Il coraggio di mollare. Salve dottori, ho ventisei anni ad ottobre ne farò ventisette e non ho mai
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risposte
Il coraggio di mollare.
Salve dottori, ho ventisei anni ad ottobre ne farò ventisette e non ho mai avuto una ragazza nonostante il desiderio sia forte.ho maturato la decisione di mollare la ricerca e rimanere per sempre single. Propio così sento dentro di me la voglia di non mettermi mai più in gioco. È dura credetemi perché mi capita di incontrare ragazze che mi piacciono e con cui vorrei uscire in cui sento la spinta vitale a dichiararmi . Ma ho deciso di rinunciare al sesso e ad una relazione con una donna come i preti e non per motivi religiosi, ma come strategia difensiva. Tutte le volte che mi metto in gioco e corteggio una ragazza fallisco con conseguente sofferenza non c è mai la gratificazione di essere ricambiato. Perché sottopormi volontariamente ha ripetute porte in faccia con il costo emotivo che ne consegue mi sembra masochismo. Del resto scegliendo di non farmi più avanti con una donna sicuramente non sono più in grado di mettermi in gioco. Io non voglio soffrire non provandoci soffro si certo ma preferisco questo. Che provarci con le ragazze illudendomi che la ragazza con cui sto uscendo sia interessata a me. Che ne pensate?
Salve dottori, ho ventisei anni ad ottobre ne farò ventisette e non ho mai avuto una ragazza nonostante il desiderio sia forte.ho maturato la decisione di mollare la ricerca e rimanere per sempre single. Propio così sento dentro di me la voglia di non mettermi mai più in gioco. È dura credetemi perché mi capita di incontrare ragazze che mi piacciono e con cui vorrei uscire in cui sento la spinta vitale a dichiararmi . Ma ho deciso di rinunciare al sesso e ad una relazione con una donna come i preti e non per motivi religiosi, ma come strategia difensiva. Tutte le volte che mi metto in gioco e corteggio una ragazza fallisco con conseguente sofferenza non c è mai la gratificazione di essere ricambiato. Perché sottopormi volontariamente ha ripetute porte in faccia con il costo emotivo che ne consegue mi sembra masochismo. Del resto scegliendo di non farmi più avanti con una donna sicuramente non sono più in grado di mettermi in gioco. Io non voglio soffrire non provandoci soffro si certo ma preferisco questo. Che provarci con le ragazze illudendomi che la ragazza con cui sto uscendo sia interessata a me. Che ne pensate?
Salve mi colpisce la sua consapevolezza della paura di soffrire . Avere consapevolezza è già un passo importante per conoscersi e iniziare a prendersi cura di ciò che si prova. Mi sembra di leggere che ha adottato una "strategia" per proteggersi dal rischio di soffrire che consiste nel non mettersi più in gioco con le ragazze eppure mi sembra che anche questa strategia sia faticosa a suo dire in quanto incontra ragazze che le piacciono. Mi piace dire che le emozioni siano la bussola della nostra vita e che in tutte le emozioni possiamo entrarci ma anche uscirne e non per questo restarne sequestrati. La sofferenza che ha incontrato in passato è possibile utilizzarla per riorientarsi e conoscersi ma è possibile anche alleggerirla e trasformarla. Il momento presente è l'unico momento in cui è possibile agire e le auguro di agire passo dopo passo ascoltando i suoi bisogni e desideri ed emozioni per costruire il suo futuro.
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Si possono attuare tanti stili di difesa, non sempre ragionevoli.
Un esempio estremo potrebbe essere sul cibo, il cibo mi fa ingrassare, il cibo quindi mi fa stare male, quindi da oggi non mangio!
E' evidentemente un proposito che non si può mantenere, contrario ai bisogni che ci mantengono in vita.
E' un po' come il proposito che deriva dalla paura degli altri per un senso di vergogna e di inadeguatezza che porta ad isolarsi, rinunciare ai rapporti sociali, fino al punto di chiudersi in casa, ma evidentemente ancora una volta si tratta di una difesa di evitamento che non risolve il problema, ma che anzi aggrava il disagio.
