Le ossessioni di cui soffro e che sto tentando di curare si sono spostate su un nuovo tema: l'acufen
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Le ossessioni di cui soffro e che sto tentando di curare si sono spostate su un nuovo tema: l'acufene, che si è preso tutta la scena da quando la visita dall'otorino mi ha diagnosticato un danno da trauma all'orecchio.
Non mi ha aiutato leggere in rete notizie di gente che esasperata da un tale fastidio è ricorsa a gesti estremi... Nei giorni scorsi, poi, il problema era che non riuscivo ad ignorarlo, mentre da stanotte è insorta in me una nuova e ben più grave angoscia: e se iniziassi a credere che quel fischio non sia dovuto a una semplice causa fisica, ma alla voce di un demone che vuole tormentarmi?
Mi rendo ben conto di quanto sia ridicolo pensare una cosa simile: ma se a un certo punto non ne vedessi più l'assurdità e la prendessi sul serio?
Sono allarmato: la parte sana di me, che ancora riconosce che una simile ipotesi non ha fondamento razionale, deve scongiurare il pericolo che io aderisca a una interpretazione delirante del mio disturbo, che vorrebbe dire che avrei perso la capacità di discernere tra ciò che è reale e ciò che è sciocca fantasia.
E non so che fare quando il mio "aguzzino interiore" mi sottopone a certi dubbi, che ho l'urgenza di risolvere ed anche in maniera esaustiva, se non voglio che la paura mi dilani: lo lascio farneticare, senza rispondergli?
O forse è meglio che io confuti una buona volta i pericoli che mi prospetta, per esser certo che non sto precipitando in una paranoia?
Mi sembra che, se non faccio il controllo del mio esame di realtà, il rischio di sentirmi perseguitato dalle voci non sia mai del tutto fugato, e questo mi angoscia, perché significherebbe che forse la psicosi si sta facendo strada in me... Quale delle due strade percorrere?
La mia terapeuta mi invita a sopportare il senso di minaccia che l'arrivo di simili pensieri scatena, ma io non so come tollerare un interrogativo foriero di simile amgoscia: e se credessi davvero che quel sibilo abbia una origine sovrannaturale?
E se l'acufene degenerasse in un comando interiore a fare qualcosa?
Solo a pensarci ho i brividi...
Non mi ha aiutato leggere in rete notizie di gente che esasperata da un tale fastidio è ricorsa a gesti estremi... Nei giorni scorsi, poi, il problema era che non riuscivo ad ignorarlo, mentre da stanotte è insorta in me una nuova e ben più grave angoscia: e se iniziassi a credere che quel fischio non sia dovuto a una semplice causa fisica, ma alla voce di un demone che vuole tormentarmi?
Mi rendo ben conto di quanto sia ridicolo pensare una cosa simile: ma se a un certo punto non ne vedessi più l'assurdità e la prendessi sul serio?
Sono allarmato: la parte sana di me, che ancora riconosce che una simile ipotesi non ha fondamento razionale, deve scongiurare il pericolo che io aderisca a una interpretazione delirante del mio disturbo, che vorrebbe dire che avrei perso la capacità di discernere tra ciò che è reale e ciò che è sciocca fantasia.
E non so che fare quando il mio "aguzzino interiore" mi sottopone a certi dubbi, che ho l'urgenza di risolvere ed anche in maniera esaustiva, se non voglio che la paura mi dilani: lo lascio farneticare, senza rispondergli?
O forse è meglio che io confuti una buona volta i pericoli che mi prospetta, per esser certo che non sto precipitando in una paranoia?
Mi sembra che, se non faccio il controllo del mio esame di realtà, il rischio di sentirmi perseguitato dalle voci non sia mai del tutto fugato, e questo mi angoscia, perché significherebbe che forse la psicosi si sta facendo strada in me... Quale delle due strade percorrere?
La mia terapeuta mi invita a sopportare il senso di minaccia che l'arrivo di simili pensieri scatena, ma io non so come tollerare un interrogativo foriero di simile amgoscia: e se credessi davvero che quel sibilo abbia una origine sovrannaturale?
E se l'acufene degenerasse in un comando interiore a fare qualcosa?
Solo a pensarci ho i brividi...
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di trovare strategie utili per gestire i pensieri ossessivi, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare cause origini e fattori di mantenimento dei tuoi sintomi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Ritengo che sia dannoso cercare l'assicurazione su internet qua e là poiché non farebbero altro che rafforzare la sintomatologia in atto.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
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Buonasera ,comprendo bene le sue angosce ,questi acufeni sono inquietanti.Lei è tutto altro che delirante ,ma è pervaso dall' angoscia .Prosegua il suo percorso con la sua terapeuta e se viene ritenuto necessario chieda ad un medico un farmaco ,da assumere transitoriamente che aiuti a sedare l angoscia in questo periodo di fragilità .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera, l'acufene deriva da un'alterazione dell'udito, in questo caso da un trauma. Spesso si instaura un circolo vizioso che è quello idendificarlo e di codificarlo o di andarlo a cercare anche quelle rare volte in cui non si sente.
