Intrattengo una relazione da due anni con il mio datore di lavoro. Inizialmente avevamo un bel rappo
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Intrattengo una relazione da due anni con il mio datore di lavoro. Inizialmente avevamo un bel rapporto e sembrava una “buona idea”, poi con il tempo sono iniziati tanti litigi e mancanza di fiducia soprattutto a causa di cose che ho scoperto di lui tra chat con un’altra donna e altre cose che ho perdonato per amore. Sono iniziati gli insulti senza ragione, sono iniziati gli atteggiamenti manipolativi anche quando lui sbaglia mi fa credere che sia io ad aver sbagliato tutto, non riesco a distaccarmi penso di provare un attaccamento strano nei suoi confronti perché veramente subisco atteggiamenti arbitrari, ma nonostante ciò lo accetto tra un pianto e l’altro. Prova gelosia morbosa nei miei confronti, nonostante sia stata io a scoprire cose su di lui. Io sono sempre stata rispettosa e fedele, non gli ho dato mai modo di preoccuparsi. Nell’ultimo periodo però approfitta del fatto che lui sia il mio datore di lavoro ed ad ogni litigio mi caccia dal lavoro e io sono costretta quasi a pregare di tornare avendo basato la mia vita sul lavoro e su ciò che guadagno. Sono distrutta perché vorrei reagire, ma sono totalmente bloccata. Temo di cercare altro, temo di non trovare e temo di stare ancora peggio di ora. Non so minimamente cosa fare… mi sento totalmente priva delle mie energie.
Buongiorno, nelle sue parole percepisco un forte malessere ma allo stesso tempo sembra desideri altro per sé e abbia voglia di occuparsi di lei, di volersi bene... e questo mi sembra proprio un buon inizio!
Senz’altro il primo passo che vedo è quello di chiedere aiuto a un professionista per ascoltarsi e comprendere in che modo si blocca. Un percorso di psicoterapia individuale potrebbe esserle molto utile per prendersi cura di sé attraverso scelte orientate ai suoi bisogni e al suo benessere.
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Gentile utente buongiorno.
E' evidente che si trova incastrata in una situazione di dipendenza da questa persona, sia dal punto di vista lavorativo e quindi economico, sia dal punto di vista affettivo. Questa situazione le sta togliendo molto e la sta allontanando da un bisogno fondamentale di essere felice e soddisfatta della sua vita.
Il suo timore è comprensibile: uscire da un rapporto così unilaterale implica avventurarsi nell'ignoto, scoprire sé stessi nuovamente, rimettersi in gioco per cercare la propria strada e la propria dimensione come persona. Ma su una cosa non c'è motivo di aver paura: pensare che che possa essere peggio di come è adesso! Non c'è nulla di più deleterio che essere privi della propria libertà: la libertà di esprimere i propri pensieri, di soddisfare i propri bisogni, di decidere il meglio per sé stessi.
Attraverso la paura si impara. Bisogna affrontare i dubbi, le preoccupazioni e le sfide per approdare in una dimensione di crescita e di apprendimento, in cui sfruttare le proprie potenzialità, scegliere quali decisioni prendere e scegliere le persone che possono realmente aiutarci nel nostro percorso di vita.
Questa persona non la sta aiutando a vivere felicemente, non la supporta e non le da sicurezza per il futuro, mi pare evidente. Ci sono altri lavori, si sono altre possibilità e ci sono altre persone nel mondo che possono arricchirla e renderla nuovamente motivata e vitale.
Uno psicologo potrebbe concretamente aiutarla a comprendere quello che le ho scritto e a cominciare un percorso psicologico per ricostruire la fiducia in sé stessa, il senso di autostima e di auto-efficacia. Un percorso che le consenta di avere auto-compassione e sviluppare gratitudine verso le cose belle della vita, piuttosto che concentrarsi unicamente su ciò che la fa stare male. Un percorso di questo tipo le consentirà di rivalutare le sue priorità, di individuare valori e scopi da seguire, di connettersi in modo significativo e consapevole con le persone. Avrà modo di scoprire la sua unicità, la sua identità, indipendente e forte.
Se lo desidera posso darle ulteriori informazioni su un percorso psicologico di questo tipo. Anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
E' evidente che si trova incastrata in una situazione di dipendenza da questa persona, sia dal punto di vista lavorativo e quindi economico, sia dal punto di vista affettivo. Questa situazione le sta togliendo molto e la sta allontanando da un bisogno fondamentale di essere felice e soddisfatta della sua vita.
