Ho vissuto una relazione violenta per 4 anni, mia madre si è separata da mio padre a causa di violen

19 risposte
Ho vissuto una relazione violenta per 4 anni, mia madre si è separata da mio padre a causa di violenza domestica, diciamo che tutte le persone che mi circondano e anche io ha subito violenza da parte del proprio partner.
Perché chi attorno a me dopo essere uscite da questa situazione desiderano un amore sano e duraturo e io invece provo il desiderio di rivivere una relazione violenta e distruttiva ancora una volta?

Buongiorno,

Grazie per aver condiviso con me una parte così dolorosa della sua vita. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri e sentimenti. La sua domanda è molto importante e merita attenzione e rispetto. Le esperienze di violenza possono lasciare segni profondi e influenzare il nostro modo di percepire le relazioni future.

Ecco alcuni punti che potrebbero aiutarla a comprendere meglio la sua situazione e a trovare un po' di sollievo nell'immediato:

Comprensione dei Pattern: È possibile che il desiderio di rivivere una relazione violenta sia legato a modelli di comportamento appresi e interiorizzati nel tempo. La violenza può diventare, purtroppo, una "normalità" nella mente di chi l'ha subita, soprattutto se vissuta per lunghi periodi e in diverse relazioni.

Autostima e Valore Personale: Spesso, le persone che hanno subito violenza possono sviluppare una visione distorta del proprio valore. Questo può portare a cercare inconsciamente situazioni che confermano queste convinzioni negative su sé stessi. È importante lavorare sull'autostima e sul riconoscimento del proprio valore come individuo meritevole di amore e rispetto.

Dipendenza Emotiva: La violenza può creare una forma di dipendenza emotiva, dove il conflitto e l'intensità emotiva della relazione violenta diventano quasi una necessità. Riconoscere questa dinamica è un passo fondamentale verso la guarigione.

Supporto Psicologico: Un percorso terapeutico può aiutarla a esplorare e comprendere le radici di questi desideri. Attraverso la terapia, può lavorare su questi schemi e sviluppare strategie per costruire relazioni più sane e soddisfacenti.

Rete di Supporto: Parlare con persone di fiducia che comprendono la sua situazione può offrire un grande sollievo. La condivisione delle sue esperienze con chi ha vissuto situazioni simili può aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare supporto reciproco.

Educazione Relazionale: Imparare a riconoscere i segnali di una relazione sana e quelli di una relazione tossica è essenziale. Ciò può essere fatto attraverso letture, workshop o incontri con professionisti che trattano di queste tematiche.

Se desidera intraprendere un percorso di terapia per affrontare queste difficoltà e lavorare verso una maggiore consapevolezza e guarigione, sono disponibile per supportarla. Possiamo concordare incontri che si adattino ai suoi impegni, anche attraverso sessioni online, per offrirle la massima flessibilità.

Non esiti a contattarmi per ulteriori informazioni o per fissare un appuntamento. Ricordi che non è sola e che esistono risorse e persone pronte ad aiutarla a trovare la pace e la serenità che merita.

Cordiali saluti

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Gentilissima utente, grazie per questa intima e privata condivisione. Quella di cui parla sembra una storia di perpetuata violenza, che per lei è ormai diventata familiare e, paradossalmente, confortevole. Ognuno di noi accade ogni giorno, e sedimenta parti di sè, che ci consentono di percepirci sempre i medesimi e quindi "noi stessi". Nel suo caso la sua storia è contraddistinta da un pattern di fenomeni che si manifestano in modo "costante" e che, nella loro costanza (seppur sicuramente sofferta), le potrebbero dare sicurezza in quanto conosciuti. Perchè? Questo dovremmo approfondirlo andando a comprendere i suoi modi di emozionarsi nel mondo, con gli altri, con se stessa, all'interno della rete in cui la sua vita si articola. Se le andasse prenoti pure un primo colloquio online, proviamo a trovare insieme la strada per rispondere alle sue domande
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon pomeriggio,

Capisco profondamente quanto questa situazione possa essere dolorosa e confusa per te. Quello che stai vivendo è complesso e merita un'attenzione dedicata e approfondita che purtroppo non può essere fornita adeguatamente in un forum.

Desiderare inconsciamente di rivivere una relazione violenta può essere legato a molteplici fattori, tra cui il passato e le esperienze familiari. Spesso, le dinamiche che abbiamo vissuto da bambini possono influenzare profondamente i nostri comportamenti e desideri da adulti.

Ti sono vicina in questo momento difficile e voglio rassicurarti che non sei sola. È importante affrontare questi sentimenti con il supporto di un professionista che possa aiutarti a esplorare le radici di questi desideri e a lavorare verso relazioni più sane e appaganti.

