il mio ex ragazzo mi ha lasciato perché non sta bene con se stesso a seguito di una crisi lavorativa

19 risposte
il mio ex ragazzo mi ha lasciato perché non sta bene con se stesso a seguito di una crisi lavorativa a inizio dicembre e da quel momento la mia ansia è sprofondata ancora di più. mi spiego meglio, sono sempre stata una persona ansiosa purtroppo non ho fiducia in me stessa e ho un'estrema paura del fallimento ma piano piano ho sempre cercato di fare dei passi in avanti e riconosco di averli fatti. nel momento in cui mi ha lasciata, ho perso un punto di riferimento e mi è caduto il mondo addosso anche perché verso di lui ho sempre avuto un atteggiamento corretto. in seguito, ho avuto veri e propri attacchi d'ansia con una tachicardia alle stelle tanto da non riuscire a mangiare. quello che mi fa paura è l'imprevedibilità di questi attacchi e il fatto di non saperlo gestire. ho paura di essere ritornata indietro sulla questione ansia e ho paura di come tutto questo possa condizionare la mia vita.
Gentilissima,
mi fa molto piacere sentirla così consapevole di come l’ansia potrebbe influenzare negativamente la sua vita, e questo per due motivi: primo perché piuttosto che abbattersi in lei prevale la voglia di stare bene, secondo, perché sa che per stare bene deve fare qualcosa per imparare a gestire meglio la sua ansia. Ci racconta del suo lavoro precedente su se stessa che ha funzionato bene fino a quando non si è conclusa la sua relazione con il suo ex. Teme “di essere ritornata indietro sulla questione ansia” ma non è così. Era riuscita a creare una sorta di equilibrio che contemplava, però, la presenza del suo ex. Questo equilibrio si è rotto, deve costruirne un altro, ma il lavoro fatto non è andato perso, vedrà, se ne renderà conto piano piano, si tratta solo di continuare a lavorare su se stessa. Cosa significa questo?
Partiamo dal presupposto che viviamo in un contesto che funziona con leggi proprie, non abbiamo cioè voce in capitolo sugli avvenimenti esterni e nemmeno sui comportamenti altrui. Possiamo provare ad influenzarli ma non riusciremo mai a determinarli pienamente. Accettare questo significa comprendere che la qualità della nostra vita dipende in larga misura dal modo in cui interpretiamo questi avvenimenti, e dunque al modo in cui reagiamo ad essi.
Per farla semplice noi reagiremo in un modo se interpretiamo l’evento vantaggioso e in un altro se interpretiamo l’evento pericoloso.
Ma quand’è che interpretiamo l’evento pericoloso? Quando consideriamo le nostre forze e le nostre capacità non adeguate ad affrontarlo.
Quindi cosa significa “lavorare su se stessi”? Significa analizzare in maniera critica la situazione che spaventa, capire che cosa esattamente ci preoccupa, che cosa ci manca per affrontare la situazione in maniera adeguata, e lavorare per acquisire le capacità che pensiamo ci manchino.
Lei dice di non avere fiducia in se stessa e di temere il fallimento sarà necessario allora rafforzare la fiducia e individuare i timori legati al fallimento
E’ un lavoro che richiede impegno, metodo e costanza , paragonabile al lavoro di un atleta che si allena per vincere un torneo. Maggiore è l’impegno, maggiori saranno ii risultati.
Se le interessa affrontare la sua ansia il lavoro che le propongo sarà esattamente questo.
Resto a disposizione, anche online, e la saluto cordialmente,
dott.ssa Manuela Leonessa