Il suo timore è comprensibile: uscire da un rapporto così unilaterale implica avventurarsi nell'ignoto, scoprire sé stessi nuovamente, rimettersi in gioco per cercare la propria strada e la propria dimensione come persona. Ma su una cosa non c'è motivo di aver paura: pensare che che possa essere peggio di come è adesso! Non c'è nulla di più deleterio che essere privi della propria libertà: la libertà di esprimere i propri pensieri, di soddisfare i propri bisogni, di decidere il meglio per sé stessi.
Attraverso la paura si impara. Bisogna affrontare i dubbi, le preoccupazioni e le sfide per approdare in una dimensione di crescita e di apprendimento, in cui sfruttare le proprie potenzialità, scegliere quali decisioni prendere e scegliere le persone che possono realmente aiutarci nel nostro percorso di vita.
Questa persona non la sta aiutando a vivere felicemente, non la supporta e non le da sicurezza per il futuro, mi pare evidente. Ci sono altri lavori, si sono altre possibilità e ci sono altre persone nel mondo che possono arricchirla e renderla nuovamente motivata e vitale.
Uno psicologo potrebbe concretamente aiutarla a comprendere quello che le ho scritto e a cominciare un percorso psicologico per ricostruire la fiducia in sé stessa, il senso di autostima e di auto-efficacia. Un percorso che le consenta di avere auto-compassione e sviluppare gratitudine verso le cose belle della vita, piuttosto che concentrarsi unicamente su ciò che la fa stare male. Un percorso di questo tipo le consentirà di rivalutare le sue priorità, di individuare valori e scopi da seguire, di connettersi in modo significativo e consapevole con le persone. Avrà modo di scoprire la sua unicità, la sua identità, indipendente e forte.
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Le auguro il meglio, un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile Sign.ra, dalla descrizione condivisa emerge una situazione di sofferenza che vede protagonista non solo lei ma anche la sua relazione di coppia dove mancanza di fiducia ed atteggiamenti manipolatori messi in campo da lei e dal suo partner non l'aiutano a vivere serenamente la sua relazione, tanto che questa ha un impatto negativo anche sul posto di lavoro. A fronte della sofferenza che sta provando, le consiglierei di iniziare un percorso psicologico così da comprendere l'origine di questo malessere ed analizzare le caratteristiche del legame di coppia che sta vivendo. Iniziare un percorso psicologico significherebbe cominciare un percorso di conoscenza di sè e di amor proprio che poi avrà ricadute positive anche nelle altre relazioni che caratterizzano la sua vita. Resto a disposizione, Dott.ssa Elisa Rocco
Salve, in una situazione del genere è normale che lei si senta senza energia, ma non è salutare per lei alimentare una situazione che la priva di forze. Chiedere anche solo una consulenza psicologica può aiutarla ad iniziare a fare chiarezza, a mettere a fuoco la situazione e a ritrovare la giusta progettualità per la sua vita che le faccia recuperare serenità e gioia. Dott.ssa Rosa Genovese
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione. Dalle sue parole si evince il disagio di trovarsi in una situazione apparentemente senza sbocco e che la fa anche e soprattutto soffrire. Se posso darle un consiglio, un colloquio con uno psicologo potrebbe aiutarla mettere in luce i suoi desideri e le sue emozioni distaccandosi maggiormente da quelle del suo datore di lavoro per trovare poi assieme una soluzione. Se lo desidera, io sono a disposizione anche online.
Dott.sa Elena Bonini
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, da quanto descritto immagino che la sua vita sia particolarmente complicata in questo periodo: quando il malessere riguarda più aspetti della propria esistenza infatti (nel suo caso sentimentale e professionale) si può avere la sensazione di non avere sufficienti risorse per porvi fine, di esserne sopraffatti. In realtà, questo timore è insensato, nella misura in cui non prende in considerazione la quantità di energie che si sprecano restando ancorati allo status quo: energie mentali, fisiche e, non ultime, emotive. Non deve essere facile per lei tollerare tutte le frustrazioni cui quest'uomo, anche in virtù della posizione lavorativa che occupa, la sottopone. La invito, pertanto, a partire da questa richiesta di aiuto per dirigere nella giusta direzione, ovvero verso la ricerca del suo benessere psico-fisico, i suoi sforzi, anche con il supporto di un professionista, che può aiutarla a fare chiarezza e ad individuare la strategia migliore per lei per uscirne. Per il momento la lascio con un forte incoraggiamento, Dott.ssa Ivana Carandente Giarrusso
Ci descrive una vita sentimentale che le sta prendendo tante energie soprattutto dal punto di vista emotivo. La paura di prendere una decisione perché "teme di stare ancora peggio di ora" e sembra essere completamente bloccata. Un sostegno nel gestire questo momento della sua vita, le potrebbe essere sicuramente di aiuto. Credo che ognuno di noi , possiede la forza e le energie per poter superare i momenti critici della vita, a volte riusciamo a farlo da soli a volte dobbiamo chiedere aiuto.
