vivendo adesso, sarebbe un giudizio miope e iniquo.
Premesso che l'autoerotismo non è sempre collegato all'erotismo effettivo e non sempre ha implicazioni sulla sessualità che vivi nello specifico periodo, quello che hai pensato a 16 anni in quei momenti fa parte di te, della tua esperienza, ma non ti qualifica.
Torna con gentilezza "nel qui e nell'ora".
Premesso che l'autoerotismo non è sempre collegato all'erotismo effettivo e non sempre ha implicazioni sulla sessualità che vivi nello specifico periodo, quello che hai pensato a 16 anni in quei momenti fa parte di te, della tua esperienza, ma non ti qualifica.
Torna con gentilezza "nel qui e nell'ora".
Buongiorno, potrebbe avere una tendenza alla ruminazione ossessiva, creandosi dubbi per cose piuttosto normali che non fanno male a nessuno. Le consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico per poter valutare meglio la situazione.
Grazie della condivisione, so che non è facile farlo pubblicamente! Bisogna sicuramente capire da dove nascono questi sensi di colpa... è normale quello che hai provato o fatto.... quello che va invece approfondito è da dove nascono questi sensi di colpa per capire meglio come poterli gestire. Ti consiglierei un aiuto o un percorso con il quale tu possa iniziare a prendertene cura e capire da quale retaggio derivano. Un abbraccio
Gentile utente di mio dottore,
i temi che qui riporta molto probabilmente meriterebbero uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di consultare uno specialista, vedrà che con l'aiuto del supporto psicologico potrà trovare la via del benessere.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
i temi che qui riporta molto probabilmente meriterebbero uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di consultare uno specialista, vedrà che con l'aiuto del supporto psicologico potrà trovare la via del benessere.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Capisco quanto questa situazione possa essere pesante per te e ti ringrazio per averla condivisa. Prima di tutto, voglio rassicurarti: ciò che descrivi non significa che ci sia qualcosa di "sbagliato" in te. I pensieri intrusivi e il senso di colpa che stai provando sono esperienze comuni, anche se possono sembrare travolgenti.
Da ciò che scrivi, emergono due temi principali: il senso di colpa legato a comportamenti passati e la difficoltà a gestire pensieri intrusivi che amplificano questo malessere. È importante sottolineare che:
1. I comportamenti passati non definiscono chi sei oggi: È normale che, crescendo, alcune azioni o pensieri del passato possano essere rivalutati con occhi diversi. Tuttavia, giudicarti così duramente per qualcosa che facevi a 16 anni non è né utile né giusto. A quell’età, stavi esplorando e crescendo, e i tuoi valori di oggi dimostrano quanto sei cambiato e quanto desideri essere una persona rispettosa degli altri.
2. I pensieri intrusivi non rappresentano la tua vera volontà: I pensieri che ci spaventano di più spesso sono proprio quelli che non vorremmo avere. Il fatto che tu ti senta così male per questi pensieri è un segnale chiaro che non rispecchiano i tuoi valori o le tue intenzioni. Cercare di scacciarli, però, può paradossalmente farli tornare con più forza. È un meccanismo comune della mente.
3. Il perdono verso te stesso è un processo: Non è facile, ma può essere utile provare a trattarti con la stessa compassione che riserveresti a un amico che si sente come te. Tu non sei il tuo errore, e non sei definito da pensieri o azioni passate.
Ti invito a considerare anche il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta. Questi sentimenti di colpa e i pensieri intrusivi potrebbero essere affrontati attraverso approcci specifici.
Infine, ricorda che chiedere aiuto, come stai facendo ora, è un atto di grande coraggio e un primo passo verso il cambiamento. Non sei solo in questo percorso, e ci sono persone pronte a sostenerti.
Da ciò che scrivi, emergono due temi principali: il senso di colpa legato a comportamenti passati e la difficoltà a gestire pensieri intrusivi che amplificano questo malessere. È importante sottolineare che:
1. I comportamenti passati non definiscono chi sei oggi: È normale che, crescendo, alcune azioni o pensieri del passato possano essere rivalutati con occhi diversi. Tuttavia, giudicarti così duramente per qualcosa che facevi a 16 anni non è né utile né giusto. A quell’età, stavi esplorando e crescendo, e i tuoi valori di oggi dimostrano quanto sei cambiato e quanto desideri essere una persona rispettosa degli altri.
