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4 risposte
Ho sempre avuto difficoltà di erezione, fin dalle prime esperienze amorose, ma con la mia ex avevo raggiunto un certo equilibrio, che mi permetteva una vita sessuale soddisfacente. Terminata due mesi fa questa relazione, ne ho iniziata una nuova, con una partner molto più giovane di me. Non ho avuto rapporti con lei, ma mentre pomiciamo, nonostante la voglia che ho in quei momenti, il pene mi resta flaccido; lei lo ha notato e me lo ha fatto notare, chiedendomi spiegazioni che io non le ho saputo dare, soprattutto sull incoerenza tra il desiderio di incontrarla che sbandieravo e la mancanza di reazioni del mio corpo. Sono corso da un andrologo, che mi ha prescritto un vasodilatatore, senza però ottenere risultati finora. Non capisco perché quando sono da solo mi sento pieno di libido e ho erezioni spontanee mentre faccio sexting con lei, mentre dal vivo, quando potrei godere piu concretamente, mi sento cosi bloccato, come se quelle sensazioni non accendano piu l eccitazione. Con la mia ex ho avuto a volte problemi nella penetrazione, ma quando la abbracciavo ero sempre eccitato; invece adesso me lo sento paralizzato fin dall'inizio. Se si tratta di un problema di ansia, può giovarmi assumere una benzodiazepina prima dell'incontro? O farei peggio?
la risposta al quesito se la è data da solo : molto più giovane di me, e lei teme di sentirsi inadeguato, per cui il suo pene si comporta di conseguenza

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Caro utente,

non conoscendo la vostra età, non posso dire da quanto tempo provate questo disagio. Nonostante sia presente fin dalle prime esperienze sessuali, siete riusciti a viverlo in modo sereno finora. Vi consiglio di sottoporvi a un’indagine medica per escludere una possibile malattia organica ancora sconosciuta. È utile effettuare degli esami clinici tramite il vostro medico di fiducia, iniziando ad esempio con analisi del sangue per avere dati oggettivi sui livelli di testosterone, esami cardiovascolari e una consulenza con un andrologo.

Successivamente, potreste considerare l’idea di intraprendere un percorso psicosessuale per capire se ci siano disagi psicologici legati alla sessualità, in modo da vivere i vostri incontri sessuali in modo soddisfacente e sereno.

Cari saluti,
Gentilissimo, ha fatto bene a rivolgersi a un medico andrologo, così da escludere la presenza di problemi/patologie organiche. Il fatto che lei abbia erezioni spontanee è un indicatore positivo sebbene, al contempo, evidenzi la necessità di approfondire cosa le accada sul piano relazionale, situazione in cui in effetti riscontra il sintomo. L'ansia, che lei chiama in causa, è la principale nemica dell'erezione poiché mette "in allerta" il suo organismo e, pertanto, ostacola quel rilassamento fisiologico necessario al raggiungimento di un'erezione. Sarebbe utile lavorare su quelli che sono i "trigger" ovvero le micce che attivano la sua reazione ansiosa che, certamente, deve avere un senso all'interno delle relazioni che instaura (anche se ciò può apparirle paradossale). Potrebbero essere presenti pensieri o idee irrazionali, apprendimenti erronei sulla sessualità che la condiziono e molto altro ancora. Il fatto che abbia avuto questo tipo di difficoltà dall'inizio della sua vita sessuale potrebbe contribuire a mantenere attivo quello che viene definito "ciclo di automantenimento" del sintomo; vale a dire che, viste le sue esperienze pregresse, è ipotizzabile che lei si approcci ai vari rapporti sessuali con il timore che si possa ripresentare un problema di erezione, questo le procura uno stato di agitazione e di ansia che, in ultimo, le impedisce di avere un'erezione, bloccandola in un circolo vizioso che la potrebbe far sentire senza vie d'uscita. Ma non è così: le vie d'uscita ci sono, eccome. Una consulenza sessuologica potrebbe essere una strada da valutare di percorrere. Un caro saluto
Gentile Anonimo,
la ringrazio per aver deciso di parlare di sé. Sono diversi gli elementi che ha portato nel suo messaggio e, innanzitutto, le rimando l'importanza di essere andato da un andrologo. Parlare con degli specialisti di ciò che sta accadendo, cercando di essere il più esaustivi possibile, è di fondamentale importanza. Mi sembra di capire che ci sia una certa differenza tra diverse situazioni che Lei vive, nella propria intimità o nei rapporti di coppia che ha avuto o che ha tutt'ora. Purtroppo non ho modo di fornirle una risposta soddisfacente poiché ci sarà sicuramente molto più di quanto si possa esprimere in un singolo messaggio. Tuttavia, mi sento di dirle che non è sbagliato prendere dei farmaci, ma solo a seguito di un consulto con uno specialista, quale lo psichiatra, che possa fornirle tutte le informazioni utili, anche su eventuali controindicazioni determinate dal farmaco in oggetto. Infatti, esistono psicofarmaci che vanno ad agire sulla funzionalità sessuale individuale e che potrebbero effettivamente portare situazioni di maggiore frustrazione e disagio piuttosto che di maggiore benessere. Secondo il mio parere, tuttavia, affidarsi esclusivamente ai farmaci non è la scelta migliore poiché essi agiscono sul sintomo, ma non su ciò che ci sta sotto. Se il suo desiderio è quello di capire meglio e approfondire se oltre a delle eventuali cause organiche ci possano essere altre cause, che se affrontate potranno, forse, evitare la ricomparsa della sintomatologia, le consiglio di intraprendere un percorso con uno specialista della salute mentale. La ringrazio nuovamente e le auguro di riuscire a trovare la soluzione più adatta a Lei.

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