L’ autolesionismo è una dipendenza? O può diventarlo nel corso del tempo?

55 risposte
L’ autolesionismo è una dipendenza? O può diventarlo nel corso del tempo?
Dott.ssa Lavinia Giancaspero
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, l'autolesionismo non è tipicamente classificato come "dipendenza", ma può avere delle caratteristiche simili. Il provocare dolore a se stessi diventa una strategia messa in atto ogni qualvolta vi sia una forte attivazione emotiva (soprattutto in casi di ansia, stress, forte depressione). La persona, quindi, può arrivare a mettere in atto questi gesti in modo quasi automatico, sviluppando un'abitudine che può essere difficile interrompere in assenza di altre strategie e strumenti utili per far fronte alle emozioni. L'autolesionismo può provocare un momentaneo senso di sollievo che incentiva chi lo mette in pratica a continuare a ricorrere ad esso (proprio come nel caso dell'uso di sostanze). Inoltre, sempre per fare un parallelismo, è possibile che con il passare del tempo l'individuo possa sentire l'esigenza di intensificare sempre di più i gesti autolesivi, aggravandone l'entità. Quindi sì, anche se l'autolesionismo non è una dipendenza nel senso più classico, può assumere le caratteristiche di una dipendenza comportamentale, sviluppando una componente compulsiva difficile da controllare. Se l'autolesionismo è un tema che la tocca da vicino, le consiglio caldamente di contattare un professionista. Si tratta di una problematica molto delicata e che può portare a conseguenze gravi, l'aiuto di uno psicoterapeuta può aiutarla nel trovare strategie più sane per gestire le sue emozioni.

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve.
L’autolesionismo è un comportamento complesso e doloroso che può avere molte cause diverse. Non è necessariamente una dipendenza nel senso tradizionale del termine, come lo sono l’alcol o le droghe. Tuttavia, può assumere caratteristiche simili a una dipendenza nel corso del tempo.

Quando una persona si autolesiona, può provare un temporaneo sollievo dal dolore emotivo o dallo stress. Questo sollievo può creare un ciclo in cui la persona sente il bisogno di ripetere l’atto per ottenere lo stesso effetto, simile a come funziona una dipendenza. Inoltre, l’autolesionismo può diventare un meccanismo di coping, una sorta di “abitudine o strategia” che la persona utilizza per gestire emozioni difficili.

È importante notare che l’autolesionismo è spesso un segnale di sofferenza emotiva profonda e può essere associato a condizioni come la depressione, l’ansia o i disturbi di personalità. Per questo motivo, è fondamentale cercare aiuto professionale per affrontare le cause sottostanti e trovare modi più sani di gestire il dolore emotivo.