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Ciao, mi dispiace per il momento difficile che stai vivendo ma trovo sia importante che tu stia cercando di trovare delle risposte. Ci racconti che oggi stai vivendo un momento di separazione importante ed i cambiamenti, soprattutto grandi, possono portarci a far riemergere delle "parti" nostre che ci appartenevano in passato. C'è sempre un motivo per cui questo accade e lo possiamo trovare nella nostra storia, quest'ansia è meno "imprevedibile" di quanto tu possa pensare, però spesso accade che quello che viviamo ci sembra incomprensibile. Questo perché spesso le difficoltà ci portano ad avere la vista un po' offuscata su ciò che ci riguarda, quindi ci fidiamo poco di noi stessi o pensiamo che un "fallimento" definisca chi siamo. Tu racconti anche di aver fatto dei passi avanti, questi non sono svaniti ma in un momento di cambiamento come quello di oggi sembra che pensi di averli persi, come se avessi "perso" una parte di te. Quelle risorse però non te le può portare via nessun evento esterno, hai sempre la capacità di recuperarle però in alcuni momenti di vita può sembrare più complesso. A volte una risorsa grande è proprio quella di poter chiedere aiuto per comprendere più a fondo quello che ti accade e perché. Spero che riuscirai a trovare le risposte che cerchi. Un saluto, Emanuela.
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive Perché comprendo il disagio connesso. Ritengo che possa sfruttare questa situazione per guardare in maniera più approfondita questi attacchi di panico Dunque ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendo il benessere desiderato. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, credo sia naturale avere la sensazione di "fare un passo indietro" quando ci si trova ad affrontare una situazione di crisi come quella da lei descritta. I punti di forza, ciò che lei chiama "passi avanti", in questo momento vacillano? Sì, ma sono sempre dentro di lei, non scompaiono perchè immagino siano stati costruiti, rinforzati, supportati in un processo di consapevolezza e di fiducia di sè faticoso, ragion per cui non possono andare via, sparire così nel nulla.
Chiaramente, se riterrà opportuno, potrà chiedere una consulenza psicologica al professionista più vicino a lei per affrontare l'ansia, la paura del fallimento e tutte le emozioni legate all'evento descritto e non solo. Saluti, Anna Vinci
Gentile utente, ciò che le sta accadendo è senza ombra di dubbio per lei molto spaventoso e doloroso. Quando qualcuno va via dalla nostra vita capita di sentire la "terra sotto ai piedi cedere", ci sentiamo smarriti ed il nostro equilibrio per cause di forza maggiore deve prendere una forma. I cambiamenti posso far paura, ed essere faticosi. Tuttavia è anche vero che c'è una cosa molto importante che lei dice "Ho fatto dei passi avanti, e me li riconosco". Questo è importante poichè anche quando pensiamo di aver fatto passi in dietro questa è solo una nostra percezione. Non possiamo tornare indietro, banalmente, ma forse non così tanto, perchè noi non siamo le stesse persone che eravamo prima. I passi avanti non vengono cancellati restano. Il massimo che può accadere, come possiamo ipotizzare nel suo caso, è che vecchi schemi conosciuti si ripresentino nei momenti di fatica.
Parlane con un professionista potrebbe essere per lei utile per affrontare questo momento di grande fatica.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gent.ma grazie per l'opportunità di darle supporto.
Il termine “attacco d’ansia” è utilizzato comunemente dai non professionisti per indicare situazioni di forte ansia anche molto diverse tra loro. Il comune denominatore è rappresentato da sintomi fisici e mentali, con caratteristiche ricorrenti.
Gli attacchi d’ansia generano una forte sensazione di pericolo, e provocano anche sintomi fisici e sintomi psicosomatici (che nei casi più estremi diventano veri e propri “dolori da ansia”), riconducibili ad una reazione di allarme che, evolutivamente, aveva come scopo quello di proteggerci permettendoci di combattere o fuggire.
Gli attacchi d’ansia possono provocare sensazioni come la mancanza di respiro, il soffocamento o respirazione affannosa.La correlazione tra ansia e attacchi di panico è ben visibile nel disturbo di panico, che consiste appunto in crisi di ansia con ricorrenti attacchi di panico inaspettati.
Mentre gli attacchi d’ansia si manifestano con una certa costanza, gli attacchi di panico sono improvvisi, si accompagnano alla paura di morire o d'impazzire, sono spesso preceduti da ansia anticipatoria e seguiti da comportamenti di evitamento delle situazioni in cui il panico si è manifestato in precedenza.
I sintomi degli attacchi di panico sono somatici e cognitivi, raggiungono rapidamente l’apice e rapidamente terminano.Quando l’ansia diviene incontrollabile e provoca un forte disagio, però, occorre intraprendere un percorso psicoterapeutico. Resto a sua disposizione per intraprendere tale percorso.
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Salve. A me sembra che lei abbia bisogno di maturare l'autonomia affettiva necessaria a elaborare la separazione dal suo ragazzo. Forse senza di lui non si percepisce abbastanza solida da affrontare i compiti davanti ai quali la pone la vita, tant'è che sembra cercare punti di riferimento esterni, invece che interni. Un detto dice "chiodo schiaccia chiodo"...le consiglio di seguirlo, ma non alla lettera. Sostituisca piuttosto il suo ragazzo con un bravo psicoterapeuta, uno che prima l'aiuti a conoscersi e fidarsi di se stessa e successivamente a riuscire a separarsi continuando a sentirsi al sicuro. Cordiali saluti.