Il proposito di evitare le ragazze fonte di frustrazione è sempre una difesa di evitamento anche se limitato alla categoria giovani donne.
Gli esempi proposti hanno in comune l'evitare la fonte della sofferenza semplicemente ignorandola.
E' quello che avviene anche negli attacchi di panico, ad esempio mi sono sentito male in un luogo chiuso e quindi da quel momento evito tutti i posti chiusi.
Ma il problema non deriva dai posti chiusi, quello è solo l'ambiente, la causa è intrapsichica personale, legata a proprie dinamiche.
La psicoterapia è un meraviglioso strumento per rimettere le cose a posto, guardare la realtà da un nuovo punto di vista, per distinguere quello che deriva da noi e quello che appartiene all'esterno.
Dott Maria Grazia Antinori, Roma
Un esempio estremo potrebbe essere sul cibo, il cibo mi fa ingrassare, il cibo quindi mi fa stare male, quindi da oggi non mangio!
E' evidentemente un proposito che non si può mantenere, contrario ai bisogni che ci mantengono in vita.
E' un po' come il proposito che deriva dalla paura degli altri per un senso di vergogna e di inadeguatezza che porta ad isolarsi, rinunciare ai rapporti sociali, fino al punto di chiudersi in casa, ma evidentemente ancora una volta si tratta di una difesa di evitamento che non risolve il problema, ma che anzi aggrava il disagio.
Il proposito di evitare le ragazze fonte di frustrazione è sempre una difesa di evitamento anche se limitato alla categoria giovani donne.
Gli esempi proposti hanno in comune l'evitare la fonte della sofferenza semplicemente ignorandola.
E' quello che avviene anche negli attacchi di panico, ad esempio mi sono sentito male in un luogo chiuso e quindi da quel momento evito tutti i posti chiusi.
Ma il problema non deriva dai posti chiusi, quello è solo l'ambiente, la causa è intrapsichica personale, legata a proprie dinamiche.
La psicoterapia è un meraviglioso strumento per rimettere le cose a posto, guardare la realtà da un nuovo punto di vista, per distinguere quello che deriva da noi e quello che appartiene all'esterno.
Dott Maria Grazia Antinori, Roma
Gentilissimo buongiorno, direi che ha pensato molto a quale soluzione prendere per evitare di soffrire meno, ma è sicuro che funzioni? Fino a quando questa strategia riuscirà ad essere efficace? Non sarebbe più utile utilizzare questo tempo per capire come migliorare il suo approccio con le ragazze? E' talmente sfiduciato che immagino non sia particolarmente disinvolto di fronte a una che le piace davvero. ha mai pensato a un sostegno psicologico per affrontare ciò davvero le sta a cuore: la capacità di relazione? Resto a disposizione e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Buongiorno, la sua domanda mette in luce come ad oggi ci sia una vera e propria crisi delle relazioni umane su più livelli. Le relazioni sono qualcosa di complesso e vitale allo stesso tempo. E' proprio attraverso le relazioni che scopriamo il mondo e conosciamo noi stessi. Quella che lei descrive è una sofferenza molto profonda e la decisione di mollare immagino sia altrettanto dolorosa, altrimenti non ci avrebbe sottoposto la domanda. Un conflitto del genere non può essere risolto in così breve tempo in quanto andrebbero indagati i diversi aspetti delle relazioni e quali sono le dinamiche in cui si è imbattuto più frequentemente. Spesso infatti nelle relazioni riproponiamo vecchi modelli inconsci e dei copioni che si ripetono frutto di esperienze passate e modelli appresi dall'infanzia. E' una ricerca profonda quella che la invito a fare, coadiuvato da una psicoterapeuta che possa accompagnarla in questo lavoro esplorativo al fine di modificare le situazioni che si ripetono e spezzare i circoli viziosi che nella vita si ripropongono. Con l'auguro infine di spezzare il cerchio, la invito a consultare un articolo che ho scritto proprio sulle relazioni: "Resilienza ed emozioni, Come coltivare Relazioni sane". Per qualsiasi dubbio o informazione resto a disposizione anche online. Un cordiale saluto, Dott.ssa Alessandra Notaro
Gentile utente, le sue parole sono estremamente nette e sembrano rappresentare il capolinea di un percorso interiore piuttosto intenso. Se ha sentito il bisogno di scrivere questo prezioso quesito, si potrebbe ipotizzare che qualcosa dentro di lei stride in relazione a questa “decisione”. Forse, una parte di lei “sente” che di non essere stata ascoltata a sufficienza nei suoi bisogni. Non è mai tardi, sopratutto quando si è così giovani, per tentare di darsi la possibilità di conoscersi meglio e cambiare in una direzione di maggior soddisfazione e appagamento. Un caro saluto
Salve gentile utente.