Se lei o qualcuno che conosce sta lottando con l’autolesionismo, parlare con uno psicologo o un altro professionista della salute mentale può essere un passo importante verso la guarigione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Buongiorno, immagino il disagio che puo' povare nel vivere questa condotta di auto- danneggiamento .Non e' da sottovalutare ,le consiglio caldamente di contattare al piu' presto uno psicoterapeuta esperto, in questo disturbo e affrontare la situazione disturbante. L saluto cordialmente
Dr. Maximiliano Serafini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Senigallia
Buongiorno, l'autolesionismo è una tematica delicata e dalle molte sfaccettature, di certo non va sottovalutata. La domanda che pone è abbastanza complessa in quanto sebbene generalmente l'autolesionismo non rientra nelle classiche "dipendenze", a volte puo mostrare caratteristiche simili (es.: l'autolesionismo moderato puo essere compulsivo ed estremamente ripetitivo). L’autolesionismo è abbastanza diffuso tra gli adolescenti e i giovani adulti ed è importante cercare di capirne le cause per tempo, in quanto l’identificazione delle diverse forme che il disturbo può assumere ne facilita un intervento. Ad esempio la persona potrebbe ferirsi per tramutare in sofferenza fisica (quindi più reale e più facilmente gestibile) una sofferenza emozionale che non si sa come gestire. Oppure l'autolesionismo potrebbe essere vissuto come un'autopunizione o addirittura una forma comunicativa che sottende un proprio disagio. Le suggerisco dunque di rivolgersi ad un professionista della salute mentale per cercare di capire cosa sta accadendo, anche perche l'autolesionismo, senza il dovuto supporto, potrebbe evolvere in comportamenti piu gravi o sottendere disturbi dell'umore o della personalità. Un caro saluto.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
l’autolesionismo non nasce come dipendenza nel senso tradizionale del termine, ma può diventare un’abitudine difficile da togliere in quanto l’illusione di sollievo che, per alcune persone, procura potrebbe essere ricercata compulsivamente ogni volta che ci si sente sotto stress o comunque si sta provando un dolore troppo difficile da sostenere (il dolore fisico “distrae” da quello emotivo o riempie momentaneamente quell’insostenibile vuoto interiore).
Se questo meccanismo la riguarda in prima persona, la invito con tutto il cuore a contattare un professionista. Non può affrontare questa sofferenza da sola/o.
Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Dott.ssa Elena Dall’Olio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Lazzaro di Savena
Gentilissimo/a, sottoscrivo le risposte dei colleghi infatti si tratta di un sintomo che da sè non rientra nella categoria delle dipendenze. Ciò nonostante, non deve essere sottovalutato o trascurato in quanto porta con sè numerosi rischi, e segnala la presenza di un dolore che può sicuramente essere lenito in modi più funzionali, una volta accolto insieme ad un professionista.
Un abbraccio, dott.ssa Elena Dall'Olio
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve,l’autolesionismo agli esordi non può essere considerato una dipendenza, ma bensì una risposta difensiva e disadattiva a stimoli che colpiscono la sfera emozionale in una dimensione che va oltre la soglia dell’accettabilità individualmente percepita.
Con il passare del tempo, continuando a mancare un lavoro di riconoscimento,ristrutturazione ed approccio alle emozioni e alla capacità di elaborazione cognitiva l’autolesionismo potrebbe degenerare inducendoin questo modo sia la cronicizzazione che effetti simili alla dipendenza da sostanze.
L’autolesionismo è una forma espressiva di un disturbo di personalità in fase di esplosione, per cui, se ne soffre o ne soffre qualcuno vicino a lei il consiglio è di recarsi tempestivamente da un professionista ed iniziare un percorso di psicoterapia.
Saluti,dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Federica Tilotta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, l’autolesionismo non viene considerato come una “dipendenza”, ma nonostante ciò è una condizione delicata che sarebbe utile non sottovalutare.
L’autolesionismo è un comportamento che può presentarsi come risposta adattiva in caso di esperienze emotive difficili da gestire, oppure come conseguenza a traumi o ad una bassa autostima e così via.
E’ un comportamento sicuramente complesso da trattare con uno specialista, sia in individuale ma anche con un gruppo di supporto. Infatti condividere questo tipo di vissuto con persone che hanno vissuto esperienze simili, crea una connessione sociale con conseguente supporto emotivo. Inoltre, un gruppo di supporto è utile per normalizzare le emozioni e i comportamenti, andando a ridurre il senso di inadeguatezza, di colpa e di vergogna.
Alla luce di ciò, sarebbe utile cercare l’aiuto e il supporto di un professionista, secondo la modalità che preferisci (individuale o di gruppo), in modo da sentirsi ascoltati e protetti e poter esprimere le proprie fragilità senza vergogna e adottando degli stili funzionali che vadano a sostituire un comportamento disadattivo
Un caro saluto, Dott.ssa Federica Tilotta
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, l'autolesionisimo è un comportamento che il soggetto mette in atto per affrontare, tollerare, gestire emozioni e sentimenti intensi. Il soggetto che la mette in atto nel momento in cui lo fa sente che quella strategia, in quel momento della sua vita, è estremamente utile e funzionale. Non conoscendo altre strategie ugualmente potenti e utili, fatica ad abbandonare tale strategia. Questo non significa che essa sia una dipendenza, ma più una strategia che il soggetto sente come unica possibile. Con il giusto percorso e supporto professionale il soggetto potrebbe comprendere nuove strategie di gestione emotiva, potrebbe comprendere le origini e la causa.
Se la sua domanda riguarda lei o qualcuno che conosce la cosa importante sarebbe chiedere aiuto ad un professionista per comprendere le ragioni e i vissuti correlati a questi comportamenti. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, l'autolesionismo è una manifestazione di qualcosa che non sta andando nel verso giusto dentro di lei. È una modalità disfunzionale che, spesso, viene utilizzata in presenza di emozioni negative.
Con un percorso di supporto psicologico può capire le cause e pian piano acquisire nuovi strumenti e diminuire questi comportamenti.
Mi farebbe piacere accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può scrivermi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. Le condotte autolesive sono complesse (come del resto ogni comportamento) e possono essere meglio comprese all'interno della personalità di ciascuno. Se si tratta di un'esperienza che la riguarda personalmente, sarebbe meglio potesse rivolgersi ad uno specialista. SG
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, non ripeto. I colleghi e le colleghe le hanno ampiamente risposto. Aggiungo solo che se è un comportamento che la riguarda o riguarda un suo caro, è bene non sottovalutarlo e farsi seguire il prima possibile. La saluto cordialmente, dott.ssa silvia ragni
Dott.ssa Mariarosaria Pesce
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, la sua sintetica domanda mi consente di ipotizzare una preoccupazione importante, ma l'assenza di maggiori informazioni rende poco funzionale qualsiasi risposta. E' una richiesta per se? per qualcuno a lei vicino? e che età ha questa persona?
Per definire in modo chiaro la situazione ed il significato del gesto le suggerisco di chiedere un colloquio con uno specialista con il quale potrà trovare le spiegazioni che le occorrono.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno Gentile Utente, l'autolesionismo, da un punto di vista psicologico, può essere considerato un comportamento ripetitivo e compulsivo che può avere caratteristiche simili a una dipendenza. Sebbene l'autolesionismo non sia tecnicamente classificato come una "dipendenza" nei manuali diagnostici come il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), può presentare dinamiche che lo avvicinano ai meccanismi della dipendenza comportamentale, tra cui:
- Rilascio emotivo: l'autolesionismo può offrire un sollievo temporaneo da emozioni intense, simile a come una sostanza può alleviare il disagio.
- Ciclo di rinforzo negativo: il comportamento può diventare un modo abituale per gestire emozioni difficili, ripetendosi per ottenere lo stesso sollievo.
- Aumento della tolleranza: la necessità di intensificare il comportamento per ottenere lo stesso effetto di sollievo può assomigliare a come si sviluppa la tolleranza nelle dipendenze.
- Compulsione e perdita di controllo: le persone possono sentirsi incapaci di fermarsi nonostante i danni causati, simile alla perdita di controllo nelle dipendenze.
- Craving e pensieri intrusivi: gli impulsi a compiere l'atto possono diventare forti e difficili da ignorare, come i desideri intensi nelle dipendenze.

L'autolesionismo può diventare un comportamento profondamente radicato e ripetitivo che funziona come una "dipendenza psicologica". Sebbene non vi sia una dipendenza fisica come nel caso di sostanze come l'alcol o le droghe, c'è una forte componente psicologica che può portare a una dipendenza comportamentale. È importante sottolineare che, a differenza delle dipendenze da sostanze, il trattamento dell'autolesionismo si concentra maggiormente sulla gestione delle emozioni, l'apprendimento di strategie di coping alternative, e la comprensione dei fattori scatenanti piuttosto che sull'astinenza.

Se Lei o qualcuno che conosce sta lottando con l'autolesionismo, è consigliabile cercare l'aiuto di un professionista della salute mentale per una valutazione e un supporto appropriati.

Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione.
Cordiali saluti,
Dott. Luca Vocino
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Dott.ssa Lidia Milazzo
Psicologo, Psicologo clinico
Messina
Gentile Utente,
l'autolesionismo può avere caratteristiche simili a quelle di una dipendenza, ma non è esattamente la stessa cosa. L'autolesionismo è un comportamento in cui una persona infligge danni fisici su se stessa, spesso come modo per gestire emozioni intense, stress o dolore psicologico. Può diventare un'abitudine o un meccanismo di coping, e in alcuni casi, le persone possono sentirsi "dipendenti" da questo comportamento a causa del sollievo temporaneo che provano dopo averlo fatto.