Cara utente, ha fatto bene a contattarci. Dalle sue parole traspare ansia ed anche tristezza. Mi spiace che lei si trovi in questa situazione, non è mai facile affrontare questi stati emotivi intensi e pervasivi. Mi sembra di capire che lei abbia riposto molta fiducia nella relazione con il suo ex ragazzo, e che ora che lui ha compiuto questa scelta, sente di non avere più a fianco a sé quella certezza che credeva di avere, ed abbia la percezione di aver fallito.
Una separazione è come un lutto, lutto amoroso per la precisione, ed in particolare è come se il suo ex avesse elaborato questo lutto lentamente nella fase conclusiva della vostra relazione, motivo per cui è riuscito a porvi termine. Parallelamente, lei si è trovata catapultata in questo allontanamento, che sta vivendo in maniera più rapida e intensa, con ansia e tutto ciò che comporta... Ma non deve essere per forza così, si può stare meglio, ed è giusto che si dedichi lo spazio che merita. L'indicazione è quella di prendersi cura dei sintomi che riporta effettuando un primo colloquio psicologico con un professionista del settore che sappia rilevare la situazione in maniera più approfondita così da aiutarla nella gestione emotiva.
Se lo desidera, può contattarmi per ulteriori informazioni sull'incontro. Saluti, dott.ssa Eleonora Galletti
Gentilissima, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, nonché l'ansia che sembri derivare da questa separazione. Credo che intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare ed elaborare quelle che sono le motivazioni sottostanti la sua ansia ed attacchi di panico, nonchè individuare delle strategie per fronteggiarli.
Resto a disposizione!
AV
Buon pomeriggio Gentile Scrittrice, pare che la sua ansia la preoccupi e non le permetta di sentirsi serena come meriterebbe. Come afferma anche lei, che si conosce meglio di chiunque altro, la separazione imprevedibile dal suo compagno ha acuito il suo malessere. Oltre al sapere è importante anche il suo sentire, se lo ritiene opportuno potremmo approfondire i suoi vissuti, lavorando sulla sua autostima perché possa diventare lei stessa il suo punto di riferimento.
Le auguro un buon week end, Dott.ssa Federica Ciccarese.
Buonasera,
investiamo, guadagniamo tanto, a volte perdiamo per poi ritrovare quelle parti di noi che investiamo sulle relazioni. Credo sia del tutto legittima la sofferenza che sente di avere per via della separazione: in quanto esseri umani abbiamo bisogno di costruire e mantenere delle sane dipendenze affettive che, quando vengono a mancare possono essere vissute in modo estremamente doloroso. Diventa necessario prendersi cura di questo dolore, capire cosa sente di aver perso e cercare, attraverso un lavoro terapeutico, di riappropriarsene. Dalla domanda presumo che aggiunga "sale alla ferita" l'aver perso un riferimento. A volte si ha bisogno di conferme dall'altro, bisogno di essere riconosciuti, corrisposti, amati. La cosa bella è che, una volta superato il "lutto" ci rendiamo conto che possiamo farlo autonomamente. In alcuni casi è semplice, in altri c'è bisogno di qualcuno che prenda per mano e che "insegni" a poterlo fare.
Cara ragazza, assolutamente giuste le tue paure, si nota e percepisce l'importanza che il tuo ex ha avuto nella tua vita. Sento di dirti che se sei riuscita a "controllare" la tua ansia, sei stata tu! Lascia passere tempo, sarai sicuramente da riconoscere quelle sensazioni e gestirle anche adesso. Se senti il bisogno di un punto di riferimento non esitare a contattare qualcuno per un percorso, ti aiuterà a riconoscere sempre di più le tue risorse e non sentirti sola se la persona al tuo fianco deciderà di andar via. Cordialmente, Dott.ssa Anna Russo
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Dice di aver fatto dei passi indietro sulla "questione" ansia, ma come potrebbe essere il contrario dopo la perdita che ha subito? Il mio consiglio è quello di recuperare il terreno perso, rimboccarsi le maniche ed iniziare un percorso con uno psicologo/a o psicoterapeuta, al fine di indagare come mai è sempre stata una persona ansiosa, come ha fatto a stare meglio e soprattutto come può migliorare fino a stare bene con se stessa. Già il fatto che riconosce questo disagio come tale e si interroga sulla questione le permetterà di arrivare al percorso, che sperò inizierà, con degli strumenti importanti.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento e nel mentre le faccio un imbocca al lupo per il futuro.
Cordialmente, Dottor Moraschini.
Salve, la separazione improvvisa le ha acuito una situazione già presente, e sulla quale sembra sempre aver avuto modo di riflettere. Forse, può essere arrivato il momento di andare più a fondo sulla sua ansia, nella conoscenza delle sue paure e preoccupazioni, e nel comprendere cosa rappresenta l'altro per lei, e lei per sé stessa. Le consiglio di lavorare su queste tematiche, non appena si sentirà pronta ad affrontare una terapia
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Salve,