Lei esordisce dicendo due cose che appaiono subito in contraddizione: il coraggio di mollare....ho 26 anni. A 26 anni non può precludersi nulla, nell'ambito personale, di studio o di carriera, nell'ambito di successi e sogni da realizzare, e anche nell'ambito relazionale e sentimentale.
Non c'è dubbio che la felicità si possa costruire su tanti elementi, oltre all'amore sentimentale e al sesso. Ci sono le emozioni positive, come la gioia, il divertimento, la gratitudine; ci sono le esperienze ottimali, come le passioni, gli hobby, lo sport, l'arte; ci sono i valori, come la libertà, la sincerità, l'etica; infine, ci sono le relazioni significative come la famiglia, le amicizie, i rapporti di lavoro. Insomma, le vie del benessere sono molteplici e ci sono molte persone che vivono vite pienamente soddisfacenti, realizzando piccole e grandi cose, senza avere la necessità di vivere l'amore passionale.
Questo non vuol dire però, privarsi dell'opportunità di innamorarsi e di essere ricambiato nel ricevere amore. Non esistono ricette particolari, non esistono strategie aggressive o difensive che funzionino. Soprattutto non esistono scadenze. Si può vivere l'amore ad ogni età, con tutte le sfaccettature che l'amore sa offrire.
Mollare non ha senso e non è un atto di coraggio, piuttosto è un alibi. So che sembra un giudizio duro, ma se ci pensa bene è proprio così. Nessuno di noi esseri umani ha il destino scritto, oppure è in balia della fortuna: siamo ciò che decidiamo di essere, istante per istante, immersi in un oceano di opportunità e possibilità, che possono cambiare la nostra vita continuamente. Piuttosto che mollare, scopra quali sono le sue potenzialità, i lati del suo carattere che possono renderla una persona migliore, la quantità di cose buone che può trasmettere agli altri, i suoi talenti, i suoi sogni da realizzare.
Si sottovaluta troppo il fatto che proprio ricercando il proprio benessere si possono incontrare persone che lo condividono da più punti di vista, persone che hanno le nostre stesse passioni, i nostri stessi desideri. Ed è incontrando queste persone che molto spesso due anime affini cominciano ad amarsi.
Il mio consiglio è di cominciare un percorso di crescita personale e di supporto psicologico, che l'aiuti a smetterla di giudicarsi e di porsi inutili limiti, che l'aiuti a scoprire i suoi veri punti di forza.
Se lei vuole può contattarmi per una consulenza, anche online. Sarò lieto di spiegarle nel dettaglio l'approccio di Psicologia Positiva che adotto con persone che hanno le sue stesse difficoltà.
Spero di averla spronata a cambiare il punto di vista sulla sua situazione. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Lei esordisce dicendo due cose che appaiono subito in contraddizione: il coraggio di mollare....ho 26 anni. A 26 anni non può precludersi nulla, nell'ambito personale, di studio o di carriera, nell'ambito di successi e sogni da realizzare, e anche nell'ambito relazionale e sentimentale.
Non c'è dubbio che la felicità si possa costruire su tanti elementi, oltre all'amore sentimentale e al sesso. Ci sono le emozioni positive, come la gioia, il divertimento, la gratitudine; ci sono le esperienze ottimali, come le passioni, gli hobby, lo sport, l'arte; ci sono i valori, come la libertà, la sincerità, l'etica; infine, ci sono le relazioni significative come la famiglia, le amicizie, i rapporti di lavoro. Insomma, le vie del benessere sono molteplici e ci sono molte persone che vivono vite pienamente soddisfacenti, realizzando piccole e grandi cose, senza avere la necessità di vivere l'amore passionale.