Nel corso del tempo, l'autolesionismo può diventare una risposta automatica a situazioni di stress o disagio emotivo, rendendo difficile interrompere il ciclo. Questo ciclo può sembrare simile a quello di una dipendenza, dove il bisogno di autolesionarsi diventa sempre più forte e difficile da controllare. Tuttavia, a differenza delle dipendenze tradizionali a sostanze come droga o alcol, l'autolesionismo non coinvolge una sostanza esterna che altera la chimica del cervello, anche se può comunque avere un impatto significativo sulla salute mentale e fisica.

È importante trattare l'autolesionismo con la stessa serietà con cui si trattano le dipendenze. La terapia, il supporto psicologico e, in alcuni casi, il coinvolgimento di un medico o uno psichiatra, sono fondamentali per aiutare chi soffre di autolesionismo a trovare modi più sani di gestire il dolore emotivo e sviluppare strategie di coping più efficaci.

Se lei o qualcuno che conosce sta lottando con l'autolesionismo, è essenziale cercare aiuto professionale il prima possibile. Il percorso verso la guarigione è possibile, e non deve essere affrontato da soli.

Un caro saluto, dott.ssa Lidia Milazzo
Dott.ssa Marianna Mansueto
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
L'autolesionismo è un comportamento complesso e doloroso che spesso ha radici in profondi disagi emotivi. Sebbene non sia una "dipendenza" nel senso tradizionale del termine, può sicuramente assumere caratteristiche simili a quelle di una dipendenza nel tempo, diventando un modo per cercare sollievo da un dolore emotivo intenso.

Chi pratica l'autolesionismo spesso lo fa per cercare di gestire emozioni travolgenti o sentimenti di vuoto e disperazione. Il dolore fisico, in questi casi, può sembrare un modo per placare un dolore emotivo altrimenti insopportabile. Tuttavia, questo sollievo è temporaneo e non affronta le vere cause del malessere.

È fondamentale comprendere che dietro l'autolesionismo ci sono motivazioni profonde che meritano di essere esplorate e affrontate con cura. È un segnale che qualcosa non va, che c'è una sofferenza che richiede attenzione e supporto.

Per questo motivo, è essenziale che chi si trova in questa situazione cerchi aiuto. Un percorso terapeutico può essere di grande importanza per comprendere le cause di questo comportamento e per sviluppare modi più sani e costruttivi di affrontare il dolore emotivo. Prendersi cura di queste ferite interiori è molto importante.
Se si ritrova in questa condizione cerchi un supporto, la aiuterà a stare meglio.

Dott.ssa Marianna Mansueto
Dott.ssa Barbara Merciari
Psicologo, Psicologo clinico
Sassuolo
L'autolesionismo non è classificato come dipendenza patologica.
Tuttavia, l'apparente sollievo e benessere che si prova può diventare un comportamento abituale, ricorrente che può condurti in una spirale negativa.
Finisci per girare in tondo senza trovare una via d'uscita.
Cerca aiuto per gestire le emozioni che ti conducono all'autolesionismo.
E' l'unica vera soluzione.
Ti abbraccio, dott.ssa Barbara Merciari
Dott. Andrea Alberti
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno gentile utente, l’autolesionismo è un gesto che può assumere significati diversi nelle esperienze di persone diverse. Spesso è una modalità di gestire emozioni molto forti, dolorose e/o confuse con un’azione invece che con un’elaborazione delle stesse. Può capitare che faccia troppo male o faccia sentire troppo disorientati cercare di fare i conti con l’amalgama di emozioni che portano a queste condotte. Come dicevano i colleghi, sebbene non sia classificato come una dipendenza, a volte l’autolesionismo ha la funzione di lenire una sofferenza che sentiamo dentro di noi. Credo che in queste situazioni sarebbe utile un percorso psicologico per cercare di mettere mente a quelle emozioni insieme a qualcuno pronto ad accoglierle e ad aiutare la persona a gestirle con la delicatezza e il tempo necessari a farlo.
Un saluto, Dott. Andrea Alberti
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Medolla
Buongiorno, l'autolesionismo non è propriamente una dipendenza. Tuttavia avrei bisogno di maggiori informazioni per poterla aiutare. Intorno al gesto dell'autolesionismo vi sono moltissime emozioni. Rimango a disposizione per qualunque chiarimento. Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Giulia Savani
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Gentilissimo,
Si tratta di un sintomo che da sé non rientra nella categoria delle dipendenze.
E’ un comportamento che il soggetto mette in atto per affrontare, tollerare e gestire emozioni/sentimenti intensi. Con il giusto percorso e il supporto psicologico è possibile riuscire a comprendere il significato sottostante alle condotte autolesive, al fine di trovare delle nuove strategie adattive per gestire in un’altra modalità le emozioni.
Rimango a disposizione
Dott.ssa Claudia Marrosu
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente , no l’autolesionismo non può essere considerato una dipendenza ma è sicuramente un comportamento disfunzionale patologico che ha una connotazione di forte sofferenza.
Questa pratica avviene sostanzialmente in due situazioni principali: quando la persona prova una forte sofferenza emotiva a cui non riesce a dare un nome, e quindi la si sfoga sul corpo Provandola fisicamente; oppure l’autolesionismo viene praticato da chi ha una forte disconnessione con il proprio corpo, non lo sente e si sente vuoto per cu ha necessità di ferirsi per vedere cosa c’è dentro, anche in questo secondo caso c’è una forte sofferenza alla base.
Detto ciò bisogna indagare con un percorso psicologico Importante che cosa origini questa sofferenza, accettarla, passarci dentro e superarla, senza spostarla su pratiche autolesioniste.
Cordiali saluti Dottoressa Marrosu
Dott.ssa Stefania Lanaro
Psicologo, Psicologo clinico
Albenga
Buongiorno, l'autolesionismo è spesso la risposta ad un dolore profondo e per quanto non sia di facile accettazione a volte diventa la "soluzione" intima ad una sensazione di disagio. Quello che lo rende "dipendenza" se così la vogliamo definire, è il fatto che porta un rapido "sollievo" ad un sentimento faticoso da provare. Se posso permettermi di darle un consiglio è provare a trovare un professionista che lavori sia con le parole che con attività a mediazione corporea al fine di creare un ponte tra il linguaggio silenzioso dell'autolesionismo e la possibilità di raccontarsi. Saluti
Lanaro Stefania
Dott.ssa Laura Mangione
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, anche se l'autolesionismo tecnicamente non è una dipendenza come l'uso di sostanze, può assumere caratteristiche simili. Molte persone lo usano per gestire emozioni intense, creando un ciclo in cui si cerca sollievo temporaneo. Col tempo, può diventare un'abitudine difficile da interrompere. Il supporto psicologico è fondamentale per trovare modi più sani di affrontare il dolore emotivo.
Dott. Massimo Martucci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,