In molti casi è invalidante nella gestione delle normali attività, perché prende il sopravvento.
Intanto per gestire meglio la notte può ascoltare le white noise che aiutano a nascondere il fischio o le forme in cui si presenta.
È un lungo processo, se crede sono a sua disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rosella Mastropietro
In molti casi è invalidante nella gestione delle normali attività, perché prende il sopravvento.
Intanto per gestire meglio la notte può ascoltare le white noise che aiutano a nascondere il fischio o le forme in cui si presenta.
È un lungo processo, se crede sono a sua disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rosella Mastropietro
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. L'evoluzione di un disturbo psicotico è impossibile da prevedere con certezza, ma gli elementi che porta lei sicuramente sono degni di attenzione. Il mio consiglio è di fare una visita psichiatrica, perché potrebbe essere importante intervenire tempestivamente con l'assunzione di un farmaco. Nel contempo è importante che lei continui la terapia e che esponga alla sua terapeuta tutti i dubbi che ha. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile utente di mio dottore,
si confronti con la sua terapeuta in merito alla possibilità di valutare un consulto psichiatrico. In questo momento in cui l'ansia è così forte e le angosce appaiono come invalidanti potrebbe esser opportuno affiancare alla psicoterapia un trattamento farmacologico. La combinazione di entrambe le cose risulterebbe efficace per i disturbi d'ansia come quello da cui è affetto lei.
In bocca al lupo per tutto.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
si confronti con la sua terapeuta in merito alla possibilità di valutare un consulto psichiatrico. In questo momento in cui l'ansia è così forte e le angosce appaiono come invalidanti potrebbe esser opportuno affiancare alla psicoterapia un trattamento farmacologico. La combinazione di entrambe le cose risulterebbe efficace per i disturbi d'ansia come quello da cui è affetto lei.
In bocca al lupo per tutto.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Per assurdo se fosse psicotico non si interrogherebbe sull'origine più o meno metafisica del disturbo all'orecchio ma darebbe una spiegazione delirante che "salterebbe" l'esame di realtà e non avrebbe nessun tentennamento nel farlo. Il sintomo centrale rimane il dubbio ossessivo che la attanaglia pur essendo prova di un buon esame di realtà. Le consiglio di procedere il percorso che sta facendo con corretto focus sulle ossessioni
Salve, stia tranquillo perché non perderà il controllo di se stesso. Nel momento in cui si pone delle domande le assurdità che le vengono in mente spariscono e perdono d'efficacia. Tuttavia le consiglio di parlarne col suo psicologo che le fornirà tutti gli strumenti per affrontare con serenità e lucidità la cosa. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, mi sembra molto importante che lei si interroghi su ciò che le sta accadendo, cercando di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
Leggo che lei ha una terapeuta che già lo segue, quindi le consiglio di continuare il suo percorso per esaminare al meglio le sue perplessità e le ossessioni di cui parla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marzia Porcelli
Leggo che lei ha una terapeuta che già lo segue, quindi le consiglio di continuare il suo percorso per esaminare al meglio le sue perplessità e le ossessioni di cui parla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marzia Porcelli
Buongiorno, mi dispiace molto per quello che sta vivendo. Comprendo e immagino la sua paura, gli acufeni sono spesso percepiti come inquietanti. Porti queste domande al suo terapeuta e continui con il percorso al fine di esplorare meglio i suoi dubbi e fragilità. Un caro saluto, Federica Curci
buongiorno. Gli acufeni rappresentano in fondo le voci che non vogliamo sentire ma aldilà di questa possibile interpretazione psicosomatica lei si sta ossessionando e il disturbo ossessivo può contemplare anche pensieri molto bizzarri nonostante l'intelligenza della persona e che si evince dalla sua espressività scritta.
Le terapie brevi cognitivo comportamentali vanno subito al dunque per gestire ossessioni come queste.
Buona giornata
Dr. Gianpietro Rossi
Le terapie brevi cognitivo comportamentali vanno subito al dunque per gestire ossessioni come queste.
Buona giornata
Dr. Gianpietro Rossi
Buongiorno,
immagino quanto possa essere per lei faticoso gestire i pensieri ossessivi, in quanto stressano la mente della persona rendendo più angosciante la giornata. Sarebbe importante intraprendere un percorso psicologico e trovare strategie funzionali più adattive che le possano rendere qualitativamente migliori le sue giornate. Resto a disposizione.
