Ho un bimbo di 8 anni certificato con "disturbo dell'attività e dell'attenzione" associato al "distu
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Ho un bimbo di 8 anni certificato con "disturbo dell'attività e dell'attenzione" associato al "disturbo oppositivo provocatorio", sostegno dal 2 anno. Me lo volevano bocciare perché la maestra di sostegno non sapeva cosa fare. Mi sono opposta: lo seguo tanto a casa. Come posso aiutare le maestre?
Salve signora. Prima di tutto volevo congratularmi con lei per la tenacia che dimostra ogni giorno nel seguire suo figlio. Poi vorrei sapere: chi segue suo figlio in riabilitazione? ci sono delle terapiste e una psicologa/o che lo seguono? se sì, dovrebbe essere compito dello psicologo guidare le maestre attraverso delle precise indicazioni che le possano aiutare a gestire meglio suo figlio a scuola. Un caro saluto
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Se non ho frainteso la richiesta, comincio col dire che non esiste che un bambino debba essere bocciato perché l'insegnante di sostegno "non sa cosa fare". Suo figlio sarà probabilmente seguito in neuropsichiatria infantile, o in un centro convenzionato Asl per la riabilitazione neuro-motoria: ne parli con la figura di riferimento del centro, spiegando la situazione. L'aiuto migliore che può dare è coinvolgere altre figure professionali che si occupino di suo figlio, nel caso da convocare presso il consiglio di classe. Io stesso più volte ho partecipato a consigli di classe con l'equipe del CTR Primavera per spiegare e puntualizzare strategie di intervento in riferimento a una nostra paziente, in vista del Piano Educativo Individualizzato. Ma ogni situazione è da valutare singolarmente. Non sia sola, e crei alleanze con altre figure professionali preposte (neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, etc.). Saluti cordiali.
Gentile mamma, per aiutare le insegnanti a mio parere è opportuno: - avere con loro colloqui periodici sull'andamento scolastico ed emotivo del bimbo - sollecitare le insegnanti a chiedere informazioni al centro in caso di dubbi - avere contatti periodici tra il centro e la famiglia - sollecitare e promuovere contatti frequenti (telefonici e o di persona) del neuropsicologo o dello psicologo del centro con gli insegnanti In ultimo, ma a mio parere più importante: farsi aiutare e condividere la quotidianità con la famiglia e con una rete di persone che possa darle una mano, e un aiuto emotivo per sostenere i momenti più difficili. Inoltre, se le è possibile, sarebbe opportuno un sostegno psicologico genitoriale per sostenere e dare opportuni suggerimenti. Se i genitori sono sereni e sostenuti, il bambino se ne gioverà molto. Tanti auguri di tutto cuore. Resto a disposizione nel caso volesse approfondire. Cordialmente dr.ssa Luisa Morassi Psicologa Udine
Gent.ma Mamma spesso, purtroppo, la problematica DOP crea grandi difficoltà di comprensione tra gli adulti che si occupano del bambino che sfociano in reciproche accuse.Osservando il comportamento di questi bambini si è indotti a pensare che essi provino piacere nel causare tanti "guai" In realtà questi bambini si considerano incapaci, indegni dell'amicizia e dell'amore altrui, si sentono rifiutati ma anche causa dell'isolamento provocato dal loro stesso comportamento, così l'autostima decade dando origine a senso di inadeguatezza e svalutazione in un circolo vizioso senza fine. Famiglia e scuola dovrebbero porsi come osservatori-esploratori del comportamento del bambino per scoprire cosa innesca e cosa disincentiva Dovrebbero anche concordare modalità di lavoro comuni, esempio: - premiare comportamenti, anche minimi, che avvicinano alla condotta desiderata ed allontanano da quella indesiderata - rimproverarlo con poche parole chiare, che mirano al
Gentile Sigra, concordo con i colleghi suggerendole di trovare un modo per aiutare suo figlio creando una rete di aiuto che comprenda operatori (ad es psicologo) insegnanti e genitori). é davvero importante il confronto per capire quali passi avanti si possono fare insieme e quali errori eventuali si siano fatti. Probalbilmente la maestra di suo figlio si è sentita "persa" e senza strumenti per guidare al meglio il bambino e la sua unica soluzione era la bocciatura. Provate concretamente a unire le forze coinvolgendo come primo protagonista proprio suo figlio. magari il fatto di renderlo soggetto attivo e non passivo lo farà sentire piu' apprezzato e valorizzato. In bocca al lupo.
Come logopedista e psicologo mi trovo da ambedue le parti. Come hanno ipotizzato i colleghi, anch'io penso suo figlio sia già seguito da un equipè di specialisti dell'asl principalmente il neuropsichiatra che avrà previsto il sostegno e il programma di riabilitazione. Ipotizzando un piano di terapia di logopedia, neuropsicomotricità e psicoterapia che in questo casi è il più comune le suggerisco di far richiedere alla scuola un incontro con i terapisti in modo che gli insegnanti abbiano informazioni sulla diagnosi e possano maggiormente integrare le metodologie di indegnamento. A casa il suo aiuti e indispensabile in quanto deve rafforzare le indicazioni dei terapisti e riproporle nel suo quotidiano. Inizialmente per questo tipo di patologie il lavoro risulta stancante e inutile nel breve tempo ma con costanza e determinazione vedrà otterrà facili risultati, l'importante è essere costanti e coerenti con le decisioni che prenda senza essere "vittima" della frustrazione.
Gentile signora, capisco la situazione difficile in cui si trova. Il problema comportamentale del bambino mette in difficoltà adulti e i coetanei con cui si relaziona, creando progressivamente un isolamento, al quale il bambino, sentendosi non capito e discriminato, reagisce intensificando il comportamento oppositivo. Sembra un vicolo cieco in cui non si vedono vie d'uscita. Ritengo che in queste situazioni sia importante che tutte le persone coinvolte siano aiutate, in primis il bambino che si vede negativo, cattivo e incapace. Immagino che il bambino sia già seguito da un neuropsichiatra infantile o uno psicoterapeuta. Anche la famiglia ha bisogno di un sostegno, di un posto sicuro dove la stanchezza, la frustrazione e i sensi di colpa di non riuscire a trovare risposte adeguate possano essere accolte e capite . L'intervento va esteso alla scuola, maestre e compagni, per sostenere ma anche per concordare risposte e strategie comuni ai comportamenti del bambino. Nel caso non l'aveste già fatto vi consiglio di rivolgervi a uno psicoterapeuta familiare, sistemico-relazionale che ha le competenze e gli strumenti per affrontare la situazione sia con la famiglia che con la scuola. I miei migliori auguri.
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