2. I pensieri intrusivi non rappresentano la tua vera volontà: I pensieri che ci spaventano di più spesso sono proprio quelli che non vorremmo avere. Il fatto che tu ti senta così male per questi pensieri è un segnale chiaro che non rispecchiano i tuoi valori o le tue intenzioni. Cercare di scacciarli, però, può paradossalmente farli tornare con più forza. È un meccanismo comune della mente.
3. Il perdono verso te stesso è un processo: Non è facile, ma può essere utile provare a trattarti con la stessa compassione che riserveresti a un amico che si sente come te. Tu non sei il tuo errore, e non sei definito da pensieri o azioni passate.
Ti invito a considerare anche il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta. Questi sentimenti di colpa e i pensieri intrusivi potrebbero essere affrontati attraverso approcci specifici.
Infine, ricorda che chiedere aiuto, come stai facendo ora, è un atto di grande coraggio e un primo passo verso il cambiamento. Non sei solo in questo percorso, e ci sono persone pronte a sostenerti.
Ciao!
Innanzitutto l'autoerotismo non è una cosa sbagliata, è provocarsi del piacere per soddisfare i propri bisogni, quindi non c'è nulla di cui sentirsi in colpa. Ovvio però che se diventa un'ossessione bisogna moderarla... in quella fascia d'età è dove si sperimenta il corpo dato i cambiamenti dovuti dall'adolescenza.
Bisogna capire i pensieri intrusivi a cosa si riferiscono e sicuramente il "pensare di non pensare" ti porta a pensare proprio a quei pensieri. Quindi il mio consiglio è in primis di sentirti come tutti gli altri che non sei il sole che mette in atto questi comportamenti, e in secondo luogo prova a sostituire spostando la direzione verso un'altra cosa, che sia un hobby, uno sport, ecc.
Innanzitutto l'autoerotismo non è una cosa sbagliata, è provocarsi del piacere per soddisfare i propri bisogni, quindi non c'è nulla di cui sentirsi in colpa. Ovvio però che se diventa un'ossessione bisogna moderarla... in quella fascia d'età è dove si sperimenta il corpo dato i cambiamenti dovuti dall'adolescenza.
Bisogna capire i pensieri intrusivi a cosa si riferiscono e sicuramente il "pensare di non pensare" ti porta a pensare proprio a quei pensieri. Quindi il mio consiglio è in primis di sentirti come tutti gli altri che non sei il sole che mette in atto questi comportamenti, e in secondo luogo prova a sostituire spostando la direzione verso un'altra cosa, che sia un hobby, uno sport, ecc.
Salve gentile Utente, ciò che descrive sembra coinvolgere un dialogo interno molto critico e giudicante, che alimenta i sensi di colpa e la percezione di essere intrappolato in un circolo di pensieri intrusivi e giudizi severi su se stesso. È importante sapere che i pensieri, anche quelli che ci sembrano spiacevoli o inappropriati, sono un’esperienza naturale e universale. Avere fantasie o pensieri che non sempre riflettono i nostri valori non significa che siamo "sbagliati" o cattivi come persone.
Durante l’adolescenza, il rapporto con la sessualità è spesso complesso e può emergere in forme che, col senno di poi, ci sembrano incompatibili con la nostra visione adulta. È normale che crescendo si sviluppi una maggiore consapevolezza dei propri valori e comportamenti passati, ma il senso di colpa che sente ora sembra andare oltre la normale riflessione, diventando un peso che le impedisce di vivere serenamente.
Innanzitutto, le voglio sottolineare che il suo disagio e la sua sensibilità verso il bene degli altri mostrano che è una persona riflessiva e rispettosa. Questo è un valore importante, ma potrebbe essere utile lavorare su una maggiore compassione verso se stesso. La severità con cui si giudica non sta aiutando a crescere, ma piuttosto a ingigantire i pensieri intrusivi e i sensi di colpa.