Questo non vuol dire però, privarsi dell'opportunità di innamorarsi e di essere ricambiato nel ricevere amore. Non esistono ricette particolari, non esistono strategie aggressive o difensive che funzionino. Soprattutto non esistono scadenze. Si può vivere l'amore ad ogni età, con tutte le sfaccettature che l'amore sa offrire.
Mollare non ha senso e non è un atto di coraggio, piuttosto è un alibi. So che sembra un giudizio duro, ma se ci pensa bene è proprio così. Nessuno di noi esseri umani ha il destino scritto, oppure è in balia della fortuna: siamo ciò che decidiamo di essere, istante per istante, immersi in un oceano di opportunità e possibilità, che possono cambiare la nostra vita continuamente. Piuttosto che mollare, scopra quali sono le sue potenzialità, i lati del suo carattere che possono renderla una persona migliore, la quantità di cose buone che può trasmettere agli altri, i suoi talenti, i suoi sogni da realizzare.
Si sottovaluta troppo il fatto che proprio ricercando il proprio benessere si possono incontrare persone che lo condividono da più punti di vista, persone che hanno le nostre stesse passioni, i nostri stessi desideri. Ed è incontrando queste persone che molto spesso due anime affini cominciano ad amarsi.
Il mio consiglio è di cominciare un percorso di crescita personale e di supporto psicologico, che l'aiuti a smetterla di giudicarsi e di porsi inutili limiti, che l'aiuti a scoprire i suoi veri punti di forza.
Se lei vuole può contattarmi per una consulenza, anche online. Sarò lieto di spiegarle nel dettaglio l'approccio di Psicologia Positiva che adotto con persone che hanno le sue stesse difficoltà.
Spero di averla spronata a cambiare il punto di vista sulla sua situazione. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, per rispondere alla sua domanda partirei dal suo "forte desiderio" di avere una ragazza. Se nonostante questo desiderio ha pensato/deciso di mollare evidentemente è presente una forte paura di essere rifiutato, di non essere amato e considerato.
Piuttosto che rinunciare al desiderio le consiglierei di esplorare le origini di queste paure per riuscire a rielaborarle e trasformarle: attuando una sorta di riparazione emotiva.
In questo modo non avrà più bisogno di difendersi rinunciando al suo legittimo e sano desiderio di avere una relazione con una donna che le piace.
Se vuole sono a sua disposizione per accompagnarla in questo percorso di cambiamento che le consentirà di vivere pienamente la sua vita relazionale.
Dott. Massimo Giorgini - Bologna
Piuttosto che rinunciare al desiderio le consiglierei di esplorare le origini di queste paure per riuscire a rielaborarle e trasformarle: attuando una sorta di riparazione emotiva.
In questo modo non avrà più bisogno di difendersi rinunciando al suo legittimo e sano desiderio di avere una relazione con una donna che le piace.
Se vuole sono a sua disposizione per accompagnarla in questo percorso di cambiamento che le consentirà di vivere pienamente la sua vita relazionale.
Dott. Massimo Giorgini - Bologna
Gentile utente, lei mi sembra molto consapevole rispetto alla sua scelta. Ogni scelta che facciamo ha un senso ed un significato per noi, e per lei ciò è molto chiaro: lo faccio perchè non voglio più soffrire. Mi chiedo però se questa scelta la protegge davvero così tanto dalla sofferenza. A mai pensato alla possibilità di trovare una via di mezzo tra la ricerca attiva di una ragazza e la totale assenza di relazioni? Spesso imporci regole rigidissime nel tempo non è una scelta che risulta emotivamente e cognitivamente sostenibile. Inoltre lei chiede conferma a noi. Ciò mi fa pensare che forse una piccola parte di lei questa scelta vorrebbe metterla a critica. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Mi dispiace sentire che ha passato momenti difficili e frustranti nei suoi tentativi di costruire relazioni romantiche. È importante ricordare che ognuno di noi affronta sfide diverse quando si tratta di amore e relazioni, e non esiste una sola strada giusta.