Buonasera Dott.ssa Nicoletta Gentile
Buonasera Dott.ssa Nicoletta Gentile
Gentile utente, da ciò che racconta, sembra che questa relazione non la faccia bene, credo che sia importante un supporto psicologico per capire davvero se vale la pena continuare.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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In una prospettiva psicologica sistemica relazionale, è importante comprendere che le dinamiche di potere e controllo all'interno di una relazione possono influenzare pesantemente il benessere emozionale e psicologico di una persona. Nel tuo caso, sembra che tu stia vivendo una relazione disfunzionale con il tuo datore di lavoro, caratterizzata da atteggiamenti manipolativi, gelosia e abusi di potere da parte sua.
È fondamentale prendere coscienza che nessuno ha il diritto di trattarti con mancanza di rispetto, insulti e manipolazioni. È importante anche ricordare che il fatto che lui sia il tuo datore di lavoro non giustifica in alcun modo il suo comportamento inaccettabile nei tuoi confronti.
Inoltre, il fatto che tu sia bloccata e priva di energie potrebbe essere un segnale di una situazione di abuso emotivo. In una situazione del genere, è importante cercare il supporto di persone fidate come amici, familiari o professionisti della salute mentale. Raggiungere un senso di consapevolezza della situazione in cui ti trovi può aiutarti a trovare la forza necessaria per rompere questo ciclo tossico e proteggere la tua salute mentale e il tuo benessere.
Infine, ricorda che nessuno merita essere trattato in modo così sleale e disonesto. Prenditi cura di te stessa e cerca il supporto di risorse esterne per avere il coraggio di porre fine a questa relazione dannosa e trovare una via d'uscita che ti conduca a una vita più sana e felice. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
È fondamentale prendere coscienza che nessuno ha il diritto di trattarti con mancanza di rispetto, insulti e manipolazioni. È importante anche ricordare che il fatto che lui sia il tuo datore di lavoro non giustifica in alcun modo il suo comportamento inaccettabile nei tuoi confronti.
Inoltre, il fatto che tu sia bloccata e priva di energie potrebbe essere un segnale di una situazione di abuso emotivo. In una situazione del genere, è importante cercare il supporto di persone fidate come amici, familiari o professionisti della salute mentale. Raggiungere un senso di consapevolezza della situazione in cui ti trovi può aiutarti a trovare la forza necessaria per rompere questo ciclo tossico e proteggere la tua salute mentale e il tuo benessere.
Infine, ricorda che nessuno merita essere trattato in modo così sleale e disonesto. Prenditi cura di te stessa e cerca il supporto di risorse esterne per avere il coraggio di porre fine a questa relazione dannosa e trovare una via d'uscita che ti conduca a una vita più sana e felice. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
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Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi questa situazione spiacevole. Si percepisce dalla sue parole il suo sentirsi bloccata, incastrata, manipolata derivanti dalla situazione sentimentale per certi versi disfunzionale che si sovrappone alla propria dimensione lavorativa. Ciò che descrive è sicuramente meritevole di attenzione clinica, le consiglio di trovare uno spazio psicologico dove poter innanzitutto esternare il suo malessere e le sue difficoltà, sentirsi ascoltata e compresa potrà essere, almeno inizialmente, di grande conforto e aiuto. Successivamente avrà modo di elaborare e prendere delle decisioni più lucide, più consapevoli.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno, è molto forte a cercare aiuto per uscire da questa situazione in cui si sente bloccata; questo è il primo passo.
Quando ci si sente "in trappola" in una situazione in cui si vive forte disagio e in cui il problema sembra insormontabile, può essere normale sentire di non avere nessuna via d'uscita e sentirsi demotivati e senza energie. Quindi potrebbe essere utile affrontare il problema che sembra enorme "spacchettandolo" in problemi più piccoli. Qui possiamo individuare (1) un impossibilità di svincolarsi emotivamente dal suo capo e (2) un'impossibilità ad avviare la ricerca di un nuovo lavoro.