Se desideri un aiuto più approfondito, io, come molti altri terapeuti, offriamo consulenze sia online che di persona. La terapia può fornirti uno spazio sicuro per esplorare questi temi e sviluppare strategie per cambiare questi schemi distruttivi.

Ti incoraggio a cercare questo supporto per iniziare un percorso di guarigione e crescita personale. Prenditi cura di te stessa e ricorda che meriti un amore sano e rispettoso.

Un caro saluto, Dr.ssa Cecilia Mancini
Cara, grazie per aver condiviso la tua storia. La tua esperienza di una relazione violenta per quattro anni, unita alla storia di tua madre e alla violenza domestica che ha subito e alla quale tu avrai assistito, respirato in famiglia, è dolorosa e difficile da attraversare. E’ comprensibile che tu possa sentirti confusa e in conflitto riguardo ai tuoi desideri e alle tue relazioni future.
I traumi che hai subito non possono non influenzare i tuoi sentimenti e comportamenti. Sovente accade a chi ha vissuto esperienze di violenza cercare inconsciamente di rivivere situazioni simili, anche se distruttive, perché sono ciò che conoscono. Questo non significa che tu non possa desiderare e costruire una relazione sana e duratura.
C'è anche un altro aspetto che desidero condividere con te e riguarda l'evidenza che il trauma può essere trasmesso da una generazione all’altra. Questo significa che non solo le donne, ma anche i loro figli possono essere influenzati da queste esperienze. Interrompere questi cicli di violenza domestica è allora fondamentale anche per il benessere delle future generazioni.
Il primo passo è riconoscer questi schemi e cercare supporto per affrontarli. La terapia può essere un potente strumento per comprendere e interrompere questi cicli. Approcci come la Terapia EMDR (desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) possono aiutarti ad elaborare il trauma e a costruire nuove modalità di relazione.
Ricorda che non sei sola. Ci sono risorse e persone pronte ad aiutarti. Meriti un amore sano e duraturo e, con il giusto supporto, puoi lavorare per raggiungerlo. Se senti il bisogno di parlare con qualcuno o iniziare un percorso, contattami.
Mariacarmine Miroddi
Buongiorno! Lei coglie il senso dell'esperienza traumatica. Per la nostra mente, ripetere il trauma (comprensibile e conosciuto) è meglio di qualcosa di cui non riusciamo a cogliere il senso, qualcosa che non riusciamo a rappresentare (ignoto, nuovo, minaccioso). Dopo un "padre violento" ha "scelto" un fidanzato violento. Se non riesce a produrre un cambiamento, probabilmente, entreranno in scena altri cantastorie violenti. Mi piace pensare alla sua domanda come una "crisi" del copione traumatico, che in modo inconscio e vigoroso vuole essere portato in scena. Cerchi qualcuno che le possa offrire un percorso di psicoterapia ben strutturato e di lungo respiro, penso che nel suo caso sia più che mai appropriato un approccio psicoanalitico. In bocca al lupo
Perché noi esseri umani ci illudiamo di essere liberi, e invece nasciamo con dei precisi bisogni relazionali da soddisfare, e spesso questo non coincide con relazioni sane.
Gentilissima utente, potremmo considerare il tuo desiderio di rivivere una relazione violenta come una forma di ripetizione di schemi relazionali disfunzionali che hai interiorizzato nel corso della tua vita.
La tua esperienza di violenza domestica potrebbe aver influenzato profondamente la tua percezione delle relazioni e il modo in cui ti rapporti agli altri. Potresti aver interiorizzato un modello relazionale basato sulla violenza e sulla mancanza di rispetto, che finisce per riproporsi nelle tue future relazioni.
Inoltre, potrebbe essere che tu abbia bisogno di rivivere esperienze simili per poterne fare i conti emotivi, per affrontare e superare il trauma che hai vissuto in passato. In altri termini, potresti provare una sorta di attrazione inconscia verso la violenza perché questa è una forma di relazione con cui hai imparato a confrontarti e gestire.
È importante riconoscere questi pattern relazionali disfunzionali e cercare il supporto di uno psicologo o terapeuta per lavorare su di essi. Attraverso un percorso di consapevolezza e cambiamento, potrai riscoprire la possibilità di vivere relazioni sane, rispettose e appaganti. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Buongiorno Gentile Utente, innanzitutto grazie per l'intima condivisione. Per rispondere al suo dubbio, premesso che ogni storia di vita sia unica, una spiegazione condivisa da quasi ogni approccio psicoterapeutico si può ricondurre alla teoria dell'attaccamento: impariamo a rappresentarci costruiamo un senso di sé, ci riconosciamo come individui proprio attraverso le prime relazioni coi caregiver (chi si prende cura di noi), impariamo ad entrare in relazione con gli altri attraverso le modalità relazionali che apprendiamo dalla relazione col caregiver (in funzione delle sue risposte ai nostri comportamenti, per esperienza vicaria, ecc...). Per cui il fatto di ricercare di rivivere una relazione violenta e distruttiva probabilmente deriva dal fatto che è l'unica modalità che ha appreso, ad un livello più o meno inconscio, di entrare in relazione. Una relazione con una modalità differente da questa equivale ad annullare la propria identità e buttarsi in relazioni caratterizzate da ignoto, una relazione violenta e distruttiva potrebbe paradossalmente essere vissuta come più sicura e familiare in quante ne conosce le dinamiche ed il suo ruolo all'interno della stessa.