La decisione di rimanere single è una scelta personale, e se la fa per preservare la sua salute emotiva, è una decisione valida. Il benessere emotivo è fondamentale, e se sente che questa scelta è ciò che le permette di evitare sofferenze emotive e vivere una vita più serena, allora è una decisione legittima.
Tuttavia, le relazioni possono essere complesse e imprevedibili, e il fatto che abbia avuto esperienze negative in passato non significa necessariamente che ciò si ripeterà in futuro. Se in futuro decidesse di dare una chance a una relazione, potrebbe essere utile lavorare su se stessa e sulla sua autostima con l'aiuto di uno psicologo o consulente di coppia. Questo potrebbe aiutarla a gestire meglio le dinamiche relazionali e ad affrontare le sfide che potrebbero sorgere.
Ricordi che, alla fine, la decisione di avere o meno una relazione è sua e deve essere in linea con ciò che la fa sentire felice e realizzata. La sua felicità e il suo benessere sono la priorità principale.
La decisione di rimanere single è una scelta personale, e se la fa per preservare la sua salute emotiva, è una decisione valida. Il benessere emotivo è fondamentale, e se sente che questa scelta è ciò che le permette di evitare sofferenze emotive e vivere una vita più serena, allora è una decisione legittima.
Tuttavia, le relazioni possono essere complesse e imprevedibili, e il fatto che abbia avuto esperienze negative in passato non significa necessariamente che ciò si ripeterà in futuro. Se in futuro decidesse di dare una chance a una relazione, potrebbe essere utile lavorare su se stessa e sulla sua autostima con l'aiuto di uno psicologo o consulente di coppia. Questo potrebbe aiutarla a gestire meglio le dinamiche relazionali e ad affrontare le sfide che potrebbero sorgere.
Ricordi che, alla fine, la decisione di avere o meno una relazione è sua e deve essere in linea con ciò che la fa sentire felice e realizzata. La sua felicità e il suo benessere sono la priorità principale.
Ciao. Sono 26 anni che provi a relazionarti a modo tuo. Se vuoi che le cose cambino, cambiale. Scegli un* psicolog* e provate ad affrontare insieme le relazioni. Non mollare; tutti abbiamo il diritto di essere felici.
Buonasera, mi dispiace per la sofferenza che riferisce.
Mi sento di dirle che probabilmente è importante che lei impari a stare in quella sofferenza, nella sofferenza del rifiuto e del non sentirsi accolto/apprezzato da persone desiderate. E' utile imparare ad affrontare e attraversare la propria sofferenza come parte di alcuni momenti di vita sviluppando consapevolezza di sè e risorse utili anche nella relazione con gli altri.
Insieme ad un professionista potrebbe provare a mettersi in ascolto di quella sofferenza e accoglierla, lavorando su quella parte molto critica di sè che in questo momento le sta facendo sviluppare credenze disfunzionali su di sè e gli altri. Il suo critico interiore contribuisce all'autosabotaggio, ecco perchè bisogna lavorarci in terapia. La strategia per far fronte alla sofferenza dell'insuccesso relazionale che ha trovato è quella di evitare situazioni temute, ossia l'approccio con il genere femminile. Non penso possa essere una strategia funzionale. Sicuramente è protettiva perchè il critico interiore ha quella funzione, ma non penso possa essere funzionale per la sua salute mentale. Inoltre, provi a chiedersi qual'è il costo di questa decisione, e se vale la pena provare a rivolgersi un professionista per accogliere questo disagio psicologico. Soprattutto, che adulto vuole essere nella sua vita? cosa è importante per lei raggiungere e tenere nella sua vita?
L'essere visto dagli altri passa anche da come noi stessi ci vediamo, per questo in terapia si può lavorare sull'immagine che lei si è creato di se stesso e su ciò che ostacola la sua autostima. Capire come si è strutturata un'immagine di sè come quella che descrive.