L’autolesionismo, inteso come l'atto di ferirsi o farsi del male intenzionalmente, non è tecnicamente considerato una "dipendenza" nel senso tradizionale del termine, come potrebbe esserlo una dipendenza da sostanze o comportamentale (come il gioco d’azzardo). Tuttavia, può sviluppare caratteristiche simili a una dipendenza nel tempo, poiché il comportamento può diventare ripetitivo e difficile da interrompere.

Quando una persona si autolesiona, spesso lo fa per cercare di gestire emozioni molto intense, come ansia, tristezza, senso di colpa o rabbia. L’autolesionismo può fornire un sollievo temporaneo dal dolore emotivo, creando una sorta di "ciclo" in cui la persona inizia a farlo regolarmente come un meccanismo di coping, pur riconoscendo che non è una soluzione salutare a lungo termine. Questo ciclo ripetitivo e il senso di sollievo che ne deriva possono ricordare il funzionamento delle dipendenze.

Col tempo, una persona può iniziare a fare affidamento sull'autolesionismo per gestire emozioni difficili, e ciò rende più difficile fermarsi, anche se consapevole dei danni fisici ed emotivi. In questi casi, il comportamento può assumere una dinamica compulsiva, in cui la persona sente un crescente bisogno di ripetere l'azione per alleviare il dolore emotivo.

Quindi, anche se non è definito come una dipendenza classica, l'autolesionismo può diventare un comportamento problematico e difficile da interrompere senza un intervento adeguato.

Un cordiale saluto e un incoraggiamento per tutto!
Massimo Martucci, Psicologo a Milano, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta e Neurotrainer
Dott.ssa Giusi Vicino
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Gagliano Castelferrato
Salve, sono tante le domande che vorrei farle poichè pone un problema molto interessante come l'autolesionismo. Mi faccia capire se ho inteso bene ciò che chiede; lei sta chiedendo se praticare autolesionismo rientra fra le dipendenze e se in relazione a quanto spesso avvengono , può diventarlo?
l'atto di praticare lesioni sul proprio corpo di per sè non rientra fra le dipendenze nel senso tradizionale -più riferito ad uso di alcol, droghe, internet , GAP o sesso- potrebbe però assumere caratteristiche simili se protratte nel corso del tempo.
l'eventuale temporaneo sollievo dal dolore emotivo o dallo stress che si prova, potrebbe innescare uno stato di ricerca del benessere attraverso il compimento di quel gesto, sententendone il bisogno di ripeterlo così il con una certa ciclicità.
Se diventa una sorta di strategia, uno schema ricorrente che seppur disfunzionale diventa il "SUO" modo per stare meglio, per superare momenti di stress o gestire emozioni dalle quali si sente sopraffatto/a, allora sarà più probabile che ne derivi una dipendenda da quel gesto .
Qualora ne volesse parlare , sono a sua disposizione .
dott.ssa Giusi Vicino
Dott. Massimiliano Signorello
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Gentile utente
l'autolesionismo in sè non è classificabile come una dipendenza, anche se può assumerne la forma.
Cerco di essere più chiaro: chi pratica l'autolesionismo lo fa per sfuggire ad un pensiero doloroso, per infliggersi una punizione o per provare emozioni forti...insomma è quasi sempre una risposta comportamentale a qualcosa!
per diventare una dipendenza dovrebbe essere fatto a priori da qualsiasi antecedente (del tipo, mi alzo ed ho voglia di tagliarmi senza motivo....anche se in fondo il motivo esiste ma non lo focalizzo in quel momento).
Io solitamente lavoro sul comportamento disfuzionale cercando di indagare sulla causa che vi è dietro (si butta acqua sul fuoco ma intanto si cerca di trovare da dove scaturisce)
Spero di essere stato chiaro ma se serve sono disponibile anche online
cordialmente
dott. Massimiliano Signorello
Dott.ssa Angele Rachel Bilegue
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, l'autolesionismo è molto delicata come tematica e dalle molte sfaccettature. La sua domanda è complessa in quanto sebbene generalmente l'autolesionismo non rientra nelle classiche "dipendenze", a volte può mostrare caratteristiche simili.
Posso immaginare il disaggio che prova nel vivere questa situazione nel fare il male a se stessi le consiglio di contattare uno specialista esperto. Se vuole può prenotare un appuntamento con me.


Dott. Paolo Galassi
Psicologo, Psicologo clinico
L'Aquila
Buongiorno. L'autolesionismo non viene generalmente considerata una dipendenza nel senso tradizionale, come lo sono le sostanze o il gioco d'azzardo, ma può condividerne alcune caratteristiche. In molti casi, le persone che si autolesionano lo fanno per gestire emozioni intense, dolore psicologico o stress, trovando sollievo temporaneo nell'atto. Col tempo, questo comportamento può diventare una sorta di meccanismo di coping ripetitivo e difficile da interrompere, soprattutto se non si riescono a trovare alternative per gestire le emozioni assumere tratti simili a quelli di una dipendenza, poiché la persona può sentire 'spinta' a ripetere il comportamento per ottenere lo stesso sollievo. Tuttavia, è importante affrontare le cause sottostanti, magari attraverso un percorso di terapia, per aiutare a sviluppare.
Per qualsiasi cosa sono a disposizione.
Dott. Paolo Galassi - Psicologo Clinico
L’autolesionismo può avere alcune caratteristiche simili a quelle di una dipendenza, anche se tecnicamente non rientra tra le dipendenze in senso stretto. Tuttavia, per alcune persone, può diventare un comportamento ricorrente e difficile da controllare, che si sviluppa nel tempo e diventa una strategia per affrontare emozioni difficili o stress.

