Io,da circa 5 anni,mi viene un fastidio a qualsiasi parte del corpo stando fermo o soltanto pensando

19 risposte
Io,da circa 5 anni,mi viene un fastidio a qualsiasi parte del corpo stando fermo o soltanto pensandoci.Per esempio se lascio la mano in aria,dopo un po’ di secondi devo toccare o stringere qualcosa,anche,se per esempio penso in quel momento al petto ci devo dare una piccola botta perchè mi inizia a fare fastidio in quel punto.(questo fastidio smette solo quando mi dimentico di quest’ultimo ).
Grazie
Salve,
da ciò che descrive, la componente ansiosa è particolarmente presente nel suo modo di vivere. Ha mai provato un percorso di psicoterapia?
Resto a disposizione
Dott.ssa Roberta Stallone

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Buonasera, da quanto descrive i sintomi da lei provati sembrano essere molto invalidanti ed è comprensibile la sua preoccupazione. E’ importante che si rivolga ad un professionista quanto prima, in modo che si possano comprendere le origini del disturbo ed intraprendere così un percorso mirato. La sintomatologia che riporta può trovare genesi in diverse cause che devono essere osservate e trattate affinché lei possa risolvere il suo problema ad ogni modo è necessario agire per evitare cronicizzazioni.
Rimango a disposizione per qualsiasi delucidazione senza impegno.
Saluti
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, dal suo breve racconto emergono dei particolari che meritano molta attenzione, in particolar modo la difficoltà che ha nel riconoscere le proprie parti del corpo, o comunque a dissociarsi brevemente da esse. Le consiglio di parlarne con il medico di base e su tutti di rivolgersi un uno psicoterapeuta con il quale valutare la gravità della situazione.
Con la speranza che segua questo consiglio le auguro un imbocca al lupo per il futuro.
Un saluto, dottor Moraschini Mattia.
Salve, provi a parlarne innanzitutto con il suo medico di base e a prendere in considerazione di intraprendere un trattamento psicoterapeutico per lavorare su queste sensazioni e su una migliore gestione di queste.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, comprendo le ragioni del suo disagio e ne sono dispiaciuto. Tuttavia qualsiasi ipotesi formulata sulla base delle sole informazioni presenti nel suo scritto sarebbe a mio avviso riduttivo a fronte di una situazione complessa come la sua (tutte quelle che riguardano il vissuto umano lo sono). La invito per questo a contattarmi in privato, anche con un semplice messaggio se vuole; mi limiterei a farle solo qualche ulteriore domanda in modo da offrirle una consulenza più accurata. Cordiali saluti Dott. Antonio Panza.
Buonasera e graie per averci parlato della sua situazione. Mi allineo ai colleghi nel momento in cui le consigliano di ritagliarsi uno spazio di ascolto in cui cercare di dare un significato più profondo al suo sentire e al sintomo che lamenta. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Buonasera, non posso aggiungere altro a quanto detto dai colleghi,a le consiglio di non perdere tempo affrontando la situazione rivolgendosi ad uno specialista. Dr. Nicola Fuso
Buongiorno, prima di fare diagnosi di alcun tipo credo sia il caso di approfondire con un colloquio clinico esaustivo e credo anche sia il caso di escludere qualsiasi componente organica (intendo fisica) facendo le opportune indagini mediche. Mente e corpo vanno considerati come un unicum..a presto, rimango disponibile per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Costa Valentina
Salve. Mi pare una questione degna di attenzione: come se cercasse, da qualche parte, delle prove dell'esistenza del corpo, come se avesse bisogno di una sicurezza in più. E anche questo fastidio dice di qualcosa che in fondo è vivente, anche se non sempre torna. Molto interessante! Varrebbe la pena approfondire con un lavoro su di sè, che dice?
Cordialmente.
Greta Tovaglieri
Buonasera, quanto da lei riportato sembra parlare di uno stato di ansia che sta riportando sul corpo e sulle sensazioni corporee. Quel che le consiglierei è una psicoterapia ad approccio bioenergetico (approccio psicocorporeo) che coniuga il lavoro attraverso l'esposizione verbale con un lavoro sul corpo che va ad individuare quel che sono le sensazioni corporee e le emozioni al fine di sciogliere dei blocchi e lasciar riemergere l'energia sottostante. Se desidera sono a sua disposizione per un percorso. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno,
tipico intorpidimento dato da iperfocalizzazione attentiva.
Più ci pensa e più non ne può fare a meno.
Il lavoro da fare in questo caso è trasformarla da vittima in attivo lottatore.
Lei pensa di aver voglia di cambiare il suo ruolo?
Rimango a disposizione se vuole rispondermi anche privatamente.

Saluti,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno, sarebbe utile capire come mai ha molta attenzione verso questi aspetti. Se le facessero male le conseguenze fisiche, a quel punto sarebbe maggiormente una questione medica. Se si chiedesse quale potrebbe essere l'aspetto psicologico bisognerebbe approfondire altri aspetti come il suo momento di vita e vissuti che sta sentendo.
Gent.mo il suo sintomo sembra essere simile a quello noto come "Disturbo da Desiderio Impulsivo", o ID (Impulse Control Disorder). L'ID è un disturbo del controllo degli impulsi che si manifesta con la necessità impellente di compiere azioni fisiche o verbali in risposta a un'intensa sensazione di fastidio o di tensione. Queste azioni possono variare da una semplice contrazione muscolare, come descritto nel tuo caso, a comportamenti più complessi e potenzialmente dannosi per se stessi o per gli altri.
La terapia in un contesto protetto come quello di un colloquio psicologico può trattare questo tipo di disturbi e può aiutarla a gestire i suoi impulsi e a migliorare la qualità della tua vita.
Dott.ssa Bachiorri Sara





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Salve,

comprendo la preoccupazione che hai espresso riguardo al fastidio che avverti alle diverse parti del corpo quando sei fermo o semplicemente ci pensi. È importante affrontare queste sensazioni per capirne la natura e trovare modi per gestirle in modo efficace.