Essere visti e apprezzati dagli altri è un bisogno fondamentale, quindi è comprensibile che in questo momento lei stia cercando di difendersi da emozioni difficili (che possono essere rabbia, tristezza, vergogna, frustrazione), ma su questo può essere accolto in terapia.
Quindi, il primo passo è vedersi a dispetto di quello che lei ha ricevuto o meno nelle relazioni. E' possibile imparare a vedersi e sviluppare uno sguardo compassionevole dando spazio a nuove risorse, parti di sè e accettazione.
Più vediamo noi stessi, più gli altri ci vedranno. Più si viene visti, più si è in grado di portare come si vuole essere guardati e cosa/chi si vuole essere nella propria vita.
Ci sono diverse tecniche da impiegare in questo tipo di lavoro terapeutico.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Mi sento di dirle che probabilmente è importante che lei impari a stare in quella sofferenza, nella sofferenza del rifiuto e del non sentirsi accolto/apprezzato da persone desiderate. E' utile imparare ad affrontare e attraversare la propria sofferenza come parte di alcuni momenti di vita sviluppando consapevolezza di sè e risorse utili anche nella relazione con gli altri.
Insieme ad un professionista potrebbe provare a mettersi in ascolto di quella sofferenza e accoglierla, lavorando su quella parte molto critica di sè che in questo momento le sta facendo sviluppare credenze disfunzionali su di sè e gli altri. Il suo critico interiore contribuisce all'autosabotaggio, ecco perchè bisogna lavorarci in terapia. La strategia per far fronte alla sofferenza dell'insuccesso relazionale che ha trovato è quella di evitare situazioni temute, ossia l'approccio con il genere femminile. Non penso possa essere una strategia funzionale. Sicuramente è protettiva perchè il critico interiore ha quella funzione, ma non penso possa essere funzionale per la sua salute mentale. Inoltre, provi a chiedersi qual'è il costo di questa decisione, e se vale la pena provare a rivolgersi un professionista per accogliere questo disagio psicologico. Soprattutto, che adulto vuole essere nella sua vita? cosa è importante per lei raggiungere e tenere nella sua vita?
L'essere visto dagli altri passa anche da come noi stessi ci vediamo, per questo in terapia si può lavorare sull'immagine che lei si è creato di se stesso e su ciò che ostacola la sua autostima. Capire come si è strutturata un'immagine di sè come quella che descrive.
Essere visti e apprezzati dagli altri è un bisogno fondamentale, quindi è comprensibile che in questo momento lei stia cercando di difendersi da emozioni difficili (che possono essere rabbia, tristezza, vergogna, frustrazione), ma su questo può essere accolto in terapia.
Quindi, il primo passo è vedersi a dispetto di quello che lei ha ricevuto o meno nelle relazioni. E' possibile imparare a vedersi e sviluppare uno sguardo compassionevole dando spazio a nuove risorse, parti di sè e accettazione.
Più vediamo noi stessi, più gli altri ci vedranno. Più si viene visti, più si è in grado di portare come si vuole essere guardati e cosa/chi si vuole essere nella propria vita.
Ci sono diverse tecniche da impiegare in questo tipo di lavoro terapeutico.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissimo, la domanda è sempre una: ti fa star bene? Se rinunciare alla possibilità di avere una relazione ti fa essere sereno, non c'è ragione di tormentarsi. Il punto è il tuo dissidio interiore: percepisco tanta sofferenza nella tua rinuncia, che è sempre deleteria quando è una reazione a una situazione esterna e non una scelta interna e fortemente sentita. Credo tu abbia bisogno di esplorare la possibilità di farcela, potenziando la tua autostima e lavorando su te stesso. Affidati ad un professionista: a piccoli passi potrai scoprire il modo migliore per te di relazionarti al mondo femminile, se è questo il tuo desiderio più intimo. Resto a disposizione online, qualora lo volessi. Un caro abbraccio!