Vorrei anche farle sapere che i pensieri intrusivi sono comuni e non definiscono chi siamo. Spesso, il fatto stesso di cercare disperatamente di non pensare a qualcosa fa sì che quel pensiero si ripresenti con più forza. Questo fenomeno è ben noto in psicologia ed è legato a un meccanismo della mente che reagisce paradossalmente ai tentativi di controllo. Non si tratta di una prova che c’è qualcosa di “sbagliato” in lei, ma di un funzionamento normale della mente che può essere gestito attraverso tecniche specifiche.
Potrebbe trovare utile confrontarsi con uno psicologo, specialmente per esplorare i suoi pensieri e lavorare sull’autocompassione. Un percorso psicoterapeutico, come quello basato sulla terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi schemi di pensiero e a sviluppare strumenti per gestire i sensi di colpa e i pensieri intrusivi. Tecniche di mindfulness, ad esempio, insegnano a osservare i pensieri senza giudicarli e senza reagire emotivamente.
Nel frattempo, provi a ricordare che non è definito dai suoi pensieri o dai comportamenti del passato, ma da come sceglie di agire oggi. Nessuno è perfetto, e il fatto che senta la necessità di migliorarsi e di rispettare gli altri è un segno di grande maturità. Essere indulgenti con se stessi è il primo passo per vivere con maggiore serenità e costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca.
Dott. Luca Vocino
Durante l’adolescenza, il rapporto con la sessualità è spesso complesso e può emergere in forme che, col senno di poi, ci sembrano incompatibili con la nostra visione adulta. È normale che crescendo si sviluppi una maggiore consapevolezza dei propri valori e comportamenti passati, ma il senso di colpa che sente ora sembra andare oltre la normale riflessione, diventando un peso che le impedisce di vivere serenamente.
Innanzitutto, le voglio sottolineare che il suo disagio e la sua sensibilità verso il bene degli altri mostrano che è una persona riflessiva e rispettosa. Questo è un valore importante, ma potrebbe essere utile lavorare su una maggiore compassione verso se stesso. La severità con cui si giudica non sta aiutando a crescere, ma piuttosto a ingigantire i pensieri intrusivi e i sensi di colpa.
Vorrei anche farle sapere che i pensieri intrusivi sono comuni e non definiscono chi siamo. Spesso, il fatto stesso di cercare disperatamente di non pensare a qualcosa fa sì che quel pensiero si ripresenti con più forza. Questo fenomeno è ben noto in psicologia ed è legato a un meccanismo della mente che reagisce paradossalmente ai tentativi di controllo. Non si tratta di una prova che c’è qualcosa di “sbagliato” in lei, ma di un funzionamento normale della mente che può essere gestito attraverso tecniche specifiche.
Potrebbe trovare utile confrontarsi con uno psicologo, specialmente per esplorare i suoi pensieri e lavorare sull’autocompassione. Un percorso psicoterapeutico, come quello basato sulla terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a comprendere meglio i suoi schemi di pensiero e a sviluppare strumenti per gestire i sensi di colpa e i pensieri intrusivi. Tecniche di mindfulness, ad esempio, insegnano a osservare i pensieri senza giudicarli e senza reagire emotivamente.
Nel frattempo, provi a ricordare che non è definito dai suoi pensieri o dai comportamenti del passato, ma da come sceglie di agire oggi. Nessuno è perfetto, e il fatto che senta la necessità di migliorarsi e di rispettare gli altri è un segno di grande maturità. Essere indulgenti con se stessi è il primo passo per vivere con maggiore serenità e costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca.
Dott. Luca Vocino
Salve, leggendo con attenzione la sua domanda mi sebra di capire che lei ha timore di poter provare nuovamente pensieri che ha provato in passato e che giudica negativamente. La valutazione che facciamo sul nostro pensiero è una parte molto importante di come ci sentiamo e può effettivamente determinare uno stato di malessere e disagio. Le suggerisco di provare a mettersi in una posizione "non giudicante" su questi pensieri e ragionare sui suoi comportamenti che, nel bene e nel male, fanno di lei l persona che è.
Se vuole resto disponibile per una consulenza online.
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Capisco quanto questi pensieri ti stiano logorando, ma è importante ricordare che i pensieri, anche se a volte dolorosi, non definiscono chi sei. Molti di noi, crescendo, esplorano la sessualità in modi che con il tempo possono non rispecchiare più i nostri valori. Il fatto che ora tu riconosca ciò che provavi come qualcosa che non corrisponde ai tuoi principi è segno di maturità.
