Ho un problema ben strano, da un paio di mesi, forse di inquadramento diagnostico problematico. Sono
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Ho un problema ben strano, da un paio di mesi, forse di inquadramento diagnostico problematico. Sono preso da improvvise e ingiustificate paure a seguito di normali stimoli sensoriali (la vista di un volto, il suono di un'auto di passaggio, il contatto delle mia mano con un'altra parte del mio corpo...) ; so che tali paure non hanno fondamento, ma io le avverto e non so come allontanarle, per quanto mi sforzi di dire a me stesso che sono prive di senso (come se una parte di me continuasse ad esserne allarmata, malgrado tutti i miei tentativi di autorassicurazione...). A volte poi ho paura di provare queste paure, le quali, essendo irrazionali, proverebbero che il mio rapporto col reale si va alterando in senso psicotico, e che io sto iniziando a credere in cose che non sono reali (ad esempio, che il corpo con cui entro in contatto la notte quando sono solo a letto non sia il mio...) : pensieri che mi spaventano perché francamente irrealistici, e che io tento di confutare per scongiurare il rischio di star delirando... Ma forse è la mia strategia ad essere sbagliata, non so. Aggiungo che sto in terapia TCC daun mese e che assumo SSRI da metà agosto... Potreste darmi un vostro parere?

Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive poiché comprendo il disagio e la paura associate. Sicuramente il tutto merita Approfondimenti ed inquadramenti diagnostici al fine di cogliere la natura delle paure che sente. Ha fatto bene, a mio avviso, ad intraprendere un percorso di terapia cognitivo comportamentale associato ad una terapia farmacologica, si affidi Ai professionisti che la stanno seguendo e cerchi di raccontare nel dettaglio ciò che accade, pensieri e vissuti emotivi connessi.
Cordialmente, dott FDL
Cordialmente, dott FDL
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Salve, leggo che ha già intrapreso un percorso psicologico, vedrà che con il tempo le cose miglioreranno. Continui a confrontarsi con il terapeuta che la segue per evitare di confondersi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori

Gentile utente, si confronti con gli specialisti che la stanno seguendo.
Un cordiale saluto, Dott.ssa Pamela Cornacchia
Un cordiale saluto, Dott.ssa Pamela Cornacchia

Continui con costanza nelle terapie che sta seguendo, se ha dei dubbi a riguardo ne parli con i suoi terapeuti, che sicuramente ascolteranno con interesse il suo vissuto e la aiuteranno. Ci vuole tempo e costanza.
Sentirà i benefici.
Cordialmente
Sentirà i benefici.
Cordialmente

Buonasera,comprendo le sue angosce,ma lei non è psicotico ha paura di non controllare più i suoi vissuti.Si affidi ai suoi terapeuti ,sono momenti difficili,che vanno superati.Un caro saluto dottssa Luciana Harari

Buonasera, mi dispiace per questi vissuti angosciosi.
Credo sia importante parlare con il suo psichiatra per quanto riguarda la terapia farmacologica. E con il suo terapeuta per quel che concerne le paure che sperimenta.
Sono sicura che affidandosi a loro, si sentirà meglio.
Un caro saluto, dottoressa Alice Carbone
Credo sia importante parlare con il suo psichiatra per quanto riguarda la terapia farmacologica. E con il suo terapeuta per quel che concerne le paure che sperimenta.
Sono sicura che affidandosi a loro, si sentirà meglio.
Un caro saluto, dottoressa Alice Carbone

Gentile utente di mio dottore,
i suoi pensieri e le sue angosce sono tipiche nei disturbi d'ansia.
La terapia per i Disturbi d’ansia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra.
La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i Disturbi d’ansia.
Chi ne soffre interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita.
Ha contattato già uno specialista con cui ha cominciato un percorso di psicoterapia, prosegua e vedrà che con il tempo la aiuterà a star meglio
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
i suoi pensieri e le sue angosce sono tipiche nei disturbi d'ansia.
La terapia per i Disturbi d’ansia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra.
La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i Disturbi d’ansia.
Chi ne soffre interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita.
Ha contattato già uno specialista con cui ha cominciato un percorso di psicoterapia, prosegua e vedrà che con il tempo la aiuterà a star meglio
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara

