Ho una semplicissima domanda, che in realtà non ho mai posto al mio psicologo, ma nemmeno a me stess

21 risposte
Ho una semplicissima domanda, che in realtà non ho mai posto al mio psicologo, ma nemmeno a me stessa, finora.

Ma giusto uno curiosità. Perché quando in terapia capitano dei momenti in cui lo psicologo fa delle affermazioni che mi "triggerano" moltissimo, io comincio a dissociarmi, avere una sorta di attacco di panico, il mondo è distante per me, quel momento è distante, lo psicologo è distante, vado in iperventilazione, mi sento svenire e tutto questo finché non arrivo alle lacrime. Appena piango tutto torna gradualmente nella norma, lasciandomi però quel senso di "dissociazione" , come se fossi uscita dal mio stesso corpo e ci fossi ritornata, ma sentissi ancora gli effetti di questa esperienza che per me è quasi surreale da vivere, non so spiegarlo...
Grazie per aver condiviso questa esperienza così personale. Quello che scrivi sembra una reazione intensa a un trigger emotivo, che può portare a sintomi di dissociazione e panico.
Questo stato dissociativo è una risposta a situazioni di stress, trauma, in cui la mente cerca di proteggersi. Può manifestarsi come una sensazione di distacco dal proprio corpo o dal mondo circostante. L’iperventilazione e la sensazione di svenimento sono sintomi fisici che spesso accompagnano gli attacchi di panico. Piangere può essere una valvola di sfogo, permettendo al corpo di rilasciare la tensione accumulata e riportare gradualmente il sistema nervoso a uno stato di calma.
Parlarne con il tuo psicologo durante le visite potrebbe aiutarti a comprendere meglio i tuoi trigger e sviluppare strategie per gestire queste risposte.