Buongiorno caro utente, mi dispiace molto leggere queste parole, soprattutto perché ci trovo tantissima sofferenza, ma pochissima speranza che le cose possano andare diversamente per lei, un giorno. Le suggerirei di rivolgersi ad un professionista che la aiuti a guardare a se stesso con più gentilezza e che la accompagni ad esplorare le ragioni che si nascondono dietro questa sfiducia nella relazione con l'altro (e/o con le donne) affinché ve ne possiate occupare. A disposizione dott.ssa Angela Ricucci
Buonasera,
Innanzitutto, grazie per aver condiviso i tuoi sentimenti e pensieri. Posso immaginare quanto possa essere doloroso affrontare ripetute delusioni, soprattutto in un ambito così intimo e personale come le relazioni affettive.
È naturale desiderare di proteggere se stessi dal dolore. Quando viviamo esperienze di ripetuto rifiuto o delusione, il nostro sistema di autodifesa può suggerirci di evitare del tutto la fonte di quel dolore. Tuttavia, prendere una decisione di evitare completamente una parte così fondamentale della vita umana come le relazioni può avere delle conseguenze a lungo termine sulla tua salute emotiva e sul tuo benessere generale.
Vorrei sottolineare che ognuno di noi è in continua evoluzione e il suo sentire oggi potrebbe non essere lo stesso domani. La sua decisione di "rinunciare" potrebbe essere una reazione immediata al dolore che sta provando ora. Darsi il tempo di elaborare, riflettere e, se necessario, cercare sostegno, potrebbe aiutarla a vedere le cose da una prospettiva diversa.
Le suggerirei di considerare l'idea di lavorare con un professionista sull'autostima e sulle dimensione relazionale, in quanto un terapeuta può fornirle strumenti e risorse per affrontare i sentimenti di rifiuto, lavorare sulle insicurezze e costruire relazioni più sane in futuro.
In ogni caso, la scelta finale sarà sempre la sua. Qualunque decisione lei prenda, è importante farlo con consapevolezza e cura. Se desidera esplorare questi sentimenti in un contesto più protetto e supportivo, sarei felice di poterla aiutare.
Un caro saluto,
Dott.ssa Laura Sozio
Innanzitutto, grazie per aver condiviso i tuoi sentimenti e pensieri. Posso immaginare quanto possa essere doloroso affrontare ripetute delusioni, soprattutto in un ambito così intimo e personale come le relazioni affettive.
È naturale desiderare di proteggere se stessi dal dolore. Quando viviamo esperienze di ripetuto rifiuto o delusione, il nostro sistema di autodifesa può suggerirci di evitare del tutto la fonte di quel dolore. Tuttavia, prendere una decisione di evitare completamente una parte così fondamentale della vita umana come le relazioni può avere delle conseguenze a lungo termine sulla tua salute emotiva e sul tuo benessere generale.
Vorrei sottolineare che ognuno di noi è in continua evoluzione e il suo sentire oggi potrebbe non essere lo stesso domani. La sua decisione di "rinunciare" potrebbe essere una reazione immediata al dolore che sta provando ora. Darsi il tempo di elaborare, riflettere e, se necessario, cercare sostegno, potrebbe aiutarla a vedere le cose da una prospettiva diversa.
Le suggerirei di considerare l'idea di lavorare con un professionista sull'autostima e sulle dimensione relazionale, in quanto un terapeuta può fornirle strumenti e risorse per affrontare i sentimenti di rifiuto, lavorare sulle insicurezze e costruire relazioni più sane in futuro.
In ogni caso, la scelta finale sarà sempre la sua. Qualunque decisione lei prenda, è importante farlo con consapevolezza e cura. Se desidera esplorare questi sentimenti in un contesto più protetto e supportivo, sarei felice di poterla aiutare.