Salve, Continui con la sua psicoterapia in associazione alla terapia farmacologica, questo la porterà a stare meglio e soprattutto a comprendere il motivo o i motivi del suo malessere.
Immagino che la sua domanda posta in questo spazio possa avere una funzione di rassicurazione, ma anche di contenimento secondo il mio punto di vista. Io non penso che lei sia Psicotico, penso che ci sia un'angoscia su cui lavorare, dei vissuti da esplorare rispettando il suo tempo soggettivo in Psicoterapia, per arrivare ad una maggiore comprensione di Sè. Si affidi ai suoi Terapeuti e continui a lavorare con il percorsi intrapresi.
Dott.ssa Chiara Mazzoli
Immagino che la sua domanda posta in questo spazio possa avere una funzione di rassicurazione, ma anche di contenimento secondo il mio punto di vista. Io non penso che lei sia Psicotico, penso che ci sia un'angoscia su cui lavorare, dei vissuti da esplorare rispettando il suo tempo soggettivo in Psicoterapia, per arrivare ad una maggiore comprensione di Sè. Si affidi ai suoi Terapeuti e continui a lavorare con il percorsi intrapresi.
Dott.ssa Chiara Mazzoli

Buongiorno.Mi dispiace molto del periodo difficile che sta passando; credo comunque sia sulla strada giusta, associando una psicoterapia con i farmaci. Quindi non si preoccupi e porti pazienza, prima o poi i risultati saranno evidenti.
Buona fortuna!
Buona fortuna!

Buongiorno, deve confrontarsi con i medici che la stanno seguendo, soprattutto con lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci. Descriva tutte queste situazioni con lui, magari è solo una fasa critica che rientrerà nel tempo ma è bene avvisare subito.
Un saluto, dott.ssa Marini
Un saluto, dott.ssa Marini

Gentilissimo utente, la consiglio di rivolgere il quesito agli specilisti che la stanno seguendo. Abbia fiducia in lei e in loro.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Riso Maria Lucrezia
Cordiali Saluti
Dott.ssa Riso Maria Lucrezia

Buonasera, l'importante è che stia già in trattamento. Si affidi ai colleghi con cui sta seguendo le terapie e non si scoraggi. Saluti

Salve già i colleghi hanno risposto....deve continuare con la psicoterapia e gli psicofarmaci. Se dovessero presentarsi altri sintomi ne parli con i colleghi che la seguono.
Dott.ssa milvia verginelli
Dott.ssa milvia verginelli

Buonasera. In accordo con i colleghi ritengo sia importante che si rivolga e si confronti direttamente con gli specialisti con cui sta seguendo le terapie farmacologica e psicoterapica, condividendo ed esplorando con loro tutte le sue necessità, dubbi, pensieri, sentimenti e vissuti. La mia indicazione, in breve, è di darsi tempo, di fidarsi di se stesso e di affidarsi contemporaneamente ai professionisti con cui sta lavorando. Un saluto e buon lavoro, Dott. Felice Schettini

Gentile utente,
In accordo con quanto detto dai miei colleghi fin qui, anche io ritengo sia importante lei si affidi a 360° ai professionisti che la seguono. La ricerca e l'ottenimento di nuovi pareri, aumenterebbe la confusione che già la sua sintomatologia non le risparmia. La invito quindi a riflettere anche sull'opportunità di affrontare con il suo terapeuta i motivi alla base della sua ricerca di rassicurazione al di fuori del contesto di terapia. Osservare insieme le fragilità della vostra relazione terapeutica potrà certamente contribuire a cementarla e rendere più forte la vostra alleanza di lavoro. Cordiali saluti.
In accordo con quanto detto dai miei colleghi fin qui, anche io ritengo sia importante lei si affidi a 360° ai professionisti che la seguono. La ricerca e l'ottenimento di nuovi pareri, aumenterebbe la confusione che già la sua sintomatologia non le risparmia. La invito quindi a riflettere anche sull'opportunità di affrontare con il suo terapeuta i motivi alla base della sua ricerca di rassicurazione al di fuori del contesto di terapia. Osservare insieme le fragilità della vostra relazione terapeutica potrà certamente contribuire a cementarla e rendere più forte la vostra alleanza di lavoro. Cordiali saluti.