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Salve. Ci tengo a sottolineare che, in parte, quel che le accade potrebbe essere un effetto del percorso terapeutico. E' evidente che ciò che la "triggera" sia l'avvicinarsi a parti della sua mente che lei ritiene "ferite" o comunque dolenti, tanto che il suo corpo ha una reazione di panico, come se si sentisse minacciato. Il pianto, ovviamente, è lo sfogo primario della paura e, pertanto, conduce ad un rilassamento forzato della tensione, facendola sentire meglio. Le consiglierei di parlarne col suo psicologo che potrebbe modificare il suo approccio per meglio aiutarla ad affrontare queste parti dolenti della sua mente.
Per qualsiasi approfondimento sono a sua disposizione.
Dott. Valeri
Salve , questa è un'utilissima domanda e informazione che deve condividere con lui per scoprire insieme come e perchè, appunto, certe informazioni creino in lei dei trigger: sono sicuro che troverete insieme importantissimi spunti di riflessione.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, grazie per questa condivisione. Questa reazione può essere scatenata da diversi fattori, ad esempio da uno o più eventi traumatici o di stress intenso. La mente crea dei meccanismi per difendersi da ciò che in quel momento percepisce come intollerabile o minaccioso. Spesso dallo psicologo si vanno a sviscerare e a toccare delle tematiche che possono essere estremamente delicate per la persona e che possono quindi attivare questi meccanismi. Condividere con il professionista ciò che le succede in seduta è fondamentale, e può essere un importantissimo spunto su cui lavorare. Rimango a disposizione. Dr.ssa Laura Raco
Gentile utente, quello che le accade in quei momenti potrebbe essere la normale reazione ad un intenso trigger emotivo. Parlarne in terapia ed esplorare proprio in quel momento quello che le è accaduto potrebbe essere un momento di ricchezza terapeutica importante. Racconti queste sensazioni al suo terapeuta. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Grazie per la condivisione, penso che possa essere molto utile anche per altri utenti. L'esperienza della psicoterapia può essere emotivamente molto intensa, e il distaccamento può essere una reazione conseguente a questo stato. La cosa più importante è che, quando si accorge di vivere queste sensazione, ne parli con il terapeuta perchè l'indagine di questa esperienza può essere davvero molto utile in psicoterapia.
Buongiorno, Quella che descrivi è una reazione comune a situazioni emotivamente intense in terapia. Quando il tuo psicologo dice qualcosa che ti triggera, sembra che tu entri in uno stato di dissociazione, un meccanismo di difesa che la mente utilizza per proteggerti da emozioni troppo forti. Durante questi momenti, potresti sentirti distaccata dal mondo, dallo psicologo e persino da te stessa, con sintomi come iperventilazione e sensazione di svenimento. Questo è un modo in cui la tua mente cerca di evitare il pieno impatto delle emozioni. Il pianto, invece, sembra funzionare come una sorta di rilascio emotivo. Dopo aver pianto, il senso di distacco inizia a diminuire e ti riporta gradualmente alla normalità. Tuttavia, il "residuo" di quella dissociazione può rimanere, facendoti sentire come se avessi vissuto un'esperienza surreale. Sarebbe utile parlarne con il tuo psicologo, poiché comprendere questo processo insieme potrebbe aiutarti a gestire meglio queste situazioni. In terapia, esistono tecniche come la respirazione e la mindfulness che possono aiutarti a rimanere più presente e a regolare queste intense emozioni in modo più efficace. Dott. Andrea Boggero
Rispondere a questa domanda è un po' difficile in assenza di contesto. Mi verrebbe da dire che dipende da cosa dice il terapeuta ed in base a cosa. Questo avviene sempre? Questo processo ti porta verso uno stato di maggior benessere, se pur passando attraverso un po' di scomodità, oppure ti porta a star peggio?
Potrebbe esser una tua modalità di reazione oppure potrebbe esser altro. Sarebbe da indagare meglio.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno, sembra una sensazione intensa e invalidante quella che prova. Decisamente gli argomenti che cita sono molto intensi e delicati per lei, è importante in ogni caso prendersi cura di questo momento. E' un'interessantissima e importantissima domanda, ritengo sia fondamentale, con i suoi tempi, porla al suo psicologo all'interno del vostro percorso e conoscenza. Ogni altra risposta sarebbe generalizzata e non caso specifica.
Gentile utente, sarebbe importante ne parlasse con il suo psicologo per collocare tali vissuti nella sue terapia e darne un significato alla luce della sua storia. In linea molto generale si può dire che sia una difesa a fronte di contenuti emotivi che il suo sistema difensivo tenta di tenere lontani perché dolorosi/intollerabili.
Dr.ssa Damiano Maria
Gentile utente, è importantissimo che di questo ne parli con il suo psicologo. Approfondire questa esperienza è molto utile per il suo percorso.
Salve, quello che le accade avviene in seguito ad una attivazione emotiva intensa.
Nel momento in cui evidentemente vengono toccati i nuclei traumatici accade che lei struttura prima delle difese che la proteggono e poi accade il pianto, come segno finale di sofferenza.
Ne parli apertamente con il suo terapeuta, vedrà che ne potrà nascere un dialogo interessante e costruttivo.
Saluti. dott.ssa Sandra Petralli
Gentile,
l'esperienza della psicoterapia può essere molto intensa tale per cui può portare a momenti di smarrimento. Esprimere questa sensazione in colloquio con il suo psicologo le può essere utile per capire cosa sta succedendo.
Resto a disposizione.
Salve, grazie per la condivisione della sua esperienza. La invito a parlarne col suo psicologo, quello che le accade merita sicuramente attenzione ed è un passaggio che se non condiviso può minare la fiducia e il rapporto terapeutico che avete instaurato. Spero di essere stato di aiuto. Un cordiale saluto.
Quello che descrive sembra essere una reazione dissociativa, spesso legata a emozioni molto intense o traumatiche che vengono attivate da certi argomenti o affermazioni in terapia. È come se la mente, sopraffatta dall'emozione, attivasse un meccanismo di difesa per proteggersi, distanziandosi dalla realtà. La dissociazione e i sintomi che riporta (iperventilazione, sensazione di svenimento, sensazione di distacco dal mondo) sono segni di una risposta di forte stress emotivo. Il pianto, in questo caso, potrebbe rappresentare una via per scaricare la tensione accumulata, permettendole di tornare a una sorta di equilibrio. Approfondire questi episodi in terapia potrebbe aiutarla a comprendere meglio le cause sottostanti. Resto a disposizione per un consulto, qualora lo ritenesse utile.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua difficoltà. La dissociazione è una reazione associata ad eventi traumatici e impattanti. Inoltre, l'ansia che avverte la avvisa che probabilmente si sta avvicinando ad un qualcosa di forte per lei, di fatto arriva il pianto (con l'emozione annessa). La invito a condividere con il suo psicologo ciò che le accade in seduta a seguito di alcuni feedback che riceve, al fine di poter comprendere al meglio quanto accade.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Gentile utente, cosa intende per triggherare? A quale stato emotivo corrisponde? Rabbia? Agitazione? E se è così, perchè?
Evidentemente, vengono toccati temi sensibili che sarebbe opportuno approfondire, al fine di non subire passivamente ciò che nella vita la scuote e appropriarsi delle esperienze che vive. Dal racconto fornito, pare che questa tendenza alla dissociazione (che andrebbe compresa meglio), che si manifesta con una focalizzazione sui suoi stati corporei, sia un modo per non fare i conti con ciò che le provoca sofferenza, Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno,
Può essere difficile ma sarebbe utile per lei e per la sua terapia che lei riuscisse a condivedere questa cosa con il collega che la segue. Per quanto difficile, sarebbe un passo molto importante.
In bocca al lupo!
Dott. Marco Cenci
Gentilissima utente, questi momenti in terapia, per quanto difficili, possono rappresentare punti di partenza molto significativi per un'analisi più profonda. Ciò che provoca reazioni emotive intense, come la dissociazione o gli attacchi di panico, spesso rivela i problemi più radicati, le paure o i traumi che necessitano di essere compresi e risolti.
La mente è come un computer, tende a operare in modo logico, cercando spiegazioni, soluzioni e risposte ai vari stimoli, specialmente a quelli che scatenano forti emozioni. Quando vivi momenti di "trigger", la tua mente potrebbe attivare vecchi ricordi o schemi di pensiero non ancora elaborati, come se fossero programmi che si avviano automaticamente.
Analizzare queste reazioni può aiutare a identificare schemi ricorrenti: Cosa provoca esattamente queste reazioni? Sono certe parole, temi, ricordi o forse emozioni specifiche? Comprendere cosa fa scattare il "trigger" aiuta a rivelare le convinzioni o le esperienze sottostanti.
Questi momenti possono aprire una finestra sulla comprensione dei tuoi meccanismi di difesa interiori. Perché la tua mente sceglie la dissociazione come forma di protezione? Quali emozioni o pensieri sta cercando di "nascondere" o evitare?
Quando individui la radice del problema, puoi iniziare a lavorare per risolverlo. La terapia ti offre uno spazio sicuro per elaborare queste emozioni, modificare i tuoi schemi di pensiero e imparare a rispondere in modo più sano e costruttivo.
Proprio come un computer, la tua mente ha bisogno di aggiornamenti – nuove soluzioni e risposte che le permettano di funzionare meglio nella vita quotidiana. Questi momenti possono diventare preziosi punti di accesso per una maggiore crescita e consapevolezza.
Un caro saluto Dott.ssa Beata Bozena Rozborska
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso questa esperienza che potrà essere un tema sicuramente interessante ed utile per molti. Da quello che descrive, sembra che durante la terapia possa innescarsi una reazione di forte stress emotivo, forse legata a qualche tema particolarmente sensibile o difficile da affrontare. Questa reazione potrebbe portare a una sensazione di dissociazione (una risposta naturale del nostro sistema nervoso in situazioni di forte stress o trauma) quando ci si sente emotivamente sovraccarichi.