Per lavorare su queste tematiche il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicologo ad indirizzo integrato, in questo modo il professionista potrà aiutarla da prima a trovare strategie per STARE all'interno di dinamiche relazionali differenti riuscendole a tollerare, e ad un livello più profonda a ricostruire un senso di sé coerente all'interno di nuove dinamiche relazionali (a partire da quella che si crea col terapeuta). Per questo le suggerisco di scegliere con cura il terapeuta, valutando anche tra più figure, in modo da trovare quella con cui sente il clima di maggiore fiducia, trasparenza ed intesa: l'alleanza terapeutica è uno dei fattori principali per il buon esito di un percorso.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buonasera gentile utente. Per rispondere alla sua domanda e provare a darle chiarezza, molto dipende dallo stile di attaccamento che si sviluppa nelle prime relazioni con i genitori, in particolare con la figura materna. Da bambini, infatti, attraverso la ripetizione di comportamenti e azioni nella relazione con le principali figure di accudimento, costruiamo i cosiddetti modelli operativi interni che fungono da schemi mentali ogni qualvolta ci si ripresenta una stessa situazione. Crescendo, quindi, ci saremo già formati un'idea, un modello, appunto, di come debbano essere le relazioni in base alle esperienze che abbiamo avuto. E' probabile che lei cerchi questo modello di relazione perché è l'unico che ha visto (sia in famiglia e sia da parte delle altre persone a lei vicine). Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Mariangela Monaca
Carissima, mi dispiace per la sua situazione; può apparire paradossale ma succede di frequente che chi è stato vittima di violenza si ritrova continuamente a vivere (e cercare) relazioni che riproducono le stesse dinamiche. Spesso questi comportamenti ripetitivi hanno a che fare con credenze sbagliate su di sé e vissuti profondamente radicati spesso in modo poco consapevole. Le suggerisco un lavoro su di sé per rompere questa ripetitività e concedersi la possibilità di relazioni più sane e vitali; un professionista potrebbe aiutarla con una psicoterapia finalizzata alla risoluzione e superamento del suo problema. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sue esperienza. Per quanto ciò che dice possa sembrare contro intuitivo (quindi perpetuare-ricercare una relazione violenta) in realtà è piuttosto coerente con quello che brevemente ci racconta. Sembra che chiunque attorno a lei abbia vissuto relazioni aggressive e violente, anche i suoi genitori, il suo primo modello di relazione; come se per la sua esperienza soggettiva volersi bene ed amare fossero intrinsecamente legati ad aspetti ed interazioni aggressive. Per rispondere alla sua domanda mi verrebbe da dirle che probabilmente ha interiorizzato questa modalità di relazione che adesso rappresenta l'unica possibile o l'unica in grado di farle provare determinate emozioni, sensazioni. La psicoterapia e in particolare il vivere una reale esperienza con qualcuno dove le modalità relazionali divergono da quelle conosciute, dove ci si può prendere cura dell'altro senza ricorrere a violenza e aggressività e quindi vivere un'esperienza che rompe con le dinamiche passate, potrebbe esserle di grande aiuto.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Cara utente, le sue parole così intime sono un dono prezioso. Lei si sta chiedendo come mai nonostante la violenza che ha vissuto per via diretta o indiretta, in qualche modo lei è alla ricerca di una nuova relazione così turbolente. Come anche alcuni colleghi hanno già evidenziato probabilmente quel mondo, caratterizzato da violenza e neglect, è quello che lei da sempre conosce e che, nonostante tutto, costituisce un luogo sicuro e conosciuto dove sa come muoversi. Probabilmente inoltre avrà anche interiorizzato l'idea che amare=sensazioni forti e per lei sensazioni forti sono rappresentate da gesti violenti. Il mio consiglio è iniziare un percorso psicoterapeutica che possa aiutarla ad approfondire tutto ciò e che possa sostenerla nella ricostruzione, partendo proprio dal significato, di una relazione buona per noi. Potrà conoscere tante nuove possibilità di stare in relazione e sentirsi comunque riconosciuta, amata ma anche rispettata ... sarà un percorso nuovo e forse un po' pauroso ma potrà mostrarle delle nuove possiblità. Se desidera io sono disponibile per degli incontri on line o in presenza. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno,