Salve, la paura della paura fa parte del quadro di un disturbo ansioso, non psicotico, perciò penso può tranquillizzarsi su questo punto. Anche sensazioni di depersonalizzazione relative al proprio corpo possono far parte dei disturbi ansiosi, mentre il farmaco che prende dovrebbe essere indicato per un disturbo depressivo che spesso coesiste con quello ansioso. Le consiglio di chiedere al terapeuta psicologo la diagnosi, non solo quella psicopatologica-mentale, ma quella psicologica che attiene ai meccanismi psicologici sottostanti il disturbo o almeno indicazioni sugli obiettivi psicologici che il percorso terapeutico si propone.

Da quello che lei riporta sembra esserci uno stato di ipervigilanza e di iperattivazione sensoriale che le fa percepire continuamente paura di quello che sta provando e che la porta a rispondere immediatamente a degli stimoli esterni. Questa situazione sembra esacerbarsi nel momento in cui lei sembra innescare poi una condizione di paura della paura stessa quindi di ulteriore ipervigilanza e ipercontrollo. Sarebbe importante avere maggiori informazioni in merito ai pensieri e alle angosce che in questo momento la tormentano o che comunque sono presenti. Quindi è molto importante che lei abbiamo già intrapreso un percorso, ma sicuramente vi è un senso e una ragione a queste eccessive reazioni. Se avesse bisogno di una consulenza o volesse un confronto può contattarmi. Dott.ssa Vittoriana Loporcaro

Gentile utente, probabilmente ha bisogno di rassicurazioni e può condividerle con i professionisti che la seguono. Continui il percorso e manifesti i suoi dubbi e i suoi timori, farlo fa parte della cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

Gentile utente,
comprendo quanto queste paure improvvise possano risultare angoscianti, soprattutto in relazione al fatto che, a quanto riferisce, emergono in risposta a stimoli quotidiani.
Se non l'ha già fatto, condivida questi dettagli con il terapeuta, così da poter adattare il percorso terapeutico e monitorare al meglio gli effetti della terapia farmacologica.
Un caro saluto,
VZ
comprendo quanto queste paure improvvise possano risultare angoscianti, soprattutto in relazione al fatto che, a quanto riferisce, emergono in risposta a stimoli quotidiani.
Se non l'ha già fatto, condivida questi dettagli con il terapeuta, così da poter adattare il percorso terapeutico e monitorare al meglio gli effetti della terapia farmacologica.
Un caro saluto,
VZ

Buongiorno,
Innanzitutto grazie di aver condiviso qui la Sua richiesta d'aiuto.
Secondo me ha scelto bene: la terapia cognitivo-comportamentale è molto indicata per i disturbi d'ansia generalizzata (DAG). Essendo in terapia solamente da un mese però, immagino abbia appena concluso la fase di assessment diagnostico (in media ci vogliono 4-5 sedute): è troppo presto per vedere dei risultati. Vedrà che se lavorerà con costanza supportato da un/a buon/a terapeuta, la situazione sul fronte ansioso dovrebbe migliorare nel giro di qualche mese. I farmaci comunque dovrebbero scongiurare l'insorgere di fasi troppo acute, intanto. Posso soltanto ipotizzare che di pari passo con i miglioramenti dovuti alla psicoterapia, i professionisti cui si è rivolto ridurranno progressivamente i dosaggi fino a interrompere l'assunzione. In ogni caso non smetta autonomamente di prendere le medicine quando si sente meglio perché poi arrivano gli "strattoni" emozionali: cerchi di trovare il ritmo giusto per lavorare con l'équipe alla quale si è affidato e guarire.
Le faccio un grande "in bocca al lupo"!
Cordiali saluti,
Giacomo Villa
Psicologo Clinico Accreditato
Innanzitutto grazie di aver condiviso qui la Sua richiesta d'aiuto.
Secondo me ha scelto bene: la terapia cognitivo-comportamentale è molto indicata per i disturbi d'ansia generalizzata (DAG). Essendo in terapia solamente da un mese però, immagino abbia appena concluso la fase di assessment diagnostico (in media ci vogliono 4-5 sedute): è troppo presto per vedere dei risultati. Vedrà che se lavorerà con costanza supportato da un/a buon/a terapeuta, la situazione sul fronte ansioso dovrebbe migliorare nel giro di qualche mese. I farmaci comunque dovrebbero scongiurare l'insorgere di fasi troppo acute, intanto. Posso soltanto ipotizzare che di pari passo con i miglioramenti dovuti alla psicoterapia, i professionisti cui si è rivolto ridurranno progressivamente i dosaggi fino a interrompere l'assunzione. In ogni caso non smetta autonomamente di prendere le medicine quando si sente meglio perché poi arrivano gli "strattoni" emozionali: cerchi di trovare il ritmo giusto per lavorare con l'équipe alla quale si è affidato e guarire.
Le faccio un grande "in bocca al lupo"!
Cordiali saluti,
Giacomo Villa
Psicologo Clinico Accreditato