Dott. Riccardo Scalcinati
immagino quanto possa essere per lei faticoso gestire i pensieri ossessivi, in quanto stressano la mente della persona rendendo più angosciante la giornata. Sarebbe importante intraprendere un percorso psicologico e trovare strategie funzionali più adattive che le possano rendere qualitativamente migliori le sue giornate. Resto a disposizione.
Dott. Riccardo Scalcinati
Buonasera e grazie per aver condiviso con noi una situazione che penso le provochi una grande sofferenza ed apprensione. Quello che posso consigliarle è di avere fiducia nel lavoro che sta svolgendo con la sua terapeuta cercando di comprendere il significato dei suoi timori e della sua sofferenza. Resto a disposizione. Cordialmente, Dott. Andrea Brumana
Buonasera, mi spiace per il malessere che sta in questo momento vivendo, segua la sua terapeuta e cervhi assieme a lei di comprendere il significato del suo malessere.
Cordiali saluti.
dott.ssa Rossella Sorce
Cordiali saluti.
dott.ssa Rossella Sorce
Mi spiace molto per il disagio psichico che stai attraversando, e il conseguente disagio anche psichico (e magari sociale?) che può portarsi dietro. Per quanto mi riguarda, se fossi a rischio psicosi non staresti qui a domandarti se sia bene o no fare una continua revisione del tuo stato di realtà, se potrebbe o meno diventare un disturbo delirante. Semplicemente ti fideresti della sensazione o del pensiero delirante. Sul piano cognitivo, quando queste paure ti assalgono può essere utile ricordarti che non stai immaginando dei suoni, non hai allucinazioni uditive, ma una condizione fisica regolarmente diagnosticata da un professionista.
Confida nel percorso che stai facendo con la tua terapeuta, che per altro sarebbe la prima ad accorgersi di un eventuale episodio psicotico, non pensi? Magari potrebbe essere invece utile indagare affondo insieme a lei perchè sia emersa proprio questa paura o se fosse già lì sotto altre forme o quietata in qualche modo. In caso contrario, perchè emerge proprio ora? Cosa vuole dirti? Vedrai che scoprirai qualcosa di interessante e importante che ti aiuterà a stare meglio :)
Confida nel percorso che stai facendo con la tua terapeuta, che per altro sarebbe la prima ad accorgersi di un eventuale episodio psicotico, non pensi? Magari potrebbe essere invece utile indagare affondo insieme a lei perchè sia emersa proprio questa paura o se fosse già lì sotto altre forme o quietata in qualche modo. In caso contrario, perchè emerge proprio ora? Cosa vuole dirti? Vedrai che scoprirai qualcosa di interessante e importante che ti aiuterà a stare meglio :)
Buongiorno. La logica che utilizza come tentativo di soluzione al suo problema, è formalmente corretta. Segue i fondamenti del modello scientifico sperimentale, dove guardiamo ad un problema e con rigore metodologico procediamo a verificare l'ipotesi nulla o quella alternativa. Eppure i suoi sforzi non la aiutano ad uscire dalle difficoltà che in questo momento vive. Anzi impegnano certamente molto del tempo di cui dispone nella giornata. Troverà quindi ragionevole che proprio questa modalità, sia divenuta uno dei fattori di mantenimento del problema.
Le parlo con qualche tecnicismo perchè conosco bene le caratteristiche del disagio che vive, immagino la qualità dell'impegno con cui si adopera per superarlo, e sono anche certo ne avrà letto il più possibile incamerando molte nozioni poi difficili da gestire.
Voglio farle passare che nonostante la logica formalmente ineccepibile che lei utilizza, non è così che potrà avere ragione di quel dubbio per lei intollerabile. Quell'accuratezza e precisione anzi, declinati verso ciò che teme, rappresentano una parte del problema.
Al centro della sua difficoltà c'è proprio l'accettare e tollerare quel dubbio. E la convinzione che gli scenari catastrifici che descrive, possano realizzarsi per sua responsabilità, dunque colpa, laddove potrebbe evitarlo.
A livello scientifico la tecnica di esposizione con prevenzione della risposta (ERP), è il gold standard in termini di intervento per la sua specifica necessità. Dunque proceda assieme al suo terapeuta in questa direzione, ed abbia fiducia.
Un caro saluto.
Le parlo con qualche tecnicismo perchè conosco bene le caratteristiche del disagio che vive, immagino la qualità dell'impegno con cui si adopera per superarlo, e sono anche certo ne avrà letto il più possibile incamerando molte nozioni poi difficili da gestire.
Voglio farle passare che nonostante la logica formalmente ineccepibile che lei utilizza, non è così che potrà avere ragione di quel dubbio per lei intollerabile. Quell'accuratezza e precisione anzi, declinati verso ciò che teme, rappresentano una parte del problema.