A livello pratico, potrebbe essere più semplice iniziare a cercare un altro lavoro, in quanto, se mai inizia a cercare un altro lavoro, sarà molto difficile svincolarsi da quello precedente....anche se immagino debba essere molto difficile fare i conti poi con la paura e la frustrazione di non riuscire a trovare nulla. A volte le dinamiche emotive di dipendenza rendono impossibile anche solo fare il passo, ad esempio, di mandare un curriculum o iscriversi ad un portale del lavoro. Allora, sarebbe molto utile per lei iniziare un percorso psicologico per poter, da una parte, riuscire a gestire la paura di ributtarsi nel mondo del lavoro e, quindi, avviare una ricerca; dall'altra, per capire meglio l'origine e le caratteristiche delle dinamiche di dipendenza che le impediscono di dare priorità al suo benessere allontanandosi da una situazione che le crea un disagio così grande. Le auguro il meglio. Buona giornata
Quando ci si sente "in trappola" in una situazione in cui si vive forte disagio e in cui il problema sembra insormontabile, può essere normale sentire di non avere nessuna via d'uscita e sentirsi demotivati e senza energie. Quindi potrebbe essere utile affrontare il problema che sembra enorme "spacchettandolo" in problemi più piccoli. Qui possiamo individuare (1) un impossibilità di svincolarsi emotivamente dal suo capo e (2) un'impossibilità ad avviare la ricerca di un nuovo lavoro.
A livello pratico, potrebbe essere più semplice iniziare a cercare un altro lavoro, in quanto, se mai inizia a cercare un altro lavoro, sarà molto difficile svincolarsi da quello precedente....anche se immagino debba essere molto difficile fare i conti poi con la paura e la frustrazione di non riuscire a trovare nulla. A volte le dinamiche emotive di dipendenza rendono impossibile anche solo fare il passo, ad esempio, di mandare un curriculum o iscriversi ad un portale del lavoro. Allora, sarebbe molto utile per lei iniziare un percorso psicologico per poter, da una parte, riuscire a gestire la paura di ributtarsi nel mondo del lavoro e, quindi, avviare una ricerca; dall'altra, per capire meglio l'origine e le caratteristiche delle dinamiche di dipendenza che le impediscono di dare priorità al suo benessere allontanandosi da una situazione che le crea un disagio così grande. Le auguro il meglio. Buona giornata
Cara persona, mi dispiace sentire che stai vivendo una relazione tossica con il tuo datore di lavoro. È importante comprendere che nessuno merita di essere trattato con mancanza di rispetto, manipolazione o gelosia morbosa. Ti consiglio di valutare attentamente la tua situazione e considerare di cercare supporto da parte di amici, familiari o professionisti per affrontare questa situazione difficile. È essenziale preservare il tuo benessere emotivo e la tua dignità. Esplora alternative lavorative che possano garantirti un ambiente più sano e considera l'opportunità di rompere definitivamente questa relazione distruttiva. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente,
intanto le faccio i complimenti per essere riuscita a riconoscere che in questa relazione c'è qualcosa che non funziona.
Da quello che racconta credo possa trattarsi di dipendenza affettiva, dunque una relazione disfunzionale fondata su ricatti e manipolazioni di cui però si fa fatica a prendere la distanza.
Le consiglio di iniziare al più presto un percorso che possa aiutarla a svincolarsi da questa relazione e a riprendere una vita libera e serena.
Resto a disposizione anche online per cominciare un percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
intanto le faccio i complimenti per essere riuscita a riconoscere che in questa relazione c'è qualcosa che non funziona.
Da quello che racconta credo possa trattarsi di dipendenza affettiva, dunque una relazione disfunzionale fondata su ricatti e manipolazioni di cui però si fa fatica a prendere la distanza.
Le consiglio di iniziare al più presto un percorso che possa aiutarla a svincolarsi da questa relazione e a riprendere una vita libera e serena.
Resto a disposizione anche online per cominciare un percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione e mi dispiace molto che stia vivendo una situazione che le provochi sofferenza. Creso che per lei sia importante ritagliarsi una spazio per comprendere le dinamiche tossiche della sua relazione e il perché si sente bloccata a tal punto da non riuscire a reagire. Per questo le consiglierei di intraprendere un percorso individuale che la possa aiutare a conoscersi più profondamente. Resto a disposizione, anche online. Un caro saluto. Irene Moschini
Buongiorno, dal suo racconto emerge chiaramente la fatica che fa a gestire questa complessa situazione ed è comprensibile che si senta stanca e senza energie, chissà se non percepisce anche un forte senso di svalutazione. Affidarsi alle cure di un professionista molto probabilmente la farebbe entrare in contatto con le sue risorse, mettere a fuoco la situazione e ritrovare una giusta progettualità senza doversi sentire in colpa o giudicata. Le auguro buone cose Dr.ssa ILARIA AGRETTO
Buongiorno,
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista: è il primo passo per uscire da questo circolo vizioso e comprendere le dinamiche sottostanti questa situazione "bloccata".