Capisco quanto possa essere angosciante l’esperienza che sta vivendo, soprattutto perché la sensazione di paura sembra emergere in modo improvviso e senza una causa apparente. È naturale che, di fronte a timori così strani e apparentemente senza senso, lei possa sentirsi disorientato e interrogarsi sulla loro natura, fino a temere che possano essere il segnale di qualcosa di più grave, come una perdita del contatto con la realtà. Voglio rassicurarla su un punto importante: il fatto che questi pensieri la spaventino, che lei li riconosca come irrazionali e che cerchi di confutarli, indica proprio che il suo contatto con la realtà è integro. Il timore di star delirando è, paradossalmente, la prova che non sta delirando affatto. Quello che descrive sembra inserirsi in un quadro di ansia e ipervigilanza, in cui il suo sistema nervoso è in uno stato di allerta costante, pronto a reagire a stimoli che normalmente verrebbero ignorati. In questi casi, più si cerca di combattere le sensazioni o di convincersi razionalmente che non c’è nulla di cui aver paura, più queste sembrano rafforzarsi. Questo accade perché la nostra mente apprende implicitamente che questi stimoli devono essere “pericolosi”, visto che li analizziamo con così tanta attenzione e ci impegniamo a rassicurarci. È un meccanismo comune nei disturbi d’ansia, e la terapia cognitivo-comportamentale lavora proprio su questo: non tanto sul dimostrare che la paura è infondata, quanto sul cambiare il modo in cui ci si relaziona a essa. Forse, la chiave non sta nel cercare di allontanare queste paure né nel convincersi della loro irrazionalità, ma nell’imparare a tollerarle senza combatterle. Può provare a osservare queste sensazioni come semplici eventi della mente, come reazioni automatiche che non richiedono una risposta immediata. Invece di chiedersi “E se stessi impazzendo?”, potrebbe provare a dirsi: “Ecco di nuovo questa sensazione, so che è spiacevole, ma non ho bisogno di fare nulla al riguardo”. Questo approccio, che si basa sull’accettazione e sulla riduzione del controllo, può sembrare controintuitivo, ma nel tempo aiuta a spezzare il ciclo dell’ansia. Il fatto che stia seguendo una terapia cognitivo-comportamentale e assumendo un SSRI è già un passo importante. Questi percorsi richiedono tempo per dare i loro effetti e spesso, soprattutto nelle fasi iniziali, l’ansia può anche accentuarsi prima di iniziare a ridursi. È normale sentirsi confusi e avere dubbi sul proprio percorso, ma il fatto che lei stia cercando di comprendere e affrontare il problema dimostra una grande determinazione. Ne parli con la sua terapeuta, condivida questi timori apertamente: il lavoro che state facendo insieme potrà aiutarla a sviluppare strumenti sempre più efficaci per gestire queste sensazioni. Non è solo in questo percorso e, per quanto possa sembrare difficile, con il tempo queste paure potranno perdere la loro forza. Le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
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