I sensi di colpa che provi sono comprensibili, ma non devi lasciarti definire dal tuo passato. Perdonarsi è un passo difficile ma necessario per andare avanti. Ti consiglio di cercare supporto da un terapeuta per aiutarti a gestire questi pensieri e liberarti dal peso dei sensi di colpa, così da poter vivere relazioni future in modo sereno.
Un caro saluto
Dott.ssa Lucia Scarlato
I sensi di colpa che provi sono comprensibili, ma non devi lasciarti definire dal tuo passato. Perdonarsi è un passo difficile ma necessario per andare avanti. Ti consiglio di cercare supporto da un terapeuta per aiutarti a gestire questi pensieri e liberarti dal peso dei sensi di colpa, così da poter vivere relazioni future in modo sereno.
Un caro saluto
Dott.ssa Lucia Scarlato
Buongiorno a Lei.
Il senso di colpa è un'emozione universale che sperimentiamo molto spesso nella vita. Ma quando diventa l'emozione prevalente nelle nostre giornate, può dar luogo a diverse patologie.
Il senso di colpa può essere presente nei disturbi d'ansia generalizzata e del PTSD (disturbo post traumatico da stress) ma può assumere un carattere patologico anche attraverso la modalità "dell'overthinking", ossia il verificarsi di pensieri intensi, ripetitivi e intrusivi. Così la persona che ne viene invasa, nel tentativo di alleviare l'ansia associata al senso di colpa, può essere spinta a compiere rituali e azioni compulsive, favorendo quindi l'insorgenza di un DOC (disturbo ossessivo-compulsivo). I comportamenti compulsivi possono alimentare ulteriormente l'emozione: chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo può provare senso di colpa anche per non essere in grado di controllare i propri pensieri o le proprie azioni.
Il senso di colpa può anche trovarsi coinvolta nella genesi e nel mantenimento della depressione e contribuisce all'amplificazione dell'umore depresso.
Il senso di colpa quindi può generare un circolo vizioso e dar luogo a diverse problematiche, che sarebbe necessario affrontare con il supporto di un professionista del benessere mentale (psicologo - psicoterapeuta - psichiatra) al fine di facilitare una migliore gestione del senso di colpa e delle sue relative conseguenze sulla salute mentale stessa.
Accettare la realtà comunque è il primo modo per iniziare a liberarsi dei sensi di colpa.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Il senso di colpa è un'emozione universale che sperimentiamo molto spesso nella vita. Ma quando diventa l'emozione prevalente nelle nostre giornate, può dar luogo a diverse patologie.
Il senso di colpa può essere presente nei disturbi d'ansia generalizzata e del PTSD (disturbo post traumatico da stress) ma può assumere un carattere patologico anche attraverso la modalità "dell'overthinking", ossia il verificarsi di pensieri intensi, ripetitivi e intrusivi. Così la persona che ne viene invasa, nel tentativo di alleviare l'ansia associata al senso di colpa, può essere spinta a compiere rituali e azioni compulsive, favorendo quindi l'insorgenza di un DOC (disturbo ossessivo-compulsivo). I comportamenti compulsivi possono alimentare ulteriormente l'emozione: chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo può provare senso di colpa anche per non essere in grado di controllare i propri pensieri o le proprie azioni.
Il senso di colpa può anche trovarsi coinvolta nella genesi e nel mantenimento della depressione e contribuisce all'amplificazione dell'umore depresso.
Il senso di colpa quindi può generare un circolo vizioso e dar luogo a diverse problematiche, che sarebbe necessario affrontare con il supporto di un professionista del benessere mentale (psicologo - psicoterapeuta - psichiatra) al fine di facilitare una migliore gestione del senso di colpa e delle sue relative conseguenze sulla salute mentale stessa.