Dott. Marco Cenci
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista: è il primo passo per uscire da questo circolo vizioso e comprendere le dinamiche sottostanti questa situazione "bloccata".
Dott. Marco Cenci
"Mi sento totalmente priva delle mie energie" spiega perfettamente la situazione in cui si trova, quanto tutto sia diventato complicato e faticoso. Non faccia passare troppo tempo prima di decidere di voler risolvere la situazione con l'aiuto di uno psicologo. Più il tempo passa e più tutto si aggroviglia ancora di più
Salve,inizi un percorso per cominciare a temere meno e ad amarsi di piu', in bocca al lupo.
Salve, capisco quanto possa essere devastante quello che stai vivendo. Sei in una relazione dove subisci manipolazione e mancanza di rispetto. Ill fatto, inoltre, che lui sia anche il tuo datore di lavoro crea una situazione di forte squilibrio e controllo.
Il tuo attaccamento potrebbe essere legato alla paura del cambiamento o alla dipendenza emotiva, ma è importante ricordare che il rispetto e la serenità sono fondamentali in ogni relazione. Il suo comportamento non è giustificabile, né come partner né come datore di lavoro.
Sarebbe utile cercare supporto per ritrovare forza e chiarezza, così da capire come proteggerti e recuperare la tua autonomia, lavorativa ed emotiva. Uscire da questa situazione è possibile, anche se al momento sembra difficile.
Un saluto
Cara Utente,
la situazione che descrivi è estremamente complessa e carica di sofferenza emotiva. Essere coinvolta in una relazione con il proprio datore di lavoro, soprattutto quando questa relazione presenta dinamiche manipolative e di potere, può generare un senso di impotenza e confusione. Da ciò che racconti emergono aspetti che potrebbero indicare una relazione tossica, caratterizzati da atteggiamenti di controllo, insulti e una profonda asimmetria nei rapporti di forza.
Il fatto che tu ti senti "bloccata" e incapacità di reagire è comprensibile, considerando il peso emotivo e pratico della situazione, tra la dipendenza lavorativa ed emotiva. Tuttavia, è importante ricordare che hai diritto a sentirti rispettata, sia nella tua relazione affettiva che nel contesto lavorativo. Nessuno dovrebbe mai sentirsi costretto a subire insulti, manipolazioni o ricatti, tanto meno sul posto di lavoro.
Un primo passo potrebbe essere riflettere sul tuo valore come persona e come professionista, al di là di questa relazione e di questo lavoro. Parallelamente, è fondamentale chiedere supporto per comprendere meglio le dinamiche che stai vivendo e trovare strumenti utili per riprendere in mano la tua vita.
Ti incoraggio a rivolgerti a uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa guidarti in un percorso di consapevolezza e supportarti nel costruire una maggiore autonomia emotiva e lavorativa.
Dottoressa Silvia
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi è estremamente complessa e carica di sofferenza emotiva. Essere coinvolta in una relazione con il proprio datore di lavoro, soprattutto quando questa relazione presenta dinamiche manipolative e di potere, può generare un senso di impotenza e confusione. Da ciò che racconti emergono aspetti che potrebbero indicare una relazione tossica, caratterizzati da atteggiamenti di controllo, insulti e una profonda asimmetria nei rapporti di forza.
Il fatto che tu ti senti "bloccata" e incapacità di reagire è comprensibile, considerando il peso emotivo e pratico della situazione, tra la dipendenza lavorativa ed emotiva. Tuttavia, è importante ricordare che hai diritto a sentirti rispettata, sia nella tua relazione affettiva che nel contesto lavorativo. Nessuno dovrebbe mai sentirsi costretto a subire insulti, manipolazioni o ricatti, tanto meno sul posto di lavoro.
Un primo passo potrebbe essere riflettere sul tuo valore come persona e come professionista, al di là di questa relazione e di questo lavoro. Parallelamente, è fondamentale chiedere supporto per comprendere meglio le dinamiche che stai vivendo e trovare strumenti utili per riprendere in mano la tua vita.
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Dottoressa Silvia
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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