Al centro della sua difficoltà c'è proprio l'accettare e tollerare quel dubbio. E la convinzione che gli scenari catastrifici che descrive, possano realizzarsi per sua responsabilità, dunque colpa, laddove potrebbe evitarlo.
A livello scientifico la tecnica di esposizione con prevenzione della risposta (ERP), è il gold standard in termini di intervento per la sua specifica necessità. Dunque proceda assieme al suo terapeuta in questa direzione, ed abbia fiducia.
Un caro saluto.
Gentile utente, innanzitutto mi dispiace per la situazione che sta vivendo, posso immaginare quanto sia inquietante per lei e quanto fastidioso possa essere un disturbo quale l'acufene. Non è scientificamente possibile prevedere l'evoluzione psicotica del suo disturbo con questi elementi, ma sicuramente ci sono spunti che sottolineano l'importanza di lavorare sulla sua problematica. Le consiglio di considerare di intraprendere un percorso psicologico, magari affiancato, per il momento, ad una terapia farmacologica. Abbia fiducia nelle sue capacità e si consenta di lasciarsi aiutare!
Resto a disposizione e le auguro di stare meglio presto,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Resto a disposizione e le auguro di stare meglio presto,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Buongiorno, potrebbe essere utile ritagliarsi con la sua terapeuta un momento per fare una valutazione sul percorso intrapreso e sulle possibili strategie da allenare per imparare a rapportarsi in maniera diversa ai suoi pensieri. Questo partendo dalla prospettiva per cui nessuno di noi è i suoi pensieri. Cordialmente. Renè
Buongiorno, credo che la scelta di affidarsi ad un percorso sia proficua e necessaria. Valuterei insieme alla sua terapeuta, l'eventualità di affiancare una visita psichiatrica per un supporto farmacologico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
La ringrazio per aver condiviso i Suoi pensieri e le Sue preoccupazioni. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando le ossessioni si spostano su un tema così inquietante come l'acufene, specialmente dopo una diagnosi di trauma all'orecchio. Questi pensieri possono rappresentare il tentativo della Sua mente di trovare un senso a un'esperienza di disagio fisico e emotivo che è già difficile da gestire.nLa preoccupazione di attribuire un significato sovrannaturale a un sintomo fisico è un fenomeno che può essere alimentato dalla paura e dall'ansia, creando ulteriori conflitti interiori. La consapevolezza dei suoi pensieri e delle loro origini è un segno della Sua capacità di auto-riflessione, e ciò può rappresentare un importante punto di partenza per affrontare le Sue angosce.
L'approccio della Sua terapeuta di non fuggire immediatamente da questi pensieri, ma piuttosto di tollerare l'angoscia che ne deriva, è una strategia valida. Questo metodo può aiutarLa a non identificarsi completamente con i pensieri ossessivi, apprendendo a riconoscerli come semplici eventi mentali piuttosto che realtà assolute.
Prendersi il tempo per riflettere sulle sue paure, invece di cercare una confutazione immediata che può portare a una spirale di pensieri ansiosi, potrebbe essere utile. Ricordarsi che i pensieri non determinano la realtà e che può esserci spazio tra il pensiero e il comportamento può essere liberatorio. Potrebbe essere utile affiancare una visita psichiatrica per un supporto farmacologico.
Cordiali saluti,
Laura Lanocita
La ringrazio per aver condiviso i Suoi pensieri e le Sue preoccupazioni. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando le ossessioni si spostano su un tema così inquietante come l'acufene, specialmente dopo una diagnosi di trauma all'orecchio. Questi pensieri possono rappresentare il tentativo della Sua mente di trovare un senso a un'esperienza di disagio fisico e emotivo che è già difficile da gestire.nLa preoccupazione di attribuire un significato sovrannaturale a un sintomo fisico è un fenomeno che può essere alimentato dalla paura e dall'ansia, creando ulteriori conflitti interiori. La consapevolezza dei suoi pensieri e delle loro origini è un segno della Sua capacità di auto-riflessione, e ciò può rappresentare un importante punto di partenza per affrontare le Sue angosce.
L'approccio della Sua terapeuta di non fuggire immediatamente da questi pensieri, ma piuttosto di tollerare l'angoscia che ne deriva, è una strategia valida. Questo metodo può aiutarLa a non identificarsi completamente con i pensieri ossessivi, apprendendo a riconoscerli come semplici eventi mentali piuttosto che realtà assolute.
Prendersi il tempo per riflettere sulle sue paure, invece di cercare una confutazione immediata che può portare a una spirale di pensieri ansiosi, potrebbe essere utile. Ricordarsi che i pensieri non determinano la realtà e che può esserci spazio tra il pensiero e il comportamento può essere liberatorio. Potrebbe essere utile affiancare una visita psichiatrica per un supporto farmacologico.
Cordiali saluti,
Laura Lanocita
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