Quando una persona si autolesiona, spesso lo fa per ottenere sollievo immediato da stati emotivi molto intensi, come ansia, rabbia, senso di colpa o vuoto. Questo sollievo temporaneo può creare un ciclo in cui la persona torna a utilizzare l’autolesionismo ogni volta che prova quelle emozioni, perché è un modo “rapido” per sentirsi meglio. In questo senso, si crea una sorta di “dipendenza” dal comportamento, perché diventa una strategia di coping ripetitiva e difficile da abbandonare.

Col tempo, l’autolesionismo può consolidarsi come meccanismo di gestione emotiva, e anche se la persona è consapevole che non è una soluzione sana, può trovare estremamente difficile smettere. Questo è un segnale che il comportamento ha assunto caratteristiche simili a quelle di una dipendenza.

Se stai vivendo una situazione del genere o conosci qualcuno che sta lottando con questi comportamenti, è importante cercare un aiuto professionale. Un percorso terapeutico può aiutare a comprendere le cause profonde dell’autolesionismo e a sviluppare metodi più sani per gestire le emozioni difficili.
Dott.ssa Silvia Masi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Treviglio
Gentile Utente,
l'autoferimento spesso è una "strategia" che la mente ha trovato per tenere a bada/scaricare/provare/regolare dei vissuti emotivi, generalmente i più faticosi e angoscianti da sentire e pensare.
Per questa ragione, l'azione (auteferirsi, in questo caso. ma potrebbe essere anche il caso di un'abbuffata, ad esempio) può diventare lo strumento attraverso cui si sperimenta il tentativo di risoluzione di un'angoscia interna e questo può creare una "dipendenza", nel senso di un bisogno a rimettere in atto la medesima azione, poiché generatrice di sollievo in quel momento. Potrebbe essere utile capire in che momenti quella persona sente il bisogno di autoferirsi: cosa accade, cosa prova, quando; e dare una nuova cornice ai vissuti che portano alla messa in atto di qualcosa che la fa stare male.
Dott.ssa Camilla Persico
Psicologo, Sessuologo, Neuropsicologo
Carrara
L’autolesionismo può assumere caratteristiche simili a una dipendenza, soprattutto se diventa una risposta abituale e reiterata per gestire emozioni intense o situazioni difficili. Non si tratta di una dipendenza nello stesso senso delle sostanze, ma può instaurarsi un ciclo in cui la persona sente il bisogno di ricorrere all’autolesionismo per alleviare ansia, senso di colpa, rabbia o altre emozioni dolorose. Questo ciclo può dare l’impressione di "non poterne fare a meno", un po' come succede nelle dipendenze.

Con il tempo, il comportamento autolesionistico può diventare una sorta di "rituale" che la persona sente di dover ripetere per ottenere un sollievo temporaneo. In altre parole, il cervello si abitua a percepire l’autolesionismo come un modo per calmarsi o scaricare emozioni difficili, il che rende il comportamento più persistente e difficile da interrompere.

Tuttavia, è importante ricordare che ci sono strategie efficaci per superare questi impulsi e che molte persone riescono a interrompere questo ciclo con il giusto supporto. La terapia può aiutare a trovare alternative per affrontare le emozioni dolorose e per sviluppare metodi più sani di autoregolazione.

Se avesse bisogno di esplorare ulteriormente questo tema, sono a disposizione.

Un saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Dott. Federico Ruffini
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buona sera,
il comportamento autolesionista di per sè potrebbe non essere una dipendenza, ma molti studi lo legano al ciclo del piacere (similmente all'assunzione di sostanze o l'esercitare particolari comportamenti). Per accertarsi di ciò che chiede servirebbe osservare che tipo di valore la persona associa all'autolesionismo e cosa significa simbolicamente per quella persona. Per inquadrare meglio la problematica consiglierei un percorso di tipo psicologico per individuare quelle che potrebbero essere gli scenari che immagina questa persona compiendo l'atto.
La ringrazio,
F.R.
Dott.ssa Giulia Ruffino
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Cossato

Sì, l'autolesionismo può assumere le caratteristiche di una dipendenza, anche se non è una dipendenza nel senso classico del termine come può esserlo quella da sostanze come alcol o droghe. Si tratta di un comportamento che può diventare abituale e compulsivo, perché fornisce un sollievo temporaneo da emozioni travolgenti o un senso di vuoto insopportabile.

Per alcune persone, il dolore fisico dell'autolesionismo offre una forma di "scarico" emotivo o un modo per sentirsi di nuovo "connessi" al proprio corpo quando si sentono dissociati o intorpiditi. Gli atti di autolesionismo innescano il rilascio di sostanze chimiche nel cervello (come le endorfine), che possono creare una momentanea sensazione di sollievo o persino di benessere. Questa risposta neurochimica può rinforzare il comportamento, rendendo l'autolesionismo un ciclo difficile da interrompere.

Col tempo, le persone possono diventare dipendenti da questo meccanismo per gestire emozioni che non sanno come affrontare in altro modo, soprattutto se mancano strategie di coping più sane. In questi casi, interrompere l'autolesionismo può risultare altrettanto difficile quanto smettere di usare una sostanza a cui si è dipendenti, perché la persona ha imparato a fare affidamento su quel comportamento per sentirsi meglio, anche se solo temporaneamente.