ringrazio per la condivisione dei suoi sentimenti e delle difficoltà che sta attraversando in questo momento. È chiaro che la rottura della relazione con il suo ex ragazzo ha innescato una serie di emozioni intense e ha amplificato l'ansia che già stava sperimentando.

Le sfide emotive che sta affrontando sono comprensibili, soprattutto quando un punto di riferimento importante viene meno. È naturale sentirsi destabilizzati e ansiosi in seguito a cambiamenti significativi nella vita. È importante riconoscere che queste emozioni sono valide e che ci vuole tempo per elaborarle e affrontarle.

È positivo notare che aveva fatto dei passi avanti nella gestione dell'ansia prima di questa situazione. I passi che ha fatto in avanti non sono andati persi, ma è possibile che in questo momento si senta in una fase più vulnerabile.

Gli attacchi d'ansia possono essere spaventosi e destabilizzanti. È importante cercare strategie per affrontarli in modo più efficace. La gestione dell'ansia può richiedere tempo, impegno e, a volte, il supporto di un professionista. La terapia cognitivo-comportamentale può essere un approccio utile per imparare strategie pratiche per affrontare l'ansia e sviluppare la fiducia nelle proprie capacità.

È comprensibile che abbia paura di essere tornata indietro nella questione dell'ansia. Tuttavia, è importante ricordare che gli alti e bassi fanno parte del percorso di guarigione e crescita. Se si sente sopraffatta o incapace di gestire l'ansia da sola, valuti la possibilità di cercare il supporto di uno psicologo. Questo professionista può aiutarla a esplorare le radici dell'ansia, a sviluppare strategie di coping e a lavorare verso un benessere emotivo più solido.

Ricordo che il percorso di guarigione è personale e unico per ciascuno. Dare valore alla propria crescita e cercare il supporto necessario può portare a una maggiore resilienza e a una migliore gestione delle sfide emotive.

Cordiali saluti,
Ilaria
Buongiorno, gli attacchi di panico possono sembrare improvvisi ma hanno dei segnali "premonitori" che, con l'aiuto di un collega potresti imparare a riconoscere per gestirli meglio. Un percorso di supporto psicologico ti potrebbe anche aiutare a ridurre la tua ansia e a trovare uno stato di maggiore benessere e serenità.
Dott. Marco Cenci
Buonasera, mi sento di rassicurarla che aver riprovato ansia e/o attacchi di panico non significa aver fatto dei passi indietro. L'ansia è un'emozione che naturalmente proviamo in situazioni di allarme come può essere la paura dell'abbandono. L'ansia è un'emozione "cappello", ne sottende altre. Per questo esplorare l'ansia permette di capirne la sua funzione e di conseguenze provare, in terapia, dei modi per riuscire a regolarla.
Un partner può divenire un punto di riferimento, quindi quando la relazione finisce inevitabilmente ci si può sentire smarriti perchè il nostro sistema corpo/mente avverte tale perdita come un pericolo.
E' importante accogliere la sua sofferenza e mettersi in ascolto delle proprie emozioni e dei propri pensieri. Soprattutto esplorare se questa rottura ha un impatto sull'immagine che lei ha di se stessa. Se sì, come si è strutturata questa visione, andare indietro nella sua storia di interazioni con le figure significative della sua vita. Quali dimensioni vengono coinvolte nel suo malessere, valore personale?autostima? paura dell'abbandono? etc
Si tratta di andare a fondo di quell'insicurezza per una maggiore consapevolezza del suo funzionamento.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Carissima, quando perdiamo qualcuno, perdiamo anche una parte di noi stessi. Accettare una separazione è sicuramente uno dei momenti più difficili della vita. Tuttavia col tempo l'unica via per trovare la serenità è quella di lasciar andare ! Se pensi di aver bisogno di aiuto in questo percorso, rivolgiti ad uno psicologo che abbia competenze ed esperienza nella gestione del lutto.

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