Accettare la realtà comunque è il primo modo per iniziare a liberarsi dei sensi di colpa.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Buongiorno, comprendo la difficoltà che ha nel sentire che ci sono dei pensieri che lei ritiene 'sbagliati' ma che tuttavia non riesce ad evitare, provocandole dei profondi sensi di colpa. E' come se ci fosse una profonda differenza tra ciò che pensa essere contrario ai suoi valori etici e i pensieri che nonostante tutto si insinuano nella sua mente. Sembra in ogni caso che lei giudichi sé stesso con molta severità, auto imprigionandosi in gabbie sempre più strette fino a smettere di cercare delle relazioni. La psicoterapia aiuta ad andare a fondo e riavvicinare i desideri profondi, autentici e i nostri valori etici. E' una strada a volte difficile, a volte dolorosa, ma permette di mettere insieme gli aspetti della nostra interiorità e la ricchezza delle nostre svariate sfaccettature.
Resto a disposizione anche online, cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Resto a disposizione anche online, cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Buongiorno, comprendo profondamente il disagio che sta vivendo e la complessità delle emozioni che la attraversano. È normale sentirsi sopraffatti dai sensi di colpa, specialmente quando si riflette su esperienze passate che ora sembrano in conflitto con i propri valori attuali. Le fantasie e i comportamenti che ha descritto, comuni durante l’adolescenza, non definiscono chi è oggi; ogni persona cresce e cambia, imparando dai propri errori. È importante riconoscere che i pensieri intrusivi, spesso amplificati dalla volontà di evitarli, possono diventare un peso insostenibile. Invece di combatterli, potrebbe essere utile adottare un approccio di accettazione, osservando questi pensieri senza giudicarli. La pratica della mindfulness può aiutarla a gestire queste esperienze mentali in modo più sereno. Il perdono verso se stessi è un passo cruciale nel suo percorso di crescita personale. Tutti commettiamo errori e la consapevolezza di voler fare del bene agli altri è già un segno di grande responsabilità e empatia. Chiudersi in sé stessi per paura di ripetere esperienze dolorose potrebbe portare a una maggiore solitudine e ansia. Consideri l’idea di esplorare queste paure in un contesto sicuro, come la terapia e il supporto di persone fidate. Affrontare i propri sentimenti con gentilezza e comprensione è fondamentale. Ogni passo verso la consapevolezza e il perdono richiede tempo, ma è un viaggio che può portarla verso una maggiore serenità interiore. Se desidera continuare questa conversazione o approfondire ulteriormente alcuni aspetti, sono qui per ascoltarla e supportarla nel suo percorso. Cari saluti. Dott. Andrea Boggero
Salve, comprendo come si sente, e sicuramente può essere stata una cosa non adatta ad una relazione quella che ha fatto da ragazzo, ma deve capire che fa parte di una persona che è ormai diversa da lei. Il lei di oggi si è evoluto da allora ed è migliore, ma soprattutto ha capito i suoi sbagli e da essi ha imparato. Personalmente ritengo sia utile farsi avanti ed essere onesti sul proprio passato, in modo tale che l'altra persona possa capire i progressi che ci sono stati. in poche parole, il passato ci forgia ma non ci definisce, e chi le vorrà davvero bene capirà che lei è umano e può sbagliare. Spero di esserle stato d'aiuto e buona fortuna.
Gentile paziente, grazie per quanto condiviso.
La prima cosa che vorrei farle notare è che le fantasie erotiche non sono legate in nessun modo con la moralità o con la fedeltà. È assolutamente normale avere fantasie su altre persone: queste non danneggiano nessuno, proprio perché restano confinate ad una sfera mentale (c'è da sottolineare che fantasia e desiderio sono due cose diverse: la fantasia è un'immagine mentale che non richiede necessariamente di essere messa in pratica, ma ci dà la libertà di vivere le esperienze erotiche fuori dalla realtà; desiderio invece ha a che fare con il voler mettere in pratica qualcosa che, appunto, si desidera).
Non esistono fantasie giuste o sbagliate, è una sfera intima e personale, e per ognuno di noi è giusta quella che ci porterà al provare piacere. Inoltre, non definiscono assolutamente chi si è come persona.
È comunque evidente quanto questi pensieri e sensi di colpa non le stiano permettendo di essere sereno. Giudicarsi così duramente per pensieri che fanno parte della sua sessualità e che si riferiscono ad una fase della vita passata e di scoperta di sé tipica dell'adolescenza, può portarla ad amplificare i sensi di colpa.
Se nota che questi pensieri intrusivi e sensi di colpa influenzano troppo la sua vita, impedendole ad esempio di avere relazioni, sarebbe opportuno parlarne con un/una professionista che possa darle gli strumenti per imparare a gestirli.