Hai mai avuto a che fare con situazioni simili o osservato questo meccanismo in qualcuno che conosci?
Buona fortuna
Dott.ssa Noemi Aceto
Psicologo, Terapeuta
Aprilia
Salve, l'autolesionismo può essere visto non tanto come una dipendenza nel senso classico del termine ma come un comportamento che svolge una funzione regolativa o relazionale nel contesto della vita della persona. Tuttavia, questo comportamento può assumere caratteristiche simili a quelle di una dipendenza nel tempo, in base a come si struttura nella rete di significati e relazioni della persona.
Dunque, potrebbe essere interessante comprendere il ruolo che assume questo specifico sintomo all'interno del contesto relazionale della persona e come il sistema familiare-relazionale contribuisce alla permanenza del sintomo.
Spero di esserle stata di aiuto.
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, per autolesionismo possiamo intendere dei comportamenti deliberatamente orientati al provocare a se stessi del dolore fisico, pur essendoci delle somiglianze con le dipendenze non sono la stessa cosa.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisa Fiora
Psicologo, Psicologo clinico
Busto Arsizio
Buongiorno,
l'autolesionismo può presentarsi in vari quadri clinici, può avere differenti significati se ricondotto alla situazione specifica. Per approfondimenti e diagnosi è necessario rivolgersi ad uno specialista.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
Dott. Mario Salinas
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Gentile utente,
l'autolesionismo può essere considerato un comportamento ripetitivo che, in alcuni casi, può assumere caratteristiche simili a una dipendenza. Questo accade perché, nel momento in cui una persona si infligge dolore fisico, il corpo rilascia endorfine, che hanno un effetto temporaneo di sollievo emotivo. Questo meccanismo può portare a una sorta di “ciclo” in cui si sente il bisogno di ripetere il gesto per gestire emozioni difficili o per provare un senso di controllo.

Tuttavia, è importante comprendere che l'autolesionismo non è una "dipendenza" nel senso tradizionale del termine, come accade per sostanze o comportamenti specifici. Piuttosto, è spesso un modo di affrontare sofferenze emotive che sembrano insostenibili o impossibili da esprimere in altro modo.

Con il tempo, però, questo comportamento può radicarsi, rendendo sempre più difficile interromperlo senza un aiuto adeguato. Per questo motivo, è fondamentale non sottovalutare il problema e cercare il supporto di uno psicologo o di un professionista specializzato. Un percorso terapeutico può aiutare a comprendere le cause profonde del comportamento e a sviluppare strategie alternative per gestire il dolore emotivo in modo più sano e costruttivo.
Dott.ssa Simona Spiezia
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, l'autolesionismo non è classificato come dipendenza, tuttavia può diventarlo, rendendo il comportamento sempre più automatico in specifiche situazioni.
Le dipendenze possono nascere per curarsi da qualcosa di altro, l'autolesionismo in parte gli assomiglia come meccanismo: ci si fa del male e allo stesso tempo si può provare sollievo poiché il dolore è percepito come circoscritto e sotto controllo (anche se in realtà non lo è).
Al di là di ciò, se si pratica autolesionismo è consigliabile prestare attenzione al disagio che esso sottende cercando un aiuto professionale, che potrà facilitare la ricerca di nuovi modi di vivere il dolore e la sofferenza emotiva.
Cordiali saluti, Dott.ssa Simona Spiezia.
Dott.ssa Flavia Maria Longo
Neuropsicologo, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
L’autolesionismo non è ufficialmente classificato come una dipendenza, ma può assumere alcune caratteristiche simili a quelle di una dipendenza, soprattutto se diventa un comportamento ripetitivo per gestire emozioni difficili o per ottenere un senso temporaneo di sollievo.
Può diventare una dipendenza nel tempo?
Non esattamente nel senso clinico di una "dipendenza", ma sì, l’autolesionismo può diventare un comportamento compulsivo e ripetitivo, difficile da interrompere senza supporto. Questo avviene perché il cervello associa l’autolesionismo al sollievo emotivo, rafforzando il legame tra il comportamento e il bisogno di regolare emozioni intense.
Se lo desidera, possiamo lavorare insieme per comprendere il significato dell’autolesionismo nella sua vita e sviluppare strumenti pratici per affrontarlo in modo sano e duraturo. Non è sola: ci sono risorse e strategie che possono aiutarla a uscire da questo ciclo.
Se vuole, possiamo fissare una consulenza per esplorare insieme come costruire un percorso su misura per lei. Chiedere aiuto è un passo di grande coraggio e il primo verso il cambiamento.

Dott.ssa Priscilla Carli
Psicologo, Psicologo clinico
Guidonia Montecelio
Gentile utente, è possibile percepire l'autolesionismo come qualcosa di difficile da controllare, quasi come una dipendenza. In effetti, anche se non è classificato tecnicamente come una dipendenza, ci sono delle somiglianze nel modo in cui agisce sul cervello e sulle emozioni. Quando una persona si fa del male, può provare un sollievo temporaneo da emozioni molto intense come rabbia, tristezza o ansia. Questo sollievo può diventare una sorta di 'meccanismo di coping', una strategia per affrontare il dolore emotivo. Tuttavia, come succede con altre strategie disfunzionali, col tempo può diventare un circolo vizioso: il bisogno di provare quel sollievo può spingere a ripetere il comportamento, ma nel corso del tempo, come dice, porta più sofferenza che benessere. In questo senso, la persona sente di non avere altre vie per gestire il proprio malessere. Un passo importante può essere capire cosa c'è dietro questo bisogno: quali emozioni o situazioni portano una persona a questo comportamento? é possibile esplorare modi alternativi per affrontare situazioni stressanti, che siano più sani e che non facciano sentire di essere intrappolati in questo ciclo. Se le capita di avere comportamenti autolesionistici, o capita a qualcuno che conosce, il mio consiglio è quello di rivolgersi quanto prima ad un professionista della salute mentale. In bocca al lupo, Dott.ssa Carli Priscilla
Dott.ssa Francesca Spano
Psicologo, Professional counselor, Psicologo clinico
Roma
L’autolesionismo non è considerato una dipendenza nel senso tradizionale del termine, come lo sono, ad esempio, le dipendenze da sostanze o da comportamenti compulsivi. Tuttavia, può acquisire caratteristiche simili a una dipendenza nel corso del tempo, soprattutto se diventa un meccanismo ricorrente per gestire emozioni intense o dolorose.