La sintomatologia che descrivi potrebbe essere correlata a fenomeni noti come "tic sensoriali" o "sensazioni intrusive". Questi possono essere collegati a livelli di ansia o tensione che possono manifestarsi attraverso la necessità di toccare o stringere parti del corpo. Tuttavia, è fondamentale notare che solo un professionista esperto può valutare accuratamente la tua situazione e fornire una diagnosi appropriata.

Ti consiglio di considerare alcune opzioni:

1. **Consulenza professionale:** Se queste sensazioni ti causano disagio significativo, potresti voler cercare il supporto di uno psicologo o uno psicoterapeuta. Un professionista può aiutarti a esplorare le origini di questi sintomi e trovare strategie per affrontarli.

2. **Mindfulness e tecniche di rilassamento:** L'adozione di tecniche di mindfulness e rilassamento può aiutarti a gestire l'ansia e le sensazioni fisiche sgradevoli. Queste pratiche possono aiutarti a rimanere nel momento presente e a ridurre la tensione.

3. **Stile di vita e benessere:** Prendersi cura del proprio benessere generale, attraverso una dieta equilibrata, attività fisica regolare e il mantenimento di buone abitudini di sonno, può influire positivamente sulle sensazioni di ansia o fastidio.

Ricorda che ogni individuo è unico e che è importante trovare approcci che funzionino meglio per te. Se il fastidio che provi continua a influenzare la tua vita quotidiana, ti incoraggio a rivolgerti a un professionista della salute mentale che possa fornirti un supporto mirato e personalizzato.

Cordiali saluti,
Ilaria
Caro Utente, mi dispiace molto per quello che sta passando e la ringrazio per la sua condivisione. Nella richiesta che pone ci sono diversi elementi che meriterebbero senz'altro di attenzione. Potrebbe essere utile e prezioso esplorare il suo vissuto all'interno di un percorso psicologico.
Rimango a disposizione, anche online, e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Buongiorno, mi sembra di capire che il suo corpo le sta mandando dei messaggi e sta cercando il modo per farsi ascoltare da lei: una volta la richiama sul cuore, altre sulla mano...
Fermarsi e ascoltarlo all'interno di un Setting terapeutico le permetterebbe di comprendere questi suoi vissuti e interrompere questi cicli di fastidio.
Sono a disposizione per avviare un percorso online, dott.ssa Anastasia Giangrande
Salve, grazie per aver condiviso la sua difficoltà. Immagino che il suo "fastidio", come lo definisce, possa essere invalidante e che le possa comportare difficoltà e preoccupazioni. Il suo corpo le chiede continua attenzione, questo ha sicuramente un significato che credo valga la pena approfondire attraverso un percorso psicologico con un professionista che sappia aiutarla a entrare dentro al suo "fastidio". Un caro saluto
Buonasera,
Capisco quanto possa essere frustrante ciò che descrive, ed è del tutto naturale che questa situazione possa suscitare preoccupazione. Da una prospettiva cognitivo-comportamentale, la difficoltà che riferisce sembra essere collegata al modo in cui il suo cervello elabora le sensazioni corporee e le relative risposte comportamentali. Quando focalizziamo l’attenzione su una parte specifica del corpo, il cervello tende a percepire anche le sensazioni più lievi come fastidiose o importanti, amplificandole. Nel suo caso, sembra che l’attenzione concentrata su una parte del corpo, o il semplice atto di lasciarla in una determinata posizione, scateni una sensazione di disagio, che la spinge a reagire toccando, stringendo o dando una piccola botta. Questo comportamento potrebbe essere interpretato come un tentativo di "neutralizzare" o alleviare il fastidio percepito. Tuttavia, benché l’azione dia un sollievo temporaneo, a lungo termine tende a rinforzare questo ciclo: il cervello continua ad associare queste sensazioni a qualcosa che richiede una risposta immediata. Un elemento interessante è che il fastidio scompare solo quando riesce a distogliere l’attenzione o a "dimenticarsene". Questo suggerisce che la sensazione non sia necessariamente legata a un problema fisico, ma piuttosto a un meccanismo cognitivo. In altre parole, non è tanto la sensazione di per sé a causare il problema, quanto la sua interpretazione e l’attenzione che le viene dedicata. Dal punto di vista terapeutico, un approccio utile potrebbe essere quello di lavorare su come interpreta e reagisce a queste sensazioni corporee. Potrebbe essere interessante provare a "mettere in pausa" la risposta fisica al fastidio, chiedendosi: "Cosa accade se non reagisco subito? Il fastidio passa da solo?" Questo genere di riflessione aiuta il cervello a disimparare l’associazione tra la sensazione e la necessità di intervenire immediatamente. Con il tempo, potrebbe accorgersi che, a volte, le sensazioni corporee svaniscono senza bisogno di azione. Parallelamente, pratiche come la mindfulness o tecniche di rilassamento possono aiutarla a sviluppare una maggiore consapevolezza delle sensazioni corporee senza sentire il bisogno di reagire. Queste tecniche permettono di osservare le sensazioni in modo neutro, senza giudicarle come negative o pericolose. Se questo ciclo di disagio persiste da anni e incide sulla qualità della sua vita quotidiana, un percorso di terapia cognitivo-comportamentale con un professionista potrebbe essere di grande aiuto. Un terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di queste sensazioni e a sviluppare strategie per gestirle in modo più efficace, interrompendo il ciclo che alimenta il disagio. Dott. Andrea Boggero

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