La prima cosa che vorrei farle notare è che le fantasie erotiche non sono legate in nessun modo con la moralità o con la fedeltà. È assolutamente normale avere fantasie su altre persone: queste non danneggiano nessuno, proprio perché restano confinate ad una sfera mentale (c'è da sottolineare che fantasia e desiderio sono due cose diverse: la fantasia è un'immagine mentale che non richiede necessariamente di essere messa in pratica, ma ci dà la libertà di vivere le esperienze erotiche fuori dalla realtà; desiderio invece ha a che fare con il voler mettere in pratica qualcosa che, appunto, si desidera).
Non esistono fantasie giuste o sbagliate, è una sfera intima e personale, e per ognuno di noi è giusta quella che ci porterà al provare piacere. Inoltre, non definiscono assolutamente chi si è come persona.
È comunque evidente quanto questi pensieri e sensi di colpa non le stiano permettendo di essere sereno. Giudicarsi così duramente per pensieri che fanno parte della sua sessualità e che si riferiscono ad una fase della vita passata e di scoperta di sé tipica dell'adolescenza, può portarla ad amplificare i sensi di colpa.
Se nota che questi pensieri intrusivi e sensi di colpa influenzano troppo la sua vita, impedendole ad esempio di avere relazioni, sarebbe opportuno parlarne con un/una professionista che possa darle gli strumenti per imparare a gestirli.
Buongiorno. Grazie per la sua condivisione. Non posso sicuramente darle una spiegazione esaustiva rispetto alla natura di questi pensieri, in quanto credo che meritino un'attenzione più approfondita. Visto che le sue difficoltà durano da tempo, forse può essere utile per lei approfondire la natura dei pensieri intrusivi e dei sensi di colpa in un percorso psicologico appropriato in modo da provare a dare un senso a tutto questo e alleggerirla, dandole la possibilità di riaprirsi alle relazioni.
Caro utente,
grazie per aver condiviso una parte così intima di te. È chiaro che stai vivendo un momento di grande difficoltà emotiva e sei molto critico verso te stesso per esperienze del passato. Voglio iniziare dicendoti che ciò che descrivi non definisce chi sei come persona, né ti rende “sbagliato”.
I tuoi pensieri e sensi di colpa
È importante distinguere tra azioni e pensieri. Quello che hai fatto in passato, cioè fantasie legate a persone conosciute durante l’adolescenza, rientra in comportamenti comuni per molti giovani che stanno scoprendo la propria sessualità. Non c’è nulla di moralmente scorretto o patologico in questo. È naturale avere fantasie: non sono necessariamente un riflesso di ciò che desideriamo o di chi siamo, ma piuttosto un prodotto della mente che elabora ciò che ci colpisce o ci incuriosisce.
Tuttavia, il fatto che tu stia provando sensi di colpa profondi per questi episodi passati indica che sei una persona molto sensibile e che tieni a vivere in armonia con i tuoi valori. Questo è un tratto positivo, ma potrebbe essere utile riflettere sul motivo per cui sei così severo con te stesso.
Pensieri intrusivi e difficoltà a perdonarti
Quello che descrivi – pensieri che continuano a tornare contro la tua volontà, nonostante tu desideri allontanarli – potrebbe essere collegato all’ansia o a una difficoltà nel gestire i cosiddetti pensieri intrusivi. Questi sono pensieri che emergono senza il nostro controllo e che, più cerchiamo di respingere, più sembrano insistere. Questo circolo può diventare davvero logorante.
È importante sapere che i pensieri intrusivi non definiscono chi sei, né rappresentano ciò che desideri o temi. Sono semplicemente un prodotto della mente, spesso amplificato dall’ansia o dai sensi di colpa. Resistere a questi pensieri li alimenta, mentre accettarli come un prodotto della mente li priva di potere.
Come affrontare la situazione
1. Normalizzare i pensieri
Ricorda che avere fantasie o pensieri non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in te. La mente è complessa e a volte produce pensieri che non rispecchiano i nostri valori o desideri. Non combatterli, ma osserva questi pensieri senza giudicarti.