porta qui un tema molto importante che potrebbe esplorare più in profondità attraverso un percorso di psicoterapia. Il sostegno di uno specialista potrebbe aiutarla nel trovare le consapevolezze che cerca e darle la forza di circondarsi da persone con cui poter intraprendere relazioni sane anziché violente e tossiche.
Qualora avesse bisogno di un professionista che la accompagni nel lavoro su stessa non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, grazie per aver scelto di condividere le sue difficoltà. Non è scontato che lo si faccia, soprattutto quando si abitano relazioni violente, spesso taciute e nascoste. Le vorrei mettere a disposizione delle domande utili che spero l'aiutino a sfatare l'idea che si sta consolidando che lei stia bene nelle relazioni abusanti e violente. Cosa, nello specifico, di ciò che ho vissuto nella precedente relazione desidero rivivere? Cosa otterrei oggi se rivivessi proprio gli aspetti o le circostanze che ho messo a fuoco? In che modo potrei ottenere le stesse cose in una relazione non abusante, in cui ci si rispetta e l'altro non mi prevarica? Se potessi passare al setaccio la mia relazione precedente e scegliere cosa tenere e cosa eliminare, come sarebbe la mia futura relazione? Cosa terrei e rivivrei e cosa eliminerei? Quali ragioni mi fanno decidere oggi di non tornare con il mio precedente compagno? Queste ragioni come possono essere messe in dialogo con la sua paura di star bene solo in relazioni violente e distruttive? Se desidera sono domande che possiamo farci insieme online o in presenza. Le auguro il meglio. Cordiali Saluti Dr.ssa Flavia Serio.
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso questo pezzettino di sé e della sua storia. Ognuno di noi, in base alle caratteristiche personali e alle esperienze di vita vissute, si costruisce una rete di significati con i quali "legge" il mondo e ciò che accade. Da quello che racconta mi sembra abbia sempre vissuto relazioni violente: una sua parte piccola che ha vissuto la violenza assistita nella relazione tra i suoi genitori e una sua parte adulta che ha vissuto la violenza in prima persona con il suo partner. Mi soffermerei su quali significati affida a queste relazioni, cosa pensa di sé e di quello che accade attorno a lei, cosa dice di lei l'aver vissuto queste esperienze. Sono tutti punti di domanda che ci possono aiutare ad andare a fondo delle sue emozioni, dei suoi pensieri, della sua storia per riuscire a capire se davvero ricerca ancora oggi una relazione che già conosce o se forse in fondo c'è il desiderio di abbracciare le sue parti ferite e ricominciare.
Se avesse voglia di prendersi uno spazio e riflettere insieme su questi temi, rimango a disposizione.
A presto,
Dott.ssa Alice Garnero
Salve,

Dopo aver vissuto esperienze traumatiche come la violenza domestica, è comune provare una serie di reazioni emotive e comportamentali complesse. Il desiderio di rivivere una relazione violenta potrebbe derivare da diversi fattori, come un'attrazione inconscia verso ciò che è familiare o una bassa autostima che può portare a credere che si meriti solo relazioni dannose.

È importante comprendere che questi desideri possono essere parte del processo di guarigione e richiedono un lavoro approfondito sulla propria autostima, la consapevolezza dei propri bisogni e la costruzione di relazioni sane.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno, immagino non sia facile vivere questo conflitto, ma il fatto che ne sia consapevole è il primo passo per poterne fare qualcosa. I traumi che si vivono fin dalla più tenera infanzia condizionano le scelte che si fanno successivamente e talvolta si sceglie quello che si conosce per quanto sia disadattivo. Rendersene conto è il primo passo per cambiare il meccanismo instauratosi. Vorrebbe affrontarlo? Rimango disponibile se volesse intraprendere un percorso psicologico.
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Buongiorno. Essere cresciuti in un contesto familiare di questo tipo può generare nella persona difficoltà nella gestione delle relazioni interpersonali, in particolare quelle affettive. Queste criticità riguardano: la scarsa comprensione dell’intimità e dell’amore, la confusione di identità e la dipendenza. Quest’ultima può essere ingenerata dalla paura dell’abbandono trasmessa meccanicamente dai genitori ai propri figli attraverso rinforzi negativi a cui peraltro non si può rinunciare, pena la fine della relazione. Ecco il motivo per cui è difficile provare a migliorare le cose. Mi auguro di aver risposto alla domanda. In caso contrario resto a sua disposizione per un approfondimento. Un cordiale saluto.

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