Mi è stato diagnosticato il disturbo narcisistico di personalità, ho alle spalle più di 10 anni di p

18 risposte
Mi è stato diagnosticato il disturbo narcisistico di personalità, ho alle spalle più di 10 anni di psicoterapia, in tutte mi è stato detto esplicitamente che io sono un caso difficile da curare. Sono stanco...
Salve, il disturbo narcisistico è certamente una sfida impegnativa sia per chi lo vive e sia per chi tenta di curarlo. Ciò accada spesso perché nel corso della psicoterapia emerge un vissuto di impotenza da parte di entrambi che talvolta esita nella resa, e tale impotenza e quasi rassegnazione mi pare che faccia parte anche del suo caso. E' importante condividere questo sentimento scomodo in psicoterapia e capire come si realizza questo blocco nella relazione, si creeranno così i presupposti per superare l'ostacolo e individuare nuove strade, Cordiali saluti

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Gentile utente, ha tutta la mia comprensione. Non è sempre facile essere all'interno di un percorso, ma pensi a quello che sarebbe potuto essere senza questo aiuto. Non molli, anzi parli della sua stanchezza all'interno della terapia, sono sicuro che riuscirà a darvi un senso.
Dott. Paolo Di San Diego

Capisco quanto possa essere faticoso sentirsi bloccato nonostante il lungo percorso terapeutico e la diagnosi complessa. La terapia breve strategica potrebbe offrirle un approccio differente, concentrato non tanto sulla ricerca delle cause, ma sull’identificazione di soluzioni pratiche e concrete per affrontare le difficoltà che sperimenta nel presente. L'obiettivo sarebbe di lavorare insieme per sviluppare strategie mirate e immediate, affrontando i comportamenti che più influenzano la sua vita quotidiana e promuovendo piccoli, ma significativi cambiamenti. Questo metodo mira a restituirle un senso di controllo e nuovi strumenti per uscire dall’impasse.
Salve, mi spiace e posso capire lo sconforto e la frustrazione. Il disturbo narcisistico è tenace e resistente al cambiamento. La condizio sine qua non per uscirne è innanzitutto sviluppare una buona intesa verso una relazione terapeutica ed un'alleanza terapeutica efficace, sicura e stabile. Fatto ciò, insieme, si dovrebbe poi andare incontro alla consapevolezza della ferita narcisistica che è alla base del disturbo e permettere di viverne la sofferenza emotiva ed esprimerla, accogliendola. Sarebbe anche importante rivolgersi ad un modello terapeutico psico-corporeo, volto anche a lavorare sulla carica e scarica energetica emotiva attraverso il corpo, attraverso esercizi e tecniche per sciogliere le tensioni muscolari caratteriali e permettere di sentire maggiormente il corpo, allentando "l'armatura" di blocchi energetici e muscolari collegati al disturbo.
La invito senz'altro a contattarmi per qualsiasi chiarimento, dubbio o informazione. Sono a disposizione per un approfondimento telefonico, online o in presenza a studio. Come meglio desidera. Cordiali saluti e buone cose.
Salve, mi spiace e posso immaginare come si senta di fronte a risposte di questo tipo, ma porvi a spostare il focus dell'attenzione e quindi del suo disagio dalla parola "curare" a qualcos'altro. Provi a riflettere se le venisse detto che ha la miopia e dovrà portare a vita gli occhiali (che detesta); come potrebbe convivere con questa fatica? Investa le sue energie nell' accogliere con compassione quanto le appartiene e nel trovare nei suoi valori la spinta al cambiamento. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Saluti
Dott.ssa Oriella D'Amico
Gentile utente capisco la sua stanchezza ma quello che posso consigliarle è di non arrendersi e di continuare con la psicoterapia che le darà la possibilità di uscire fuori da queste dinamiche. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
salve un caso difficile da curare richiede il temp necessario e il suo impegno a sperimentare altri modi di relazionarsi con altri e con se stesso.
se vuole approfondire la questione sono a sua disposizione.
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
Comprendo il senso di stanchezza e frustrazione che può derivare da un percorso terapeutico lungo e impegnativo, soprattutto se è stato spesso accompagnato dal messaggio di essere un "caso difficile". È normale sentirsi affaticati e, in qualche modo, scoraggiati quando si ha la sensazione di non vedere il cambiamento desiderato, nonostante l’impegno investito.

Forse potrebbe essere utile esplorare approcci terapeutici che lavorano in modo mirato sui pattern di pensiero e relazione. La schema therapy, ad esempio, si focalizza sui “copioni” e sugli schemi che si formano fin dall’infanzia e che tendono a mantenere certi comportamenti e percezioni di sé. Questa terapia cerca di comprendere e modificare questi schemi alla radice, favorendo un cambiamento profondo.