2. Smettere di giudicarti per il passato
A 16 anni eri in una fase di crescita e scoperta, come tutti. Ciò che allora poteva sembrare normale oggi potrebbe essere visto con occhi diversi perché sei cresciuto e hai maturato valori più definiti. Questo è positivo, ma non usare la tua visione attuale per giudicare il tuo passato.
3. Coltivare l’auto-compassione
Prova a chiederti: “Se un amico mi raccontasse questa stessa situazione, come lo tratterei?”. Probabilmente lo rassicureresti, senza giudicarlo severamente. Cerca di trattare te stesso con la stessa gentilezza.
4. Gestire i pensieri intrusivi
Una tecnica utile è la mindfulness, che ti insegna a osservare i pensieri senza giudizio, lasciandoli andare senza trattenerli. È un esercizio che richiede pratica, ma può aiutarti a ridurre l’ansia legata ai pensieri ricorrenti.
5. Parlarne con un professionista
Se i sensi di colpa e i pensieri intrusivi continuano a influenzare la tua vita quotidiana e le tue relazioni, considera di rivolgerti a uno psicologo. Un percorso terapeutico può aiutarti a esplorare questi temi, gestire i sensi di colpa e costruire un rapporto più sano con te stesso.
Conclusione
Non sei solo in questa esperienza, e il fatto che tu sia così consapevole e desideroso di cambiare dimostra una grande forza e maturità. Sei molto più delle tue fantasie passate o dei pensieri che ti tormentano. Sei una persona in crescita, con il diritto di sbagliare, imparare e migliorarti.
Spero che queste parole possano esserti d’aiuto per iniziare a liberarti dai sensi di colpa e per accettarti così come sei, con tutte le tue sfaccettature.
Un caro saluto,
Il tuo psicologo
grazie per aver condiviso una parte così intima di te. È chiaro che stai vivendo un momento di grande difficoltà emotiva e sei molto critico verso te stesso per esperienze del passato. Voglio iniziare dicendoti che ciò che descrivi non definisce chi sei come persona, né ti rende “sbagliato”.
I tuoi pensieri e sensi di colpa
È importante distinguere tra azioni e pensieri. Quello che hai fatto in passato, cioè fantasie legate a persone conosciute durante l’adolescenza, rientra in comportamenti comuni per molti giovani che stanno scoprendo la propria sessualità. Non c’è nulla di moralmente scorretto o patologico in questo. È naturale avere fantasie: non sono necessariamente un riflesso di ciò che desideriamo o di chi siamo, ma piuttosto un prodotto della mente che elabora ciò che ci colpisce o ci incuriosisce.
Tuttavia, il fatto che tu stia provando sensi di colpa profondi per questi episodi passati indica che sei una persona molto sensibile e che tieni a vivere in armonia con i tuoi valori. Questo è un tratto positivo, ma potrebbe essere utile riflettere sul motivo per cui sei così severo con te stesso.
Pensieri intrusivi e difficoltà a perdonarti
Quello che descrivi – pensieri che continuano a tornare contro la tua volontà, nonostante tu desideri allontanarli – potrebbe essere collegato all’ansia o a una difficoltà nel gestire i cosiddetti pensieri intrusivi. Questi sono pensieri che emergono senza il nostro controllo e che, più cerchiamo di respingere, più sembrano insistere. Questo circolo può diventare davvero logorante.
È importante sapere che i pensieri intrusivi non definiscono chi sei, né rappresentano ciò che desideri o temi. Sono semplicemente un prodotto della mente, spesso amplificato dall’ansia o dai sensi di colpa. Resistere a questi pensieri li alimenta, mentre accettarli come un prodotto della mente li priva di potere.
Come affrontare la situazione
1. Normalizzare i pensieri
Ricorda che avere fantasie o pensieri non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in te. La mente è complessa e a volte produce pensieri che non rispecchiano i nostri valori o desideri. Non combatterli, ma osserva questi pensieri senza giudicarti.
2. Smettere di giudicarti per il passato
A 16 anni eri in una fase di crescita e scoperta, come tutti. Ciò che allora poteva sembrare normale oggi potrebbe essere visto con occhi diversi perché sei cresciuto e hai maturato valori più definiti. Questo è positivo, ma non usare la tua visione attuale per giudicare il tuo passato.