La dissociazione, che può manifestarsi con sintomi come distacco dalla realtà, sensazione di essere "fuori dal corpo" o che l'ambiente circostante sia distante, è spesso un meccanismo di difesa che il cervello utilizza per proteggersi da emozioni o ricordi troppo intensi. L'iperventilazione e il senso di svenimento che descrive, seguiti poi dal pianto, possono essere parte di questa risposta fisiologica.

Il pianto, in questo contesto, potrebbe rappresentare un rilascio emotivo che aiuta a ristabilire gradualmente un senso di controllo e di connessione con il presente. È come se il corpo e la mente, attraverso il pianto, trovassero un modo per scaricare la tensione accumulata e riportarsi in uno stato più stabile.

Sarebbe molto utile esplorare queste reazioni in terapia, magari con l'obiettivo di comprendere quali temi o situazioni innescano tali risposte. Lo psicologo potrebbe aiutarla a lavorare su strategie per gestire queste reazioni, per aumentare gradualmente la tolleranza emotiva e la capacità di rimanere connessi anche in momenti di forte disagio.

Le suggerirei di portare, se lo desidera, questo tema nella prossima seduta, in modo da poterlo affrontare insieme in un contesto sicuro e protetto.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori suggerimenti o di una consulenza resto a disposizione e le porgo un caro saluto.
Dott. Vocino Luca
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Gentile utente.
La sua condivisione è molto importante e le assicuro non così rara da incontrare.
Quello che lei definisce "trigger" accompagnato a dissociazione, attacchi di panico, iperventilazione, si possono manifestare laddove si venga a creare una situazione emotivamente molto intensa durante una seduta.
Quando sperimenta questi "trigger", potrebbe attivare vecchi ricordi, dolori ancora non elaborati; ma questi momenti possono fare chiarezza sulla comprensione dei suoi meccanismi di difesa interiori.
In altre parole ha la comprensibile sensazione e il timore che lo psicologo vada a "toccare dei fili scoperti" e quindi entra automaticamente in un meccanismo di difesa con lo scopo di proteggerla da emozioni forti.
Ovviamente, e questo si evince dal suo racconto, dopo che si sono toccati questi nuclei traumatici, arriva il pianto che rappresenta il segno finale della sofferenza.
La invito comunque caldamente a parlarne con il suo terapeuta.
Rimango a sua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli

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