Ho un figlio di 20 anni, autistico ad alto funzionamento, da pochi mesi sto seguendo una dieta senza
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Ho un figlio di 20 anni, autistico ad alto funzionamento, da pochi mesi sto seguendo una dieta senza glutine , caseina e zucchero,con risultati non ancora ben evidenti, tranne un sensibile dimagramento. Sono molto incerta se continuare perchè ho letto che i pareri sull'efficacia di tale dieta non sono concordi, anzi addirittura qualcuno dice che abolire il glutine fa più male che bene. Qualcuno può darmi delle risposte più aggiornate riguardo agli ultimi studi?
Grazie
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gentile signora non che ancora una evidenza scientifica sull'utilità di abolire il glutine nel soggetto autistico, però può in ogni caso conti vare con una dieta senza glutine senza perdere peso
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Se non si è allergici al glutine questo prodotto chimico del nostro organismo contiene una proteina che ci è molto utile,
Alla base della proposta di sottoporre a dieta senza glutine e caseina i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico c’è l’ipotesi che i peptidi di tali molecole possano avere un ruolo nella patogenesi del disordine dell'autismo. Alcuni sintomi autistici potrebbero infatti essere la conseguenza di un eccessivo assorbimento di peptidi con attività oppioide formatisi dalla degradazione incompleta del glutine e della caseina (glutomorfine e caseomorfine). L’aumento della permeabilità intestinale potrebbe permettere a questi peptidi di attraversare la membrana intestinale, entrare nel flusso ematico e attraversare la barriera emato-encefalica, colpire il sistema endogeno degli oppiacei e la neurotrasmissione nel sistema nervoso e determinare insorgenza o peggioramento dei sintomi ; la rimozione di queste sostanze dalla dieta potrebbe determinare un cambiamento nei comportamenti autistici. In base alle poche evidenze disponibili in letteratura, è possibile ipotizzare che esistano soggetti, cosiddetti “responders“, che hanno alla base della patologia autistica un alterato metabolismo di alcune proteine alimentari e che pertanto sono fortemente sensibili ai cambiamenti alimentari con esclusione del glutine e/o di altri antigeni alimentari come la caseina, ed altri, “non responders”, che risultano refrattari ai provvedimenti dietetici.
Gli studi a tal proposito sono però al momento limitati e non conclusivi, per cui attualmente non esistono prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo delle diete di eliminazione
Tali regimi dietetici estremamente restrittivi presentano inoltre numerosi potenziali rischi: gli effetti inizierebbero almeno dopo il primo anno, e per avere benefici sarebbero da portare avanti per periodi molto lunghi, se non addirittura tutta la vita, con possibile sviluppo di deficit nutrizionali (in particolare deficit di calcio) che sarebbero però limitati solo a casi di regimi non correttamente pianificati. La maggiore disponibilità di cibi senza glutine ha migliorato la varietà e palatabilità di tali regimi dietetici, che rischiavano altrimenti di essere molto monotoni, ma ci sono preoccupazioni in merito al valore nutrizionale e contenuto di grassi, zuccheri e proteine dei vari alimenti nonchè del loro possibile impatto sulla salute e composizione corporea, soprattutto in pazienti che già presentano parametri antropometrici alterati. Infine, i pazienti con autismo difficilmente sono in grado di comprendere le motivazioni per cui viene adottata tale dieta né di esprimere le loro preferenze, inoltre frequentemente presentano pattern dietetici stereotipati che contribuiscono alla loro rassicurazione ed uno stravolgimento così drastico delle loro abitudini alimentari potrebbe, in determinati, casi creare maggiori problemi e scatenare delle crisi. Infine, l’adozione di un regime alimentare così restrittivo e diverso da quello dei coetanei potrebbe determinare lo sviluppo di ulteriore isolamento sociale al momento del pasto, che spesso per molti pazienti rappresenta uno dei pochi momenti in cui avere la possibilità provare a socializzare
Quindi, come anche sottolineato nelle recenti Linee Guida del Ministero della Salute sull’argomento, non essendo disponibili al momento prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo della dieta di eliminazione del glutine in soggetti con disturbi dello spettro autistico, finché non saranno disponibili dati ulteriori, si raccomanda che tali diete siano utilizzate solo in caso di allergie o intolleranze alimentari accertate, ma non per il trattamento dei sintomi dei disturbi dello spettro autistico.
Saluti
Dott.ssa Inferrera
Gli studi a tal proposito sono però al momento limitati e non conclusivi, per cui attualmente non esistono prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo delle diete di eliminazione
Tali regimi dietetici estremamente restrittivi presentano inoltre numerosi potenziali rischi: gli effetti inizierebbero almeno dopo il primo anno, e per avere benefici sarebbero da portare avanti per periodi molto lunghi, se non addirittura tutta la vita, con possibile sviluppo di deficit nutrizionali (in particolare deficit di calcio) che sarebbero però limitati solo a casi di regimi non correttamente pianificati. La maggiore disponibilità di cibi senza glutine ha migliorato la varietà e palatabilità di tali regimi dietetici, che rischiavano altrimenti di essere molto monotoni, ma ci sono preoccupazioni in merito al valore nutrizionale e contenuto di grassi, zuccheri e proteine dei vari alimenti nonchè del loro possibile impatto sulla salute e composizione corporea, soprattutto in pazienti che già presentano parametri antropometrici alterati. Infine, i pazienti con autismo difficilmente sono in grado di comprendere le motivazioni per cui viene adottata tale dieta né di esprimere le loro preferenze, inoltre frequentemente presentano pattern dietetici stereotipati che contribuiscono alla loro rassicurazione ed uno stravolgimento così drastico delle loro abitudini alimentari potrebbe, in determinati, casi creare maggiori problemi e scatenare delle crisi. Infine, l’adozione di un regime alimentare così restrittivo e diverso da quello dei coetanei potrebbe determinare lo sviluppo di ulteriore isolamento sociale al momento del pasto, che spesso per molti pazienti rappresenta uno dei pochi momenti in cui avere la possibilità provare a socializzare
Quindi, come anche sottolineato nelle recenti Linee Guida del Ministero della Salute sull’argomento, non essendo disponibili al momento prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo della dieta di eliminazione del glutine in soggetti con disturbi dello spettro autistico, finché non saranno disponibili dati ulteriori, si raccomanda che tali diete siano utilizzate solo in caso di allergie o intolleranze alimentari accertate, ma non per il trattamento dei sintomi dei disturbi dello spettro autistico.
Saluti
Dott.ssa Inferrera
poverino...dove l'ha trovata questa bufala sul glutine e l'autismo ?
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