3. Coltivare l’auto-compassione
Prova a chiederti: “Se un amico mi raccontasse questa stessa situazione, come lo tratterei?”. Probabilmente lo rassicureresti, senza giudicarlo severamente. Cerca di trattare te stesso con la stessa gentilezza.
4. Gestire i pensieri intrusivi
Una tecnica utile è la mindfulness, che ti insegna a osservare i pensieri senza giudizio, lasciandoli andare senza trattenerli. È un esercizio che richiede pratica, ma può aiutarti a ridurre l’ansia legata ai pensieri ricorrenti.
5. Parlarne con un professionista
Se i sensi di colpa e i pensieri intrusivi continuano a influenzare la tua vita quotidiana e le tue relazioni, considera di rivolgerti a uno psicologo. Un percorso terapeutico può aiutarti a esplorare questi temi, gestire i sensi di colpa e costruire un rapporto più sano con te stesso.
Conclusione
Non sei solo in questa esperienza, e il fatto che tu sia così consapevole e desideroso di cambiare dimostra una grande forza e maturità. Sei molto più delle tue fantasie passate o dei pensieri che ti tormentano. Sei una persona in crescita, con il diritto di sbagliare, imparare e migliorarti.
Spero che queste parole possano esserti d’aiuto per iniziare a liberarti dai sensi di colpa e per accettarti così come sei, con tutte le tue sfaccettature.
Un caro saluto,
Il tuo psicologo
Caro utente, innanzitutto mi sento di spendere due parole rispetto al passato, i pensieri che aveva a 16 anni se pur le possono sembrare sbagliati e irrispettosi sono pensieri che ha avuto ormai diversi anni fa, era un adolescente ed era al culmine dell'attivazione ormonale e quei pensieri erano solo pensieri, lei stesso dice che con quelle ragazze non avrebbe fatto nulla. Potrebbe essere che nella sua relazione mancasse qualcosa e lei si rifugiava nella mente o potrebbe essere invece che la sua relazione andava benissimo e lei lo faceva semplicemente per sfogare la sua libido. Ad oggi lei è una persona diversa, sta crescendo ed ha vissuto le sue esperienze. Probabilmente però questo pensiero passato la sta invadendo troppo. Mi sembra che ad oggi ci sia un sorta di "lotta interna" tra lei e i suoi pensieri. E' importante che lei inizi a lavorare su stesso rispetto a questo, si deve ripetere che i pensieri sono solo pensieri non è detto che rispecchino poi la realtà dei fatti, per esempio non è detto che se uno è arrabbiato e gli arriva un brutto pensiero per forza poi nella realtà quella cosa la farebbe. In questo senso quello che potrebbe aiutarla moltissimo è praticare la mindfulness è un tipo di meditazione che viene utilizzata come strumento all'interno di protocolli per lavorare sull'ansia e il disturbo ossessivo compulsivo. La mindfulness è molto utile nel caso di pensieri invadenti o ruminanti. L'obiettivo della mindfulness è quella di allenare la persona a stare nel presente, ad imparare ad ascoltare i propri pensieri ed accettarli per quelli che sono e come conseguenza questo porterà a farli sparire. Più uno dice a se stesso che non vuole pensare ad una cosa e più la mente lo farà per questo questa tecnica è molto utile, non è però semplicissima da usare e ci vuole allenamento. Può acquistare dei libri in merito o ancor meglio affidarsi ad un professionista che possa aiutarla con qualche incontro a migliorare questo aspetto della sua vita che la potrebbe aiutare a stare meglio con se stesso, riducendo il senso di colpa e sopratutto questa ricerca a volte inutile di dare un senso logico a tutto ciò che ci passa per la testa. Per qualsiasi cosa rimango a disposizione. ta, Un caro saluto Dott.ssa Valentina Mestici
Gentile utente, mi dispiace per questi sentimenti di colpa e vergogna. Penso che potrebbe esserle utile un percorso psicologico per approfondire il problema, ed eventualmente, se questi pensieri intrusivi le impediscono la quotidianità, anche un colloquio con uno psichiatra che la aiuti a calmare tali pensieri. Mi sento però di dirle che le fantasie erotiche (su persone conosciute e non) sono normali e innocue come tutte le fantasie. Resto a disposizione. Dott.ssa Roberta Maccarone
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