Un caro saluto,
Dott.ssa Laura Sozio
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Gentile utente buongiorno, hai fatto bene a condividere con noi questi tuoi pensieri. La cosa che mi ha colpita maggiormente è stata il titolo che hai dato al tuo messaggio: "Il coraggio di mollare", potrebbe essere anche quello di un romanzo o un film che racconta la storia di chi dopo una estenuante vita di sofferenza appunto, molla (a ventisette anni mi sembra molto presto!). Inoltre, il linguaggio che utilizzi è molto netto "mai più", "per sempre". Questi due aspetti mi rimandano sicuramente una grossa sofferenza (infatti parli di "coraggio" nel mollare, è quindi un'opzione che ti costa fatica) e forse anche rabbia per ciò che stai vivendo. Tutto questo mi fa pensare che la scelta di mollare sia in realtà un'opzione che ti reca altrettanta sofferenza; potrebbe essere più utile darti la possibilità di non mollare, ma esplorare a fondo le tue emozioni e ciò che desideri per te e sperimentarti per arrivare a maturare maggiore fiducia in te stesso. Se hai piacere, ti accompagno volentieri in questo viaggio. Un caro saluto, dott.ssa Arianna Broglia
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Gentile utente, questa condizione di autoprotezione da ipotetiche delusioni future e il conseguente evitamento di mettersi in gioco potrebbe apparentemente risultarle una strategia razionale ed efficace, tuttavia il prezzo da pagare risulta già essere elevato, poiché lei stesso afferma di far fatica nello stare in questa condizione, non si sente comodo, bensì prova comunque delle emozioni contrastanti e negative. Il rischio è di ingabbiarsi in tale modalità invece di lavorare su altri aspetti come la tolleranza alla frustrazione, il rafforzamento della propria autostima ed autoefficacia.
Ha mai pensato a come potrebbe essere la sua vita in un futuro continuando a negarsi amore, speranza e fiducia?
Il mio consiglio è di poter trovare uno spazio di lavoro su di sé per affrontare tale modalità e sviluppare gli strumenti per fronteggiare le possibili perturbazioni che derivano dal mettersi in gioco in qualsiasi campo, non solo quello relazionale.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Federica Di Lauro
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Federica Di Lauro
Il coraggio di mollare. Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensi tu in merito a questa scelta e conseguentemente mi chiedo cosa ti spinge a chiedere il parere a degli esperti. Sarebbe interessante approfondire la situazione e la vita affettiva in un setting adeguato ma da quanto scrivi sembri vivere un conflitto rispetto al ritirare o meno i remi in barca in ambito sentimentale con il dilemma di quale sia la sofferenza minore. Credo che possa essere utile riflettere su quanto tu stia chiedendo a te stesso: negare quella parte affettiva, emotiva e pulsionale. E' possibile gestire la conseguenza di un rifiuto? E riflettere sulle modalità con le quali scegli le ragazze e il modo in cui ti esponi?
A nessuno piace soffrire ma credo che forse valga la pena mettesi in discussione e lavorare per non dover scegliere tra il male minore.
A nessuno piace soffrire ma credo che forse valga la pena mettesi in discussione e lavorare per non dover scegliere tra il male minore.
Salve. Mi rendo conto che le relazioni interpersonali siano, indubbiamente, materia faticosa e carica di rischio. Ancora di più, se i tratta di relazioni sentimentali.
Quel che evince dal suo racconto, però, è una sorta di richiesta d'aiuto, perché la scelta che sta percorrendo è difficile e complessa, probabilmente ben conscio che negare una parte importante della propria vita affettiva potrebbe essere un errore. Esporsi ad un rischio, come quello di avvicinare un'altra persona, è sempre spaventoso ma tenersi lontano non placherà il suo desiderio, né eliminerà la sua sofferenza. Da come parla sembra in parte demoralizzato, ma emerge anche una sofferenza più profonda che le consiglio di indagare.
Se avesse bisogno, anche solo per qualche consiglio, sono a sua disposizione.
Dott. Valeri
Quel che evince dal suo racconto, però, è una sorta di richiesta d'aiuto, perché la scelta che sta percorrendo è difficile e complessa, probabilmente ben conscio che negare una parte importante della propria vita affettiva potrebbe essere un errore. Esporsi ad un rischio, come quello di avvicinare un'altra persona, è sempre spaventoso ma tenersi lontano non placherà il suo desiderio, né eliminerà la sua sofferenza. Da come parla sembra in parte demoralizzato, ma emerge anche una sofferenza più profonda che le consiglio di indagare.
Se avesse bisogno, anche solo per qualche consiglio, sono a sua disposizione.
Dott. Valeri
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