In molte persone che si autolesionano, il comportamento può iniziare come un modo per gestire il dolore emotivo, l’ansia o lo stress, o come una forma di "rilascio" per sensazioni di frustrazione, rabbia o tristezza. Con il tempo, questa modalità può diventare un'abitudine e, in alcuni casi, può essere percepita come qualcosa di necessario per far fronte alle emozioni difficili. Così, pur non essendo una dipendenza nel senso tradizionale, l’autolesionismo può assomigliare a un comportamento compulsivo, in cui la persona sente una forte spinta a ripetere l’atto per alleviare temporaneamente il malessere emotivo.

Inoltre, proprio come accade nelle dipendenze, con l'autolesionismo può verificarsi un fenomeno di tolleranza (dove la persona ha bisogno di ferirsi in modi più intensi o frequenti per ottenere lo stesso sollievo) e ritiro (quando la persona sperimenta forti sensazioni di disagio emotivo nel tentativo di smettere).

Per questo motivo, l’autolesionismo può evolvere in una vera e propria dependenza emotiva, dove il comportamento diventa il principale strumento di coping, nonostante le conseguenze dannose. Questo è uno dei motivi per cui è importante affrontare l'autolesionismo con l'aiuto di un professionista. Attraverso l'aiuto di uno psicologo, si possono identificare e modificare i pensieri e i comportamenti che alimentano l'autolesionismo, offrendo strategie più sane per affrontare il dolore emotivo.

Se senti di dover affrontare queste difficoltà, ti consiglio di cercare un supporto psicologico: affrontare il problema presto può fare una grande differenza nel percorso di guarigione.
Dott. Dario Papa
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Ferrara
Salve. L’autolesionismo non è tecnicamente classificato come una dipendenza nel senso tradizionale del termine, ma può assumere caratteristiche simili a una dipendenza comportamentale.
Chi pratica autolesoinismo spesso lo fa per gestire emozioni intense come ansia, tristezza o senso di vuoto. Il sollievo temporaneo che ne deriva può portare a un meccanismo ripetitivo, creando una sorta di ciclo in cui il comportamento diventa una strategia disfunzionale per affrontare il disagio. Con il tempo, il cervello può associare l’autolesionismo a un senso di sollievo, rendendo più difficile interrompere questo schema, proprio come accade nelle dipendenze. Per questo intervenire precocemente è fondamentale.
Sono a sua disposizione qualora voglia cominciare un percorso.
Le auguro il meglio.
Dott. Simone Rampin
Psicologo, Psicoterapeuta
Albignasego
Si potrebbe affermare che l'autolesionismo non consista in una vera e propria dipendenza nel senso stretto della parola; sarebbe tuttavia necessario approfondire il caso analizzando il significato e il motivo per cui si ricorre all'autolesionismo.
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Buonasera, l'autolesionismo può essere visto come un comportamento complesso che ha motivazioni prettamente psicologiche e può effettivamente svilupparsi in una forma di dipendenza nel corso del tempo. Tuttavia, non è comunemente definito come una "dipendenza" nel senso tradizionale del termine (come accade per sostanze come l'alcol o le droghe), ma ha alcune caratteristiche che possono renderlo simile ad una dipendenza comportamentale.

Inizialmente, molte persone che praticano autolesionismo lo fanno come una risposta ad emozioni travolgenti, come tristezza, frustrazione, ansia, o per gestire il dolore emotivo, in quanto può dare un sollievo temporaneo o una sensazione di controllo su emozioni difficili. Questo sollievo, tuttavia, può diventare rinforzato nel tempo, creando una sorta di ciclo in cui il comportamento autolesionista viene ripetuto per gestire il disagio emotivo, mettendo la persona anche in pericolo di vita.
E' per questo motivo che rivolgersi ad un professionista della salute mentale è indispensabile se si vuole interrompere questo ciclo, imparando gradualmente una sana regolazione emotiva, senza sentirsi travolti dal dolore o da emozioni soverchianti.

Rimango a disposizione per ulteriori delucidazioni.

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Dott. Diego Gitano
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Napoli
L'autolesionismo non è generalmente classificato come una dipendenza. Tuttavia, se i comportamenti autolesivi diventano ripetitivi nel tempo, è fondamentale esplorare le cause sottostanti e le emozioni che spingono la persona a ricorrere a tali gesti per affrontare il dolore. È essenziale trattare sia il comportamento autolesivo che i conflitti psicologici che lo alimentano, al fine di prevenire la cronicizzazione e promuovere un processo di cura più profondo e duraturo.
Dott.ssa Paola Grasso
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
l’autolesionismo è un tipo di condotta che non viene classificata come dipendenza, ma comprendo le ragioni della sua domanda. Spesso questo comportamento viene messo in atto in maniera impulsiva e, in alcuni momenti, senza possibilità di controllo da parte della persona che ne soffre. Possono esservi molteplici spiegazioni relativamente alle ragioni per cui si manifesta questo tipo di disagio, tutte da approfondire con l’aiuto di un esperto e di un professionista perché la diagnosi sia efficace. La cosa più importante da comprendere, perlomeno in questa sede, è che si tratta di una condotta che può, appunto, arrivare ad essere fortemente lesiva per la persona. Ciononostante, essa costituisce un primo tentativo, seppur non funzionale, di esprimere una profonda sofferenza che altrimenti appare come non contattabile o esprimibile in altro modo. È molto importante chiedere aiuto alle figure preposte, come ad uno psicologo, ad uno psichiatra o ad uno psicoterapeuta, per poterne gestire gli effetti, soprattutto se la sensazione della persona è quella di non riuscirsi a controllare. Il bisogno di mettere in atto questo tipo di comportamento indica una grande sofferenza sottostante, per ragioni individuali, relazionali, ambientali o di altro tipo, ed è davvero importante poterle dare spazio e poterla ascoltare. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento - dottoressa Paola Grasso
Dott.ssa Giulia Uberti
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
l’autolesionismo è spesso una modalità che alcune persone utilizzano per gestire emozioni o stati di stress percepiti come troppo intensi o difficili da tollerare.
In questi casi, il comportamento può produrre un sollievo momentaneo, che però rischia di rafforzare il circolo vizioso: più viene utilizzato per affrontare il disagio, più tende a diventare una risposta automatica.
È comune avere la sensazione di non poterne fare a meno, ma questo accade spesso perché non si hanno ancora a disposizione strategie alternative per affrontare quei momenti difficili.
Un percorso psicologico o di psicoterapia può essere molto utile per ricostruire la catena di pensieri, emozioni e situazioni che portano al comportamento autolesivo e per individuare strategie più efficaci, sia nel breve che nel lungo termine, per affrontare la sofferenza.
Dott.ssa Vanessa Nardelli
Psicologo clinico, Sessuologo, Psicologo
Padova
Buonasera!