Un’altra opzione potrebbe essere la terapia metacognitiva interpersonale, che si concentra sui processi metacognitivi e sulle dinamiche interpersonali. Questo approccio aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza su come si comprendono le proprie emozioni e quelle degli altri, migliorando la gestione delle relazioni in modo concreto.

Entrambi gli approcci potrebbero fornire strumenti nuovi per affrontare aspetti forse rimasti inesplorati o affrontati diversamente in passato.
Buongiorno, la diagnosi innanzitutto è sempre un'IPOTESI diagnostica e rimane fine a se stessa se non produce direzioni utili di intervento.
Il suo presunto disturbo comunque non è invalidante e oggi sappiamo che una percentuale notevole di popolazione ne è affetto. Sono sicura che sceglierà la via migliore per gestire questi aspetti importanti della sua personalità: non dimentichiamo che un contesto di vita accettante e un lavoro psicoterapeutico accurato può ottimizzare il livello di benessere e della qualità di vita nelle relazioni. A disposizione, B.B.
e se provasse ad uscire dall'ottica della diagnosi? e provasse ad accettare che è semplicemente quel che è? sa a volte sono più disturbate le diagnosi di quanto si possa credere. Magari ha solo bisogno di guardarsi da un'altra angolazione.
Buona serata
Volere e potere, mai stancarsi, credere potrà aiutarti ad accettare la tua condizione e questo assieme alla tua consapevolezza è già un gran successo. Molti pensano solo alla guarigione, ma i risultati potrebbero essere altri, spesso il vedere in modo convergente non ti apre ad altre possibilità.
Capisco quanto possa essere frustrante e stancante affrontare un percorso terapeutico lungo e difficile, soprattutto quando le è stato detto che è un "caso difficile". Il disturbo narcisistico di personalità è complesso, ma non esistono "casi impossibili". La fatica che prova è comprensibile e può essere una parte naturale del processo. Forse c'è bisogno di un nuovo approccio o di esplorare più a fondo le emozioni e le resistenze che possono emergere in terapia. Il fatto che stia parlando di queste difficoltà è già un segno di impegno verso il cambiamento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Diana Sala
Buongiorno, immagino che il suo cammino di terapia sia stato complesso. A me non piacciono molto le diagnosi, perché dietro (o meglio davanti) ad esse c'è una persona con delle sofferenze. Il funzionamento che le è stato diagnosticato ad oggi, sfortunatamente, è stato anche abbastanza etichettato come "tossico", ma in realtà dietro certi comportamenti ci sono emozioni e ragioni profonde che dalla sofferenza personale conducono a possibile problematiche relazionali e non. Mi chiedo cosa la stia stancando, se l'etichetta o il cammino. Lei non è "un caso difficile da curare", ma una persona con delle sofferenze, forse difficili o complesse da alleviare e comprendere, che ce la sta mettendo tutta con i propri strumenti.
Non si stanchi, a mio parere non esistono casi difficili, forse non ha avuto modo di affrontare i suoi vissuti in maniera "giusta", continui a cercare...anche dentro di sè
Buongiorno. Comprendo che si possa ragionevolmente essere stanchi di avere diagnosi e a volte di non riscontrare risultati apprezzabili, nonostante le indicazioni terapeutico che sono seguite. Posso solo raccomandarle di scegliere con cura i professionisti a cui si rivolge, per esperienza e capacità attestate ovviamente e di non demordere assolutamente. Ad ogni professionista è capitato di avere insuccesso in un caso specifico, come pure di conseguire risultati dopo numerose porte già bussate dal nostro paziente. Un saluto
Salve, le faccio notare che la sua stanchezza può diventare una risorsa se la vive come debolezza.
Finché lei è stato forte era inattaccabile, ora può iniziare a cambiare.
Faccia meditazione, si prenda cura di sé, della sua psiche martoriata ed inizi a volersi bene.
Quello è un nucleo da cui partire.
Se lei non desidera cambiare nessun terapeuta potrà aiutarla, non si arriva al cuore del problema se l’armatura a protezione é molto spessa.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Comprendo la sua stanchezza. Valuti il suo benessere, accettando anche la sua stanchezza che potrebbe anche essere un'alleata. In bocca al lupo, dott.ssa Silvia Ragni
Chi le ha detto che lei è un caso difficile da curare? Se esiste un problema, esiste anche la sua soluzione. Elementi imprescindibili sono però la sua motivazione e la sua voglia di superare il problema. Rimango a disposizione. dott.ssa Nadja Pagliaro

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