L’autolesionismo non è considerato una dipendenza nel senso clinico del termine, ma può sviluppare caratteristiche simili. Alcune persone riferiscono di sentirne il bisogno con una certa frequenza, soprattutto perché può offrire un sollievo temporaneo da stati emotivi difficili.

Con il tempo, questo comportamento può diventare una modalità abituale per affrontare lo stress o il dolore emotivo. In questi casi è utile rivolgersi a un professionista della salute mentale, che può aiutare a comprendere le cause alla base e a trovare strategie alternative e più funzionali per gestire le emozioni.

Un caro saluto!
Buongiorno,
l’autolesionismo non è una dipendenza in senso stretto, ma può assumere caratteristiche simili: chi lo mette in atto può avvertire un sollievo momentaneo dall’angoscia seguito da senso di colpa o vergogna, creando così un ciclo che tende a ripetersi nel tempo.

Spesso è un modo per gestire emozioni intense, dolore psichico o senso di vuoto, e per questo va ascoltato con cura e senza giudizio. Un percorso psicologico può aiutare a comprendere le cause profonde e trovare modalità più sane per affrontare ciò che fa male dentro.

Ricevo a Rovigo e anche online, se desidera.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina Emma Morelato
Psicologa clinico-giuridica
Dott.ssa Giulia Spilli
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
L’autolesionismo non è classificato formalmente come una “dipendenza” in senso stretto, ma può avere caratteristiche simili: diventa un modo ricorrente per regolare emozioni intense, come dolore, rabbia, senso di vuoto o colpa.
Con il tempo, se non viene compreso e affrontato, può diventare una modalità automatica e rigida di risposta alla sofferenza, al punto da sembrare “necessario” per ottenere sollievo, proprio come accade nelle dipendenze.
L’autolesionismo può anche essere visto come un messaggio che ha senso all’interno di una storia personale e relazionale: un linguaggio del corpo che esprime qualcosa che non trova parole o spazio nei rapporti.
Un percorso psicoterapeutico può aiutare non solo a interrompere il comportamento, ma anche a comprendere da dove nasce, cosa rappresenta e a costruire alternative più sane e sostenibili.
Salve, non è ufficialmente classificato come "dipendenza" nel senso medico (come lo sono droga, alcol, gioco d'azzardo).
Ma, molti aspetti dell'autolesionismo funzionano come una dipendenza, segue lo stesso ciclo tipico delle dipendenze:
Tensione crescente → emozioni insopportabili, ansia, vuoto, colpa, rabbia.
Comportamento autolesivo → tagli, bruciature, colpi, etc.
Sollievo immediato → il dolore fisico "distrae" o "regola" quello emotivo.
Colpa o vergogna → che spesso alimenta di nuovo la tensione.
Bisogno di ripetere per ottenere di nuovo sollievo.
Per comprendere meglio il proprio vissuto è sempre bene rivolgersi a un professionista e iniziare un percorso si supporto. Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Carolina Ventura
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
La messa in atto di comportamenti autolesivi è una strategia di coping disfunzionale che assolve alla funzione di regolare le emozioni troppo intense e intollerabili. In assenza di altre strategie di regolazione emotiva più funzionali e non pericolose per la persona, il fatto di cedere all'impulso a farsi del male per anestetizzarsi e calmarsi, e quindi regolare le proprie emozioni, può diventare automatico e un impulso difficile da non assecondare. La terapia cognitivo-comportamentale per il disturbo borderline, come la DBT, si è dimostrata molto efficace nella riduzione dei comportamenti autolesivi. A disposizione
Dott. Federico Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
L’autolesionismo non suicidario non è classificato come una dipendenza nel senso tradizionale del termine. Diversi modelli psicologici e neurobiologici suggeriscono poi che possa presentare le cosiddette caratteristiche “addictive-like” e, nel tempo, acquisire un funzionamento che presenti delle analogie con quello delle dipendenze comportamentali, soprattutto nei casi in cui venga utilizzato ripetutamente come strategia (disfunzionale) per regolare emozioni intense o stati dissociativi.
Ribadendo che non esiste un riconoscimento diagnostico come “disturbo da dipendenza” nei manuali internazionali (DSM-5-TR, ICD-11), sarebbe importante chiedere aiuto ad un professionista per approfondire le ragioni ed esplorare i vissuti correlati a questi comportamenti, al fine di svilupparne altri maggiormente adattivi.

Cordialmente
Dott. Federico Lupo
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente , l' ’autolesionismo non nasce come una vera e propria dipendenza. Molte persone cominciano a farsi del male perché in quel momento non trovano altri modi per gestire emozioni troppo forti, stati di vuoto e ansia È una strategia che inizia come un tentativo di trovare sollievo immediato, non come un comportamento a cui ci si “attacca” fin da subito.
La cosa importante è che questo ciclo si può interrompere con un trattamento adeguato. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentin De Chiara
Buongiorno, la ringrazio per la sua domanda.
Comprendo che questo sia un argomento difficile e che forse sarebbe necessario avere più informazioni a tale riguardo.
Posso dirle però che sarebbe per lei necessario provare a comprendere l'origine di questo suo comportamento per provare ad identificare il bisogno che si pone alla base.
Grazie

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